ENCICLOPEDIA DELLA FAVOLA. Fiabe di tutto il mondo per 365 giorni. Raccolte da Vladislav Stanovsky e Jan Vladislav

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ENCICLOPEDIA DELLA FAVOLA Fiabe di tutto il mondo per 365 giorni Raccolte da Vladislav Stanovsky e Jan Vladislav Edizione italiana a cura di Gianni Rodari Editori Riuniti

I edizione in questa collana: ottobre 2002 Copyright Editori Riuniti, 1970 via Alberico II, 33-00193 Roma www.editoririuniti.it fax verde: 800 677822 Traduzioni di Maria Lucioni Diemoz, Franco Prattico e Gianni Rodari Visual editor Alberto Ruggieri Art director Luciano Vagaggini Impaginazione Marco Spaziani ISBN 88-359-5288-3

Fiaba estratta da: Fiabe di tutto il mondo per 365 giorni per l'iniziativa: "La piu' bella sei tu" Progetto a cura delle Biblioteche di Roma in collaborazione con gli Editori Riuniti

Ai ragazzi Tutti i continenti e quasi tutti i popoli della terra sono rappresentati in questa raccolta che a buon diritto può andare sotto il titolo di Enciclopedia della favola. La raccolta contiene trecentosessanta fiabe. L ultima fiaba, però, vale per cinque, come voi stessi vedrete. Le fiabe sono dunque in realtà trecentosessantacinque, e ce n è una per ogni giorno dell anno. Alcune sono lunghe, e forse ci vorrà piú d un giorno a leggerle. In compenso altre sono brevissime e si leggono in pochi minuti. Troverete in essa fiabe celebri e fiabe sconosciute, fiabe allegre e fiabe tristi, e forse perfino fiabe crudeli: perché le fiabe sono lo specchio del mondo e della vita e vi si impara ogni sorta di cose sugli animali, sulla gente, sulle gioie e sulle disgrazie degli uomini. Abbiamo compilato questa raccolta scegliendo per voi le fiabe piú belle da centinaia e centinaia di volumi scritti in tutte le lingue. Speriamo di aver fatto una buona scelta e vi auguriamo buon divertimento per tutti i giorni dell anno. Gianni Rodari XIII

Truciolino sempre affamato una volta un taglialegna e sua moglie. Erano molto poveri, ma sospiravano sempre: C era Se solo avessimo un figlio! Siate contenti di non averne, dicevano loro i vicini, a malapena avete da mangiare per voi due. Quello che basta per noi può bastare anche per nostro figlio. Se solo ne avessimo uno! Un giorno il taglialegna stava abbattendo un tronco, e per caso ne fece saltar via un truciolo proprio della grandezza d un bambino, con ogni cosa al suo posto: la testolina, il corpicino, le gambine. Dovette soltanto lisciare un po col coltello la fronte e intagliare le radici in fondo alle braccia e alle gambe, cosí che sembravano proprio dita, ed ecco il bambino, perfettamente formato! L uomo portò il truciolo a casa e disse alla moglie: Guarda, ecco quello che volevamo: un bambino, Truciolino! La donna avvolse il bambino in uno scialle, lo cullò tra le braccia e cantò: Fa la nanna, Truciolino, fa la nanna bel bambino. Ninna nanna, ninna oh! Un bel dolce ti darò. A un tratto il bambino cominciò a muoversi nello scialle, agitò la testa e si mise a strillare: Mamma, ho fame! 485

La donna stava per svenire dalla gioia. Posò il bambino sul letto e corse a cuocergli una focaccia. Quando fu pronta la diede a Truciolino che se la mangiò tutta. Poi riprese a piangere: Mamma, ho fame!

