La fuga in Egitto e la strage degli innocenti. Mt. 2,13-23

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Incontri sul Vangelo di Matteo La fuga in Egitto e la strage degli innocenti Mt. 2,13-23 "Il Vangelo è una bomba: la speranza è che almeno qualche scheggia ci colpisca" Il brano presenta un esodo al contrario: la terra promessa si è trasformata in una terra di schiavitù e di morte, dalla quale è necessario scappare. Il racconto presenta i dati biblici dell esodo dall Egitto rovesciati; il faraone e l'egitto, terra di schiavitù, sono identificati con Erode e la Giudea. Il primo esodo aveva portato solo una liberazione parziale; il vero e definitivo esodo si attua solo con il Messia

Introduzione (1) 2 Il brano segue immediatamente l episodio dei Magi che erano dei pagani. L'incontro con i maghi deve aver creato sbalordimento in Maria e Giuseppe. L'angelo del Signore ha annunciato Gesù che avrebbe salvato il popolo d'israele dai peccati (Mt. 1,21); non si comprende cosa c entrino i pagani. La tradizione religiosa e nazionalista, nella quale Maria e Giuseppe sono cresciuti, ha sempre presentato un Messia che avrebbe annientato i pagani. Il Talmud afferma: Nel brano dei Maghi, i pagani sono stati resi un popolo regale e sacerdotale e sono ammessi al Regno; è difficile continuare a pregare con il Salmo: E' solo l'inizio dei tanti interrogativi che scandiranno la crescita nella fede di Maria e di Giuseppe, come afferma anche il Concilio Vaticano II: I genitori dovranno aprirsi completamente al nuovo che il loro figlio rappresenta. (Tos. Sanh. 13,2) Nessun pagano avrà parte nel mondo a venire (Qid. Y. 66cd) Il migliore dei pagani merita la morte (MekEs. 14,7) Uccidere il migliore dei pagani è come schiacciare la testa al migliore dei serpenti. (Sal. 79,6) Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sui regni che non invocano il tuo nome, (LG. 58) Così anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede Da un punto di vista letterario, il brano è un trittico, è cioè costituto da tre quadri: Ciascuno dei quadri si chiude con un richiamo al compimento di una profezia: si può definire il trittico del compimento. Il primo quadro, il racconto della fuga in Egitto, presenta una costruzione parallela a quella del terzo quadro, il ritorno in Israele. La fuga in Egitto (Mt. 2,13-15). La strage degli innocenti (Mt. 2,16-18). Il ritorno dall'egitto (Mt. 2,19-23). "L'angelo del Signore appare in sogno a Giuseppe e gli affida una missione: nei due racconti sono usati gli stessi termini. Giuseppe esegue l'ordine dell'angelo. Una citazione profetica chiude il racconto.

Introduzione (2). "L'angelo del Signore" e il "sogno" 3 E presentato un esodo al contrario, in cui i dati biblici dell esodo dall Egitto sono rovesciati. La terra promessa si è trasformata in una terra di schiavitù e di morte, dalla quale è necessario scappare. Il faraone e l'egitto, terra di schiavitù, sono identificati con Erode e la Giudea. L'Esodo dall'egitto aveva portato solo una liberazione parziale. Il vero e definitivo esodo si attua solo con il Messia. Più che un ricordo storico, la fuga in Egitto è un annuncio profetico. E' un viaggio ideale nella terra dell'esilio, dove i figli di Israele attendono ancora la liberazione. I precedenti racconti dell infanzia di Matteo mettono in luce la sua discendenza davidica e l origine divina; questo episodio mostra il lato opposto. Egli sarà non solo il Dio con noi, ma anche il re perseguitato, il servo sofferente secondo l immagine del profeta Isaia. Il brano mostra anche lo stato d'animo di giudei e cristiani della fine del I secolo, nei confronti di Erode. Il riferimento è ai maghi dell episodio precedente Inizia il primo quadro del trittico con in primo piano la figura di Giuseppe Questi richiama un altro Giuseppe, il patriarca dell Antico Testamento; entrambi salvano la propria famiglia portandola in Egitto, per poi tornare nella terra promessa (Gen. 45-46) Il sogno è un espediente letterario per indicare una rivelazione divina. Nell Antico Testamento, Jahvè appare in sogno ai profeti; questo, in qualche modo, qualifica Giuseppe come un profeta [13] Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». angelo del Signore ; è sempre indeterminato, senza articolo. E una figura che indica Dio stesso quando interviene nella storia degli uomini Questo angelo del Signore interviene tre volte nel vangelo di Matteo, sempre in relazione alla vita: Per annunciare Gesù a Giuseppe (Mt. 1,20). Per proteggerla, in questo caso, da Erode. Per confermarla alle donne al sepolcro al momento della risurrezione (Mt. 28,2).

