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3-t 13ibliograa Salentina 43 Guardiamo un pò nell'utile studio dell'egregio prof. Ricchioni la relazione che più da vicino riguarda noi pugliesi del Salento, e che, come abbiamo detto, fu dal Ministro Zurlo affidata ad un giovane scienziato nostro comprovinciale allora appena ventiquattrenne, Oronzo Gabriele Costa da Alessano, che fu professore all'università di Napoli, ed autore (li infinite pubblicazioni, e che divenne uno dei più grandi naturalisti d'europa. Spigoliamo, a titolo di curiosità, qualche notizia che può riuscire nuova e interessante per noi salentini. Sappiamo dalla relazione del Costa che in quei tempi, oltre alle acque solfuree di Santa Cesaria, altre acque medicinali sorgevano in provincia, quella ferrata di Soleto e quella amara ùi Galatone; oggi scomparse, alle quali non fanno cenno altri scrittori antichi e recenti, che hanno studiato il problema idrico salentino, e che pure sarebbe utile ed interessante oggi ritrovare. Lamenta il giovane scienziato la poca potabilità dell'acqua da bere, o ne dà colpa alla soppressione dei conventi, che con le ampie cisterne ben tenute provvedevano le assetate popolazioni; mentre invoca la chiusura delle bettole nei giorni festivi ad evitare che il popolo abbrutisca nelle eccessive libazioni, costando allora una carafa di vino solo 2 grane. La spesa per alimentare una famiglia popolana di cinque persone per un anno ammontava a 121 ducati, mentre il salario di un contadino era soltanto di 12 grana al giorno, cioè non guadagnava neppure il terzo di quanto era necessario per non morir di fame! L'industria casearia si praticava con metodi preadamitici: a solo il Duca di Taurisano (Lopez) ha fatto manipolare da latte di pecore gli stracchini ad uso di Milano e sono eccellenti. Una specie di cacio fiore ha fatto manipolare il Duca di Monteiasi ed è squisito. Il cado di Maglie ha gran rinomanza, e la ricotta forte è la migliore che si sparga nel Regno» L'industria del telaio casalingo era in grande onore, e solo in Taranto, Fraticavilla e Lecce si tesseva una famosa felpa, che, pur tramata in cotone aveva la morbidezza e i riflessi del velluto. Le coverte di lana di Manduria erano ricercatissime e si spacciavano per tutto il Regno a carlini 5 o 6 per rotolo. La ceramica artistica era lavorata in 18 fabbriche a Grottaglie e forniva l'argilla una cava della Mensa Arcivescovile di Taranto; altra ceramica, ma di minor pregio, usciva dalle botteghe di Laterza. La a Lana-pinna» o bisso, contenuta ín conchiglie viventi nel mar Ionio. era lavorata, con un processo speciale di cui oggi si è perduto il segreto

il 1111 i! il wird ttioi rri i i n m i r11 11; armi i 3=1; 44 rinascenza Saienikta dalle donne tarantine; e se ne facevano guanti e calze finissime che si commerciavano anche all'estero. Segue alle relazioni dei commissari di Statistica una desolante appena dice, contenente i rapporti degli Intendenti delle tre provincie pugliesi sullo «stato delle terre incolte, laghi, stagni e paludi». Abbiamo detto desolante, ma bisognerebbe avere davanti agli occhi quelle schematiche colonne statistiche per farsene un'adeguata idea. Lecee soltanto aveva 1856 moggia di terreni incolti, Calatone 2264, Laterza 2500, Mottola 7418, Taranto 2131, Carovigno 5066, Campi 1012, Francavilla 10700, Martina 