Rifiuti galleggianti. Il monitoraggio di Goletta Verde

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Transcript:

Le plastiche negli ecosistemi lacustri e marini: dal problema alla nuova frontiera del riciclo RIMINI 11 novembre 2016 Rifiuti galleggianti. Il monitoraggio di Goletta Verde

L indagine Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente per la tutela di mare e coste, porta avanti da tre anni un monitoraggio scientifico sulla presenza dei rifiuti galleggianti in mare, promuovendo approfondimenti e azioni per la mitigazione e prevenzione del fenomeno del marine litter. 2014 2015 2016 Un problema ormai riconosciuto dall intera comunità scientifica internazionale, rispetto al quale è imperativo adottare politiche di risoluzione alla luce delle incalcolabili ripercussioni su ambiente, fauna e disequilibrio dell intera catena alimentare, oltre che sull economia. MAPPA TRANSETTI In 3 anni, sono stati monitorati 145 km 2 di mare per un totale di 3550 km di navigazione e 285 ore di osservazione diretta

L indagine 2016 Nel corso dell estate 2016, da giugno ad agosto, Goletta Verde ha monitorato la presenza dei rifiuti galleggianti lungo le sue rotte. 2016 I numeri dell indagine: o 950,9 km monitorati / 513 miglia nautiche o 25 km 2 di mare monitorato o 80 ore di osservazione diretta o 49 transetti monitorati MAPPA TRANSETTI

Il protocollo L indagine si è basata sul protocollo scientifico di ISPRA per il monitoraggio del macro litter superficiale, adattandone alcuni parametri: o o o o o o Sono osservati tutti i rifiuti galleggianti >2,5 cm Le catalogazione dei rifiuti segue le categorie Ospar, rimodulate secondo le indicazioni del JRC e del programma Defishgear L osservazione è condotta a occhio nudo, il binocolo usato solo per verifica della tipologia del detrito La striscia di visibilità dell osservazione è di 25 mt, tenendo conto di un solo lato dell imbarcazione I transetti monitorati e i singoli rifiuti sono registrati mediante scheda cartacea e gps L osservazione è stata condotta solo in condizioni meteomarine ottime o buone, con la luce solare e a una velocità media di 6 nodi.

Quantità di detriti naturali e antropogenici Origine rifiuti monitorati 12% Sono stati monitorati 1514 detriti, di cui o 179 di origine organica (alghe, rami, tronchi, ecc) o 1336 di origine antropogenica Organica Antropogenica I rifiuti legati alle attività umane rappresentano, quindi, l 88% del totale dei detriti avvistati. 88% Dei rifiuti antropogenici, il 45% ha una dimensione inferiore ai 20 cm.

Materiali dei rifiuti Dei 1336 rifiuti antropogenici rilevati, il 95,7% è costituito di plastica. 4% Materiali dei rifiuti Dopo le plastiche, la principale tipologia di rifiuti osservati è costituita da o carta (1,6%) o gomma (1%) o legno lavorato (0,7%) o metalli (0,6%) o vetro (0,2%) o tessile (0,1%) 96% Plastica Altro

I rifiuti più comuni La top ten dei rifiuti più osservati appartiene interamente alla categoria dei polimeri artificiali. Quasi la metà è costituita da detriti di plastica non riconducibili a oggetti identificabili. Tra gli oggetti di plastica identificabili si trovano o buste (16,2%) o teli (9,6%) o reti e lenze (3,6%) o frammenti di polistirolo (3,1%) o bottiglie (2,5%) o imballaggi (2,5%) o stoviglie (2,2%) o assorbenti igienici (1,8%) o cassette di polistirolo intere o frammentate (1,6%) Rifiuti più comuni % sul totale Buste 16,2 Teli 9,6 Reti e lenze 3,6 Polistirolo - frammenti 3,1 Bottiglie 2,5 Tappi e coperchi 2,5 Stoviglie 2,2 Assorbenti igienici 1,8 Cassette di Polistirolo 1,6 Altri oggetti in plastica 49,2

