Un diamante è per sempre Approfondimento sullo sviluppo delle miniere sudafricane, (1867 1949)



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Un diamante è per sempre Approfondimento sullo sviluppo delle miniere sudafricane, (1867 1949) Di Federica Losi PLEASE DO NOT QUOTE, COPY, REPRODUCE OR CITE WITHOUT PERMISSION FROM THE OWNER OF THE COPYRIGHT PHASI.ORG AND THE AUTHOR S PERMISSION II anno del corso di laurea in Storia e Civiltà Orientali, Lettere e Filosofia, Bologna.

INDICE DELLE FIGURE : Figura 1 : Esempio di licenza di prospezione nelle terre private delle fattorie.... 4 Figura 2 : La miniera di Kimberley, 1872 circa.... 6 Figura 3 : Kleinzee Town, 1932.... 11 SOMMARIO : INTRODUZIONE... 3 LA CORSA AI DIAMANTI... 3 LA CITTA DI KIMBERLEY : DINAMICHE DI VITA SOCIALE E LAVORATIVA... 6 DE BEERS CONSOLIDATED MINES LIMITED... 8 LA CITTA MINERARIA DI KLEINZEE... 11 EPILOGO... 15 2

INTRODUZIONE Se questo fosse un film, la colonna sonora sarebbe certamente Money dei Pink Floyd: «I soldi sono un crimine / Condividili generosamente ma non prendere una fetta della mia torta» 1. Ma questa è una storia vera, di diamanti, soldi, imprenditori e minatori. LA CORSA AI DIAMANTI Nel 1867 fu scoperto il primo diamante dell intero continente africano dai figli del contadino boero Van Nickerck nei pressi del fiume Orange. John O Reilly, esploratore e commerciante, amico degli olandesi, fece verificare l autenticità del brillante presso una gioielleria di Cape Town: il blink klippe, traduzione del boero pietra scintillante, fu venduto all asta per la cifra di 3,000 dollari. Fu così che, con un inizio quasi da fiaba, incominciò la corsa ai diamanti del Sudafrica. Moltissimi lavoratori, attratti dallo sfavillio del guadagno facile, accorsero sulle rive dei fiumi Orange e Vaal alla ricerca di pietre preziose, impiantandosi in maniera del tutto abusiva. All inizio i pionieri definirono i confini delle loro aree di lavoro in completa autonomia, ma questa soluzione creò presto dei problemi. Infatti, più persone arrivavano più la legittimità del proprio pezzo di terra era messo in discussione. Per questo motivo fu istituita una Diggers Committee 2 i cui membri erano regolarmente eletti, per definire il perimetro di ogni concessione. Ogni appezzamento, di 30 piedi quadrati, poteva appartenere ad una sola persona. Soluzione perfetta, perché molti personaggi concorrevano a scavare: primi fra tutti, i famigliari. Boeri ed inglesi, infatti, si trasferivano nei pressi del fiume con mogli e figli. La giornata era faticosa: la sveglia all alba, seguita da un ora per la colazione. Poi, gli uomini iniziavano il loro lavoro presso il torrente. Poiché i diamanti si trovavano in un cumulo di massi appena sotto una superficie di ghiaia e sabbia, bisognava innanzitutto togliere il primo strato di terra. In seguito si raccoglievano i sassi in una carriola, e li si trainavano fino al letto del fiume, dove le donne setacciavano il tutto per raccogliere le pietre potenzialmente più interessanti. Infine esse venivano analizzate su un tavolo in legno. Quando la stanchezza prendeva il sopravvento, i coloni bianchi si facevano sostituire da lavoratori di colore, ritenuti abili ed onesti, ma supervisionati sempre e comunque da un responsabile. All ora di pranzo ci si fermava per circa un ora, e si cucinava mais, montone e pesce d acqua dolce. Il lavoro riprendeva fino al calar del sole, e ci si concedeva un ora per la cena. In genere si acquistavano prodotti tipici nei market che i contadini boeri aprirono nelle vicinanze dei campi. Poco più distante dalla zona di lavoro furono piantate le tende: le più comuni erano lunghe 10 piedi e larghe 8, e potevano ospitare un massimo di tre uomini. Citando l esperienza del dottor Holub: Nel 1872 la gente viveva in tende. Io noleggiai una di queste tende: essa non era molto grande e fungeva da sala d aspetto, da camera da letto, [ ] da laboratorio, dove preparavo le mie medicine e conservavo i miei oggetti. Molto spesso quando un paziente mi chiamava nel bel mezzo 1 R. Waters D. Gilmour, Money, Pink Floyd, The Dark Side of the Moon, Londra, 1973. 2 Commissione di scavatori. 3