La fuga in Egitto (1) 4 Il binomio il bambino e sua madre ricorre cinque volte nel vangelo dell infanzia (Mt. 2,11.13.14.20.21) di cui quattro in questo trittico; prima il bambino poi la madre che l ha generato Giuseppe e Maria sono i rappresentanti rispettivamente dell Israele fedele e della nuova comunità, e appaiono uniti in Gesù L'Israele fedele, Giuseppe, ha esperienza dell esodo di Mosè; è lui che ha l incarico di tornare in Egitto, perché da lì si realizzi l esodo definitivo del messia Lungo la storia biblica appare più volte come il sicuro rifugio di perseguitati politici (1Re 11,40 ; 2Re 25,26) Israele era fuggito dall Egitto per entrare nella terra promessa; ora deve scappare dalla terra promessa per trovare rifugio proprio in Egitto Al contrario, in terra pagana, troverà sempre rifugio, accoglienza e fede [13] Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». L Egitto era da poco diventato una prefettura dell impero romano, e ospitava una numerosa e potente colonia giudaica L Egitto attuale richiama l antico; Erode rievoca il faraone, Gesù rievoca Mosè e il popolo profughi in terra straniera [14] Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, Sinagoga, tempio e persone religiose saranno per il Figlio di Dio un pericolo mortale dal quale dovrà costantemente fuggire La notizia è verosimile. Erode era sospettoso di chiunque potesse togliergli in qualche maniera la corona; non esitò a eliminare tre suoi figli E' il vero obiettivo del potere; Erode, nel brano dei Magi, aveva espresso il desiderio di adorare il re dei Giudei (Mt. 2,8); in realtà voleva eliminarlo Il potere è sempre menzognero e padre della menzogna: (Gv. 8,44b) Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. Il ritorno in patria rievoca l esodo del popolo dalla terra della servitù Erode che tiene lontano il messia dalla sua patria, ripete i soprusi del faraone che impediva a Israele la partenza E meno pericoloso l Egitto, tra i pagani idolatri, che a Betlemme, nelle vicinanze di Gerusalemme, la città santa

La fuga in Egitto (2) La strage dei bambini (1) 5 nella notte ; il richiamo è all esodo dall Egitto che è avvenuto di notte, quindi, alla notte di Pasqua, alla liberazione del popolo Il richiamo è al profeta Osea: (Os. 11,1) Quando Israele era fanciullo, io l ho amato e dall Egitto ho chiamato mio figlio. Osea ricordava l'esodo, il ritorno del popolo, figlio primogenito di Dio, dall esilio egiziano E' il profeta che più degli altri presenta l amore incondizionato di Dio per il popolo [14] Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, [15] dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall Egitto ho chiamato mio figlio. Matteo riconosce in Gesù questo figlio di Dio, addirittura Dio stesso C è anche un richiamo Giuseppe, il patriarca figlio di Giacobbe, che di notte, fu invitato da Dio a fuggire in Egitto per salvare la sua famiglia (Gen. 45,2-4) [2] Dio disse a Israele in una visione nella notte: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». [3] Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. [4] Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi con le sue mani». Sarà lui che, uscendo dall Egitto, guiderà il popolo, come vero Messia, verso la sua piena liberazione Il secondo quadro del trittico presenta la reazione del potere, che non ha scrupoli ad uccidere i suoi sudditi, che dovrebbe difendere, pur di mantenere il dominio Il passo è in relazione con il racconto dell Esodo (Es. 1), dove il faraone si propone di distruggere il popolo ebraico uccidendo i neonati maschi [16] Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. E' in relazione anche con i racconti dell infanzia di Mosè delle tradizioni rabbiniche, secondo cui, dopo la nascita del bambino annunciata da visioni e maghi, il faraone fa uccidere i neonati Come il faraone tentò di uccidere Mosè, così Erode tenta di uccidere Gesù, ma i successi di Mosè sul faraone sono la garanzia dei successi di Gesù messia

