Tassi sulle nuove erogazioni a famiglie e imprese 2,5 2,6



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Transcript:

Banca Nazionale del Lavoro Gruppo BNP Paribas Via Vittorio Veneto 119 187 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 19/ del 9// Le opinioni espresse non impegnano la responsabilità della banca., Tassi sulle nuove erogazioni a famiglie e imprese, 3, 3,,9,,, 1, 1 11 1 13 1 Prestiti alle società non finanziarie Prestiti per acquisto di abitazioni Fonte: Banca d Italia febbraio 1 In Italia e nell area euro prosegue il trend di rallentamento della flessione dei prestiti bancari. A dicembre la variazione su base annua dei finanziamenti complessivi è stata pari al -,8% per il nostro paese e al -,% per la Uem. Segnali favorevoli ad una prossima inversione del segno in entrambe le aree arrivano dall indagine sulle condizioni del credito. In Italia i criteri di concessione dei finanziamenti in graduale allenamento si accompagnano a tassi sulle nuove erogazioni a famiglie e imprese arrivati al livello minimo degli ultimi quattro anni. I lunghi anni di crisi hanno inciso con intensità diversa sulla ricchezza delle famiglie nelle varie aree del nostro paese: tra il 7 e il 1, a livello pro-capite, nelle regioni meridionali il calo dei patrimoni è risultato più contenuto (-8,7%) rispetto al Centro Nord (-1,8%). Rimane comunque ampio il divario tra le ricchezze possedute nelle due aree: nel 1, i 13mila euro pro-capite del Centro Nord si confrontano con i 93mila del Meridione. Direttore responsabile: Giovanni Ajassa tel. 781 giovanni.ajassa@bnlmail.com

febbraio 1 Credito: è prossima la fine del tunnel? C. Russo -7818 carla.russo@bnlmail.com Il dato di dicembre ha confermato il lento rallentamento della flessione dei prestiti bancari. Nell area euro la variazione su base annua del credito al settore privato è stata pari al -,% (-1,9% nel 13), sintesi di un calo dei prestiti alle imprese dell 1,3% (-3% nel 13) e di una sostanziale stabilità di quelli alle famiglie (-,3% rispetto al -,1% del 13). Indicazioni favorevoli a un prossimo cambio di segno degli aggregati arrivano dalle intenzioni espresse dalle banche sull utilizzo delle operazioni TLTRO. I rifinanziamenti già accordati e quelli in programma nel 1-1 saranno destinati soprattutto a garantire un aumento dei prestiti alle imprese e alle famiglie; solo in parte saranno utilizzati per la sostituzione di altri finanziamenti o per l acquisto di assets. Anche in Italia la flessione del credito continua ad attenuarsi: a dicembre scorso il calo dei prestiti al settore privato è stato pari al -,8% sintesi di una variazione del -,% alle imprese e del -,9% alle famiglie; tali valori appaiono molto migliorati rispetto a quelli di fine 13-inizio 1, periodo in cui sono stati raggiunti i picchi massimi negativi (-,7% per i prestiti totali, -,3% per le imprese, -1,% per le famiglie). Il lento percorso dell evoluzione dei prestiti si accompagna a criteri di concessione del credito in graduale allentamento e a tassi sulle nuove erogazioni a famiglie e imprese scesi alla fine del 1 al livello minimo degli ultimi quattro anni. I lunghi anni di crisi hanno inciso con intensità diversa sulla ricchezza delle famiglie nelle varie aree del paese: tra il 7 e il 1, a livello pro-capite, nelle regioni meridionali il calo dei patrimoni è risultato più contenuto (-8,7%) rispetto al Centro Nord (-1,8%). Il fenomeno riflette sia il maggior peso nel Sud d Italia delle attività reali (7%) rispetto a quelle finanziarie (33%) sia, nell ambito di queste ultime, una preferenza per investimenti meno rischiosi. Dal lato del passivo, si rilevano cambiamenti significativi nelle caratteristiche demografiche della clientela e negli importi finanziati: tra il 7 e il 13 in tutte le aree del paese la riduzione della quota di famiglie giovani titolari di un mutuo si è accompagnata a un aumento dell incidenza di finanziamenti ipotecari di minore importo. L andamento dei prestiti a dicembre scorso nell area euro conferma il trend di lenta ma progressiva attenuazione della flessione in atto dalla seconda metà del 1. La contrazione su base annua dei prestiti complessivi si è infatti fermata al -,% (-1,9% un anno prima) sintesi di un calo dell 1,3% di quelli alle società non finanziarie (-3% a dicembre 13) e di una relativa stabilità di quelli alle famiglie (-,3% come a dicembre 13). Indicazioni di un ritorno alla crescita dei principali aggregati emergono dall ultima indagine sulle condizioni di accesso al credito riferita al complesso dell eurozona: l allentamento dei criteri di concessione sia per le imprese (senza distinzione di dimensione) sia per le famiglie, insieme a una domanda prevista per entrambi i settori in costante aumento, lasciano intravedere una prossima ripresa. Inoltre, secondo le indicazioni fornite dalle banche 1, la raccolta di fondi attraverso le due operazioni TLTRO finora concluse, dovrebbe essere destinata soprattutto a un aumento dei finanziamenti (oltre il % delle risposte); indicazioni analoghe si hanno relativamente 1 Ecb, The euro area bank lending survey, th quarter of 1, gennaio 1.

