Liceo scientifico G. Galilei - Trento. Si ricomincia. con tutti voi. Certo non mancheranno le seste ore, gli incontri e le mail, ma se mi vorrete



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Liceo scientifico G. Galilei - Trento NOVITà! Si ricomincia N. 1 a.s. 2006/07 Mi chiamo Carlotta e sono la nuova direttrice de La Voce. Ecco, l ho detto! È tutta l estate che penso e ripenso a come cominciare il mio primo editoriale in modo dignitoso E alla fine ho optato per una banalissima introduzione stile tema mi presento da prima liceo. Mi è parsa la soluzione più diretta ed efficace, senza inutili giri di parole e fronzoli vari. Come purtroppo avrete notato le vacanze sono ormai un ricordo e ci aspetta un duro e lungo anno di scuola (Non preoccupatevi, l ho detto solo per tirarvi su il morale!). Le novità non sono certo mancate, anche se le certezze di questa scuola sono rimaste: ebbene sì, il famoso test di Cooper non è stato ancora abolito! Dicevo Quest anno è cominciato con un sacco di novità per tutti noi, anche troppe per quanto mi riguarda! Eh sì, perché oltre al cambio di preside e vicepreside e al ruolo di caporedattrice, mi ritrovo pure in casetta, per di più senza cinque compagni di classe che sono partiti per l anno studio all estero. È stato un po triste cominciare senza di loro E per la casetta che dire, è un bel disagio per il giornalino non poter essere a contatto con tutti voi. Certo non mancheranno le seste ore, gli incontri e le mail, ma se mi vorrete rintracciare dovrete affrontare la lunga marcia Naturalmente ci sono anche metodi più tecnologici, l importante è che vi facciate vivi! A proposito di giornalino... Parliamone! Prima di tutto vorrei dare il benvenuto a chi legge per la prima volta le pagine de La Voce E non parlo solo dei ragazzi di prima, anche se è a loro che va il mio saluto più grande. Spero davvero che la nuova grafica vi invogli a leggere con più interesse questo storico giornalino e soprattutto mi auguro che abbiate voglia di renderlo un pochino vostro. E questa è l idea da cui si è sviluppato il nuovo logo, ovvero la mano. Diciamo che vorrebbe essere l impronta di ogni studente Per chi ancora non lo sapesse, chiunque può far parte della redazione (e di aiuto c è sempre bisogno ) o semplicemente inviare articoli e risposte. Qualsiasi cosa vogliate dire non preoccupatevi: lo spazio non manca, e, soprattutto, aprite bene le orecchie, sentitevi liberi di esprimere le vostre idee. Come avrete notato all entrata della scuola ho messo una cassetta della posta, in cui mi auguro imbucherete qualcosa Anche messaggi se volete, l importante è che non sia niente di offensivo. Per il resto Sbizzarritevi! So che tanti pensano che La Voce sia un giornalino troppo serio, ma sappiate che di questo possiamo solo essere fieri. Sì perché grazie al duro lavoro dei precedenti direttori, in particolare di Andrea Bonetti (Bluesky), il Galilei può vantarsi di avere un vero giornale, il nostro giornale. Quindi non posso che ringraziare chi mi ha dato questa fantastica opportunità e sperare che vada tutto per il meglio. L idea è quella di uscire con un numero al mese e questo dipende da voi. Ho un sacco di idee in mente e mi auguro che nel corso dell anno La Voce riuscirà a stupirvi sempre di più. Comunque vedrete che non mancheranno pagine più leggere, datemi solamente un po di tempo Ok, penso che possa bastare! Vi lascio al resto e concludo augurandovi un anno meraviglioso, soprattutto a chi è alle prime armi e a chi lascerà presto questi corridoi Ciao!!! Carlotta Se mi cercate... tota@rebalton.com 3408331767 Classe 4B

Pg. 1 Pg. 2 si ricomincia... perle dall alto Pg. 3 driiiiiiiiiiiin!!! Pg. 4-5 l angolo del dialetto: Maya Pg. 6-7 che senso ha la vita? Pg. 7-8 mi dica semplicemente come si sente Pg. 9 libertà - poesia Pg. 10 amore e cenere Pg. 11 perle dal basso - poesia Pg. 12-13 intervista: esistono anche loro gli esuli della casetta! - poesia latina - poesia Pg. 14-15 l 11 settembre cileno - poesia Pg. 16-17 intervista a Matteo Anesi Pg. 18 Pg. 19 Pg. 20...e se non fosse Moggi l imbroglione? come cambiammo nome al rugby vademecum del primino Prof. Scagnol: Veltre, sembri Rambo che sta per dire Arianna! (??? Forse voleva dire sembri Rocky che sta per dire Adriana..) Prof. Lorenzi: dunque, parlando della concezione politica di S.Tommaso...aprite un finestra Valeria apre la finestra... prof: ma no! Intendevo una parentesi! A fisica: ecco ragazzi, potete vedere come la corda che vibra assuma ora una ben nota forma (Risate)...il due di spade! Prof. De Eccher: mi hanno proclamato la migliore prof del mondo! Alunno: Chi l ha proclamata? Prof. : mi sono autoproclamata! Prof. Romagnoli: ora parliamo dell isotopia...che non è l uguaglianza tra i topi!! Prof. Boso: allora, se ho una cassetta con 50 mele, come faccio a calcolare quante mele ci sono? (a occhio e croce dovrebbero essere 50 ) Prof. Dori (arte): ah, il pessimismo adolescenziale...o rosa o nero...rosa, confetto...nero, singhiozzo di un pesce morto! Maglietta del prof.meroni: Nobel, ma nemmeno Brut! Prof. Lorenzi: in libreria c è l offerta paghi 3 prendi 2. (allora corro a comprare )

AND&CATE Come una sveglia che bruscamente ci porta via da un dolce sogno, il fatidico suono della campanella del primo giorno di scuola è il segnale che più di ogni altra cosa è capace di sbatterci nuovamente nella realtà scolastica, facendoci rivolgere le spalle alla calda estate. Tre mesi spensierati, divertimento ma anche tanta tranquillità, con i libri chiusi nei cassetti ( poverini.. dopo un anno di duro lavoro anche per loro una meritata vacanza.. ).. una lunga parentesi che racchiude certi momenti che solo l estate può riservare, ma ora che si è chiusa sembra quasi che non si sia mai aperta da tanto è passata velocemente.. questo drin pare essere la continuazione del breve suono che ha dato fine allo scorso anno scolastico. Chi però sotto sotto non è almeno un po esaltato dal primo giorno di scuola?... No, eh? Ma dai.. rientrare nell ambiente scolastico con i bei ricordi annessi e connessi.. alla fine non è poi così male! Il suono della campanella sottolinea una varietà di intense emozioni.. l esitazione nel fare il primo passo nel Liceo dei ragazzi di prima, l inquietudine negli occhi di coloro che a fine anno affronteranno gli esami di Stato, i baci e gli abbracci nel ritrovarsi dopo tanto tempo, lo sguardo rassegnato di chi dovrà da subito lavorare duro per il recupero dei debiti, le occhiate furtive lanciate verso i nuovi volti. I dieci minuti che seguono mostrano il lato più animale dello studente medio.. un devastante caos che si diffonde in un attimo per la scuola. Mille ragazzi vagano per i corridoi in cerca della propria classe o di quella di amici, si fermano a chiacchierare sulle scale generando ingorghi paragonabili a quelli della Firenze - Bologna nei weekend estivi, vanno alla caccia delle macchinettebar o della postazione della Signora dei panini, ormai noti luoghi di aggregazione nello stacco tra le ore di lezione. Una sorte assai diversa tocca però ai ragazzi di quattro classi, che invece di salire quei quindici scalini che portano al portone principale, si devono avventurare lungo la tortuosa strada che porta alla tanto temuta Casetta. È lassù che passeranno l intero anno scolastico e questo fa di loro gli esuli del Galilei. Il crudele gioco della roulette che ogni anno disegna la nuova disposizione delle classi sta diventando sempre più oggetto di generale preoccupazione, con la comprensibile speranza d ognuno di noi che questo triste destino tocchi a qualcun altro. Come ogni inizio d anno che si rispetti non sono mancate le novità: dopo un lungo mandato di ben otto anni il professor Latino e la professoressa Andreatta hanno abbandonato i ruoli rispettivamente di preside e di vice preside della nostra scuola, lasciando scoperte le cariche di summa potestas. La targhetta all ingresso della presidenza infatti, riporta ora il nome della professoressa Corsini, ex dirigente del liceo classico Prati, mentre quella sulla parete opposta mostra il nome del suo braccio destro, la professoressa Della Pietra, a sua volta appoggiata dai professori Waller e Lurgio. Come si destreggeranno questi nostri Fantastici 4 fra le insidie che incomberanno durante il lungo anno scolastico?! Speriamo che riescano a raggiungere giugno incolumi Non dimentichiamo che questo drin è stato soltanto il segnale d inizio, come lo sparo ai blocchi di partenza, della nostra maratona scolastica. Il traguardo è ancora lontano, ci sono tanti ostacoli da superare tra interrogazioni, temi, valanghe di compiti e magari anche qualche brutto voto, non mancheranno i momenti difficili ma è il superare le difficoltà, scolastiche e non, che ci rende di giorno in giorno sempre più maturi. Solo quando raggiungeremo il traguardo, e, assaporando quel momento ci volteremo indietro a guardare il percorso compiuto, capiremo che ne è valsa la pena! Dopo queste perle di saggezza con la specifica finalità di non farvi perdere d animo già dal principio, non ci resta che augurare a tutti voi un anno scolastico felice e ricco di soddisfazioni