La strage dei bambini (2) 6 Erode è stato un grande assassino, ma, storicamente, un crimine che non gli si può imputare è proprio questa strage dei bambini di Betlemme Negli scrittori contemporanei di Erode, che hanno riportato i sui crimini, di questa strage dei bambini non c è traccia "i Magi si erano presi gioco di lui ; storicamente non è attendibile perché Erode era troppo intelligente per cadere in un errore del genere Il verbo è lo stesso che si ritroverà nella Passione quando i soldati si faranno beffe di Gesù (Mt. 27,29) Come Mosè è stato salvato da Dio dalla strage dei bambini ebrei, allo stesso modo, Gesù è salvato dalla strage voluta da Erode, nuovo faraone E l unica volta che Matteo cita espressamente il profeta a cui si richiama Geremia è il profeta che più di altri ha denunciato la prepotenza e l incapacità dei dirigenti, e che questo ha portato sciagure per il popolo d Israele [16] Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Gesù non risponderà con la violenza, ma avrà sempre un atteggiamento di perdono; al contrario la reazione del potere, se non è obbedito, è ricorrere alla violenza Matteo presenta Gesù superiore a Mosè, riproducendo in lui gli eventi della storia di Mosè [17] Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Matteo opera un parallelo con quanto successo nella storia di Israele, con la decisione del faraone di uccidere i bambini ebrei La storia si ripete: c è un nuovo faraone, Erode, che cerca di uccidere i bambini di Betlemme; le indicazioni non sono storiche ma teologiche E anche un invito alla comunità a non cadere in queste dinamiche perverse; i due atteggiamenti, di Erode e di Gesù, possono entrambi essere presenti all interno della comunità da due anni in giù ; Matteo non suppone che Gesù fosse appena nato quando arrivarono i Magi, ma considera Betlemme come la dimora permanente di Giuseppe Il brano è proprio di Matteo che scrive per una comunità di giudei convertiti; hanno riconosciuto in Gesù il Salvatore e il Messia, ma non hanno abbandonato Mosè e la sua Legge "Geremia sarà nuovamente citato quando Giuda deciderà di togliersi la vita dopo il tradimento. è il profeta che ricorda il versamento di sangue causato dal potere

