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ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE Segnali di cantiere DLgs 81/2008 aggiornato al Dlgs 109/2009 TITOLO V - SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO ALLEGATI DA XXIV - XXXII

TU - Art. 162. si intende per: a) segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro (.) una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad una attività o ad una situazione determinata, fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale; b) segnale di divieto: un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un pericolo; c) segnale di avvertimento: un segnale che avverte di un rischio o pericolo; d) segnale di prescrizione: un segnale che prescrive un determinato comportamento; e) segnale di salvataggio o di soccorso: un segnale che fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio; f) segnale di informazione: un segnale che fornisce indicazioni diverse da quelle specificate alle lettere da b) ad e);

TU Allegato XXV Dimensioni minime valide fino a 50 metri di distanza: A>L2/2000 A = superficie del cartello in mq L = distanza in m alla quale il cartello deve essere ancora riconoscibile

CRITERI BASE DEL DECRETO - ATTRIBUISCE AL DATORE DI LAVORO LA RESPONSABILITA DI SCEGLIERE LE ATTREZZATURE PIU IDONEE A GARANTIRE E MANTENERE CONDIZIONI DI LAVORO SICURE E DI INDIVIDUARE LE MISURE PREVENTIVE UTILI A LIMITARE I POTENZIALI RISCHI PER I LAVORATORI -LE ATTREZZATURE DEVONO ESSERE SCELTE DANDO PRIORITA ALLE MISURE DI PROTEZIONE COLLETTIVA RISPETTO ALLE MISURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (TU art. 15) - LE DIMENSIONI DELLE ATTREZZATURE DEVONO ESSERE CONFACENTI ALLA NATURA DEI LAVORI DA ESEGUIRE, ALLE SOLLECITAZIONI PREVEDIBILI E AD UNA CIRCOLAZIONE PRIVA DI RISCHI

TU DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE art. 74 Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI», qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro.. Art. 75... I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro Art. 77 Il datore di lavoro, sulla base delle indicazioni del decreto di cui all'articolo 79, comma 2, fornisce ai lavoratori DPI conformi ai requisiti previsti dall'articolo 76 (Requisiti dei DPI). Formazione e addestramento Dlgs 475/1992 divide i DPI in 3 categorie (art. 4) Categoria I: DPI che proteggono da rischi di lieve entità All. VIII Categoria III: DPI che proteggono da rischi che possono avere effetti mortali e di invalidità permanente Categoria II: DPI che proteggono da rischi diversi dai precedenti

TU DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE art. 74 Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato «DPI», qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro.. Art. 75... I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro Art. 77 Il datore di lavoro, sulla base delle indicazioni del decreto di cui all'articolo 79, comma 2, fornisce ai lavoratori DPI conformi ai requisiti previsti dall'articolo 76. All. VIII

PROTEZIONE DEL CAPO (PROTEZIONE DEL CRANIO) - Caschi di protezione per l'industria (caschi per miniere, cantieri di lavori pubblici, industrie varie). - Copricapo leggero per proteggere il cuoio capelluto (berretti, cuffie, retine con o senza visiera). - Copricapo di protezione (cuffie, berretti, cappelli di tela cerata, ecc., in tessuto, in tessuto rivestito, ecc.) Lavori: -Lavori edili, soprattutto lavori sopra, sotto o in prossimità di impalcature e di posti di lavoro sopraelevati, montaggio e smontaggio di armature, lavori di installazione e di posa di ponteggi e operazioni di demolizione. -Lavori su ponti di acciaio, su opere edili in strutture d'acciaio di grande altezza, piloni, torri, costruzioni idrauliche in acciaio. -Lavori in fossati, trincee, pozzi e gallerie di miniera. -Lavori in terra e in roccia. -Lavori in miniere sotterranee, miniere a cielo aperto e lavori di spostamento di ammassi di sterile. -Brillatura mine. -Lavori in ascensori e montacarichi, apparecchi di sollevamento, gru e nastri trasportatori. -Lavori in contenitori, apparecchi, silos, tramogge e condotte

Otoprotettori: -Lavori che implicano l'uso di utensili pneumatici -Battitura di pali e costipazione del terreno - Lavori nel legname

Riferimenti legislativi: TESTO UNICO Titolo VIII Capo II. Artt. 187-198, Lgs: 195/2006. I suoni sono oscillazioni elastiche di frequenza compresa tra 20 HZ e 20 KHz, capaci di generare nell'uomo una sensazione uditiva. I suoni sono classificati in base alla frequenza: suono grave: suono a bassa frequenza (tamburo) suono acuto: suono ad alta frequenza (violino) e in base alla variabilità: rumore stabile: rumore prodotto da macchinari con funzionamento costante (ventilatori) rumore variabile: (rumore prodotto da cicli di lavorazione) rumore impulsivo: (rumore caratterizzato da un elevata energia sonora che si manifesta in tempi rapidi (martelli, presse)

