La Disciplina dei Santi Nazaro e Celso



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Vincenzo Gheroldi Valeria Leoni La Disciplina dei Santi Nazaro e Celso nel cinquecentesimo anniversario della fondazione QUADERNI DELL AAB 1 Banca San Paolo Collegiata dei Santi Nazaro e Celso Associazione Artisti Bresciani

Vincenzo Gheroldi Valeria Leoni La Disciplina dei Santi Nazaro e Celso nel cinquecentesimo anniversario della fondazione QUADERNI DELL AAB 1 Banca San Paolo Collegiata dei Santi Nazaro e Celso Associazione Artisti Bresciani

Cinquecento anni fa, il 28 marzo 1498, di mercoledì, fu inaugurato l oratorio dei disciplini della collegiata dei Santi Nazaro e Celso, attuale sede dell Associazione degli artisti bresciani -A.A.B.-. L Associazione ha inteso commemorare la ricorrenza in modo non celebrativo, ma con un opera di sicura validità scientifica e culturale, affidando a due esperti studiosi, la dottoressa Valeria Leoni, paleografa e archivista, e il dottor Vincenzo Gheroldi, storico dell arte, il compito di ricostruire le vicende storiche sociali, religiose e artistiche della confraternita e dell oratorio e di tradurre le conclusioni della loro ricerca nel presente volume. Il lavoro compiuto dagli studiosi incaricati ha conseguito risultati di alto interesse. Valeria Leoni ha ripercorso, sulla base di una ricca documentazione archivistica, la storia della Disciplina, che godette di particolare prestigio e importanza tra le confraternite bresciane, collocandola nel più ampio contesto della storia generale, e ha ricostruito su fonti in gran parte inedite le vicende successive alla soppressione delle confraternite decretata nel settembre 1797 dal governo giacobino della Repubblica bresciana. Vincenzo Gheroldi ha svolto un accurato analisi delle scelte artistiche dei disciplini, che commissionarono opere negli anni Venti e Trenta del Cinquecento al Romanino, al Moretto e a Paolo da Caylina il Giovane e nel 1620 a Pietro Giacomo Barucco, proponendo nuovi elementi per ricomporre il quadro dell attività artistica bresciana nelle età contrassegnate dalle istanze della Riforma e della Controriforma, con novità e profondità d indagine. Per dare maggior risalto all'iniziativa, l Associazione ha convenuto di inaugurare proprio con il volume dedicato alla Disciplina dei Santi Nazaro e Celso una sua nuova collana editoriale, a cui è stato assegnato il titolo di Quaderni dell AAB. La pubblicazione è stato resa possibile per il contributo della Banca San Paolo di Brescia e l interessamento di monsignor Osvaldo Mingotti, prevosto della collegiata dei Santi Nazaro e Celso. Alla Banca, a monsignor Mingotti e ai due autori va il più vivo apprezzamento e sincero ringraziamento dell Associazione. Vasco Frati presidente dell Associazione artisti bresciani Brescia, 28 marzo 1998 3

Valeria Leoni La storia della Disciplina

ABBREVIAZIONI ASB: Archivio di Stato di Brescia ASC: Archivio Storico Civico, depositato presso l Archivio di Stato di Brescia AVB: Archivio Vescovile di Brescia. Le altre abbreviazioni seguono l uso corrente. 6

Il movimento dei disciplinati e l origine delle prime confraternite dei disciplini(*) L origine del movimento dei disciplinati viene fatta risalire dalla tradizione 1 all iniziativa di Raniero Fasani, un laico borghese di Perugia, che, dopo aver praticato privatamente per diciotto anni la disciplina, cioè la fustigazione penitenziale 2, nel 1258 aveva cominciato a fustigarsi pubblicamente, raccogliendo intorno a sé un gran numero di seguaci: in seguito alla sua predicazione gruppi di devoti percorrevano in processione la città flagellandosi ed implorando la misericordia divina 3. La storicità della figura di Raniero e della sua opera è confermata dagli atti del Comune di Perugia: il 4 maggio 1260 il Consiglio generale del Comune, infatti, deliberò che venissero concessi quindici giorni di astensione dal lavoro, secondo quanto richiesto dal Fasani, per permettere lo svolgimento delle pratiche devote dei flagellanti 4. Quindi la pratica delle processioni da Perugia si diffuse verso Roma e verso Imola, Bologna e l Italia settentrionale, come è attestato da alcuni cronisti anonimi del XIII secolo di Padova, Bologna e Piacenza 5. L espansione del movimento fu osteggiata nelle città e nei territori in cui vigeva un regime signorile; in particolare i Visconti ed i Pelavicini impedirono l ingresso dei processionanti nei loro domini, in quanto vedevano in queste manifestazioni una possibile fonte di destabilizzazione politica 6. Il rapporto tra il movimento dei flagellanti e la nascita delle confraternite dei disciplinati è una delle questioni più discusse dagli storici che si sono occupati di questo argomento: sicuramente vi è una netta distinzione tra il movimento, caratterizzato dalla pratica delle processioni e dalla pubblica fustigazione, a cui i cittadini partecipavano spontaneamente e che era privo di una struttura istituzionale, e le confraternite, i cui membri si riunivano sempre in uno stesso luogo ed osservavano le norme previste dal loro statuto; tuttavia il legame tra i due fenomeni è molto stretto: i disciplinati stessi nei loro statuti o comunque nella loro tradizione citano spesso il movimento penitenziale e la figura di Raniero Fasani 7. Sembra molto probabile che Raniero Fasani nel 1266 avesse fondato a Perugia una confraternita di disciplinati e che questa avesse sede 7