a I diss che le pegole le ghe capita sempre ai altri, o comunque a nisuni de quei che ghe se vol ben. Miga sempro del tut propri vera. Ades ve n conto una de carine. Mi e n nutrito sciap de studenti tuti de chi al Galilei sen nadi en Inglandia st istà ala fin de agost, anca se lavia aven trovà anca quatro lesi del Da Vinci. L è stà da sbararse dal rider, gnanca da creder, ne sen divertidi come i mati fin al ultim dì. De solito divertirse fin al ultim dì vol dir che va tut liscio e se se diverte senza eccezion. Nel caso specifico, nveze, l vol dir che la sera del ultim dì ne sen divertidi en po de men. Cioè, ne sen ben divertidi, ma sol fin an certo punto. Un dei giochi pù n voga del moment l era quel de organizarse en doi per rebaltar en terzo che se trova sol de mez. Per comodità alego due immagini illustrative. Nel immagine 1 vedè el paiaz (P) che ghe fica en buton con na certa forza F b del buton al por laor (L). Por laor perché el le ciapa gratis, non tanto come cattiveria. Fin chi saria masa facile, ma ariva la complicazion: el colega (C), appostato a 90 de drè al por laor, el fa sì che elo nol poda nar en drè coi pei, ma sol en dreoschena. Nell immagine 2 vedè el por laor che va giò come en pantaz, el colega ancor a 90 e l paiaz che ride come en paiaz. No l se ciama così per niente, nsoma. A mi sto mister i me l ha fat na volta, po son deventà catif e no i m ha pù tocà, perché no gh è gusto e perché dopo i le ciapa. Gh è de quei che- nveze è stà molto getonà. Ho pers el cont de le volte che i ghe l ha fat ala Maya quela sera, ma almen quatro en mez ora. La prima l è nada giò che l è stà n spettacolo, la seconda me la son persa, la terza l è stà da spanciarse, la quarta en po de men. Come l è rivada n tera ha scoperto tuti che la g aveva problemi da non poco ala schena che no la g aveva ncor sistemà. Poreta, l era lì cosita en tera de fiank che no la se moveva e la seguitava a sbreghelar; chiaramente i s ha trati tuti mmuciadi a veder se la steva ben cioè, quanto mal che la steva. Come stat? Ghe set? Ghe la fat a levar? Tuti lì ntorno come la fuss chisà che meraviglia incredibile che no i averia podest pù veder. Ela per tuta risposta la caciava sbregheli a maneta e la g ha vù reson. Dopo è arivà puntuale n altra domanda intelligente: chi elo stà l paiaz? Chi erelo l colega che voi l autografo? Dai nsegneme anca a mi! E quel altra l era lì così che la caciava tante de quele maledizion che se demò la metà le fuss arivade a destinazion a stora saresen quasi tuti morti. Roba che quando son arivà a casa me mama la m ha domandà se l era dei nosi che cigava che la l ha sentuda a star chi. Dopo, al spavento e ala meraviglia iniziale s ha sostituì el panico totale. Gh era lì doi o trei che sosteneva de eser i so migliori amici e che quindi era lori che doveva sistemar la situazion. Tuti che ghe ciamava ala mama per domandarghe che far, perché mezi i g aveva la mama medico. Gh era talmente tanti co la mama medico che no ne sen pù capidi. La Maya n tera che sofriva come na mata. En po che l era strof, en po che gh era tut el mucio n torno, fato sta che no g ho ben capì chi che g era lì, ma s è sentì benon che gh è stà qualche dun de gran cor e co la testa al so posto che sbreghelava, tant è vero che per darghe na man l era lì che l seguitava a dighe su ala Maya de mover le gambe per veder se le neva. Una la se moveva, ma l altra no. Sicchè l unica l è stà moverghela a forza. No ve digo i urli dela Maya. A n certo punto, tra l generale disappunto de tuti quei che se ricordava quel che de solito dis quei dela Croce Rossa, se sente

na voce che ciga: Giratela! La roba pù bela l è che i è anca stadi boni de gatar qualche dun de disposto a voltarla. Facilmente l era qualche dun che la odiava e che l g ha provà a coparla. Gh era n gazer pauroso: mi che cercavo de tirar via la gent da ntorno ala Maya per farla respirar, perché ghe mancava demò che la svegnesa, el Gamela l era mez bevù e no ve digo n che stato de depresion l era, l Alby l era lì co la cica che l ficava bestieme a maneta co la Karate Kid che ghe spiegava la teoria del fil dela schena che se desfa. Siccome i era tuti dre a sbarar paiazzate a maneta e la se sentiva esclusa, la Maya la g ha domandà de darghe na man a levar. Vara volevo dirghe set sema o vot morir? Miga per cativeria, ma perché ghe voi ben, aven avù grandi aventure nsema ( l Claus e l Cesco i ne n sa qualcos) Ensoma sta mbranada la leva, la saltella su un pè perché l altro no l va e la se torna a sdravacar en mez al prà. En quela è arivà i inglesi. A posto, ghe mancava demò che qualche dun se trovasa tacà su sora coi pei per aria soto n albor. Notoriamente ndè che sen nadi noi i nglesi i feva la caccia al tallian. E de solito se i ne n trovava i li slegnava anca. Enveze g aven avù fortuna che l era familiari de n nos amico e i n ha dat na man. I Ha capì tut e i g ha ciamà l ambulanza. No i l avessa mai fat! La Maya la g ha tacà a ficar cighi perché no la voleva l ambulanza, roba che a momenti i vegneva a cercar chi che sclerava. Da l altra banda gh era quei che no i voleva ciamar l ambulanza perché i g averia fate l paloncino e saresen finidi n le rogne. Me astengo dal comentar perché poderia eser catif. Entant specifico che mi no bevo, ma, miga per far l eroe, me saria asunto la responsabilità de tuti i ciuchi che gh era pitost che lasar la Maya en tera a quele condizion. Moral de la favola l ambulanza l è rivada, i l ha portada al ospedal e l è stada lì do dì. Qua aprofito per domandarghe scusa se no son mai nà a gatarla, ma penso che a nar tuti prima o po la saria sciopada. El dì dreo sen tornadi a casa. Do ore n pè la s ha fata, va ben?, co la schena desfada, e an certo punto no l era pù bona de star en pè. I voleva portanghe la carozela, e l è stada en pez a spetar contro la so volontà che i ghe la portasa. I voleva ben farghe na foto per torla per en giro, ma l era pegio che i aborigeni e g ho impedì a tuti de far foto. Sì, son en gran rompi, e alora? L è rivada a casa a meznot e pasa, desfada. Questo per dir che no se sta mai masa atenti, e anca a star atenti ven sempro for pegole. Ma le pegole se se le cerca, de solito i le gata i altri. opera dell ALE DieNNeA e Karma Signore e signori, tenetevi forte, perchè quest'anno ne vedrete delle belle. Io, che mi faccio chiamare DieNNeA, e Karma, importante compagnia che partecipa alla gran parte delle mie esperienze di vita, abbiamo deciso di mettere nero su bianco le nostre folli idee. Abbiamo scelto i nostri nomi in modo preciso: DieNNeA è simbolicamente la vita dal punto di vista scientifico, ergo materiale, mentre Karma significa "spirito", quindi vita spirituale. Dato che siamo ognuno una faccia diversa di una stessa cosa, abbiamo deciso di essere, insieme, gli Alter Ego. Come (speriamo) vedrete, spesso, ma non sempre, siamo discordi nelle nostre idee, perciò a molti articoli dell'uno, l'altro risponde con un secondo articolo: botta e risposta. Tanto per cominciare con qualcosa di leggero, ho pensato di provocare Karma con 2 righe... Buona lettura!!!