Gli effetti del rumore sull organismo umano Fino a 50-60 db Da 61 a 80 db Da 81 a 130 db Oltre 131 db normali effetti sul sistema nervoso* effetti sull apparato uditivo** rottura del timpano * nervosismo, irritabilità, insonnia, depressione, aumento della pressione, aumento delle frequenza cardiaca, malattie ulcerose ** ipoacusia o sordità da rumore (permanente ed irreversibile)

L orecchio umano è sensibile alla pressione in modo non lineare. Una pressione doppia non corrisponde ad una sensazione di entità doppia 20 db non sono la metà di 40 db 6 db dimezzano o raddoppiano la sensazione dell udito

DB SITUAZIONE 140 Jet al decollo 130 Soglia del dolore 120 Martello pneumatico 110 Orchestra rock 100 Clacson a pochi metri 90 Officina rumorosa 80 Locale pubblico rumoroso 70 Ufficio rumoroso 60 Normale conversazione 50 Ambiente domestico 40 Ufficio silenzioso 30 Camera da letto silenziosa 20 Bosco silenzioso 15 Limiti di udibilità media 0 Limite di udibilità standard

Il suono si propaga per onde di pressione con una velocità pari a circa 340 m/s (20 C 1 atm.) Il decibel db è il logaritmo del rapporto tra la pressione sonora e una pressione di riferimento, moltiplicato per 10 db = 10 Log P /Po

D.Lgs 195/06 (indicatori di rischio); TU - art. 189 Esposizione giornaliera al rumore (L ex,8h ) (ovvero settimanale L ex,w ) Pressione acustica di picco (P peak ) = valore massimo della pressione acustica istantanea valutata secondo una curva di ponderazione normalizzata C Valori limite di esposizione = il cui superamento è vietato L ex = 87 db(a) e p peak = 200 (140 db(c) Valore inferiore di azione (il datore di lavoro deve mettere a disposizione i DPI) L ex = 80 db(a) e p peak = 112 Pa (135 db(c) Valore superiore di azione (il datore di lavoro deve accertarsi che i DPI vengano indossati) L ex = 85 db(a) e p peak = 140 (137 db(c)

Valutazione del rischio TU art. 191 Premesso che il datore di lavoro riduce al minimo i rischi derivanti dall'esposizione al rumore mediante misure tecniche, organizzative e procedurali, nei luoghi in cui il lavoratore è soggetto ad una esposizione quotidiana personale al di sopra del valore superiore di azione è esposta una segnaletica appropriata e limita l acceso alle aree. Il datore di lavoro deve procedere alla valutazione qualitativa del rumore durante il lavoro con fonometri integratori

Se l'esposizione quotidiana personale, ovvero quella media settimanale -se quella quotidiana è variabile nell'arco della settimana-, supera il valore è necessario effettuare le misurazioni prescritte Gli interventi di prevenzione tecnica sono di tre tipi: 1 Interventi alla sorgente (sostituzione delle macchine e degli utensili con altri più silenziosi) 2 interventi sul lavoratore (impiego DPI, turni, cabine di manovra) 3 interventi sulla propagazione (non rilevante per i cantieri)

Informazione e formazione Nelle attività che comportano un valore dell'esposizione quotidiana personale di un lavoratore al rumore uguale o superiore al valore inferiore di azione il datore di lavoro provvede a che i lavoratori, ovvero i loro rappresentanti, vengano informati e formati sui rischi, misure adottate, mezzi di protezione, controlli sanitari, risultati dei controlli

I lavoratori la cui esposizione quotidiana personale al rumore supera 85 dba sono sottoposti a controllo sanitario. I lavoratori la cui esposizione quotidiana personale al rumore e' compresa tra 80 ed 85 dba sono sottoposti a controllo sanitario, qualora ne facciano richiesta e il medico competente ne confermi l utilità. Se (L ex )> 87 dba o P peak (pressione acustica) > 140 db (200 Pa), il datore di lavoro comunica all'organo di vigilanza entro 30gg. dall'accertamento le misure adottate.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELL'UDITO - Palline e tappi per le orecchie - Caschi (comprendenti l'apparato auricolare) (sono utilizzati soprattutto quando occorra evitare la trasmissione del rumore per via ossea; per intensità di rumore > 100 db; attenuano il rumore di circa 40-50 db) - Cuscinetti adattabili ai caschi di protezione per l'industria. - Cuffie con attacco per ricezione a bassa frequenza (per intensità di rumore > 90 db; attenuano il rumore di circa 25-40 db). - Dispositivi di protezione contro il rumore con apparecchiature di intercomunicazione

