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Arte Egea Arte Cretese La ceramica Arte Micenea Porta dei Leoni La maschera di Agamennone Il tesoro di Atreo L'arte dell'area egea, ossia di tutte quelle isole vicine al Peloponneso, del Peloponneso stesso e delle coste dell'attuale Turchia, relative ad un periodo forse risalente al terzo millennio a.c. circa, è caratterizzata da un forte geometrismo, che sembra influire in qualche modo sulla produzione greca. Le statue risalenti al terzo millennio, probabilmente estranee alla cultura Cretese Micenea, la quale si presenta molto più ricca e raffinata, possono definirsi caratterizzate da segni che sono sì imitativi del corpo umano, perché riconosciamo in essi i referenti indicati (testa, naso, occhi, braccia ecc.), ma questi segni hanno uno spiccato carattere geometrico. Le mammelle di queste figure, che sono femminili, sembrano coni con circonferenze di base molto ampie rispetto all'altezza. Fig. 1: Idolo del III millennio, forse rappresentante la Dea Madre, la Dea Generatrice; Fig. 2: Idolo III millennio, entità femminile; Fig. 3: idolo, forse dea generatrice, III millennio; Fig. 4) Testa del III millennio, forse relativa ad un rituale durante il quale venivano spezzate le statue prima di essere introdotte nella tomba. (Adorno); Fig. 5: Statuetta bronzea raffigurante un guerriero che brandisce una lancia, 750 a.c. circaaltezza 12,6 cm; Pagina 1 di 8

Fig. 6: Statuetta di bronzo raffigurante un guerriero che brandisce una lancia, 720? 710? a.c. circaaltezza cm 20; (Fuchs); Fig. 7: Gruppo bronzeo geometrico: Zeus contro Titano, altezza cm 11. Fig. 8: Statuetta di divinità su carro (Forse Zeus), altezza 16 cm, 750 a.c. circa, Olimpia; Fig. 9: Statuetta bronzea di cavallo, 750 a.c. circa; Fig. 10: testa di cavallo da Olimpia, 700 a.c. circa, bronzo; Le teste sono spesso a forma triangolare col vertice verso il basso, piramidale il naso e circolari gli occhi. Il significato di queste statuette è a noi sconosciuto, ma ci sono forti motivi per ritenere che queste statuette indicassero dee generatrici, feconde, madri supreme. Si tratta, volta per volta, di una dea che ha lo scopo di proteggere il defunto e assicurargli la vita ultraterrena. Le statue possono essere state oggetto di culto, e sicuramente hanno anche una funzione apotropaica. Se escludiamo la produzione Cretese e Micenea, e prima di osservare da vicino la produzione che precede quella definita greca per antonomasia, proviamo a distinguere i periodi dei secoli X, IX, e VIII a.c. circale statue di questi secoli vengono chiamate del Periodo Geometrico, il perché appare evidente per i motivi anzidetti. I primissimi documenti artistici sono statuette bronzee "filiformi", riconducibili al 900 a.c. circaforse dell'800 a.c. circaè invece il gruppo bronzeo (anch'esso di ridotte dimensioni) di Zeus e Titano (Fig. 7). Databili intorno al 750 sono invece quei bronzetti che indicano divinità su carro e a cavallo (fig. 8-9). Il tardo periodo geometrico e che introduce quello cosiddetto Dedalico, presenta intorno al 700 a.c. circabronzetti, tra i quali una divinità su carro (fig. 8). La produzione delle statue che vengono realizzate dal 700 al 610, su suggerimento di alcuni storici, prende il nome di "Dedalica", e si divide a sua volta in proto-dedalico (700-690 a.c. circa), dedalico antico (680-670 a.c. circa), dedalico Medio (670-640 a.c. circa), dedalico Tardo (640-620 a.c. circa), sub-dedalico (620-610 a.c. circa). Appartiene al Protodedalico forse la testa di cavallo da Olimpia (fig. 10) e il noto Apollo di Mantiklos (fig. 12), mentre la dea Fittile di Samos (Fig. 13) potrebbe essere del 650 a.c. circa, quindi appartenente al dedalico medio, così come la Dama (Dea) di Auxerre (fig. 14). Prossimo al 640 a.c. circasi dovrebbe assegnare il periodo di produzione della dea Athena Promachos di Olimpia (fig. 15). Del dedalico tardo (640-620 a.c. circa) sono forse le seguenti opere: Nicandre (fig. 16), Kriophoros in bronzo (fig.17), una metopa proveniente da Gorthyna (fig.18) e la Metopa di Micene (fig.19). Appartenenti al subdedalico forse sono le antefisse di Kalydon e di Thermos (fig.20), le sculture di Sparta, la cosiddetta Base di Elena e Menelao (fig.21), la statuetta fittile di Axòs (fig. 22). Pagina 2 di 8