DieNNeA Cosa significa tutto questo? Sono confusa Non capisco! La mia vita sta per essere cancellata per sempre! Ma allora che senso ha tutto quello che ho fatto finora? Questo dipende da un sacco di cose. Dipende dalla concezione che uno ha di senso, di vita, dipende se uno crede che la vita finisca con la morte o che ci sia una sorta di seguito, dipende se uno ha una fede religiosa. Ora che hai capito chi sono, sai come la penso a proposito di quest ultima cosa : Come puoi pensare che io so chi sei? In questo momento non sto nemmeno capendo chi sono io stessa. Sai di me quanto basta per capire che non ritengo che la tua vita abbia un senso, ma questo presuppone che noi sappiamo già di cosa stiamo parlando. Quindi ci dobbiamo porre una domanda. Quale? Che senso ha la vita? La voce di Chiara era appena un sussurro. Tombola! Sono anni, secoli, millenni che l uomo cerca una risposta a questa domanda, ma prima di comprendere la risposta bisogna aver chiaro il significato della domanda. Il senso della vita può essere inteso come la direzione verso la quale la vita stessa ci porta, la meta, ergo lo scopo della vita stessa. Oppure può essere il significato che la vita ha, quindi cosa vuol dire vivere, cosa comporta. Così abbiamo diviso una domanda inespugnabile in due meno complesse, fermo restando che se dividi l infinito a metà ottieni comunque due volte l infinito, ma è un infinito molto più piccolo. Ecco dunque i nostri due interrogativi: qual è lo scopo di vivere? Cosa comporta vivere? Tu hai le risposte a queste domande? Nessuno ha delle risposte, ma chiunque sia dotato di un cervello ha delle opinioni, che possono anche essere sbagliate agli occhi degli altri. Ma ricordati che un - opinione mai e poi mai potrà essere oggettivamente sbagliata. Ma tornando a noi, io credo che per trovare una risposta razionale alla prima domanda sia necessario analizzare il concetto di scopo. Quindi, che cos è lo scopo? Credo sia quello che uno vuole quando fa una cosa. Sì, più o meno sono d accordo con te, ma io la direi in maniera differente: lo scopo è l obiettivo ultimo di una o più azioni. Ne consegue ovviamente che ogni azione ha almeno uno scopo. Ma questa definizione ha delle conseguenze notevoli. Se ogni azione ha uno scopo, allora anche il conseguimento di questo scopo è finalizzato ad una nuova meta, che ce ne pone davanti un altra e così via. Quindi una meta ultima non esiste. Cosa stai cercando di dire? Prova a pensarci, Chiara. Ogni mattina Francesco prende la macchina. Perché? Per andare a lavorare. Perché va a lavorare? Per guadagnare del denaro. Perché guadagna del denaro? Per mantenere se stesso e coloro a cui vuol bene, cioè te e i vostri bambini, il che ci riporta al discorso di partenza e allo scopo della vita. Io ritengo che cercare lo scopo della vita somigli in qualche modo a risolvere un equazione. Per la prima volta da ore Chiara sembrò contrariata e non spaventata. Tu stai dicendo che una cosa difficile come la vita di una persona è paragonabile ad una banalissima equazione piatta e schematica? Tu non mi stai ascoltando. Non è la vita ad assomigliare ad un equazione, ma il continuo tentare di rincorrere quello che potrebbe essere senso dell una è simile alla ricerca di una soluzione per l altra. Torniamo alla domanda: qual è lo scopo della vita? Prova a rispondere! Lo scopo della vita è l amore. Benissimo, e lo scopo dell amore qual è? È la convivenza tra persone che si soccorrono a vicenda. Convivenza vuol dire vita tra gli altri. Quindi possiamo dire che lo scopo della vita è la vita stessa. x=x. E- quazione indeterminata, ricordi? E raggiungerai la stessa conclusione

per ogni possibile scopo tu attribuisca alla vita. Dove vuoi arrivare? Cosa vuol dire che un equazione è indeterminata? Vuol dire che non hai trovato una soluzione precisa al tuo problema, o che qualunque soluzione tu gli dia può andar bene. Ciò significa che la vita non ha di per sé uno scopo, ma ne assume uno se glielo si dà. Attenzione, però: quando raggiungiamo uno scopo abbiamo finito di fare ciò che dovevamo. Pertanto una volta che si è raggiunto l obiettivo che ci si era preposti, se non lo si rimpiazza subito non si ha più un motivo per cui vivere. E questo si verifica anche nel momento in cui qualcun altro si assuma le nostre responsabilità, giusto? Ho paura di sì. Ma ci siamo anche chiesti che cosa comporti vivere. Prova a pensarci da sola. Seguendo più o meno lo stesso modo di pensare che abbiamo mantenuto finora direi che vivere comporta assumersi delle responsabilità Se non fosse stato così buio si sarebbe potuto vedere lo sguardo di Chiara sempre più sconcertato dalle sue stesse parole. Quindi? Quindi compiere i propri doveri. E questo cosa vuol dire? Vuol dire raggiungere uno scopo. Chiara sembrava ora come folgorata da una rivelazione. Precisamente. Ergo la vita ha il senso che le dai fino a quando non te lo portano via, perché se qualcuno tenta di rimpiazzarti e di impedirti di compiere il tuo dovere, allora diventi inutile ed è inutile che tu viva, quindi vivere senza scopo ha lo stesso valore che morire. In altre parole, se non c è bisogno che tu esegua i tuoi compiti non c è neanche bisogno che tu continui a vivere. Perché continuare a vivere senza scopo? Mi dica semplicemente come si sente. Già questo, don Tonino, mi comporta delle difficoltà; anzi, oserei dire che non lo posso proprio fare Il fatto è che non sento niente. Non so cosa sia ora la mia vita, se il mio esistere abbia mai avuto un senso. Cosa intende per senso? Che domanda! Il senso è il motivo che si ha per vivere, è uno scopo verso il quale tende ognuno di noi! La vita, se non ha un fine, non vale niente!!!! Diamoci del tu Se ho ben capito, per te la vita di per sé non ha valore, non ha senso, appunto, e l unico modo per motivarla è darle uno scopo Precisamente, don Tonino. Quindi, scopo della vita e senso della vita sono un identità; dici questo? Sì, non vedrei altra possibilità, del resto. Ma questo scopo da dove si ricava? Qual è la tua idea riguardo questo? Lo scopo è una pura scelta del singolo individuo! Su questo, hai ragione solo in parte: noi ci consideriamo capaci di costruirci la vita da soli, abbiamo insomma la facoltà di scegliere Ma questa è una pura caratteristica dell Occidente capitalista, il vecchio modello del Sogno Americano In Africa, ad esempio, questo non è possibile: la povertà, la fame, la guerra impediscono agli uomini di agire secondo quelle che dovrebbero essere le loro scelte, di porsi autonomamente un fine. Secondo quanto sostieni, la loro vita, in quanto priva di uno scopo preciso, non ha senso. Di solito ragiono considerando il mondo in cui vivo io Ma sbagli, perché quando si parla di umanità si devono prendere in considerazione gli uomini tutti, non solo quelli che vivono secondo un particolare stile di vita! Va bene, sarà pure brutto dirlo, ma di fatto non vedo un senso in una vita del genere. Già, di conseguenza ritieni che noi tutti siamo frutto della casualità, che siamo capitati in que-

