Rassegna del 15/05/2013



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Rassegna del 15/05/2013

INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 15/05/2013 MONDO UNIVERSITARIO Italia Oggi 15/05/13 P. 39 Aspiranti medici, si cambia Benedetta Pacelli 1 Italia Oggi 15/05/13 P. 39 Lorenzin: diamo un presente ai giovani 2 Corriere Della Sera 15/05/13 P. 40 Industria più ricerca uguale moplen tornare al modello di Giulio Natta Giovanni Caprara 3 Qn 15/05/13 P. 5 Imu scontata o sospesa per le imprese Scuola e ricerca si salvano dai tagli Olivia Posani 4 Manifesto 15/05/13 P. 6 Salvi Expo e scuola, a rischio le biblioteche 6 Mattino 15/05/13 P. 5 Debiti Pa, niente tagli a scuola e ricerca Nando Santonastaso 7 Mattino 15/05/13 P. 2 «Nuove terapie». «No, mutilazione» esperti divisi sul bisturi preventivo Gerardo Ausiello 9 Mattino 15/05/13 P. 3 Veronesi: «Scelta drastica ma non elimina il pericolo» Salvo Sapio 11 Mf 15/05/13 P. 29 La formula della solidarietà Andrea Baviera 13 Italia Oggi 15/05/13 P. 34 Sono sul web gli elenchi del 5 per mille 2013 15 Mf 15/05/13 P. 30 Sempre più una rete anti-crisi Stefano Catellani 16 Mf 15/05/13 P. 30 Più ricerca sulla biodinamica 18 Mf 15/05/13 P. 30 Testimonial col microscopio 19 Mf 15/05/13 P. 34 Un meccanismo forse da rivedere Franco Canevesio 20 Mf 15/05/13 P. 34 Il 5x1000? Aiuta soprattutto i grossi enti 21 Mf 15/05/13 P. 35 Valdesi oltre il raddoppio nel 2013 Franco Canevesio 22 Mf 15/05/13 P. 37 Di scena il reinserimento sociale Franco Canevesio 23 Repubblica 15/05/13 P. 20 Maturità, la crociata dei presidi "Rilevatori di telefonini in aula per scoprire chi copia dal Corrado Zunino 24 web" Sole 24 Ore 15/05/13 P. 45 Non c'è crisi per gli ingegneri Matteo Meneghello 25 ALTRI ATENEI TOSCANI Tirreno Pisa 15/05/13 P. I La Fisica migliore è quella insegnata a Pisa Gianluca Campanella 26 Corriere Fiorentino 15/05/13 P. 9 L'Ateneo di Pisa top in Italia per la fisica 27 Nazione Pisa 15/05/13 P. 5 Dodici discipline al top nel mondo L'università conquista il «ranking» 28 Nazione Pisa 15/05/13 P. 5 Luci e ombre dell'università in un volume Focus su servizi e opportunità 29 SANITÀ Nazione Siena 15/05/13 P. 6 Reumatologia pediatrica Le Scotte in cattedra 30 Mf 15/05/13 P. 38 Un nuovo modello di sanità Franco Canevesio 31 SEGNALAZIONI Corriere Fiorentino 15/05/13 P. 7 Nelle imprese del mondo, stages per 74 32 Indice Rassegna Stampa Pagina I

Limpebno dei ministri delluniversitù e della salute ieri a Roma: più posti per i laureati spiranti _ p l, si c te a. Dal 2014 nuovo accesso alle scuole di specializzazione Pagina a cura DI BENEDETTA PACELLI iù contratti per i medici in formazione specialistica e dal 2014 un concorso nazionale per l'accesso alle scuole. Con questo duplice impegno dei neoministri dell'università e della salute, rispettivamente Maria Chiara Carrozza e Beatrice Lorenzin, il nuovo governo si è preso carico dei medici specializzandi. E lo ha fatto davanti a una platea di camici bianchi in formazione riuniti ieri (si veda ItaliaOggi di ieri) in un sit-in davanti a Montecitorio promosso dal Sigm, il Segretariato giovani medici specializzandi, e dal Comitato Pro-concorso nazionale, per chiedere «di riprogrammare la sanità e di adeguarsi all'europa premiando il merito». Nel mirino della protesta c'è stato innanzitutto il tema del concorso alle scuole la cui prova scritta è attualmente basata su un quiz di 60 domande scelte da un database che secondo la protesta non verifica l'effettiva preparazione, e della sua riforma già avviata dall'exministro dell'università Francesco Profumo. E sul restyling, che prevede una valutazione a livello centrale (sia della prova sia del curriculum) e una graduatoria nazionale unica per la scuola di specializzazione, è arrivato l'immediato impegno del ministro Carrozza che si è fatta garante «della trasparenza nei vari passi che saranno necessari». Tra i temi in discussione, poi, l'annoso problema della copertura delle borse di specializzazione, garantite ormai solo per il 50% di quanti si laureano ogni anno. Mentre, infatti, diminuiscono i contratti aumentano i concorrenti visto che il numero degli accessi alle facoltà di medicina e chirurgia è aumentato negli ultimi due anni di circa 2 mila unità. Una riduzione che, come hanno spiegato anche i promotori dell'iniziativa, non deriva da un taglio effettivo, bensì da una cattiva programmazione e, nello specifico, dal mancato adeguamento del capitolo di spesa dei contratti ministeriali a fronte dell'incremento della durata di un anno di quasi tutte le scuole di specializzazione, introdotto dalla riforma del 2005 dell'ordinamento didattico. Un problema, come ha precisato il ministro dell'università, «che conosco e sul quale lavorerò con il ministro della salute perché si arrivi finalmente a una programmazione pluriennale che garantisca un'adeguata copertura». Tra i manifestanti, anche numerosi specializzandi dei corsi in medicina generale che hanno chiesto che il loro percorso venga equiparato a quello degli altri, sia a livello di formazione sia in termini di trattamento economico. Questi, infatti, non hanno un contratto come gli altri colleghi delle scuole di specializzazione, ma una semplice borsa del valore di circa 800 euro al mese. E proprio per modificare la configurazione dei corsi in medicina generale, Luigi D'Ambrosio senatore del Pdl intervenuto durante la manifestazione ha fatto sapere di avere depositato proprio ieri in Parlamento un disegno di legge ad hoc. Rassicurazioni che hanno lasciato soddisfatti i promotori dell'iniziativa che, in ogni caso, alla conclusione della giornata si sono impegnati «a mantenere alto il livello di attenzione affinché gli auspici si traducano in atti concreti in tempi brevi». Mondo Universitario Pagina 1