in un edificio, adattato ad oratorio, nel quale venivano anche ospitati poveri e viandanti 8. A Padova la presenza di una confraternita di disciplinati è documentata dal 1265: i disciplini avevano un piccolo ospizio cui era annesso un oratorio, nel quale un sacerdote da loro eletto celebrava gli uffici per i confratelli 9 ; a Bologna la disciplina più antica è documentata dagli anni 1261-1262: a quest epoca i battuti bolognesi avevano già una propria sede ed a questi anni risale la redazione del nucleo primitivo del loro statuto 10. Oltre alla pratica della fustigazione penitenziale, quindi, le attività che qualificarono fin dalla loro istituzione le confraternite dei disciplinati furono l assistenza e la carità a poveri e bisognosi. L istituzione delle prime discipline bresciane A Brescia il movimento dei disciplinati si diffuse con un certo ritardo per l ostilità del marchese Oberto Pelavicino, signore della città dal 1259 al 1266 11. La più antica confraternita fu istituita presso Santa Maria de Dom: della sua esistenza abbiamo testimonianze a partire dal 1274 12, quando Brescia era sotto il dominio del guelfo Carlo d Angiò. La stretta connessione esistente tra l istituzione delle discipline bresciane ed il movimento dei flagellanti è chiaramente espressa nel proemio al Liber statutorum et ordinamentorum omnium disciplinarum civitatis et districtus Brixie, redatto nel 1412, durante la signoria di Pandolfo Malatesta: in esso si afferma che alcuni cristiani in ricordo della passione di Cristo cominciarono a praticare la disciplina, dapprima in segreto, quindi, divenuti più numerosi, nelle chiese; in seguito sorsero molte congregazioni di persone che si frustavano, chiamate discipline e dedicate al nome del santo cui era intitolata la parrocchia, nella quale ciascuna confraternita si trovava. Nel margine della pagina sulla quale è scritto il proemio è riportata da mano diversa una versione della leggenda di Raniero Fasani 13. La Disciplina dei Santi Nazaro e Celso La prima menzione della Disciplina dei Santi Nazaro e Celso è contenuta nell Istrumentario di San Cristoforo 14, in apertura del quale vengono riportati in forma abbreviata i privilegi di indulgenza concessi da autorità ecclesiastiche alle discipline cittadine: tra di essi è citato in forma di regesto il privilegio concesso ai disciplinati bresciani il 20 aprile 8

1341, in Avignone, da un arcivescovo ed otto vescovi e confermato da Raimondo, vescovo di Brescia, il 28 luglio dell anno successivo; il documento era conservato presso la Disciplina dei Santi Nazaro e Celso 15. Nel 1349 frate Genesio, generale dei frati predicatori, concesse ai confratelli della Disciplina dei Santi Nazaro e Celso il privilegio di poter partecipare alle orazioni ed agli uffici e godere dei benefici propri dei frati dell ordine 16. Dalla lettura degli statuti della Disciplina si apprende che gli scopi fondamentali dell istituzione erano la pratica penitenziale e le opere di assistenza e di carità ai poveri; per amministrare il patrimonio della confraternita e distribuire le elemosine la congregazione eleggeva annualmente tra i propri membri un ministro, un subministro ed un massaro 17. La Disciplina era aperta anche alla partecipazione delle donne, che venivano iscritte in una matricola distinta da quella degli uomini 18. Le norme statutarie non specificano se le donne partecipassero anche alle assemblee dei disciplini, ma dall esame dei documenti che contengono i sindacati generali, cioè i verbali delle riunioni convocate per eleggere i procuratori della confraternita, si deduce che esse erano escluse dalle attività economiche ed amministrative. Non ci sono pervenuti, peraltro, i libri della matricola, in cui dovevano essere anno per anno registrati i nomi dei disciplinati; le notizie sull entità numerica e sull estrazione sociale dei confratelli, ricavabili dalla lettura dei documenti che contengono i sindacati della Disciplina 19 e dalle polizze d estimo, non sono quindi sistematiche. Per il periodo dal 1417 al 1530 risulta che i disciplini, molto numerosi tra la prima metà del XV secolo 20 e l inizio del XVI 21, diminuirono nel secondo decennio del XVI secolo 22 ed aumentarono nuovamente negli anni tra il 1522 ed il 1530 23. Dal 1568, data della più antica polizza d estimo in cui viene indicato il numero degli uomini e delle donne iscritti alla Disciplina, al 1722, data della polizza più recente, la tendenza al decremento del numero degli iscritti divenne irreversibile: nel 1568 24 gli uomini iscritti erano 45 e le donne 97; nel 1588 25 gli uomini erano 30 e le donne 140; Giovanni Da Lezze, podestà di Brescia, nella relazione presentata al Senato veneto nel dicembre 1610, nota con il titolo di Catastico bresciano, afferma, senza contare probabilmente le consorelle, che la Disciplina era composta da 30 persone 26 ; nel 1637 27 e nel 1685 28 i disciplinati erano costituiti da 16 uomini e 50 donne, mentre nel 1722 29 erano ormai ridotti a 8 uomini e 13 donne. Se si guarda al numero degli iscritti, i periodi di massima prosperità della Disciplina sono collocabili tra l inizio del XV secolo ed il primo decennio del XVI e tra il terzo decennio e la metà del XVI secolo e 9

coincidono con i momenti di maggior impegno della confraternita per l edificazione e la decorazione della propria sede. I dati che possediamo sull estrazione sociale dei disciplini sono asistematici e non consentono di formulare considerazioni definitive: si può solo affermare che le professioni, indicate talvolta accanto al nome dei membri, sono nella maggior parte dei casi legate al mondo dell artigianato e del commercio. Nei verbali della visita apostolica del cardinale Carlo Borromeo, svoltasi nel 1580, si afferma che la Disciplina godeva di un entrata annua di 1000 lire, che impiegava per la celebrazione di messe, per distribuire alimenti ai poveri e per compiere opere di carità 30. Dalle polizze d estimo si deduce che il reddito della confraternita proveniva perlopiù dai beni immobili, costituiti da case e terreni situati in città e nelle Chiusure 31. La prima sede Durante il XIV secolo si ebbe una ripresa del movimento penitenziale, che raggiunse momenti di particolare vigore negli anni tra il 1347 ed il 1349, quando divampò l epidemia di peste; e verso la fine del secolo, in coincidenza con il grande scisma della Chiesa latina: attraverso le pratiche pubbliche della predicazione e della penitenza i laici espressero in questo caso le loro istanze di rinnovamento e pacificazione della Chiesa 32. Nel 1399 si diffuse con molta rapidità nell Italia settentrionale e centrale la devozione detta dei Bianchi, dal colore della veste indossata dai penitenti. Le discipline vissero in questo periodo un momento di grande sviluppo, che comportò la nascita di nuove confraternite, il rafforzamento organizzativo ed istituzionale delle discipline esistenti e la nascita di concentrazioni di tipo confederativo fra le confraternite della stessa diocesi 33. A Brescia verso la metà del XIV secolo le discipline bresciane, unite in congregazione, fondarono l ospedale di San Cristoforo, la cui esistenza è documentata dal 1344 34, quando Brescia era sotto il dominio dei Visconti, mentre nel 1412, nel periodo in cui la città era sottoposta alla signoria di Pandolfo Malatesta, la congregazione delle discipline si riunì per stabilire le norme per l amministrazione del patrimonio dell ospedale 35. In occasione della riunione della congregazione venne letto lo statuto precedentemente redatto da Francesco Cortesi, confratello della Disciplina dei Santi Nazaro e Celso e console generale della congregazione delle discipline di Brescia, ad uso della sua Disciplina e l assemblea dei 10

