n. 244 - dal 14 giugno al 4 luglio 2012 - tel. 06.92.76.222 - ilcaffe@mediumsrl.it - GRATUITO di LATINA Rifiuti, Latina va verso l inceneritore

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n. 244 - dal 14 giugno al 4 luglio 2012 - tel. 06.92.76.222 - ilcaffe@mediumsrl.it - GRATUITO DA PAGINA 46 di LATINA DA PAGINA 46 Rifiuti, Latina va verso l inceneritore L immondizia differenziata diventa Cdr da bruciare. La discarica si amplia? Farmacie comunali utili... e fanno utili Se gestite bene, portano soldi nelle casse comunali. Quella di Latina è salva. Forse Zona pub infuocata Le lodevoli intenzioni dell assessore all ambiente Fabrizio Cirilli, vicesindaco di Latina, che annuncia un argine alla megadiscarica di Borgo Montello e una spinta alla raccolta differenziata, sembrano destinate a fare i conti con giochi decisi altrove e da ben altri poteri. Plastiche, carta e legno ricavati dai rifiuti dei latinensi, infatti, vengono trasformati in a pag. 11 Cdr, combustibile da incenerire. Sul tavolo della Regione, poi, ci sono i progetti per un inceneritore e un nuovo invaso S8 nel sito della discarica di Montello. Ben altra via è quella scelta da Aprilia, Cisterna, Sermoneta, Cori e Rocca Massima che puntano al porta a porta (vera differenziata sana) e vogliono gestire insieme i rifiuti per riciclarli anziché bruciarli. a pag. 6 LATINA SALUTA I BERSAGLIERI D ITALIA LATINA Tutti contro la chiusura dell Itc Vittorio Veneto Non ci sono ancora comunicazioni ufficiali sul futuro del plesso PONTINIA a pag. 22 La vittoria dei cittadini: la Turbogas non si farà La società rinuncia al progetto SPORT a pag. 35 Mister Stefano Sanderra lascia il Latina Calcio POSTE ITALIANE S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - tassa pagata - DCB Latina Si cerca una mediazione con i gestori a pag. 23 Il 60 Raduno Nazionale dei Bersaglieri a Latina dal 15 al 17 giugno. Previsti fino a 60.000 arrivi, concerti delle Fanfare in ogni città e una grande sfilata conclusiva Servizi carenti e ritardi, ma almeno c è abbondanza di spiagge libere e pulite Estate, Latina lido è un cantiere Avvio al rallentatore per il lungomare latinense. Dalla Regione 14 milioni di euro per sistemarlo a pag. 8 Balneabilità: le analisi si fanno (meno) I tecnici Arpa controllano le acque, ma in misura ridotta. a pag. 28 Politica ed errori nei conteggi Cisterna ed il consigliere abusivo Dopo 3 anni ci si accorge che Gagliardini aveva preso più voti di Santi: di chi è la colpa? Resta l emergenza per l ente che vigila sull ambiente a pag. 4 a pag. 12 SABAUDIA LE DIMISSIONI BLUFF DEL SINDACO LUCCI NORMA PRIMA PIETRA DEL POLO SCOLASTICO a pag. 30 a pag. 36 a pag. 34

2 INCHIESTA n. 244 - dal 14 giugno al 04 luglio 2012 Il mercato delle scommesse dilaga e fa sempre più soldi, ma le entrate fiscali sulle scommesse sono sempre più basse Boom del gioco d azzardo, lo Stato ci perde Sul pane c è l Iva al 4%. Sui casinò on line la tassa è dello 0,6% e sulle slot è del 2% Francesco Buda Lanciato e promosso dai poteri pubblici per controllare e contenere il mondo delle scommesse, l'azzardo legalizzato è invece divenuto un'epidemia che ammala il Paese. Dal 2004 in poi si sono visti i drammatici risultati della riforma dei Monopoli con cui la casta al potere ha iniziato a puntare non più sugli incassi fiscali dal gioco, ma sulla promozione dell'industria dell'azzardo. In 8 anni la spesa per scommesse (legali) in Italia è stata complessivamente di 374 miliardi e si è impennata di oltre il 222%, passando da circa 24,8 miliardi di euro a quasi 80 miliardi del 2011. Vale a dire circa il 10% della spesa complessiva per consumi. Chissà quanto sarà cresciuto il PROF MAURIZIO FIASCO Tra i massimi esperti di azzardo in Italia L industria del gioco estrae anziché creare valore. Un imbroglio che impoverisce tutti 100 miliardi di 80 miliardi di 60 miliardi di 40 miliardi di 20 miliardi di 35,243 28,487 24,786 Chi gioca di più? 86,7% dei cassintegrati 80,2% dei precari 73,0% dei disoccupati 70,8% degli occupati fissi BOOM DELLE GIOCATE La spesa per l azzardo in Italia è salita da circa 25 miliardi nel 2004 a quasi 80 nel 2011, prosciugando quasi il 10% degli interi consumi. Record mondiale +222% Fonte: Pensieri magici di Iorio e Zironi guadagno dello Stato, pensano i più. Errore: dal 2004 al 2011 le entrate erariali su lotterie, slot machine e altre diavolerie mangiasoldi sono crollate dal 29,44% al 10,8%. Cioè su ogni euro scommesso, l'incasso fiscale è sceso da circa 30 a 10 centesimi. L'anno passato, addirittura, il Tesoro ha registrato 433 milioni di euro in meno rispetto all'anno prima. Questo perché si è sempre più detassato il gioco, pur di attrarre i mercanti dell'azzardo e quindi dargli nuove concessioni a pagamento. Sul pane grava l'iva del 4%, che arriverà probabilmente al 4,8% l'anno prossimo e al 7,2% nel 2014. Su carne, pesce, salumi, elettricità in casa, tale imposta dall'attuale 47,554 42,193 54,410 61,449 79,900 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 2004 29,44% 21,61% 19,06% IL CROLLO DEL GUADAGNO STATALE Nel 2004 il Fisco incassava quasi il 30% su ogni euro giocato, nel 2011 nemmeno l 11% 17,05% 16,29% 16,19% 14,77% -64% 10,80% 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 10% salirà al 12% fra un anno e mezzo. Le trappole dell'azzardo ora più in espansione, hanno invece un trattamento da paradiso fiscale: poker e casinò via internet pagano un misero 0,6% di Preu, il prelievo erariale unico. Sulle slot chiamate Vlt (videolottery), in pieno boom ad angolo di strada, il Fisco si accontenta del 2%. Per gli skill games, i cui incassi sono cresciuti del 1.976% l'anno scorso, è del 3% il Preu, che è del 4,6% per le scommesse sportive. Una gigantesca truffa in cui «si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite», per dirla con il Prof Maurizio Fiasco, forse il massimo esperto nazionale in materia. «È una perdita secca per tutti: per le famiglie, per l'economia e per la fiscalità dello Stato». La società italiana sta già pagando caro il prezzo umano ed economico, visto che sempre più gente brucia soldi in questi giochi fino a gettarsi nelle mani degli