di una giornata veramente calda, i raggi del sole bruciavano fin dentro le tende come in strada, e tenevo un ombrello per me ed il mio paziente 3. A fianco vi erano le carovane degli olandesi, una sorta di monolocale su ruote dove si mangiava, si dormiva e si viveva. In genere il lavoro veniva sospeso durante i mesi più caldi dell anno, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Anche la pioggia impediva gli scavi, tuttavia è proprio essa che permise di scoprire i primi filoni di kimberlite. Vicino alla fattoria Jagersfontein infatti, si formava un rigagnolo d acqua che tradiva la presenza di granato: chiaro segno, secondo i pionieri, della presenza di diamanti. Era l Agosto del 1870: iniziò da qui il futuro delle miniere. Nei mesi successivi i pionieri incominciarono a chiedere licenza di scavo ai proprietari delle fattorie circostanti 4, permesso accordato dietro il pagamento di due sterline al mese. Figura 1 : Esempio di licenza di prospezione nelle terre private delle fattorie. Immagine tratta dal libro Diamonds and Gold of South Africa di Henry Mitchell, Fredc. C. Mathieson & Son, Bartholomew House E.C., Effingham Wilson & Co., Royal Exchange, E.C., London, 1880. 3 Holub, E., Journey Through Central South Africa, from the Diamond Fields to the Upper Zambesi, in Proceedings of the Royal Geographical Society and Monthly Record of Geography, Blackwell Publishing, Oxford, n. 3, 1880. 4 Dutoitspan, Bultfontein, De Beers, Dorstfontein (meglio conosciuta come Kimberley). 4

Per contenere l arrivo dei diggers 5 da ogni parte del mondo, lo Stato Libero dell Orange sancì che solo i boeri potessero avere diritto di scavo nei pressi delle fattorie, ma il fenomeno fu così incontenibile che immediatamente le leggi furono aggirate e le concessioni vendute a chiunque. Ad esempio nella miniera di Kimberley, scoperta un anno dopo Jagersfontein, regnava la completa anarchia: molto spesso i diggers abusivi venivano colti in flagrante nelle terre dei contadini, e trascinati via con forza dalla polizia. Chi invece era in regola, sanciva la zona come territorio indipendente in mano ai pionieri. Da un lato lo Stato Libero dell Orange dichiarava l area sotto il suo dominio, mentre la Colonia del Capo ne rivendicava il controllo. Ma quale era la motivazione della disputa? Al principio, Kimberley si trovava in una zona indipendente e faceva parte del Griqualand, regno della tribù Griqua. Il territorio era stato concesso alla popolazione nativa dall Orange, tuttavia ben presto divenne un protettorato britannico. Nel momento in cui i Griqua intuirono l affare, dietro consiglio di broker, vollero investire in concessioni. Ma l Orange non riconobbe come legittimo questo comportamento e cercò di portare il caso in tribunale. Il governatore dell allora Colonia del Capo, sir Henry Barkly, si schierò dalla parte dei nativi e vinse la causa: nel 1871 si istituì una nuova provincia britannica, il Griqualand West, mentre l Orange venne risarcito delle perdite con 90,000 sterline. Frattanto, i prezzi delle licenze si impennarono: oscillavano fra i 5,000 e i 40,000 dollari a seconda della profondità. Alle prese con un nuovo tipo di terreno argilloso, bisognava scavare più a fondo. In alcuni casi si trattava di cunicoli scavati nella roccia, cui si accedeva tramite una discesa appesi ad una corda, in altri invece di piattaforme che si facevano via via più piccole, fino a raggiungere il fondo. In superficie, una fitta rete di sentieri permetteva lo spostamento delle persone, ma la loro consistenza non era sinonimo di una forte tenuta. Ogni miniera era un cratere verticale ed immenso, che scendeva [ ] in profondità. Le strade intorno ai buchi collassarono e fu creato un unica gola, collegata da un sistema di cavi ed argani 6. Ben presto gli scavatori investirono parte dei loro guadagni in strumenti quali le pompe motorizzate per preservare intatte ed asciutte le nuove miniere a cielo aperto. Un uomo, in particolare, cavalcò il business della vendita di pompe: Cecil Rhodes. Le fonti non sono concordi circa l anno in cui il giovane inglese fece il suo ingresso nella Colonia del Capo, ma si attesta che tra il 1870 ed il 1874 il diciottenne imprenditore fornisse già l attrezzatura ai minatori di Kimberley. Dopo la decisione del governo di liberalizzare le concessioni 7, i tempi furono maturi. Gli imprenditori non tardarono a collezionare appezzamenti, che ricompravano dai pionieri. 5 Termine inglese con cui si indicano i minatori, letteralmente scavatori. 6 Crider, H.D., The Story of Diamond, in American Midland Naturalist, The University of Notre Dame, Notre Dame, n. 4, 1924. 7 Più precisamente, non vincolare più la dimensione di trenta piedi quadrati alla proprietà di una sola persona. 5

