10 luglio 2013 PAG. V. A Bubrio Senza lavoro, tenta il suicidio Lo salva la moglie in extremis



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PAG. V A Bubrio Senza lavoro, tenta il suicidio Lo salva la moglie in extremis Ci sarebbero anche problemi di natura economica dietro il tentativo di suicidio di un 44enne, che lunedì sera ha tentato di impiccarsi nella sua abitazione di Budrio, nel Bolognese. L uomo è stato salvato da carabinieri e vigili del fuoco, entrati sfondando la porta nel bagno dell appartamento, dove si era chiuso a chiave dopo avere detto alla moglie: «Voglio farla finita». E stata la stessa donna a chiamare i soccorritori, che hanno trovato il 44enne già appeso per il collo, con la cintura di un accappatoio. Non era in condizioni gravi, ma è stato portato in ospedale, sedato e trattenuto per accertamenti. A quanto si è appreso, l uomo è disoccupato e tra i motivi che lo hanno spinto al gesto ci sarebbero anche le difficoltà economiche dovute alla mancanza di un lavoro.

PAG. 9 Il Comune: sgravi fiscali a chi non installa videopoker La giunta ipotizza incentivi su Tares e Imu di Francesco Rosano La giunta di Palazzo d'accursio prova a combattere la ludopatia e la proliferazione di slot e videolottery sotto le Due Torri con le armi, spuntate, che la legislazione nazionale gli concede. «Stiamo pensano a incentivi su Imu e Tares per quegli esercenti che non installano le macchine per il gioco elettronico nei propri locali», spiega l'assessore alla Legalità e al Commercio Nadia Monti, che conta di definire per settembre le misure anti videolottery insieme agli altri colleghi di giunta coinvolti dal fenomeno. «Dopo mesi di ritardo finalmente si muovono commenta la leghista Lucia Bergonzoni speriamo che anche questi annunci non restino lettera morta». Risale a due mesi fa l'allarme lanciato a livello nazionale dal Cnr, secondo cui ci sarebbero addirittura tre milioni di persone a rischio ludopatia in Italia. I numeri che arrivano dal territorio hanno molti meno zeri, ma testimoniano di un fenomeno in continua ascesa. In Emilia-Romagna, dal 2010 al 2012, il numero di persone che si sono rivolte al Sert per dipendenza da gioco sono aumentate del 57,3% passando da 640 a 802. Una crescita simile (54,3%) si è registrata anche a Bologna, dove i casi di ludopatia seguiti dal Sert sono passati dai 35 del 2010 ai 54 dello scorso anno. Sotto le Due Torri esistono anche due associazioni di giocatori anonimi, che in media ospitano ognuna 25 persone alle proprie serate. È stato probabilmente il suicidio di un diciannovenne campano dipendente dal gioco d'azzardo, però, a scuotere davvero la giunta Merola e spingerla ad affrontare in modo più compiuto il tema. «Un episodio sconvolgente», dice l'assessore Monti, presentando l'esito della discussione di giunta sul tema ludopatia. L'esecutivo Merola chiederà infatti al consiglio comunale di autorizzare il primo cittadino a sottoscrivere il «Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo», presentato il 14 gennaio scorso a Milano. E in contemporanea avvierà un gruppo di lavoro tra diversi assessorati per definire degli strumenti di contrasto al fenomeno. «La nostra ipotesi è prevedere degli incentivi fiscali per chi non installa videolottery e slot machine, senza una legge nazionale ad hoc non possiamo imporre divieti», spiega Monti, sottolineando che Palazzo d'accursio si avvarrà anche degli strumenti messi a disposizione dalla nuova legge regionale contro la ludopatia. «Siamo preoccupati, le sale giochi di videolottery aprono con una frequenza incredibile e noi non abbiamo strumenti per impedirlo sostiene l'assessore si creano anche situazioni allucinanti, con sale giochi che aprono a fianco dei compro oro». In attesa di vedere gli incentivi fiscali anti videolottery che il Comune vuole lanciare a settembre, arrivano però le critiche del Carroccio ai tempi della giunta Merola. «Ci sono voluti mesi di attacchi in consiglio e commissioni sottolinea la consigliera della Lega nord Lucia Borgonzoni l'importante è che adesso di mettano davvero in atto misuro che contrastino questa piaga sociale. Se Merola non ha ancora firmato quel manifesto, forse, è perché nemmeno lo conosceva».