Lorenzin: diamo nn presente ai giovani Domanda. Beatrice Lorenzin, ministro della salute, come commenta la protesta di ieri dei giovani medici? Risposta. Sappiamo che c'è tutta una generazione che rischia di essere lasciata fuori dal settore sanitario. Motivo per il quale questi giovani hanno molta ragione a protestare. La loro questione è seria, riguarda le nuove generazioni nella medicina e mi riferisco sia ai precari sia a coloro che escono dalle università e si vogliono specializzare. D. Cosa fare concretamente quindi? R. Da parte mia c'è la massima disponibilità ad affrontare le loro istanze e a trovare soluzioni idonee ad assicurare un adeguato numero di contratti già dal prossimo anno. Non è un caso, infatti, che la questione dei giovani medici sia stata una di quelle oggetto in discussione a Spineto (l'abbazia luogo d'incontro dei ministri del fine settimana, ndr) e del tavolo del comitato per il lavoro che sta coordinando il ministro del lavoro Enrico Giovannini e di cui, c o m e mini - stro della salute, farò parte. Ora non ci resta che lavorare per una soluzione equa e sostenibile nella consapevolezza che non possiamo tenere fuori dall'ambito medico le nuove generazioni. D. Da dove si parte? R. Abbiamo un punto di partenza dal quale possiamo iniziare a discutere di tutte queste cose in maniera organica, e si tratta del Patto per la salute. A partire da questo potremmo mettere insieme le esi- genze di riqualificazione del sistema sanitario, la professionalizzazione medica e la ristrutturazione del territorio, eliminando gli sprechi e valorizzando i servizi. Il patto della salute che dobbiamo fare insieme alle regioni e ai sindacati sarà il vero banco di prova per una nuova programmazione del sistema. Cercheremo in tutti i modi di trovare una soluzione a questi problemi. Forse non sarà quella perfetta, ma intanto iniziamo a risolvere i problemi. D. I giovani chiedono un futuro? R. Intanto vediamo di dargli un presente. Una volta che c'è quello ognuno può costruirsi il futuro che vuole in base alle proprie capacità. Mondo Universitario Pagina 2

INDUSTRIApiC CECA UGU OPLEN TORNARE MODELLO DI GIULIO NATTA Cinquant'anni fa, nel 1963, Giulio Natta conquistava il Premio Nobel per la chimica assieme al tedesco Carl Ziegler per la scoperta del polipropilene isotattico. Si trattava di un nuovo materiale, una plastica entrata nelle nostre case e nella vita quotidiana con Gino Bramieri che sorridendo a Carosello intimava: «Ma signora guardi ben che sia fatto di Moplen». Moplen era appunto il nome della nuova plastica con la quale da allora si fabbricano tantissimi oggetti di uso comune dallo zerbino allo scolapasta, dal cruscotto dell'automobile alle bottiglie di plastica, dalle custodie dei cd ai bicchierini per il caffè alle macchinette. E un'infinità di giocattoli. Ma oltre ad aver rivoluzionato il mondo della plastica la scoperta di Natta era un magnifico esempio di quell'italia innovativa e ricca di coraggio da cui emerse il famoso boom economico in grado di trasformare il Paese. A Milano Gio Ponti e Pierluigi Nervi disegnavano il grattacielo Pirelli e a Roma il professor Luigi Broglio concepiva e realizzava una base spaziale italiana in Kenya e i primi satelliti scientifici. Al Politecnico Giulio Natta nel 1954 conquistava la sua scoperta grazie ad un rapporto virtuoso tra una società che credeva nel futuro come la Montecatini e uno scienziato schivo ma impegnato alle frontiere della ricerca. Gli investimenti della Montecatini per sostenerlo ancora oggi producono utili. L'impresa si proponeva come un prezioso modello di cooperazione che all'estero si consolidava mentre in Italia rimaneva un'eccezione. Ora il Politecnico milanese per i 15o anni dalla fondazione ricorda il grande scienziato e il suo metodo, riproponendolo con l'ambizione di contribuire ad abbattere quelle barriere che in Italia separano il mondo dell'industria da quello dell'accademia. Esattamente il contrario di quanto accadeva mezzo secolo fa quando non si organizzavano convegni zeppi di parole sulla collaborazione ma nel silenzio di veri rapporti di fiducia si costruivano fatti capaci di produrre risultati. Così Natta rimase l'ultimo Nobel uscito dai laboratori della Penisola. Ma la storia della ricerca potrebbe riaccendersi fruttuosamente proprio ripartendo dal modello Natta Ġiovanni Caprara O RIPRODUZIONERI SERVATA! Mondo Universitario Pagina 3

GRECIA Fitch alza il rating a lungo termine a `-' da `CCC', outlook stabile, convinta del maggior equilibrio raggiunto da Atene. (A fianco, il ministro delle Finanze Stournaras) u scontata o sospesa per le imprese cuola e ricerca si salvano dai tagli Ok della Camera ai pagamenti dello Stato. Record del debito pubblico Otivia Posani ROMA SECONDO tentativo per rinviare il pagamento dell'imu sulla prima casa e rifinanziare la cassa in deroga. La scorsa settimana il primo consiglio operativo del governo Letta si è arenato su una serie di problemi tecnici e su qualche difficoltà politica. Venerdì il decreto dovrebbe vedere la luce, ma a due giorni di distanza nulla sembra definito. Per la Cig il ministro Giovannini parla di un primo intervento «tampone». Per quanto riguarda l'imu, si sa che la prima rata verrà sospesa per tre mesi, ma quello che accadrà dopo il 16 settembre nessuno lo sa esattamente. Poi c'è la partita sui beni strumentali delle imprese industriali e agricole e dei liberi professionisti. CU RO un «segnale» a queste categorie, come dice il sottosegretario all'economia Baretta, va dato. Ma i tecnici stanno ancora lavorandoci sopra. E il titolare di via XX Settembre, Saccomanni, da Bruxelles spiega: «Vediamo ciò che si potrà fare, stiamo analizzando tutte le cose che si possono fare rispetto all'idea iniziale di coprire solo la prima casa». Segnali concreti su terreni e fabbricati rurali ci saranno di sicuro. Ne aveva fatto cenno lo stesso Saccomanni giovedì scorso. Sui capannoni si deciderà nelle prossime ore. I tecnici dell'economia studiano varie opzioni: dalla sospensione come per le abitazioni principali, a una serie di sconti. Non va scordato infatti che per i capannoni (e in generale per gli immobili strumentali) l'acconto Imu potrebbe raddoppiare rispetto alle già salatissime cifre paga- MILIARDI F H I EURO Il debito pubblicó italiano a marzo. E il nuovo record storico: superati i 2.022 miliardi di gennaio te lo scorso anno. Il decreto Salva Italia di Monti prevede per quest'anno un aumento dell'8,33% dei valori fiscali di riferimento, facendo passare il moltiplicatore da 60 a 65: il governo potrebbe decidere di sterilizzare l'aumento del coefficiente di rivalutazione delle rendite catastali. O sospendere l'aumento dell 'aliquota che i comuni possono applicare portando il prelievo fino all'1,06%. Altra ipotesi è quella di selezionarla platea a cui applicare la moratoria. Fino a settembre per l'imu non c'è un problema di coperture, visto che ad ora si tratta solo di una sospensioi-r? t u o ILI I I EURO Il valore dell'i mu sui beni strumentali secondo le stime della Ragioneria dello Stato ne del pagamento. Ma occorrerà delineare il meccanismo di anticipazione delle risorse ai comuni, per i quali si pensa di ricorrere alla Cassa depositi e prestiti, ancora protagonista come per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Ieri, in proposito, si sono concluse le votazioni alla Camera sugli emendamenti al decreto. Oggi è atteso il voto finale sul provvedimento che dovrebbe poi passare al Senato. Le ultime novità riguardano i tagli alle indennità di servizio all'estero per il personale delle ambasciate che sostituiscono quelli per la cooperazione Lcu u a.üo!o _0y11 11 I: iryrre.c Mondo Universitario Pagina 4