febbraio 1 alle ulteriori operazioni in programma nel 1 e nel 1. Le intenzioni delle banche di utilizzo delle somme per sostituzione o scadenza di altre operazioni di rifinanziamento e per l acquisto di attività sono invece più contenute. 3 1 Area euro: andamento dei prestiti (var. % a/a) 8 Utilizzo dei fondi TLTRO (% dei rispondenti) -1 - -3-11 1 13 1 Prestiti clientela privata Soc. non finanziarie Famiglie Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Bce -,3 -, -1,3 TLTR 1 TLTR 1-1 rifinanziamento erogazione prestiti acquisto attività Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Bce In Italia la flessione del credito si posiziona ancora su livelli leggermente più marcati rispetto al dato dell eurozona; tuttavia anche nel nostro paese si scorgono segnali positivi. I dati pubblicati dalla Bce indicano ancora una variazione negativa per quasi tutti i principali i settori ma con un trend in sensibile attenuazione rispetto ai mesi passati. A dicembre la flessione complessiva è stata del -,8% risultato di una diminuzione del -,% del credito alle imprese e di un -,9% per le famiglie. Tra la fine del 13 e i primi mesi del 1 erano stati raggiunti i picchi negativi massimi pari al -,7% per i prestiti totali, al -,3% per le imprese e al -1,% per le famiglie. 8 Italia: andamento dei prestiti (var. % a/a) - - - -8 11 1 13 1 Prestiti clientela privata Soc. non finanziarie Famiglie Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Bce Per l Italia le indicazioni dell indagine sulle condizioni del credito nei prossimi mesi evidenziano una sostanziale stabilità della domanda da parte delle imprese sostenuta quasi esclusivamente dalla ristrutturazione del debito; segnalata in aumento invece la richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie grazie a una lieve ripresa attesa per il 3

febbraio 1 mercato immobiliare. Al di là delle percezioni dell indagine qualitativa, segnali concreti di riavvio della domanda di credito alle famiglie si scorgono dalle erogazioni, che nei primi 11 mesi dell anno sono tornate positive per tutte le forme tecniche per la prima volta negli ultimi quattro anni. Tali indicazioni vengono confermate dai dati ISTAT sulle compravendite concluse grazie ad un prestito ipotecario aumentate nel III trim. del 1 del 1% circa, valore che porta a +7,8% la crescita nei primi nove mesi. 7 7 7 8 8 Italia: mutui e finanziamenti con costituzione di ipoteca immobiliare (Numero in migliaia e var. % a/a) I II III Numero (sc. sx) Var. % a/a (sc. dx) 1 1 1 1 8 Fonte: Istat Il graduale miglioramento dell evoluzione dei prestiti si accompagna a criteri di concessione del credito in continuo allentamento tanto che alla fine 1 i tassi sulle nuove erogazioni applicati alle famiglie e alle imprese sono scesi al livello minimo degli ultimi quattro anni., Tassi sulle nuove erogazioni a famiglie e imprese, 3, 3,,9,,, 1, 1 11 1 13 1 Prestiti alle società non finanziarie Prestiti per acquisto di abitazioni Fonte: Banca d Italia L andamento del credito per area geografica