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEGLI OCCHI E DEL VISO - Occhiali a stanghette. - Occhiali a maschera. - Occhiali di protezione contro i raggi x, i raggi laser, le radiazioni ultraviolette, infrarosse, visibili - Schermi facciali - Maschere e caschi per la saldatura ad arco (maschere a mano, a cuffia o adattabili a caschi protettivi)

Occhiali di protezione, visiere o maschere di protezione: -Lavori di saldatura, molatura e tranciatura. -Lavori di mortasatura e di scalpellatura. -Lavorazione e finitura di pietre. -Rimozione e frantumazione di schegge. -Operazioni di sabbiatura. -Manipolazione di prodotti acidi e alcalini, disinfettanti e detergenti corrosivi. -Impiego di pompe a getto liquido. -Manipolazione di masse incandescenti fuse o lavori in prossimità delle stesse. -Lavori che comportano esposizione al calore radiante

PROTEZIONE DEGLI OCCHI O DEL VOLTO - schermo facciale od occhiali di sicurezza specifici per gli addetti alle operazioni di molatura, smerigliatura, scalpellatura, chiodatura, ecc.; - elmetto di protezione contro il pericolo di caduta di materiali dall alto o urti con la testa contro sporgenze contundenti o carichi sospesi (nel montaggio di ponteggi, disarmo, ecc. dovrà essere previsto l'uso di elmetti con sottogola)

I pericoli per le vie respiratorie sono di due tipi: - deficienza di ossigeno nella miscela ispirata - inalazione di aria contenete inquinanti nocivi solidi (amianto, polveri), gassosi (fumi e vapori di combustione o di sintesi e liquidi (nebbie prodotte da attrezzature o macchinari)

SCELTA DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE Maschere antipolvere monouso Polveri o fibre Respiratori semifacciali dotati di filtro Vapori, gas, fumi,, polvere e fibre Respiratori semifacciali a doppio filtro sostituibile Gas, vapori, polveri Apparecchi respiratori a mandata di aria Verniciature a spruzzo o sabbiature per isolamento completo dall atmosfera esterna

Infiammabilità da 1 a 4 Calore da contatto da 1 a4 Calore convettivo da 1 a 4 Calore radiante da 1 a 4 Resistenza a piccole proiezioni di metallo fuso da 1 a 4 Resistenza a importanti proiezioni di metallo fuso da 1 a 4 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DI MANI E BRACCIA Guanti per rischi meccanici: (UNI EN 388) i numeri riportati sul guanto indicano la resistenza ad una azione specifica Abrasione da 1 a 4 Taglio da 1 a 5 Strappo da 1 a 4 Perforazione da 1 a 4 Guanti per rischi termici: (UNI EN 407) i numeri riportati sul guanto indicano la resistenza ad una azione specifica

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DEI PIEDI E DELLE GAMBE - Scarpe basse, scarponi, tronchetti, stivali di sicurezza. - Scarpe a slacciamento o sganciamento rapido.

Scarpe di sicurezza con suola imperforabile - in presenza di rischio di ferite per la presenza di chiodi sporgenti, con puntale rinforzato in acciaio per la protezione delle dita contro la caduta di gravi, con suola antisdrucciolevole; nel caso di lavori su superfici con temperatura variabile servono anche scarpe con solette anticalore; -Lavori di rustico, di genio civile e lavori stradali. -Lavori su impalcature. -Demolizione di rustici. -Lavori in calcestruzzo ed in elementi prefabbricati con montaggio e smontaggio di armature. -Lavori in cantieri edili e in aree di deposito. -Lavori su tetti

Scarpe di sicurezza senza suola imperforabile: - Stivali in gomma con soletta antichiodo per i lavori eseguiti in presenza di acqua o fango; -Lavori su ponti, opere edili in strutture di grande altezza, piloni, torri, ascensori e montacarichi, costruzioni idrauliche in acciaio, gru. -Montaggio di costruzioni metalliche. -Lavori in cave di pietra, miniere, a cielo aperto e rimozione di discarica. -Lavorazione e finitura di pietre. -Lavori nell'industria dei materiali da costruzione. -Movimentazione e stoccaggio.

