DIOCESI DI S.MARINO - MONTEFELTRO

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DIOCESI DI S.MARINO - MONTEFELTRO Contributo diocesano alla redazione dell Instrumentum Laboris per la XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2015) BOZZA Premessa 1. La comunità diocesana di S.Marino-Montefeltro offre il presente Contributo come sintesi di una riflessione sulla Relatio conclusiva della sessione straordinaria del Sinodo dei Vescovi celebrato lo scorso ottobre (e sulle domande che sono state diffuse successivamente); tale riflessione ha coinvolto i vari organismi pastorali diocesani, le comunità religiose, le aggregazioni laicali, i consigli parrocchiali ed i gruppi di pastorale familiare, ricevendo osservazioni e contributi che hanno portato alla stesura definitiva del presente documento. 2. Al di là di quanto si è riusciti a produrre, rimarrà il contributo di riflessione che ci ha coinvolti per qualificare sempre più la pastorale famigliare nella nostra diocesi. Entrare in sinodo ha fatto bene prima di tutto a noi e alle nostre famiglie. 3. Il testo che segue sottintende una sostanziale e completa identificazione con le tesi approvate dai Padri sinodali e accoglie con gratitudine il desiderio del Santo Padre di affrontare una serie di questioni pastorali legate al tema famiglia, senza mettere in discussione i contenuti teologici e dottrinali che la Chiesa Cattolica da sempre annuncia riguardo al Sacramento del matrimonio e riassume nella Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II e nel Catechismo della Chiesa Cattolica. 4. Molto modestamente, dunque, verranno di seguito offerte considerazioni sul come annunciare Cristo alle famiglie - e tramite le famiglie a partire dalla concreta esperienza della nostra situazione diocesana con le lacune ed i ritardi che la caratterizzano, ma anche con le piccole esperienze profetiche che stanno crescendo all interno della comunità diocesana. 1

I: L ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia (Relatio, nn. 5-11) 5. Proprio perché il contesto socio-culturale nel quale viviamo tende a proporre in modo sempre più prepotente l idea di un soggetto che si costruisce secondo i propri desideri assunti come un assoluto e nasconde il concreto pericolo rappresentato da un individualismo esasperato che snatura i legami familiari e finisce per considerare ogni componente della famiglia come un isola (Relatio, n. 5), occorre farsi carico dell impegno di sensibilizzare la comunità cristiana e l intera società civile circa l importanza della famiglia quale cellula fondamentale della società e del pieno diritto di cittadinanza della persona in ogni fase della vita, dal concepimento alla morte. 6. Questo sforzo di annuncio, profondamente cristiano e quindi anche autenticamente umano, chiede alla comunità cristiana ad ogni singolo credente ed a ciascuna comunità, gruppo, associazione autentica parresìa e comunione d intenti. 7. La testimonianza di vita cristiana offerta dalle famiglie rappresenta sicuramente il primo e più efficace antidoto alla cultura dello scarto denunciata da Papa Francesco, ma va sostenuta ed accompagnata anzitutto da una presenza delle famiglie nella società offerta come dono e da un instancabile impegno educativo e politico dell intera comunità cristiana in ogni ambito in cui si incide sulla mentalità corrente e sulle norme che regolano la vita delle piccole comunità così come delle grandi nazioni e realtà sovranazionali, spesso decisamente contrari all istituto familiare. 8. Questa prospettiva - che è culturale e insieme missionaria è altresì sostenuta dalla convinzione che la proposta ispirata dalla fede nello spazio pubblico lo rende più ricco, più umano, e non rappresenta certo una minaccia per la sua laicità. Essa si concretizza nella valorizzazione dei laici e delle famiglie cristiane che si legano tra loro e che contribuiscono, senza dubbio, a dare un volto familiare domestico alle nostre comunità. 9. In particolare, nella nostra esperienza diocesana abbiamo verificato l importanza di: 2

- promuovere iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche inerenti la visione antropologica ispirata dal messaggio cristiano (difesa della vita, difesa e valorizzazione della famiglia naturale fondata sul matrimonio ed aperta alla procreazione responsabile), secondo uno stile di collaborazione autentica e fattiva tra tutti i soggetti ecclesiali (aggregazioni laicali, associazionismo familiare, movimenti culturali, ); - impegnarsi per diffondere quanto più possibile una corretta informazione sugli argomenti di attualità e cultura che riguardano da vicino la famiglia e la Chiesa (e che raramente, e spesso in modo distorto, sono veicolate dai mass media); a questo proposito, non è secondario profondere sforzi per la promozione della stampa cattolica sia nelle modalità tradizionali, sia attraverso un servizio di selezione e diffusione dei più significativi commenti di attualità, sfruttando la diffusione ed interattività delle reti e degli ambienti digitali. 10. Coscienze adeguatamente formate ed informate - ed un autentica unità d intenti tra differenti sensibilità ecclesiali - possono essere efficaci antidoti per affermare la vocazione e la missione della famiglia nel mondo contemporaneo (tema, appunto, del prossimo Sinodo) nell attuale contesto culturale. 11. La testimonianza di fedeltà ad una promessa ed il servizio ai più deboli offerti da molte famiglie incidono sulla sensibilità collettiva offrendo una testimonianza di nuovo umanesimo socialmente rivoluzionario. 3