usurai. Oltre all'impoverimento delle relazioni interpersonali, familiari, e la perdita dello stesso gusto di giocare nel senso vero e sano. Provate ad andare in una sala scommesse o anche in uno di quegli squallidi angoli di bar, locali e tabaccherie con le slot machine e i videopoker: uno spettacolo che fa male solo a guardarlo. «L'industria del gioco estrae valore anziché creare valore spiega Fiasco -, è un moltiplicatore negativo, ossia toglie risorse all'economia delle persone, delle famiglie e del sistema Paese. Un imbroglio, diciamo le cose come stanno!». Infatti, a parte alcol e tabacco, non c'è alcun indotto sano intorno alle scommesse. Gli altri consumi, invece, fanno girare l'economia e la alimentano. «Se i soldi spesi nell'azzardo fossero destinati ad altri consumi precisa l'esperto lo Stato incasserebbe il 40-45%». Questo e molte altre cose il Prof le spiega, da anni, in tutta Italia, anche alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nell'azzardo e recentemente alla Camera dei Deputati e al Senato. Ma far cambiare rotta alla casta è un terno al lotto: ad aprile, nel decreto fiscale, la Camera ha inserito un emendamento per autorizzare altre 2.000 sale scommesse. Commercio e industria, perché tacciono? Il gioco d'azzardo toglie ossigeno all'economia vera e sana, dirotta ingenti capitali su business sterili e brucia pezzi consistenti di ricchezza (il famoso Pil). «Eppure i danneggiati da questa tendenza non reclamano osserva il Prof Maurizio Fiasco, che da anni analizza il disastro economico-sociale provocato dall'azzardo in Italia -, le categorie commerciali e industriali stanno zitte, questo è sconcertante». Nell'area tra agro pontino, litorale e Castelli Romani, un esercizio commerciale su 3 ha la licenza per le slot machine. E quei moralizzatori dei confindustriali? Da qualche mese la loro associazione ha iniziato ad incassare le ricche quote associative di un esercito di iscritti freschi freschi: ben 5.300 operatori riuniti nel gruppo Sistema gioco Italia. E le quote pagate dagli associati a Confindustria vanno in base al fatturato e queste società dell'azzardo hanno fatturati alti e costantemente in crescita, mentre i conti di Confindustria destano più di qualche preoccupazione.

INCHIESTA n. 244 - dal 14 giugno al 04 luglio 2012 3 Modo sicuro per vincere Il metodo per vincere sicuro? Te lo svela Il Caffè. Lʼhanno messo in pratica Franco e Gina, aggiudicandosi una bella Volkswagen Golf 1.600 Tdi. Lʼhanno vinta semplicemente non spendendo i 1.260 euro che mediamente ogni italiano sperpera in lotterie, grattini, macchinette mangiasoldi, scommesse e altri azzardi inutili in un anno. «Io e mia moglie prima giocavamo moltissimo, poi nel 2005 abbiamo smesso, evitando così di giocare quel gruzzolo dice Franco e ci siamo comprati questo gioiellino». «La possibilità di fare 6 al Superenalotto è di una su oltre 622 milioni interviene Gina -: ci è bastato non buttare al vento quei soldi, che molti pensano di investire, per vincere la nostra fiammante autovettura!». GINA E MARIO Hanno un metodo infallibile per vincere Il Lazio è la seconda regione italiana dove si sperperano più soldi nell azzardo. 9 miliardi di euro bruciati nel 2011 Latina e Roma le province più malate di gioco Con quei soldi ci si può rilanciare l economia sana dell intera regione Nel 2011 il Lazio ha speso nell azzardo 3 miliardi in più che per elettrodomestici, auto, moto e altri beni durevoli Sembra assurda la storia dei due genitori trovati in ipnosi davanti alle slot machine a Latina, mentre i figlioletti erano soli in macchina? Ma è forse meno grave la notizia seguente? 8.841 milioni di euro bruciati nella nostra regione nel 2011, tra gratta e vinci, scommesse varie e lotterie, pari ad una media di 1.531 euro a testa, oltre 200 euro in più rispetto alla media nazionale. Siamo secondi solo all'abruzzo per soldi bruciati pro capite nelle scommesse. Sono tutti soldi tolti ai settori produttivi, al mercato sano e coi quali si sarebbero potuti rilanciare interi pezzi della nostra economia sana. Un esempio: l'anno scorso i consumi di beni durevoli sono diminuiti del 4,4% a circa 5,955 miliardi, secondo il rapporto annuale dell'osservatorio Findomestic (gruppo Bnp Paribas). Cioè si sono spesi quasi 3 miliardi di euro in più nell'azzardo che in prodotti concreti ed utili. Se il tesoro evaporato nelle scommesse fosse stato invece destinato all'acquisto di auto, moto, televisori, lettori dvd, telefonini, radio, elettrodomestici, hi fi, mobili, tappeti, zerbini, lampadari e così via, avremmo quasi triplicato il fatturato delle aziende che vendono tali beni. Quei quasi 9 miliardi di euro finiti nelle tasche dei mercanti dell'azzardo potevano dare una spinta formidabile al sistema economico laziale, favorire l'occupazione, creare indotto. Quante rate del mutuo per la casa ci si potevano pagare le famiglie? Quanti viaggi, vacanze e regali si potevano fare i cittadini del Lazio con quei soldi? Ci avremmo potuto fare, ad esempio, un'autostrada come la Roma Latina ma lunga 3 volte tanto e magari senza pedaggio per i pendolari. Qui pubblichiamo i dati della spesa in azzardo suddivisa per province, che un'importantissima testata economica nazionale stava per pubblicare ma poi ha tenuto nel cassetto. Li ha elaborati il Prof Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale antiusura. 