REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE, IL RINNOVO, LA REVOCA E LA GESTIONE DELLE ZONE DI ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, PROVE DEI CANI DA CACCIA.

Documenti analoghi
PIANO FAUNISTICO PROVINCIALE PROVINCIA DI CUNEO

AREA DEI SERVIZI AMBIENTALI SERVIZIO TUTELA DELLA FLORA E DELLA FAUNA DETERMINAZIONE N. 65 DEL 10 MARZO 2014

GESTIONE COMMISSARIALE EX PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

REGOLAMENTO PROVINCIALE PER LA COSTITUZIONE E GESTIONE DELLE ZONE ADDESTRAMENTO CANI E GARE CINOFILE N. 37/99 e s.m.i.

AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI SIENA U.O.O. RISORSE FAUNISTICHE

E PER LE GARE E LE PROVE CINOFILE

NORME DI GESTIONE DELLE AREE PER L ADDESTRAMENTO, L ALLENAMENTO E LE GARE DEI CANI

TESTO COORDINATO DELLE NORME VIGENTI IN MATERIA DI ADDESTRAMENTO E ALLENAMENTO DEI CANI DA CACCIA E PER LE PROVE E LE GARE CINOFILE.

AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA A.T.C. LT/1

MODALITA DI ESERCIZIO VENATORIO ALL INTERNO DELLE AREE DI RISPETTO DELL ATC PS2 STAGIONE VENATORIA 2018/2019

ALLEGATO 1. SPECIE STANZIALI: PERIODI DI CACCIA E LIMITI DI CARNIERE PER CACCIATORE CARNIERE GIORNALIERO. 2 Non previsto.

ALLEGATO 6 1. SPECIE STANZIALI: PERIODI DI CACCIA E LIMITI DI CARNIERE PER CACCIATORE CARNIERE GIORNALIERO. 2 Non previsto.

Provincia di Brescia Assessorato Caccia e Pesca

PROVINCIA DEL VERBANO CUSIO OSSOLA

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS

VII Zone di allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile.

27/02/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N. 17. Regione Lazio. Atti della Giunta Regionale e degli Assessori

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale Dipartimento agricoltura, turismo, formazione e lavoro Politiche della montagna e della fauna selvatica - Settore

Cosa cambia: cultura della sicurezza pianificazione e programmazione regionale faunistico-venatoria nuovi organismi informativi e consultivi

Articolo 2 (Modifiche all articolo 2 del r.r. 1/1997)

PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO AMBITI NATURALI, CACCIA E PESCA

REGIONE TOSCANA CALENDARIO VENATORIO REGIONALE STAGIONE VENATORIA (L.R.T. N 20/2002) Capo I. Art. 1 Stagione venatoria e giornate di caccia

VII. Zone di allenamento e addestramento dei cani e per le prove e gare cinofile.

L.R. 27 giugno 1994, n. 48

CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2002/2003

R E G I O N E C A L A B R I A

REGOLAMENTO DEGLI ALLEVAMENTI DI FAUNA SELVATICA

DECRETO DEL DIRIGENTE DELLA P.F. CACCIA E PESCA NELLE ACQUE INTERNE ##numero_data##

DISCIPLINA DELLE ZONE PER L'ALLENAMENTO E L'ADDESTRAMENTO DEI CANI DA CACCIA E PER LE GARE CINOFILE (ART. 16 L.R. N. 29/94).-

MODALITA E PRESCRIZIONI PER IL RECUPERO DEGLI UNGULATI FERITI.

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VERONA

Elenco degli atti e documenti da allegare all'istanza

PROVINCIA DI PISA. Cinghiale. Premessa

Regolamento regionale 16 agosto 1991, n. 4 (BUR n. 74/1991) DISCIPLINA DELLA CACCIA NELLA ZONA FAUNISTICA DELLE ALPI

Giunta Regionale della Campania. Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 35 del 04 Agosto 2003

Regolamento di esecuzione di cui all'art. 7 u.c. della legge regionale 19 dicembre 1986, n. 56, concernente l'attività cinofila.

Regolamento provinciale delle zone cinofile (Delibera di Consiglio n. 92 del 29 maggio 2003) Art. 1

- l art. 30, comma 12, della l.r. 70/1996 ai sensi del quale è sempre vietato, per scopi venatori, immettere sul territorio regionale:

PROVINCIA DI GENOVA DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE DIREZIONE AMBIENTE, AMBITI NATURALI E TRASPORTI SERVIZIO AMBITI NATURALI, CACCIA E PESCA

REGOLAMENTO PER IL RECUPERO DELLA FAUNA SELVATICA FERITA Approvato con Deliberazione Consiliare n. 17 dd ART.

