ABC per l apicoltore neofita

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Transcript:

ABC per l apicoltore neofita Innanzitutto bisogna conoscere la principale terminologia apistica: ape regina: femmina fertile. ape operaia: femmina sterile e factotum dell apiario. fuco: maschio. arnia: la cassa di legno in cui si allevano le api. nido: la parte basale dell arnia in cui si sviluppa e vive la famiglia. melario: struttura che si sovrappone al nido ed in cui le api depositano il miele. telaino: cornice di legno su cui l ape costruisce le cellette. foglio cereo: foglio di cera che inserito nel telaino fa da base per la costruzione delle cellette. armatura: fili metallici che inseriti nel telaino permettono di fissare ad esso il foglio cereo e ne sostengono il peso. favo: telaino costruito e pieno di covata o miele o entrambi. alveare: arnia più la famiglia di api in essa ospitata. apiario: l insieme di tutti gli alveari. escludi regina: griglia che si pone sopra il nido e che permette il passaggio solo alle operaie ed impedisce la ovo deposizione nei melari. apiscampo: diaframma con passaggio a senso unico delle api per farle scendere dal melario e svuotarlo da esse prima di toglierlo. Poi quello che dobbiamo sapere prima di iniziare: Innanzitutto conoscere l ape, perché se non si conosce bene com è fatta, come è organizzata, come vive, come lavora, ecc., non possiamo rapportarci con essa e non possiamo pensare di fare l apicoltore. Se non siamo edotti nella materia in cui operiamo non possiamo pensare di avere successo. 1

L ape è un insetto e come tutti gli appartenenti a questo ordine ha il corpo, protetto da un esoscheletro chitinoso, diviso in tre parti: capo, torace ed addome. Sul capo sono localizzati due occhi compositi e due antenne e soprattutto l apparato boccale lambente-succhiante idoneo ad aspirare liquidi (acqua, nettare, melata). Nel torace, formato da tre segmenti, troviamo sei zampe (un paio per segmento toracico), che oltre a permettere all ape di posarsi e camminare sono atte a pulire le antenne e ad accumulare il polline. Nella parte superiore del torace troviamo le ali. L addome è formato da sei segmenti nelle operai e da sette nei maschi. Il primo di questi segmenti è molto fine per permettere la massima mobilità di questa parte del corpo. Sulla parte ventrale dei segmenti addominali troviamo le ghiandole della cera, mentre sull ultimo segmento vi è la ghiandola di Nasonov che secerne una sostanza odorosa per il feromone di aggregazione, ed infine le ghiandole del veleno con il pungiglione che è arpionato e che si strappa quando l ape punge determinandone la morte. Come tutti gli animali ha un sistema digerente, un sistema respiratorio, un sistema circolatorio, un sistema nervoso, un sistema secretore sia endocrino, sia esocrino con ghiandole che producono cera, pappa reale, veleno, ecc. Lo sviluppo dell ape inizia con un uovo da cui nasce una larva che dopo 5 mute si trasforma in pupa. Durante il periodo di pupa l ape subisce la metamorfosi e si evolve infine in insetto. Nell apiario le api non sono tutte uguali, ma sono conformate e numericamente rappresentate in funzione della loro mansione, quindi possiamo raggrupparle in tre caste: operaie (femmine sterili), regine (femmine fertili), fuchi (maschi). Le femmine (regina ed operaie) nascono da un uovo fecondato, i maschi no. Infatti da un uovo fecondato nasce una larva che origina una regina o un operaia in base all alimentazione ricevuta: esclusivamente pappa reale per la regina, polline e miele per le operaie. Le regine hanno un addome più sviluppato a causa dell apparato genitale, hanno un pungiglione liscio che usano solo per la lotta fra di esse, producono una particolare sostanza, chiamata ferormone reale, che diffusa nell alveare permette a tutte le api di riconoscersi come famiglia, sono programmate per fare uova e perpetuare la specie. In ogni alveare è presente una sola regina. Le api operaie sono la quasi totalità degli individui presenti nell alveare e praticamente fanno tutto a parte la perpetuazione della specie. Puliscono, difendono, bottinano, nutrono, costruiscono. 2

