ORIENTAMENTO ALL IMPRENDITORIA FARE IMPRESA IN ITALIA



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ORIENTAMENTO ALL IMPRENDITORIA FARE IMPRESA IN ITALIA 1

INDICE CAPITOLO I Diventare imprenditore: dall idea all impresa Le caratteristiche distintive dell imprenditore Il business plan CAPITOLO II La scelta della forma giuridica d impresa CAPITOLO III Le attività commerciali: la normativa Le attività artigianali: la normativa CAPITOLO IV Gli adempimenti burocratici amministrativi Andar per uffici Lo Sportello Unico delle Attività produttive Il Registro delle imprese CAPITOLO V Le agevolazioni alle imprese Normativa comunitaria, nazionale, regionale CAPITOLO VI: per i cittadini stranieri Avviare una nuova impresa in Italia: alcuni consigli Visto d ingresso per lavoro autonomo (a cura di Andrea Benini) Il permesso di soggiorno Riconoscimento titoli di studio stranieri CAPITOLO VII Indirizzi utili Glossario A cura di: Milena Berti Nadia Bonifazi Tiziana Zagni Si ringrazia per la collaborazione: Andrea Benini e Franco Mosca 2

CAPITOLO I DIVENTARE IMPRENDITORE: DALL IDEA ALL IMPRESA LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELL IMPRENDITORE Sarò imprenditore? Non esistono ricette o formule magiche, si tratta di verificare se esistono motivazioni, atteggiamenti, attitudini e capacità che, insieme, fanno maturare la decisione di assumere il rischio imprenditoriale. Per prima cosa è utile porsi alcune domande: - Che studi ho fatto? - Come posso far riconoscere in Italia i miei titoli? (solo per l imprenditore straniero) - Quali lavori so fare? - Quali sono le mie esperienze di lavoro passate? - Mi fido delle mie capacità e sono generalmente ottimista? - Sono disponibile a vivere situazioni di incertezza? - So organizzare e programmare il tempo mio e degli altri? - Ho la capacità professionale di propormi ad un probabile cliente? - Sono in grado di ascoltare e capire le esigenze degli altri? Gli atteggiamenti Diventare imprenditore significa scommettere su se stessi e sulla propria capacità di decidere, organizzare, convincere. Gli atteggiamenti di fondo per poter avviare un lavoro in proprio si possono sintetizzare nei seguenti punti: Propensione al rischio L imprenditore è una persona che rischia e che è consapevole che le sue scelte possono in futuro non essere più coerenti con i bisogni del mercato. Occorre avere capacità di resistenza all ansia, alle frustrazioni, allo stress: clienti che non pagano, fornitori che non consegnano, prodotti che non si vendono, banche che chiedono improvvisamente la restituzione di prestiti, chi gestisce una attività autonoma si scontra quotidianamente con questo tipo di problemi e deve essere in grado di gestirli razionalmente, senza ansia e frustrazioni. Autonomia A differenza del lavoro dipendente, l imprenditore è il primo decisore rispetto alle scelte di mercato, di organizzazione, finanziarie, di prodotto della sua azienda. Capacità di innovazione/cambiamento I gusti dei consumatori cambiano, entrano sul mercato concorrenti più efficienti, la nostra pubblicità non è più efficace, ecc.: di fronte a questo tipo di avvenimenti, l imprenditore deve essere in grado di modificare il tipo di prodotto/servizio offerto, di studiare nuove strategie e nuovi mercati da servire; in generale l imprenditore deve essere in grado di innovare, cambiare, modificare la sua azienda. Capacità organizzative/gestionali Gestire un impresa significa saper organizzare il lavoro (proprio e di altri), saper programmare la realizzazione del prodotto e l erogazione del servizio rispetto ai tempi di consegna dei fornitori, ai tempi di lavorazione delle macchine, e ai tempi di consegna concordati con i clienti. Significa inoltre saper fare il prezzo dei propri prodotti, saper programmare politiche promozionali efficaci, conoscere in ogni momento la situazione economico e finanziaria dell impresa. 3