II: Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia (Relatio, nn. 12-28) 12. Nella fede è possibile assumere i beni del matrimonio come impegni meglio sostenibili mediante l aiuto della grazia del sacramento; Dio consacra l amore degli sposi e ne conferma l indissolubilità, offrendo loro l aiuto per vivere la fedeltà, l integrazione reciproca e l apertura alla vita (Relatio, n.21): la portata di questa affermazione, assolutamente vera, viene spesso trascurata nell ordinaria vita ecclesiale. 13. I fidanzati che chiedono il sacramento del matrimonio non sempre sanno con precisione cosa sarà chiamata ad essere e a fare la loro coppia nella Chiesa e nella società proprio in virtù di quel sacramento. L intera comunità cristiana che li accompagna all altare ha, dunque, la responsabilità di adottare strategie adeguate per far maturare in loro una consapevolezza chiara in merito a questo; ad esempio con i corsi di preparazione al matrimonio, con la promozione dei gruppi famiglia nei quali, fra gli altri temi, mettere in evidenza la riappropriazione dell identità sacramentale del matrimonio. 14. La prima conversione pastorale richiesta alle nostre comunità (ed ai fidanzati e sposi che in esse vivono) è dunque, certamente, comprendere la valenza del sacramento del matrimonio e del ministero che da esso deriva: vivere ed annunciare il cuore nuziale della Trinità. Questo sguardo nuovo sul sacramento del matrimonio nasce anzitutto da una catechesi ed un adeguata formazione biblica secondo un ottica nuziale, ad ogni livello della vita diocesana (seminari inclusi). 15. Ovviamente, va coltivata la consapevolezza che tra presbitero e sposi non c è diversità di dignità, bensì una comune e fondamentale vocazione battesimale, ed una comune vocazione a dilatare il popolo di Dio, a costruire la Chiesa nel mondo: dunque, una complementarietà vocazionale che va riconosciuta e soprattutto coltivata nella quotidianità della vita parrocchiale (valorizzando adeguatamente le diverse sensibilità ed esperienze che derivano da entrambe le forme di consacrazione al Signore, ma anche - ad esempio - praticando lo stare in famiglia dei sacerdoti con le 4

famiglie delle comunità a loro affidate, ). E poi occorre una concreta ed autentica prassi di corresponsabilità pastorale, che i sacerdoti sono invitati a sollecitare convintamente ed alla quale gli sposi non si sottraggano. 16. C è poi un ulteriore attenzione missionaria da suscitare negli sposi cristiani, che riguarda la riscoperta della comunione e delle sue valenze relazionali come prerogativa tipica della coppia (che è immagine della Trinità e del legame tra Cristo e la Chiesa): vivendo l amore reciproco, infatti, due sposi hanno la grazia di costruire comunione con i vicini, sul lavoro, nella parrocchia, anche come aiuto concreto alle problematiche quotidiane. 17. La Chiesa non è una organizzazione di servizi, ma una comunità che fa dell accoglienza la propria missione, a partire dalla prossimità amicale e dalle vie della relazione umana: gli sposi per primi possono proporre e porre in atto vere e proprie strategie laicali di avvicinamento a Cristo, in grado di cogliere i bisogni dei vicini di casa, dei colleghi di lavoro, proprio a partire dall eccezionale potenziale relazionale di cui dispongono le famiglie. 5