rappresentanti delle discipline propose l adozione di esso alle confraternite che non si erano ancora dotate di propri ordinamenti. Il contenuto della deliberazione è riportato nel Register librorum, instrumentorum et scripturarum quarumcumque spectantium et pertinentium hospitali disciplinarum seu civitatis Brixie e ad esso segue lo statuto omnium disciplinarum civitatis et districtus Brixie che si può ritenere sia stato esemplato sul testo presentato da Francesco Cortesi: è quindi possibile ipotizzare che lo statuto della Disciplina dei Santi Nazaro e Celso fosse divenuto la norma comune a tutte le confraternite disciplinate 36. Il ruolo di primo piano svolto dalla Disciplina dei Santi Nazaro e Celso in occasione della congregazione delle discipline induce a pensare che essa godesse di particolare prestigio ed importanza tra le confraternite disciplinate bresciane. Con la compilazione del proprio statuto si può affermare che la Disciplina dei Santi Nazaro e Celso avesse raggiunto la maturità istituzionale. In quegli stessi anni la confraternita si dotò di una sede propria, costituita da una casa, ora non più esistente, situata presso la chiesa di San Nazaro, nella zona occidentale del borgo di San Nazaro, la cui esistenza è attestata dal 1414 37. Era dipinta con immagini di Gesù Cristo e dei santi ed in essa era posto un altare, sul quale venivano celebrati gli uffici divini per i membri della confraternita 38. L edificio, inizialmente di proprietà dei frati della regola di santa Maria dell Osservanza dell ordine di sant Agostino, residenti nel monastero di Sant Alessandro, nel 1438 venne ceduto in piena proprietà alla Disciplina 39. Nella nuova situazione politica, conseguente alla dedizione di Brescia a Venezia (1426), la Disciplina acquisì verosimilmente una maggiore libertà di organizzazione e di attività: tra la seconda metà del XV secolo ed i primi decenni del XVI essa accrebbe, infatti, notevolmente il proprio patrimonio. Nel 1446 Zaccarino Bulgari, procuratore della Disciplina, acquistò da Guglielmino, figlio di Luigi da Lograto, una casa contigua alla sede, in cui vi erano una cantina ed una cucina 40. Nel 1448 quello stesso Zaccarino Bulgari, che abbiamo appena citato come procuratore, dettò il proprio testamento, nel quale lasciava alla Disciplina appezzamenti di terreno nelle Chiusure ed una casa, sita presso il monastero di Santa Croce, in contrata Fontis Bovis, a condizione che i disciplini facessero celebrare quotidianamente una messa all altare di San Celso nella parrocchiale. Nel 1456 Zaccarino con un codicillo stabilì invece che alla morte della moglie la casa fosse data in affitto dalla Disciplina dei Santi Nazaro e Celso ad una o due famiglie di poveri 41. Altri lasciti importanti furono effettuati nel 1505 da don Luigi da Lograto, nipote di quel Luigi da Lograto padre di Guglielmino ricordato in precedenza 42, e da Taddeo Segalani, cappellano della parroc- 11

chiale 43, con l obbligo per la confraternita di celebrare messe e di distribuire pane e vino ai poveri. In anni più tardi, nel 1575, il mercante Giovanni Battista Soncinelli lasciò alla Disciplina 1000 lire planette a condizione che i disciplinati celebrassero alcune messe e distribuissero cibo ai bisognosi, secondo, come afferma il Soncinelli nel testamento, gli esempi di Luigi da Lograto e Taddeo Segalani; il Soncinelli chiese inoltre di essere seppellito nel sepolcro della Disciplina, contiguo all altare di San Celso, situato nella chiesa parrocchiale, che era l altare della Disciplina perlomeno a partire dal 1448 44. La celebrazione della messa quotidiana nella parrocchiale, secondo quanto richiesto da Zaccarino Bulgari nel suo testamento, fu all origine di un contrasto con il preposito della parrocchiale. Zaccarino aveva infatti prescritto che il sacerdote che doveva celebrare le messe da lui richieste fosse eletto dai disciplini e non dovesse essere uno dei sacerdoti che avevano la propria residenza nella chiesa di San Nazaro. I confratelli nominarono Francesco Nicoletti, incontrando l opposizione di Giovanni Ducco, preposito della parrocchiale; il contrasto si concluse con il decreto emesso nel 1493 dal vicario episcopale Giacomo Ricci, che approvò la scelta dei disciplini e concesse loro la possibilità di celebrare le messe 45. Il nuovo oratorio L esigenza di mantenere la propria autonomia rispetto alla parrocchia, caratteristica delle confraternite dei flagellanti, che emerge dalla vicenda cui si è fatto riferimento, è forse all origine della costruzione della nuova sede della confraternita 46. L edificazione dell oratorio venne completata nel 1498, come testimonia l iscrizione scolpita sull architrave del portale marmoreo: DEO MAX. [IMO] SACRAEQUE AEDIS ORNAMENTO NAZAREAE SCOLAE IMPENSA PIENTISS.[IME] F.[ACTUM] IIII K[A]L.[ENDAS] APRILES MIID (piamente edificato in onore di Dio massimo e ad ornamento della sacra sede a spese della scuola di San Nazaro il 29 marzo 1498). L edificio, ancora esistente ed attualmente sede dell Associazione Artisti Bresciani, è situato presso la chiesa di Santa Maria dei Miracoli, ad una certa distanza quindi dalla parrocchiale di San Nazaro. Le fonti documentarie non danno alcuna informazione riguardo alla costruzione dell edificio 47 ; tuttavia si può pensare che i disciplini pre- 12

sero questa iniziativa in un momento in cui godevano di particolare prosperità, essendo proprio in quegli anni entrati in possesso dei cospicui lasciti previsti dal testamento di Zaccarino Bulgari 48. Nella prima metà del XVI secolo, nel clima di particolare vivacità del dibattito religioso, determinato dallo sviluppo del movimento della riforma cattolica, in un primo tempo, e, successivamente, dalla necessità di reagire alla penetrazione delle influenze luterane 49, la Disciplina dei Santi Nazaro e Celso, in accordo con una tendenza di carattere generale, visse una fase di positiva evoluzione, come testimonia anche l elevato numero dei confratelli ad essa iscritti 50. L oratorio è costituito da un edificio a pianta rettangolare a due piani; sia il piano inferiore sia quello superiore sono formati da un unica aula rettangolare, che misura m 6,54x16,59 51. In ciascuno dei due locali era posto un altare ligneo 52 ; Carlo Borromeo nel 1581 ordinò che uno degli altari di legno fosse sostituito con un altare di pietra 53. Il decreto del cardinale si riferiva probabilmente all altare del locale sito al piano inferiore, nel quale si può ipotizzare che avessero abitualmente luogo le celebrazioni e le pratiche religiose; le riunioni convocate per discutere dell amministrazione della Disciplina dovevano invece svolgersi al piano superiore 54. Le due aule vennero decorate ad affresco probabilmente nello stesso periodo, collocabile intorno agli anni Trenta del Cinquecento 55 : nell aula inferiore, sulla parete settentrionale, la stessa davanti alla quale era posto l altare, il Romanino dipinse Cristo in croce tra i due ladroni, affresco che presenta ora vaste lacune; mentre, al piano superiore, ri- Iscrizione scolpita sull architrave della porta d ingresso dell oratorio, nella quale viene ricordata la data di fondazione dell edificio. 13