ALLEGATO 7.A 1. SPECIE STANZIALI: PERIODI DI CACCIA E LIMITI DI CARNIERE PER CACCIATORE. CARNIERE STAGIONALE 2 Non previsto

APPROVA. Art. 1 (Caratteri generali)

Norme in materia di caccia, di allevamento di selvaggina, di tassidermia, nonche' di pesca in acque interne. TITOLO I NORME IN MATERIA DI CACCIA

REGOLAMENTO PER IL RECUPERO DEGLI UNGULATI FERITI

PROVINCIA DI VERCELLI

REGIONE TOSCANA. LEGGE REGIONALE 10 giugno 2002, n Bollettino Ufficiale della Regione Toscana - n. 13

ALLEGATO 4.A 1. SPECIE STANZIALI: PERIODI DI CACCIA E LIMITI DI CARNIERE PER CACCIATORE CARNIERE STAGIONALE MINILEPRE

APPOSTAMENTI. Descrizione Violazione Legge e Articoli Violati Sanzioni Sequestro (Art. 60) art. 58 lettera q. L. R.T.n. 3/94. art.

A.T.C. TO1 ZONA EPOREDIESE DISCIPLINA DEL PRELIEVO SULLA SPECIE CINGHIALE ZONA B A CACCIA REGOLAMENTATA

SETTORE ATTIVITA' FAUNISTICO VENATORIA, PESCA DILETTANTISTICA E PESCA IN MARE

SETTORE ATTIVITA' FAUNISTICO VENATORIA, PESCA DILETTANTISTICA E PESCA IN MARE

Regione Autonoma della Sardegna

Il/la sottoscritto/a Nato/a a prov Il Residente a prov In via Telefono pec/

R E G I O N E C A L A B R I A

ALLEGATO 4.A 1. SPECIE STANZIALI: PERIODI DI CACCIA E LIMITI DI CARNIERE PER CACCIATORE CARNIERE STAGIONALE MINILEPRE

PROVINCIA DI BIELLA. Deliberazione della Giunta Provinciale SEDUTA DEL

Consiglio Regionale della Puglia

A relazione dell'assessore Sacchetto:

OPERAZIONI DI CONTENIMENTO DELLA SPECIE CINGHIALI

CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DELL'INDENNIZZO DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA E DOMESTICA INSELVATICHITA ALLE PRODUZIONI AGRICOLE

STAGIONE VENATORIA : APPROVATE DALLA GIUNTA LE NORME INTEGRATIVE DELLA PROVINCIA DI MANTOVA AL CALENDARIO REGIONALE

PROVINCIA DI ROMA. Regolamento della caccia al cinghiale

SETTORE ATTIVITA' FAUNISTICO VENATORIA, PESCA DILETTANTISTICA E PESCA IN MARE

Decreto Presidenziale

LA LEGGE REGIONALE 15 febbraio 1994 n. 8

Decreto Dirigenziale n. 103 del 23/08/2018

BANDO DI ACCESSO AI CONTRIBUTI PER COLTURE A PERDERE (ai sensi della L.R. 27/98) L AMBITO TERRITORIALE DI CACCIA

REGIONE LAZIO DIPARTIMENTO ECONOMICO E OCCUPAZIONALE. Decreto del Presidente

Il sottoscritto... nato a... (prov...) il... e residente in Comune di... CAP.. (prov...) via... n... Codice Fiscale...

CALENDARIO VENATORIO REGIONALE

proposta di legge n. 102

Disciplina dell' esercizio della caccia di selezione per particolari prelievi di fauna selvatica. Art. 1

ALLEGATO 7.A 1. SPECIE STANZIALI: PERIODI DI CACCIA E LIMITI DI CARNIERE PER CACCIATORE SPECIE PERIODO DI CACCIA CARNIERE GIORNALIERO

lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;

CAPO I CALENDARIO VENATORIO REGIONALE PER LA STAGIONE 2016/2017. Articolo 1 (Caccia programmata)

R E G I O N E C A L A B R I A

DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE del 06/05/2013 n. 123 SETTORE I

CAPO I. CALENDARIO VENATORIO PER LE STAGIONI VENATORIE 2008/2009, 2009/2010 e 2010/2011. Articolo 1 (Caccia programmata)

Spett.le A.T.C. FE/9 Via Porta Catena, FERRARA. Il sottoscritto residente a. via. n tel...

