3 DAL NEOLITICO... TIPOLOGIE CERAMICHE



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3 DAL NEOLITICO... TIPOLOGIE CERAMICHE

NEOLITICO ed ETA DEL RAME VII-III mill. a.c. La ceramica si distingue in: Ceramica vascolare fine per mensa: scodelle, boccali, vasi, ecc.. Ceramica vascolare grossolana per cottura e conservazione derrate alimentari: orci, orcioli Ceramica non vascolare: cucchiai, fusaiole, statuette femminili, ecc.. Tecnica: a colombino e a stampo Decorazioni: a incisione, impressione e a cordoni Cottura: forni a cielo aperto, buche coperte di sterpaglie, atm. riducente, T 700 C Aree di produzione: area del Nilo (6000-5000 a. C.), Mesopotamia (5700-4600 a.c), Cina (4000 a. C.). Diffusione: in Europa ( 4000 a.c.) prevalentemente dalla Mesopotamia attraverso il Danubio e attraverso lo stretto di Gibilterra e le isole e le penisole del Mediterraneo. In Italia si diffuse la ceramica impressa dalle coste delle Marche a quelle della Puglia e in Sicilia e in Italia del Nord si sentì l influenza del Neolitico danubiano.

Ceramici della protostoria mesopotamica (IV millennio a.c.)

Ceramica neolitica

Ceramica neolitica Ceramica età del rame

ETA DEL BRONZO - II mill. a.c. La ceramica si distingue in: Ceramica vascolare fine per mensa: scodelle, boccali, vasi, ecc.. Ceramica vascolare grossolana per cottura e conservazione derrate alimentari: orci, orcioli Ceramica non vascolare di uso domestico: cucchiai, fusaiole, ecc Ceramica non vascolare culturale: statuette, animali, ecc.. Tecnica: a colombino, a cercine, a stampo e a tornio a spinta Decorazioni: a incisione, impressione (fine), a cordoni, a bugne (grossolana) Cottura: fornaci orizzontali con atm. riducente e T 700-800 C Aree di produzione: Isola di Creta (Stile Minoico), e territorio ellenico (Stile elladico), Turchia (Tilmen) Diffusione: in tutto il bacino del Mar Mediterraneo TIPOLOGIE: Ceramica Egea: (3000-1000 a.c.) Stile Minoico ed Elladico (ceramiche micenee). Ceramica Geometrica Greca: (fine II millennio a.c.) vasi in argilla depurata, lavorati al tornio, decorati con motivi geometrici realizzati in bruno sul colore dell argilla.

Ceramica dell età del bronzo

Ceramica Egea del Tardo Minoico

Ceramica Geometrica Greca

ETA DEL FERRO IX - IV sec. a.c. CERAMICA CORINZIA : (VIII-VI sec. a.c.) è caratterizzata da argilla pallida, molto depurata con motivi ornamentali orientalizzanti (scene mitologiche, animali reali o fantastici) che sostituiscono i motivi geometrici.

Ceramica Corinzia

CERAMICA ATTICA: metà VIII - fine IV sec. a.c. Si tratta della più alta testimonianza della ceramica greca che divenne ben presto la prima e dal 520 a.c. l unica degna. Deriva dalle contemporanee espressioni artistiche corinzie dalle quali differisce per i motivi decorativi (si dà risalto non più a motivi geometrici e animalistici, ma a figure umane). TIPOLOGIE: La più antica è quella a figure nere. Verso il 530 a.c. fu inventata una nuova tecnica a figure rosse. Un terzo stile è quello della ceramica attica a suddipintura (fine VI sec. - primi decenni del V sec. a C.). Diffusa era anche la ceramica a vernice nera.

Ceramica Attica a figure nere

Ceramica Attica a figure rosse

Ceramica Attica a figure rosse

Ceramica Attica a vernice nera

CERAMICA VILLANOVIANA L età del ferro vede svilupparsi in Europa e nel nord-italia alcuni centri di produzione ceramica con decorazioni geometriche (civiltà Hallstatt - Alto Danubio e Villanoviana - Villanova, Bologna). La ceramica villanoviana è ampiamente documentata tramite i suoi ritrovamenti nelle tombe che sono state trovate vicino a Bologna (Villanova, Misa), ma anche in Toscana e in Lazio. I Villanoviani cremavano i loro morti e riponevano le ceneri in ossari di ceramica a pasta piuttosto grossolana ( ceramica d impasto ). L amalgamarsi della cultura padana con quella toscana fa sfumare la civiltà villanoviana in quella etrusca.