Densità di rifiuti Area indagata (km 2 ) Polimeri artificiali (%) Media densità (n. rifiuti/km 2 ) Tirreno Ionio Adriatico 14,5 2 7 96% 98% 95% 61,89 50,41 45,92 La densità dei rifiuti riscontrata per l intera area indagata è di 57,6 rifiuti per ogni km 2 di mare. La densità più alta è stata riscontrata lungo i transetti effettuati nel mar Tirreno (61,8 rifiuti/km 2 ). Inferiore alla densità media nazionale, quella riscontrata nello Ionio (50,4) e in Adriatico (45,9). Errore standard 8,55 9,53 13,78

Densità di rifiuti per macro-aree Rispetto alla densità media nazionale di 57,6 rifiuti ogni km 2 e alle densità medie per ciascun mare, si notano ulteriori differenze geografiche. Macro- area Densità (n. rifiuti/km 2 ) Errore L Adriatico meridionale è quello che registra una maggiore densità di rifiuti con 88,8 rifiuti al km 2, seguito dal Tirreno centrale (69,1), dal Mar Ligure e Tirreno settentrionale (67,2). Al di sotto della densità media nazionale, troviamo il mar Ionio (50,4), il Tirreno meridionale (48,2), l Adriatico centrale (30,2) e l Adriatico settentrionale (26,3). Adriatico meridionale 88,89 36,99 Tirreno centrale 69,18 20,75 Mar Ligure + Tirreno sett. 67,29 13,39 Ionio 50,41 9,53 Tirreno meridionale 48,22 8,91 Adriatico centrale 30,29 6,31 Adriatico settentrionale 26,39 6,55

Densità massime di rifiuti Su 49 transetti, la densità massima dei rifiuti è stata registrata nella navigazione tra il nord ovest di Capri (circa 5 mn) e Punta Campanella, transetto che ha contato una densità di rifiuti quasi 4 volte superiore rispetto alla media nazionale con 227 rifiuti al km 2 di mare. Con 211 rifiuti ogni km 2 troviamo la tratta da Marciana Marina a Portoferraio nell isola d Elba. Il triplo della densità media nazionale è stata registrata anche tra Casamicciola Terme (Ischia) e il Golfo di Napoli con 179 rifiuti al km 2 di mare. In Adriatico meridionale il transetto con più rifiuti è quello tra il nord di Vieste e Capoiale (Fg) con 146 rifiuti al km 2 mentre supera la densità di 100 rifiuti al km 2 anche la navigazione tra Capo d Orlando e Tindari (Me). 227 rifiuti / 211 rifiuti / km 2 km 2 100 rifiuti / km 2 146 rifiuti / km 2 179 rifiuti / km 2

Stima delle fonti 20% 29% Stima delle fonti 51% Fonte indeterminata Urbani mal gestiti Attività produttive Pur tendendo presente che il 51% dei rifiuti monitorati non è classificabile, sono due le principali fonti dei rifiuti galleggianti registrati dall indagine. La cattiva gestione dei rifiuti urbani (scorretta gestione dei rifiuti a monte, insufficienza depurativa, abbandono consapevole) pesa il 29% sul totale dei rifiuti e le attività produttive (pesca, agricoltura, industria) comprendono il 20% dei rifiuti sul totale.

Le fonti: attività produttive Attività produttive Rispetto ai rifiuti legati alle attività produttive, 46% 54% Altre attività produttive Pesca il 46% è legato al settore pesca (reti, lenze, cassette di polistirolo intere e frammentate).