1800, Veglie 3300, Brindisi 6150: oltre la metà del territorio era improduttiva o quasi tutta malarica. Con un capitolo di acute osservazioni conclusive chiude il Ricchioni il suo libro, constatando che mancanza di istruzione e difetto di capitali hanno prodotto e pur troppo ancora in parte producono in Puglia la stasi di attività economica e la mancanza di progresso agricolo e industriale. La «questione meridionale a non è ancor risoluta, e il libro del Ricchioni mette a nudo vecchie piaghe in parte non risanate. L'egregio professore ha compiuto un lavoro utile di cui gli studiosi pugliesi debbono essergli grati. N. De Simone Paladini 2. CIRO DRAGO, Corpus vasorum antiquorum. Italia: R. Museo Nazionale di Taranto. Fase. I. Roma, La Libreria dello Stato, MCMXL. Con 52 tavole fuori testo. E' questo il primo fascicolo, che riguarda. la grandiosa raccolta vascolare del Museo di Taranto, di questa monumentale collezione. (Di questa collezione sono da tempo usciti 2 fascicoli dedicati al Musco Provinciale di Lecce ad opera di Pietro Romanelli dal quale invochiamo la pubblicazione di un 30 che sappiamo già preparato). Ciro Drago ha profuso in questo primo fase. il suo buon gusto e la sua vasta e profonda preparazione archeologica e bibliografica attraverso un testo sobrio e preciso di dati. In questa silloge vi sono illustrate le seguenti ceramiche: Dell'età del bronzo: della prima età del ferro; ceramica geometrica dell' Apulia settentrionale; ceramica geometrica canosina; id. della Peucezia; id. della Messapia; id. di stile Apulo; id. di stile Lucano; id. di stile detto di Gnathia. La scelta del materiale, il nitore delle fotografie, la diffusione dei particolari più notevoli, la perfezione delle riproduzioni, onorano l'autore e l'e-

I i 11 r:1 111 h I 1'1'1 it1 Til wrilí 111111 '1` ill 1111 I il 'I YY I 11IlY 111 11111 Y 1111111 wo 1 1>Y1H i il 1`1'll Bibliografia Salentina 45 ditore e lasciano in noi il desiderio di veder pubblicati presto i successivi volumi di cui il secondo è già sotto i torchi. 3. CIRO DRAGO, Tombe greco-messapiche (Francavilla Fontana). Estratto da Notizie degli scavi di Antichità, Serie VII, Vol. II (1941), fasc. 40-50 60, Roma, Reale Accademia d'italia, 1941. Di pgg. 10, con 3 figg. E' una lucida relazione di scavi di tombe greco-messapiche rinvenute nel 1935 nel territorio di Francavilla (contrada Percettore») con illustrazione della suppellettile. 4. ANDREA MANCARELLA, Il Capo di Leuca -e la sua storia antica. In Le vie d'italia, rivista della Consociazione Turistica Italiana, XLVII (1941), 12, pgg. 1324-1335; con 18 fotografie. Interessante articolo divulgativo geografico-storico sulla zona del «Capo», integrato da molte nitide illustrazioni fotografiche. 5. GIAMBATTISTA ARNO, Il Card. Fr. Tommaso M. Ferrari O. P. Manduriano luminare della Chiesa nel 700 -- Manduria, Prem. Tip. Lacaita, s. d., ma 1942. Con ritratto del prelato. In-8 0, di pgg. 62. Profilo bibliografico del Cardinale Tomaso M. Ferrari (n. in Manduria nel 1647, morto in Rema nel 1716). 6. P. FRANO. RUGGIERI, Il servo di Dio P. Raffaele Manca S. J. Contributo per il 2 centenario della morte Taranto, Tip. Arcivescovile, 1941. In-80. di pgg. 218, con ritratto del Manca. Biografia agiografica con intenti edificanti e con narrazione di miracoli operati dal gesuita predicatore P. Raffaele Manca nato in Arnesano il 21 settembre 1693 e morto in Torricella (Taranto) il 15 ottobre 1741 in odore di santità. 