febbraio 1 La flessione del credito è stata condivisa da tutte le aree della penisola anche se con intensità diversa. Dopo i picchi massimi di contrazione raggiunti verso la fine del 13, nel corso del 1 le variazioni negative si sono progressivamente attenuate. Nel primo semestre del 1 la flessione dei prestiti si è attenuata maggiormente nel Centro Nord (-,8% dal -3,8% di fine 13) rispetto al (-1,% dal -,% di fine 13). A fronte di una domanda di finanziamenti complessivamente stagnante nell intera penisola, si è evidenziata una ripresa presso le imprese manifatturiere del Nord contestualmente all ammorbidimento dei criteri di accesso al credito. Indicazioni positive arrivano anche dalle famiglie per le quali la domanda di mutui risulta in aumento in tutte le aree del paese, fenomeno che non si verificava dal primo semestre del 11. Andamento del credito per aree geografiche (var. % a/a), -, -,8-1, -1, -1, -, -, -3, -3, -, -, dic mar giu set dic mar giu set ott nov 1 13 1 Centro Nord Fonte: Banca d Italia Da parte sua l offerta di credito per l acquisto di abitazioni denota segnali di miglioramento ovunque; il fatto che le indicazioni delle istituzioni di credito siano state confermate per il secondo semestre consecutivo risulta particolarmente significativo, poiché lascia presagire una ripresa duratura dopo rilevazioni sempre negative dall avvio della crisi. Anche le informazioni relative al credito al consumo evidenziano un inversione del trend negativo che aveva caratterizzato gli anni passati: nella prima parte del 1 la domanda è tornata a espandersi in quasi tutte le aree (solo nel Centro è rimasta negativa) contestualmente a un diffuso allentamento nei criteri di concessione. Banca d Italia, Economie regionali, La domanda e l offerta di credito a livello territoriale, n., dicembre 1.

febbraio 1,,3,,1, -,1 -, Offerta di mutui (irrigidimento (+) / allentamento (-)),,, -, -, -, Domanda di mutui (espansione (+) / contrazione (-)) -,3 -,8 IV trim I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem 8 9 1 11 1 13 1 Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia IV trim I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem II sem I sem 8 9 1 11 1 13 1 Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Gli effetti della crisi sulla ricchezza delle famiglie per area geografica I lunghi anni di crisi hanno in parte ridotto la ricchezza netta delle famiglie italiane, che comunque rimane tra le più alte tra le principali economie sviluppate (8 volte il reddito disponibile). Dal 9 si sono alternati anni di crescita solo marginale ad anni di calo; alla flessione dell 1,% del 13 ha fatto seguito il -1,% del primo semestre del 1 3. Nel 13 il calo del valore delle attività reali (-3,%) è stato solo in parte compensato da un aumento delle attività finanziarie (,1%), fenomeno che non si è ripetuto nella prima parte del 1 (le attività reali hanno registrato una flessione -1,% e quelle finanziarie del -,%). La ricchezza netta delle famiglie (in rapporto al reddito disponibile) 8, 8,1 7,8 7,,8,,8 Italia: ricchezza netta delle famiglie (trilioni di euro e var. % a/a) 1 1 Consistenze (sc. sx) Var. % a/a (sc. dx) 9 1 8 7 8 3 1 - Usa Germania Canada Regno Unito Giappone Italia Francia Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia La disponibilità solo recente dell articolazione territoriale della ricchezza consente di osservare come la crisi abbia inciso sui patrimoni delle famiglie con intensità diversa. Il confronto tra il 7 e il 1 (ultimo dato disponibile) evidenzia un diffuso impoverimento dei nuclei familiari con una ricchezza pro-capite (valori costanti) inferiore a cinque anni prima in tutte le ripartizioni geografiche. Le regioni meridionali tuttavia hanno registrato un calo della ricchezza pro-capite (reale e finanziaria) più contenuto (-8,7%) rispetto a quelle del Centro Nord (-1,8%) fenomeno che riflette sia il maggior peso nel Sud d Italia delle attività reali (7%) rispetto a quelle finanziarie 3 Banca d Italia, Indicatori monetari e finanziari, La ricchezza delle famiglie italiane, n. 9, 1 dicembre 1.

