T.A.R. Lombardia Milano Sez. III - Sentenza 18 gennaio 2006, n. 93 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

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T.A.R. Lombardia Milano Sez. III - Sentenza 18 gennaio 2006, n. 93 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA LOMBARDIA (Sezione III) ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso n. 5280/2004 proposto da MA.FRA. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avv.ti Raffaele Avolio e Giovanni Leone ed elettivamente domiciliata nello studio dell avv. Alessandra Berra in Milano, via Pinerolo n. 72; contro il Comune di Seregno, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso dagli avv.ti Susanna Corsini, Alfredo Biagini e Fausto Maniaci ed elettivamente domiciliato nello studio di quest'ultimo in Milano, via Podgora n. 12/b; e nei confronti di C.E.R. Consorzio Emiliano Romagnolo, in persona del legale rappresentante pro tempore, non costituito; per l'annullamento

- del provvedimento n. 58833 del 27 ottobre 2004 con il quale la Commissione di gara ha escluso la ricorrente dalla gara per l affidamento dei lavori di ristrutturazione urbanistica in ambito CRU 16, realizzazione del nuovo palazzo comunale, parcheggio interrato e riqualificazione aree adiacenti del Comune di Seregno; - del provvedimento con il quale la gara è stata aggiudicata al Consorzio CER; - di ogni altro presupposto, connesso e consequenziale ivi compreso il bando ed il capitolato speciale nella parte in contrasto con la normativa vigente. VISTO il ricorso con i relativi allegati; VISTO l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Seregno; VISTE le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive difese; VISTI gli atti tutti della causa; Nominato relatore alla pubblica udienza del 17 novembre 2005 il Ref. Daniele Dongiovanni; Uditi, ai preliminari, l'avv. Berra, in sostituzione dell avv. Leone, per la ricorrente e l'avv. Corsini per il Comune resistente; Considerato in fatto ed in diritto quanto segue: FATTO Il Comune di Seregno ha indetto un asta pubblica per l affidamento di una serie di lavori aventi ad oggetto la ristrutturazione urbanistica in ambito CRU 16, la realizzazione del nuovo palazzo comunale, di un parcheggio interrato e la riqualificazione di aree adiacenti al territorio comunale. 2

La lex specialis, nel disciplinare le procedure di gara, ha fatto espresso riferimento all art. 83 del DPR n. 554/99 che prevede la possibilità di presentare offerte congiunte (aventi ad oggetto, cioè, sia l esecuzione dei lavori che l acquisto dell immobile) ovvero separate (per la sola esecuzione delle opere o per il solo acquisto dell immobile). La ricorrente, in ragione di quanto sopra, ha concorso per la sola esecuzione dei lavori e la stazione appaltante, con il provvedimento impugnato, ha escluso la stessa dalla gara non essendo stata presentata alcuna offerta avente ad oggetto la sola acquisizione dei beni. Avverso tale atto, ed ogni altro a questo connesso, presupposto e conseguenziale, ha proposto impugnativa la società interessata, chiedendone l'annullamento e conseguente condanna dell amministrazione al risarcimento dei danni per i seguenti motivi: 1) violazione dell art. 83 del DPR n. 554/99; eccesso di potere per erroneo procedimento. L art. 83 del DPR n. 554/99, oltre alla possibilità di presentare offerte congiunte o separate, prevede altresì che, nel caso in cui non vi siano offerte valide per l acquisizione dell immobile, la gara debba essere dichiarata deserta. Nella procedura in esame, è vero che solo la ricorrente ha concorso per l esecuzione dei lavori mentre le altre concorrenti hanno, a loro volta, presentato offerte congiunte (alcune delle quali ritenute anomale): pur tuttavia, sebbene non siano state presentate offerte separate per la sola acquisizione dell immobile, ciò 3

non avrebbe dovuto comportare l esclusione dalla gara della ricorrente in quanto le offerte congiunte ritenute anomale sono tali con esclusivo riferimento all esecuzione delle opere (non potendo la valutazione di congruità riguardare infatti la sola proposta di acquisto del bene). Il fatto che le imprese che hanno presentato offerte congiunte non abbiano dato la loro disponibilità a concorrere per il solo acquisto non è sufficiente ad escludere l illegittimità del comportamento tenuto nel caso di specie dal Comune resistente il quale aveva l obbligo di acquisire la proposta più conveniente tra tutte le offerte pervenute, anche dividendo quelle congiunte (la ricorrente sostiene che la stazione appaltante, anche con riferimento alle proposte congiunte ritenute anomale, avrebbe comunque dovuto prendere in considerazione la migliore offerta per l acquisizione dell immobile e valutarla insieme alla più conveniente riguardante l esecuzione dei lavori; 2) violazione dell art. 83 del DPR n. 554/99; eccesso di potere per erroneo procedimento; eccesso di potere per erronea motivazione. Come detto nel motivo che precede, l anomalia riscontrata dalla stazione appaltante nell ambito delle offerte congiunte riguarda la parte relativa all esecuzione dei lavori. Ora, la motivazione secondo la quale nessuna ditta che aveva presentato offerta congiunta si era dichiarata disponibile a concorrere per il solo acquisto è erronea in quanto l art. 83 del DPR n. 554/99 non richiede tale manifestazione di volontà e la ratio della citata norma tende a favorire l amministrazione nella scelta della 4

