Domande e risposte sulla professione Counsellor 06/03/2013



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1) Ora che la legge ha riconosciuto la professione di counsellor possiamo ancora essere accusati di esercizio abusivo della professione? Non è corretto dire che la legge ha riconosciuto la professione di counsellor: la legge non ha riconosciuto alcuna professione e, tutto sommato, non aggiunto molto a quanto già previsto precedentemente dall art. 2222 e seguenti del codice civile ( Del lavoro autonomo ). Di fatto, ha semplicemente ribadito il principio che, nel nostro ordinamento, esistono due tipologie di professioni intellettuali: quelle per l esercizio delle quali è necessaria l iscrizione in appositi albi o elenchi, e quelle per le quali l iscrizione non è necessaria. A tutela del consumatore-utente, la legge ha introdotto un solo obbligo in capo a tutti coloro che esercitano l attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo ; questo obbligo consiste nello specificare che la professione (di counsellor, di grafologo, di bibliotecario, di traduttore, di perito assicurativo, di socio terapeuta, di guida escursionistica, ecc.; le professioni non regolamentate sono innumerevoli e crescono di giorno in giorno), viene esercitata ai sensi della legge 14 Gennaio 2013, n.4. E ciò per evidenziare, agli occhi del potenziale utente, che si tratta di una professione non organizzata in un ordine o collegio professionale. Ciò premesso, pertanto, nulla cambia in materia di esercizio abusivo della professione. Gli indicatori che prima segnalavano la fattispecie di esercizio abusivo di una professione (immagino che Lei abbia in mente l esercizio abusivo della professione di psicologo), restano validi ai fini di un eventuale imputazione del reato di cui all art. 348 del codice penale. 2) Quali sono le differenza tra un intervento di counselling e un intervento psicologico/psicolterapeutico? La risposta a questo classico quesito è piuttosto articolata. La rimando pertanto agli articoli già pubblicati sul sito dell ITAT in materia. Cfr. i link: http://www.itat-formazione.it/documenti/8/9bf2584225d6f89b91ba6c3e60ac4761.pdf http://www.itat-formazione.it/documenti/8/2ece193b9820d23dce86c1d76ea71cf9.pdf http://www.itat-formazione.it/documenti/8/098f78f72f8944dd306fface18aa2c23.pdf Molto sinteticamente, però, possiamo dire che l intervento psicologico/psicoterapeutico è un intervento sulla persona portatrice di un problema ed implica l utilizzo prevalente di tecniche di matrice psicologica. L intervento di counselling è un intervento sul problema, che tiene conto della persona, ed implica l utilizzo di procedure di intervento prevalentemente orientate al problem solving. Naturalmente il counselling non potrà far uso di tecniche di pertinenza di professioni normate (come quella medica o psicologica). 1

3) Chi può svolgere attività di counselling? Allo stato attuale della normativa, chiunque. Ovviamente, rispettando le leggi in materia civilistica e penale vigenti nel nostro Paese, operative nei confronti di tutti i cittadini, e in particolare nei confronti di coloro che esercitano una professione intellettuale. 4) Può un psicologo/psicoterapeuta svolgere attività di counselling? Certamente sì, come chiunque altra persona. 5) Quali informazioni il counsellor è tenuto a dare al suo cliente, relativamente all'attività di counsellor? L unica informazione oggi prevista dalla legge è quella che il professionista stesso interverrà a norma della legge n. 4/2013 in materia di professioni non organizzate. E anche obbligatorio informarlo in merito all uso che verrà fatto dei suoi dati personali (informativa ai sensi della normativa sulla privacy) Resta ferma l opportunità di dare al cliente tutte le informazioni concernenti il setting professionale, la teoria e il metodo di riferimento, le tecniche che verranno utilizzate nel corso dell intervento, nonché le condizioni amministrative (costo delle sedute, pagamento delle sedute non disdettate, ecc.) che regoleranno il rapporto. E ciò per rendere consapevole e trasparente la relazione professionale. Se il counsellor è iscritto ad una associazione professionale, tuttavia, sarà tenuto ad attenersi anche a tutte le disposizioni, concernenti la gestione della relazione con il cliente, deliberate dall associazione stessa, per non incorrere nelle sanzioni associative. 6) Per esercitare la professione di counsellor devo essere iscritto ad un associazione professionale, oppure basta che abbia la certificazione UNI? Non ha alcun obbligo, salvo quello di indicare nei Suoi documenti professionali di operare ai sensi della legge 14 Gennaio 2013, n.4. Non è obbligato ad essere iscritto ad alcuna associazione, non è obbligato ad essere certificato UNI. 7) Ho sentito dire che, con la nuova legge, per fare i counsellor è necessario essere laureati. E vero? No. Non esiste alcuna norma che prevede il diploma di laurea per l esercizio del counselling, trattandosi di professione non regolamentata. 2