mangono solo alcuni frammenti della decorazione ad affresco, attribuibile a Paolo da Caylina il Giovane 56, composta da uno zoccolo a fasce policrome e da figure di sibille e profeti. Nella parete settentrionale del piano superiore vi è un apertura che doveva costituire l antica porta dell aula superiore della Disciplina, alla quale si accedeva attraverso una scala esterna, appoggiata al muro dell edificio prospiciente la parete nord dell oratorio 57. Probabilmente il muro faceva parte dell oratorio piccolo della Disciplina, che nel 1561 venne alienato alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli per permettere la costruzione del coro della stessa chiesa 58 ; nei capitoli del contratto infatti si fa riferimento ad un piccolo cortile in parte coperto da una tettoia, nel quale era situata una scala 59. Accanto alla sala inferiore dell oratorio era collocato un locale 60, adibito a cucina 61, ma utilizzato talvolta anche per le riunioni dei disciplini 62. Della decorazione della volta e delle pareti dell aula inferiore, ad esclusione della parete settentrionale, venne incaricato il pittore Pietro Giacomo Barucco, con il quale i rappresentanti della Disciplina stipularono in data 8 novembre 1620 un contratto molto articolato e preciso 63. Degli affreschi eseguiti dal Barucco non rimane più alcuna traccia. Dopo l opera del Barucco non vi sono altre testimonianze di commissioni affidate dalla confraternita ad artisti per l abbellimento della sede: l intervento del quadraturista Giovanni Battista Sorisene, sospettato da alcuni studiosi 64, non è documentato dalle fonti archivistiche 65. L altare della Disciplina in San Nazaro La prima testimonianza della presenza nella parrocchiale di un altare di competenza dei disciplini risale al 1448, quando nel suo testamento Zaccarino Bulgari richiese che, dopo la sua morte, venisse celebrata una messa quotidiana sull altare di San Celso 66. Esso era collocato in capo alla navata destra e, successivamente, venne denominato anche altare del Redentore, del Crocifisso o della Passione 67 ; accanto ad esso era situata la sepoltura della confraternita 68. Nel 1585 i disciplini stipularono con il preposito della parrocchiale una convenzione, in virtù della quale essi potevano utilizzare la terza campana della chiesa in occasione delle loro celebrazioni e godere della metà dei diritti su di essa, mentre dovevano collaborare in egual misura con il preposito alla sua manutenzione 69. Nel 1581 Carlo Borromeo ordinò che l altare venisse recintato 70. Nel 1635 il vescovo Vincenzo Giustiniani impose ai confratelli di dotare l altare di un immagine decorosa di san Celso, pena l interdetto, di 14

quattro candelabri e di altri arredi sacri 71, mentre, in seguito alla sua visita pastorale, che ebbe luogo nel 1645, il vescovo Gian Francesco Morosini prescrisse di procedere al rifacimento delle decorazioni dipinte dell altare 72. Non sappiamo se le prescrizioni vennero osservate; nei decreti emessi successivamente alla visita pastorale del 1656 il vescovo Pietro Ottoboni si limitò tuttavia ad ingiungere ai disciplinati di dotare l altare di alcuni candelabri e di altri arredi 73, mentre nelle visite effettuate dal vescovo Bartolomeo Gradenigo nel 1683 74 e dal vescovo Marco Dolfin nel 1701 75 non venne espressa alcuna osservazione sulla decorazione e sull arredo dell altare. La soppressione della Disciplina Nel 1796 le truppe francesi guidate da Napoleone Bonaparte occuparono la Lombardia. Sotto l influenza di questo avvenimento fu profondamente modificata la situazione politica degli stati italiani: a Brescia il 18 marzo 1797 ebbe termine il plurisecolare dominio della Repubblica di Venezia, che aveva avuto inizio nel 1426, e fu istituito il Governo Provvisorio Bresciano, che concluse la sua attività il 30 novembre dello stesso anno, quando la città fu unita alla Repubblica Cisalpina. Tra i provvedimenti da esso promulgati vi fu il decreto che stabilì l abolizione delle confraternite e delle discipline 76. La Disciplina dei Santi Nazaro e Celso, quindi, venne soppressa ed i suoi beni divennero proprietà demaniale. Nel decreto di soppressione si determinava che i beni delle istituzioni soppresse dovessero essere utilizzati in particolare a beneficio delle scuole primarie da istituirsi. Negli anni successivi alla soppressione l edificio e la sua decorazione subirono gravi danni: gli affreschi delle due aule vennero coperti dall intonaco e nella parete settentrionale della stanza inferiore vennero aperte una finestra ed una porta, provocando così la perdita di parte dell affresco del Romanino 77. È probabile che gli affreschi dell aula superiore siano stati ulteriormente danneggiati dall azione degli agenti atmosferici, cui rimasero esposti in seguito al crollo della copertura dell edificio. Nel 1807, quando Brescia era ormai parte del Regno d Italia, il sindaco della città fece richiesta alla Direzione Dipartimentale del Demanio di potere adibire a scuola il locale della soppressa Disciplina 78 : nell antico oratorio ebbe sede durante l Ottocento la scuola elementare dei Miracoli 79. Tra la fine dell Ottocento ed i primi anni del Novecento la Disciplina fu destinata a luogo di culto della comunità evangelica valdese 80. Dal 1911 al 1935 l aula inferiore venne data in affitto prima al Circo- 15