Ceramica villanoviana Ossuari biconici

Urne cinerarie Ceramica villanoviana

CERAMICA ETRUSCA: VIII-metà del I sec. a.c La ceramica etrusca imitò largamente le tipologie vascolari, le tecniche e i decori della ceramica greca e di quella ellenistica importata e ritrovata nelle diverse necropoli. La ceramica si distingue in: Ceramica depurata o fine per mensa: scodelle, boccali, brocche, calici, ecc..( VI-IV sec a.c.) Ceramica d impasto (grossolana) per cottura e conservazione derrate alimentari: olle, tegami, ecc.. Ceramica non vascolare di uso domestico: rocchetti, fusaiole, fornelli, pesi da telaio, ecc Ceramica non vascolare culturale: statuette, animali, ecc.. Laterizi: coppi, tegole, antefisse (VI-V sec a.c.) Terrecotte architettoniche: antefisse Tecnica: introduzione del tornio a spinta (ceramiche uso domestico), a stampo (laterizi) Decorazioni: a incisione, impressione, a cordoni, a bugne, dipinture Cottura: fornaci verticali con atm. riducente e ossidante T 700-900 C. Aree di produzione: territorio della Toscana, di parte dell Umbria e del Lazio

TIPOLOGIE: Bucchero : costituisce la più antica tipologia di ceramico etrusco (inizio produzione: VII sec. a. C. a Cerveteri); il vasellame è di colore nero (dentro e fuori), é lucido con decori a incisione o a rilievo ed é ottenuto con tecnica al tornio. Sono state formulate diverse ipotesi relative al procedimento tecnico di lavorazione del B.; si è pensato ad un impasto di argilla e polvere di carbone o di altre sostanze coloranti; ad una fumigazione durante la cottura; ma l ipotesi più verosimile è che la particolare colorazione derivi da un fenomeno che si verificava durante la cottura: si trattava di una riduzione degli ossidi di ferro contenuti nell argilla con formazione di magnetite, facilitata da un ambiente di cottura fumoso e riducente. Non tutti i buccheri appaiono di colore nero intenso; alcuni, meno pregiati, sono di colore più chiaro tendente al grigio (bucchero grigio) e ciò si ritiene in relazione con imperfezioni nel procedimento di cottura. I motivi decorativi si presentano assai diversi a seconda dell età e si distinguono tra quelli tracciati o impressi, mediante stampi, sulla superficie prima della cottura. Ceramica dipinta: (IV-III sec. a.c.) imitazione della produzione greca (a figure nere, rosse e a suddipinture). Ceramica a vernice nera: (IV-III sec. a.c.) imitazione della produzione greca di ceramica a vernice nera.

Bucchero

Ceramica dipinta

Ceramica a vernice nera

ETA ROMANA: II sec a.c.- VI sec. d.c La ceramica si distingue in: Ceramica depurata o fine per mensa: piatti, scodelle, boccali, brocche, tazze Ceramica d impasto (grossolana) per cottura e conservazione derrate alimentari: olle, tegami, anfore, ecc.. Ceramica non vascolare di uso domestico: lucerne, pesi da telaio, ecc Ceramica non vascolare culturale Laterizi: coppi, tegole, mattoni, mattonelle pavimentali Terrecotte architettoniche: antefisse Tecnica: tornio a spinta, stampo o matrice, tecniche abbinate Decorazioni: a rilievo, graffite, a barbottina (pareti sottili, lucerne), sigilli, dipinture Cottura: fornaci verticali in muratura con atmosfera riducente e ossidante T 700-900 C.