Figura 2 : La miniera di Kimberley, 1872 circa. Immagine tratta dal sito internet Flickr.com LA CITTA DI KIMBERLEY : DINAMICHE DI VITA SOCIALE E LAVORATIVA La realtà della miniera mutò sia da un punto di vista geologico che di relazioni fra lavoratori stessi. Essi diventarono dipendenti delle società azionarie che acquistarono le concessioni e, come tali, dovevano seguire le regole imposte dall alto. I bianchi, provenienti principalmente da Inghilterra, America e colonie, furono impiegati in uffici e negozi, oltre che essere selezionati come meccanici ed ingegneri specializzati. In media si lavorava tra le dieci e le dodici ore al giorno, dal lunedì al sabato: la sveglia era per le sei del mattino e la giornata finiva verso le cinque e trenta del pomeriggio. Gli addetti al controllo delle pompe, invece, non avevano giorno libero, ma non di rado anche i meccanici passavano la domenica a riparare i macchinari. Lo stipendio oscillava fra i 10 e i 15 scellini al giorno: esso veniva messo da parte per pagare l affitto della casa, che poteva variare dalle quattro alle otto sterline al mese. Tutti i lavoratori bianchi risiedevano nella città di Kimberley, in case fatte di mattoni e di legno con giardino e dotate di elettricità. Kimberley fu costruita nell arco di soli tre mesi. La piazza centrale, denominata Market Square, era in origine il fulcro dei negozi, poi divenne la sede del Municipio. Man mano che si ingrandì, si arricchì di costruzioni dedicate al tempo libero, come il Theatre Royal o il Kimberley Sanatorium, con la sala da biliardo, la sala per fumatori, la cucina e diverse stanze. In più, si realizzò una raccolta di ben ventiduemila libri, che fecero della Kimberley Public Library un centro di riferimento per la storia della colonia. Nel 1871 fu costruito l ospedale, i cui reparti erano divisi, per pazienti bianchi e di colore. Chiunque, pagante e non, poteva avere accesso alle cure: agli indigenti bastava fornire un certificato attestante la loro condizione economica per avere diritto alle medicine gratuite. 6

