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121113_Galluzzo LeonardoDaVinci pag.page 1 of 5 LEONARDO DA VINCI (1452-1519) Leonardo Da Vinci si può definire un artista scienziato perché è stato una persona attenta ai fenomeni naturali e alla scienza: si serviva dell arte per registrare le sue scoperte. Ha studiato il corpo umano perché voleva capire come è costituito, per farlo prendeva i cadaveri e sezionava gli organi, non studiava sui libri! Per fare uno studio scientifico doveva prima sperimentare, per vedere se le sue ipotesi si verificavano, poi doveva registrare ciò che aveva visto e quindi disegnarlo. Egli non conosceva ne greco ne latino ed era pertanto impossibilitato a leggere le opere degli antichi e la scienza ufficiale divulgata in latino. Non basandosi su questi dati lo scienziato sperimentava e faceva uno studio meticoloso della realtà in tutte le sue forme. Leonardo nacque a Vinci in Toscana, nel Mugello. Fu fin da piccolo un ragazzo curioso di scoprire le cose, iniziò a leggere a quattro anni e fin da ciò si può vedere la sua genialità. Egli fu un genio (genio è colui che sa prima di sapere) cioè ebbe sempre qualcosa in più rispetto ad un normale artista anche se abile e con grande spirito di creatività. Vasari, uno studioso del 1500, contribuì molto alla fama dell'artista, lo definì di carattere mutevole e impaziente ("cominciò molte cose e nessuna mai ne fini") e sempre insoddisfatto di se. Una leggenda narra che Leonardo considerato "divinissimo" spirò, già molto malato, tra le braccia del re Francesco I che l'aveva sollevato per alleggerire il dolore; come sostenuto da Vasari egli "sapeva di non poter avere maggior onore". All epoca di Da Vinci nella bottega di un artista, in questo caso il Verrocchio, si entrava giovanissimi: a 7 anni. Le persone che potevano andarci dovevano avere, però, una predisposizione innata ad un determinato lavoro. Verrocchio, infatti, aveva presso di se una grande serie di potenziali artisti e fra questi c era Leonardo. Nel Battesimo di Cristo che il Verrocchio fece fare ai suoi apprendisti il maestro riconobbe subito la grandiosità di Leonardo e rimase talmente sconvolto dalla bellezza dell angelo da lui dipinto, che decise di smettere di dipingere e da quel giorno non toccò più un pennello, dedicandosi solamente alla scultura. Leonardo lavorò nella bottega con Botticelli, Perugino e altri ed imparò non solo a dipingere, ma anche a modellare e a scolpire, perché la formazione e l apprendistato per l arte passava attraverso lo studio delle varie tecniche. Leonardo riteneva che il compito principale dell artista fosse l esplorazione della natura intesa come un immenso essere vivente, quando invece la cultura dell epoca si basava sui modelli dei maestri antichi. Egli si fidava solamente dei suoi occhi e della propria esperienza, la sua curiosità senza limiti spaziava dallo studio della forma delle nuvole, a come crescono gli alberi, al volo degli uccelli (ciò lo portò a cercare di creare macchine utili all uomo: una fra tutte quella che permette di volare, senza però riuscirci). Studiò con lo stesso principio della sperimentazione anche botanica, astronomia, zoologia, meccanica etc. Studiò anche la luce e riportò tutti i suoi studi con disegni, dei quali buona parte si trova presso la regina di Inghilterra. Per non divulgare le sue scoperte scriveva da destra a sinistra per cui i suoi appunti possono essere letti solo con l ausilio di uno specchio. Fu inoltre ingegnere militare, urbanista, scenografo, organizzatore di feste, creatore di giocattoli meccanici e anche musicista! L arte più significativa per Leonardo era però la pittura e attraverso di essa cercava di definire principi scientifici, tant è che egli mette la scienza nelle sue opere. Si narra che quando cominciò a dipingere il Cenacolo saliva sull impalcatura e stava delle ore a fissare il segno che aveva fatto. Nonostante egli fosse scienziato non accettò la prospettiva del Brunelleschi perché sosteneva che nella realtà la prospettiva è diversa. Brunelleschi ha dettato una prospettiva vicina