Queste competenze organizzative e gestionali si possono potenziare con appositi percorsi formativi. Capacità di relazione La gestione dell impresa comporta continue relazioni con clienti, fornitori, banche, enti pubblici, consulenti, ecc. La buona gestione di queste relazioni è essenziale per il successo dell impresa, anche se richiedono un forte investimento in tempo ed il possesso di capacità di relazione. Le difficoltà Creare un impresa significa affrontare un periodo difficile: sono tanti coloro che in un anno decidono di mettersi in proprio, ma nei primi tre anni di attività la mortalità d impresa è molto elevata. I motivi sono diversi, le difficoltà sono tante e spesse volte facilmente superabili se la scelta di mettersi in proprio è stata fatta con consapevolezza. Ecco alcune brevi valutazioni da tenere presente: Non avere uno stipendio fisso I primi mesi di vita sono essenziali per il decollo: l impresa deve investire denaro in attività promozionale, deve farsi conoscere dai clienti, deve dimostrare al proprio mercato di essere in grado di soddisfarne i bisogni. In alcuni mesi, inoltre, si lavora di più in altri di meno; ci sono poi momenti di crisi in cui i clienti diminuiscono, oppure i clienti pagano con ritardo. Questi fattori fanno sì che l imprenditore non possa contare su una remunerazione periodica fissa, come può essere uno stipendio da dipendente. Non avere orari L imprenditore è responsabile nei confronti del cliente della consegna del prodotto o dell erogazione del servizio. Questo fa sì che l imprenditore debba comunque portare a termine nei tempi prefissati le commesse acquisite, senza tenere conto del numero delle ore lavorate. Può perciò succedere che in periodi di intenso lavoro l imprenditore lavori anche di sera, di sabato, di domenica. Investire in fase di avvio un proprio capitale L inizio di una attività imprenditoriale comporta: costi burocratici per l avvio della impresa, costi di promozione, costi per investimento nelle tecnologie necessarie a produrre (macchinari, computer, ecc.), costi per materie prime da trasformare o merce da rivendere, ecc. Questi costi variano a seconda del settore di attività in cui ci si inserisce, ma comunque esistono, anche per l attività più semplice. E possibile coprire una parte dei costi con denaro di altri (es. banche che concedono prestiti) ed anche con finanziamenti agevolati per nuove imprese: questi finanziamenti sono comunque parziali rispetto al totale dei costi e possono arrivare con qualche ritardo. L inizio di una attività autonoma comporta quindi sempre l investimento di capitale proprio. Dall idea all impresa Un'idea imprenditoriale può nascere da molte cose, anche da quelle che apparentemente sembrano totalmente fuori luogo. L idea può nascere: - da un hobby o interessi coltivati nel tempo libero; - dall esperienza maturata come lavoratore dipendente, trasformando il rapporto di lavoro in collaborazione professionale; - da un'invenzione, un prodotto originale che per le sue caratteristiche può interessare un certo numero di clienti. 4