febbraio 1 (33%) sia, nell ambito di queste ultime, la preferenza per investimenti meno rischiosi. Nel complesso ciò ha determinato una lieve restrizione del divario tra le attività procapite dei residenti del Centro Nord rispetto agli abitanti del Meridione, divario che pure rimane consistente: i 13mila euro di ricchezza complessiva dei primi si confrontano infatti con i 93mila dei secondi. Gli andamenti sia del patrimonio immobiliare sia di quello finanziario hanno contribuito a ridurre il gap: nel Centro Nord infatti il calo del valore sia delle abitazioni (-1%) sia degli investimenti finanziari (-17,%) è stato più marcato che nel Meridione (-7,1% e -13,% rispettivamente). Andamento della ricchezza per aree geografiche (var. % pro-capite a prezzi ; 1/7) Ricchezza pro-capite delle famiglie (migliaia di euro; 1) -1, -7,1 13 19 13-13, 9 93-17, 7-8,7-1,8 Centro Nord Abitazioni Ricchezza finanziaria netta Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia 1 7 1 Centro-Nord Nel complesso, a livello regionale la ricchezza pro-capite risulta particolarmente elevata in Liguria e Valle d Aosta. Nel 1, in queste regioni il valore pro-capite della proprietà immobiliare e di quella finanziaria risultava più che doppio di quello rilevato per le famiglie meridionali. Il rapporto tra ricchezze pro-capite del Centro-Nord e del Meridione risulta pari a 1,8, quello tra le regioni poste agli estremi in una graduatoria crescente della ricchezza netta complessiva è pari a quasi 3. Italia: ricchezza pro-capite per regioni (1, migliaia di euro) Attività reali Attività finanziarie Passività finanziarie 7 7 1 1-7 9 79 7 9 8 88 31 31 3 39 3 3 3 9 9 7 83 7 79 7 9 9 93 9 1 117 93 13 13 13 17 11-1 -9-11 -9-9 -1-1 -1-1 -1-1 -1-1 -17-17 -19-17 -19-17 -1-1 Sicilia Calabria Puglia Basilicata Campania Sardegna Molise Abruzzo Umbria Marche ITALIA Friuli-V.G. Piemonte Veneto Toscana Lombardia Lazio Trentino-A.A. Emilia-Romagna Valle d'aosta Liguria Fonte: elaborazione Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia e Istat 7

febbraio 1 Gli effetti della crisi si percepiscono anche dal lato delle passività delle famiglie. Tra il 7 e il 13, l incidenza dei debiti finanziari in rapporto al reddito disponibile è passata dal 3 al 7% per le famiglie meridionali e dal 8 al 1% per quelle del Centro- Nord, aumento che si è realizzato esclusivamente nel primo triennio per poi arrestarsi. Il diverso grado di indebitamento deriva soprattutto dalla minore frequenza di famiglie che hanno contratto un debito nel rispetto a quelle del Centro Nord pari rispettivamente al % e al 8% circa. Una quota di nuclei indebitati superiore al 3% si registra in Lombardia, Veneto, Toscana e Marche mentre tra le regioni meridionali si rileva solo in Sardegna (3%). 3 3 1 1 Italia: quota di famiglie indebitate per regioni (val. %; 1) Basilicata Campania Molise Calabria Sicilia Piemonte Puglia Liguria Abruzzo Trentino-A.A. Lazio Emilia-Romagna Centro-Nord Friuli-V.G. Valle d'aosta Umbria Lombardia Veneto Marche Toscana Sardegna Fonte: Banca d Italia Più interessanti sono i cambiamenti che si sono prodotti tra il 7 e il 13 sia nelle caratteristiche demografiche delle famiglie indebitate sia nella tipologia dei nuovi prestiti ipotecari: in generale, in tutte le aree del paese si riscontra una diminuzione della quota di nuclei indebitati nella fascia di età più giovane (fino a 3 anni) a fronte di un aumento dell incidenza di mutui di minore importo. Secondo la Banca d Italia quest ultimo fenomeno potrebbe indicare, oltre un frazionamento del rischio da parte delle banche e una più prudente attitudine all acquisto da parte delle famiglie, anche una leggera ripresa del mercato immobiliare nelle fasce di prezzo più contenute. Mutui: composizione delle nuove erogazioni per fascia di età Mutui: composizione delle nuove erogazioni per importo (val. %; 13) (val. %; 13) 3 3 3 3 3 3 3 3 3 9 3 3 3 1 1 31 9 7 7 3 3 1 19 9 9 1 1 1 1 1 Centro Nord Centro Nord Centro Nord Centro Nord Centro Nord Centro Nord Centro Nord Fino a 3 anni 3- anni anni e oltre 7 13 <9mila 9-1mila 1-1mila >1mila 7 13 Fonte: elab. Servizio Studi BNL su dati Banca d Italia 8