Inflazione, brusca frenata Crolla l 'inflazione ad aprile: la crescita su base annua si ferma all 1,1% dall`1,6% di marzo. Ora l`istat rivede al ribasso le stime (+1,2%). L'indice resta invece fermo su base mensile. Il forte rallentamento, settima frenata consecutiva, è dovuto principalmente allo stop dei beni energetici. Da una ricerca Astra per Granarolo emerge che nell 'ultimo anno il 40% dei consumatori ha ridotto i consumi alimentari e nove su dieci adottano comportamenti antispreco, con porzioni ridotte o utilizzo di avanzi. Tagli anche a pranzi e cene fuori. Per il Codacons il calo ha anche aspetti positivi. allo sviluppo. Restano fuori dalla sforbiciata lineare ai ministeri quelli dell'istruzione, Università e Ricerca e della Cultura. `Salvi' anche i fondi per l'expo. Non sembra ancora chiusa la partita sulla tassazione della sigaretta elettronica: il sottosegretario all'economia Alberto Giorgetti ha detto che il tema «dovrà essere affrontato se vogliamo evitare un buco da un miliardo». E per ulteriori 'rossi' a bilancio non pare il momento giusto: il debito pubblico italiano a marzo ha raggiunto un nuovo record, issandosi a quota 2.034,7 miliardi 17 in più su febbraio e quasi 80 rispetto allo stesso mese del 2012. Mondo Universitario Pagina 5

AUSTERITÀ Bloccati 570 milioni di tagli Salvi Expo e scuola, a rischio le biblioteche D etto e, apparentemente, fatto. La commissione Bilancio alla Camera sembra avere ascoltato l'aut aut che il presidente del Consiglio Enrico Letta aveva posto a se stesso durante un'intervista a «Che tempo che fa» con Fabio Fazio: «se ci saranno nuovi tagli alla scuola - aveva detto - mi dimetterò». Il lieto annuncio lo ha dato Marco Causi, relatore Pd del provvedimento che dovrà tagliare le risorse all'editoria, all'8 per mille, alla cooperazione e allo sviluppo per coprire i costi del Dl sui debiti della Pubblica Amministrazione con imprese e enti locali. «È un'ottima notizia - ha confermato il ministro dell'istruzione Maria Chiara Carrozza, sul suo profilo facebook - che conferma l'attenzione di questa maggioranza nei confronti della scuola, della ricerca e dell'università». Il taglio lineare da 570,45 milioni di euro avrebbe colpito nel 2015 l'expo di Milano, la scuola, l'università e la ricerca. Queste ultime potranno contare su 137 milioni di euro, rispettivamente 75, 47,5 e 13,5. Passata l'euforia iniziale, si è compresa meglio la natura della notizia. In primo luogo, c'è stato qualcuno - il governo Monti - che ha pensato di tagliare all'istruzione fondi per «far ripartire l'economia», «dare ossigeno alle imprese». La logica è sempre quella del gioco della coperta corta: si taglia nei settori «più sociali» per pregare le imprese di prendere ossigeno prima di tornare ad aspirare alla canna del gas. In secondo luogo, il governo Letta si compiace oggi per un emendamento che annulla i tagli previsti nel 2015, ma nel programma dei fatidici «100 giorni» non è riuscito a citare nemmeno un'idea su come recuperare i 300 milioni di euro tagliati al Fondo ordinario di Finanziamento degli atenei dalla legge di stabilità di Monti. Gli studenti della Rete della Conoscenza ricordano che non c'è stata una parola, finora, su come rifinanziare il fondo per il diritto allo studio che nel 2014 prevede 14 milioni contro i circa 270 di quattro anni fa. Del resto, sono in molti a sostenere che bisogna accontentarsi di un governo che parla al futuro anteriore in un mondo dove può poco o nulla. Sempre meglio degli occhiali blu elettrico della Gelmini o del sorriso imbarazzato di Profumo. Ma si dà purtroppo il caso che i tagli all'università e alla scuola (all'incirca 10 miliardi di euro) resteranno tutti, e continueranno quelli all'istituto Centrale del Catalogo Unico (Iccu) delle biblioteche italiane. A questa rete aderiscono oltre 5 mila biblioteche e permette la consultazione online dei cataloghi a oltre 5 milioni di visitatori ogni anno. Il catalogo vanta 12 milioni di titoli, più di 35 milioni le pagine visitate. I tagli hanno quasi dimezzato il bilancio dell'iccu e il ministero dei beni culturali ha annunciato un taglio del 15% sui fondi. Il personale (ridotto da 90 unità nel 2007 alle attuali 43) ha comunicato che cesserà la manutenzione della rete. L'Italia, da sempre all'avanguardia nell'informazione bibliografica, oggi rischia di perderla per sempre, sacrificata sull'altare dell'austerità. Il premier Letta rischia di pentirsi presto del solenne impegno preso in diretta tv. ro. ci. Mondo Universitario Pagina 6

biti Pa, niente a scuola e ricerc Le Regioni del Sud: bene il riparto dei fondi ma il nostro disavanzo salìra Nandoa Santonastaso È uno di quei classici casi in cui non si sa bene se è meglio guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il decreto che sblocca una parte degli oltre 80 miliardi di debiti dello Stato nei confronti delle imprese è stato approvato ieri alla Camera (e che entro il7 giugno dovrebbe essere convertito dal Senato) si porta dietro speranze e dubbi. Alle prime appartengono i fondi - finalmente reali - che andranno agli entilocali (proprio ieri la Ragioneria dello Stato ha firmato il decreto che ripartisce quelli chiesti da Province e Comuni e lo ha pubblicato sul suo sito). Ai secondi la delusione delle Regioni meridionali che avevano sperato in modifiche più sostanziali del testo rispetto alla sua originaria emanazione. Cosa manca? Due le perplessità di fondo: la prima, la più forte, è che le Regioni con i conti in rosso - per effetto del buco prodotto dalla super-spesa sanitaria, come la Campania - saranno comunque costrette a indebitarsi per poter corrispondere quanto dovuto alle imprese. Anche un prestito con tassi a livelli minimi impatterà infatti in maniera inevitabile con il disavanzo «di partenza», peggiorando ancora i dati di bilancio sui quali - ovviamente - pesa tutta l'impalcatura della gestione finanziaria dell'ente. È rimasta inascoltata la richiesta - primo proponente il governatore della Campania Stefano Caldoro - di applicare anche all'italia il modello spagnolo. Ovvero, l'istituzione di un Fondoingrado di emettere un prestito garantito dallo Stato con il quale le amministrazioni pubbliche avrebbero potuto indebitarsi dopo avere certificato i loro crediti nei confronti delle imprese (in Spagna è stato possibile liquidare così già 3,8 milioni di fatture ad oltre 29mila fornitori delle regioni per un ammontare di 17,2 miliardi di euro ed altri 1,7 milioni di fatture a 106mila fornitori dei soli Comuni). E un'anomalia, dicono le Regioni del Sud, che si riflette anche nel secondo limite: alla fine hanno chiesto i rimborsi solo 7 Regioni, e non tutte meridionali, a dimostrazione del fatto che non esistono ritardi di pagamenti ovunque. E che, di conseguenza, l'idea di introdurre una tesoreria unica avrebbe avuto più facile gioco. Il decreto comunque va avanti. La Camera ha introdotto alcune modifiche: il taglio di 20 milioni ai fondi per la cooperazione è stato eliminato e sarà coperto con una riduzione delle indennità di servizio all'estero delle ambasciate (ma il governo si è impegnato a ristomare i fondi con la legge di stabilità). Niente tagli sia per la scuola sia per l'università, la ricerca e l'expo 2015. Non incapperanno cioè nei tagli lineari ai ministeri che dovranno consentire di recuperare 570 milioni dal 2015. Ma l'attesa è già tutta riservata al decreto Imu e cig in deroga che il governo dovrebbe emanare nella seduta di venerdì prossimo. Sull'imposta per la casa, ieri il ministro dell'economia Saccomanni ha aperto alle imprese: «Stiamo analizzando tutte le cose che si possono fare rispetto all'idea iniziale di coprire la sola prima casa. Vediamo ciò che si potrà fare». Si stanno cercando risorse non solo per alleggerire il pagamento dell'imposta comunale ma anche per coprire le esigenze di rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. Non sembrano esserci, invece, soldi per evitare anche il blocco dei contratti e delle remunerazioni dei dipendenti pubblici. Il decreto approvato in zona Cesarini dal governo Monti ha già ottenuto il via libera dal Consiglio di Stato e da ieri ha iniziato il suo iter nelle commissioni parlamentari. La previsione è che torni a Palazzo Chigi prima dell'estate. Duri i sindacati: secondo i loro calcoli le buste paga dei dipendenti pubblici, ferme dal 2010, hanno subìto una perdita di potere d'acquisto di 200 euro al mese (includendo il blocco al 2014). Mondo Universitario Pagina 7