Pazienza, bimbo mio, pazienza! Ora ti porterò qualche altra cosa, disse la donna tentando di calmarlo. Corse dai vicini e si fece prestare una ciotola di latte. Truciolino la tracannò d un sorso. Quando ebbe finito ricominciò a piangere che aveva fame. La donna fu sorpresa ed esclamò: Come mai, bimbo mio, non sei ancora sazio? Uscí e si fece prestare del pane dai compaesani. Tornò a casa, depose il pane sul tavolo e andò ad attingere acqua nel pozzo per preparare una zuppa. Appena uscita la donna, Truciolino srotolò lo scialle, saltò sul tavolo, afferrò la pagnotta e se la inghiottí tutta intera. E di nuovo riprese a gridare: Mamma, ho tanta fame! La donna rientrò nella stanza e cercava il pane per metterlo nella zuppa. Ma non ne trovò neppure una briciola. Truciolino era in un angolo, tondo come una tinozza, e la guardava affamato: Per l amor del cielo, Truciolino, non avrai mica mangiato tutto quel pane, eh? chiese la donna. Sí, l ho mangiato, e ora mangio anche te! e in un batter d occhio Truciolino aveva spalancato la bocca e la poveretta era già dentro! Poco dopo tornò a casa il marito. Truciolino lo accolse gridando: Papà, ho fame. Il vecchio si spaventò nel vedere quel tipo grosso che sembrava un barile, con la bocca spalancata e gli occhi scintillanti. Poi capí che era Truciolino e disse: Il diavolo ti porti! Dov è tua madre? L ho mangiata, e ora mangio anche te! aprí la bocca e il vecchio ci finí dentro. Ma piú mangiava e piú aveva fame. Siccome non c era piú niente da mangiare in casa, Truciolino uscí in cerca di qualcosa. Incontrò un giovane contadino che tirava un carro carico di fieno e si fermò a guardarlo. Ehi, devi aver mangiato parecchio, per avere una pancia cosí, esclamò sorpreso il contadino. Truciolino disse: Ho mangiato, ho ben mangiato, una focaccia ho divorato, tutto il latte mi sono bevuto, tutto il pane mi sono pappato, babbo e mamma ho digerito, e se altro piú non c è ora mangio pure te. 487

Saltò sul contadino e in un attimo il giovane e il carretto erano nella pancia di Truciolino. Piú tardi incontrò una ragazza che guidava un carro carico di trifoglio. Truciolino le si fermò davanti: Levati dalla strada, mostro! Pussa via, se non vuoi prenderle! gridò la ragazza alzando la frusta. Ma Truciolino disse: Ho mangiato, ho ben mangiato, una focaccia ho divorato, tutto il latte mi sono bevuto, tutto il pane mi sono pappato, babbo e mamma ho digerito, un contadino con tutto il carretto, e se altro piú non c è ora mangio pure te. E prima che la ragazza se ne accorgesse, lei, i cavalli, il carro e il carico di trifoglio finirono nella pancia di Truciolino, che riprese a camminare. Nei campi incontrò un mandriano con un branco di maiali. Truciolino sentí fame anche di loro e gridò: Ho mangiato, ben mangiato, una focaccia ho divorato, tutto il latte mi sono bevuto, tutto il pane mi sono pappato, babbo e mamma ho digerito, un contadino con tutto il carretto, una ragazza con tutto il trifoglio, e se altro piú non c è ora mangio pure te. E li inghiottí tutti, compreso il mandriano. Non ne lasciò neppure una briciola. Piú tardi, nei prati, vide un pastore con un gregge di pecore. Si avvicinò e li mangiò tutti: il pastore, le pecore e anche il cane. Poi si avviò lemme lemme, finché arrivò in un campo. C era una vecchia che zappava tra i cavoli. Senza pensarci su Truciolino strappò via le cime dei cavoli e se le mangiò. 488

Perché vai spogliando tutti i miei cavoli, Truciolino? gridò la vecchia. Hai mangiato abbastanza, adesso devi smetterla! Truciolino si girò verso di lei e disse: Ho mangiato, ben mangiato, una focaccia ho divorato, tutto il latte mi sono bevuto, tutto il pane mi sono pappato, babbo e mamma ho digerito, un contadino con tutto il carretto, una ragazza con tutto il trifoglio, un mandriano e i suoi maialini, un pastore e i suoi agnellini, e se altro piú non c è ora mangio pure te. Truciolino aprí la bocca per inghiottirla, ma la vecchia era troppo svelta per lui, e lo colpí con la zappa. Truciolino cadde in terra, la pancia gli scoppiò e di lí uscí, prima di tutti il cane, poi uscí il pastore con le sue pecore. Il cane le radunò, il pastore suonò lo zufolo, e tornarono all ovile. Dopo le pecore uscí il branco di maiali, e con loro il mandriano. Poi vennero fuori i cavalli che tiravano il carro di trifoglio. La ragazza tirò le redini, e il carro partí per il villaggio. Dietro la ragazza sbucò il giovane contadino, spingendo il carretto di fieno, e dietro di lui vennero fuori il taglialegna e sua moglie, portando la grossa pagnotta avuta in prestito e la scodella di latte. E da allora il taglialegna e sua moglie non sospirarono piú: Ah, se avessimo un bambino! 489