I fuchi sono più grandi delle operaie, sono anche più tozzi, hanno occhi più grandi, ali ed antenne più lunghe, non sono in grado di bottinare, non hanno pungiglione, non sono autosufficienti e servono solamente a fecondare la regina. Norme ed indicazioni pratiche: Si consiglia di iniziare l attività apistica con almeno due o tre famiglie per non correre il rischio di rimanere senza api subito e di farsi seguire il primo anno da un apicoltore esperto, in qualità di tutor. Posizionare l apiario possibilmente in un areale dove le api riescano a trovare fonti di nettare, polline, e acqua durante tutto l arco dell anno; non entrino in contatto con fonti di inquinanti, con esposizione a sud-est, riparata dai venti dominanti e non eccessivamente umido. Posizionare nei pressi un abbeveratoio per facilitare l'approvvigionamento di acqua pulita alle colonie. Identificare il proprio apiario con una tabella contenete nome, numero telefonico e numero ASL allevamento come previsto dalla normativa e con una numerazione progressiva ciascun alveare. Tenere un apposito registro per annotare visite, anomalie, caratteristiche, produzioni, dati regina, ecc. in modo da avere sempre un quadro esaustivo delle nostre api. Curare regolarmente la manutenzione di arnie, favi, melari ed attrezzature utilizzate in apiario. Rinnovare almeno un paio di favi ogni anno eliminando quelli deformi, irregolari, scuri ed opachi guardandoli in controluce. Inserire i nuovi fogli cerei tra l ultimo favo di covata e il favo contenente miele o polline (possibile in mezzo alla covata solo in caso di forte importazione e temperature elevate) Cercare di livellare le famiglie all interno dell apiario con riunioni in caso di orfanità o spostando api, covata e scorte dalle più forti per rinforzare le più deboli. L omogeneità della forza delle famiglie facilita la gestione dell apiario ed evita il saccheggio, inoltre standardizza gli interventi. La maggior parte delle malattie delle api colpiscono la covata perciò è necessario un attento controllo regolare della stessa e nel caso di riscontri nefasti o dubbi chiamare un esperto. Non avere remore ad eliminare in 3

casi gravi l alveare bruciandolo o ad adottare accorgimenti e/o sostituire la regina in casi meno eclatanti. Ricordarsi che l ape vola ed è quindi anche nell interesse degli altri apicoltori che l apiario va controllato per le malattie e la presenza di parassiti. Gli interventi di controllo e di lotta contro la varroa devono essere eseguiti con regolarità e precisione secondo le indicazioni dei tecnici ricorrendo a prodotti acaricidi autorizzati e seguendo le modalità previste. Utilizzare l escludi-regina: non avere covata nel melario permette una più rapida smielatura, una maggior qualità del miele, una più tranquilla conservazione dei favi. L invernamento va eseguito correttamente riunendo le famiglie troppo deboli, previsione del freddo invernale si deve coibentare il coprifavo e ridurre le porticine di volo. Non abbandonare mai in apiario arnie spopolate o materiale che può essere oggetto di saccheggio. Appena si accerta uno spopolamento girare l arnia e chiudere la porticina d ingresso. Le api non vedono i colori come noi: distinguono però il giallo, l azzurro, il verde-bluastro ed il bianco piombo. Spazio d ape: è lo spazio necessario alla mobilità delle api e spazia da 7 a 9 millimetri. Se è maggiore viene chiuso con cera, se minore con propoli. Ed infine qualche notizia per visita un alveare: La visita deve avvenire in una giornata serena, senza vento, con temperatura superiore ai 18 gradi. Prima di tutto dobbiamo avere il quadro della famiglia che risulta dalle note dell ultima visita e preventivare quello che dobbiamo sicuramente vedere e fare. Importante è rimanere tranquilli, non essere fonte di odori o profumi forti (le api sono allergiche). Vestire possibilmente in chiaro, se non si ha sicurezza indossare maschera e guanti. Muoversi lentamente e non parlare più di tanto. Alzare in un angolo il coprifavo e sbuffare un po di fumo, aspettare un attimo e poi toglierlo senza fare rumori. Guardare dall alto le api: quante 4

sono, se ci sono telaini scoperti, se sono agitate, se ventilano, dove sono maggiormente raggruppate (su quei favi dovrebbe stazionare la regina). Togliere lentamente il primo favo facendo attenzione a non schiacciare api (diventano cattive) e dopo averlo visionato si pone a fianco dell arnia. Si passa quindi al secondo verificando scorte, ma soprattutto la covata che deve essere rispondente come ampiezza al periodo, deve risultare compatta, ben opercolata se matura, con uova e larve bianco perlaceo se fresca, e se tutto è tranquillo si pone al posto del precedente e così via fino al decimo al posto del quale si mette il primo estratto. La regina, la cui visione viene facilitata da un bollino colorato identificativo, deve presentarsi vivace e laboriosa, se la covata è ok e ci sono uova non è necessario trovarla. Si annota sull apposito brogliaccio tutte le osservazioni ed impressioni avute durante la visita per avere successivi riscontri e fare programmazioni. La famiglia deve avere si scorte, ma anche spazio per la covata e la crescita, quindi allargare man mano precedendo lo sviluppo. 5