La maggioranza delle scuole di counselling, tuttavia, di norma chiedono che i propri allievi abbiano conseguito almeno il diploma di scuola media superiore. 8) Dopo la nuova legge, posso indicare nella targa dello Studio e nei biglietti da visita la specifica counsellor? Certamente sì. Lo può fare ora, come poteva farlo prima dell entrata in vigore della legge n. 4/2013, indipendentemente dalle Sue qualifiche formative e dai Suoi titoli. La legge non prevedeva prima, come non prevede ora, alcun requisito soggettivo per l esercizio della professione di counsellor, trattandosi di una professione non regolamentata (come le decine di altre professioni non organizzate). Oggi, in più, dovrà semplicemente specificare che esercita la Sua professione ai sensi della legge 14 Gennaio 2013, n.4. 9) Sono psicologa e counsellor. Se effettuo un intervento di counselling, devo specificare che si tratta di una prestazione ai sensi della legge n. 4/2013? Su questo punto non è facile dare una risposta certa. Formalmente, come anche ribadito in giurisprudenza, il counselling è una professione non organizzata, e quindi autonoma e distinta rispetto a quella di psicologo. Pertanto in teoria sia sul piano fiscale che su quello professionale dovrebbe essere gestita autonomamente. Riterrei, tuttavia, che essendo quella di psicologo la professione prevalente, e che alcune tecniche (quelle non di matrice psicologica) vengono impiegate in entrambe le professioni, sia corretto mantenere il riferimento professionale alla professione prevalente e cioè, nel suo caso, a quella di psicologo. 10) Se mi iscrivo ad una associazione riconosciuta dalla legge, posso ritenermi un counsellor certificato UNI? No. L iscrizione ad una associazione e la certificazione UNI rappresentano due diversi riconoscimenti professionali. Entrambi facoltativi per il professionista. Le associazioni potranno attestare: a) la regolare iscrizione del professionista all associazione; b) i requisiti necessari alla partecipazione all associazione stessa; c) gli standard qualitativi e di qualificazione professionale che gli iscritti sono tenuti a rispettare nell esercizio dell attività professionale ai fini del mantenimento dell iscrizione all associazione; d) le garanzie fornite dall associazione all utente, tra cui l attivazione dello sportello di cui all articolo 2, comma 4; e) l eventuale possesso della polizza assicurativa per la responsabilità professionale stipulata dal professionista; f) l eventuale possesso da parte del professionista iscritto di una certificazione, rilasciata da un 3

organismo accreditato, relativa alla conformità alla norma tecnica Uni. Quest ultimo requisito, quindi, è solo eventuale e verrà attestato dall associazione solo se il professionista avrà deciso, di sua iniziativa di conseguirlo. 11) Sono iscritto all associazione xxxx; sarà riconosciuta dalla legge? Non si tratta di un vero e proprio riconoscimento, in quanto il ministero dello Sviluppo economico pubblicherà l elenco di tutte le associazioni professionali il cui rappresentante legale dichiarerà, assumendosene in prima persona la responsabilità, che l associazione risponde ai requisiti previsti e di rispettare, per quanto applicabili, le prescrizioni di cui agli articoli 5, 6 e 7 della legge. Se il legale rappresentante della Sua associazione, pertanto, dichiarerà quanto sopra, senz altro l associazione verrà inserita nell elenco ministeriale. 12) Sono una psicologa iscritta all albo, e una counsellor diplomata presso una scuola accreditata da un associazione nazionale. Svolgo in maniera continuativa da tre anni un attività di consulenza negli ambiti di progettazione, gestione fondi privati e pubblici, non attinenti quindi al profilo di psicologa e di counsellor, presso una società privata. La mia retribuzione è riconosciuta attraverso fatturazione come P.IVA. per prestazioni di consulenza non professionale, supera l 80% del mio introito annuo. Il mio quesito è: con l introduzione della legge sul riconoscimento delle professioni, sono tenuta a modificare il contenuto delle mie fatture inserendo diciture obbligatorie o posso continuare a emettere fattura come consulenza generica? Questa legge impatta e in che modo con la Riforma Fornero? Da quanto mi riferisce, la Sua attività, a tutti gli effetti, è da ritenere "un'attività, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo" ( rientra cioè tra le professioni non organizzate di cui all art.1, secondo comma, legge n. 4/2013). Pertanto, per lo svolgimento della Sua professione principale, dovrà inserire, nella documentazione fiscale e promozionale, la dicitura che opera ai sensi della legge n. 4/2013. Per quanto riguarda le ricadute della legge Fornero sulla Sua situazione, direi che l'effetto più significativo è quello che, se il Suo reddito sui due anni (7/2012-6/2014) deriva per oltre l'80% dal Suo attuale committente, e Lei fruisce di una postazione di lavoro fissa, ai sensi dell'art. 69 bis potrebbe scattare la presunzione che il Suo rapporto contrattuale sia da considerare come di lavoro subordinato. 13) E' corretto parlare di counselling psicologico? Non è una questione di etichette, ma di sostanza. Su tali questioni è stata utile un recente pronunciamento del tribunale di Milano, attraverso la sentenza n. 10289/2011, secondo il quale non è ammissibile: 4

