Introduzione Con il termine doping si intende l assunzione di sostanze (solitamente farmaci) che, agendo su particolari funzioni dell organismo, permettono di incrementare il rendimento fisico rispetto a quanto si otterrebbe con il semplice allenamento. Il ricorso a sostanze chimiche nell attività sportiva (1) ha radici lontane nel tempo: infatti gli indiani e gli aborigeni australiani masticavano rispettivamente le foglie di coca e della pianta del pituri come stimolanti e contro la stanchezza. Se però nel passato l utilizzo di sostanze chimiche era ristretto alla sola cerchia degli atleti professionisti o a chi ne aveva bisogno per sopravvivere nell era moderna il doping è diventato
un fenomeno preoccupante che interessa vari strati della popolazione sportiva. Oggi lo sport professionistico si presenta sempre più sotto le vesti di un grande affare economico che spinge oltremodo gli atleti verso la ricerca della vittoria a tutti i costi. Ciò determina frequentemente la scelta da parte di allenatori e di atleti a ricorrere all uso di farmaci per aumentare le prestazioni agonistiche. E così il farmaco non ha più l utilità di guarire una malattia, ma diventa lo strumento indispensabile per conseguire un risultato sportivo.
Le prove di positività a farmaci dopanti effettuate nel contesto ufficiale delle gare indicano che gli atleti risultati positivi sono fra l 1.5% e il 2.5%. Ad esempio, il 5% dei concorrenti (15 su 285 sottoposti a controllo) risultavano positivi per gli steroidi anabolizzanti ai Giochi Panamericani di Caracas del 1983. Dal 1986 al 1989 sono state effettuate annualmente dai laboratori accreditati dal CIO da circa 32.000 a 52.000 analisi antidoping, di cui da un minimo di 1.2 (nel 1989) ad un massimo di 1.7% (nel 1988) hanno rivelato la presenza di steroidi anabolizzanti. Quando però gli esami sono effettuati senza preavviso, e quindi in situazioni più veritiere le cifre crescono di molto: circa il 15% di positività con punte del 40%.
La grande notorietà del fenomeno doping inteso come manifestazione connessa allo sport è relativamente recente e si è accompagnata alla rinnovata e crescente risonanza data agli eventi agonistici, specie se internazionali, a partire dal secondo dopoguerra. Va anche osservato che si comincia a disporre di farmaci potenti, efficaci e per lo più ben tollerati anche se comprovatamene solo in ambito terapeutico appena pochi anni prima della seconda metà del nostro secolo. Il doping nello sport è sostanzialmente un elemento del costume contemporaneo, ritenuto mal distinguibile, nelle sue radici, dall affermarsi di altre forme di più o meno conclamato abuso di farmaci, caratterizzanti la civiltà moderna.
Un cenno storiografico documentato fa risalire al decennio precedente la seconda guerra mondiale diversi esempi forse i primi del genere di interessamento scientifico all esaltazione artificiale del rendimento atletico; ad essi fecero seguito, a ragione della tragedia bellica, studi per applicazioni militari cui si ricollegarono poi, a pace avvenuta, più recenti ricerche sul doping nello sport, le prime di quelle ritenute ancora attuali ai giorni nostri. Negli anni sessanta, in seguito ad alcuni eventi luttuosi sensazionali ed in particolare alla vivissima impressione suscitata dal drammatico decesso di due corridori ciclisti avvenute rispettivamente durante i giochi olimpici di Roma, dove perse la vita il dilettante danese JANSEN, e durante la
scalata del Mont Ventoux al tour de france, dove perse la vita il professionista SIMPSON prendevano le mosse probabilmente le prime indagini analitiche antidoping, cui sarebbe stata attribuita, da allora in poi, crescente importanza. Nel contempo, la rilevanza sociale del doping nello sport veniva recepita dalle autorità statali di alcuni paesi, che quindi iniziarono a formulare norme atte a perseguirlo a termini di legge. Per quanto riguarda l Italia, il decreto ministeriale del 5 luglio 75, pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 29/9/75, ha ufficializzato un elenco di sostanze che gli atleti in gara non possono impiegare al fine di modificare artificialmente le loro energie naturali.
Questo elenco comprendeva: A) le amino simpatico mimetiche; B) piperidine ad azione anfetamino-stimolante o comunque ad azione neuro-psico-stimolante; C) farmaci ad azione anfetamino-simile o aventi qualche analogia strutturale con l anfetamina in quanto nella loro molecola è individuabile una struttura fenil-etilaminica; D) sostanze efedrino-simili; E) stricnina; F) ibogaina; G) pargilina. L elenco è stato poi ampliato diverse volte dal comitato internazionale olimpico, sono state aggiunte altre sostanze e quelle che hanno fatto più scalpore sono state le sostanze contenenti gli steroidi anabolizzanti, il cortisone e analettici come coramina e micoren.
La domanda che quindi nasce spontanea è se il doping sia efficace e se abbia rilevanti conseguenze negative per la salute. Purtroppo questo quesito fondamentale solo in poche occasioni può avere risposta esauriente. Lo studio dei farmaci e la conoscenza che ne deriva, hanno quasi sempre seguito una logica dettata esclusivamente dalla loro destinazione terapeutica. Si dispone attualmente di una mole immensa e crescente di dati sperimentali, sempre più necessari in funzione di un impiego clinico giustificato di ciascun prodotto ritenuto utile per la prevenzione, la diagnosi, od il trattamento di una malattia. Il criterio universale accettato per decidere, in ognuna delle più
svariate condizioni morbose, sull opportunità o meno di somministrare un farmaco, cui pertanto si attribuiscono precise indicazioni, è quello di un rapporto beneficio-rischio ottimale. Questo criterio è assimilabile ad un elementare ma indispensabile orientamento filosofico, grazie al quale è possibile finalizzare le diverse attività specialistiche esercitate da tutti coloro cui compete professionalmente la ricerca sui farmaci e che concorrono, attraverso l acquisizione di una moltitudine di informazioni, a costituire una vastissima cultura farmacologica. Per quanto riguarda invece l uso non terapeutico dei farmaci, la disponibilità di dati sperimentali è molto inferiore.