PROVINCIA DI GROSSETO

11) AREE ADDESTRAMENTO CANI 11.1) ANALISI A.A.C.

Servizio Servizio Gabinetto del Presidente. Corpo di Polizia Provinciale. Protezione civile. Tutela faunistica ********* DETERMINAZIONE

CALENDARIO VENATORIO REGIONE TOSCANA. Settore Attività Faunistico Venatorie 2017/2018

Provincia di Benevento Regolamento Provinciale per la Gestione Faunistico Venatoria del Cinghiale - BOZZA -

L esercizio venatorio nella stagione 2014/2015, è consentito con le seguenti modalità:

L esercizio venatorio nella stagione 2014/2015, è consentito con le seguenti modalità:

Allegato A) CALENDARI O VENATORI O

REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO GESTIONE FAUNISTICA E VENATORIA DEL CINGHIALE

Servizio Polizia Provinciale, Ufficio di Presidenza, Istruzione e Formazione, Pari Opportunità ********* DETERMINAZIONE

Regolamento per la concessione, il rinnovo, la trasformazione e la revoca delle aziende faunistico-venatorie e delle aziende agri-turistico-venatorie

LEGGE REGIONALE N. 33 DEL REGIONE VALLE D'AOSTA

Relazione della I Commissione permanente

PROVINCIA DI MASSA-CARRARA

DOMANDA DI AUTORIZZAZIONE - PER BATTUTA DI CACCIA ALLA VOLPE IN SQUADRA - NEL TERRITORIO DEL C.A. CN 4 Valle Stura. CHIEDE

Transcript:

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE, IL RINNOVO, LA REVOCA E LA GESTIONE DELLE ZONE DI ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, PROVE DEI CANI DA CACCIA. Art. 1- La Provincia, ai sensi dell art. 13 della L.R. 70/79, in attuazione del piano faunistico venatorio provinciale, anche su richiesta dei Comitati di gestione degli A.T.C. istituiti sul territorio della Provincia, delle associazioni venatorie o cinofile riconosciute ovvero di imprenditori agricoli singoli od associati, disciplina, attraverso il presente regolamento, l istituzione, il rinnovo, la revoca e la gestione delle zone di cui al successivo art. 2, nonché i periodi in cui all interno delle zone stesse sono consentiti l addestramento, l allenamento e le prove dei cani da caccia. Art. 2 - Le zone per l allenamento, l addestramento, le gare e le prove dei cani da caccia possono essere permanenti o temporanee. Sono permanenti le seguenti zone: ZONE DI TIPO A all interno delle quali sono permessi l addestramento, l allenamento e le gare dei cani da ferma, con divieto di sparo. ZONE DI TIPO B all interno delle quali sono permessi l addestramento, l allenamento e le gare dei cani da seguito, con divieto di sparo. ZONE DI TIPO C all interno delle quali sono permessi l addestramento, l allenamento e le prove dei cani da ferma, con facoltà di sparo, esclusivamente su fauna selvatica, proveniente da allevamenti autorizzati e accompagnata dalla relativa certificazione sanitaria, appartenente alle specie Fagiano ( Phasianus colchicus ), Starna ( Perdix perdix ), Pernice rossa ( Alectoris rufa ), Germano reale ( Anas platyrhynchos ) e Quaglia ( Coturnix coturnix ). Le zone di tipo A, B e C sono, a tutti gli effetti, zone a divieto assoluto di caccia e, pertanto ricomprendibili nelle percentuali di cui al 3 comm a dell art. 10 della Legge 157/92. Sono temporanee le: ZONE DI TIPO D Sono individuate su territori in cui è consentito l esercizio venatorio. All interno di esse sono permessi l addestramento, l allenamento e le prove di tutti i cani da caccia, con divieto di sparo, anche su fauna selvatica proveniente da allevamenti autorizzati, con esclusione della Starna ( Perdix perdix ), per il periodo 1 marzo - 31 luglio. Art. 3 - Le zone di tipo A, B, C e D sono istituite con provvedimento della Giunta Provinciale sentito il Comitato Tecnico Consultivo Provinciale, di cui all art. 25 della L.R. 70/96. Ai fini della richiesta di istituzione i soggetti di cui al precedente art. 1 devono presentare alla Provincia apposita istanza in carta legale, corredata da cartografia in scala non inferiore a 1: 10.000 indicante il perimetro della zona che si intende istituire ( come dal modello di cui all allegato a) del presente Regolamento ). All istanza dovranno essere allegate le dichiarazioni dei proprietari e/o conduttori dei fondi, da presentarsi singolarmente e in carta libera, dovranno contenere oltre ai dati anagrafici del proprietario o conduttore, il codice fiscale, le indicazioni catastali ( foglio, mappale e superficie ) del terreno che sarà oggetto di vincolo, il consenso alla costituzione della zona, secondo il modello allegato al presente regolamento sotto la lettera b). Limitatamente alle zone di tipo A, B e D, qualora non sia possibile procedere al reperimento personale, o ove questo risulti particolarmente gravoso, l istanza è considerata valida qualora le dichiarazioni presentate rappresentino i proprietari e/o conduttori di almeno l 80% della superficie complessiva da vincolare. La deliberazione provinciale contenente l individuazione dell istituenda zona deve essere trasmessa ai Comuni territorialmente interessati.