TIPOLOGIE: Ceramica a vernice nera: (IV sec. a.c.) imita la ceramica a vernice nera attica; si usa un argilla molto depurata, meno ferrosa. La tecnica usata è quella del tornio; la vernice è applicata ad immersione. Ceramica a vernice rossa: (II sec. a.c.) argilla usata uguale a quella della ceramica a vernice nera, ma la cottura avviene in ambiente ossidante. Terra sigillata: ceramiche ad argilla molto depurata e a vernice rossa che portano un bollo o sigillo; il termine poi è stato esteso a tutte le ceramiche romane a vernice rossa anche senza sigillo. La produzione di terre sigillate inizia intorno al I sec. a.c. ad Arezzo (sigillate aretine) per poi affermarsi e venire prodotti in tutto il territorio dell Impero. La tecnica di lavorazione è al tornio; la verniciatura avviene per immersione; vi è ricchezza di decorazioni; cottura in forni ad atmosfera ossidante. Ceramica a pareti sottili: ceramica per uso prevalentemente potorio caratterizzate da pareti estremamente sottili (1/2 mm - 3mm). La ceramica assume un aspetto simile al metallo per lucentezza, ottenuta mediante vernici arancio-rossastre, per durezza e suono.

Terre sigillate

In Italia ALTO MEDIOEVO - IV - X sec. d.c Nell alto Medioevo continua la produzione di ceramica con la tecnica del tornio a mano. Si produce quasi esclusivamente ceramica grezza (olle, pentole, coperchi, catini) e va scomparendo, in ambito padano, la produzione di ceramica fine e di laterizi: nella costruzione di edifici di culto e di tombe si riutilizzano spesso laterizi di età romana e si fabbricano soprattutto laterizi di copertura per edifici importanti. Si diffonde l uso di scolpire i laterizi ( tagliapietrecotte ) che continuerà anche nel basso Medioevo. La decorazione vascolare è incisa e ottenuta con l uso di un pettine o di una punta d osso o di legno. Per la cottura si utilizzano i forni verticali romani (prevalentemente peri laterizi) oppure i forni tipo orizzontale simili a quelli dell età del Bronzo (per ceramici).

Nel vicino Oriente CERAMICA BIZANTINA La denominazione di questa ceramica non si ricollega a poche e note officine, ma comprende la produzione, a volte assai varia, del territorio noto come impero di Bisanzio (IV-V sec. d.c.). L identificazione stilistica non è quindi precisa: si notano influenze egizie, orientali, ma soprattutto persiane. Scarsi sono i reperti a disposizione e non sempre facile l attribuzione, poiché la fede cristiana ha fatto decadere presto l uso di fornire ai defunti un corredo vascolare che permette uno studio sui ceramici dettagliato e attendibile. I luoghi di ritrovamento in Italia sono a Venezia, nelle Valli di Comacchio e nel territorio di Ravenna. La maggior parte dei ceramici è verniciata con vernici piombifere e sotto la vernice c è l ingobbio. I bizantini facevano decorare le loro ceramiche cotte da vasai greci con cerchi, archi, quadrati che erano riempiti con motivi di animali simbolici (aquila, grifone, leone, colomba) fogliame e schizzi di paesaggi. Le ceramiche non verniciate venivano decorate con graffiti e invetriate.

BASSO MEDIOEVO - XI - XV sec. d.c In Italia Per la produzione della ceramica si introduce l uso del tornio a piede. Si continua la produzione ceramica grezza (olle, pentole, coperchi, catini), accanto ad essa inizia la produzione di ceramica invetriata (vernice piombifera) da forno. Si afferma la produzione di ceramica smaltata (maiolica). L introduzione di questa nuova tecnica risente degli influssi spagnoli, islamici, cinesi e orientali che, attraverso gli scambi commerciali delle repubbliche marinare, rappresentavano una temibile concorrenza alla ceramica ormai stagnante prodotta in Italia. La prima ceramica smaltata è nota come maiolica arcaica o mezza maiolica (1100-1300) decorata con motivi geometrici e figurati in colore bruno (Fe), verde (Cu) e blu (Co) utilizzata prevalentemente come ceramica da mensa e come ceramica architettonica (Chiese di S. Francesco, S. Domenico e S.Giacomo Maggiore a Bologna). Viene prodotta a Orvieto, Siena, Toscana e Faenza (Romagna). Da qui l evolversi della produzione con la nascita di fabbriche a Montelupo, Siena, Firenze, Orvieto, Deruta, Perugia, Roma, Sicilia (Sciacca e Caltagirone), Faenza. Riprende la produzione di laterizi con l uso di telai in legno; i laterizi possono anche essere rivestiti da smalto e verniciati: laterizi rivestiti