Le scelte Nella foto d'archivio un laboratorio di analisi del Policlinico federiciano a Napoli I tagl i previsti Decreto legge sui debiti della P.A. Tagli lineari ai ministeri.oci.escluse Scuola Università DAI TAG II deb ito li italiano Livello toccato dal debito delle pubbliche amministrazioni nel corso dell'ultimo triennio. Cifre in miliardi di euro 2.022,7 3 53,) n,-n Ricerca 6, oltre 570 milioni all'anno Expo Fondo sviluppo e coesione ANSA-CENTIMETRI 1. 936, 2 1.898.1 1.887,9 1.905,1 1:883,6 1.875,3 1.921,6 1. 916 1 A 1 930 1. 910 0 1.908,6 1 : 906, 7 1.891,6 1.912,3 GEN FEB MAR APR MAG GlU LUG AGO SET OTT NOV DIC Fonte: Banca d'italia ANSA-CENTIMETRI Mondo Universitario Pagina 8

«Nuove terapie». «No, mutilazione» esperti divisi sul bisturi preventivo In Campania ogni anno 4500 donne si ammalano di cancro alla mammella GerardoAusiello Affrontare ogni giorno la roulette russa, consapevoli che ci sono alte probabilità di contrarre un tumore al seno. Perché lo dicono i geni, la nostra carta d'identità più intima e profonda. Vivere con l'angoscia di chi si sente in pericolo ma deve comunque guardare in faccia la realtà. Essere costrette a decidere tra rinunciare alla propria femminilità o salvarla, sconfiggendo la paura. Così si sentono migliaia di donne che ora - dopo la rivelazione choc dell'attrice americana Angelina Jolie - si interrogano su quale strada seguire. Il boom di patologie I numeri parlano chiaro. Ogni anno in Italia si registrano 40mila nuovi casi di cancro alla mammella. Un trend, dicono gli esperti, che è in costante aumento: dall'un per cento si è arrivati, infatti, al 2,5 per cento delle donne. Tra le regioni più esposte c'è la Campania dove oggi si ammalano 4500 donne contro le 3200 del passato. Ma non ci sono solo dati negativi. L'altra faccia della medaglia è che, in presenza di diagnosi precoce, nove donne su dieci vincono la loro battaglia lasciandosi l'incubo alle spalle. Il momento della scelta Cosa fare quando si scopre di avere un gene difettoso, il Brcal o il Brca2 (la sigla sta per breast cancer, ovvero cancro alla mammella) che moltiplica il rischio di sviluppare il tumore? L. Marco Salvatore: «Solo il 30% delle campane si sottopone allo screening» Solo pochissime donne in Italia adottano la soluzione più drastica, ovvero la doppia mastectomia. Almeno al Sud interventi del genere restano rari. Diverso il discorso nelle regioni settentrionali dove si stanno sperimentando ipotesi alternative. La parola d'ordine della comunità scientifica, tuttavia, è «prudenza». Il manager dell'istituto Pascale, Tonino Pedi- cirri, non ha dubbi: «Qui parliamo di una brutale mutilazione del corpo. Tale ipotesi, culturalmente inaccettabile e clinicamente dubbia, non può essere praticabile. La migliore arma contro questo male è sempre la prevenzione». Lo screening, costi e tempi Difendersi significa ricorrere alla mammografia. Almeno una volta ogni dodici mesi, soprattutto nella fascia d'età tra i 49 e i 69 anni. Facile a dirsi, non sempre a farsi. Perché un esame di questo tipo costa dai 55 ai 60 euro ed è gratuito solo per una piccola fetta della popolazione. Ecco che - specie in tempi di crisi, quando si è costretti a stringere la cinghia - si finisce per rimandare, saltando un appuntamento. E un altro. Senza contare i problemi burocratici, dalla prenotazione alle liste d'attesa. Che però nei centri di riferimento (come quello del distretto 33, in piazza Nazionale a Napoli) si cerca di smaltire rapidamente. Ciò anche grazie all'aiuto di medici volontari. «Purtroppo a Napoli e in Campania solo i130 per cento delle donne si sottopone regolarmente allo screening - spiega Marco Salvatore, docente ordinario di Diagnostica per Immagini della Federico II e a lungo direttore scientifico dell'istituto tumori di Napoli - mentre la media nazionale è del 50 per cento con punte del 60 in alcune regioni settentrionali. Nel Mezzogiorno l'unica eccezione è rappresentata dalla Basilicata. Sarebbe auspicabile, in questo senso, un diverso approccio culturale». E allora si tratta di incentivare un percorso di prevenzione del tumore al seno attraverso l'istituzione di un team di esperti multispecialistico e l'utilizzo di tecnologie diagnostiche innovative. Ne è convinto Giuseppe D'Aiuto, primario del dipartimento di Senologia del Pascale: «In diverse aree del nostro Paese lo screeningviene offerto gratuitamente, al di là dell'età e della situazione socio-economica L Giuseppe D'Aiuto: al Pascale un team assiste 600 pazienti al giorno gratuitamente fmajnliecha ahumw fl Mondo Universitario Pagina 9