7. ARTURO LANCELLOTTI, Il secondo centenario di Giovanni Paisiello. In Il libro italiano, Rassegna bibliografica generale a cura del Ministero dell'educaz. Naz. P del Min. della Cultura Popolare, VI (1941). 2, pgg. 99-109. E' un discreto articolo divulgativo sulla vita e l'opera di Paisiello. Segue una bibliografia molto sommaria e molto lacunosa e per nulla aggiornata. 8. G. FETRAGLIONE, Per la storia della Disfida di Barletta: Grajano d'asti, In Iapigia, XII, 3, pgg. 179-187. A proposito della pubblicazione di D. Zueàro sulla Disfida di Barletta,

46 ckinascenza Salentina (Torino, rassegna mensile della città, XVIII, 3) il Petraglione esamina le fonti adoperate dall'autore fra cui la famosa De pugna tredicim di A. Galateo, stabilendo definitivamente l'autorità, la veridicità, le conoscenze sicure dell'umanista salentino discusse con leggerezza dallo Zucàro. 9. PASQUALE MORINO, Ceramica pugliese. In Cellini, Rivista dell'artigianato italiano, a. I, n. 10, p. 47-49, con 6 illustrazioni. E' un breve saggio sulla ceramica salentina, in cui si ribadiscono concetti già espressi da N. Vacca sui suoi caratteri. Si ferma specialmente su Grottaglie e sui ceramisti attuali. Qualche inesattezza va rilevata allo scopo di non perpetuare errori: dove ha trovato notizie dei centri ceramici di Ginosa ed Oria? 10. GIUSEPPE PETRAGLIONE, Stoppani in Puglia. In Gazzetta del Mezzogiorno, LIV, 287, p. 3. Si parla argutamente della visita che. Antonio Stoppani fece a Lecce nel 1874. 11. P. Coco, S. Francesco in Puglia. Tradizioni e leggende. In Luce sera fica di Napoli, XVII, n. 5, p. 100; n. 7, p. 148. 12. ID. ID., I FF. MM. Cappuccini in Taranto e Provincia, In L'Italia francescana, di Roma, XV, n. 5 e 6; XVI, n. 1, 2 e 6. 13. GIOVANNI ALESSIO, Nuovo contributo al problema della grecità dell' Italia meridionale. In Rendiconti del R. Istituto Lombardo di scienze e lettere (Classe di lettere e scienze morali e storiche) Vol. LXXIV, 5 0 della serie III, fase. 2; Milano, U. Hoepli, 1940-41, pagg. 631-706. L'A., dopo una breve introduzione sugli aspetti della grecità italiana meridionale (Calabria e Salento, zona greco-otrantina) ed una rassegna sul cognome romanzo nel «Sillabus' del Trinchera, passa ad una ampia revisione del materiale linguistico adoperato da Gerardo Rohlfs nell'etymologisehes W5rterbuch. Alt 14. FRANCESCO RIBEZZO, Italia e Illiria preromana. Estratto dal volume Italia e Croazia, Roma, R. Accademia d'italia, 1942; di pagg. 83. Importante lavoro sulle relazioni storiche e corrispondenze linguistiche onomastiche e toponomastiche tra le due opposte sponde dell'adriatico e spe-

! 1111111 Tri Fil H1'1' g',1111111fil 111 11i11Yi Bibliografia Salentina 47 cialmente tra l'apulia e l' «Se anche questa corrispondenza di nomi, a causa di mutamenti etnografici o della stessa struttura demografica intervenuti nella vita e nella storia indipendente delle due coste, non è totale e completa, resta sempre l'impressione che ad una determinata epoca gran parte dell'anagrafe etnica, demotica, familiare, personale della costa illirica si sia trasferita su quella italica». E di ciò dà un'ampia dimostrazione alla fine del lavoro che è frutto e sintesi di oltre un quarantennio di studi illuminati fatti dal Ribezzo