1.531 euro HA SPESO NELL'AZZARDO IN MEDIA OGNI ABITANTE DEL LAZIO NEL 2011 (Fonte elab. Il Caffè su dati Aams) Spesa azzardo legale 2011 Provincia Spesa totale* Spesa pro capite Frosinone 730 1.498 Latina 836 1.633 Rieti 148 973 Roma 5.101 1.357 Viterbo 252 851 Newslot e VLT* Spesa pro capite Frosinone 477 978 Latina 530 1.035 Rieti 85 557 Roma 2.819 750 Viterbo 114 386 Gratta e vinci* Spesa pro capite Frosinone 117 240 Latina 126 247 Rieti 30 201 Roma 787 210 Viterbo 68 231 N.B. Mancano i dati dei giochi d'azzardo online non distribuibili a livello territoriale (*) Milioni di euro Nelle province di Roma e Latina nel 2011 si sono bruciati in media tra i 1.357 e i 1.633 euro a testa, prime in questa classifica dello sperpero al livello regionale e in vetta al livello nazionale. «La spesa è ancora maggiore di quella indicata in queste tabelle spiega a Il Caffè il Prof Fiasco perché questi importi al livello provinciale non contengono la spesa per l'azzardo on line, spesa che non possiamo distribuire territorialmente poiché sono scommesse via internet che vengono concentrate sui server a prescindere dal luogo. Sappiamo che quest'anno verranno giocati 20 miliardi di euro on line al livello nazionale, ma non sappiamo dove. Questo si potrebbe sapere se l'autorità di governo imponesse di fornire i dati della provenienza degli introiti da azzardo ai vari concessionari, a chi gestisce i siti». Però un'idea dell'epidemia via web ce la dà l'ammontare della spesa per giochi di abilità a distanza, nome con cui è camuffato il poker on line: dai dati forniti dai Monopoli di Stato, viene fuori che nel Lazio l'anno scorso in questo gioco si sono buttati 900 milioni e 700mila euro! Francesco Buda

4 BALNEABILITÀ n. 244 - dal 14 giugno al 04 luglio 2012 La Regione: «Le analisi si faranno». Ma non si spegne l emergenza all Arpa, l ente che vigila sulla qualità delle acque costiere Mare: l acqua verrà controllata, ma meno L Agenzia regionale protezione ambientale è stata messa sul lastrico. I controlli danno fastidio Francesco Buda Analisi sì o no? Un po sì e un po forse. Questa è la realtà dei controlli sulle acque costiere nel Lazio all inizio della stagione balneare. Non è ancora rientrato del tutto l'allarme lanciato a maggio dai lavoratori dell'agenzia regionale per la protezione ambientale: siamo pochi e senza risorse e non possiamo più garantire il monitoraggio dell'aria e dell'acqua, perciò non lavoreremo più oltre le ore strettamente previste dal contratto. Questa la sostanza del loro Sos, che paventa la non remota ipotesi del blocco dei prelievi e delle analisi di laboratorio di loro competenza e addirittura che «il Lazio rischia di diventare una polveriera ecologica». La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la situazione di incertezza dei circa 100 lavoratori precari dell Arpa. Incertezza che si riverbera sull intero sistema dei controlli affidati all Agenzia. Ora, dopo vari solleciti, la Regione informa che il peggio è scongiurato. «I monitoraggi dell'arpa sulla balneabilità verranno effettuati ribadisce a Il Caffè l'assessore regionale all'ambiente Marco Mattei - e le somme necessarie a far funzionare l'arpa per tutto il 2012, cioè 33 milioni di euro, le avevamo già stanziate ben prima dello stato di agitazione dei lavoratori e sto cercando di svincolare altre somme per la riparazione di alcuni macchinari. ANZIO Panorama sulle grotte di Nerone Ritengo che i Commissari dell'arpa stiano elaborando un piano di lavoro come previsto per tutta l'estate. Sono sicuro poi che la vertenza dei precari Arpa si risolverà a breve e che non ci sarà alcun disservizio per i cittadini e nessuna paralisi dell'agenzia». Resta il fatto che si naviga a vista e che una struttura così importante per la salute dei cittadini e per l'ambiente del Lazio sia appesa a un filo, con un organico di 400 persone (circa 100 precari) sulle 750 previste, ma considerate da Mattei «un ideale utopistico in questi tempi». E quel filo è sotto le forbici di certa politica, che ha portato questo gioiellino pubblico al collasso. «L'Assessore regionale all'ambiente Mattei ci ha convocato e rassicurato spiega Domenico Teodori, delegato regionale della Uil Fpl, ma noi ribadiamo che non ci fidiamo e lavoriamo solo le 26 ore settimanali come da contratto. Questo significa che, specialmente sul litorale romano e pontino che hanno le coste più lunghe, non facciamo tutti i campionamenti perché le sei ore lavorative giornaliere non bastano a completare tutto il giro. A giugno questi controlli li stiamo facendo in maniera ridotta» sottolinea Teodori che è tecnico della prevenzione e fa proprio prelievi e analisi anche delle acque di balneazione. Dietro la precarietà in cui vengono tenuti finora lavoratori ben qualificati c'è un altro tipo di contaminazione : «Il problema vero è l'erosione di competenze dell'arpa spiega Teodori perché i controlli danno fastidio alla politica e ai privati, da anni si cerca di delegare al privato, mentre l'arpa, soggetto pubblico super partes, non ha interessi specifici in gioco». MARCO MATTEI Assessore regionale all ambiente I soldi per far funzionare l Arpa in tutto il 2012 sono stati stanziati, ma darle i 750 lavoratori previsti è utopia DOMENICO TEODORI Tecnico Arpa, sindacalista Uil Fpl I prelievi e le analisi li facciamo, ma in misura ridotta. Da anni si cerca di toglierci competenze RETROSCENA Le hanno dimezzato i fondi in un sol colpo Arpa affamata dalla Regione ai danni dell'agenzia Regionale per la Protezione Ambientale comincia L eutanasia nel 2010, quando la Regione le ha dimezzato i finanziamenti, da 50 a 25 milioni di euro. Questo taglio ha stravolto tutte le politiche programmatiche dell'arpa. E così l'ammodernamento logistico e strumentale si è bloccato: le sedi a Roma e Rieti sono rimaste incomplete, il nuovo quartier generale previsto a Rieti non c'è, la nuova sede a Viterbo è rimasta a metà e quella comprata a Frosinone è ferma perché mancano circa tre milioni di euro da dare a un costruttore. Per la nuova sede a Latina hanno comprato un terreno presso l'istituto agrario di Borgo Piave per un milione e 700mila euro, ma ne mancano 4 e la licenza per costruire. Quando si rompe un apparecchio di laboratorio per analisi, si rischia che le ditte di manutenzione non vadano ad aggiustarlo, non ci sono i soldi per comprare i reagenti chimici e non si comprano nuove macchine. Sempre la Regione ha applicato le rigorose regole del patto di stabilità all'arpa, mettendo a rischio importanti progetti di monitoraggio e impantanando le assunzioni, anche di persone sulle quali si è investito per formarle. Però, la casta regionale, all'arpa ci ha messo un Commissario (targato Marrazzo, in scadenza a settembre) ed un Subcommissario (politico viterbese targato Polverini). Ora c è chi vorrebbe inventarsi un Consiglio di Amministrazione per sistemarci un po' di politici trombati. E lì chi lo fa il monitoraggio?

