ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO. L ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO nel nuovo ordinamento degli Istituti Professionali

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Transcript:

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO L ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO nel nuovo ordinamento degli Istituti Professionali Il nuovo ordinamento previsto dal Regolamento di riordino degli Istituti Professionali (DPR n. 87 del 15.3.2010) individua nella "cultura del lavoro" l'ancoraggio principale su cui sviluppare i nuovi percorsi finalizzati a promuovere un profilo armonico ed integrato di competenze scientifiche, tecniche ed operative costitutive di figure professionali di livello intermedio, in grado di assumere adeguate responsabilità nei settori produttivi e nei servizi. I nuovi percorsi, in linea con le indicazioni europee, concorrono alla formazione del cittadino nella società della conoscenza e tendono a valorizzare, essenzialmente, la persona nel suo ruolo lavorativo. Il diplomato dell'istruzione professionale è pertanto "una persona competente, consapevole sia delle potenzialità sia dei limiti degli strumenti tecnici di trasformazione della realtà, così da dialogare con tutte le posizioni in gioco e sviluppare un contributo cooperativo per il bene umano e sociale". Quanto sopra è in linea con le innovazioni che hanno caratterizzato il mercato del lavoro. Nel passato l'istruzione Professionale aveva prioritariamente il compito di fornire alle imprese "forze-lavoro" inserite all'interno di un'organizzazione routinaria che non valorizzava gli apporti creativi e soggettivi della persona. Il cambiamento più rilevante degli ultimi anni ha riguardato il superamento di una concezione meramente operativa del ruolo del lavoratore nei processi produttivi, interessati dalle trasformazioni indotte dalle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che hanno modificato i modelli organizzativi del lavoro. La società complessa e la crescita di valore dei fattori immateriali richiedono ad ogni cittadino competenze più ampie per orientarsi nella complessità del reale, per avere consapevolezza delle proprie potenzialità, per fronteggiare l'incertezza, per cooperare con persone anche di altre culture. Il passaggio dal concetto di forza-lavoro a quello di risorse umane e, più di recente, a quello di capitale umano, pone l'accento sulla qualità del lavoro come fattore in grado di determinare il risultato dell'intero processo produttivo e la crescita economica. Il processo di crescita è tanto maggiore quanto più elevata è la qualità del lavoro in grado di creare tecnologia e di utilizzarla in modo appropriato. La componente principale che determina il capitale umano è oggi individuata non tanto nell'addestramento quanto nel nesso tra istruzione e formazione che diventa il nuovo volano della crescita, dello sviluppo e della coesione sociale. Il fattore di "professionalità del lavoro" che oggi viene richiesto risiede, pertanto, nell'assumere responsabilità in riferimento ad uno scopo definito e nella capacità di apprendere anche dall'esperienza, ovvero di trovare soluzioni creative ai problemi sempre nuovi che si pongono. Si tratta di una disposizione nuova, che supera la figura del "qualificato" del passato, per delineare un tipo di lavoratore consapevole dei suoi mezzi, imprenditivo, che ama accettare le sfide con una disposizione alla cooperazione, che è in grado di mobilitare competenze e risorse personali per risolvere i problemi posti entro il