L idea imprenditoriale rappresenta l inizio del percorso per avviare una attività in proprio: è necessario infatti verificare se ci sono le condizioni perché si possa realizzare. A questo punto è il momento di iniziare a scrivere una relazione dettagliata della iniziativa ovvero il progetto d impresa o business plan. Che cos è il business plan IL BUSINESS PLAN E un documento scritto dall aspirante imprenditore che offre una presentazione organica ed efficace del proprio progetto d impresa. È uno strumento utile per chiarirsi le idee sull'attività da sviluppare, per quantificare gli investimenti, i costi di gestione e le opportunità di guadagno, limitando così i rischi di insuccesso. E uno strumento indispensabile per chi è alla ricerca di un socio finanziatore o per chi intende presentare la domanda per ottenere i contributi in conto capitale o in conto interessi previsti dalle Regioni, dallo Stato e dall'unione Europea. E un cantiere aperto, occorre effettuare una ricerca continua: di informazioni, di dati, di opinioni che possono aiutare a riflettere. Le conclusioni alle quali si perviene in un capitolo possono portare a dover rielaborare, se non riscrivere, i precedenti. Di conseguenza è necessario armarsi di pazienza: possono servire anche alcuni mesi di lavoro, non tanto per la difficoltà dell'operazione, quanto per la ricchezza delle informazioni da raccogliere. Le fonti di informazioni più utilizzate sono: - i saloni, le fiere e le mostre specializzate, - gli operatori del settore; - i fornitori; - le pagine utili affari - internet I contenuti del business plan Un buon business plan deve contenere: La descrizione sintetica del progetto Le caratteristiche dell impresa; - la forma giuridica - l ubicazione dell impresa, - le risorse umane La ricerca di mercato - l analisi del mercato cui è orientato il prodotto/servizio - l analisi della concorrenza (quantità, qualità dei concorrenti9 - l analisi del settore - i prezzi di mercato Le valutazioni economiche e finanziarie: - articolazione degli investimenti per tipologia e costi - terreni, fabbricati, macchinari, impianti - le spese per l avviamento/costituzione dell impresa 5

- determinazione del fabbisogno finanziario L analisi del mercato, lo sviluppo della domanda e l analisi della concorrenza devono essere precise e puntuali. Potrebbe essere utile, per l aspirante imprenditore, prima di avviare l attività, fare una analisi attenta dei concorrenti, verificando direttamente, nelle vesti di cliente, la loro politica di prezzo, la qualità dei servizi perché dai punti di debolezza dei nostri concorrenti si possono trarre i punti di forza del progetto imprenditoriale. L'impresa e l'imprenditore. Nelle primissime pagine della relazione, bisogna presentare l'impresa da costituire, prestando particolare attenzione, non solo ai dati anagrafici, ma soprattutto al titolo di studio, alle competenze, alle precedenti esperienze professionali. I prodotti e/o i servizi da vendere. Occorre analizzare nel dettaglio ogni prodotto o servizio che si intende offrire o vendere. Come è possibile organizzarlo ed erogarlo, se si tratta di un servizio o, se si tratta di un prodotto, le caratteristiche che lo distinguono da quelli dei concorrenti: gli ingredienti da cui è costituito, il modo in cui viene ottenuto, la confezione in cui sarà venduto e soprattutto i motivi per cui i clienti dovrebbero acquistarlo. I clienti potenziali. Si tratta di individuare quali e quanti potranno essere gli acquirenti dei propri prodotti/servizi. Occorre quindi precisare se ci si rivolge a un mercato locale, regionale o nazionale, quantificarlo e tracciare un identikit dei propri clienti, possibilmente suddividendoli per segmenti, cioè per fasce con caratteristiche omogenee in relazione alla frequenza di acquisto del bene, alle capacità di spesa e soprattutto ai bisogni che l'acquisto dei propri prodotti o servizi va a soddisfare. I concorrenti. L'imprenditore deve sapere tutto dei concorrenti. Come sono organizzati, il tipo e la qualità dei prodotti che offrono, le tecniche di vendita e i sistemi promozionali che adottano, i prezzi che applicano. Il possesso di queste informazioni è fondamentale per stabilire come posizionarsi sul mercato e, quindi, quali strategie di marketing adottare. Dati e informazioni sui concorrenti non sempre sono facilmente accessibili e disponibili, in molti casi sarà necessario attingere notizie da più fonti informative. Valide fonti informative sui concorrenti possono essere rappresentate da: associazioni di categoria, gli stessi concorrenti, fornitori, clienti, dipendenti, distributori. Le fonti di informazione cui fare riferimento sono di due tipi: istituzionali o non istituzionali. Le prime hanno un buon livello di approfondimento e attendibilità (Istat, Ice, Camere di Commercio, ecc.); le seconde, le fonti non istituzionali, (associazioni di categoria, società specializzate nelle ricerche di mercato, ecc.) non hanno carattere di ufficialità. Spesso è molto difficile raccogliere informazioni che consentano di effettuare una soddisfacente analisi di mercato, per questo motivo è consigliabile mobilitarsi per realizzare in proprio una piccola ricerca di mercato che consenta di conoscere, anche se in via approssimata, la tipologia e le dimensioni dei fenomeni che caratterizzano il mercato di proprio interesse. Le strategie di marketing. Compiuta una dettagliata analisi della clientela a cui ci si rivolge e della concorrenza con la quale occorre misurarsi, è ora possibile prendere le decisioni operative capaci di decretare il successo o l'insuccesso dell'iniziativa imprenditoriale. Si tratta, cioè, di precisare ancora meglio le caratteristiche dei prodotti/servizi da offrire, di definirne la qualità, di individuare i prezzi a cui venderli, gli strumenti promozionali da utilizzare per farli conoscere e il modo in cui distribuirli. L'organizzazione dell'attività. Si tratta di spiegare come si intende svolgere l'attività, dove, con quali mezzi e con quali risorse umane. È il caso di descrivere i locali, le loro caratteristiche 6