STRADE L Astral promette grossi interventi per la sicurezza sulla 148, tra Latina e Roma, e sulla Nettunense. Alcuni sono già appaltati n. 244 - dal 14 giugno al 04 luglio 2012 5 I lavori previsti su Pontina e Nettunense Due nuovi collegamenti tra litorale e Castelli Romani, fino all Appia, passando per Aprilia Renato Mastrella Asfalto, catarifrangenti, segnaletica e persino un po' di guard rail a norma di legge e rotatorie per mettere finalmente in sicurezza due tra le più pericolose arterie del Lazio, la 148 Pontina e la 207 Nettunense. Una serie di interventi, di cui alcuni già partiti, destinati ad adeguare queste strade e a migliorarne la viabilità nell'ambito di un piano generale dei bisogni dell'intera rete viaria regionale. L'Azienda Strade Lazio Spa, braccio operativo della Regione deputata a curare le strade regionali, ha una lunga lista di lavori da realizzare, alcuni già finanziati. Per la Pontina sono previsti interventi (da finanziare) per circa 51 milioni di euro, di cui circa 35 nel disastrato tratto tra Roma e Lavori sulla Nettunense Rotatoria incrocio a Frattocchie con la SS Appia Rotatoria incrocio con via del Divino Amore Rotatoria incrocio grande con via del Mare a Pavona Ampliamento messa in sicurezza incrocio via Villafranca (Ariccia) Messa in sicurezza incroci tra il km 5 (Albano) e il km 20 (vicino Wyeth, ingresso Aprilia) 3 ROTONDE Il progetto della rotatoria presso l incrocio tra la Nettunense e l Appia a Frattocchie: previsti anche lampioni, catarifrangenti e asfalto drenante che resta asciutto TOMMASO LUZZI Presidente dell Azienda Strade Lazio Spa Latina. «Per settembre-ottobre cominceremo già a far partire qualcosa dice il Presidente della Spa regionale Tommaso Luzzi -, noi li abbiamo chiesti quei soldi». Sempre per la 148, sono inoltre partiti i lavori (un altro milione e 200mila euro) per sistemare il manto stradale nei tratti più rovinati tra lo svincolo per il Grande raccordo anulare e il km 37,5 circa (Ardea). Qui la Provincia di Roma si è impegnata con 200mila euro a rifare le strisce bianche in terra e ad eliminare le erbacce e le piante (alcune ormai veri e propri alberelli di eucaliptus e ginestre) lungo il guard rail in cemento. «L'ultimazione dei lavori aveva detto a maggio l'astral, condizioni meteorologiche permettendo, è prevista tra il 15 e il 20 maggio». Siamo a giugno, il tempo è quasi sempre bello e le ginestre sono in fiore, anche sui guard rail. Ce la faranno? Intanto, sempre sulla Pontina, tra Latina e Terracina, sono pronti progetti per un totale di 6 milioni e 30 mila euro, già finanziati dalla Regione. Per la Nettunense sono stati appaltati un milione e 200mila euro di lavori per adeguare con asfalto nuovo alcuni punti caldi, come ad esempio l'incrocio vicino la scuola elementare a Bellavista, tra Lanuvio e Aprilia, con tanto di semaforo (lavori partita a maggio) e a breve, fanno sapere dall'astral, partiranno gli altri cantieri per lavori simili. Ma i piani sono ben più ambiziosi: «Per la SR 207 Nettunense abbiamo predisposto la progettazione e sono in corso di acquisizione i pareri e le autorizzazioni per complessivi 7 milioni di euro» spiega il Presidente Luzzi. Sono interventi finanziati con una delibera della Giunta regionale nel 2008. Cinque anni dopo, siamo qui a sperare che davvero concretizzino quella decisione. Si tratta di una serie di rotatorie Interventi su svincoli e incroci a raso. Previsti persino asfalto drenante, cartelli nuovi e strisce in terra e rifacimento dell'asfalto, per 5 milioni tra Aprilia e Nettuno e i restanti due milioni nell'area dei Castelli Romani. Nel mirino dell'astral ci sono i tanti incroci a raso senza corsie specializzate per la svolta a destra o a sinistra senza neanche semafori. In particolare, tra i punti critici su cui la società regionale è pronta ad intervenire ci sono il tratto nell'abitato di Cecchina e quello tra lo svincolo per la Pontina (Aprilia) e il centro urbano di Anzio fortemente ostacolato da diversi passaggi a livello. Dove verrà steso asfalto nuovo, stando a quanto dichiara l'astral, sarà ripristinata anche la segnaletica orizzontale con vernice rifrangente, quindi più visibile e più sicura. Promettono insomma di farci anche le strisce bianche per terra, anziché lasciare la situazione incompiuta come avvenuto su molti pezzi rattoppati della 148 Pontina. Sempre tra gli interventi progettati per i quali l'astral attende gli ultimi passaggi burocratici, ci sono tre grandi rotatorie. Una a Frattocchie, di ben 53 metri di diametro all'incrocio con l'appia; un'altra (43 metri di diametro) presso l'incrocio con via del Divino Amore, (Pavona, km 1), compreso un SR PONTINA Guard rail a Castel Romano nuovo accesso all'autolavaggio e una parallela alla Nettunense per accedere alle proprietà tra le due vie; poco più avanti, sempre a Pavona, dove ora c'è il grande incrocio con semaforo arriverà un altro grande rondò dello stesso diametro e con lampioni. Tutte e 3 le rotatorie sulla Nettunense, in area Castelli, prevedono strisce, cartelli nuovi, asfalto drenante e lampioni. Sarà poi ampliata la Nettunense nel punto in cui incrocia alla cieca via Villafranca, nel comune di Ariccia, dove i camion hanno difficoltà a girare. Per tutte e tre queste rotatorie sono previsti lampioni, occhi di gatto (i catarifrangenti per terra che tracciano la traiettoria della strada) e asfalto drenante, quello cioè che non si allaga quando piove. Nei piani dell'astral ci sono pure tre nuovi e importanti collegamenti, per i quali è stata finanziata la progettazione, tra Pontina, Nettunense e Appia. Per alleggerire la Nettunense, l'azienda stradale partendo dalla Pontina vorrebbe collegare Aprilia con Anzio e Nettuno da un lato, e dall'altro con i Castelli Romani fino all'appia bis, attraverso una parallela della Nettunense che passerebbe per Lanuvio ed Ariccia. Verso sud, si spera di poter progettare e poi realizzare un terzo collegamento tra la Pontina (a Terracina) e l'appia, all'altezza dello svincolo con la strada regionale Frosinone Terracina. PIANO DEI LAVORI SULLA PONTINA Messa in sicurezza incrocio con via Le Corbusier a Latina con rotatoria Rotatorie con la Migliara 48, di Foce Sisto, di Porto Badino; Messa in sicurezza della rotatoria di Piccarello (Latina) km 75,6 Riasfaltatura tra i km 86 e 107 (dalla migliara 49, a Sabaudia, fino all'ingresso per Terracina) Riasfaltatura e sistemazione barriere di sicurezza tra i km 68 (dopo Borgo Piave) e 74 (Borgo Isonzo, dopo l'icot) Messa in sicurezza degli svincoli con sistemi ad alto assorbimento d'urto: Pomezia Torvaianica Ardeatina (Casalazzara, ad Aprilia) Via Vallelata (Aprilia) Via Pontina Vecchia Anzio Nettuno Aprilia centro Km 50,9 Aprilia Cisterna Nettuno Pratica di Mare (direz. Roma)