lo Filodrammatico Gerolamo Rovetta e successivamente, in epoca fascista, all Opera Nazionale Dopolavoro e venne utilizzata come sala teatrale 81. In questo periodo vennero apportate al locale alcune modifiche, volte soprattutto ad allontanare il pericolo dello scoppio di un incendio che avrebbe potuto facilmente propagarsi alla vicina chiesa dei Miracoli: nel 1917 la Soprintendenza ai Monumenti di Lombardia osservava che sarebbe stato opportuno adottare alcune precauzioni per evitare, in caso di incendio, possibili danni al santuario dei Miracoli; in particolare considerava opportuno eliminare la possibilità del passaggio dall oratorio alla chiesa attraverso il cortiletto comune 82. Dalla descrizione contenuta nel verbale di consegna del locale, redatto nel 1924, in occasione del rinnovo del contratto di affitto, risulta infatti che per adempiere le richieste furono aperte due porte di soccorso nella parete occidentale 83. Nel 1932 la Commissione di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, in seguito alla visita dell ambiente, espresse parere favorevole sulla sua agibilità; fece tuttavia notare che le due strette scalette, poste ai lati del portone di entrata, che consentivano l accesso alla galleria del teatro, costituivano un mezzo di sfollamento inadeguato e invitò il Comune a trovare una soluzione al problema 84. Gli ingegneri del Comune Fantoni e Fioretto non riuscirono ad elaborare una proposta soddisfacente e nel 1933 la Commissione suggerì la costruzione di un balcone lungo la facciata dell edificio, di lunghezza corrispondente a quella della galleria; esso avrebbe dovuto essere accessibile sia dall interno del locale sia dall esterno per favorire l uscita degli spettattori in caso di incendio 85. Gli ingegneri Fantoni e Fioretto elaborarono due progetti, nei quali l edificio viene presentato in prospetto ed in sezione 86, e li illustrarono nella relazione comunicata al podestà: secondo il primo progetto il balcone avrebbe coperto quasi totalmente la larghezza della facciata, tagliando le due finestre situate ai lati del portone, che avrebbero dovuto essere tamponate dall esterno; nel secondo caso, il balcone avrebbe occupato solamente la parte della facciata compresa tra le due finestre, evitando così la necessità di ricorrere alla tamponatura. La prima soluzione soddisfaceva completamente alle richieste avanzate dalla Commissione di Vigilanza, ma si riteneva che la sua realizzazione fosse dispendiosa e compromettesse fortemente l assetto originario della facciata; l attuazione della seconda proposta sarebbe stata più economica ed esteticamente più valida 87. Nessuno dei due progetti venne attuato 88 ; nel 1934, tuttavia, la Commissione di Vigilanza concesse l agibilità a condizione che venisse ridotto il numero degli spettatori che potevano accedere alla galleria 89. In seguito al parere negativo espresso nell agosto del 1935 dalla Soprintendenza all arte medievale e moderna delle province lombarde 16

riguardo all opportunità di continuare ad utilizzare il locale come sala teatrale 90, nel settembre del 1935 il Comune comunicò all Opera Nazionale Dopolavoro la risoluzione del contratto 91. Nel 1937 l edificio venne ceduto in affitto dal Comune alla Fabbriceria della chiesa dei Miracoli, che lo adibì a magazzino per il deposito di banchi ed arredi sacri 92. Nel 1954 vi è documentata la presenza della sede della Cooperativa Piccolo Teatro Città di Brescia 93. Nel 1977 è stato effettuato un intervento di recupero dell edificio e di restauro della decorazione pittorica: è stato rifatto il tetto, mentre attraverso un opera di consolidamento strutturale si è garantita la stabilità alla copertura voltata del piano inferiore ed allo stesso tempo l agibilità della stanza superiore 94. Dal 1990 la Disciplina è divenuta sede dell Associazione Artisti Bresciani. Progetto per la costruzione del balcone lungo la facciata dell oratorio, all epoca sede del Teatrino Rovetta, 1933 - I soluzione - II soluzione. 17

(*) Ringrazio per la disponibilità e la collaborazione Vasco Frati, presidente dell Associazione Artisti Bresciani, Francesca Manola e Silvia Gozzetti, Vincenzo Gheroldi, Ida Gianfranceschi, Mariella Annibale ed il personale dell Archivio di Stato di Brescia, monsignor Masetti Zannini, dell Università Cattolica di Brescia, ed il personale della Biblioteca Civica Queriniana. NOTE 1 Gli elementi della tradizione sono forniti principalmente da un testo narrativo anonimo intitolato La lezenda di fra Raniero Faxano, nella quale vengono raccontate la vita e le opere di Raniero Fasani, riportato da numerosi codici. Il testimone più antico, che risale ai primi decenni del Trecento, è contenuto in un codice proveniente dall ospedale dei Battuti di Bologna ed è stato pubblicato da G. MAZZATINTI, Lezenda de fra Raniero Faxano, in Bollettino della società umbra di storia sacra, II, (1896), pp. 561-563. Per altre notizie su Raniero Fasani e la leggenda legata alla sua opera si veda: E. ARDU, Frater Raynerius Faxanus, in Il movimento dei disciplinati nel settimo centenario dal suo inizio (Perugia 1260), Convegno internazionale: Perugia 25-28 settembre 1960, Perugia, 1962, pp. 84-98. 2 Il termine disciplina indicò inizialmente lo strumento usato dai devoti per percuotersi, quindi, per estensione, la confraternita laicale che riuniva i disciplinati, cioè coloro che praticavano la flagellazione penitenziale, e, successivamente, anche l oratorio, sede della confraternita. 3 G. G. MEERSSEMANN, Ordo fraternitatis. Confraternite e pietà dei laici nel Medioevo, Roma, 1977, pp. 453-454. 4 V. ANSIDEI, Regestum reformationum comunis Perusini ab anno 1256 ad annum 1300, I, Perugia, 1935, p. 180. Il regesto della riformanza o delibera del Comune di Perugia è citato in MEERSSEMANN, Ordo fraternitatis...cit., p. 454. 5 MEERSSEMANN, Ordo fraternitatis...cit., pp. 458-460. 6 G. ANGELOZZI, Le confraternite laicali. Un esperienza cristiana tra Medioevo ed età moderna, Brescia, 1978, p. 28. 7 ANGELOZZI, Le confraternite laicali...cit., p. 29. 8 MEERSSEMANN, Ordo fraternitatis...cit., pp. 466-468. 9 MEERSSEMANN, Ordo fraternitatis...cit., pp. 464-467. 10 MEERSSEMANN, Ordo fraternitatis...cit., p. 468. 11 C. VIOLANTE, La chiesa bresciana nel Medioevo, in Storia di Brescia, I, Dalle origini alla caduta della signoria viscontea (1426), 1963, p. 1100. 12 VIOLANTE, La chiesa bresciana...cit., p. 1107. 13 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, Istrumentario dell Ospedale di San Cristoforo, c. 99r. Si veda la nota 1. 14 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99. Il Register librorum, instrumentorum et scripturarum quarumcumque spectantium et pertinentium hospitali disciplinarum seu civitatis Brixie venne compilato nel 1412 dal notaio Francesco Cortesi, console generale della congregazione delle discipline bresciane e confratello della Disciplina dei Santi Nazaro e Celso. 15 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, c. 5r: Primum privilegium, quod est in Disciplina Sanctorum Nazarii et Celsi civitatis Brixie, continet quod unus archiepiscopus et octo episcopi pro quolibet eorum contulerunt dies quatraginta indul- 18