III: Il confronto: prospettive pastorali (Relatio, nn. 29-62) 18. In merito alle istanze pastorali più urgenti legate all annuncio del Vangelo, che la Chiesa è chiamata ad attuare con tenerezza di madre e chiarezza di maestra (Relatio, n. 29) si avverte senza dubbio l inadeguatezza della testimonianza e delle risposte concretamente offerte ai bisogni che emergono dalla nostra comunità (e dunque anche del contributo offerto nella presente riflessione). Tuttavia, in estrema semplicità, è possibile esprimere alcune considerazioni e proposte alla luce dell esperienza diocesana. 19. Riguardo alla preparazione al matrimonio, si avverte la necessità di valorizzare questo incontro dei giovani fidanzati con l annuncio cristiano e con la Chiesa (talvolta il primo in assoluto, o comunque il primo dopo anni di lontananza dai sacramenti e dalla vita ecclesiale) anzitutto come momento di accoglienza da parte della comunità cristiana e come occasione privilegiata per far conoscere l annuncio cristiano sul matrimonio (con tutte le valenze teologiche e bibliche di cui si è detto al punto II); tuttavia, la responsabilità di accogliere ed affascinare ad un progetto di vita così bello e grande richiede una disponibilità ed una formazione permanente (alle quali in verità non molte coppie di sposi si sentono pronte). 20. Sicuramente, i tradizionali corsi di preparazione al matrimonio non possono essere l unico servizio della comunità alle coppie di fidanzati: è indispensabile proporre percorsi di discernimento, di educazione affettiva ai giovani innamorati, per presentare loro la profondità e bellezza dell esperienza matrimoniale e stimolarli a misurarsi con questo progetto di vita ed a progettarlo in modo più consapevole; analogamente, occorre sperimentare percorsi di accompagnamento dei giovani sposi nel momento in cui inizia l avventura matrimoniale (che spesso presenta le maggiori insidie e richiede compagni di strada che sappiano offrire esperienza ed una presenza cordiale al loro fianco) ed anche in occasione della catechesi battesimale; in diocesi, queste iniziative sono purtroppo ancora sporadiche e senza una lunga esperienza alle spalle e tuttavia fanno già intravedere l urgente necessità di attuare con completezza 6

l attenzione educativa che la comunità cristiana deve testimoniare in relazione al sacramento del matrimonio. 21. In merito alla cura pastorale di coloro che vivono situazioni di vita cosiddette irregolari, considerata la centralità dell Eucaristia nell esperienza cristiana ed avvertendo le sofferenze di tanti fedeli che non possono accedere ai sacramenti, chiediamo ai Padri sinodali di vagliare tutte le possibilità per alleviare queste ferite, pur nel rispetto della dottrina e della teologia cristiana (attraverso, ad esempio, una più attenta valutazione delle cause di nullità matrimoniali secondo il criterio della verità nella carità). In questo senso abbiamo trovato illuminanti, come criterio di discernimento, le cinque forme di tentazione enunciate da papa Francesco nel suo discorso ai Padri sinodali del 18 ottobre 2014. 22. Sul piano strettamente pastorale si avverte, in questo ambito, un certo ritardo nell attuazione di strategie di ascolto, accoglienza, accompagnamento. La sensibilità della comunità cristiana, nel suo complesso, raramente esprime un rifiuto o una emarginazione di coloro che vivono la condizione di conviventi, separati, divorziati risposati, così come nei confronti delle persone con orientamento omosessuale. È pur vero, però, che i gesti concreti di coinvolgimento di questi fratelli nella vita comunitaria sono altrettanto sporadici. Dietro la richiesta di accedere ai sacramenti, c è talvolta la forte domanda di una accoglienza del vissuto doloroso che generalmente essi vivono e che la comunità cristiana avverte con difficoltà oppure non sa come affrontare sul piano della prassi pastorale (ad esempio, offrendo consulenze competenti, un accompagnamento spirituale, l invito discreto a chi vive nella convivenza a decidersi per il matrimonio, lo stimolo cordiale a desiderare di incontrare Gesù in altre forme non sacramentali, quali la preghiera e la carità ). È importante inoltre, da parte delle famiglie e dei gruppi famiglia, vivere l accoglienza attraverso l aiuto ai tanti nuclei familiari che vivono situazioni di difficoltà di carattere economico e anche sul piano delle fragilità relazionali. 23. Le emergenze pastorali sopra menzionate - e l attenzione più generale che la Chiesa mostra nei confronti della famiglia - richiedono un ultima considerazione strategica non rinviabile, legata al gruppo 7

di animatori pastorali: pur mantenendo continuità nell azione pastorale ordinaria, è indispensabile innestare proposte qualificate e contenuti profondi per gli sposi che chiedono un di più di formazione biblica, teologica, pastorale, tali da rendere i laici capaci di interloquire e collaborare a tutto campo con i sacerdoti sulle problematiche familiari e sulla programmazione e conduzione di iniziative rivolte alle famiglie. Vie privilegiate, in questo senso, si sono rivelate: la progettazione di percorsi formativi ad hoc; la promozione di gruppi di famiglie (caratterizzati dalla presenza di una guida che sappia far assimilare la portata del sacramento nuziale ed offra un adeguata direzione spirituale per le singole coppie di sposi); la proposta di innestare nei percorsi di catechesi del laicato organizzato esperienze e contenuti maggiormente incentrati sulla teologia nuziale. 8