6 AFFARI & POLITICA n. 244 - dal 14 giugno al 4 luglio 2012 Aprilia, Anzio, Ardea, Cisterna, Cori, Sermoneta e Rocca Massima si ribellano alle lobby, Latina va verso l incenerimento Rifiuti: primi passi verso l inceneritore L immondizia di Latina diventerà Cdr per gli inceneritori Roberto Lessio Anche con lo smaltimento dei rifiuti sta avvenendo grosso modo quello che è successo con l arsenico nell acqua: ti fanno credere una cosa mentre nella realtà te ne danno da bere un altra. E come già avvenuto in quel caso, una volta che l Unione Europea ha evidenziato l inganno, ora è in corso una gara contro il tempo per correre ai ripari e mettere in atto quelle azioni che per decenni non si sono mai volute attuare al fine di evitare le sanzioni comunitarie, pur di favorire le lobby. L EUROPA CI RICHIAMA Risale al 31 maggio scorso infatti la comunicazione della Commissione Europea con la quale l Italia ha ricevuto un secondo ed ultimo avvertimento a causa della violazione delle norme per il trattamento dei rifiuti smaltiti nella discarica di Malagrotta, oltre che negli altri siti del Lazio. In particolare risultano insufficienti le misure per ridurre i danni all ambiente e alla salute umana. Tutti i rifiuti devono essere pre-trattati prima di finire in discarica, al fine di eliminare le frazioni più pericolose (organico e metalli in primo luogo), ma soprattutto per recuperare più materiale possibile al fine di riciclarlo. I SOLITI FURBETTI Invece da noi, con il solito atteggiamento furbesco sprezzante delle regole, si continua a far finta di niente, ad ignorare cioè che da anni le norme comunitarie impediscono di smaltire in discarica i rifiuti indifferenziati, con enormi costi economici e ambientali a danno della collettività. Ma esattamente come avvenuto per l arsenico, ora l UE si è stancata e ci dice che se entro il prossimo 31 luglio non si cambia strada, il nostro Paese verrà trascinato davanti alla Corte di Giustizia Europea per vederlo sanzionare, ancora una volta, anche per questa sistematica inadempienza. Come una piccola bomba nucleare, la decisione ha determinato una reazione a catena. I SETTE COMUNI CHE SPACCANO LA POLITICA È stato così che, probabilmente perché avvertita dell imminente arrivo del secondo cartellino giallo ed automaticamente di quello rosso, la Regione Lazio ha deciso di non autorizzare più smaltimenti di rifiuti indifferenziati da aprile scorso. Tale decisione ha spaccato il fronte della politica nella gestione del servizio perpetrata fino a quel momento dalle amministrazioni locali. Da un lato ci sono i Comuni di Aprilia, Anzio, Ardea, Cisterna, Cori, Sermoneta e Rocca Massima che hanno chiesto alla Regione Il Comune di Latina delimita l area della discarica ma i giochi sono già stati decisi altrove e da altri poteri di creare un sub-ambito tutto loro diverso da quello provinciale per sfruttare appieno gli impianti esistenti nel loro territorio e favorire la raccolta differenziata spinta con il porta a porta. Dall altro lato sono rimasti tutti quei Comuni che non si sono mai curati di quelle norme comunitarie che, tra l altro, impongono il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata entro il corrente anno. LATINA DISCARICATA È stato soprattutto il Comune di Latina a fare i conti con questa reazione a catena innescata dall'unione Europea e dai Comuni che vogliono fare da sé. Non fosse altro per l allegra gestione effettuata in passato dalla Latina Ambiente (di cui il Comune stesso è azionista di maggioranza con il 51%), che a sua volta controlla la Ecoambiente Srl: una società che doveva bonificare e mettere in sicurezza i vecchi bacini dismessi della discarica a Borgo Montello e che invece, di fatto, si è occupata solo di creare una seconda gestione, oltre a quella della Indeco, BORGO MONTELLO La discarica Le strane clausole del contratto nell unica discarica esistente nella Provincia di Latina. Non a caso nelle settimane scorse la Giunta comunale latinense ha approvato due delibere che in teoria dovrebbero cambiare lo scenario del servizio di smaltimento, ma che in pratica non cambiano di una virgola il sistema di raccolta, il vero cuore del problema. Colpiscono alcune stranezze contenute nel contratto stipulato tra Comune di Latina e RIDA Ambiente: sono previsti controlli sulla radioattività dei rifiuti conferiti; è prevista lʼinterruzione del conferimento per cause non imputabili a RIDA (terremoti, inondazioni e altri cataclismi vari, ma anche scioperi o ritardi nel pagamento di una sola fattura); è prevista la cessione dei crediti vantati da RIDA nei confronti del Comune, anche in assenza di cessione del contratto; la sospensione del servizio sarà attuata se arriva una richiesta di interruzione dei conferimenti di rifiuti di Latina da parte del Comune di Aprilia (sembrerebbe che questʼultimo abbia una sorta di golden share sullʼutilizzo dellʼimpianto); le attività interessate dal contratto non sono assoggettabili alle disposizioni obbligatorie per il lavoro dei disabili. A LATINA DECIDE ROMA Con la prima delibera infatti (la 286 del 1/06/2012) è stata incaricata la RI- DA Ambiente di Aprilia di trattare mediamente 120 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati provenienti dal capoluogo pontino. Leggendo l atto ci si accorge che, contrariamente agli annunci ufficiali, la decisione è stata praticamente imposta dall alto da parte della Regione, all interno dell iter autorizzativo per la realizzazione di nuovi invasi presso la stessa discarica di Montello. L accordo vale fino alla fine di quest anno salvo proroghe e prevede un costo di 98,021 euro (Iva inclusa) per ogni tonnellata di rifiuti conferiti, più altri 14,320 euro, sempre a tonnellata, per i conferimenti eventualmente effettuati la domenica e negli altri giorni festivi. Però la RIDA è autorizzata a trattare i rifiuti solidi urbani solo al fine di produrre Cdr, il combustibile da rifiuti bruciato nei cosiddetti termovalorizzatori e nei cementifici. La RIDA infatti effettua il cosiddetto TMB (Trattamento Meccanico Biologico) con impianti sostanzialmente utili solo per produrre Cdr che non