121113_Galluzzo LeonardoDaVinci pag.page 2 of 5 alla realtà, ma vicina non vuol dire reale pertanto non è realtà! Secondo Leonardo, infatti, Brunelleschi non disegnava l atmosfera: quando non c è umidità si ha la luminosità più profonda; inventò pertanto la prospettiva aerea o atmosferica studiando la luce e abolendo il disegno. Egli infatti definiva le cose con la luce e senza contorni, utilizzando la tecnica dello sfumato. Secondo lui il colore non esiste, ma esiste la luce; egli addensava zone d ombra intorno alle figure immergendole nell atmosfera unificando le figure con lo spazio. Le opere di Leonardo sono in movimento e dinamiche, tutto ciò grazie allo sfumato che ha caratterizzato lo sguardo enigmatico delle figure. Leonardo, Adorazione dei magi, ca 1481-1482. Tempera grassa e olio su su tavola, 243x246 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi. ADORAZIONE AI MAGI E un opera incompiuta, ma viva poiché l artistascienziato capisce che ogni individuo è un fatto a se e ha un modo di reagire diverso dagli altri. I sentimenti sono di meraviglia, incanto, stupore per la presenza divina e per la verità rivelata. Leonardo inizia quest opera e la fa per il monastero toscano di San Donato di Gopedo. La stesura dello strato di colore è parziale, ma le figure sono già modellate con il chiaro-scuro quindi velate e sovrapposte. Il disegno è a pennello e la luce gli conferisce un'elevata resa scultorea. La scena non segue l iconografia tradizionale con il corteo dei magi verso la natività, ma si svolge all'aperto e ci sono la Madonna e il bambino al centro mentre gli angeli e i magi sono a semicerchio intorno a loro; sullo sfondo per rendere la prospettiva sono posti a destra la grotta (in secondo piano rispetto alla Natività) e a sinistra delle rovine che sono simbolo della fine dell era pagana; i due alberi al centro, inoltre, sono posti sulla linea di fuga ed hanno entrambi significati simbolici. L'alloro, in primo piano, rimanda al trionfo sulla morte (la Resurrezione) e la palma simboleggia il martirio sulla croce. Fondamentale nell opera è la resa psicologica dei personaggi rappresentati con grande varietà di gesti e sentimenti come stupore, contemplazione, sbigottimento etc. Ogni opera di Leonardo è il risultante di un accurato studio scientifico. Leonardo, La vergine delle rocce, ca 1483-1486. Olio su tavola trasportato su tela, _198x123 cm. Parigi, Museo del Louvre VERGINE DELLE ROCCE L'opera rappresenta l incontro tra San Giovannino e il piccolo Gesù dopo la fuga d Egitto e questo episodio prefigura il successivo incontro con San Giovanni Battista quando Gesù sarà battezzato nelle acque del Giordano. L opera intende celebrare l immacolata concezione (= dogma di fede cattolico che afferma che la vergine fu preservata dal peccato originale sin dal suo concepimento) Leonardo rappresenta i moti dell animo nelle gestualità ed espressioni, egli non riprende avvenimento religioso, ma gli da sentimenti umani. Non ci sarà mai un aureola in testa alla Madonna. Chi commissiona l opera e perché due versioni?? La prima opera viene commissionata dalla confraternita

121113_Galluzzo LeonardoDaVinci pag.page 3 of 5 _189x120 cm. Londra, National Gallery dell immacolata concezione di Maria; essi chiesero a Leonardo un polittico da collocare nella cappella della chiesa di San Francesco Grande a Milano (andata distrutta), che, come voleva la tradizione, sorgeva sul luogo che un tempo era stato un cimitero cristiano detto appunto "grotta". Leonardo realizza la pala centrale e ne fa due versioni perché la prima fu rifiutata e, visto che non poteva essere modificata, fu donata da Ludovico il Moro a Bianca Maria figlia di Galeazzo Maria Sforza in occasione delle loro nozze. L opera fu rifiutata proprio perché era senza aureole: egli è uno scienziato e non rispetta le convezioni religiose, non mette in luce gli attributi iconografici per fare riconoscere chi sono i personaggi. Gli attributi iconografici della Madonna sono il libro (perché aveva imparato a leggere da piccola) e il cestino