gentie cuilibet de quavis disciplina civitatis et districtus Brixie existat pro qualibet vice qua iverit ad congregationem ad faciendam disciplinam vel associaverit vel de suis bonis aliquid contulerit vel auxilium, conscilium, favorem prebuerit. Et hoc vere penitentibus et confessis dummodo hoc procederet de beneplacito diocesim Brixiensis episcopi. Datum Avinioni, die vigesimo aprilis MCCCXLprimo. Quod privilegium fuit confirmatum et approbatum per dominum Raymundum, episcopum Brixiensem, die XXVIII iulii, MCCCLXsecundo, qui dominus episcopus etiam addidit dies XL de indulgentia. Et patet in registro cartarum membranarum (capet in summa dies CCCC). Et est munitum dictum privilegium novem sigillis pendentibus. I privilegi furono emanati nel periodo in cui il papato aveva fissato la propria sede ad Avignone, mentre, dal 1337, a Brescia, dominavano i Visconti. 16 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, c. 5r. I privilegi sono citati anche in VIOLANTE, La chiesa bresciana... cit., p. 1107. 17 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, cc. 99v-100r. 18 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, c. 102r. 19 In questi atti vengono indicati solo alcuni dei disciplinati che si erano riuniti per eleggere i propri procuratori e viene specificato quale percentuale essi rappresentano rispetto alla totalità dei membri; non vengono comunque mai nominate le donne iscritte alla Disciplina, che dovevano essere molto numerose. 20 Nei sindacati del 18 aprile 1417 e del 3 dicembre 1431 (ASC, 1798, mazzo 3, n. 15 e n. 6) vengono nominati 43 iscritti, corrispondenti a circa i due terzi del totale, che doveva essere quindi indicativamente di 64 uomini; nel 1452 (ASC, 1798, mazzo 3, n. 19) sono menzionati 40 disciplini, corrispondenti a circa i tre quarti del totale, costituito quindi da un numero vicino ai 52 individui maschi. 21 Nel 1509 il totale degli uomini iscritti alla Disciplina doveva essere di circa 51 persone (ASC, 1798, mazzo 4, n. 1). 22 Nel 1514 e nel 1517 gli uomini iscritti alla Disciplina erano circa 36 (ASC, 1798, mazzo 3, n. 14 e mazzo 4, nn. 7 e 10). 23 Nel 1522, 1528 e 1529 il numero totale dei disciplini, escluse le donne, è attestato intorno a 55 (ASC, 1798, mazzo 4, nn. 29, 17 e 19). 24 ASC, Polizze d estimo, b. 150, n. 278. 25 ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 119. 26 Il catastico bresciano di Giovanni da Lezze con prefazione di Carlo Pasero, I, Brescia, 1969, p. 75. 27 ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 317 e ASB, Polizze e petizioni d estimo, b. 6, n. 141. 28 ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 101. 29 ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 159. 30 Archivio Segreto Vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Visitatio Apostolica, 65, Visita di san Carlo Borromeo, c. 131r. 31 In città la Disciplina possedeva, secondo quanto denunciato nelle polizze del 1565 e 1568 (ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n 41 e b. 150, n. 278), l oratorio ed una casa sita in contrata Fontis Bovis, presso il monastero di Santa Croce; nel 1637 (ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 317) a questi edifici si aggiunse una casa in contrada San Nazaro, mentre nella polizza del 1685 (ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 101) vengono descritte anche due botteghe presso il Broletto ed una casa in contrada dei Cappuccini (ora via Gezio Calini); quest ultima non è più elencata nella dichiarazione rilasciata nel 1722 (ASC, Polizze d estimo, b. 150a, n. 159). 19

32 Per questi fenomeni di carattere generale si veda: G. ALBERIGO, Contributi alla storia delle confraternite dei disciplinati e della spiritualità laicale nei secc.xv- XVI, in Il movimento dei disciplinati...cit., pp. 173-175 e ANGELOZZI, Le confraternite laicali...cit., pp. 34-38. 33 ALBERIGO, Contributi alla storia...cit., p.187. 34 VIOLANTE, La chiesa bresciana...cit., p. 1109. 35 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, c. 96r: Capitulum provisionum et ordinamentorum congregationis disciplinarum Brixie pro bono regimine bonorum hospitalis earum. In nomine domini nostri Iesu Christi anno a nativitate eiusdem millesimo quatringentesimo duodecimo, indictione quinta, die decimo mensis iullii, in civitate Brixia, in sala magna, sita in solario super canipam domorum hospitalis predicti. Convocatis et congregatis infrascriptis confratribus infrascriptarum disciplinarum mandato Iohannini de Cogolis preconis comunis Brixie, ministri generalis omnium disciplinarum Brixie, qui est de disciplina Sancte Marie. 36 ASB, Archivio Ospedale Maggiore, n. 99, c. 98r: Preterea omnes predicti convocati et congregati ut supra, audito tenore statutorum scriptorum et dictatorum per me Francischum de Cortesiis confratrem Discipline Sancti Nazarii et Celsi civitatis Brixie pro usu virorum et mulierum ipsius Discipline presentium et futurorum, providerunt, statuerunt et ordinaverunt quod quelibet disciplina civitatis et districtus Brixie que non habeat aliqua statuta per se aut non curet componere per se debeat de ipsis infrascriptis statutis et ordinamentis accipere copiam ad beneplacitum suum, ut sciant in suis negociis omnes de disciplinis cum ordine se habere, relinquentes ipsi congregati arbitrium et potestatem cuilibet ipsarum disciplinarum possendi alia statuta sibi condere quandocumque sibi videbitur et placuerit; et hoc, quia licet omnia ipsa statuta sint laudabilia et perfecta, tamen in aliquibus locis videbantur nimis ardua aliquibus eorum ; c. 99r: Incipit liber statutorum et ordinamentorum omnium disciplinarum civitatis et districtus Brixie. Il testo dello statuto è pubblicato da R. NAVARRINI, Lo statuto della Congregazione delle Discipline di Brescia, in Postumia, anno 3 (1992), n. 3, pp. 64-75. 37 ASC, 1798, mazzo 3, n. 14, 1414 marzo 20: In Disciplina Sancti Nazarii, posita in tresanda Sancti Nazarii. 38 ASC, 1798, mazzo 3, n. 15, 1417 aprile 18: In Disciplina Sanctorum Nazarii et Celsi seu domo picta figuris Iesu Christi et sanctorum, in qua est altare et fit officium divinum per homines ipsius Discipline, sita a sero parte burgi Sancti Nazarii. 39 ASC, 1798, mazzo 3, n. 8, 1438 giugno 21. Dall atto risulta che la casa si trovava nella contrada di San Nazaro, in tresanda de Ceresariis. 40 ASC, 1797 1/2, filza ottava n. 1, 1446 aprile 7: Istromento come Zaccarino de Bulgaro sive la Disciplina compra da Guielmino, filio del quondam Alovisio da Logrado, una casa contigua alla Disciplina, qual è la caneva et la cucina per il pretio de lire 250 planette. 41 ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 1, 1448 luglio 1 e 1456 marzo 31. 42 ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 4, 1505 agosto 1. 43 ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 4, 1538 dicembre 28. 44 ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 4, 1575 agosto 11. 45 ASC, 1797 1/2, filza settima, n. 16, 1493 marzo 22. 46 Si veda a questo proposito C. BLACK, Le confraternite italiane del Cinquecento, Milano, 1992, pp. 300-301: L ambiente, in quanto insieme di costruzione e decorazione, entro cui i membri delle confraternite operavano, è per molti aspetti legato al culto ed alle attività sociali da loro svolte. Nei casi in cui le confraternite possedevano 20