Nel 1896 fu fondata anche una scuola, la South African School of Mines per la formazione di ingegneri: essa prevedeva un periodo di studio di ben quattro anni, dislocati fra le città di Kimberley, Cape Town e Johannesburg. Inoltre erano previsti stage nelle miniere. Nella città erano presenti anche ben sei confessioni religiose spesso destinatarie di donazioni, più o meno forzate- ognuna con la propria sede spirituale: anglicana, presbiteriana, battista, cattolica, metodista, e la Congregazione Ebrea del Griqualand Ovest. Appena all esterno di Kimberley, nei pressi delle miniere, sorgevano i compound 8, un complesso di baracche di forma quadrata, dove vivevano le persone di colore e i mulatti. Al centro vi era un grande spazio aperto dedicato alle attività sportive e alle feste a base di danze e musica. Gli Zulu, ad esempio, ogni domenica si vestivano con gli abiti tipici della loro tribù, brandivano lo scudo e la lancia e si mettevano in cerchio. Poi incominciava la danza della guerra, accompagnata da canti che salivano fino al cielo: la gente si riuniva attorno ad essi per assistere allo spettacolo, con la band musicale dei nativi a scandire il ritmo con i tamburi. La Chiesa, nelle immediate vicinanze, forniva una Bibbia in ogni campo. La messa veniva celebrata da un prete affiancato da un traduttore e, alla fine della funzione, la struttura si trasformava in scuola gestita da cristiani volontari. Le tribù in genere non si mescolavano mai le une con le altre: ogni etnia aveva la propria zona d influenza. Si potevano ammirare Zulu, M umban, Basutu, Shangan aggirarsi sicuri per la miniera, in genere in gruppi di lavoro di dieci, fino ad un massimo di trenta persone. Coloro che facevano domanda di lavoro venivano sottoposti ad una visita medica: chi risultava affetto da una patologia che lo rendeva inadatto al lavoro, non veniva assunto, mentre chi aveva, ad esempio, una malattia contagiosa veniva inviato in infermeria, controllato 24 ore dopo ed eventualmente rivalutato. Non erano ammessi né ragazzini al di sotto dei dodici anni, né donne. L operaio che superava l esame iniziale era sottoposto ad un periodo di tre mesi di prova, prima di poter firmare il contratto a tempo indeterminato. Condizioni imprescindibili erano il divieto di bere alcool e di giocare a carte, oltre al vincolo di vivere nel compound senza poterne uscire per tutto il periodo di lavoro. La paga era di circa tre sterline al mese, di cui uno scellino era versato come contributo al Kimberley Hospital. Il lavoratore era iscritto anche al Registro dei Nativi, istituito dal governo, e pagava uno scellino per la tassa d iscrizione. Per guadagnare la propria parte, gli uomini neri dovevano caricare la terra sui camion, oppure scavare delle buche; per arrotondare alcuni facevano lavori di cucito il fine settimana, o, in alternativa, aiutavano nelle cucine. Solo ai bianchi, invece, erano riservati un certo tipo di incarichi: far esplodere la dinamite nei corridoi sotterranei della miniera, il controllo dei tre ascensori che trasportavano i minatori in profondità, la direzione del campo-dormitorio. A tal proposito, il capo era un manager bianco che risolveva le dispute e provvedeva alla distribuzione delle paghe. Ogni giorno vi erano guardie che controllavano l uscita dalle baracche e l entrata nel luogo di lavoro tramite il timbro del ticket e l identificazione di un numero assegnato ad ogni operaio per prevenire il furto di diamanti. Chi era sospettato di aver rubato veniva posto in una stanza vuota, da solo, senza possibilità di comunicare con l esterno, prima di finire in prigione. Trattamento analogo spettava anche al lavoratore che si avvicinava al licenziamento o alla pensione. Dati i frequenti episodi di personale che ingeriva diamanti con lo scopo di 8 Campo. 7

venderli al di fuori dell azienda, fu istituita una stanza di detenzione in cui l uomo doveva soggiornare per ben cinque giorni. Naturalmente anche il suo bagaglio veniva minuziosamente ispezionato, ed era possibile portare solo oggetti morbidi al di fuori della struttura (perfino gli stivali erano vietati!). DE BEERS CONSOLIDATED MINES LIMITED Rhodes fu uno dei broker più intraprendenti: nel giro di pochi anni divenne il maggiore azionista della miniera De Beers. Il progetto a lungo termine era la costruzione di un impero: infatti, già ai tempi del suo arrivo nel continente, il giovane inglese ebbe prova che l immissione improvvisa nel mercato di una grande quantità di diamanti avrebbe fatto crollare immediatamente il suo valore. Non solo: da sempre questi erano famosi per la loro rarità che sottolineava il potere e il prestigio dei sovrani. Bisognava quindi investire sulla leggenda, far sì che la pietra si potesse reinventare come simbolo di amore. Insomma, farne un bene di lusso accessibile a un élite mondiale. Per realizzare questo ambizioso progetto, come primo passo bisognava controllarne la produzione, poi creare la domanda e soddisfarla solo quanto bastava per tenere alto lo status dell oggetto. In altre parole, costruire un mercato equilibrato ed arbitrariamente regolato. Nel 1880 circa, ad opera di Rhodes, fu fondato il Diamond Syndacate. Quest istituzione prevedeva che Rhodes acquistasse tutte le pietre preziose, dando vita ad una riserva. Inoltre, sanciva che egli fosse il principale (se non l unico) fornitore dei grossisti, con i quali si concordava il prezzo della merce da immettere sul mercato. Non mancava di certo chi cercava di far concorrenza: il più pericoloso degli avversari aveva il nome di Barnett Isaacs. Barnato, com era conosciuto da tutti, era un ebreo inglese, emigrato in Sudafrica per vendere sigari. Pian piano, egli investì i suoi guadagni comprando pietre preziose e licenze, fino a diventare proprietario del pacchetto azionario più consistente della miniera di Kimberley. Rhodes cercò immediatamente di avere quante più azioni possibili e fu in quel momento che iniziò una vera e propria guerra economica: rilanci di azioni e proposte d acquisto si alternarono fra i due contendenti, in una e vera propria corsa al controllo di Big Hole 9. Rhodes giocava d astuzia, promettendo agli azionisti partecipazioni lucrose nella società che si sarebbe costituita in futuro. Fu così che l investitore guadagnò terreno rispetto all avversario, che si ritrovò messo alle strette con la sua ormai piccola quota. A quel punto Barnato decise di liquidare la società della miniera, la Kimberley Central Mining Co. Rhodes ne rilevò il patrimonio per circa 12 milioni di dollari, nominò Barnato governatore a vita della sua nuova società e gli diede il pacchetto azionario più consistente: il 13 marzo 1888 la De Beers Consolited Mines Ltd fece il suo ingresso sulla scena internazionale, garantendo a Rhodes il controllo del 90% della produzione mondiale. La politica di Rhodes fu vincente: i centri boeri di Jagersfontein, Bultfontein e Dutoitspan furono immediatamente assorbiti dalla società e dunque «il piccolissimo territorio in cui si trovavano queste miniere fu annesso all Impero Britannico», come riporta un articolo del New York Times datato 6 dicembre 1902. Lo Stato Libero dell Orange, di origine boera, perse le sue terre «solo a causa di una rappresentazione debole alla Corte di Arbitraggio 10.» 9 Soprannome con cui veniva scherzosamente denominata la miniera di Kimberley. 10 South Africa A New History of the Development of the Diamond Fields, New York Times, 6 dic. 1902. 8