UNI EN 365:1993 UNI EN 365: 2005 ATTREZZATURA DI PROTEZIONE ANTICADUTA (IMBRACATURE DI SICUREZZA) -Lavori su impalcature. -Montaggio di elementi prefabbricati. -Lavori su piloni. ATTACCO DI SICUREZZA CON CORDA -Posti di lavoro in cabine sopraelevate di gru. -Posti di lavoro in cabine di manovra sopraelevate di transelevatori. -Posti di lavoro sopraelevati su torri di trivellazione. -Lavori in pozzi e in fogne. Il datore di lavoro è obbligato alla revisione annuale (manutenzione) e per i dispositivi costruiti dopo il 2005 il costruttore deve indicare come effettuare la manutenzione Caduta libera < 1,5 m, o 4 m se in presenza di dissipitore di energia

Un sistema anticaduta è composto da 5 elementi: Imbracatura Imbracatura (spallacci e cosciali) Cintura di posizionamento Connettori (Elementi di collegamento a vite o a molla) Moschettoni, ganci, pinze Dispositivo anticaduta Connettori (Elementi di collegamento alle parti fisse) Moschettoni, ganci, pinze Punti di ancoraggi Fissi o mobili (cordini)

L IMBRACATURA per il corpo (cintura di sicurezza) è un supporto che ha il compito di contribuire ad arrestare la caduta. È costituita da una serie di componenti (cinghie, accessori, fibbie ecc.) Il sistema di posizionamento permette di restare posizionati in luoghi in quota dove non è possibile avere un buon appoggio che garantisca equilibrio stabile senza l ausilio delle braccia. La presenza di un cordino di posizionamento e la spinta sulle gambe consentono all operatore di liberare le mani ed effettuare le operazioni di lavoro. Non è progettato per sopportare le cadute I CONNETTORI collegano i diversi elementi: Sono progettati per impedirne l apertura involontaria. Ognio connettore riporta la portata in Kn. Un connettore che abbia arrestato una caduta (finestra rossa in alcuni modelli) deve essere sostitutito. I DISPOSITIVI ANTICADUTA (UNI EN 354-355-363) Elemento di ancoraggio tra l imbracatura e un adatto punto di ancoraggio (corda di fibra sintetica, nastro tessile ripiegato - lunghezza max 2 m). È connesso con un dissipatore di energia. Il dispositivo retrattile UNI EN 360) è un cordino di lunghezza da 1,80 a 60 m, avvolto in un contenitore, consente libertà di movimento al lavoratore che si deve muovere ad una velocità < a 2 m/sec, altrimenti il cordino si blocca. In caso di caduta scatta un sistema frenante che rilascia cordino, per ammortizzare il colpo sul lavoratore. Questo dispositivo va posizionato al di sopra del lavoratore, a meno che non sia consentito dalle istruzioni di posizionarlo sul piano di lavoro (in orizzontale). Il fabbricante deve indicare il Tirante d aria. I CONNETTORI per il collegamento alle parti fisse I PUNTI DI ANCORAGGIO (UNI EN 795:2002): classe A1: ancoraggi per essere fissati ad elementi strutturali ad es. pareti, pilastri, architravi ecc.; classe A2: ancoraggi per essere fissati a superfici inclinate (tetti); classe B: ancoraggi provvisori portatili (ad. es. anello di ancoraggio realizzato con fettuccia avvolta con nodo autobloccante su un elemento del ponteggio); classe C: ancoraggi per essere fissati a linee di ancoraggio flessibili orizzontali (< a 15 ) (linea vita); classe D ancoraggi per essere fissati a rotaie fisse orizzontali; classe E: ancoraggio a corpo morto su superfici orizzontali (< a 15 ).

IL TIRANTE D ARIA (UNI EN 360:2003) distanza minima necessaria sotto i piedi dell utilizzatore al fine di evitare la collisione con la struttura o il terreno in una caduta dall alto. Con una massa di 100 kg la distanza è la distanza di arresto H più una distanza supplementare di 1 m IL TIRANTE D ARIA deve essere sempre maggiore della distanza verticale che intercorre tra i piedi del lavoratore e il terreno o un qualsiasi ostacolo. TA = H + 1m (coefficiente di sicurezza) H è dato da: EFFETTO PENDOLO (scivolamento del dispositivo mobile di ancoraggio lungo una linea di ancoraggio flessibile, con trascinamento del lavoratore) + ALLUNGAMENTO DEL CORDINO PER INTERVENTO DEL DISSIPATORE (tra 0,70 e 1 m per tipo retrattile, 1,2 m per cordini da 2 m) + ALLUNGAMENTO DELL IMBRACATURA + ALTEZZA DELLA PERSONA (convenzionalmente 1,5 m) EFFETTO PENDOLO: Scivolamento del dispositivo mobile di ancoraggio lungo una linea di ancoraggio flessibile, con trascinamento del lavoratore