l introduzione in una professione non regolamentata (quale quella del counselling) della possibilità di esercitare l attività degli psicologi e degli psicoterapeuti, rimuovendo lo spartiacque tra atti tipici della professione (dello psicologo ndr) e atti riferibili a tutti e cancellando la riserva che è data dalla legge agli psicologi per la loro valenza sociale, con l imposizione dei requisiti personali previsti dalla legge stessa In buona sostanza, il giudice ci dice innanzitutto che il counselling è una professione, e precisamente una professione non regolamentata. Ma ci dice anche che le conoscenze, competenze, identità e statuti propri di tale professione, non possono in alcun caso essere quelli dello psicologo. In altre parole questa sentenza, da una pare esclude che il counsellor possa utilizzare tecniche di intervento psicologiche (sia, o non sia egli uno psicologo), e dall altra, riconoscendo che il counselling è una professione non regolamentata, ammette implicitamente che chiunque possa esercitarla, nel solo rispetto delle norme che disciplinano l esercizio delle attività professionali. Detto ciò, bisogna comprendere cosa si vuole intendere con il termine psicologico. Se il professionista intende dire che nel suo lavoro fa ricorso a teorie psicologiche, nulla osta ad usare la qualificazione di psicologico per il suo intervento di counselling. Se invece vuol significare che nel counselling utilizza tecniche psicologiche, credo che l espressione counselling psicologico sia contraddittoria, confusiva per l utente e quindi illegittima. 14) Il contratto con il cliente che stabilisce orario, incontri, tariffa deve essere fatto sottoscrivere con un documento cartaceo? Non è obbligatoria la forma scritta, tuttavia è consigliabile adottarla a maggiore tutela del cliente, ma anche del counsellor stesso. 15) Quale documenti cartacei devo fare sottoscrivere al mio cliente? E con quali modalità? L unico documento che il counsellor potrebbe essere obbligatorio a far sottoscrivere al cliente è quello in materia di Informativa e consenso ex D.Lgs. 196/2003 ( Codice in materia di protezione dei dati personali ). La normativa in merito, tuttavia, è piuttosto complessa e la tipologia e la forma della documentazione, finalizzata all informativa e all acquisizione del consenso, varia a seconda della natura dei dati trattati, della tipologia di elaborazione a cui verranno sottoposti e del contesto operativo. Le suggerisco, pertanto, di formulare il suo specifico caso al consulente di Sua fiducia. Resta fermo che, nel caso in cui abbia aderito ad una associazione professionale, dovrà acquisire la sottoscrizione della documentazione che la Sua associazione ha disposto che venga utilizzata nelle relazioni con la clientela. Il mancato adempimento di tale disposizione, pur non rappresentando una violazione di legge, potrebbe implicare sanzioni di natura associativa a Suo carico. 16) Il Counsellor è tenuto al segreto professionale? Sì. L art. 622 del codice penale, in materia di Rivelazione del segreto professionale dispone che: Chiunque, avendo notizia, per ragione del proprio stato o ufficio, o della propria professione o arte, di un segreto, lo rivela, senza giusta causa, ovvero lo impiega a proprio 5

o altrui profitto, è punito, se dal fatto può derivare nocumento, con la reclusione fino a un anno o con la multa da 30 a 516... omissis Il delitto è punibile a querela della persona offesa. 17) Posso scaricare dalla mia dichiarazione dei redditi la ricevuta della prestazione di counselling? No, non è un costo detraibile. 18) Posso mandare mio figlio, minorenne, da un counsellor? Sì, se anche l altro genitore autorizza preventivamente il colloquio di counselling. 6