da cucito. La prima opera indubbiamente è la più affascinante. L ambientazione diventa quasi protagonista in quest opera perché c è la totale fusione tra personaggi e natura: c è la creazione di uno spazio atmosferico in cui lo spessore dell umidità sembra quasi palpabile, quindi il paesaggio, avvolto nella nebbia, è reso tramite la prospettiva aerea. Le specie erbose, visibili in secondo piano, colpite dalla luce sembrano quasi morbidi giacigli che richiamano simbolicamente alla vita e alla nascita. In quest opera Leonardo porta a perfezione il suo sfumato per esprimere non solo il movimento delle cose ma anche la continua mutevolezza delle espressioni e dei sentimenti. Qui la madonna e il bambino esprimono sentimenti e moti dell animo passano attraverso gli atteggiamenti del corpo. La disposizione dei personaggi è a piramide: essi sono messi in relazione tra di loro con giochi di gesti e sguardi. La vergine con la mano destra abbraccia e accoglie benevola San Giovannino introducendolo al cospetto del figlio protetto dalla sua mano sinistra sospesa, ciò richiama il gesto di Sant'Anna nell'opera "Sant'Anna Metterza" di Masaccio. Forma quindi con le braccia e il mantello una sorta di tabernacolo e funge da tramite tra i due bambini come lo è tra uomo e dio. Gesù è seduto ai suoi piedi e benedice il cugino inginocchiato in atto di adorazione, a destra c è l angelo con lo sguardo rivolto al fedele per coinvolgerlo nella scena sacra mentre indica San Giovannino. Si instaura così una sorta di schema circolare perché il movimento inizia da San Giovannino e dalla mano della Vergine poi procede nella mano sinistra (attraverso mantello) e si richiude nell'angelo e Gesù. L'opera è unica e originale, respira ed è viva. Viene eliminato il contorno e le immagini sono inglobate nell umidità. Il dipinto non venne mai consegnato perché i frati si erano messi nei panni dei fedeli e, sapendo che la massa non era colta, ritenevano che ci fosse bisogno di immagini semplici e questa era di difficile comprensione

121113_Galluzzo LeonardoDaVinci pag.page 4 of 5 perché San Giovannino può essere scambiato con Gesù per assenza di attributi specifici. Per lo stesso motivo l angelo non ha le ali e quindi non riconoscibile. Lo scenario buio e misterioso non è adatto allo scopo e quindi viene fatta un'altra opera che Leonardo fa fare ai suoi discepoli poichè per lo scienziato era difficile il linguaggio. L'immagine risulta quindi più monumentale, tecnica, meno raffinata e si trova riconfermata la centralità di Gesù e delle figure più importanti. Scompare anche il gesto dell angelo che dava troppa importanza a San Giovannino. Leonardo, Il cenacolo, ca 1495-1497. Tempera e olio su intonaco, 460x880 cm. Milano, Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie. L ULTIMA CENA Quest'opera può dirsi conclusiva di un secolo e iniziatrice di quello successivo. Gli artisti normalmente rispettavano le convenzioni religiose e mettevano Giuda distante dagli altri Apostoli per far capire chi fosse il traditore, ma Leonardo fa uno studio sulle espressioni e l'emotività seguenti l'annuncio di Gesù riguardo al tradimento di uno di essi. L'opera si trova nel convento domenicano di Santa Maria delle Grazie. Questo convento commissionò a Bramante la sistemazione architettonica della chiesa e a Leonardo, per esplicita richiesta di Ludovico Sforza, la decorazione della parete del refettorio. Non è un affresco perché l artista lavora a secco su una base gessosa utilizzando lacche. Questa tecnica non fu molto longeva poiché la pellicola pittorica incominciò a sgretolarsi a partire dal 1517, e l'oggetto fu restaurato a partire dal 1978 (per ventuno anni) da Pinin Brambilla, una grandissima restauratrice italiana. Leonardo rappresenta nell opera il momento in cui Cristo dice: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà ; l'artista pertanto non ha voluto rappresentare un evento che riguarda la fede, bensì un atto umano come il tradimento di un amico. Questa è una scelta che gli permette di cogliere le diverse reazioni di tutti