proposta in assoluto più conveniente. Si è costituito in giudizio il Comune di Seregno eccependo, dapprima, l inammissibilità del gravame perché proposto dalla sola mandataria dell ATI (MA.FRA. s.r.l.) che ha partecipato alla gara (peraltro in proprio e non come di capogruppo) e chiedendone, comunque, il rigetto perché infondato nel merito. In prossimità della trattazione del merito, le parti hanno depositato memorie insistendo nelle loro rispettive richieste. Alla pubblica udienza del 17 novembre 2005, la causa è stata trattenuta dal Collegio per la decisione. DIRITTO 1. Può prescindersi dall esame dell eccezione di inammissibilità sollevata dal Comune resistente in quanto il ricorso risulta palesemente infondato nel merito. 2. Ciò premesso, i due motivi possono essere trattati congiuntamente in quanto attengono a profili diversi di un unica censura. La questione sottoposta al Collegio riguarda l interpretazione dell art. 83 del D.P.R. n. 554/99. Al riguardo, è necessario precisare che, alla gara in argomento, sono stati ammessi a partecipare quattro soggetti: mentre la ricorrente ha presentato offerta separata per la sola esecuzione dei lavori, le altre compagini (la controinteressata, l ATI Impreuro/Aster e la Perregrini Costruzioni s.r.l.) hanno concorso con offerte congiunte. Delle ditte rimaste in gara - che hanno presentato offerta congiunta (l ATI 5

Impreuro/Aster è stata esclusa per carenza nella documentazione prodotta) la società Perregrini Costruzioni e la controinteressata CER non hanno manifestato alcuna disponibilità a mantenere valida la sola proposta di acquisizione dell immobile nel caso in cui fosse stata accertata l incongruità di quanto offerto con riferimento all esecuzione dei lavori. Ciò posto, appare evidente che la stazione appaltante non aveva altra scelta che prendere in considerazione le offerte congiunte nella loro interezza e, pertanto, mancando una proposta separata per la sola acquisizione dell immobile, non sussistevano le condizioni previste dall art. 83 del DPR n. 554/99 per valutare quella presentata dalla ricorrente, riguardante, come detto, la sola esecuzione dei lavori. L art. 83 del DPR n. 554/99, invero, prevede che Qualora le offerte pervenute riguardano: a).; b).; c) la sola acquisizione del bene ovvero la sola esecuzione dei lavori ovvero l'acquisizione del bene congiuntamente all'esecuzione dei lavori, la vendita del bene e l'appalto per l'esecuzione dei lavori vengono aggiudicati alla migliore offerta congiunta, sempre che essa sia più conveniente delle due migliori offerte separate. In caso contrario l'aggiudicazione, avviene in favore della migliore offerta relativa all'acquisizione del bene e a quella relativa all'esecuzione dei lavori.. 6

Il comma 4 dello stesso art. 83 dispone altresì che L'amministrazione aggiudicatrice dichiara la gara deserta qualora nessuna delle offerte pervenute abbia ad oggetto l'acquisizione del bene. In altre parole, la possibilità che venga presa in considerazione l offerta separata di sola esecuzione dei lavori è subordinata alla presenza di una proposta (allo stesso tempo separata) riguardante la sola acquisizione dell immobile tanto che, in caso contrario, la gara viene aggiudicata alla migliore offerta congiunta. Nel caso di specie, nessun concorrente ha presentato offerta per la sola acquisizione dell immobile né le ditte partecipanti con proposta congiunta hanno manifestato disponibilità a dividerla nel caso di accertata incongruità dei prezzi proposti per la parte relativa all esecuzione dei lavori. Né può ritenersi, come ventilato dalla ricorrente, che la stazione appaltante avrebbe dovuto comunque scindere le offerte congiunte (quelle giudicate anomale) in modo tale da scegliere la proposta in assoluto più conveniente per l amministrazione poiché ciò si scontra, oltre che con la ratio della norma più volte citata, con l esigenza di salvaguardare l autonomia imprenditoriale delle imprese concorrenti. Sembra, invero, paradossale costringere la ditta partecipante ad assumersi un onere contrario (nel caso di specie, la sola acquisizione dell immobile) alla volontà espressa in sede di gara: la ditta concorrente, invero, nel partecipare alla procedura selettiva, effettua preventivamente proprie valutazioni di convenienza che non possono essere stravolte dall amministrazione in mancanza di una 7

dichiarazione di disponibilità dalla stessa chiaramente manifestata. Ritenere il contrario non coincide neppure con la ratio della previsione normativa in esame atteso peraltro che la procedura delineata dal citato art. 83 del D.P.R. n. 554/99 è finalizzata alla conclusione di un contratto basato, come noto, sull accordo raggiunto su un assetto di interessi concordato tra l amministrazione e la parte privata, la cui volontà manifestata in sede di offerta (che deve formarsi in totale autonomia) non può essere stravolta neanche nell ottica di una maggiore convenienza per la stazione appaltante (come ipotizzato dalla ricorrente). 3. In conclusione, il ricorso deve essere respinto. 4. Ciò comporta, di conseguenza, la reiezione della domanda di risarcimento dei danni avanzata dalla ricorrente. 5. Sussistono, comunque, giusti motivi per compensare tra le parti le spese del giudizio. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, Sez. III, respinge il ricorso in epigrafe. Compensa integralmente tra le parti le spese del giudizio. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall Autorità amministrativa. Così deciso in Milano, nella Camera di Consiglio del 17 novembre 2005, con l'intervento dei magistrati: Italo Riggio - Presidente Gianluca Bellucci Primo Referendario 8

Daniele Dongiovanni Referendario est. 9