Art. 4 - Le zone di tipo A e B: possono essere contigue anche ad Oasi di protezione, a Zone di ripopolamento e cattura, a Parchi e Riserve Nazionali o Regionali, o distare tra esse e i predetti istituti almeno 1.000 metri. Le zone di tipo C : non possono essere contigue ad altre zone soggette a divieto di caccia e devono comunque distare da queste almeno 1.000 metri Le zone di tipo A, B e C possono essere istituite su una superficie non inferiore a ha 30 e non superiore a ha 300, per la durata di 5 anni alla scadenza della quale potrà procedersi al rinnovo per un periodo non superiore a 5 anni. Per il rinnovo delle zone di tipo A, B e C si dovranno seguire le medesime modalità richieste per l istituzione o, in alternativa, presentare, unitamente alla domanda di rinnovo, dichiarazione sostitutiva dell atto di notorietà che attesti che nulla è variato nello stato di fatto e di diritto della zona. Art. 5 - Nelle zone di tipo A e B l addestramento, l allenamento e le gare non sono consentiti nel periodo compreso tra il 15 aprile e il 31 luglio di ogni anno. Nelle stesse zone le operazioni di addestramento ed allenamento sono vietate nei giorni di silenzio venatorio. Le attività all interno delle zone sono comunque da collocarsi giornalmente nell arco temporale compreso tra il sorgere ed il tramonto del sole. Art. 6 - La Giunta provinciale può autorizzare lo svolgimento di gare cinofile di rilevanza nazionale od internazionale anche all interno delle Zone di Ripopolamento e cattura, nel periodo compreso tra il 1 febbraio ed il 15 aprile di ogni anno. Le gare di cui al precedente comma devono essere regolarmente approvate dall ENCI ed inserite nel suo calendario ufficiale e le relative istanze devono comunque pervenire alla Provincia, a pena di non accoglimento, entro e non oltre il 30 novembre di ogni anno.. Art. 7 - Le gestione delle zone di tipo A, B, C e D, anche in forma cumulativa tra esse, può essere affidata, ai sensi dell art. 14, 4 comma della L.R. 70/96, a lle Associazioni venatorie o cinofile riconosciute a livello nazionale e d operanti sul territorio provinciale, ovvero a quegli imprenditori agricoli di cui all art. 2, previa la stipulazione con la Provincia della Convenzione sub b) al presente regolamento. Art. 8 - Il titolare della gestione delle zone di tipo A, B, e C è tenuto a predisporre un programma semestrale di utilizzo della zona cinofila a lui affidata che deve indicare: - il calendario delle gare e degli allenamenti previsti nel corso del semestre successivo; - gli interventi relativi all indirizzo faunistico - ambientale della zona stessa. Tali interventi sono individuati: nelle eventuali azioni di ripopolamento da espletarsi con esemplari idonei; nello sviluppo delle attività volte al potenziamento della fauna selvatica naturale; nelle misure atte a prevenire i danni che potrebbero derivare dall attività cinotecnica alle produzioni agricole e zootecniche ed alla fauna selvatica; negli interventi per la rifusione degli stessi danni; nelle azioni di manutenzione, miglioramento delle infrastrutture zonali Il programma semestrale di utilizzo della zona cinofila deve essere trasmesso alla Provincia rispettivamente entro e non oltre il 30 giugno ed il 31 dicembre di ogni anno Il titolare della gestione è tenuto alla modifica del programma qualora la Provincia, a mezzo di apposita comunicazione scritta da inviare entro il 30 giorno dal ricevimento del documento, rilevi eventuali elementi ostativi tecnico - giuridici: in assenza di rilievi entro il termine temporale testé indicato il programma si intende tacitamente approvato.