Il pianto di Rachele (1) 7 Rachele è moglie di Giacobbe e madre di Beniamino e Giuseppe; rappresenta il popolo di Dio Il suo pianto è dovuto al fatto che i suoi figli sono portati in esilio, e la gente del suo popolo deportata o uccisa dagli Assiri (Ger. 31,15) Così dice il Signore: «Una voce si ode a Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più». La strage è un duro colpo alle certezze di Maria e Giuseppe; essi credono nel Dio di Israele, che per liberare il popolo dall'egitto, non esitò a sterminare i loro primogeniti (Es. 12,29) A mezzanotte il Signore colpì ogni primogenito nella terra d Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito del prigioniero in carcere, e tutti i primogeniti del bestiame. Maria e Giuseppe dovranno capire che il Dio che si manifesterà nel loro figlio è diverso da quello che conoscono: non ucciderà i nemici, ma darà anche a loro la sua vita [18] Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. La profezia di Geremia si attua; Matteo presenta la devastazione compiuta del potere politico nei confronti dei propri sudditi bambini E' il popolo giudaico, rappresentato da Rachele, che deve sopportare le conseguenze dell'odio dei suoi capi Nella preghiera, Maria e Giuseppe benedicono Javhè che: La domanda è: perché questa volta Dio non colpisce Erode come ha fatto con il faraone? La tomba di Rachele si trovava a Rama (1Sam. 10,2), 9Km a nord di Gerusalemme, nei pressi di Betlemme (Gen. 35,19-20); il luogo fu un centro di raccolta dei prigionieri poi deportati in Babilonia Matteo presenta una situazione analoga; lo strazio delle madri che si vedono uccidere i loro piccoli diviene l eco del materno lamento di Rachele Si piange anche per il futuro di Gerusalemme; rifiutando il Messia, sarà distrutta per opera dei Romani Il pianto di Rachele mostra che l incredulità e l incapacità di accogliere il Messia, causerà altre sciagure per il popolo, succube di tale potere (Sal. 136,10) Colpì l Egitto nei suoi primogeniti, perché il suo amore è per sempre. Ora è Erode a sterminare i bambini di Betlemme per uccidere il Figlio di Dio (Mt. 9,23-25) [23] Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù [24] disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. [25] Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò.

Il pianto di Rachele (2) Il ritorno 8 Geremia non annuncia solo il pianto ma anche la sua fine La profezia fa parte di un oracolo di salvezza e annuncia la liberazione dalla schiavitù babilonese (Ger. 31,16-17) [16] Dice il Signore: «Trattieni il tuo pianto, i tuoi occhi dalle lacrime, perché c è un compenso alle tue fatiche oracolo del Signore : essi torneranno dal paese nemico. [17] C è una speranza per la tua discendenza oracolo del Signore : i tuoi figli ritorneranno nella loro terra. Si ripete la formula già presente nel primo quadro del trittico. Il versetto richiama il libro dell Esodo (Es. 4,19-20) [19] Il Signore disse a Mosè in Madian: «Va, torna in Egitto, perché sono morti quanti insidiavano la tua vita!». [20] Mosè prese la moglie e i figli, li fece salire sull asino e tornò nella terra d Egitto. E Mosè prese in mano il bastone di Dio. Come la morte del Faraone permette a Mosè di tornare in Egitto, la morte di Erode permette a Gesù di uscirne. Come Mosè esegue l'ordine di Dio, Giuseppe esegue l'ordine dell angelo. Matteo presenta Gesù come il nuovo Mosè, il nuovo liberatore del suo popolo [18] Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più. Matteo mette in evidenza che l opposizione dei poteri nemici non riuscirà a impedire la realizzazione del disegno di Dio; l esodo iniziato da Gesù giungerà al suo termine [19] Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto [20] e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nella terra d Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Matteo non richiama direttamente questo invito alla speranza; sarà rappresentato da Giuseppe che rientra in Galilea, da cui si potrà attuare la liberazione promessa Con il Messia cessa ogni schiavitù; solo con lui ha termine il pianto di Rachele E' inutile ricostruire con l'immaginazione l'evento; Matteo riprende e adatta la storia della persecuzione del faraone Erode morì a Gerico nel 4 d.c. La morte del faraone rende possibile la liberazione del popolo eletto Entra di nuovo in azione l angelo del Signore Le parole dell angelo sono una ripetizione di quelle rivolte da Dio a Mosè; è solo Erode, ma Matteo lascia il plurale Il plurale ha due motivazioni: da una parte rappresenta tutti quelli che nella storia del popolo hanno attentato alla vita dei liberatori inviati da Dio Dall altra parte, Matteo anticipa l azione dell istituzione religiosa contro Gesù; nel termine quelli sono compresi i farisei, i sommi sacerdoti, gli anziani