I Boeri, da un lato, volevano continuare con la loro tradizionale vita pastorale e imporre l Afrikaans come lingua per eccellenza in tutta la zona: avvertivano come invadente la presenza inglese. Soprattutto, l orgoglio olandese difendeva la propria integrità e la propria indipendenza sotto la figura del governatore Paul Kruger. Dall altra parte, invece, vi era l intraprendenza inglese, imposta dal governatore Cecil Rhodes della Colonia del Capo (1890-1896), il quale ambiva a «riunire l intera Africa meridionale [ ] in un dominio indipendente sotto la bandiera britannica 11.» I rapporti iniziarono a raffreddarsi proprio quando Kruger iniziò a tassare pesantemente gli imprenditori inglesi residenti, oltre che continuare a negar loro e alle popolazioni di colore il diritto di voto. Il malcontento si manifestò proprio fra le file dei nativi provenienti dai dintorni dei fiumi Zambesi e Limpopo. Molti uomini affrontavano camminate estenuanti di ben 1000 miglia, alcuni perendo anche per il freddo e la fame, solo per raggiungere le miniere per poter lavorare. Rimangono e lavorano solo tre mesi - il tempo necessario per fornire ad ogni membro del gruppo un fucile e le munizioni e ritornano nella loro terra. Non riportano indietro dei soldi, solo un arma. [ ] Il governo inglese permette la vendita indiscriminata di questi pericolosi oggetti. [ ] Pochi mesi fa i nativi hanno dichiarato guerra al governo del Transvaal: ora si spiega che significato avesse questa preparazione [ ] 12. Era il 1877, ed in capo a vent anni la situazione degenerò fino alla guerra anglo-boera, che scoppiò nel 1899. La Repubblica del Transvaal si alleò prontamente con lo Stato Libero dell Orange e per due lunghi, ostinati anni condussero una lotta tenace e coraggiosa, che però si risolse con una sconfitta non priva di ingenti perdite da entrambe le parti. Il rancore della popolazione boera per le istituzioni inglesi raggiunse il suo massimo storico: nel 1901 tutto il Sudafrica era in mano britannica. L anno seguente vi furono avvenimenti importanti per la De Beers Consolidated Mines Ltd.: le miniere di Dutoitspan e Bultfontein chiusero definitivamente, per mantenere bassa la produzione di diamanti, in quanto le riserve erano stracolme di pietre preziose. Inoltre fu scoperto un nuovo giacimento di diamanti, nei pressi di Kimberley, che prese il nome di Premier Mine. Da essa estrassero una delle pietre più grandi al mondo: il Cullinan, di ben 3.160 carati. La società corse immediatamente ai ripari: quale pericolosa concorrente, la Premier andava assolutamente assorbita, e nel giro di poco tempo il disastro economico fu evitato. Infine il fondatore della società, Cecil Rhodes, morì. L industria designò Gardner F. Williams quale suo successore ed egli raccolse la storia dell azienda nel libro The Diamond Mines of South Africa Some Account of their Rise and Development. Sostanzialmente, la politica aziendale rimase pressoché immutata, con il succedersi di diversi direttori. Tuttavia, i seguenti trent anni non furono facili, perché spuntarono concorrenti come la Sierra Leone, l Angola, il Congo Belga, che minacciavano il monopolio con prezzi molto più competitivi. Nel 1929 questo fattore, associato alla terribile crisi della borsa americana, fece crollare il mercato. Fu proprio in questo periodo così delicato che il discendente di Rhodes, sir 11 Giglio C. Oliver R. Atmore A., L Africa, Unione Tipografico Editrice Torinese, Torino, 1980, p. 445. 12 Morton, W. J., The South African Diamond Fields, and a Journey to the Mines, in Journal of the American Geographical Society of New York, American Geographical Society, New York, vol. 9, 1877. 9