sto mondo senza volerlo noi e senza che lo volesse qualcun altro. Don Tonino, che cosa c entra questo? C entra, amico mio, c entra Perché se la vita non avesse un senso, vorrebbe dire che è il caso che governa il mondo Dove vuoi arrivare? Marco, ti voglio solamente aprire gli occhi Io non sono cieco, né lo sono mai stato!! Guarda dentro di te, pensa alla tua vita; come sei arrivato qui? Bè, sono stato concepito, sono stato educato Esatto, giustissimo. E da chi? Sono stati i miei genitori. Bingo! Tu, come noi tutti, sei frutto dell Amore di due persone che prima si sono donate l una all altra, rendendoti vivo, e poi hanno congiunto le loro forze per darti affetto e attenzioni, per darti da mangiare, per farti andare a scuola e così via. Solo pensando a questo, penso che ti renderai conto dell Amore, del miracolo che sta in una vita; una vita è sacra e ha un senso solo per il fatto di essere tale! Anche se fosse come dici tu, la vita rimane comunque senza uno scopo, e per quanto senso abbia, si riduce comunque a un esistenza piatta, una lunga attesa dell ultimo giorno! Amico mio, ma tu non pensi che qualcuno ti abbia voluto qui? Non pensi di essere tu stesso, al di là di quello che fai, lo scopo della vita di altre persone? Marco pensò in quello stesso istante a sua moglie, Lara, con la quale aveva avuto non pochi battibecchi negli ultimi tempi; quella domanda di don Tonino sembrava aver aperto uno spiraglio di luce in quel buio dove da mesi annaspava verso una nuova speranza. Eccola, l aveva trovata. Ma rimase ancora un po sulle spine. Anche se fossi io lo scopo della vita di una persona, comunque non avrei un mio scopo! Oh, sembra che tu finalmente abbia capito Dunque, ritorniamo al punto di prima...con la differenza che ora siamo consapevoli che, al di là dello scopo, la vita ha comunque un senso! Dicevamo dunque che l uomo è artefice del proprio destino... Ovvero si pone degli obiettivi personali da raggiungere, e il sogno costituisce il mezzo con cui l individuo si costruisce una vita, nella consapevolezza dei suoi limiti, naturalmente E se un sogno si conclude in un niente? Un sogno non si conclude mai in un niente; tu puoi considerare, se vuoi, un sogno non realizzato un fallimento, ma d altro canto no, dato che questo tentativo va ad arricchire la tua esperienza personale. Dunque, credo di essermi convinto che la vita già di per sé ha un valore Ma lo scopo è solo ambire a raggiungere un importante traguardo? Bada che la vita può avere uno scopo molto più semplice di quanto si creda Per esempio? Lo scopo può identificarsi in una persona, in una famiglia, nell Amore L Amore: che parola dolce. Ma sì, poteva essere l Amore lo scopo della sua vita, perché mai non ci aveva pensato prima, era una cosa così semplice Ma che scopo hanno le vite dei disabili, ad esempio? Bè, mi pare di aver appena detto che una persona può essere lo scopo della vita di un altra. E comunque ti assicuro che i disabili sono grandi maestri. Maestri di come la sofferenza del corpo possa coesistere con la gioia dell - anima. Nella loro inconsapevolezza, sono le persone più felici che esistano. Da loro dovremmo solo imparare! Marco ormai vedeva la luce; quel senso di smarrimento ormai insopportabile l aveva abbandonato. Ora sapeva cosa fare, cosa essere. Grazie, don Tonino! Ora ho capito. Bene, amico mio. Continua a sognare e sii sempre consapevole di cosa sei e di quanto vali, per te stesso e per gli altri. Il mondo è come un grande girotondo: se una persona viene a mancare, il girotondo si rompe. Tutti siamo indispensabili! Forse non per tutti, ma di sicuro per tanti. Ora vai Marco prese la strada di casa; voleva rivedere la sua Lara quanto prima possibile, dirle quanto le voleva bene. Dopo pochi passi, però, si voltò per salutare ancora don Tonino: ma il vecchio prete non c era più.

Sono libero di comportarmi come voglio con uno sconosciuto, quando devo parlare con lui. Sa, non è ancora uscita una legge me lo impedisca. Tu parli di libertà come se sapessi che cosa sia. Nonostante Francesco fosse indifferente, il suo interlocutore assunse un espressione diversa, apparentemente più concentrata. Sei talmente convinto di sapere che cosa voglia dire essere veramente liberi da credere di esserlo tu stesso. Nessuno mi ha mai persuaso del contrario. È proprio qui il problema: tutti sono convinti di conoscere la libertà, che invece è un bene tanto prezioso da non essere mai passato per le mani di un uomo. Sta parlando in modo talmente fermo da far sembrare che lei sappia di cosa stia parlando senza rendersi conto di blaterare a vanvera. Allora segui il mio ragionamento. Prima di cercare di comprendere una cosa bisogna darle una definizione precisa e razionale, o la riflessione crolla. Ecco dunque la domanda: che cos è la libertà? Credo sia la facoltà di fare una cosa quando e se la voglio fare. Tombola! Dunque, la libertà è in poche parole l assenza di limiti che m impediscano di raggiungere i miei desideri. Esistono limiti di vari tipi, principalmente due: quelli naturali e quelli umani. Entrambi i tipi si distinguono in due gruppi: diretti ed indiretti. Non credo di seguirla. Ora ti faccio alcuni esempi. L uomo sogna di volare, da millenni ormai, e non c è mai riuscito. Non c è riuscito perché non ha le strutture adatte al volo, cioè non ha le ali. Questa è una restrizione alla nostra libertà, assolutamente naturale, e oserei dire che non c e niente di più diretto che questo. Non volo perché non ho le ali. Limite naturale diretto. Un limite umano diretto è l incapacità di fare qualcosa perché te lo impedisce la tua coscienza. Ti sarà capitato di arrivare in ritardo ad un appuntamento, e sicuramente avrai chiamato la persona con cui ti saresti dovuto trovare per dirglielo anticipatamente. Ti sentivi in obbligo di avvisare, giusto? Non potevi farne a meno, perché qualcuno ti ha insegnato che non si fa e perciò non lo potevi fare. Adesso vorresti provare a coprirmi d insulti o di legnate, ma non lo farai, perché va contro il tuo solito modo di comportarti. Questo significa che non sei libero: vorresti fare una cosa, ma credi di non poterla fare, e, in un certo senso, pensare di non poter fare una cosa è come non essere in grado di farla. Limite umano diretto. Hai capito? Sì, ho capito. Non capisco però il concetto di limite indiretto. Sebbene tutte queste fandonie mi sembrino ridicole voglio sentire fino alla fine le tue storie. Questo è un limite naturale diretto: non sei in grado di capire e accettare in maniera obiettiva ciò che ti dico. Continuiamo: hai mai provato a bere della soda caustica? Non credo che verrà il giorno in cui farò una fesseria del genere. Eppure saresti in grado di farlo: facile come bere un bicchiere d acqua. Il problema sono le conseguenze che la cosa avrebbe, perché conosciamo tutti e due le proprietà corrosive dell idrossido di sodio, in quanto sostanza basica. La tua libertà è limitata ancora una volta, non perché tu non possa compiere l azione in questione, ma perché le conseguenze inevitabili della stessa sarebbero disastrose. Allo stesso modo io non potrei in questo momento andare al mercato, buttarmi in piazza e uccidere una persona in mezzo alla folla, perché avrei la certezza di essere cercato dalle forze dell ordine e ottime probabilità di finire male per mano loro. Senza considerare la figura che farei con Camilla. Anche qui la mia libertà è ridotta dal timore per le conseguenze delle mie azioni. Mentre l esempio di prima riguarda limiti naturali indiretti, questo qui è uno di quelli che definisco umano indiretto, tant è vero che il fatto di essere arrestato non dipende da niente che abbia a che fare con la natura, ma solo con la coscienza umana, anche se quella che conta di più non è la mia. DieNNeA Cosa sarà mai una stella? Un puntino che emana luce. Un essenza che rifiuta di accettare l ombra. Davide Una guida per l anime che hanno smarrito la strada. Un testimone dell amore di due giovani che sotto il cielo uniscono il loro destino.