sedi proprie, separate ed indipendenti dalle parrocchie e dai monasteri, riuscirono a mantenere il proprio carattere di iniziative laiche [...]. La grandezza e le caratteristiche dell ambiente materiale in cui operava la confraternita indicano in sostanza il grado di autonomia o, viceversa, di dipendenza di quella compagnia, lo spirito di coesione e di fratellanza, il potere sociale e politico del gruppo, e a volte anche di singoli membri e protettori. 47 L unico accenno è contenuto in un documento del 1497, nel quale si dice che la somma di denaro di 120 lire planette, ricevute dalla Disciplina a conclusione della vertenza con Giovanni Pietro Adobati, marito di una delle figlie di Zaccarino Bulgari, per il possesso dell eredità di Zaccarino, sarebbero state utilizzate ad fabricam dicte Discipline et ad modum et utilitatem dicte Discipline (ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 1). 48 Il testatore aveva infatti stabilito che la Disciplina entrasse in possesso dei suoi beni solo alla morte delle figlie; quindi, sebbene Zaccarino fosse morto nel 1456, la Disciplina potè godere dell eredità solo dal 1493 (ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 1). 49 ALBERIGO, Contributi alla storia... cit., pp. 202-209. 50 Per gli orientamenti culturali dei disciplini dei Santi Nazaro e Celso testimoniati dalle scelte che essi fecero per la decorazione della loro sede si veda, qui di seguito, il saggio di Vincenzo Gheroldi, cap. I, par. 2. 51 La struttura su due piani a pianta rettangolare dell oratorio è tipica delle sedi indipendenti delle confraternite: si veda BLACK, Le confraternite italiane...cit., p. 307. L autore, citando gli esempi di alcune confraternite, pensa che nel locale inferiore oltre alle celebrazioni religiose più solenni avessero luogo le assemblee dell intera fratellanza e le distribuzioni di cibo ai poveri e che la stanza superiore fosse destinata alle funzioni religiose meno importanti ed alle riunioni durante le quali venivano prese decisioni riguardanti la vita della Disciplina. 52 Archivio segreto vaticano, Sacra Congregatio Concilii, Visitatio apostolica, 65, Visita di san Carlo Borromeo, c. 131r: Oratorium disciplinatorum Sanctorum Nazarii et Celsi intra moenia civitatis, pulchrum et ornatum cum domo annexa. Altare habet assideum. Ibi quandoque celebratur. Desuper adest locus magnus, ubi pariter est aliud altare assideum, ubi scholares conveniunt ad recitandum officium et disciplinam suam exercendam. Schola haec est antiqua habetque regulas antiquas. 53 AVB, Visite pastorali, 8/1, Decreti della visita apostolica di san Carlo Borromeo, c. 122v: In oratorio disciplinatorum Sanctorum Nazarii et Celsi. Altare ligneum tollatur ibidemque lapideum aliud lateritiumve construatur. 54 ASC, 1798, mazzo 5, n. 17: Convocata et congregata la honoranda compagnia [...] nell oratorio superiore conforme il solito. 55 L esame delle fonti documentarie non ha consentito di reperire nessuna informazione sugli interventi del Romanino e di Paolo da Caylina il Giovane; per la ricostruzione della decorazione pittorica e la sua datazione si veda il saggio di Vincenzo Gheroldi, cap. I. 56 Anche per l attribuzione degli affreschi dell aula superiore a Paolo da Caylina il Giovane si veda il saggio di Vincenzo Gheroldi, cap. II. 57 Per la ricostruzione della scala e la decorazione della parete prospiciente la Disciplina si veda il saggio di Vincenzo Gheroldi, cap. II, par 2. 58 ASC, 1797 1/2, filza ottava, n. 6: in data 15 maggio 1561 i procuratori incaricati dal consiglio della Disciplina ed autorizzati dal consiglio generale delle discipline di Brescia vendettero ai rappresentanti della chiesa di Santa Maria dei Miracoli, per 1000 lire planette, locum vel situm partim fabricatum in quo de presenti fit orato- 21