Ernest Oppenheimer, divenne direttore della De Beers Consolited Mines. Gli Oppenheimer erano una famiglia di investitori di origine tedesca che nel 1917 fondarono una società, l Anglo American Corporation (ACC). La compagnia si fece strada all interno della Premier Diamond Mining Company of South Africa gareggiando contro la stessa società di Rhodes; per quanto riguarda l oro, invece, l AAC ottenne il controllo della Consolidated Mine Selection nel giro di pochi anni. Gli investitori dell azienda, oltre che diversificare la produzione 13, non tardarono ad impossessarsi delle terre preziose dell odierna Namibia, come la miniera di Kleinzee. 13 Dedicandosi a oro, agricoltura, costruzioni di ferrovie, produzione di vino ed esplosivi. 10

LA CITTA MINERARIA DI KLEINZEE Figura 3 : Kleinzee Town, 1932. Immagine tratta dal libro Carstens, P., In the Company of Diamonds: De Beers, Kleinzee, and the Control of a Town, Ohio University Press, Athens, 2001. 11

Nel 1926, Jack Carstens trovò dei diamanti nei pressi della fattoria di Kleinzee: tre anni dopo, la città mineraria apriva i battenti a tutti i suoi futuri operai. A differenza di Kimberley, la città era stata progettata per essere una cornice al luogo di lavoro e quindi, come tale, era molto essenziale: c era la ferrovia per i carrelli che collegava la miniera al Washing Plant 14, accanto all impianto vi erano i garage dove riporre i veicoli, il negozio, la centralina con motore diesel che forniva l elettricità a tutto il campo, il fabbro e l ufficio del manager. Dal complesso partiva la strada su cui si affacciavano le case: percorrendola, si trovavano subito le residenze dei dirigenti. Si trattava di un corpo di funzionari specializzato, tutti di origine inglese, che avevano prestato servizio come ufficiali durante la Prima guerra mondiale: il segretario selezionava il personale, deteneva i registri della produzione e della qualità dei diamanti, oltre che degli stipendi; l Ingegnere testava la funzionalità degli impianti; il supervisore coordinava il lavoro di scavo e di pulizia delle pietre ed infine il capo delle guardie era preposto alla prevenzione del furto dei diamanti e presiedeva al controllo a Raggi X. In realtà, il Senior Staff ovvero i dirigenti- può essere considerato sinonimo di élite. Era una sorta di club privato, i cui membri partecipavano a partite di tennis, di cricket, a tornei di bridge iniziative spesso organizzate dalle loro consorti, alcune delle poche donne presenti nella vita di miniera-, e potevano inoltre uscire dalla città nella più completa libertà. Essi vivevano nelle case più esclusive: avevano tre camere da letto, salotto, sala da pranzo e due bagni. Non solo: le stanze erano arredate con mobili di lusso, fornite di elettricità ed acqua corrente, mentre la lavanderia era a parte, così come vi erano piccole camere per la servitù. Inoltre, godevano del privilegio di un apparecchio telefonico e avevano la radio e l auto personale. Il manager era a capo della gerarchia e in quanto tale aveva lo stipendio più remunerativo, di circa cento sterline al mese. La condotta di Frank Humphreys può ben esemplificare le funzioni del mestiere. Arrivato nel 1930, prestò servizio per pochi anni, ma fu ricordato da tutti per le raccolte fondi che organizzava a favore delle chiese, per aver cercato di risolvere i problemi senza coinvolgere i dirigenti di Cape Town, e per avere incentivato lo sport come diversivo fra i lavoratori bianchi. Inoltre, fece costruire campi da golf e da cricket, cui avevano accesso anche le donne. Anche ad alcuni membri del Regular Staff era permesso portare le mogli all interno della miniera: a seconda della disponibilità soggiornavano nelle case per supervisori sposati, altrimenti venivano sistemati nei quartieri per single. I bungalow avevano elettricità ed erano arredati spartanamente. Coloro che vivevano da soli avevano le docce in comune, in unico blocco, e potevano usufruire, lì vicino, di una costruzione denominata mess, che fungeva da servizio mensa e da luogo di ritrovo. Il medico, il controllore dell impianto, il manager del compound e i supervisori erano inglesi o boeri che avevano deciso di servire l impero britannico, e guadagnavano 30 sterline al mese. Gli unici che abitavano al di fuori dei confini dell industria erano le guardie: vivevano nelle fattorie per stare vicino alle mogli. Sia con la luce del sole che di notte, ogni giorno, facevano giri di ricognizione presso le recinzioni per evitare furti di diamanti. Inoltre, presiedevano ai controlli a Raggi X cui si dovevano sottoporre i lavoratori. I poliziotti, che 14 Impianto di Pulizia, nel quale si scrostavano i diamanti dalla terra che li ricopriva. 12

