Santuario di Maria SS. ma del Sabato

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Santuario di Maria SS. ma del Sabato Come arrivare al Santuario. Proveniendo da Minervino (incrosio presso l Ospedale) percorrendo la S.P. 64, superato il bivio per la zona 167, superato il ponticello della ferrovia, superato l ingresso per la Zona Industriale (Via Mingone) subito dopo il cartello del Km. 1, (circa 100 mt dopo) bisogna girare a destra là dove sull incrocio c è una piccola edicola con una Madonna, dopo altri 100 mt a desta sorge il Santuario. Foto 3 - Il Santuario della Madonna del Sabato spigolo nord -ovest FOTO 1 Il Santuario della Madonna del Sabato spigolo nord-est FOTO 2 - Il Santuario della Madonna del Sabato. La facciata

Il Santuario della Madonna del Sabato ( foto 1, 2 e 3), protettetrice di Minervino, fu costruito verso la metà del XVII secolo su di una grotta basiliana scavata nel tufo, dove fu trovata dipinta sul muro un'immagine della Vergine col Bambino, immagine oggi sull altare della cripta. Il dipinto su tufo (alto cm. 80 x 60) risale alla fine del XIV secolo e rappresenta la Vergine col Bambino tra una coppia di angeli. FOTO 4 La Madonna del Sabato La Madonna è seduta sotto una cortina rossastra fregiata di bianco. La chioma, di un biondo cupo, le scende ondulata sopra le spalle, la faccia ben disegnata, lo sguardo profondo e pensoso come di una madre preoccupata dei propri figli. Con la mano destra sorregge il divino Bambino mentre con la sinistra il suo piedino. (foto 4) La leggenda cara ai minervinese narra che il ritrovamento di tale opera avvenne durante una battuta di caccia, alla quale partecipava anche il Principe Pignatelli, barone della Città; quando un cercando un cane infilatosi in un'apertura fu scoperta la grotta in cui era dipinta l'immagine della Madonna. La denominazione Madonna del Sabato ci richiama al legame tra Maria e il Mistero Pasquale: nel Sabato Santo solo Maria ha conservato la fede nella Resurrezione del Figlio di Dio; ma è anche credenza che la denominazione derivi proprio dal giorno del rinvenimento del quadro nella grotta ad opera dello stesso Pignatelli, due sabato dopo la S. Pasqua. Ma, al di là della leggenda con molta probabilità il culto della Madonna del Sabato è stato introdotto a Minervino dai pastori transumanti. Questa ipotesi è stata avvalorata dalla testimonianza di un gruppo di abitanti di Vastogirardi (IS) che hanno identificato la Madonna del Sabato con la Madonna delle Grazie, effige molto cara ai pastori molisani che erano soliti portarla con se durante i loro tragitti stagionali di transumanza. La prima Cappella rurale fu fatta erigere verso la metà del secolo XVII con il patrocinio del principe Marzio Pignatelli fratello del Papa Innocenzo XII, come si può rilevare dallo stemma in pietra della principesca famiglia, collocato sull'arco che tramezza il lucernario tra le due parti dell'edificio. Questa prima cappella rurale, secondo un documento del 1657 era costituita da una navata con due altari, di cui uno con l'immagine della Madonna e l'altra con l'immagine di S. Vito. Il santuario fu completato alla fine del 1700 con la definitiva edificazione della parte sovrastante la grotta, di stile neoclassico, composta da una navata ampia oltre 250 metri quadri, ove si conservano due tele pregevoli: S. Nicola di Bari del pittore fiammingo Hovic (sec. XVI) e la Vergine tra Santa Lucia e Santa Maria Maddalena (1586) dipinta da Orazio Iacobotta da Spinazzola. Nella parte superiore del santuario esistono due altari: il più piccolo dedicato a San Luigi Gonzaga, il grande con il quadro rappresentante la Vergine coronata della Santissima Trinità. Sempre nella parte superiore si può trovare l'immagine della Vergine che fino al 1990 copriva

l'affresco di recente restaurato. Alle spalle del Santuario sorge la casa del clero, voluta e realizzata con l impegno dall Arcidiacono don Michele CARLONE, la casa del clero è stata ed è residenza di diversi sacerdoti. Sul coro si possono ammirare gli ex-voto degli ultimi due secoli; molti altri che un tempo adornavano le pareti del Santuario furono distrutti cancellando così un'espressione della religiosità popolare. Le tele da destra: San Francesco Saverio, il Transito di San Giuseppe, la Vergine tra le due sante (già citato), San Nicola (già citato), sull'altare maggiore l'incoronazione della Vergine tra i santi Michele, Vito e Rosa, ancora a sinistra Santa Rita, San Felice, i santi Gennaro, Vito e Sabino, Santa Rosa da Lima. Verso il 1880 Mons. Francesco Maria Galdi, vescovo della diocesi di Andria, fece costruire un fabbricato, addossato all'abside della chiesa, destinandone i locali del pianterreno a ricovero dei pellegrini (visibile nella foto 2) Nell'aprile del 1934, sotto il vescovado di Mons. Ferdinando Bernardi, il Rettore del Santuario, l'arcidiacono don Giovanni Lacidogna, decise di coprire con un quadro in tela l'affresco della Madonna al fine di iniziare un'urgente opera di restauro resa necessaria dall'avanzato stato di corrosione. Tuttavia è stato solo alla fine degli anni 80 che si diede effettivamente corso al restauro del dipinto che, nel settembre 1990, è stato restituito all adorazione dei fedeli.

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