Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari. Alice

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Transcript:

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.

Argomentazione A braccia aperte S. Ferrari Alice Stefano Ferrari ha preparato un documentario che s intitola A braccia aperte pubblicato nel 2009 che parla di un ragazzo, Christian che è alla ricerca di un posto d apprendistato. È un ragazzo di 21 anni, uno del muro del Castello, è colombiano e vive a Locarno in un appartamento insieme alla sua ragazza e non ha una sua dimora fissa. Fortunatamente un giorno incontra Daniele, capo di un impresa di costruzioni che apre le braccia a Christian per dargli un opportunità per un posto di lavoro, e Christian così gratificato per questo premuroso gesto si mette subito al lavoro con una voglia di fare impressionante. Daniele è diventato come un padre per lui, gli ha trovato un monolocale a Locarno, come si può dire, l inizio di una nuova vita. Daniele è molto diverso dagli altri datori di lavoro che possiamo incontrare dopo la scuola media, lui è premuroso, attento e molto compassionevole. Nessuno aiuterebbe un ragazzo come Christian, perché si osa pensare che quei ragazzi come lui non riescono a portare a termine niente, che sono dei buoni a nulla. Molti datori di lavoro pretendono molto dai ragazzi che assumono, che abbiano una casa, che abbiano il minimo per sopravvivere, come sono vestiti, perché anche l estetica fa molto in questi tempi, infatti nessuno prenderebbe mai un ragazzo trasandato e magari anche sporco. Ma tante persone pensano che tutti i ragazzi che cercano lavoro siano perfetti, ma non sanno che quelli bisognosi veramente di un lavoro sono quelli visti meno bene da tutti. Allora qui si può pensare: perché aiutare i ragazzi che se la cavano e non quelli che proprio sono sulla soglia della fame? Daniele non la pensava così, infatti lui era a braccia aperte, malgrado Christian aveva dei problemi anche d aspetto, ha voluto dare una possibilità ai ragazzi del muro del castello come si dice. Christian è un ragazzo molto forte, lo si capisce soprattutto dall infanzia che ha raccontato, abbandonato dal padre, la madre, che doveva eseguire un compito cioè quello di mandare i documenti del ragazzo in una posta a Magadino entro una data non lo ha fatto. Da questo momento si ha potuto pensare che non abbia avuto una madre molto presente durante la sua vita e si vede anche dal suo carattere e il modo di fare. Molte persone che non hanno avuto un punto di riferimento da piccoli spesso più avanti nella vita si sentono come persi.

Christian non è un tipo per bene, ha vissuto nella miseria fino a 21 anni, si presume. È sempre in giro con gli amici a sbragare fino a tarda notte, mica per niente nel film viene filmato mentre lui è alla rotonda con i suoi amici che non si rivelano la miglior compagnia per fare una bella figura. Ad un certo punto nel filmato si è pure intravvisto un tale che è molto conosciuto per Locarno, amico di Christian, che non è una delle miglior persone con cui girare visto quello che fa per sopravvivere pure lui. Io mi rispecchio un sacco in Christian, solo che lui ha una visuale un po più ampia della mia su quel che riguarda la vita senza lavoro. In famiglia ho una persona che inizialmente ha fatto due anni della scuola di commercio per poi mollarla, si è trovata in disoccupazione ed ora in assistenza e vedo benissimo, come la vita sia dura in assistenza, pochissimi soldi, appartamento mono locale per le vie in Città vecchia e compagnia da strada. Da strada intendo nulla facenti, in disoccupazione o in assistenza, sempre in giro magari anche a spacciare per sopravvivere e probabilmente senza neanche una casa. L ambiente della rotonda mi piace, molti datori di lavoro dovrebbero andare li per vedere realmente come è il mondo di oggi perché pochi se ne rendono conto. Il docente ci ha mostrato questo filmato magari per far capire che la vita dopo le medie non è così una passeggiata per chi non l avrebbe ancora capito, e che molte volte ci si può trovare in guai seri per esempio, essere senza soldi. Avere un lavoro significa anche avere una responsabilità, fare sacrifici e sforzi che poi vengono ripagati. Ma secondo me non ha avuto senso far vedere in questa classe il filmato perché qui tutti hanno speranze di trovare un lavoro o entrare a far parte di una scuola superiore perché hanno tutti una famiglia che li può sostenere, ci sono anche docenti che aiutano a trovare un posto d apprendistato. Il filmato avrebbe avuto senso a mostrarlo alle persone che non hanno praticamente niente per fargli capire che la speranza è l ultima a morire e che quando tutto sembra o è andato perso è il buon momento per alzarsi e cominciare a vivere. Io a vent anni avrò un lavoro, probabilmente e chi lo sa magari starò anche facendo una maturità professionale, avrò il mio appartamento, i miei amici, i miei soldi e forse anche un lavoro che non mi piace ma fa niente, sempre meglio che vivere nella povertà come Christian. Ho anche dei punti della mia famiglia da cui prendere spunto per non diventare come loro.