febbraio 1 Un cruscotto della congiuntura: alcuni indicatori Indice Itraxx Eu Financial Indice Vix 8 3 3 1 1 18 1 1 1 gen-11 apr-11 lug-11 ott-11 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen-13 apr-13 lug-13 ott-13 gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen-1 1 gen-13 mar-13 mag-13 lug-13 set-13 nov-13 gen-1 mar-1 mag-1 lug-1 set-1 nov-1 gen-1 I premi al rischio rimangono su livelli storicamente bassi. L indice si attesta a. L indice Vix segnala un aumento della volatilità sui mercati. Cambio euro/dollaro e quotazioni Brent (Usd per barile) 1 11 1 9 8 7 Brent scala sin.(in Usd) Cambio euro/dollaro sc.ds. gen-13 lug-13 gen-1 lug-1 gen-1 Il tasso di cambio /$ è a 1,13. Il prezzo del petrolio di qualità Brent sale a $7 al barile, in aumento di $1 rispetto alla scorsa settimana. 1, 1,3 1,3 1, 1, 1,1 1,1. 1.9 1.8 1.7 1. 1. 1. 1.3 1. 1.1 gen-11 apr-11 lug-11 ott-11 Prezzo dell oro (Usd l oncia) gen-1 apr-1 lug-1 ott-1 gen-13 apr-13 lug-13 ott-13 gen-1 apr-1 lug-1 L oro quota 1.1 dollari l oncia, un valore pari a quello di gennaio 1, inferiore di oltre un quarto rispetto ai livelli del 13. ott-1 gen-1 9

febbraio 1 Borsa italiana: indice Ftse Mib Tassi dei benchmark decennali: differenziale con la Germania (punti base)... 18. 1. 1. 1. gen-11 lug-11 gen-1 lug-1 gen-13 lug-13 gen-1 lug-1 gen-1 3 3 1 1 gen-1 mar-1 mag-1 lug-1 set-1 nov-1 gen-1 Portogallo Italia Spagna Irlanda Il Ftse Mib sale a.819. Fonte: elaborazioni Servizio Studi BNL su dati Thomson Reuters I differenziali con il Bund sono pari a 188 pb per il Portogallo, 3 pb per l Irlanda, 11 pb per la Spagna e 118 pb per l Italia. Indice Baltic Dry Euribor 3 mesi (val. %) 1. 1. 8.... 3 1 gen-8 lug-8 gen-9 lug-9 gen-1 lug-1 gen-11 lug-11 gen-1 lug-1 gen-13 lug-13 gen-1 lug-1 gen-1 set- mar-7 set-7 mar-8 set-8 mar-9 set-9 mar-1 set-1 mar-11 set-11 mar-1 set-1 mar-13 set-13 mar-1 L indice Baltic Dry è pari a quota. L euribor 3m resta sotto lo,1%. set-1 Il presente documento è stato preparato nell ambito della propria attività di ricerca economica da BNL- Gruppo Bnp Paribas. Le stime e le opinioni espresse sono riferibili al Servizio Studi di BNL-Gruppo BNP Paribas e possono essere soggette a cambiamenti senza preavviso. Le informazioni e le opinioni riportate in questo documento si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede. Il presente documento è stato divulgato unicamente per fini informativi. Esso non costituisce parte e non può in nessun modo essere considerato come una sollecitazione alla vendita o alla sottoscrizione di strumenti finanziari ovvero come un offerta di acquisto o di scambio di strumenti finanziari. 1