TECNICHE DI RIPRESA MICROFONICA.

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Tecnica Blumlein TECNICHE DI RIPRESA MICROFONICA. Questa tecnica basa la sua resa dell'effetto stereo sulla presenza delle riflessioni che vengono captate dai lobi posteriori dei due microfoni. Vengono usati due microfoni con diagramma polare a figura di 8 denominati 1 e 2 e posizionati come nella figura seguente: Tecnica Blumlein L'angolo tra i due diaframmi è fissato a 90 gradi. Il microfono 1 punta verso la parte sinistra del campo sonoro mentre è sollecitato dalle riflessioni della parte destra. Il discorso inverso vale per il microfono 2. Questa tecnica risulta particolarmente efficace in presenza di ambienti di elevata resa acustica in cui la presenza delle riflessioni contribuisce in modo determinante alla colorazione del suono. Sul mixer i due segnali vengono tenuti separati e convogliati direttamente sulle uscite. 10.14.3. Tecnica XY In questo caso vengono impiegati due microfoni a

condensatore con diagramma polare a cardioide con un angolo che varia dai 90 ai 110 gradi (un angolo troppo ampio potrebbe creare un 'buco' nell'immagine stereo). Tecnica XY Sul mixer i due segnali vengono tenuti separati e convogliati direttamente sulle uscite. 10.14.4. Tecnica MS Mid Side Questa tecnica prevede l'utilizzo di due microfoni, uno con diagramma polare cardioide e uno a figura di 8 posizionati come in figura: Tecnica Mid Side

Il microfono cardioide riproduce il segnale proveniente da davanti mentre quello a figura di 8 riproduce i segnali laterali. Per decodificare questi segnali sul mixer viene utilizzato lo schema descritto nella figura seguente: Decodifica dei segnali Mid Side Il segnale centrale viene riprodotto tale e quale mentre quello proveniente dal microfono a figura di 8 viene separato in due. Una parte viene mandata all'altoparlante di sinistra mentre l'altra viene invertita di fase e successivamente mandata all'altoparlante di destra dopo che entrambe sono state attenuate di 3 db (ciò compensa il fatto che il segnale è stato inizialmente sdoppiato). La mono-compatibilità è assicurata dal fatto che sommando i due segnali, quello proveniente dal microfono a figura di 8 si elide. L'ampiezza dell'immagine sonora viene stabilita dai controlli panoramici [Panpot ] che operano sui due segnali laterali. Queste tecniche prevedono l'impiego di due microfoni posti ad una distanza di 16-17 cm che rappresenta la distanza media tra le orecchie umane. In questo caso, oltre alle differenze di ampiezza, sono registrate anche le differenze di fase tra i due segnali. Questo da una parte migliora la resa dell'effetto stereo ma pregiudica

sensibilmente la mono-compatibilità di questa tecnica. 10.15.1. Tecnica ORTF Organization Radio Television Francaise Questa tecnica francese stabilisce di posizionare i due microfoni a condensatore con diagramma polare a cardioide ad una distanza di 17 cm e ad un angolo di 110 gradi. Posizionamento ORTF Nel caso in cui la sorgente sonora da registrare sia molto estesa di possono piazzare i microfoni ad una distanza di 20 cm con un angolo di 90 gradi. 10.15.2. Tecnica NOS Nederlandse Omroep Stichting (in italiano: Fondazione Radio Televisiva Olandese) Tecnica olandese. Prevede l'utilizzo di due microfoni a cardioide posti a 30 cm di distanza con un angolo di 90 gradi. 10.15.3. Tecnica OSS Optimum Stereo Sound - Sviluppata in svizzera

Vengono impiegati due microfoni omnidirezionali posti ad una distanza di 17 cm con un angolo di 90 gradi. Tra i due microfoni viene posto un disco di schiuma acustica lungo 28 cm (Jacklin Disc) che simula la presenza della testa umana. I microfoni vengono posti anche a grande distanza gli uni dagli altri. La distanza tra i microfoni dipende dalla dimensione della sorgente sonora. La regola è di mantenere il rapporto 3:1 tra la distanza tra i microfoni tra di loro e la distanza dei microfoni dalla sorgente sonora. Queste tecniche impediscono di avere una compatibilità mono dunque vengono utilizzate solo in determinati contesti. 10.16.1. Tecnica AB Il numero di microfoni varia, come detto, a seconda dell'estensione della sorgente sonora. Di seguito vengono mostrati due casi in cui sono necessari due e tre microfoni con le relative distanze. Posizionamento di tipo AB 10.16.2. Decca Tree Il Decca Tree è una tecnica microfonica utilizzata principalmente per le registrazioni di orchestre. E' una evoluzione della tecnica A-B con l'aggiunta di un