delle pazienti. Da questo punto divista - avverte - in Campania c'è ancora da lavorare. Per le donne con mutazione dei geni Brcal e 2 non è prevista la possibilità di effettuare controlli senologici gratuiti. Se si considera che, in genere, la mutazione riguarda più donne di una famiglia, i costi da sostenere per la prevenzione sono proibitivi». Il dialogo medico-paziente Un'esperienza esportabile è invece quella della collaborazione fra l'istituto Pascale e il Ceinge di Napoli, che ha reso possibile l'implementazione di un team multispecialistico (segue 600 pazienti) e di un percorso dedicato ai tumori ereditari della mammella con l'esecuzione del test genetico gratuitamente. «Ma per noi la mastectomia profilattica non rappresenta la soluzione al problema - chiarisce D'Aiuto - In molti casi il miglioramento dello stile di vita, attraverso una dieta specifica e un programma di attività fisica controllata, produce una riduzione del rischio di sviluppare un tumore al seno nell'ordine del 50 per cento». Comunque, sottolinea l'ordinario di Oncologia Medica alla Federico II Sabino De Placido, la scelta di sottoporsi a un intervento chirurgico del genere dev'essere rarissima e va assunta sempre al termine di un percorso di riflessione e di dialogo con specialisti e familiari. Percorso in cui la chirurgia plastica può giocare un ruolo cruciale: «Gli studi attestano che il distress psicologico delle donne a rischio per tumore mammario su base genetica diminuisce dopo la chirurgia profilattica con ricostruzione, sebbene in talune circostanze possano perdurare conseguenze negative inerenti alla percezione dell'immagine corporea. Nella presa in carico delle donne che scelgono la chirurgia profilattica è essenziale esplorare prima dell'intervento il modo in cui le donne percepiscono e vivono il proprio corpo così come le potenziali conseguenze della chirurgia profilattica con ricostruzione». Italia e Usa a confronto Ma se si lascia l'italia e si attraversa l'oceano Atlantico, la prospettiva cambia radicalmente. Cervelli italiani emigrati all'estero si soffermano infatti sui benefici di una decisione radicale che, spesso, può essere risolutiva. Massimo Cristofanilli, direttore del Jefferson Breast Care Center di Philadelphia, definisce la mastectomia profilattica «una modalità preventiva di dimostrato beneficio»: chiaramente il ricorso a questa tecnica, dice, deve valere solo «dopo conferma di mutazione dei geni Brcal e Brca 2». La vera sfida sarà però andare oltre: «Ricerche future dovranno dimostrare che sensitive modalità diagnostiche di monitoraggio associate con terapie mediche preventive possano essere utilizzate in alternativa e con lo stesso beneficio, prevenendo non solo il trauma di una Mammografia De Placido: «Scelta ogni 12 mesi drastica? Dev'essere nella fascia d'età rarissima e dopo tra i 49 e i 69 anni meditata riflessione» Nelle regioni Giordano: settentrionali la mastectomia lo screening preventiva abbatte raggiunge il 60% il rischio diagnosi di malattia invasiva». È d'accordo l'oncologo napoletano Antonio Giordano, ordinario di Anatomia Patologica all'università di Siena, che a Philadelphia è direttore dello Sbarro Institute alla Temple University: «Non si può ignorare il fatto che la mastectomia preventiva è in grado di ridurre il rischio di cancro al seno dal 70 al 5 per cento mentre spesso le terapie conservative non scongiurano la recidiva. In questo senso la Campania sconta il ritardo di non avere a disposizione centri di consulenza genetica all'avanguardia». Giordano si sofferma, poi, sui cosiddetti fattori esterni: «Da un lato ci sono il bagaglio genetico e la familiarità. Dall'altro le condizioni ambientali. Numerosi studi hanno dimostrato che la diffusione di patologie oncologiche varia anche in base al territorio. In alcune aree del Sud, ad esempio, si assiste a un boom di tumori. Abbiamo dimostrato che in certi casi i disastri ambientali hanno causato danni irreversibili al patrimonio genetico della popolazione trasformandolo in un Dna colabrodo. Per questo in ultima analisi occorre incentivare la medicina personalizzata. Ogni paziente è un'esperienza irripetibile e come tale va considerato». II nome del gene II Brca 1 e 2 codifica una proteina di suscettibilità al cancro della mammella L' impennata I n Campania i casi sono passati da 3.200 a 4.500 l'anno Sempre più tecnologie all'avanguardia nel mondo della prevenzione Ma con l'aggravarsi della crisi c'è chi evita i controlli, anche il ticket pesa Mondo Universitario Pagina 10

Veronesi: «Scelta drastic ma non elimina il pericolo» Salvo Sapio Professor Umberto Veronesi, come si fanno ad individuare i geni difettosi Brcal o Brca2 che determinano l'aumento del rischio di cancro al seno e alle ovaie? «Bisogna sottoporsi ad un test genetico, cioè un esame del Dna. Non è un esame per tutte, però: solo per le donne che hanno familiarità. In ogni caso il testva prescritto da un medico specialista e deciso con lui, dopo un counselling geneti co in cui vien e esaminato l'intero profilo di rischio individuale della donna». Di fronte auna predisposizione genetica accertata è corretto utilizzare una chirurgia così radicale e demolitiva? «La realtà è che di fronte a un test genetico positivo non c'è una soluzione corretta dal punto di vista medico-scientifico. La medicina ha fatto unimportante passo avanti quando ha trovato in un gene mutato una causa del tumore del seno, ma non ha fatto altri passi in direzione di una soluzione. In pratica, da un lato abbiamo gli strumenti per sapere se una donna ha una predisposizione ad ammalarsi di tumore al seno, ma dall'altro non abbiamo gli strumenti per evitare che si ammali. La mastectomia preventiva è un'opzione, ma non è l'unica. C'è anche la scelta della sorveglianza per la diagnosi precoce. Una donna con Brca mutato può seguire un programma di controllo speciale che prevede l'ecografia e la risonanza magnetica ogni sei mesi. E dimostrato che questi esami sono in grado di individuare un tumore in fase estremamente iniziale, addirittura quando è impalpabile, che può essere trattato con una chirurgia conservativa e rispettosa dell'integrità del corpo della donna, con un tasso di guarigione de198%». C'è una scuola americana che si è lanciata su questa strada e ha già monitorato l'andamento post-operatorio di migliaia di donne mastectomizzate. È una deriva tecnologico-commerciale o un'utilità chirurgica? «Non vorrei lanciare accuse non motivate, anche se, lo dice lei, il dubbio c'è. Parlerei di scuole di pensiero, sempre per riprendere le sue parole, e negliusa la corrente a favore della mastectomia rispetto alla diagnosi precoce è particolarmente forte. Del resto la cultura della chirurgia L «In America scuola di pensiero diversa la chirurgia conservativa è nata in Europa». «Molte donne non vogliono passare la vita facendo esami e preferiscono l'intervento» to efficace conservativa è nata in Europa. Comunque, il fatto che ci siano studi in corso che forniranno sempre più dati alle donne che devono decidere, non può che essere positivo». E vero che l'intervento riduce il rischio dall'87% al 5% come dice la Jolie? «Le percentuali di rischio sono sempre difficili da indicare con precisione. Servono più per le ricerche statistiche, che perle scelte di salute individuali. Comunque è indubbio che la riduzione del rischio è drastica. Ma è anche indubbio che non è uguale a zero. Per questo la donna che sceglie la mastectomia deve continuare a sottoporsi ai suoi controlli. Il vero problema è che quel residuo di rischio di malattia è legato ad aree periferiche della ghiandola mammaria, che possono essere più difficili da indagare ed eventualmente trattare». Ma la chirurgia ricostruttiva è senza rischi? «Tutti gli interventi chirurgici comportano dei rischi, anche se oggi bisogna sottolineare che sono molto limitati, perché i progressi negli ultimi anni in questo campo sono stati straordinari. Ci sono però anche degli svantaggi legati all'impianto delle protesi: anche le più moderne vanno sostituite ogni 10/ 12 anni (con intervento chirurgico) e comunque sono e rimangono un elemento estraneo al nostro organismo, con i conseguenti rischi di reazioni avverse, fibrosi e così via». Quali sono le terapie alternative alla mastectomia? Al momento non abbiamo alternative terapeutiche. Stiamo però studiando congrandissimo interesse molecole con poteri preventivi, in grado cioè di impedire lo sviluppo della malattia. Ad esempio è in sperimentazione la Feriretirridenelle donne in premenopausa. Abbiamo molte speranze, ma lo studio ancora non è concluso». Un altro farmaco, il tamoxifen, è utilizzato perscongiurare l'insorgenza del tumore nei soggetti a rischio. E utile e quali sono gli effetti collaterali? «Tamoxifen è utilissimo e soprattutto di provata efficacia preventiva per chi ha già avuto un tumore del seno. Quindi casi diversi da chi ha una mutazione genetica». Per quali altri organi è possibile prevedere il rischio di un tumore grazie alla genetica? Colon, tiroide, surrene e che altro? «Essenzialmente sono quelli. È allo studio la prostata». Quanto contala familiarità? «Molto. È il prerequisito per l'ereditarietà, come ho accennato prima. Non necessariamente chi ha familiarità, eredita geni mutati, ma la familiarità è il primo fattore da esaminare per decidere se sottoporsi a test genetico». Ma c'è un'altra forma di prevenzione che non passa per la genetica e quanto è utile? «Se parliamo di tumore del seno la prevenzione si identifica con la cosiddetta prevenzione secondaria, vale a dire la diagnosi precoce. È questa è utilissima, ed è dimostrato che riduce la mortalità per questo tumore. Gli stili di vita (che fanno parte della prevenzione primaria) che potrebbero ridurre il rischio di tumore del seno richiederebbero di tornare indietro nella storia. Sappiamo che hanno meno tumori le donne che hanno molti figli, da giovanissime e tutti allattati al seno». Mondo Universitario Pagina 11