Fig. 11: Statuetta di divinità su carro, altezza cm 13, 700 a.c. circa; Fig. 12: Apollo, statuetta in bronzo commissionata da Mantiklos, ritrovata a Tebe, forse 695? a.c. circaaltezza cm 20 Fig. 13: Statuetta di terracotta (fittile) di Hera, da Samos, altezza cm 18, 650 a.c. circa; Fig. 14: Dama di Auxerre, 650 a.c. circacirca, altezza cm. 75; Fig. 16: Statua di Nikandre, il più antico documento monumentale, altezza m. 2, intorno al 640 a.c. circacirca; Alcune statuette tarde, del IX e VIII sec. a.c. circa, rappresentano probabilmente l'aichmetés (Aichmetés : guerriero armato di lancia e scudo) greco cantato anche da Omero. L'aichmetes è il guerriero armato di lancia e scudo. In alcuni casi viene raffigurato con la cintura (fig. 5), solitamente nudo, o con elmo (fig. 6). La nudità, il cui significato è ancora non del tutto rivelato, si presenta come un fattore molto importante perché Pagina 3 di 8

ricorrerà per secoli. La nudità, della quale non possediamo che supposizioni, si presta all'affascinante ipotesi del rapporto col valore eroico, che avvicina il militare in carne ed ossa ad una dimensione soprannaturale, divina. In questo caso il nudo maschile indica l'eroismo dell'aichmetes, le sue capacità guerresche superiori dovute alla sua essenza pseudo-divina o affatto divina. Il genitale maschile è sicuramente magico propiziatorio, in quanto è portatore di fertilità maschile, ed il tutto si combina con forme di credenza relativa ad immortalità, buona ventura, potenza militare e fertilità sessuale. Queste statuette forse sono già una prima forma di sintesi di poteri ultraterreni e terreni, evocati in una figura superiore, eroica, forte e che va vista in quei militari ricchi che sono figli delle famiglie più ricche delle società tribali alle quali appartengono. Non è il primo caso in cui un re dichiari di possedere una natura divina per accentrare nella sua figura i poteri dello stato: potere legislativo, giudiziario, religioso ed economico. La statuetta indica un aichmetes che appartiene ad una famiglia ricca, il quale si può permettere la fabbricazione di armi da difesa e di attacco; e se l'aichmetes non è egli stesso il re della società tribale, è sicuramente vicino alla corte reale, in quanto appartenente ad una delle famiglie ricche unite da legame di parentela o di collaborazione col monarca. La statuaria dei secoli IX, VIII e VII a.c. circaha anche una funzione celebrativa in quanto ricorda ed esalta il potere dei militari, attribuendo loro facoltà divine e magico propiziatorie. In alcuni casi il referente indicato dalla statua è direttamente un dio, come possiamo leggere sull'iscrizione incisa sulla coscia della statuetta di Apollo (fig. 7): "Come tributo (decima parte di un bottino) Mantiklos mi ha dedicato al dio dalle lunghe saette e con l'arco d'argento. Tu, Febo, per ricompensa concedimi la buona ventura." Pagina 4 di 8

15: Athena Promachos, armata e attaccante, 650-640 a.c. circa, altezza cm 15; Fig. 17: Kriophoros in bronzo, 630 a.c. circacirca, altezza cm. 18; Fig. 18 Metopa proveniente da Gorthyna, dal tempio di hera, altezza m.1,5, 630 a.c. circa; Fig. 19: Metopa di Micene, 630 a.c. circa, Fig. 20: Antefissa del tempio della città di Thermos, intorno al 620 a.c. circa, altezza c.24; Fig. 21: Base di Elena e Menelao, 620 a.c. circa, Sparta, altezza cm. 67; Fig. 22: statuetta fittile di Axòs, 610 a.c. circacirca, altezza cm. 21; Arte Cretese Detta anche Monoica, nome derivane dal Re Minosse, la civiltà Cretese è quella, insieme con la civiltà micenea, di maggiore sviluppo ed importanza rispetto alle altre popolazioni del mare Egeo. Il popolo cretese è dedito alla pesca, alla coltivazione del fertile suolo dell'isola e alla pastorizia, alla produzione artigianale (metallurgia, tessitura, tintoria, ceramica) e agli scambi commerciali. Tutte queste attività rendono la popolazione cretese ricca ed evoluta. Solitamente si distinguono quattro grandi periori di questa fiorente civiltà: epoca prepalaziale 2600-2000 a.c. circa Pagina 5 di 8