contesto lavorativo di riferimento. Quanto sopra è in linea con le finalità educative dei percorsi iniziali di VET (Vocational Education and Training), oggi sempre più rilevanti in quanto strettamente connessi alla struttura economica e sociale del Paese. Ciò comporta, da un lato, il superamento della tradizionale dicotomia tra formazione professionalizzante ed educazione generale, dall'altro lato apre il problema di come garantire il collegamento tra i sistemi formativi rispetto ai contesti territoriali ed alle loro vocazioni culturali ed economiche. Proprio la presenza di una tipologia di offerta VET richiede un equilibrio tra il quadro normativo nazionale e le autonomie regionali, chiamando in gioco maggiormente le risorse proprie dei poteri locali e delle forze della società economica e civile. Attraverso il processo di riordino del sistema di istruzione secondaria superiore, i nuovi Istituti Professionali sono chiamati a cogliere l'evoluzione delle filiere produttive che richiedono nuovi fabbisogni in termini di competenze e ad offrire una risposta adeguata alle necessità occupazionali. La risposta alle nuove esigenze formative è data dal Regolamento di riordino dei percorsi dell'istruzione Professionale che persegue l'obiettivo di far acquisire agli studenti competenze spendibili direttamente nei vari contesti di vita, di studio e di lavoro, come collaborare alla soluzione dei problemi e sapersi gestire autonomamente anche in situazioni innovative. Questo innovativo sistema deve condurre al superamento di una concezione meramente addestrativa e funzionalistica dei percorsi di formazione per corrispondere al venire meno della gerarchia tradizionale del mondo del lavoro. Per questo è di fondamentale interesse, per il tessuto sociale e produttivo, preparare giovani che siano in grado di conoscere la tradizione da cui provengono e di fornire il loro responsabile e fattivo contributo nei processi produttivi e di servizio. Lo sviluppo di una solida base culturale su cui innestare le competenze tecnicoprofessionali, proprie dei diversi indirizzi, costituisce una priorità dei nuovi percorsi degli Istituti Professionali. Per corrispondere alle dinamiche evolutive degli assetti economici e produttivi e contribuire ad anticiparne i relativi sviluppi e fabbisogni è infatti richiesta una preparazione globale caratterizzata da una dinamica integrazione tra competenze culturali generali e competenze tecnico-professionali specifiche. A tal fine, i risultati di apprendimento relativi al profilo educativo, culturale e professionale (PECUP) dello studente prevedono una sempre più stretta integrazione tra la dimensione umanistica e quella tecnico-operativa, tipica delle vocazioni dell'istruzione Professionale. Gli strumenti indispensabili per l'integrazione tra Area di istruzione generale e Aree di indirizzo sono costituiti dalla didattica laboratoriale come metodo ricorrente, dal laboratorio come strumento di indagine e verifica, dalle esperienze di studio svolte in contesti reali e dalle attività di alternanza scuola-lavoro. L Alternanza scuola-lavoro: metodologia didattica L'alternanza scuola-lavoro, introdotta in Italia come una delle modalità di realizzazione dei percorsi di scuola secondaria di secondo grado (art. 4 legge delega n.53/03), si configura quale metodologia didattica innovativa del sistema dell'istruzione che consente agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, di realizzare i propri percorsi

formativi alternando periodi di studio "in aula" e forme di apprendimento in contesti lavorativi. Si tratta, dunque, di una possibilità attraverso la quale si attuano modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo. Con l'alternanza scuola-lavoro si riconosce, infatti, un valore formativo equivalente ai percorsi realizzati in azienda e a quelli curricolari svolti nel contesto scolastico. Attraverso la metodologia dell'alternanza, infatti, si permette l'acquisizione, lo sviluppo e l'applicazione di competenze specifiche previste dai profili educativi culturali e professionali dei diversi corsi di studio. Attraverso l'alternanza scuola-lavoro si concretizza il concetto di pluralità e complementarietà dei diversi approcci nell'apprendimento. Il mondo della scuola e quello dell'azienda/impresa non sono più considerate come realtà separate bensì integrate tra loro, consapevoli che, per uno sviluppo coerente e pieno della persona, è importante ampliare e diversificare i luoghi, le modalità ed i tempi dell'apprendimento. "Pensare" e "fare" come processi complementari, integrabili e non alternativi. Il modello dell'alternanza scuola-lavoro, inoltre, intende non solo superare l'idea di disgiunzione tra momento formativo ed applicativo, ma si pone gli obiettivi più incisivi di accrescere la motivazione allo studio e di guidare i giovani nella scoperta delle vocazioni personali, degli interessi e degli stili di apprendimento individuali, arricchendo la formazione scolastica con l'acquisizione di competenze maturate "sul campo", quindi sicuramente spendibili nel mercato del lavoro. Condizione che offre quel vantaggio competitivo (rispetto a quanti circoscrivono la propria formazione al solo contesto teorico) che costituisce, esso stesso, stimolo all'apprendimento e valore aggiunto alla formazione della persona. L'alternanza scuola-lavoro, perciò, non costituisce un percorso "di recupero", ma al contrario si qualifica come strumento per rendere più flessibili i percorsi di istruzione, nella cornice del lifelong learning. L'alternanza scuola-lavoro investe direttamente i curricoli, con l'esigenza di definire preliminarmente, ai fini della predisposizione di progetti formativi personalizzati, quali risultati di apprendimento possono essere sviluppati efficacemente a scuola e quali si prestano meglio a maturare e progredire attraverso l'esperienza pratica e il contesto operativo. Un percorso di alternanza implica necessariamente l'esigenza di correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio e quindi richiede un raccordo diretto della scuola con il tessuto produttivo anche mettendo in relazione l'analisi delle caratteristiche socio-economiche del territorio con le attitudini degli studenti. ATTIVITA ASL CURRICOLARE a.s. 2015/16: - Alternanza Scuola Lavoro curricolare n. 120 ore - tutti gli studenti delle 3 classi - Alternanza Scuola Lavoro curricolare n. 140 ore - tutti gli studenti delle 4^ classi - Alternanza Scuola Lavoro curricolare n. 140 ore - tutti gli studenti delle 5^ classi PERCORSI PROGETTUALI di Alternanza Scuola Lavoro FINALITA Le finalità dell alternanza mirano a soddisfare alcuni bisogni degli allievi come:

Attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti, sotto il profilo culturale ed educativo, agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l esperienza pratica. Arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro. Favorire l orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili individuali. Rispetto al sistema, esse mirano a: Realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile. Correlare l offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. OBIETTIVI Gli obiettivi principali sono: Attivare processi di orientamento, rimotivazione allo studio e promozione del successo formativo. Sviluppare una diversa concezione dell apprendimento. Favorire la valorizzazione della reciprocità e della complementarietà dei processi del pensare e del fare e contrastare la contrapposizione fra cultura e mondo del lavoro. ORGANIZZAZIONE - TEMPI L alternanza scuola-lavoro è un modello integrato di intervento che deve essere in grado di collegare sistematicamente la formazione in aula con l attività pratica in azienda. Infatti: I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibile, articolata in periodi di formazione in aula e periodi di apprendimento, mediante esperienze di lavoro, che la Scuola progetta e programma con l Azienda partner. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono articolati secondo criteri di gradualità e progressività che rispettino lo sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti, in relazione alla loro età, e sono dimensionati tenendo conto degli obiettivi formativi del percorso scolastico e professionale, nonché sulla base della capacità di accoglienza delle imprese che accolgono gli studenti. Nell ambito dell orario complessivo annuale dei piani di studio, i periodi di apprendimento, mediante esperienze di lavoro, possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni. I percorsi formativi di durata triennale, coprono il periodo compreso tra il 2 e il 4 anno degli istituti di istruzione superiore. Nel corso del primo anno l attività ha carattere prevalentemente orientativa. Nel secondo e nel terzo anno, oltre alle attività di orientamento, l offerta formativa è anche finalizzata all acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. L insegnamento viene articolato in moduli, autoconsistenti e sequenziali, autonomamente certificabili. DESTINATARI

Gruppi di studenti provenienti da classi diverse (parallele) selezionati per motivazione e merito scolastico VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE La valutazione dell attività formativa assume un forte significato pedagogico se è intesa non come conclusione, ma come un processo che richiede una molteplicità di operazioni, come un azione collegiale per valutare le conoscenze, le capacità, gli atteggiamenti acquisiti dallo studente durante l esperienza in azienda. La certificazione delle competenze acquisite nel percorso in alternanza sarà valutata nel passaggio alla classe successiva e ai fini del riconoscimento dei crediti scolastici. ATTIVITA PERCORSI PROGETTUALI: Durante l a.s. 2015/2016 si svolgeranno i seguenti percorsi progettuali di Alternanza scuola-lavoro ( Legge 28 marzo 2003, n. 53 D.Lgs. n. 77/2005): 1) TURISMO INTEGRATO: Cibo, ambiente e cultura Ed.11 24 alunni delle Classi 4^ di tutti gli indirizzi 2) TURISMO ECOSOSTENIBILE Ed. 13 (prima annualità) n. 24 alunni delle Classi 4^ di tutti gli indirizzi 3) Addetto alla promozione e allo sviluppo del turismo integrato Ed. 12 n. 26 alunni delle Classi 4^ di tutti gli indirizzi