TIPOLOGIA DI CADUTA (max altezza di caduta è = 1500 cm, estesa fino a 4000 cm per gli addetti ai ponteggi con idonei sistemi anticaduta) Caduta libera Caduta libera: quando la distanza di caduta, prima che il sistema di arresto di caduta inizi a prendere il carico, è > 600 mm in direzione verticale

TIPOLOGIA DI CADUTA (max altezza di caduta è = 1500 cm, estesa fino a 4000 cm per gli addetti ai ponteggi con idonei sistemi anticaduta) Caduta libera limitata Caduta libera limitata: quando la distanza di caduta, prima che il sistema di arresto di caduta inizi a prendere il carico, è =< 600 mm in direzione verticale

TIPOLOGIA DI CADUTA (max altezza di caduta è = 1500 cm, estesa fino a 4000 cm per gli addetti ai ponteggi con idonei sistemi anticaduta) Caduta contenuta Caduta contenuta: quando la persona che sta cadendo è trattenuta dall azione combinata di una idonea posizione dell ancoraggio, lunghezza del cordino e dispositivo di trattenuta. In tal modo, la distanza di caduta è < 600 cm in direzione verticale

TIPOLOGIA DI CADUTA (max altezza di caduta è = 1500 cm, estesa fino a 4000 cm per gli addetti ai ponteggi con idonei sistemi anticaduta) Caduta totalmente trattenuta Caduta totalmente trattenuta = caduta impossibile

Distanza Libera di Caduta DLC = LC-DR+HA LC = lunghezza cordino DR = distanza misurata in linea retta tra il punto fisso di ancoraggio o posizione del dispositivo mobile di attacco ad una linea linea orizzontale rigida o flessibile e punto del bordo oltre il quale è possibile la caduta HA = 1,5 m massima altezza rispetto ai piedi, dell attacco del cordino all imbracatura, quando il lavoratore è eretto

DLC = LC-DR+HA LC = lunghezza cordino DR = distanza misurata in linea retta tra il punto fisso di ancoraggio o posizione del dispositivo mobile di attacco ad una linea linea orizzontale rigida o flessibile e punto del bordo oltre il quale è possibile la caduta HA = 1,5 m massima altezza rispetto ai piedi, dell attacco del cordino all imbracatura, quando il lavoratore è eretto Effetto pendolo dovuto al disassamento tra il punto in cui si ha la caduta e il punto di attacco del cordino

Esemplificazione di posa in opera di un solaio a pannelli prefabbricati La posa dei primi pannelli deve essere eseguita dalla zona sottostante attraverso l uso di ponti su cavalletti Per la posa dei pannelli successivi lavoratori sono posizionati sui quelli già posati in precedenza a cui sono ancorati con cinture di sicurezza, cordini e moschettoni al gancio di sollevamento dei pannelli

Esemplificazione di posa in opera di un solaio a pannelli prefabbricati PER IMPEDIRE COMPLETAMENTE LA CADUTA DEL LAVORATORE (caduta totalmente trattenuta o caduta impossibile) E QUINDI IMPORTANTE VALUTARE - la collocazione del punto di aggancio rispetto all estremità del pannello (può essere previsto anche un secondo punto di aggancio in fase di produzione) -la lunghezza del cordino di trattenuta, In questo caso non è necessario l uso del dissipatore sul cordino; va invece utilizzato un cordino cosiddetto di trattenuta e/o di stazionamento, con lunghezza massima 2,00 ml. (UNI EN 354); il lavoratore deve avere la completa trattenuta anche sul lato del banchinaggio della trave laterale. Per facilitare i movimenti è opportuno dotarsi di un doppio cordino e moschettone, in modo da ancorarsi al successivo anello, prima di sganciarsi da quello precedente. Quando la caduta non è impossibile, mantenendo sempre il cordino al massimo di 2 ml, è indispensabile l uso di dissipatore posizionato sul cordino, che deve assorbire l energia in caso di caduta in modo che sul corpo dell incidentato non si sviluppi una forza di strappo superiore a 6 kn. (UNI EN 355) La lunghezza del cordino e il punto di aggancio al pannello devono comunque permettere di svolgere le lavorazioni e, al contempo, di avere la caduta completamente impedita in ogni direzione

TU All. XXXII PRESCRIZIONI PER I SEGNALI GESTUALI