PAG. 12 Le Merlani per i profughi In cinquantuno trovano casa Una casa quasi, 23 mesi dopo il loro arrivo a Bologna in fuga dalla guerra libica. Per 51 rifugiati del Nord Africa si aprono le porte dell ex scuola Merlani, in via Siepelunga. Due settimane fa un gruppo di associazioni ha, infatti, firmato una convenzione col Comune per l utilizzo di un anno di quello che finora è stato uno spazio abbandonato. Così è partita una staffetta di volontariato per risistemare i tre piani del fatiscente istituto. C è ancora molto lavoro da fare, ma non manca la fiducia: «Contiamo di poter trasferire i migranti a breve spiega il portavoce Lorenzo Alberghini siamo grati all amministrazione ma questo deve essere il primo passo per l integrazione nella nostra città». Ciascuno sta portando in dote le proprie capacità e grazie a questo si è potuto ristrutturare l edificio a costi contenuti, anche se rimangono alcune emergenze come la grave carenza di servizi igienici, solo quattro. Le porte delle Merlani verranno aperte domani, per un aperitivo alle 18.30 a cui seguirà un assemblea pubblica.

Link: http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2013/07/09/news/cosi-i-giovani-tornanoa-lavorare-la-terra-1.7394976 Così i giovani tornano a lavorare la terra Le storie di chi ha fatto una scelta controcorrente : tanti sacrifici e rischi. «Ma io creo la vita» spiega Federica, 29 anni di Felicia Buonomo «Quando lavoro la terra, creo la vita». In questa frase è racchiusa tutta la passione e la magia di fare l'agricoltore. Un mondo ai più sconosciuto, fatto di sacrifici, di fatiche, ma anche di gioia, quella di trasformare ciò che arriverà sulle nostre tavole, portando alto l'orgoglio del Made in Italy. Ma il cliché ci porta ad un immaginario fatto di anziani e curvi agricoltori. Ma non è così, sui trattori, al lavoro tra i campi, o tra gli animali, ci sono anche giovani mani. Ragazzi che hanno scelto di rinunciare ad una vita normale per lavorare la terra. Perché «noi siamo quello che mangiamo» è il mantra di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e più degli agricoltori nessuno può saperlo. Federica Previdi ha 29 anni, oggi è delegata dei Giovani Impresa Coldiretti di Modena. La sua storia inizia otto anni fa. Dopo il liceo ha passato un periodo come volontaria nel servizio civile, poi ha deciso cosa avrebbe voluto fare da grande: l'imprenditrice agricola, seguendo le orme di suo padre. «Ho deciso di provare racconta la Previdi e oggi, dopo otto anni ho intestati a me 27 ettari di terreno con frutteti di pere. Oggi con la mia azienda agricola Bardella a Massa Finalese produco più di 5mila quintali di pere e sono più felice che mai». Certo non è semplice, si lavora sette giorni su sette. Ma Federica è più che mai convinta. «Se tornassi indietro prosegue lo rifarei. Grazie a questo lavoro ho imparato a guardare la vita in modo diverso, a capire l'importanza delle piccole cose, anche se è un lavoro che porta a tanti sacrifici. Non ce ne rendiamo conto, ma quello che arriva nelle nostre tavole è frutto dei nostri sacrifici, di chi come me lavora la terra ogni giorno. Se dovessi spiegare ad un bambino, come la mia sorellina di sette anni, cosa significa lavorare la terra gli direi: creare la vita». Una passione, forse di più, uno stile di vita. Che ti porta a combattere anche quando la natura ti è contro. L'azienda di Federica è a Massa Finalese, lei abita a Finale. Nel maggio del 2012 il terremoto le ha fatto visita. Ha dormito quattro mesi fuori casa e il suo capannone agricolo è stato danneggiato. «Sono contenta di essere emiliana racconta Federica perché come tutti i miei concittadini mi sono rimboccata le maniche. A me le sfide piacciono. È stata una sfida anche cominciare a fare questo lavoro, un ambiente molto maschile, fatto di uomini, che spesso non ti danno credito. Perché fare l'imprenditrice agricola ti educa a certi valori, come il rispetto dell'ambiente, senza la terra non avrei mai potuto capirne l'importanza». Di storie di giovani agricoltori ve ne sono molte. Spesso generate dalla crisi. La perdita del lavoro ti porta a reinventarti e molti hanno scelto la terra per vivere la loro nuova vita. Molti