avevano la loro stazione proprio vicino all ufficio delle poste ed ai campi, erano ammirati per la loro onestà e lealtà. La paga era di 14 sterline al mese. Come lavoratore bianco, chi guadagnava meno era sicuramente il minatore. L accordo prevedeva l assunzione per i primi sei mesi di prova, a circa undici sterline al mese, per poi rinnovare per altri sei mesi e solo dopo un anno redigere un contratto a tempo indeterminato. Essi dovevano vivere confinati, proprio come i ragazzi di colore di Kimberley, all interno di un complesso di quattro costruzioni (tre dormitori e il quarto luogo ricreativo con cucina, docce e libreria) recintate dal filo spinato. Era vietato uscire senza la presenza di una guardia e non ci si poteva assentare senza permesso scritto. Un corridoio recintato collegava le abitazioni alla miniera: a metà vi era la così detta Changing House, ovvero uno spogliatoio dove i lavoratori dovevano togliersi i vestiti per indossare quelli da lavoro, sotto l occhio vigile delle guardie. Al momento dell adozione del controllo a Raggi X, questa pratica venne abbandonata. L unica persona esterna che i minatori potevano vedere era il pastore per la messa della domenica. Altre attività, specie sportive, alleggerivano lo spirito: si leggeva, si giocava a carte, a box o a rugby all interno delle abitazioni; suonavano anche diversi strumenti musicali, che uniti alle rappresentazioni della Workers Dramatic Society, davano vita ad un vero e proprio teatro. Almeno una volta a settimana si proiettava un film e la domenica, con la supervisione di due o tre guardie, si andava tutti in gita al mare per pescare od incontrare le donne della città vicina di Port Nolloth. La giornata era pressoché identica a quella vissuta dai minatori di Kimberley: sveglia alle sei e sirena di fine lavoro alle quattro e mezzo del pomeriggio, con un ora di pausa a pranzo. La colazione era costituita principalmente da porridge e latte, mentre per i pasti principali andavano per la maggiore carne di manzo e patate: i dottori che si susseguirono all interno dell industria denunciarono diverse volte i problemi di malnutrizione che questa dieta povera di vitamine causava, ma nessuna lamentela era accettata, pena il licenziamento immediato. In realtà, essi lavoravano perché lo Stato tutelava i bianchi, tuttavia, non appena quest ultimo allentò la presa sull industria, i Boeri vennero licenziati e fu assunta manodopera nera, meno costosa. Gli Owambo vennero reclutati tramite il South-West African Labour, associazione che aveva gli uffici direttamente all interno delle riserve. I nativi arrivarono nel 43 e suscitarono una discreta curiosità in tutti i presenti. Lo stereotipo suggeriva l idea che bisognasse trattarli come persone ingenue, ma in realtà ebbero modo di stupire: erano infatti ben coscienti dei propri diritti e, quando non venivano garantiti, non esitavano a rivendicarli. L allegria che contraddistingueva questa popolazione si differenziava fortemente da quella dei loro predecessori: ogni giorno andavano al lavoro cantando, intonando cori costituiti da inni cristiani e da canzoni folk e tradizionali. La musica era parte integrante della loro quotidianità, tant è che molte band si formarono in quegli anni e ogni Natale andavano a cantare alle porte dei dirigenti. Alla domenica era immancabile la gita al mare, in cui si sfoggiavano i vestiti della festa. Lo stipendio medio mensile che percepivano, una sterlina e diciotto scellini, era speso per comperare tessuti con cui confezionavano i propri abiti, oltre che creme, oli ed articoli regalo per le signore che li attendevano a Owamboland. Ciò non significa che fossero spendaccioni : furono anzi i primi a pretendere un sistema di transazioni e versamenti che facessero arrivare oltre la metà dello stipendio alla famiglia. 13