Entro il 31 gennaio di ogni anno dovrà pure essere trasmessa una relazione consuntiva dell attività svolta nel corso dell anno precedente. Il programma potrà subire variazioni solo in via eccezionale per sopraggiunte ed imprevedibili cause di forza maggiore. Il calendario delle gare e delle prove, nonché le modalità relative all allenamento, all addestramento, i turni di accesso dei cani in ciascuna zona devono essere pubblicizzati a cura dei soggetti titolari, affinché tutti gli interessati possano prenderne visione. L accesso alle zone di tipo A, B, C e D, pur nel rispetto delle particolari regolamentazioni d esercizio in esse in vigore, è prioritariamente garantito, a parità di condizione, agli aderenti a tutte le associazioni venatorie e cinofile riconosciute. Art. 9 - Nelle zone per l allenamento, l addestramento, le gare e le prove dei cani da caccia, i danni provocati dalla fauna selvatica e dall attività cinotecnica alle produzioni agricole, nonché dalle manifestazioni cinofile alla fauna selvatica, sono a carico dei soggetti gestori. Art. 10 - I soggetti gestori delle zone di tipo A, B e C dovranno provvedere a garantire la vigilanza all interno delle zone loro assegnate anche attraverso Guardie venatorie volontarie nominate dalle associazioni venatorie, agricole, ambientale o cinofile. La vigilanza sulla corretta gestione dell attività cinotecnica spetta altresì agli altri soggetti individuati dall art. 51 della L.R. 70/96. Art. 11 - La fruizione delle zone può essere subordinata al pagamento di una quota finanziaria d iscrizione da corrispondere al soggetto titolare della gestione della singola zona cinofila. L utilizzo delle zone è comunque subordinato al possesso di un apposito permesso scritto rilasciato dal soggetto gestore Detta autorizzazione ha validità annuale 01/01-31/12 e deve essere esibita durante i controlli disposti dagli addetti alla vigilanza. I soggetti gestori delle zone cinofile possono ulteriormente disciplinare, dandone adeguata pubblicizzazione, le modalità per l accesso alle zone, sia in funzione dell addestramento, dell allenamento, delle gare dei cani da caccia. Le quote finanziarie introitate dai soggetti gestori devono essere destinate prioritariamente alla realizzazione degli interventi di cui al precedente art. 9. Art. 12 - I cani dovranno sempre essere accompagnati al guinzaglio fino al perimetro della zona cinofila. I soggetti gestori sono tenuti a disciplinare l accesso dei cani, comprese le mute, per ogni tipologia di attività, dandone opportuna pubblicizzazione. Ai sensi della L.R. 32/82 è comunque sempre vietato, anche durante le gare, l accesso, la sosta o il transito sui terreni agricoli di ogni veicolo a motore, all infuori di apposite aree destinate al parcheggio istituite allo scopo dai gestori. Art. 13 - E fatto obbligo ai gestori, per lo svolgimento di gare di caccia pratica e delle prove con facoltà di sparo, di provvedere alla nomina di uno o più Direttori di campo, dandone comunicazione alla Provincia, al Sindaco ed alla stazione carabinieri competente per territorio. Il Direttore di campo deve garantire il regolare svolgimento delle gare e delle prove e il suo giudizio circa la durata, l inizio, il termine del turno, come pure la variazione o la sospensione alle tempistiche o all accesso dei cinofili, è insindacabile. Ogni variazione ai nominativi dei Direttori di campo deve essere tempestivamente comunicata agli Enti ed Organi di cui al 1 comma del presente articolo.