Ero in anticipo di buoni trenta minuti rispetto all ora prestabilita, quindi mi sedetti sulla prima panchina libera sotto la pineta. Gli alberi fitti impedivano al sole di filtrare, e dopo poco tempo mi pentii di non essermi portato una giacca. Rabbrividendo, mi allacciai l ultimo bottone della camicia, ma non pensai neanche lontanamente di spostarmi e andare al sole. Le panchine al sole erano tutte occupate, e intorno era pieno di bambini che schiamazzavano. E io avevo voglia di silenzio. Osservando gli zampilli d acqua che uscivano dalla bocca del grosso pesce di marmo bianco, mi accesi una sigaretta, aspirai e poi restai ad osservarla. Il fumo era stato la causa della rottura con Marti. La conoscevo fin dai tempi del liceo, e già allora non a- mava il fumo, ma dopo che ci mettemmo insieme il suo fastidio a poco a poco crebbe, fino all esasperazione. La mia esasperazione. All inizio si limitava a lamentarsi quando io fumavo vicino a lei, cosa tranquillamente sopportabile, ma dopo alcuni mesi cominciò ad arrabbiarsi ogni volta che tiravo fuori una sigaretta in pubblico, dicendo che era una vergogna che un medico fumasse. E a questo punto la mia sopportazione cominciò a vacillare. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una sera a cena. Marti aveva invitato, senza che io lo sapessi, una sua amica del Club a passare un allegra serata con noi. La signora è arrivata senza un uomo che la accompagnasse, e si è scoperto che era vedova solo dopo che io glielo ho chiesto, guadagnando un - occhiata indescrivibilmente scandalizzata. In poche parole sono restato seduto a sopportare educatamente i pettegolezzi delle due signore per almeno un ora, ma quando hanno attaccato con il repertorio degli amori e tradimenti delle colleghe del Club, ho interrotto gentilmente la conversazione annunciando, che andavo fuori a fumare una sigaretta, e sono scappato in terrazzo. Quando sono tornato in casa, le due signore erano sedute sul divano e mi guardavano in silenzio. L amica del Club mi ha detto di sedermi, e ha iniziato a parlarmi delle conseguenze negative del fumo. Sono scoppiato, nel vero senso della parola. Non appena la signora del Club se ne è andata, ancora più scandalizzata di quando le avevo chiesto perché fosse venuta da sola, io sono corso urlando in camera da letto, ho messo nella mia valigia i primi vestiti che mi capitavano in mano e sono uscito senza dire una parola a Marti, che piangeva con le mani sul viso. Ho dormito in un albergo per alcune settimane, poi ho comprato un appartamento quasi attaccato all ospedale dove lavoravo. Sono passati quasi due anni, durante i quali non ho avuto relazioni più lunghe di tre mesi. Staccai lo sguardo dalla fontana e lanciai la sigaretta lontano davanti a me. Perso nei miei pensieri non mi ero reso conto del tempo che passava, così mi ritrovai a correre come un dannato per arrivare all appuntamento in tempo. Girai l angolo che dava al bar, pensando allegramente che magari questa era la volta buona. D altronde la prima cosa che avevo saputo di lei, dopo il nome e l età, era che fumava.

Stefano: Prof, posso fare una battuta? Prof. Goio R.: annuisce, rassegnata. Stefano: ma non bastava che fra Cristoforo prendesse le medicine per curarsi, e poi sposare Lucia e Renzo? Prof:...che fredda! (Per chi non avesse capito: Fra Cristoforo non era un curato e non li poteva sposare )...Ubi orti sunt maiores vestri. Traduzione: dove gli orti sono più grandi dei vostri (...ma mi pare ovvio!) Alla lavagna: la prova di storia non s ha da fare, né domani né mai! i bravi della classe Prof Goio R: che complemento è quella ragazza ha un corpo stupendo? Elisa: complemento di fortuna? Prof. Goio R.: dove metteremo la notizia Bush passa il finesettimana nella sua tenuta in Texas.?? Stefano: cultura! Prof.: Noooo! Stefano. Spettacolo! Prof.: Cronaca... Lenti ritmi di note senza fine. Prof. Lorenzi: ognuno ha la sua fedina penale in questura... Eli: La mia è bianca!! Fede: e la mia? bo...rosa!! Due anime si abbracciano sul filo della musica. File di dita esplorano forme nuove. Profumi intensi si prestano alle menti. E questa l essenza del ballo la sua passione unica un vortice di calore che travolge due corpi nell attimo fuggente. Prof.: cooosa? ma come si fa a dire se in caso?? Sara: ma no prof! Non è se in caso...è se n caso.con l apostrofo!! Prof.: dunque, pare che Lucrezio si sia suicidato prima di completare la sua opera Alunno: ma perché uno dovrebbe uccidersi prima di finire il suo lavoro?? Alunna: poteva farlo prima di iniziarlo... Prof: Della Pietra....come DB sta ad EC Stefano: Salute! -risate tragiche- Davide

AVRESTI MAI PENSATO DI FINIRE IN CASETTA? Di Clau, Giul e marty Sì, perché eravamo in pochi. No. L ho sempre temuto... Si, perchè siamo pochi! E stato il mio incubo per tre anni...ora è diventato realtà! TI SEI GIÀ ABITUATO AL NUOVO HABITAT? Abbastanza Devo ancora abituarmi alle bombole d ossigeno nello zaino È dura essere così vicini al cielo Sì, anche se la mattina...è faticoso!! No... volevo fosse qualcun altro a finire nell iperuranio TI SENTI ESCLUSO? Un po sì Esclusi? Da chi? C è vita extracasetta? Si, tanto No, perché il ponte è mooolto utile... No, ci sono i folletti del bosco che ci fanno compagnia...!! HAI GIÀ FATTO CONOSCENZA CON GLI ALTRI ESILIATI? Si, ma molti li conoscevo già Li conoscevo già Sono sempre gli stessi...c eravamo vicivi anche l anno scorso Avrei una proposta: c è posto per quattro prime...così si conoscono meglio... QUANTI KG PENSI DI PERDERE NELL ARCO DI QUEST ANNO? Niente... Quel tanto che basta a diventare miss liceo Perdere chili no, però rassodare le gambe!! Tanto poi ci sono le macchinette... A parte i muscoli, faccio polmoni per il test di Cooper! Pulcherrima puella mea permitte me os tuum tangere meo in oculis tuis solem lucentem spectare in corpore tuo amorem intueri. Permitte me tecum manere in maxima laetitia. Davide

COSA NE PENSI DELLE MACCHINETTE? Non le ho mai provate...ci pensa la mamma! Sempre libere!! Troppo piccola, non c è niente! Finalmente sono arrivati i KITKAT!!!!!!!! Qualcuno mi spiega perchè le lattine di coca-cola esplodono sempre? Forse è l altitudine? RIUSCIRAI A SOPRAVVIVERE SENZA LA SIGNORA DEI PANINI? Si tanto non li mangio Probabilmente no... e lei come sopravvivrà senza di me? Non credo proprio! Si perchè non ne sento il bisogno Avevamo progettato una carrucola diretta al 2 piano... COSA DARESTI PER TORNARE GIÙ A VALLE? ---risate--- Pedate a tutti! Andare anche al 4 piano Il mio posto PRIVILEGIATO in casetta!!! Dolce andare sulla pelle fra braccia e mani d altro ego sotto note di sentimento. Profumi, respiri sensazioni nuove disciolte in un solo movimento amoroso. COSA VORRESTI DIRE AGLI STUDENTI DELLA SEDE? Di fare scambio!! Davide ----altre risate--- Prima o poi mi vendico!! Il prossimo anno tocca a voi!! Godetevela finchè potete... Dai, in fondo la casetta non è così male! È bellissimo stare qua...facciamo scambio? DICCI ALMENO UN PREGIO E UN DIFETTO DELLA CASETTA Pregio: ci sono qui i miei amici Difetto: la salita! Pregio: Luogo ameno... Difetto:...isolata dal mondo... Pregio: se alzi la mano ti aggrappi agli aerei! Difetto: ah, bella questa! Pregio: ehm...non esiste. Difetto: è isolata Pregio: I prof dicono il panorama...bah... Difetto: la luce? se la sono dimenticata? Pregio: abbiamo una fotocopiatrice tutta per noi, senza dover andare dalla Maria! Difetto: troppi... Pregio: siamo vicini all orto botanico... Difetto:...potremmo diventare specie protetta! Pregio: d inverno possiamo scendere con la slitta!! Difetto:...e in su???