Le fonti: rifiuti urbani mal gestiti Questo tipo di fonte rappresenta il 29% dei rifiuti monitorati e riguarda la cattiva gestione dei rifiuti urbani (dispersione, abbandono consapevole, insufficienza depurativa). I rifiuti più comunemente osservati sono costituiti da polimeri artificiali. In particolare: o buste (57%) o bottiglie (9%) o tappi e coperchi (9%) o stoviglie di plastica usa e getta (8%) o assorbenti igienici (6%) 6% 8% 9% 9% 11% Rifiuti urbani mal gestiti 57% Buste Bottiglie Tappi e coperchi Stoviglie Assorbenti igienici Altro

Le fonti: rifiuti urbani mal gestiti / mare Rifiuti urbani mal gestiti /macro floating Esclusi gli assorbenti igienici, l 83% dei rifiuti urbani mal gestiti monitorati appartiene alla categoria del packaging di plastica usa e getta. 17% Packaging Altro 83%

Le fonti: rifiuti urbani mal gestiti / spiagge Rifiuti urbani mal gestiti / beach litter Anche per i rifiuti spiaggiati, secondo l indagine di Legambiente Beach Litter 2016*, la categoria del packaging rappresenta più della metà dei rifiuti urbani mal gestiti che finiscono tra la sabbia. Di questo 56%, il 75% è packaging di plastica usa e getta. 44% 56% Packaging Altro *area monitorata 106.000 m 2

Le fonti e i mari Notiamo che i rifiuti derivanti da una scorretta gestione dei rifiuti urbani è una costante piuttosto omogenea tra i mari monitorati. Al contrario, l incidenza dei rifiuti legato al settore pesca è più preponderante nel Mar Adriatico, con una percentuale del 18% contro quella del 7% nel Tirreno. Le fonti e i mari 35% 30% 29% 28% 30% 25% 20% 21% 18% 15% 10% 5% 7% 10% 5% 5% 0% Tirreno Ionio Adriatico Rifiuti urbani Pesca Altre attività prod

GRID-Arendal /Riccardo Pravettoni Conclusioni o Il 45% dei rifiuti monitorati ha una dimensione tra i 2,5 e i 20 cm. Potenzialmente, parliamo di rifiuti già parzialmente degradati. Insieme a tutti gli altri, galleggianti, spiaggiati, sommersi, genereranno una quantità incalcolabile di microplastiche se non vengono raccolti. o I rifiuti monitorati in questa indagine sono solo la punta dell iceberg. La letteratura scientifica parla di una percentuale del 15% per rifiuti galleggianti e del 85% tra quelli dispersi nella colonna d acqua e sommersi. Stime più pessimiste parlano di una percentuale di appena lo 0,5% per i rifiuti galleggianti. Questi dati vanno quindi interpretati con una proiezione sui rifiuti sommersi.

GRID-Arendal /Riccardo Pravettoni Conclusioni Indice di galleggiabilità

Conclusioni o Ottimo introdurre in Italia il fishing for litter ma non è l unico intervento da mettere in campo per mitigare il problema. o Occorre partire dalla PREVENZIONE. La fonte riguardante i rifiuti mal gestiti è una costante in tutti i mari. Essa riguarda soprattutto il packaging (specie quello di plastica usa e getta) con una percentuale che va dal 56% per i rifiuti spiaggiati all 83% per quelli galleggianti. Prevenire oltre che pulire

GRID-Arendal /Riccardo Pravettoni Conclusioni PREVENZIONE Campagne di sensibilizzazione Ricerca e innovazione dei prodotti Incentivi economici: produttori e consumatori Messe al bando (es. shopper / microplastiche) Efficientamento sistemi depurativi Migliore implementazione delle leggi vigenti PULIZIA Raccolta e Fishing for litter www.legambiente.it/marinelitter

Approfondimenti www.legambiente.it/marinelitter

Grazie per l attenzione Per LEGAMBIENTE: Giuseppe Adamo, Alice Madeleine Bilgeri, Serena Carpentieri, Flavia Cerri, Lucia Coscia, Stefania Di Vito, Katiuscia Eroe, Antonio Giannattasio, Marco Mancini, Simone Nuglio, Giorgio Zampetti. Per ENEA: Federica Colucci, Mauro Falconieri, Valentina Iannilli, Francesca Lecce, Patrizia Menegoni, Alessandra Paolini, Loris Pietrelli, Gianluca Poeta, Maria Sighicelli, Claudia Trotta. INFO scientifico@legambiente.it Partner tecnici