Art. 14 - Le gare e le prove in cui sia prevista la facoltà di sparo sono consentite esclusivamente nei giorni di Sabato e Domenica e negli eventuali giorni festivi infrasettimanali, come tali riconosciuti dalla legge. Art. 15 - Nelle zone di tipo C lo svolgimento delle gare e delle prove di cui al precedente art. 15 è comunque subordinata al rispetto delle ulteriori seguenti norme: delle manifestazioni deve essere data comunicazione entro e non oltre il 5 giorno antecedente le stesse, alla Stazione Carabinieri territorialmente competente; Nel perimetro delle zone potranno essere ammessi solamente cacciatori in possesso di regolare porto d armi e licenza di caccia validi; I fucili devono essere mantenuti scarichi ed in custodia sino al momento di inizio del turno nonché scaricati e riposti in custodia al termine di esso; Nelle gare e nelle prove il numero di cani che può operare contemporaneamente in ogni turno deve essere prefissato e opportunamente pubblicizzato; Gli iscritti ai turni successivi devono attendere in località predeterminate dal Direttore di campo con i cani al guinzaglio; Nel caso in cui il cacciatore possa essere coadiuvato da uno o più assistenti, vige la condizione che anche questi ultimi debbano essere in possesso di regolare porto d armi e licenza valida; è fatto divieto usare il fucile da caccia a munizione spezzata a più di due colpi; i cacciatori possono sparare solo all interno del perimetro della zona cinofila; La fauna selvatica alzata o fatta frullare dai cani che esca dal perimetro della zona deve essere considerata perduta, ne è vietato pertanto l ulteriore inseguimento e sparo; La fauna selvatica colpita ma che cada all esterno dei confini della zona può essere recuperata dal cacciatore con l ausilio del cane al guinzaglio sotto il controllo del direttore di campo o suo incaricato; La fauna selvatica abbattuta durante le prove o le gare appartiene a colui che l ha cacciata e non può essere commercializzata. Il direttore di campo può sostituire la fauna selvatica che non dovesse alzarsi o frullare. il cane che durante la gara o prova esca dalla zona cinofila deve essere immediatamente richiamato dal conduttore: i cani particolarmente scorretti devono essere sospesi e squalificati dal direttore di campo; è fatto divieto sottoporre ogni esemplare di fauna selvatica, compresa quella proveniente da allevamento, a maltrattamenti e sevizie. Art. 16 - Le zone cinofile devono essere delimitate da apposite tabelle perimetrali di modello conforme a quello approvato dalla Giunta Regionale, ai sensi dell art. 50 della L.R. 70/96, esenti da tasse e recanti le seguenti iscrizioni: PROVINCIA DI ASTI - ZONA PER ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, GARE DEI CANI DA FERMA - 5 comma lett. A, art. 13 L.R. 70/96 - DIVI ETO DI CACCIA - PROVINCIA DI ASTI - ZONA PER ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, GARE DEI CANI DA SEGUITO - 5 comma lett. B art. 13 L.R. 70/96 - DIV IETO DI CACCIA -. PROVINCIA DI ASTI - ZONA PER ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, PROVE DEI CANI DA FERMA - 5 comma, lett. C art. 13 L.R. 70/96 - D IVIETO DI SPARO AI NON AUTORIZZATI - PROVINCIA DI ASTI - ZONA TEMPORANEA DI ADDESTRAMENTO, ALLENAMENTO, PROVE DEI CANI DA CACCIA - 7 art. 13 L.R. 70/96 - DIVIETO DI SPARO - INGRESSO VIETATO AI NON AUTORIZZATI -. tali tabelle devono essere comunque rimosse al termine del periodo consentito. La collocazione e la manutenzione delle tabelle sono a carico dei gestori; il loro posizionamento deve essere tale che esse siano visibili da ogni punto di accesso e che da una tabella siano visibili le due contigue.

Art. 17 - La Provincia, in caso di inadempienza e/o inosservanza delle norme contenute nelle singole convenzioni per la gestione, nel presente regolamento e nelle vigenti disposizioni di legge, può procedere, sentito il Comitato Tecnico Consultivo Provinciale, di cui all art. 25 della L.R. 70/96, alla sospensione e/o alla revoca della concessione. Art. 18 - All interno delle zone di tipo A e B, dietro richiesta dei gestori, potranno essere previste operazioni di cattura di selvaggina che dovrà essere destinata ad azioni di ripopolamento di altri istituti faunistico venatori pubblici provinciali. Art. 19 Per quanto non previsto dal presente Regolamento si rimanda alle disposizioni di legge, ai regolamenti ed atti amministrativi vigenti in materia.