" Certamente Radio Magallanes sarà messa a tacere e il timbro tranquillo della mia voce non vi giungerà. Non importa. Continuerete a sentirlo. Sarà sempre accanto a voi. Almeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno, che fu leale alla lealtà dei lavoratori... Hanno la forza, potranno soggiogarvi, ma non si arrestano i processi sociali né col delitto né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli... Lavoratori della mia terra: ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Resistete sapendo che presto si apriranno le grandi strade da cui passerà l'uomo libero per costruire una società migliore. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento." Un silenzio pesante abbracciò Santiago, consapevole che quelli erano ormai gli ultimi debolissimi respiri di una democrazia morente. minuti che hanno incollato al televisore gran parte del mondo. Mai prima d allora un attentato terroristico aveva lasciato ferite così profonde e un ricordo così vivido, tanto che ancora oggi bastano solo pochi fotogrammi, poche frasi per far riemergere quel dolore, quella paura che tutti, chi più chi meno, hanno provato. Sarà per le 5000 vittime che questo attentato ha causato, sarà per il modo in cui è stato portato a termine, sarà perché al centro dell attenzione ci sono gli Stati Uniti Certo è che questo giorno non verrà dimenticato facilmente. Ma tutti noi ci dimentichiamo o nemmeno sappiamo che un altra triste pagina della storia è legata a questa data: il golpe in Cile. È proprio l 11 settembre 1973 che ha inizio la dittatura mili- tare cilena, durata ben 17 anni. 17 lunghi anni in cui violenza, terrore, uccisioni di massa, torture, deportazioni e scomparse furono all ordine del giorno. Spietato protagonista di questi anni infelici è Augusto Pinochet. Il Dittatore. Ma forse conviene fare un passo indietro e scoprire cosa è successo qualche anno prima. Perdonatemi la breve e forse noiosa lezione di storia, cercherò di essere più chiara e sintetica possibile. In fondo vi parlo di una cosa importante, di un capitolo che probabilmente mai studierete sul libro di storia. Cominciamo dal 5 settembre 1970, data in cui le elezioni presidenziali vedono salire al potere Salvador Allende alla guida della Unidad popolar, coalizione di sinistra che supera per pochi voti Jorge Alessan- Carlotta Cos è successo? Se vi dicessi 11 settembre non vi sarei in alcun modo d aiuto. So già dove sta correndo la vostra mente su quella costa atlantica così famosa, tra le strade caotiche di Manhattan. E naturalmente state sbagliando, anche se non posso darvi torto. Il fatto è che dal 2001 gli Stati Uniti si sono impossessati di questa data. Quel giorno amaro in cui sono crollate le due torri simbolo della civiltà occidentale è sempre sulla bocca di tutti, capace di emozionare ancora come in quei pochi

dri, candidato di destra. Il Cile si ritrova così sotto un governo democratico, purtroppo destinato a venir presto soppresso con la violenza. Il nuovo programma politico è indirizzato verso la nazionalizzazione dell economia a danno anche degli USA, che proprio in Cile hanno interessi legati alla produzione del rame, metallo di cui è particolarmente ricca la regione. Gli Stati Uniti non intendono però rinunciare alle ricchezze cilene e fanno in modo che il sistema bancario internazionale chiuda le linee di credito, mettendo così in crisi il governo cileno, proprietario di molte aziende che non riesce più a far funzionare. Il quadro economico peggiora rapidamente suscitando movimenti di protesta e mettendo in ginocchio il Cile. Nel tentativo di ripristinare la situazione Allende cerca degli alleati e tra questi individua Augusto Pinochet, a cui affida il comando delle forze armate del paese. La scelta si rivela essere sbagliata quando l 11 settembre del 1973 i militari attaccano il palazzo presidenziale, in cui si trova Allende. Il presidente prova inutilmente a mettersi in contatto con Pinochet, ignaro che è proprio lui ad aver silenziosamente organizzato il golpe durante l estate. Vistosi ormai perduto rifiuta comunque di arrendersi e pronuncia il suo ultimo discorso ai microfoni di Radio Magallanes. Poche parole di speran- za per il suo popolo, poi più nulla. Si suicida sparandosi un colpo di pistola, mettendo definitivamente fine al primo governo democraticamente eletto del Sudamerica. Questo è quello che è successo 33 anni fa in Cile. Ora lo sapete anche voi. Vediamo di non dimenticare. È giusto ricordare i morti delle World Trade Center, ma sappiate che in 17 anni di dittatura si stimano ben 3000 vittime (anche non cilene), tra morti e desaparecidos, la cui unica colpa era quella di difendere i propri ideali contro un uomo potente, sostenuto da una nazione ancora più potente Molti furono uccisi solo per mantenere quel regime di terrore che permetteva un controllo senza limiti al Dittatore. I bambini che persero l opportunità di crescere furono tanti,troppi direi, così come le persone scomparse in massa da un giorno all altro, portate chissà dove, uccise chissà come e gettate nelle fosse comuni, come bestie. La follia di certi uomini, la loro sete di grandezza e le loro manie di protagonismo hanno sempre portato alla tirannide, alle forme di monarchia assoluta, dalla notte dei tempi fino ad oggi. Eppure sembra che l uomo non riesca mai ad imparare dai propri sbagli, men che meno da quelli degli altri. Forse non sarebbe così difficile se tutti quegli errori non fossero come parole al vento, appena sussurrate ad un umanità che di fermarsi ad ascoltare proprio non ne ha voglia... Quindi ripeto: non dimentichiamo!

Come molti di voi ricorderanno, in occasione della giornata dello sport dello scorso anno, presso il campo CONI, è venuto a farci visita il campione olimpico in carica, nonché exstudente del Galilei, Matteo Anesi. Nato a Baselga di Pinè nel 1984, Matteo fin da giovanissimo indossa i pattini ed arriva ad altissimi livelli già nella categoria juniores. Dopo aver fatto il suo esordio in Nazionale ed essere salito sul podio nell inseguimento a squadre ai mondiali inizia per lui una nuova avventura chiamata O- limpiade ma non un Olimpiade qualsiasi, bensì l Olimpiade di casa: Torino 2006! Com è andata a finire lo sapete tutti ed è unitile ripeterlo, quindi passiamo direttamente all intervista che Matteo ci ha gentilmente concesso. Ciao Matteo, andiamo subito al sodo: come ci si sente ad essere campioni olimpici in carica? E un onore non si può esprimere a parole! E il coronamento degli sforzi di 4 anni ci pensi per così tanto tempo poi quando ci arrivi non ci puoi credere! Siete una squadra tutto sommato giovane, già salita sul podio ai campionati del mondo 2004/2005, ed avete conquistato un oro alla competizione più prestigiosa: ormai vi ritenete la squadra da battere? Tutte le gare sono diverse, certo è che siamo molto carichi e abbiamo delle grosse responsabilità sulle nostre spalle; siamo una squadra molto affiatata, ci alleniamo insieme e siamo molto amici. Io e Fabris puntiamo sicuramente ad arrivare a Vancouver (dove si svolgeranno le Olimpiadi invernali del 2010, nda) e, anche se probabilmente a causa dell età non ci saranno Sanfratello e Donagrandi, cercheremo di difendere il titolo. Avete eliminato prima gli Stati uniti e poi l Olanda, per conquistare poi l oro contro il Canada: certo non è stato un tabellone tra i più facili! Sicuramente una vittoria ancora più sentita e meritata, ma quale vittoria vi ha dato più soddisfazione? Se devo essere sincero hanno sbagliato le qualificazioni contro il Canada (al posto di Anesi gareggiava Donagrandi, nda) e ci siamo complicati le cose da soli! Il record mondiale ce l ha il Canada, e sicuramente USA e Canada sono le squadre più forti; contro queste due squadre dovevamo solamente gestire la tensione. La finale non la scorderò mai, ma nemmeno il mio debutto olimpico contro gli Stati Uniti! Con le vostre imprese avete contribuito ad avvicinare i giovani a questo sport che, diciamolo, conta ben pochi iscritti in Italia; cosa ne pensi? Il pattinaggio è uno sport minore, ma avendo vinto alle Olimpiadi sia noi, nella cronometro a squadre, che Enrico Fabris (medaglia d oro nei 1500 metri e bronzo nei 5000 metri, nda), abbiamo dimostrato che se uno ci crede, pur non a- vendo contratti milionari, può arrivare ad ottenere il suo obbiettivo con l aiuto della federazione e dei corpi militari per i quali gareggiamo: io per la finanza, Fabris per la polizia, ecc Adesso, dopo i nostri successi, si sono aperte molte nuove strade per questo sport e ci hanno contattato anche molti sponsor. Salire sul gradino più alto del podio davanti a centinaia di persone in Medalz Plaza: cosa hai provato in quel momento, ascoltando l inno di Mameli? Non è facile esprimerlo a parole... ti assicuro che mi tremavano le gambe, pur non essendo uno che si agita facilmente. Auguro a chiunque di ascoltare il proprio inno davanti ad una tale folla; ti batte forte il cuore e sapendo che tra molta gente ci sono anche