C'è un aspetto psicologico e culturale in questa vicenda e che ruolo gioca? «Direi che gioca un ruolo centrale. Come ho spiegato la medicina oggi non offre una soluzione definitiva al problema della Il gene Brca segnala il rischio ma non conosciamo la cura gestione del rischio di ammalarsi. E allora la scelta è interamente nelle mani della donna. Ci sono donne che non se la sentono di affrontare per tutta la vita un programma di esami di diagnosi precoce che diventa quindi una fonte di ansia permanente. Dobbiamo ricordare sempre che tutti i tumori, e quello del seno in particolare, hanno una fortissima dimensione soggettiva, per cui la stessa malattia può apparire più o meno grave a seconda della mente che la vive. In questa vicenda in particolare tutto ruota intorno alla soggettività, alla personalità e il progetto di vita di ogni donna. E ogni donna dovrebbe decidere per sé». C RIPRODUZIONE RISERVATA La malatt ia IL CANCRO Al SENO È una patologia dovuta alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne I FATTORI Di RISCHIO età predisposizione genetica e familiarità alti livelli di estrogeni alterazioni del seno come cisti e fibroadenomi obesità fumo ambientali, quali l'esposizione a dosi elevate di sostanze chimiche e radiazioni COME Si CURA chirurgia chemioterapia radioterapia I8 ITALIA 100 nuovi casi al giorno colpisce una donna su 10 terapia ormonale terapie biologiche se identificato al 1 stadio senza linfonodi coinvolti la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate è del 98% rappresenta il 20-25% di tutti i tumori femminili ricerca killer con dieci «volti» Tumore della mammella, un killer con dieci volti. Un solo nome perdieci patologie con una firma genetica diversa. A svelare la molteplice natura del cancro al seno, finora considerato come una sola malattia classificabile in quattro grandi sottogruppi, è uno studio pubblicato su Nature. Si tratta della più grande ricerca genetica mai condotta su questa patologia, che potrebbe portare a trattamenti sempre più mirati e personalizzati. ANSA-CENTIMETRI Gli studi americani rilanciano i cibi con Omega 3 Gli acidi grassi essenziali omega 3 perla prevenzione del cancro. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutritional Biochemistry, può essere prevenuto e contrastato proprio grazie all 'assunzione di queste sostanze. L'azione degli omega 3 sulla prevenzione e la riduzione della crescita del tumore del seno è stata osservata in uno studio condotto dai ricercatori del Department of Human Health and Nutritional dell'università di Guelph. Il dottor David Ma e colleghi hanno scoperto che nel modello animale in cui vi era la presenza di acidi grassi essenziali omega 3, si sviluppavano meno tumori. Si tratta di una delle conquiste alimentari che hanno reso famosa in tutto il mondo la dieta mediterranea. L'attrice «Wanted - Scegli il tuo destino» è un film dei 2008 con Angelina Jolie protagonista principale Mondo Universitario Pagina 12

Elne ncy, Medici Senza F ontiere e ' c i dominatori delle classifiche di preferenze e contributi LA FORMULA DELLA SOUD Nel 2013 a volon PAGINA A CURA DI ANDREA BAVIERA Non è la panacea dei mali di un Paese cronicamente portato a non tenere in giusta considerazione l'investimento nella ricerca. Eppure il cosiddetto «5 per mille», la possibilità di devolvere questa quota dell'irpef dovuta allo Stato per attività a elevato valore scientifico e sociale, è uno dei rari istituti che funzionano. Quest'anno saranno 400 milioni di euro, derivanti dalle scelte dei cittadini nella dichiarazione dei redditi 2012, a sostenere onlus, attività sociali ed enti di ricerca. Il meccanismo, è stato introdotto dalla Finanziaria 2005 dall'allora ministro dell'economia Giulio Tremonti, e finora sempre confermato. La differenza rispetto al preesistente 8 per mille è nella destinazione che, sempre a discrezione del contribuente, privilegia enti, di natura privata e pubblica, con attività in precisi settori: onlus, associazioni di promozione sociale, enti dediti alla ricerca scientifica e alla sanità, università, servizi sociali dei Comuni. L' 8 per mille, invece, può essere devoluto alla Chiesa cattolica (o ad altre cinque confessioni religiose alternative) o allo Stato. Le prime destinano parte delle somme al sostentamento del clero e parte alle attività sociali da queste promosse. Lo Stato è invece vincolato a impiegare le somme dell' 8 per mille a attività quali la lotta alla fame nel mondo, interventi in occasione di calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione di beni culturali. L'elenco dei soggetti ammessi è definito dall'agenzia delle entrate, vagliando le domande pervenute, nel caso di quest'anno, per l'imminente dichiarazione dei redditi, fra il 22 marzo e il 7 maggio. Il decreto della spending review (dl 95/2012) ha fissato a 400 milioni di euro le risorse complessive 2013 a valere sulle dichiarazioni 2012, che andranno a spalmarsi su: ricerca sanitaria e scientifica, volontariato, attività sociali dei Comuni e associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni. Il volontari ato è in genere il settore più gettonato, anche se spesso ci sono sovrapposizioni di sigle, vale a dire, associazioni che possono essere scelte in settori diversi, considerando che operano in più direzioni. Per lo scorso anno, relativamente alle dichiarazioni dei redditi 2011, sono stati onlus ed enti di volontariato ad accaparrarsi la fetta più consistente: poco meno di 260 milioni di euro, messi assieme da oltre 10 milioni di contribuenti che hanno espresso preferenza di devoluzione del loro 5 per mille verso un gran numero di soggetti, 33.522 ammessi al contributo. In cima alla graduatoria dei beneficiati Emergency, l'associazione che fa capo al «chirurgo di guerra» Gino Strada, cui sono andati 11 milioni di euro. Segue in graduatoria Medici senza frontiere, con 8,7 milioni, quindi l'associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, con 6,4 milioni. L'Airc in realtà è protagonista assoluta del cinque per mille, in quanto la si trova in testa alla graduatoria dei percettori in altre due categorie: «Ricerca Scientifica» con 34,2 milioni di contributi sul totale di 57,5 destinati a questo comparto, e «Ricerca Sanitaria», con 14,8 milioni sul totale di 54,76. Nella prima, dietro Airc figurano, sensibilmente distanziate per ammontare dei contributi, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, 3,8 milioni, e la Fondazione Umberto Veronesi, 3,3 milioni. Quarta la Fondazione Telethon, con 1,87 milioni. Cifre più contenute nel settore «Comuni», dove Roma è prima per contributi con 387 mila euro, seguono Milano con 249 mila e Torino con 178 mila, quasi 16 milioni di contribuenti hanno approfittato di questa misura da molti definita di democrazia fiscale (e che ha permesso di devolvere circa 328 milioni). Infine, la graduatoria delle associazioni sportive, con un totale di 7,5 milioni, le meno gettonate dai contribuenti: 94.500 euro per il primo dei beneficiati, che è di Messina, l'associazione Dilettantistica Polisportiva Odysseus. 37 mila euro per la Canottieri Milano, mentre prendono ancora la strada della Sicilia i 34.800 euro del terzo in classifica, l'atletico Caltanissetta. (riproduzione riservata) Mondo Universitario Pagina 13