Gli Owambo però non erano tutelati dallo Stato, in quanto erano considerati forza lavoro straniera: perciò nel 1949 furono licenziati in blocco in seguito alle continue lamentele dei contadini boeri senza lavoro. Non erano, però, gli unici: anche i mulatti non erano tutelati, ragion per cui cercavano di entrare nelle grazie dei dirigenti nella speranza di aumentare i loro guadagni, sfruttando l amicizia con le ragazze che lavoravano all interno delle case del Senior Staff come cameriere. Queste ultime venivano comprate dagli uomini dello Staff direttamente nelle riserve, per poterle poi educare come meglio credevano. Rispetto ai lavoratori, godevano di maggior tempo libero: la mattina sveglia alle sei come tutti, ma dopo aver preparato la colazione ed aver badato ai bambini il pomeriggio trascorreva senza occupazioni. Le donne percepivano 10 scellini al mese, la paga più magra di tutte, mentre i minatori circa 6 sterline. Per arrotondare, riparavano e costruivano edifici e fabbricavano scarpe. Vivevano in gruppi di dieci persone per ogni baracca, in cui erano presenti solo letti e coperte. Rispetto ai lavoratori bianchi, non avevano filo spinato che li circondasse, perché erano considerati più affidabili. Inoltre, i mulatti non erano specializzati: usavano principalmente la pala e il piccone, ma, una volta finita la dura giornata di lavoro, si lasciavano andare alle distrazioni come gli altri. 14

EPILOGO La Premier Mine costituì la prima breccia nell impero De Beers: fu infatti grazie alle azioni della miniera se Oppenheimer iniziò la sua scalata al colosso. Più fonti testimoniano il percorso che l holding si costruì all interno di De Beers e di come negli anni Venti del XX secolo Sir Oppenheimer divenne capo del Diamond Syndacate. Da lì il passo fu breve: verso gli inizi degli anni 30 fu eletto presidente della De Beers, grazie al 45% delle azioni firmate AAC. Il problema all ordine del giorno era risollevare le finanze di un mercato ai suoi minimi storici. La soluzione adottata fu la modernizzazione del Diamond Syndacate: partendo dal ragionamento base che la vendita dei diamanti non può seguire un flusso naturale ma dev essere orchestrata dall alto, la collaborazione fra produttori doveva estendersi, se necessario, anche oltre i confini continentali. Così nacque la Central Selling Organization dalle ceneri del suo predecessore. Essa era il frutto di tre compagnie unite: la Diamond Corporation, che controllava diverse riserve finanziarie e deteneva l esclusiva per stilare contratti con produttori indipendenti, la Diamond Trading Company che si occupava di gemme non tagliate e l Industrial Distributors che vendeva gemme per uso non industriale, non destinate alle gioiellerie. Ogni anno la crème de la crème degli affaristi di pietre preziose, chiamati sightholders 15, si incontravano circa dieci volte per acquistare la fornitura. La merce era accuratamente selezionata nella riserva, tuttavia si spendevano cifre colossali a scatola chiusa, in quanto i prodotti potevano essere controllati solo dopo che la transazione era stata eseguita. In seguito, le pietre grezze venivano spedite nei diversi centri di taglio, primo fra tutti il più famoso ed antico, quello di Anversa. Per quanto riguarda l aspetto tecnico, per rendere il diamante un attrazione così irrinunciabile, esso subisce una procedura in uso tutt oggi. La prima fase, detta sfaldatura, consiste nell imprimere un taglio alla gemma per verificarne la qualità e dividere la pietra. L operazione viene effettuata con l uso di una lima che contenga polvere di diamante. Nella fase della sfaccettatura, è l artigiano che sceglie la forma geometrica che assumerà la pietra, ed ogni pezzo è unico. Ogni fessura impressa può richiedere diverse ore di lavoro e la fatica e il talento sono alla base del gioco di luci che si insinua tra le trame del carbonio. Infine, il lavoro di lucidatura richiede dedizione e pazienza: la somma di questi fattori fa in modo che i prezzi del prodotto finito si impennino vertiginosamente, raggiungendo un prezzo anche dieci volte superiore a quello pagato da De Beers 16. Nel 1948 venne creato il famoso slogan che ancora oggi rende famosa l azienda: Un diamante è per sempre. Il messaggio implicito è lo scambio della promessa d amore: un valore simbolico impresso in una gemma che sottolinea l unicità di quelle parole. 15 Letteralmente, coloro che possiedono l occhio. Erano circa 120 clienti. 16 Campbell, G., (2003), Diamanti di Sangue, Carocci Editore, Roma, 2003, p. 119. 15

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