i tuoi cari ti commuovi; io appena ho visto la mia famiglia mi sono messo a piangere! Dopo la caduta degli olandesi, Sanfratello ha subito esultato con il braccio, qual è stato il tuo primo pensiero? In realtà io ho esultato 50 metri prima di Sanfratello con lo stesso gesto ma la regia ha colto solamente il suo. In quel momento abbiamo capito che eravamo medaglia; poi certamente volevamo l oro, ormai non avevamo più nulla da perdere. Sicuramente per vincere ci vuole anche un po di fortuna! Tra i tanti complimenti che vi sono giunti, quali sono stati i più graditi? Ci sono arrivati tantissimi complimenti, tra cui quelli del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ci ha fatto pure commendatori, e tutte le altre autorità come il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ed il presidente del CONI I complimenti migliori restano comunque quelli dei propri cari; è inoltre stato bellissimo l abbraccio che mi ha riservato il mio paese al mio ritorno da Torino. Diciamoci la verità, hai puntato all oro solo per poter andare ad Appiano Gentile ed incontrare i giocatori dell Inter! Sicuramente non me l aspettavo! In una conferenza stampa, scherzando, avevo detto che come mio prossimo sogno volevo vedere l Inter vincere lo scudetto. Quando i dirigenti sono venuti a conoscenza delle mie parole, mi hanno subito contattato ed invitato ad assistere agli allenamenti. Anche queste sono cose che si ricordano non capitano certo tutti i giorni! Da ex studente e campione olimpico, che consiglio dai agli sportivi galileiani: dedicarsi innanzitutto allo studio, o dare giusto spazio allo sport? Si fa fatica a fare entrambe le cose, non è certo facile! Io ho avuto la fortuna che i professori mi hanno capito, non assillandomi nei periodi delle gare e lasciandomi il tempo di riprendermi. Consiglio sicuramente di credere nei propri sogni e, anche se sembra andare tutto storto, come stava capitando a me in questa stagione prima di vincere la medaglia d oro a Torino, sono convinto che non bisogna mai mollare! Mi auguro che tutti gli sportivi continuino a studiare pur non smettendo di praticare sport. Vuoi aggiungere qualcos altro? Sì, ci tengo a dire che è stato un piacere tornare e rivedere tutti, dalla Mirella ai professori! Infine ci tengo a finire con una citazione del professor Romagnoli: LA VITA VERA E DOPO IL GA- LILEI!

Davide Un estate che ricorderemo quella del 2006, soprattutto per i goal che hanno consegnato all Italia del calcio la Coppa del Mondo: un impresa, a sentir molti; un risultato simbolo del lavoro di squadra che hanno realizzato i nostri giocatori; una doverosa dimostrazione di come il calcio rappresenti ancora un motivo di soddisfazione e unità nazionale. Nella finale di Berlino giocavano quel già lontano 9 luglio otto calciatori che appartenevano a uno dei club, almeno sino a qualche mese fa, più forti del pianeta: si parla, ovviamente, della Juventus. Una squadra vittima, l estate scorsa, di un vergognoso attacco perpetrato dal calcio italiano, intenzionato a cancellarla dal futuro dello sport; della vicenda si è parlato a lungo, sicuramente più a lungo di quanto sia durato il processo a Calciopoli, conclusosi nel giro di quindici giorni, facendo prevalere l interesse (economico) legato a consentire le iscrizioni alle competizioni di club europee; una ignobile farsa condotta su intercettazioni, e su nessun fatto verificato o testimone effettivo, atta a togliere di mezzo alcuni indesiderati del calcio, nomi quali Moggi, Della Valle e Lotito. Premetto che il sottoscritto, qualche mese fa, era un milanista più che convinto, e quindi l analisi che propongo credo si possa ritenere oggettiva, e libera da fanatismi da tifoso sfegatato. La verità credo sia che da anni ormai si cercava un pretesto per far affondare la corazzata juventina; fallito il tentativo relativo allo scandalo doping di qualche anno fa, si è pensato bene di dipingere la dirigenza bianconera ( Moggi, Giraudo e questo titolo assegnato a tavolino, con- tifosi interisti che sembrano orgogliosi di Bettega) come il fulcro intorno al tenti di questa grande opera di carità quale ruotava una densa rete di imbrogli e taroccature: teoria comun- una grassa risata come P.S.. che è stata loro indirizzata, forse con que smentita dalla Caf, che non ha Il brutto tiro è stato giocato anche a accertato di fatto l esistenza della Fiorentina e Lazio, alle quali è stata poi cosiddetta Cupola Moggi. concessa la massima serie, pur con pesante penalizzazione. La Juventus si è vista dunque togliere due scudetti e la serie A; come I quattro anni di inibizione inflitti a Diego se non bastasse, la sentenza di 1 Della Valle, patron della Fiorentina, dalla grado le ha inflitto 30 punti di penalizzazione, poi ridotti a 17. castigo per colui che osò sfidare l allora sentenza di 1 grado non saranno forse un Mi domando se nessuno sia rimasto premier Silvio Berlusconi prima a dicembre indignato dall enormità di tale condanna; ricordo che negli anni Ottan- convegno di Confindustria a Vicenza? E la alla corte di Bruno Vespa e poi a marzo al ta, quando fu accertata una frode condanna inflitta a Lotito non sarà forse sportiva basata su prove verificate, un tentativo di togliere di mezzo uno dei alle squadre sotto accusa fu rifilata volti nuovi del calcio italiano? la serie B senza alcuna penalizzazionetrato nella serie A non appena acquista- D altra parte, il fatto che il Milan, rien- La risalita dall inferno appare quindi to da Berlusconi (ma guarda le combinazioni ), sia uscita quasi del tutto pulita dal- improbabile quest anno, e la perdita di capitale si preannuncia disastrosa la vicenda non fa che dare credito a (intorno ai 130 milioni di euro). La nuova questi interrogativi, che a molti sembreranno campati in aria. dirigenza non sembra veramente in grado di salvare la società bianconera A mio avviso, è del tutto impossibile che (data l improvvisa rinuncia al ricorso negli ambienti della Lega Calcio, fino alla al Tar), forse spaventata dagli stessi fautori del crudele destino juven- esistita, fosse sconosciuta. presidenza, questa faccenda, se pure tino, i cui interessi dovevano comunque prevalere per garantire la so- Con questa azione brutale, i signori del pallone non solo hanno attirato ancora di pravvivenza a quello che ancora noi più la vergogna e l irrisione sul nostro calcio, e, si può dire, anche sul calcio in sé, chiamiamo il mondo del calcio. Questo club è quindi forse destinato ma hanno anche cancellato una delle squadre che ancora facevano pensare ad uno a continuare ad affondare, fino alla fine; a tanto è arrivato il danno che sport vero e divertente, soprattutto. gli ambienti del calcio hanno voluto Convinto che la Juventus si sia guadagnata sul campo e non tramite le telefona- rifilargli. Vedere poi lo scudetto cucito sulla te di Moggi i due scudetti delle passate maglia dell Inter, una squadra che stagioni, mi auguro di vederla ancora giocare da protagonista. non smette mai di deludere e che a maggio distava 16 punti dalla vetta della classifica, ha ancora più il sapore di una grande presa in giro, con Grazie, GRANDE JUVE!!! i