Enti della ricerca scientifica e dell'università ammessi al beneficio dal n. scelte importo (min giuro) MIUR 1-ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO 1. 020. 009 34. 2 2- FONDAZIONE ITALIANA SCLEROSI MULTIPLA ONLUS 110. 633 3. 8 3- FONDAZIONE UMBERTO VERONESI 87.120 3.4 4- FONDAZIONE TELETHON 57.455 1.9 5- FONDAZIONE CENTRO SAN RAFFAELE DEL MONTE TABOR 26. 142 1. 1 TOTALE Enti della ricerca scientifica e dell'università 2. 449. 010 57. 6 Enti della ricerca sanitaria n. scelte importo (min giuro) 1-ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO 389.302 14.8 2- FONDAZIONE PIEMONTESE PER LA RICERCA SUL CANCRO - ONLUS 159.329 6, 0 3- FONDAZIONE CENTRO SAN RAFFAELE DEL MONTE TABOR 125. 168 5. 8 4- ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA SRL 95. 658 4. 7 5- ISTITUTO GIANNINA GASLINI 83.617 3.2 TOTALE Enti della ricerca sanitaria 2.519.844 54.8 Onlus ed enti del volontariato ammessi al beneficio 1- EMERGENCY - LIFE SUPPORT FOR CIVILIAN WAR VICTIMS ONG ONLUS n. scelte importo (min giuro) 383. 163 11. 0 2- MEDICI SENZA FRONTIERE ONLUS 263.783 8.8 3-ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA 273. 576 6. 4 RICERCA SUL CANCRO 4- COMITATO ITALIANO PER L'UNICEF - ONLUS 208.082 0, 5 5-ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE, LINFOMI E MIELOMA- 205.951 5.2 ONLUS TOTALE Onlus ed enti del volontariato 10.900.308 259.3 Attività sociali del comune di residenza n. scelte importo (min giuro) 1- ROMA 11.088 0,4 2- MILANO 5.933 0,2 3-TORINO 5.746 0,2 4- VENEZIA 3.181 0,1 5-GENOVA 2.474 0,1 TOTALE attività sociali del comune di residenza 592.326 12.5 Basta apporre la firma e un codice asta firmare e indicare il codice fiscale I dell'ente prescelto. Di tasca propria non bisogna aggiungere nulla rispetto a ciò che già si paga come Irpef allo Stato. Solo che, in questo modo, sarà possibile dare sostegno concreto a uno fra i quasi 50 mila soggetti ed enti ammessi a ricevere il cosiddetto «cinque per mille». Con quasi 35 mila sigle, è il volontari ato a fare, numericamente, la parte del leone. Ma con una firma si può anche sostenere l'attività sociale del Comune, o contribuire allo sviluppo della polisportiva di gradimento. Se poi non si ha idea, o non si conosce a sufficienza, quale specifica attività sostenere, è possibile comunque devolvere il cinque per mille, al settore piuttosto che alla singola sigla. Sarà poi operato un riparto delle somme così accantonate, proporzionale alle scelte che hanno privilegiato i diversi aventi diritto. Determinante è la firma da apporre per un solo settore e aggiungere, se lo si desidera, il codice fiscale della sigla preferita, ricerca sanitaria piuttosto che volontari ato o uno degli altri. (riproduzione riservata) Mondo Universitario Pagina 14

Dall'Agenzia delle entrate liste provvisorie degli aspiranti Son del 5 per 15 per mille 2013 muove i primi passi. L'Agenzia delle entrate ha pubblicato ieri sul proprio sito web gli elenchi provvisori degli enti che aspirano a ripartirsi una torta da circa 400 milioni di euro. I soggetti che hanno presentato domanda sono 45.603, ripartiti nelle tradizionali quattro categorie: volontariato (che si conferma il settore più affollato, con 38.301 associazioni, onlus e fondazioni), ricerca scientifica e universitaria (422 soggetti), ricerca sanitaria (103 soggetti) e associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni (7.047 soggetti). A questi dovranno essere aggiunti gli 8.092 comuni italiani, ai quali i contribuenti possono donare il proprio 5 per mille dell'irpef per sostenere attività di carattere sociale. Le liste rese noti ieri dall'amministrazione finanziaria sono tuttavia provvisorie. I potenziali candidati avranno tempo fino a lunedì 20 maggio per chiedere alla Direzione regionale delle Entrate competente per territorio di rettificare eventuali errori anagrafici. Gli elenchi corretti saranno quindi pubblicati entro il prossimo 27 maggio. Ma non è tutto. Lo step successivo va effettuato entro il 1 luglio 2013: i rappresentanti legali degli enti del terzo settore che chiedono l'accesso ai fondi dovranno presentare all'agenzia una dichiarazione attestante i requisiti di ammissione all'elenco (il modello standard è scaricabile dal sito delle Entrate). Identico adempimento deve essere effettuato dalle associazioni sportive dilettantistiche presso gli uffici territoriali del Coni, nonché dagli enti della ricerca scientifica e dell'università, tenuti della presentazione della documentazione al Miur. Infine, è prevista un'ulteriore scadenza per sanare eventuali omissioni sia riguardo alla domanda di iscrizione sia alle successive integrazioni documentali: la deadline è fissata al 30 settembre. Gli enti «ritardatari» potranno garantirsi in questo modo l'accesso ai fondi, ma saranno comunque soggetti a una sanzione di 258 euro, da pagare tramite F24 con il codice tributo «8115». Naturalmente la sanatoria è ammessa a patto che i requisiti di legge fossero già esistenti alla data di scadenza delle domande (7 maggio 2013 per il non profit e le Asd, 30 aprile per gli enti di ricerca scientifica, universitaria e sanitaria). Mondo Universitario Pagina 15