L'insediamento in Galilea 9 Matteo precisa che entrò e non rientrò. Entrare nella terra era l immagine classica per indicare la liberazione del popolo dall Egitto per entrare nella terra di libertà Il rientro di Gesù e dei suoi genitori è un nuovo esodo; l antico era stato una sorta di fallimento. Il nuovo si realizza attraverso Giuseppe che riconduce Gesù in Israele si ritirò nella regione della Galilea ; si parla per la prima volta della Galilea, dove avrà spazio tutta l attività di Gesù Ciò che non è riuscito a Erode il Grande, eliminare Gesù, riuscirà al figlio Erode Antipa, sotto il quale Gesù sarà assassinato Il villaggio di Nazareth non è mai citato dall Antico Testamento. E un paese malfamato abitato da facinorosi: (Gv. 1,46) Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». L insediamento a Nazareth è ricordato da tutta la tradizione evangelica (Lc. 2,39 ; Mc. 1,24 ; 10,47 ; 16,6 ; Lc. 4,34 ; 24,19) [21] Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d Israele. [22] Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea A differenza della Giudea, la Galilea è una terra che, in seguito a deportazioni e a trapianti di popoli stranieri, è divenuta semipagana [23] e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». Giuseppe non torna a Betlemme in Giudea perché è governata da Archelao, uno dei figli di Erode, crudele come suo padre Archelao iniziò il suo governo con un massacro di tremila uomini; l'imperatore Augusto gli tolse il titolo di re e divenne solo etnarca, in greco "signore di un popolo", carica che mantenne dal 4 a.c. al 6 d.c. per poi mandarlo in esilio nelle Gallie I detentori del potere passano, ma il potere si perpetua con le stesse caratteristiche di crudeltà La Giudea prende il nome da Giuda, uno dei patriarchi delle dodici tribù; Galilea, invece, dall ebraico Gelil, significa distretto dei pagani. Indica quindi una zona lontana dal centro religioso La Giudea diviene il simbolo dell'israele non credente e si vedrà tolta l'eredità in favore della Galilea Il richiamo alla scrittura riportato da Matteo non è identificabile; non esiste nessun passo che affermi sarà chiamato Nazareno

Gesù il "Nazoreo" - Approfondimento 10 Il termine tradotto con Nazareno, letteralmente è Nazoreo (Nazwra oj) che racchiude tre significati Il primo significato è un richiamo alla profezia di Isaia riguardante il messia: (Is. 11,1-2a) [1] Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. [2a] Su di lui si poserà lo spirito del Signore, Iesse è il padre di Davide. Il termine virgulto, in ebraico è nezer e, nella tradizione dei rabbini, si applica al discendente di Davide insieme al termine germoglio (Zc. 3,8 ; 6,12) Tutte le attese e le speranze annunciate e manifestate al popolo si compiranno e non saranno deluse [23] e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno». In Gesù si compie la profezia di Isaia e sarà il virgulto sul quale si poserà lo Spirito del Signore Il compiersi non è altro che la logica conclusione di un processo che arriva al suo compimento APPROFONDIMENTO Il secondo significato di "Nazareo" è dato dall assonanza con il termine nazir che significa consacrato Il terzo, indica Nazareth, la provenienza di Gesù Il termine Nazareno, nella letteratura giudaica, è attribuito a Gesù con sfumatura dispregiativa; in seguito passò a designare anche i suoi seguaci Come i precedenti, anche il terzo quadro del trittico termina con un riferimento alle Scritture e al loro compimento Ciò non significa che era "predestinato", o che nell Antico Testamento vi erano le prove che attestavano ciò che sarebbe avvenuto nel Nuovo Testamento Il brano precedente ha mostrato che i Maghi, pagani, avevano anche loro accesso al Signore. Ora è Gesù stesso che raggiunge la terra pagana. Nella comunità giudeo-cristiana di Matteo, questo già legittimava un'apertura radicale della chiesa alle nazioni. Matteo contrappone il re Erode al re dei Giudei appena nato (Mt. 2,2), il potere e la tirannia del primo alla debolezza del secondo, bambino. Il titolo re dei giudei utilizzato per primi dai Maghi, sarà il titolo sulla croce di Gesù (Mt. 27,37), massima espressione della sua debolezza.