rium parvum. Si veda il testo completo del documento pubblicato in Appendice, documento I. 59 ASC, 1797, filza ottava, n. 6: Item quod tectum seu cuppi cum lignaminibus existentibus supra curticellam seu scalam dictorum disciplinatorum manere debeant in eo statu prout reperiuntur ad beneficium tamen dictorum disciplinatorum. 60 Nella polizza d estimo datata 5 marzo 1637 (ASC, Polizze d estimo, b. 150a, polizza n. 317) i disciplini dichiarano di possedere : Una casa sita [...] in contrada di Miracoli di una stanzia teranea et un oratorio con doi corti, un oratorio superiore. 61 Nei decreti emessi successivamente alla visita apostolica svoltasi nel 1580 il cardinale Carlo Borromeo ordinò che non si potessero più tenere banchetti nel locale annesso all oratorio (AVB, Visite pastorali, 8/1, Decreti della visita apostolica di san Carlo Borromeo, c. 122v: Nullae item in posterum in aedibus huic oratorio annexis comessationes quovis praetextu fiant ). 62 Il sindacato della Disciplina, svoltosi il 7 marzo 1646 (ASC, 1798, mazzo 5, n. 30), ad esempio, ebbe luogo nella cucina teranea, sita nelle case dell infrascritti domini confratelli annexa alla Disciplina di Santi Nazzaro e Celso. 63 Per il contratto tra i disciplini ed il pittore Pietro Giacomo Barucco si veda il documento II dell Appendice ed il saggio di Vincenzo Gheroldi; il documento è citato ed edito anche in R. PRESTINI, Il borgo dei Nazariani tra cronaca e storia, p. 180 e Documenti, pp. 278-279, documento IV, in AA. VV., La collegiata insigne dei Santi Nazaro e Celso in Brescia, Brescia, 1992. Di R. PRESTINI si veda anche Disciplina dei Santi Nazaro e Celso, in AA.VV., Nel lume del Rinascimento. Dipinti, sculture ed oggetti della Diocesi di Brescia, pp. 39-41, Brescia, 1997. 64 V. VOLTA, Le vicende edilizie della collegiata insigne dei Santi Nazaro e Celso, in La collegiata insigne...cit., pp. 48 e 52, nota 107. 65 L atto notarile del notaio Giovanni Piovanelli, datato 6 marzo 1666 (ASB, Notarile, filza 6685), riferisce di un debito della Disciplina nei confronti di Giovanni Battista Sorisene senza specificare il motivo e rimanda ad un atto del notaio Marino Marini, datato 8 marzo 1662 (ASB, Notarile, filza 5949), in cui è contenuta la sentenza pronunciata da Paolo Calini, prevosto di Sant Agata, a soluzione della vertenza tra Giovanni Battista Sorizeno ed i disciplini per l eredità di Pietro Pezzolo, con la quale veniva prescritto ai disciplini di pagare a Giovanni Battista Sorizeno, fratello della seconda moglie di Pietro Pezzolo, 1550 lire planette a lui spettanti in virtù del testamento fatto dal figlio di Pietro Pezzolo, Giovanni Battista. 66 ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 1, 1448 luglio 1: et predicta omnia cum modis, conditionibus et pactis infrascriptis, videlicet quod dicta universitas et congregatio ac eius offitiales teneantur [...] semper et imperpetuum celebrari facere unam missam omni die ad altare Sancti Celsi positum in ecclesia Sancti Nazarii et non ad aliud altare. 67 Nelle fonti documentarie l altare viene generalmente indicato come altare dei Santi Nazari e Celso, o semplicemente dei disciplinati; nella visita pastorale del vescovo Marino Giorgi viene denominato altare confraternitatis disciplinatorum sub titulo redemptoris Domini (AVB, Visite pastorali, 50, c. 2r); nel 1673 dalla visita pastorale del vescovo Marino Giorgi risulta che i disciplinati avevano un altare nella chiesa collegiata sub titulo et invocatione sanctissimi Crucifixi (AVB, Visite pastorali, 50, c. 29r), mentre nella polizza d estimo viene citato con il nome di altar della Pasione (ASC, Polizza d estimo, b. 150a, n. 159). 68 Il sepulchrum Disciplinae viene citato nel testamento dettato in data 11 agosto 1575 da Giambattista Soncinelli che chiede di esservi seppellito (ASC, 1797 1/2, filza prima, n. 4). 22

69 ASC, 1797 1/2, filza ottava, n. 5, 1585 gennaio 7. 70 AVB, Visite pastorali, 8/1, Decreti della visita apostolica di san Carlo Borromeo, c. 210r. 71 AVB, Visite pastorali, 20, c. 60r. 72 AVB, Visite pastorali, 25, c. 83r. 73 AVB, Visite pastorali, 34, c. 39r. 74 AVB, Visite pastorali, 56, c. 14v. 75 AVB, Visite pastorali, 67, c. 25r. 76 Raccolta dei decreti del Governo Provvisorio Bresciano e di altre opere pubblicate a quell epoca colle stampe, Brescia, 1804, III, pp. 240-241, decreto n. 691, 30 settembre 1797: Libertà Virtù Eguaglianza In nome del sovrano popolo bresciano. Il Governo Provvisorio Considerando, che in ogni ben regolato Democratico Governo tutte le unioni di peculiari corporazioni sotto qualunque denominazione introdotte o dal pregiudizio o dalla superstizione, molte volte ancora dall interesse, non siano che tanti piccoli ostacoli, che s oppongono costantemente alla marcia ferma de lumi, ed interesssi, che conducono al vero punto di una stabile, e semplice Democrazia, che ammetter non deve peculiari interessi, che portano insensibilmente ad una specie di piccolo federalismo, ma che nell unità del Popolo non si devono conoscere altre distinzioni, che quelle, che accorda la legge che tutto dirige, e mira alla comune felicità; il Governo perciò decreta: Che da qui avanti restino sopprese, ed abolite tutte le corporazioni esistenti nello Stato sotto qualunque denominazione di Discipline, Confraternite ec. Che sia dato ordine a tutti li Commissari Nazionali ond abbiano nelle rispettive Municipalità de Cantoni ad ordinare la pubblicazione del decreto, e commettere a Municipalisti di prendere a nome della Nazione il possesso de beni stabili, ed effetti appartenenti alle stesse corporazioni, facendone un pronto esatto rapporto, con indicare quali pesi vi siano annessi, onde presa in esame la materia, e lasciate stabili quelle disposizioni, che fossero giudicate utili al pubblico bene, possa il rimanente di detti effetti destinarsi a benefizio delle Scuole Primarie da stabilirsi nelle rispettive Municipalità. 77 L. F. FÈ D OSTIANI, Storia, tradizione, arte nelle vie di Brescia, Brescia, 1927, p. 34. 78 Intendenza di Finanza, Soppressioni, b. 106, fascicolo Oratorio dei disciplini, Bovegno, 1807 novembre 3: Questo signor sindaco comunale, conosciuto che il locale in cui per l addietro si sono aperte e fatte le scuole pubbliche normali non è a portata per tutte le contrate di questa Comune, mi prega di procurare dalla di lei compiacenza, signor direttore, il permesso a favore di questa Comune medesima di aprire le scuole pubbliche suddette nel locale chiamato la Disciplina ora soppresso ed avvocato (così) a questa Direzione Dipartimentale del Demanio. 79 La presenza della scuola elementare dei Miracoli, istituita probabilmente in anni vicini al 1808, è documentata fino al 1861 (Archivio del Comune, Rubrica XV, bb. 21/5A e 21/5b). 80 Nella richiesta, datata 7 novembre 1916, rivolta dalla Fabbriceria della chiesa dei Miracoli al Comune che le venisse concesso in affitto il locale, si afferma che la locazione alla Chiesa Evangelica aveva avuto termine nel 1905 (Archivio del Comune, secondo versamento, Rubrica XVIIIB, b. 830, fascicolo Circolo Filodrammatico G. Rovetta, Affittanza locale vicolo delle Stelle ). 81 Con la delibera della Giunta municipale del 29 dicembre 1911 il Comune ce- 23