Si moltiplicano le iniziative a sostegno di chi ha patito le conseguenze della perdita del lavoro SEMPRE PIU' UNA RETE ANTI-CRISI C'è scient.?. anche la ricerca t dalla leucemia coltura PAGINA A CURA DI STEFANO CATELLANI Emilia-Romagna ha deciso di orientare progetti e attenzioni al rilancio delle attività commerciali nelle aree terremotate delle province di Modena, Ferrara e Reggio Emilia. Ma è anche il laboratorio che lega le Fondazioni a progetti specifici, sulla nuova imprenditoria sostenibile e il lavoro qualificato di tanti giovani di valore. In questa regione si sperimentano strade nuove, anche sostenendo le attività imprenditoriali. A un anno esatto dal sisma che ha colpito l'emilia, le cose da fare sono ancora tante. Destinando il 5 per mille dell'irpef alla Fondazione Giuseppe Orlando, struttura che opera proprio nella solidarietà, assistenza sociale e beneficenza, oltre che nell'istruzione, formazione e tutela dei diritti civili, si può dare un sostegno concreto alle famiglie degli imprenditori commerciali nella difficile fase del ripristino di tutte le attività e di ritorno alla normalità. Aderire è semplice: basta indicare nell'apposita sezione della dichiarazione dei redditi il codice fiscale della Fondazione Giuseppe Orlando. Fr-crru cr J1`ccrrca'eZli Di grande evidenza anche l'attività della Fondazione Banco Alimentare che nel 2012 ha raccolto in Emilia-Romagna ben 1.049 tonnellate di prodotti da destinare ai bisognosi. Il 5 per mille aiuta a sostenere la macchina organizzativa, con cui i volontari raccolgono il cibo e lo consegnano a chi è in condizioni di disagio. La Rete Banco Alimentare assiste gratuitamente 8.818 strutture caritatevoli in tutto il territorio nazionale. La loro attività assiste quasi 1,8 milioni di bisognosi. Data la crescita dei destinatari finali, a causa della crisi economica, l'obiettivo per il 2013 è aumentare le eccedenz alimentari recuperate e raccolte per consentire una distribuzione simile in volume a quella del 2012. I risultati sono concreti: con un euro di spesa la Fondazione ha recuperato e distribuito 17 kg di alimenti per un valore medio di 51 euro. Il codice fiscale della Fondazione Banco Alimentare Onlus è: 97075370151. Il 5 per mille si può destinare anche al Comune di residenza. Quello di Casalecchio di Reno (Bologna) ha deciso che, data la crisi, utilizzo prioritario dei fondi destinati dai cittadini nel 2013 saràilsostegno alle famiglie con minori che hanno subito conseguenze dalla perdita di lavoro. In tempi di spending review sulla sanità assume rilevanza anche il progetto lanciato dall'azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova di Reggio Emilia per assumere o mantenere in organico giovani ricercatori. Con i fondi così raccolti l'azienda finanzierà nuovi progetti per studiare i fattori associati alle principali malattie infiammatorie e tumorali, sviluppare l'applicazione di nuove tecnologie diagnostiche avanzate e approfondire le indagini su soggetti con caratteristiche specifiche: gli anziani, i pazienti in fase avanzata di malattia, i casi complessi dal punto di vista genetico e molecolare. Codice Fiscale dell'asmn 01614660353. Intanto l'associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e Mieloma cerca di finanziare la ricerca scientifica e il potenziamento dei servizi di assistenza domiciliare, nonché migliorare le Case alloggio Ail, realizzare interventi significativi nei reparti di degenza, nei day hospital e nei Centri di trapianto. Insomma è corposo il programma del presidente dell 'Ail, Franco Mandelli (ematologo e presidente nazionale Ail) che guida un team di medici, ricercatori, volontari (sono oltre 20 mila), pazienti, guariti o in cura, distribuiti su 82 Sezioni provinciali. I fondi che possono arrivare dal 5 per mille in questa fase sono decisivi perché i rilevanti progressi della ricerca scientifica e le terapie sempre più efficaci e mirate, compreso il trapianto di cellule staminali, hanno consentito grandi miglioramenti nella diagnosi e nella cura dei pazienti affetti da tumori del sangue. «Ma è necessario un sostegno continuo e su più fronti per raggiungere l'obiettivo irrinunciabile», spiega Mandelli, «rendere leucemie, linfomi e mieloma sempre più guaribili». Il 90% dei fondi raccolti sarà destinato alle sezioni provinciali per progetti specifici sul territorio. Sono le sezioni che accolgono il malato e la famiglia e lo accompagnano per tutto il percorso della malattia. Si occupano dell'assistenza domiciliare, realizzare e mantenere operative le Case Ail, acquistare farmaci costosi o difficilmente reperibili, intervenire nelle esigenze dei Centri di ematologia di riferimento. Il restante 10% è destinato al Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell'adulto per finanziare la ricerca. Il codice fiscale da segnalare per Ail nella dichiarazione dei redditi è 80102390582. (riproduzione riservata) Mondo Universitario Pagina 16

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Più ncerca sulla biodinamica «Cercasi giardiniere-custode biodinamico preferibilmente sposato per proprietà con giardino, orto, oliveto. Richiesta grande passione per la terra». Sì, l'agricoltura biodinamica è anche un'opportunità di lavoro e il sostegno diretto a Biodinamica, l'associazione che promuove formazione e assistenza in tutta Italia, è una delle possibilità offerte dal 5 per mille. Storia lunga quella dell'agricoltura biodinamica in Italia ma il tema centrale, secondo il presidente Carlo Triarico, resta la ricerca. Qui il made in Italy sta facendo miracoli. Migliora i suoli e ottiene buoni prodotti. I vini biodinamici, saliti alla ribalta anche di una rassegna come il Vinitaly, sono da molti considerati tra i migliori al mondo. E si vendono. Ma le ricerche che si fanno in Italia sul settore sono ancora marginali, non applicative e fatte soprattutto a spese del movimento biodinamico. Gli agricoltori hanno bisogno di collaborare con gli scienziati, invece sono stati lasciati soli. «Dobbiamo far sì che in Italia la ricerca biodinamica sia spinta a livelli mai visti», dice Triarico. Certo sono importanti consulenza, formazione e divulgazione, ma è indispensabile uno sforzo perché i più importanti atenei e istituti di ricerca italiani avviino studi di grande portata su qualità dei prodotti e gestione dei suoli. Questo oggi è possibile. Tanti i progetti avviati, anche in Emilia-Romagna, dove è attiva una sezione dell'associazione (a Rolo nel Reggiano, guidata da Fabio Fioravanti), membro della organizzazione internazionale B.D.A. proprietaria del marchio biodinamico e riferimento per chi pratica in Italia. L :Associazione, senza scopo di lucro, vive grazie al sostegno di chi produce e si nutre di prodotti biodinamici. Quindi quote associative e contributi piccoli e grandi, cruciali per organizzare convegni e iniziative culturali, dare consulenza agli agricoltori, diffondere i principi biodinamici. Nello spazio per la destinazione del 5 per mille in dichiarazione dei redditi è necessario firmare «Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni» e inserire il codice fiscale dell'associazione per l'agricoltura Biodinamica: 03665390153. (riproduzione riservata) Mondo Universitario Pagina 18