separano accuratamente tutti i rifiuti per riavviarli al riciclo e al riuso. Di conseguenza c è il rischio che, una volta estratti i materiali che hanno un alto potere calorico per produrre il Cdr (plastiche, carta e legno), tutto il resto finisca lo stesso in discarica, con conseguenti maggiorazioni di costi. Ed essendo quello della RIDA a sua volta l unico impianto TMB attualmente funzionante nel sub-ambito provinciale di Latina, c è l ulteriore rischio che tutti i Comuni della Provincia che non hanno mai avviato una raccolta differenziata seria siano costretti a ricorrere a quell impianto, comunque limitato e la cui saturazione potrebbe determinare ulteriori incertezze nella gestione complessiva del ciclo. I Comuni ribelli invece puntano sulla differenziata seria, cioè il porta a porta per riciclare i materiali anziché bruciarli LA VERGOGNA CHE OPPRIME I RESIDENTI Striscione di protesta davanti la discarica di Latina LA SANATORIA : ALTRO INVASO E INCENERITORE IN ARRIVO? Con la seconda delibera di Giunta poi (la n. 289 del 5/06/2012), il Comune di Latina ha deciso una sorta di sanatoria postuma attraverso la perimetrazione dell area agricola su cui c è l industria della discarica di borgo Montello, anche per contenerne l espansione, con conseguente cambio di destinazione d uso (quale non si sa) degli immobili agricoli interessati. L obiettivo è senz altro lodevole, ma rischia, anche in questo caso, di far chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati. Non a caso gran parte degli immobili interessati dalla discarica stessa sono tutt oggi classificati come terreni agricoli, nonostante la montagna di rifiuti e di denaro che vi si è realizzata sopra industrialmente. Sul punto, nel corso degli anni, associazioni ambientaliste e cittadini hanno inoltrato decine di esposti alle autorità competenti, senza mai avere alcun riscontro. La Regione Lazio ha sempre continuato ad autorizzare nuovi invasi senza occuparsi minimamente di tale illegittimità. Con il tempo le norme hanno decretato una variazione d uso di fatto delle aree interessate. Ora sembra che anche nell'amministrazione latinense qualcuno se ne sia accorto, tanto che il testo della delibera riporta l indicazione che è stato il Comune di Latina stesso, negli anni Settanta, ad innescare quella che poi è diventata la bomba ecologica rappresentata dalla discarica. Strano è il fatto che per motivare tale decisione, la stessa delibera faccia riferimento al progetto di termovalorizzatore presentato dalla Indeco Srl presso la Regione Lazio, oltre alla realizzazione di una nuova vasca (già in corso di realizzazione?) denominata S8. Cioè lì a Montello sono previsti un inceneritore e un ampliamento della discarica. Il Caffè dispone già delle prove documentali che dimostrano come, in realtà, questi provvedimenti amministrativi non sono altro che l ennesima ratifica di decisioni prese altrove e da altri poteri. I tempi veloci della burocrazia lenta Non è la prima volta che, contrariamente al luogo comune, i tempi della burocrazia in tema di rifiuti diventano straordinariamente veloci. È il caso della decisione di conferire alla RIDA Ambiente di Aprilia i rifiuti di Latina. In particolare nello stesso giorno (il 31 maggio scorso), nellʼordine, ci sono stati: il sopralluogo presso lʼazienda dei tecnici della Provincia di Latina e dellʼarpa Lazio, per verificarne lʼidoneità a ricevere i conferimenti dei rifiuti; la richiesta del Comune alla RIDA di accettare già dal giorno dopo i suoi rifiuti; la risposta della RIDA stessa che accettava il conferimento. Neanche ventiquattro ore dopo la delibera era bellʼe approvata. E il giorno dopo la rivoluzione viene annunciata agli utenti.

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8 ESTATE n. 244 - dal 14 giugno al 4 luglio 2012 Pochi i servizi pubblici efficienti, il lungomare sembra ancora un cantiere aperto. Ma almeno molte spiagge sono libere Lido di Latina, partenza al rallentatore Marciapiedi rotti, fermate del bus fantasma e passerelle fatiscenti Riccardo A. Colabattista Latina e il suo lungomare possono essere paragonati ad un utilitaria che si appresta ad affrontare un gran premio di Formula Uno. Mentre le altre realtà regionali, si pensi a Gaeta, Sabaudia e Anzio sono già partite a razzo, il capoluogo si appresta a terminare ancora il giro di ricognizione. Può essere questa la miglior metafora per far capire immediatamente lo stato del lido di Latina. Per il quale, stando agli annunci arrivati in questi giorni, si prospettano CANTIERE ESTIVO Passerelle sbarrate, tavole divelte, tetti scoperchiati e lavori ancora da iniziare. Ecco il percorso ad ostacoli per arrivare in spiaggia TANTO ARENILE PER LE FAMIGLIE Le famiglie numerose scelgono la spiaggia libera, anziché ombrelloni e sdraio privati tanti interventi. Ma per il futuro. LAVORI IN CORSO Infatti, a metà giugno, non è difficile vedere gli operatori della società Urbania impegnati a verificare il funzionamento dei parchimetri per i tagliandi del lungomare, gru per l istallazione di nuovi chioschi e operai armati di vernice e pennello per tinteggiare bagni e docce sulla spiaggia. Insomma, un vero e proprio cantiere aperto che mal si sposa con le alte temperature già estive e con la voglia di andare al mare di studenti e famiglie. Se il privato, con chioschi e stabilimenti, sta comunque sulla buona via per l apertura, la cosa pubblica sembra essere totalmente ferma ai box. Ombrellone e lettino costano da 15 a 20 euro al giorno. Per agosto non si sanno i prezzi GUASTI... IN PASSERELLA Infatti non è difficile vedere le scalette rotte, passaggi sbarrati, marciapiedi da rifare, coperture volate e un asfalto che da anni resta in attesa di un vero e proprio restyling. In tutto questo gli spiaggianti devono fare un vero e proprio slalom per raggiungere la riva che, a differenza di qualche anno fa, si presenta comunque in buono stato e pulita. Ampia libertà e possibilità di scegliere se pagare o no la tintarella: le spiagge date in concessione agli stabilimenti balneari e quelle libere praticamente si equivalgono nel tratto di mare che va da Foceverde a Capoportiere, e questo è un dato positivo; mentre nel tratto che arriva fino a Rio Martino la spiaggia è quasi completamente libera, tranne nei tratti davanti ai pochi chioschi presenti. E I COSTI? E i costi quali sono? Per un ombrellone e due lettini, durante la settimana, il prezzo si aggira intorno ai 15 euro