sull'argomento. ETTORE BIGNONE, La leggenda di Romolo nella più antica poesia latiner In Giornale d' Italia, a. 42, N. 108, p. 3. L' A. parla di Ennio e del suo poema gli Annali. «Questo seinigreco della Maglia Grecia... concepiva il magnifico disegno di fare ciò che nessun poeta greco aveva ancor fatto : un poema in cui eroe non fosse un grande guerriero del mito, ma un popolo intero, il vero eroe sub specie temporis della magnifica epopea, da Roma 'scritta, con le stesse sue conquiste, nelle pagine dei secoli.. E si sofferma sulla leggenda di Romolo e della origine di Roma cantate nel primo libro degli Annali di cui traduce ampi frammenti. 16. DOMENICO DE Rossi, Origine e storia di S. Nicola. In Giornale d'italia, a. 42, n. 77, p, 4. uon articolo sul Comune di S. Nicola presso Gallipoli. Alle notizie note pubblicate dal Can. Francesco D'Elia, l' A. ne aggiunge molte altre inedite. 17. GIUSEPPE PALUMBO, Una pietra fitta che scompare ed una leggenda che tramoldo. In Giornale d' a. 42, II. 107, p. 4, C041 una fotografia. L' A. dà notizia-della scomparsa della «pietrafitta» di «Croce grande. in territorio di Carpignano, abbattuto da vandalici cercatori di tesori. La fotografia inserita nell'articolo ne conserva il ricordo. S'invoca una maggiore vigilanza su questi misteriosi e singolari monumenti sparsi nelle nostre campagne che si vanno sempre più diradando. 18. DOMENICO DE Rossi, Giornali e giornalisti gallipolini del secolo scorso. In Giornale d'italia, a. 41, n._. 293; 9 dic.. 1941, p. 4. L'A. aggiunge notizie a quelle già note nel Repertorio di N. Vacca sui Giornali e giornalisti. salentini.

iilmniliil1yyliw 48 Rinascenza Salentina 19. GIUSEPPE PALUMBO, Tradizioni leccesi: 11 pesce d'aprile. In Giornale d'italia, a. 42, n. 83; 7 aprile 1942, p. 4. Curiose usanze popolari leccesi sul pesce d'aprile: riporta letterine che si scambiano i giovani innamorati. 20. CIRO CAFFORIO, Vicende e curiosità feudali di Grottaglie al tempo di S. Francesco de Geronimo. In Voce del popolo di Taranto, a. 59, ti. 1; 6 gennaio 1942, p. 3. 21. LUIGI ABATANGELO, Un ignorato gioiello dell'arte bizantina in Puglia: la Cripta di Mater Domini a Massa fra. Ivi. 22. -- EGIDIO BAFFI, I nomi ai rioni di Taranto. Ivi, a. 59, n. 2-3, p. 3. Rievoca i rioni della Taranto greca. 23. FRANCESCO DE MEO, Bonaventura Morone. Ivi, a. 590, n.i 2-3; 6; 12. 24. EGIDIO BAFFI, Taranto antica: Le porte del Mar piccolo dell'acropoli greco- romana e la leggenda della «Loggia di Pilato». Ivi, a. 59, n. 6, p. 3. 25. - LUIGI ABATANGELO, Simone a Massa fra. Ivi, a. 59, n. 7, p. 3; Le antiche pitture nella Cripta di S. Simone. Ivi, n. 10, p. 3. 26. FRANCESCO RUGGIERI, Per una storia di Taranto: Considerazioni ed ipotesi sui primordi della città. Ivi, a. 59. n. 62, p. 3. 27. LUIGI ABATANGELO, Le Cripte bizantine a Massa fra: S. Croce. Ivi, li. 13, p. 3. 28. EGIDIO BAFFI, Taranto antica: Le grotte sepolcrali dei Siculi. Ivi, n. 14, p. 3. 29. ID. ID., L'acquedotto del Triglio. Ivi, n. 15, p. 3; L'acquedotto di Triglio fu opera greca o romana?. Iví, n. 16, p. 2; Particolarità e vicende dell'acquedotto di Triglio. Ivi, n. 19, p. 3. 30. ANTONIO CAPRI, Giovanni Paisiello operista brioso. Iu Tomori, quo. tidiano fascista d'albania, a. I, 107, Tirana, 13 luglio 1941, p. 3 (Edizions italiana). ' Interessante ed acuto articolo critico. N. V.