epoca protopalaziale divisa in tre fasi: o 1a fase: 2000-1900 a.c. o 2a fase: 1900-1800 a.c. o 3a fase: 1800-1700 a.c. epoca neopalaziale divisa in tre fasi: o 1a fase: 1700-1600 a.c. o 2a fase: 1600-1500 a.c. o 3a fase: 1500-1400 a.c. epoca postpalaziale divisa in tre fasi: o 1a fase: 1400-1300 a.c. o 2a fase: 1300-1200 a.c. o 3a fase: 1200-1100 a.c Intorno al 1700 si deve essere verificato un grande disastro, forse di origine naturale, che ha portato alla ricostruzione dei palazzi. I maggiori centri dell'isola di Creta sono "Festo" e "Cnosso", città priva di mura di cinta. In essi troviamo i "Palazzi reali" che comprendono ambienti chiusi liberamente organizzati intorno a grandi cortili, creando talvolta un disordinato percorso di viuzze. La pianta disordinata ha dato origine alla leggenda che il palazzo di Minosse, ritenuto il palazzo reale di Cnosso, avesse una pianta labirintica per nascondere il Minotauro, un uomo con la testa di toro figlio di Pasifae (moglie di Minosse) ed un toro venuto dal mare mandato da Poseidone. In realtà il termine labirinto deriva da Labrys che è una scure con due lame, o bipenne. Il palazzo reale di Cnosso presenta numerose riproduzioni di questa Labrys, forse strumento utilizzato per i sacrifici. Sala del Re Minosse e trono, Cnosso Palazzo a più piani di Cnosso età neopalaziale Pianta della città di Cnosso 1400 a.c. circa Il palazzo reale è sede del monarca assoluto, che detiene sia il potere economico che quelli legislativo ed esecutivo. La sua complessità e grandezza spingono gli storici a definire le città di Festo e Cnosso con l'appellativo di "Città Palazzo". Sono spesso costituiti da ingressi, cortile centrale e altri minori dislocati un po' intorno, magazzini, laboratori artigianali, sala del trono, sale del re. Le pareti di alcune sale presentano affreschi a carattere naturalistico con elementi floreali ritmati in sequenze colorate. Sala di un palazzo di Festo, età neopalaziale Noti l'affresco con il "Salto sul toro", detto anche taurocatapsia, quello "Dei delfini" e quello delle "Danzatrici". Salto sul toro, affresco, 1500 a.c. circa Cnosso Affresco dei delfini, Cnosso 1500 a.c. circa Megaron della regina Veduta della sala della regina, Cnosso Affresco delle Danzatrici, 1500 a.c. circacnosso Pianta della città di Festo intorno al 1500 a.c. circa La "Dea dei serpenti" è una statuetta spesso citata nei libri di Storia dell'arte. Dea dei serpenti 1600 a.c. circa Pagina 6 di 8

La ceramica La ceramica è caratterizzata da uno stile detto di "Kamares" con figure geometriche come curve, cerchi e spirali che si sviluppano sulla superficie anch'essa curva del vaso, quasi a evidenziarne la forma. Decorazione vascolare dello stile di Kamares 2000-1700 a.c. circa Brocca dello stile di Kamres 2000-1700 a.c. circa Vaso di Guarnià con stile naturalistico raffigurante un polipo 1580-1450 a.c. circa Un secondo stile più naturalistico è quello che fa riferimento alla famosa "Brocchetta di Guarnià", sulla cui superficie fu dipinto un polipo che presenta tentacoli che avvolgono tutto il vaso. Arte Micenea Relativa alla città di Micene, situata nel Peloponneso, posta su un alto monte e difesa da mura ciclopiche, questa civiltà è molto diversa da quella cretese. E proprio le mura ciclopiche stanno ad indicare il timore di invasioni straniere, probabilmente prodottosi verso la fine della civiltà. Il palazzo del re si sviluppa intorno ad un'ampia sala detta Megaron. Nel XIX secolo il noto archeologo Heinrich Schliemann ritrovò alcune tombe, tra le quali quella nota detta "Il tesoro di Atreo". Nelle tombe furono ritrovate anche maschere d'oro, armi, gioielli e ceramiche. Una nota maschera d'oro è quella detta detta di Agamennone. Schliemann e consorte che indossa gioielli ritrovati a Troia Porta dei Leoni Uno dei maggiori ingressi della città di Micene è la "Porta dei Leoni", costituita da un tringolo di pietra modellato a bassorilievo con due leoni rampanti affrontati separati da una colonna, simbolo del potere. Porta dei Leoni, Micene 1300 a.c. circa La maschera di Agamennone In essa sono presenti sia alcuni tratti naturalistici delle gote e della fronte, derivanti forse da un calco preso sul defunto, che elementi geometrizzati come le orecchie a volute e gli occhi semplificati a forma di labbra. Maschera d'oro detta di Agamennone 1400 a.c. circa Il tesoro di Atreo Si tratta di una tomba "Tholos" (circolare) scavata all'interno di una parete rocciosa. L'accesso al sepolcro è costituito da un corridoio detto "Dromos" fiancheggiato da pareti di pietre in filari isodomi, simili alle mura antistanti. La porta d'ingresso nella sala circolare è pseudo rettangolare, con leggera rastremazione verso l'alto, sormontata da un architrave monolitico. Pietre disposte in modo sporgente creano un'apertura triangolare. All'interno la volta è composta da una "Pseudo-cupola", ossia da una specie di cupola Pagina 7 di 8

ogivale che si differenzia dal sistema cupolare classico per il fatto che i conci (pietre) che la compongono non scaricano i propri pesi lateralmente per effetto della gravità della chiave di volta, ma scaricano i pesi verticalmenteessendo poggianti l'uno sull'altro. La forma curva è determinata dalla leggera sporgenza che la pietra superiore riporta sempre rispetto a quella inferiore e per il profile inclinato delle facce dell'infradosso. Tesoro di Atreo, Micene 1400 a.c. circa Pagina 8 di 8