microfono centrale. Fu messa a punto nei laboratori della Decca Records nei primi anni '50 con l'obiettivo di fornire alle registrazioni un'ampia immagine stereo. Configurazione: Vengono generalmente utilizzati tre microfoni omnidirezionali disposti a forma di T, come illustrato nella figura seguente: Configurazione del Decca Tree I microfoni laterali distano tra loro circa 2 metri mentre il microfono centrale si trova in posizione avanzata a circa 1.5 metri dall'asse dei due precedenti. Le configurazioni possibili sono diverse a partire dalle distanze tra i microfoni che possono essere variate a seconda delle circostanze. Ron Streicher, veterano di questa tecnica, ha utilizzato il Decca Tree utilizzando come microfono centrale un Soundfield per registrazioni in surround 5.1 e 7.1 l'operazione di microfonaggio viene adattata di volta in volta. Quando si posiziona un microfono per catturare il suono di uno strumento musicale occorre tenere in considerazione diversi fattori. Sicuramente si cerca il modo per riprodurre più fedelmente possibile il suono dello strumento. Dunque bisogna tenere presente il contenuto di frequenze del suono generato, la posizione da cui proviene, eventuali suoni di disturbo dovuti alle

meccaniche dello strumento stesso, suoni di disturbo provenienti da altri strumenti vicini, eventuali riflessioni. Le indicazioni che seguono illustrano possibili soluzioni per gli strumenti musicali più comuni. Vengono riportati i sistemi adottati nella pratica comune tuttavia il posizionamento di microfoni è un'arte che viene affinata con l'esperienza e la passione e che lascia ampi margini di scelta all'immaginazione. Batteria: la soluzione standard è la seguente mostrata in figura: Esempio di microfonaggio di una batteria Viene predisposto un microfono per ogni elemento: (1) Cassa (dinamico) (2) Rullante (dinamico sensibile) (3) Charleston (condensatore) (4) Tom 1 (dinamico sensibile) (5) Tom 2 (dinamico sensibile) (6) Timpano (dinamico sensibile) (7) (8) Piatti (due microfoni a condensatore posti con una tecnica stereo a scelta in modo da catturare l'insieme stereo dell'intera batteria) Chitarra Acustica: si possono impiegare sia microfoni dinamici che a condensatore a seconda

delle preferenze. Il microfono viene posizionato in corrispondenza della cassa, a ridosso del legno. è importante non posizionare il microfono in corrispondenza della buca circolare in quanto da questa fuoriesce direttamente l'aria dopo che ha messo in vibrazione la cassa armonica. Mettendo il microfono in quella posizione si rischia di catturare il suono dell'aria che esce piuttosto che il suono della chitarra. Volendo si può mettere un microfono in prossimità del manico per cogliere il movimento delle dita sopra le corde che conferisce un tocco di realismo all'insieme (ovviamente questo suono verrà aggiunto in fase di missaggio in maniera estremamente lieve). Un microfono può anche essere posizionato sulla fascia laterale della chitarra: Esempio di microfonaggio di una chitarra acustica Chitarra Elettrica (Basso Elettrico): il vero suono della chitarra elettrica o del basso elettrico è quello che esce dall'amplificatore dunque spesso si ricorre ad un microfono dinamico posizionato in prossimità del cono dell'amplificatore. Riguardo a un cono di amplificatore (qualsiasi) abbiamo una presenza di alte frequenze in corrispondenza del centro del cono. Questo si verifica perché le alte frequenze vengono trasmesse dall'avvolgimento al cono nella parte centrale; queste si affievoliscono mentre si propagano verso l'esterno del cono. Dunque generalmente per catturare il segnale più simile possibile a quello reale si posiziona il microfono in prossimità della parte centrale del

cono. L'amplificatore della chitarra ne colora pesantemente il suono, se vogliamo un suono più simile a quello originario che esce dallo strumento ricorriamo ad una DI box [Amplificazione: DI Box ]. Possiamo anche miscelare i due suoni (microfono, DI box) per avere un suono composito. Ottoni: per questi strumenti (tromba, trombone, sax eccetera) occorre tenere presente il fatto che all'uscita del cono, lungo la direzione principale c'è un contenuto alle alte frequenze maggiore delle zone che si discostano da questa direzione: Esempio di microfonaggio di fiati è da tenere presente che questi strumenti presentano un fastidioso soffio dovuto all'aria che passa attraverso le meccaniche senza essere trasformata in suono. Il posizionamento del microfono è di cruciale importanza per la riduzione di questo disturbo che risulta di difficile gestione durante la successiva fase del missaggio. Flauto: la figura mostra una tipica situazione di microfonaggio di un flauto:

Esempio di microfonaggio di flauto Violino: la figura mostra una tipica situazione di microfonaggio di violino: Esempio di microfonaggio di violino Pianoforte: nel caso di pianoforte verticale le scelte sono abbastanza ristrette. La soluzione più classica comporta l'utilizzo di due microfoni posizionati come in figura con una tecnica di microfonaggio stereo: Esempio di microfonaggio semplice di pianoforte Nel caso di pianoforte a coda le soluzioni sono diverse. La più semplice prevede ancora l'uso di due microfoni posti con una tecnica di microfonaggio stereo. Una soluzione composita viene descritta nella figura seguente dove viene mostrato l'impiego di ben 8 microfoni:

Esempio di microfonaggio completo di pianoforte