che salgono, per i festivi e prefestivi, a 20 euro. Per gli abbonamenti le cifre sono di 200 euro per il mese di giugno, 300 per luglio. E agosto? Lo abbiamo chiesto agli operatori balneari, ma i prezzi ancora sono da definire forse in attesa di vedere come va l'avvio di stagione. Mentre per l intera stagione estiva esistono dei pacchetti trimestrali (giugno, luglio e agosto) che possono arrivare a toccare i 740 euro. Se i costi di ombrelloni e lettini proprio non si possono definire economici, quelli dei parcheggi (fermi ormai da anni a 2 euro per i feriali e a 3 per i festivi per l'intera giornata) restano tra i più bassi di tutta la provincia (considerando che posteggiare sul lungomare di Sabaudia costa un euro l ora). BUS: FERMATE FANTASMA All auto, e quindi al costo del parcheggio, purtroppo non c è un alternativa valida: le fermate dei bus, ormai obsolete, non presentano alcun cartello con orari e linee urbane, i marciapiedi non coprono l intero lungomare e l affollata pista ciclabile presente su via del Lido, si interrompe sul più bello, arrivati al mare. Insomma, l utilitaria latinense vede sfrecciare davanti a sé la monoposto da Formula Uno (vedi le Bandiere Blu appena assegnate a Sabaudia, San Felice, Sperlonga e Ventotene) con un po di invidia e con la voglia di avvicinarsi alle loro eccellenze. Di certo non poteva esserci partenza peggiore di questa estate 2012. In piena estate lanciano la riqualificazione La sistemazione parte ora Bandiera Blu... nel 2015 A giugno ancora si stanno montando i chioschi Case in affitto vuote Un simbolo, un cartello, una scritta. Gli annunci Vendesi e Affittasi presenti su muri, tapparelle e ringhiere sono lo specchio di unʼepoca un poʼ meno soleggiata rispetto agli anni passati. I proprietari degli appartamenti presenti sul lungomare di Latina preferiscono starsene nelle loro case cittadine e tentare di affittare quelle sul lido. Unʼimpresa non facile visto il momento storico e così i cartelli colorati rimangono in attesa di essere letti e, magari, tolti almeno per qualche mese. A metà giugno, con la stagione estiva ormai partita, non sembra proprio ci sia una corsa forsennata agli affitti né tantomeno alla compravendita immobiliare. E così i cartelli Vendesi e Affittasi, per questa estate targata 2012, andranno a fare da sfondo a tutta la stagione ricordandoci che molti saranno le tapparelle che rimarranno chiuse in questi caldi mesi estivi. ANNUNCI SUL LUNGOMARE Tanti i cartelli Affittasi e Vendesi sul lungomare. La sensazione è quella che molte tapparelle rimarranno chiuse Mentre il lungomare di Latina ha ancora le sembianze di un cantiere a cielo aperto, pur essendo a metà giugno, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, insieme alla governatrice del Lazio Renata Polverini, hanno presentato ufficialmente il Progetto Plus per il restyling del litorale. Il progetto Plus, Piano Locale Urbano di Sviluppo, prevede un finanziamento di 14 milioni di euro, di cui 9 immediatamente stanziati e con lavori da terminare nel 2015. Quello per Latina è il finanziamento più cospicuo dei 5 previsti in tutto il Lazio: Latina è arrivata prima per risorse assegnate e quinta per la bontà del progetto. Con questo stanziamento l amministrazione comunale ha intenzione di ristrutturare la pista ciclabile, progettare il rifacimento completo dell illuminazione, fare degli importanti interventi di mobilità sostenibile (bus, piste ciclabili e pedonali) e di realizzare una linea di bus navetta. Questa è solo una parte dei lavori previsti con il Plus da 14 milioni di euro. «I progetti ha detto Di Giorgi devono essere partecipati perché è fondamentale una visione strategica di sviluppo. Non stiamo parlando di interventi che faremo, ma parliamo di cose che sono realmente realizzabili, che siamo in grado di fare. Devono essere progetti immediatamente cantierabili e devono essere completati entro il 2015, abbiamo tre anni per farlo altrimenti perdiamo i finanziamenti. È una sfida per lasciare un segno importante e per arrivare ad un ambizioso obiettivo: la bandiera blu». L obiettivo è dichiarato e il budget definito... Intanto l estate 2012 inizia un altra volta nell incertezza più totale. PARCHEGGI A PAGAMENTO Gli unici ad iniziare la stagione puntuale sembrano essere gli ausiliari del traffico LISTINO I prezzi medi di sdraio e lettini sono riassunti da questa bacheca sul lungomare di Latina

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SANITÀ Il Comune di Latina vuole vendere una delle 2 che ha, anche se è in attivo. Terracina e Pomezia ci guadagnano n. 244 - dal 14 giugno al 4 luglio 2012 11 Farmacie comunali utili e fanno anche utili La loro funzione è sociale, ma ora che portano anche soldi in cassa... Pierfederico Pernarella A Pomezia ben 5 farmacie comunali: 25 occupati e 200.000 euro di utili nelle casse comunali C è chi vuole aprire addirittura la sesta, chi invece intende vendersi appena la seconda. Comune che vai, farmacie comunali che trovi. Si può passare da un estremo all altro e spesso non esistono mezze misure. L istituzione delle farmacie comunali ha origini lontane. La prima fu fondata in Italia nel 1903, nel Comune di Reggio Emilia. Nei primi del Novecento la loro funzione era quella di distribuire gratuitamente i farmaci a chi non poteva permetterseli e assicurare il servizio in territori scomodi dove il privato non avrebbe avuto alcuna convenienza. Col tempo evidentemente le cose sono cambiate. Oggi non distribuiscono più gratuitamente i farmaci e solo in particolari realtà territoriali soprattutto piccoli e sperduti Comuni montani - rappresentano l unica garanzia per la presenza di una farmacia. Per il resto le farmacie comunali sono diventate attività commerciali come le altre. La loro struttura è identica a quelle delle società miste pubblico-private: il 51% in mano al pubblico, il restante TERRACINA La farmacia comunale MARILENA SOVRANI Assessore Decentramento e Asili Nido Comune di Latina LATINA, VIA RENI Una delle due farmacie comunali «Sindaco, abbiamo appreso della ferma volontà di vendere l'attività commerciale della Farmacia Comunale di via Reni. La farmacia è anche la nostra e noi siamo contrari alla sua cessione. Crediamo, infatti, che il rilancio di questa farmacia non solo non farà mancare il prezioso servizio pubblico che le compete, ma porterà anche un significativo ritorno economico alle nostre casse comunali. Lo ripetiamo: no alla vendita