Ceramiche del Basso Medioevo Ceramica invetriata Maiolica arcaica

Ceramiche del Basso Medioevo Maiolica arcaica

Ceramiche del Basso Medioevo Maiolica arcaica

Ceramiche del Basso Medioevo Maiolica

Ceramiche del Basso Medioevo Maiolica

Ceramiche del Basso Medioevo Maiolica

DALLA CINA LE PORCELLANE In Cina già in epoca neolitica, con la dinastia Yin, si producevano ceramiche cotte fino a 1200 C, con rivestimenti alcalini ricchi in ferro, preludio di prodotti ancora più raffinati eccellenti prodotti durante la dinastia Han (206 a.c.- 220 d.c.). Da questi primi secoli a.c. la tecnica cinese non fece altro che progredire. In epoca Tang (VII-X secolo) nacque la porcellana vero fiore all occhiello della produzione ceramica cinese. L impasto era costituito da una miscela di caolino (50%), feldspati e quarzo in parti circa uguali. Gli oggetti foggiati venivano rivestiti a crudo con ingobbio e quindi invetriati con rivestimento chiaro. La cottura avveniva ad alte temperature e l impasto vetrificava diventando del tutto impermeabile e mantenendo un colore praticamente bianco.

DALLA CINA LE PORCELLANE Ceramica dinastia Yin Ceramica dinastia Han

DALLA CINA LE PORCELLANE Porcellana dinastia Tang Porcellana dinastia Yuan (XIII-XIV secolo)

DALLA CINA LE PORCELLANE In Europa, la consistente importazione di porcellane cinesi che avveniva fra la fine 1400 e gli inizi del 1500 scatenò l esigenza di imitare gli impasti bianchi e fini delle ceramiche orientali. La prima porcellana venne prodotta in Italia, a Firenze (1575-1587) per impulso del granduca Francesco I dei Medici e fu detta porcellana dei Medici. Era una porcellana tenera costituita da argilla bianca, sabbia bianca fine e marzacotto (composto di sabbia, sale e feccia di vino cotta). La temperatura di cottura era di 1100 C (temperatura massima per i forni dell epoca). La decorazione era molto simile a quella della maiolica. Essendo tenera, questa porcellana risultava scalfibile da una punta d acciaio a differenza della porcellana dura cinese. Vennero prodotti circa 60 pezzi a titolo solo sperimentale.

Porcellane medicee Porcellane tenere

DALLA CINA LE PORCELLANE Dopo circa un secolo, in Francia, sotto il regno di Luigi XIV, iniziò una attività analoga, destinata ad avere più successo di quella italiana. Questa porcellana aveva una composizione costituita da: 70-75% di silice, 14-18% di ossido di calcio, 6-7% di alcali. Anch essa era tenera, ma rispetto alla medicea ebbe vita meno effimera. Fra i centri di produzione si possono annoverare: Rouen, Saint-Cloud, Chantilly, Mennecy, Bourg-la Reine e la fabbrica reale di Vincennes- Sèvres. Solo a partire dal 1700, dopo vari tentativi, a Meissen, in Sassonia si scoprì la formula per produrre la porcellana dura. Nel corso del 1700 l Europa si arricchì di centri manufattorieri. In Italia, il primo centro manufattoriero fu a Venezia (1720-27). Importanti poi furono le manifatture del conte Ginori a Doccia (Firenze) dal 1735 e di Capodimonte (Napoli) dal 1743.

Porcellane di Meissen (Sassonia) Porcellane dure

Porcellane dure in Italia Porcellane di Capodimonte

Porcellane dure in Italia Porcellana di Capodimonte Porcellana di Ginori