hanno deciso di rilevare le aziende dei nonni, anche sei i genitori avevano scelto tutt'altra vita. È il caso di Giulia Bernabei, 34 anni, titolare dell'azienda agricola Il Ciliegio di Riccò di Serramazzoni, dove (tra le altre cose) coltivava quelle varietà di pere e mele che aveva piantato suo nonno e che oggi sono considerati frutti dimenticati. A 19 anni ha scelto di fare la coltivatrice diretta. Ma solo due anni fa è riuscita a rilevare l'azienda di suo nonno. «Non è facile spiegare perché ho fatto questa scelta racconta Giulia forse è stata una follia. Perché le difficoltà sono tante. Spesso lavori senza prendere stipendio. Come lo scorso anno, una grandinata di dieci minuti ha rovinato il lavoro di un anno e non ho potuto raccogliere niente». Giulia coltiva frutta, ma ha anche un laboratorio di trasformazione della frutta e tra breve aprirà anche un laboratorio di trasformazione della soia. Ma a colpire, andando tra i suoi campi, sono queste varietà di mele e pere antiche (la mela rosa romana, la lavina bianca, la mela musona, solo per citarne alcune). «Tutte pere e mele racconta Giulia che ha coltivato mio nonno e che io ho preservato. Sono qualità di mele e pere che non si trovano più. Oggi la grande distribuzione punta su prodotti più vendibili, anche più belli da vedere. Ma non sono certa che siano anche più buoni». Giovanissimo anche Luca Poletti, 29 anni, titolare dell'azienda zootecnica Poletti di Villafranca di Medolla. Quando aveva 21 anni i suoi genitori vengono a mancare. E così ha scelto di prendere in mano l'azienda di famiglia. Ora con le sue mucche produce latte per il Parmigiano Reggiano, nonostante abbia subito, lo scorso anno, il dramma del terremoto. «Se non hai passione non fai questo lavoro racconta Luca io l'ho sempre avuta, fin da piccolo, anche se non è sempre facile. Gli animali devono mangiare tutti i giorni e quando c'è un'emergenza, non conta che sia Natale o Ferragosto, devi scappare in azienda e lavorare. Quando è venuto a mancare mio padre non ho avuto dubbi e oggi sono contento di aver rilevato l'azienda».

Link: http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/07/10/news/berco-thyssen-non-mollaconfermati-i-611-esuberi-1.7393251 Berco, Thyssen non molla Confermati i 611 esuberi Copparo. Ieri al ministero del lavoro l ennesimo vertice tra proprietà e sindacati Nardini (Fiom): «Servono proposte più chiare». Lunedì le parti si rivedranno di Marcello Pulidori COPPARO. Ormai diventa difficile anche definirla, questa interminabile saga che riguarda la crisi Berco, la grande fabbrica metalmeccanica. Ieri al ministero del lavoro si è tenuto l ennesimo vertice tra la proprietaria tedesca ThyssenKrupp e i sindacati, alla presenza di Vasco Errani presidente della Regione Emilia-Romagna. Non si vorrebbe parlare di altro incontro di approfondimento, ma purtroppo sembrano questi, malgrado il grande impegno del sindacato, i termini più adatti a definire questa trattativa senza fine. Una notizia (ma sicuramente non positiva) a dire il vero c è: anche ieri (era presente finalmente l ad di Berco, Lucia Morselli) la multinazionale con sede a Essen ha confermato di non voler recedere dall intenzione di porre in atto i 611 esuberi (nei quattro stabilimento Berco) a spese dei lavoratori. «Hanno detto che vogliono ragionare e trattare fino all ultimo giorno utile - ha dichiarato, raggiunto al telefono, Mario Nardini, leader provinciale della Fiom Cgil, presente al vertice di ieri assieme ai colleghi Gallottini della Uil e Rizzo della Cisl -, ma certo non siamo usciti dal ministero particolarmente soddisfatti». Chi pensava che la trasferta/protesta ad Essen degli operai avesse già sortito novità positive, per ora viene quindi smentito. Altra novità è la convocazione di un nuovo incontro, sempre - come ieri - al ministero del lavoro: le parti si rivedranno lunedì prossimo. Secondo quanto filtrato dalle maglie fitte del post-incontro, la proprietà avrebbe dichiarato di voler tagliare la contrattazione aziendale. Tradotto dal sindacalese, significa che Thyssen intende ridurre le voci della contrattazione, vale a dire premio di risultato e altre indennità a favore degli operai. Il parere del sindacato è quello di ritenere ancora non chiare le proposte di Thyssen. Su questo punto Nardini è stato netto: «Nei prossimi incontri - ha detto - ad iniziare da lunedì prossimo, chiediamo alla proprietà di spendersi realmente a favore di risultati concreti». Sempre ieri è intervenuto anche Nicola Rossi, sindaco di Copparo: «Già dal viaggio ad Essen - ha detto il primo cittadino -, parlando con gli stessi operai, era nata l idea di poter convocare un consiglio comunale aperto. Sono favorevole, - ha chiarito Rossi - ma si tratta di un passaggio che necessità dapprima di un approdo nella conferenza dei capigruppo e che comunque potrà esserci se vi saranno novità». Consiglio comunale aperto che sarebbe caldeggiato anche dal comitato Amici della Berco.