gli apostoli, rendendo la composizione più interessante e movimentata. Si ha una costruzione prospettica dove l'architettura dipinta continua quella reale del refettorio in modo da suggerire continuità spaziale (anche se il punto di vista è più alto di quello dello spettatore); la tridimensionalità è ottenuta anche da una scansione scalare dei cassettoni del soffitto e dagli arazzi alle pareti e anche dal uso del chiaroscuro e della luce che penetra dalle tre finestre in fondo. La finestra centrale sembra quasi incorniciare, e quindi valorizzare, Cristo che non ha il tipico elemento iconografico dell'aureola e senza la luce alle spalle sarebbe del tutto irriconoscibile. E' la prima grande opera della maniera moderna quindi è di grande importanza nella storia dell'arte. C è una grande attenzione all uomo in sé che diventa protagonista, tant è che le figure che l'artista ha disegnato e costruito sono immagini che denotano una padronanza assoluta dell anatomia umana. Questi personaggi sembrano venire incontro allo spettatore: Cristo è al centro e gli apostoli, che sono raggruppati a tre a tre, generano una sorta di

121113_Galluzzo LeonardoDaVinci pag.page 5 of 5 movimento a onda con un forte senso emotivo. ii volti esprimono sentimenti diversi: lo sdegno di Bartolomeo, che scatta in piedi; lo stupore e la difesa di Andrea, che alza le mani; Pietro alza il coltello; l'indignazione e rassegnazione di Giovanni; l'allarmismo di Tommaso, che pare domandare chi sia il traditore; lo sconcerto e orrore di San Giacomo, la pena di San Filippo ed infine la ritrosia e vergogna di Giuda Gesù ha un'espressione di rassegnazione perché sa già quale è il suo destino. Giuda è seduto insieme agli altri, ma istintivamente si ritira e con una mano stringe la sacca di denari e con l altra si blocca nell atto di intingere assieme a Cristo il pane nel piatto. Lo scienziato studia il rapporto tra causa ed effetto quindi gli studi scientifici dell artista sono messi a servizio della sua pittura perché rappresenta l uomo nel suo aspetto più vero, nei i suoi atteggiamenti esteriori e nei sentimenti. Leonardo, Monna Lisa (La Gioconda), iniziata nel 1503-1506 e ripresa nel 1514-1515. Olio su tavola, 77x53 cm. Parigi, Museo del Louvre. LA GIOCONDA La Gioconda, conosciuta anche come Monna Lisa, è un ritratto di dama in un paesaggio. Essa è la moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo ed il suo nome è proprio Lisa. E' il quadro più conosciuto di Leonardo Da Vinci. Quest opera è stata fatta nel 1503 a Firenze, ma poi l'artista fu chiamato a Milano e se la portò dietro, ancora incompiuta, e la concluse in successivamente in Francia. L' inquadramento è a mezzo busto e comprende le mani; la dama è inserita in un paesaggio che diventa quasi parte viva e integrante dell'opera: tutto il dipinto è in movimento. Il paesaggio infatti è avvolto in queste nebbie con il fiume e il ponte (unico elemento di fattura umana che incarna la fiducia dei dotti e degli artisti rinascimentali nella volontà dell'uomo e nella sua capacità di capire e modificare il mondo) e la dama che sembra immobile e quieta, ma il corpo è percosso da una morbida torsione e partecipa alla vita della natura. La particolarità dell espressione è il sorriso che c è e non c è e il fatto che vari a seconda dei punti di osservazione. Leonardo, infatti, ha nascosto nell'ombra i lati della bocca e gli angoli degli occhi lasciando l'impossibilità di poter afferrare dei contorni precisi e impedendo che l'immagine della donna sia sicura e definitiva lasciando un aura di mistero. Lo scienziato rinnova, quindi, nello spettatore il desiderio di indagare e percepire meglio le forme. Le sue espressioni incarnano l essenza dell attimo in divenire dei sentimenti umani che mutano in continuazione e che non è possibile fissare. Tutto ciò è ottenuto con lo sfumato e attraverso numerose e sottili venature di colore; la luce dorata è resa grazie a realizzazione di aria spessa, umida, ovattata e così come la natura reale è in continuo divenire: questa è la forza della Gioconda.