STEFANO MARCHESI Doverosa premessa, prima di iniziare il nostro racconto: il Cinque Nazioni è il Rugby. Tutto il resto è contorno, è superfluo, tuttalpiù è rugby con la r minuscola. Le partite con gli All Blacks e i Wallabies, addirittura i Mondiali, sono altro, vengono dopo, potrebbero non esistere e andrebbe bene lo stesso. Il Cinque Nazioni no, è il Rugby, è inscindibile dal rugby, è immutabile e certo, un po come il Natale il 25 dicembre, un po come la sfericità della Terra. Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda e Francia si sfideranno una volta all anno, tutti gli anni, fino alla fine dei tempi. È sicuro. O meglio, lo era. Perchè... Ma procediamo con ordine. Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda e Francia, si diceva. Ogni anno, dal 1910, di solito tra febbraio e aprile, anche se non sono mancate le variazioni, si affrontano in un torneo di sola andata. Quattro sfide e alè, ci vediamo l anno prossimo. Poche semplici regole: vince il torneo chi vince più partite (e fin qui, niente di strano), chi le vince tutte e quattro centra anche il Grande Slam, chi perde tutti gli incontri viene premiato con il Wooden Spoon, il cucchiaio di legno, il trofeo meno ambito del mondo. La chiave di tutto, dunque, è l essenzialità: ogni squadra si gioca il tutto per tutto in quattro partite, in quattro battaglie dove tutto può succedere e non è mai detto che chi è favorito sulla carta lasci il campo vittorioso. Un meccanismo perfetto, insomma, che a nessuno verrebbe mai in mente di modificare, che mai nessuno, anche gli venisse in mente, avrebbe il coraggio di cambiare. Soprattutto non appartenendo a quella fantastica elite britannico-francese. E invece Invece non è così. Perchè dagli anni Ottanta una sesta nazione si sta affacciando sul panorama rugbistico europeo. È l Italia. Certo, la salita verso il pantheon della palla ovale è faticosa, va affrontata a piccoli passi e ogni piccolo progresso da conquistare comporta un immensa fatica. Un po come una partita di rugby, insomma. Ecco, diciamo che gli italiani giocano una lunghissima partita, contro i propri limiti, contro i pregiudizi dei maestri della palla ovale, contro settant anni di storia, che in certe occasioni possono essere più pesanti di un pilone e più cattivi di un mediano di mischia. Nei primi anni Novanta i dirigenti del rugby italiano bussano alla porta dei maestri, chiedendo di essere ammessi nel club. I maestri, sulle prime, non riescono a credere alle loro orecchie. Poi si abbandonano a delle risate sfrenate. Quindi cominciano a preoccuparsi, quando vedono la crescita sempre più notevole del rugby italiano. Infine, quando le loro squadre iniziano prima a soffrire e poi a perdere contro gli azzurri, si arrendono. Il 15 gennaio 1998, le cinque nazioni diventano sei. Il rugby cambia nome. Dal 2000 si chiamerà Sei Nazioni e tra quelle sei ci sarà anche l Italia. Certo, l accoglienza non è delle più entusiasmanti. Dietro la facciata dei complimenti di prammatica, non è difficile scorgere il pensiero reale dei signori della palla ovale. Che, all incirca, è questo: Sì, vi abbiamo ammessi perché non potevamo proprio farne a meno, ma vedrete che collezione di cucchiai di legno vi aspetta Come a dire: va bene, siete nel Sei Nazioni, ora non vi verrà mica in mente di vincere anche qualche partita? Ah ah ah, non scherziamo! Gli azzurri non scherzano: si allenano, invece, con la mente tesa al D-Day, il 5 febbraio del 2000, il giorno del nostro esordio nel fu Cinque Nazioni. Perché sanno che, per cambiare davvero nome al rugby, dovranno dimostrare di poterci giocare alla pari, con i maestri. E finalmente arriviamo al sugo di tutta la storia. Sabato 5 febbraio è un bel pomeriggio di sole a Roma. Allo Stadio Flaminio, l Italia ospita la Scozia. La Scozia che, l anno precedente, ha vinto l ultimo Cinque Nazioni della storia. I campioni in carica. Si comincia, il pallone ovale vola in alto. Nei primi minuti la Scozia attacca, sicura e anche un po arrogante. L Italia difende, sicura e per nulla intimorita. Il tempo scorre, la Scozia non riesce a farci meta e la sua sicurezza si incrina. Per passare in vantaggio deve ricorrere a un calcio di punizione. Che è come dire: Italiani, non riusciamo proprio a passarvi sopra. Non vi starete mica facendo venire strane idee? Purtroppo per gli scozzesi, ci stiamo facendo venire strane idee. Quel calcio piazzato dello scozzese Townsend è un segnale. Un segnale per il nostro calciatore, Diego Dominguez, italo-argentino tascabile e dal piede fatato. Diego comincia a buttare la palla in mezzo ai pali e non si ferma più (alla fine i punti conquistati dal suo piede saranno 29, un enormità); il resto della squadra, da parte sua, non sta a guardare, ché nel rugby un giocatore solo non va da nessuna parte, ma disputa una gara meravigliosa, suggellata sul finire del secondo tempo da una meta del pilone De Carli. La Scozia è annichilita, il pubblico romano, al fischio finale dell arbitro, si sfrega gli occhi, guardando incredulo il tabellone del punteggio. Che recita: Italia - Scozia 34-20. E allora ricordate: dal 5 febbraio 2000 la Terra è ovale e Natale viene il 24 novembre, o il 20 febbraio, fate voi. Che certezze, nella vita, non ce ne sono. Il Sei Nazioni insegna.

Vademecum del primino 1. Io non sono nessuno: sono un primino. 2. Io non valgo nulla, valgo come un primino: nulla. 3. Io non ho diritti. 4. Anche se rientro nella specie umana per la tassonomia animale, non posso assolutamente considerarmi tale. 5. Non posso avere rapporti sociali con nessuno, eccetto che con quelli come me, i primini. 6. La mia presenza è sgradita e inopportuna agli Altri, in ogni situazione, sempre. 7. Il mio scopo ultimo è nascondere la mia esistenza. 8. È impossibile che io stringa relazioni eterosessuali, neanche con quelli come me. 9. Se sono femmina è possibile che qualcuno si interessi a me, ma non mi devo illudere: vuole solo sfruttarmi, e lo fa perchè me lo merito. 10. Devo obbedire senza esitazioni agli ordini degli Altri. 11. Devo comprare sempre i libri usati dagli Altri, anche se non mi servono e mio padre fa l'editore. 12. Devo abbandonare lo spogliatoio di ginnastica prima che arrivino gli Altri, perchè agli Altri fa schifo trovare lo spogliatoio sporco. 13. Se qualcuno mi rivolge la parola, anche solo per offendermi, devo ascoltare in silenzio annuendo con gli occhi, gaio e pieno di riconoscenza. 14. Devo venire sempre alle Assemblee di istituto per fare numero e permettere agli Altri di stare a casa a dormire. 15. Non devo comprare nulla dalla Donna-dei-panini-imbottiti per permettere agli Altri una maggiore scelta della merenda, è bene poi che io mi nutra dei loro avanzi. 16. Alle pizze di classe, se vedo gli Altri che entrano nel locale, devo alzarmi, pulire il tavolo, offrire Loro la cena e andarmene in silenzio anche se loro sono tre e noi trentasei. 17. Se disobbedirò ad anche mezzo di questi comandamenti sarò severamente punito e segregato in casetta...e con questo naturalmente non vogliamo offendere i primini, anzi benvenuti! La Redazione www.lsgalilei.tn.it lavoce_galilei@hotmail.it The end! Caporedattrice: Serafini Carlotta Vice: Vivori Claudia