della farmacia comunale, sì al suo rilancio». Forse a far rivedere le posizioni dellʼamministrazione comunale latinense ha contribuito anche la raffica al privato che nella stragrande maggioranza dei casi corrisponde al direttore-farmacista. Alla fine dell anno gli utili sono suddivisi in base alle quote di partecipazione. Ma quanto rende una farmacia comunale? Dipende da numerosi fattori, diciamo che rende e, a differenza di molte altre società partecipate dai Comuni, con le farmacie si viaggia sul sicuro. Gli utili non sono esorbitanti, ma quantomeno sicuri. Eppure, nonostante questo, c'è chi vuole disfarsene. È il caso del Comune di Latina che aveva deciso, salvo poi ripensarci proprio in questi giorni, di mettere in vendita una delle due farmacie comunali, quella di via Reni, sostenendo che la struttura è in perdita o quantomeno non abbastanza redditizia. Va in direzione decisamente contraria il Comune di Pomezia che con la sua Pomezia Servizi si appresta ad aprire la sesta farmacia comunale. «La nuova struttura aprirà in via del Mare - spiega il direttore generale della multiservizi di Pomezia, Guido Tacconi -. Negli ultimi anni c è stata una contrazione nelle vendite, che dipende dalla situazione generale, ma tutto sommato i bilanci delle farmacie comunali ci consentono di fare nuovi investimenti». A quanto ammontano gli utili, al netto delle spese di gestione? Nel complesso le 5 strutture di Pomezia hanno avuto un utile di circa 200 mila euro. Non poco, se si considera che le spese sono elevate, comprese quelle del personale, 25 dipendenti tra magazzinieri e farmacisti. Ma cosa distingue le farmacie comunali da quelle pubbliche? Bella domanda. Contrariamente da quello che si potrebbe pensare, non è certo il prezzo di vendita dei farmaci. Una questione sulla quale, sin dal suo insediamento, va ragionando il presidente della farmacia comunale di Terracina, Ezio Longo. Una realtà Il Comune di Latina annuncia che vuole vendere la struttura comunale di Via Reni, poi ci ripensa Contrordine: la farmacia non si vende La farmacia comunale la vendiamo, anzi no. Sembra voler smentire ogni ipotesi di dismissione la nota stampa diffusa in questi giorni dall ufficio stampa del Comune di Latina: l assessore Marilena Sovrani parla di rilancio dei servizi per entrambe le strutture, quella di viale Kennedy e l altra di via Reni. Eppure sulle sorti di quest ultima, nelle scorse settimane, era stata la stessa Sovrani a lasciare poche speranze. L assessore ammetteva che il bilancio dell'attività non è in perdita, ma aggiungeva pure che erano state fatte delle valutazioni di tipo contabile per cui la vendita sembrava essere l unica soluzione. «Chiedete all assessore al Bilancio Maietta», ci aveva detto la Sovrani come per dire: se la vendono, io non c entro niente, ma è una decisone loro. Poi qualcosa deve essere cambiato. La Sovrani deve aver fatto valere le proprie ragioni se nei giorni scorsi, molto candidamente se n è potuta uscire così: «Stiamo promuovendo iniziative volte a migliorare la gestione delle Farmacie Comunali, cercando di dare una nuova impronta: più prodotti per il cittadino, a prezzi più competitivi, maggiore attenzione all ascolto dei bisogni dell utenza. D intesa con il EZIO LONGO Presidente della Farmacia Comunale di Terracina «Sindaco non venderla» valanga di mail Sindaco, vogliamo lanciare un segnale della nostra attenzione nei confronti dei cittadini, assicurando che stiamo cercando di fare ogni sforzo possibile per garantire un miglior servizio alla città con i mezzi a nostra disposizione». Tutt acqua passata dunque? Pare di sì. Anche perché, con l ipotetica vendita della farmacia comunale di via Reni, l amministrazione stava un tantino forzando la mano. «Le presunte perdite afferma il capogruppo del Pd, Giorgio De Marchis sono state decisamente inferiori alle strumentalizzazioni della maggioranza. L'ultimo bilanco ha registrato un utile in attivo di 25mila euro e le perdite che si sono registrate negli anni passati non sono così disatrose. Anche perché l'obiettivo di una farmacia comunale non è quello di fare profitto. Certo se non ci si rimette è meglio. Ma noi crediamo che la scelta di vendere l'attività sia assolutamente sbagliata, soprattutto in un momento come questo in cui la vendita di pannolini o latte in polvere a prezzi scontati sia importante per alcune fascie sociali». di mail che il Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, si è visto arrivare sulla casella di posta della propria segreteria (segreteria.sindaco@comune.latina.it) una protesta civica, avviata su iniziativa del Partito democratico, che dimostra quanto in realtà la cittadinanza tenga alla farmacia comunale di cui l'amministrazione comunale vuole disfarsi. I cittadini, in particolare, non credono alla scusa delle perdite. In realtà secondo il popolo delle mail, una gestione più attenta e mirata alle egigenze dell'utenza può rendere l'attività della farmacia comunale più che proficua. Nel 2011 la farmacia comunale di Terracina ha fatto un utile di ben 107.000 euro solida anche questa, che impiega tre farmacisti e un magazziniere e nel 2011 ha registrato un utile pari a 107mila euro. «Teoricamente le farmacie comunali spiega Longo non essendo legate a logiche di profitto così stringenti potrebbero attuare campagne di sconti, ma mi rendo conto che potremmo essere additati di concorrenza sleale. A tutt'oggi gli sconti sono attuati soltanto per alcune apparecchiature o prodotti non farmaceutici». Detto questo però, secondo Longo, «resta la necessità di caratterizzare, soprattutto in chiave sociale, un'attività che altrimenti perderebbe la sua ragione di esistere». Ecco allora che la peculiarità delle farmacie comunali si gioca tutto sul piano dei servizi, soprattutto a favore di categorie delicate come gli anziani o le neomamme. Ecco allora gli esami, forniti gratuitamente o a costi contenuti, della pressione, del colesterolo, della glicemia, l'elettrocardiogramma. Ma non è tutto perché, com è stato già sperimentato altrove, lo spettro d'azione delle farmacie, innanzitutto quelle comunali, potrebbe allargarsi e comprendere ad esempio anche la prenotazione per le visite ospedaliere. Un incremento di servizi attraverso il quale tamponare le perdite d'esercizio dovute al calo di consumi. Calo in parte legato alla crisi, ma anche ad un maggiore controllo della spesa farmaceutica a carico del Servizio Sanitario Nazionale.