in base alla normativa vigente, la zona in cui devono essere ubicati, le attrezzature indispensabili per la produzione, le materie prime e i fornitori da utilizzare nonché le caratteristiche e le competenze delle persone (soci, dipendenti, familiari, collaboratori esterni) che prenderanno parte all'iniziativa. Gli investimenti per partire. Arrivati a questo punto l'imprenditore ha tutti gli elementi per tirare le somme, quantificare il denaro necessario per dare avvio all'attività e sapere se è in grado di partire da solo oppure se deve ricorrere a eventuali soci o indebitarsi con le banche. I costi di gestione e i ricavi. L'ultimo aspetto da valutare è anche il più importante: la fattibilità economica. In altre parole, si tratta di quantificare i costi da sostenere per mandare avanti l'azienda e di prevedere, in base alle stime relative alle potenzialità del mercato, su quanto potranno attestarsi i ricavi per riuscire così, fatti i debiti calcoli, a prevedere se l'impresa sarà in grado di produrre un utile e a quanto potrà ammontare. Nel caso in cui i ricavi non superassero i costi, occorrerà modificare l'intero progetto, per elaborarne un altro capace di garantire utili. 7

CAPITOLO II LA SCELTA DELLA FORMA GIURIDICA D IMPRESA La forma giuridica dell'impresa viene definita nell'atto costitutivo, al momento cioè della sua nascita. Per la legge italiana una impresa può essere esercitata sotto forma di: impresa individuale società altre forme di lavoro autonomo La scelta della forma giuridica dell'impresa è un passaggio fondamentale perché da essa conseguono gli obblighi fiscali e civili che l'imprenditore o la società dovranno assolvere. Gli elementi più significativi per determinare questa scelta possono essere: - il numero di persone che intendono avviare la nuova impresa; - grado di rischio dell attività; - i costi di costituzione; - il capitale che si intende investire; - la responsabilità dell'imprenditore o dei soci rispetto ai debiti dell'impresa; Una attività di impresa si può avviare in due modi: da solo (impresa individuale) o con altre persone (società). L IMPRESA INDIVIDUALE L impresa individuale è la forma imprenditoriale più semplice da costituire e da gestire ed è la meno costosa: fa capo ad una sola persona che è l unica responsabile e può avvalersi di dipendenti o collaboratori. Vantaggi - autonomia e velocità di decisione - velocità di costituzione dell impresa - tenuta della contabilità estremamente semplice Svantaggi - responsabilità illimitata nei confronti dei terzi, (il titolare risponde con tutto il proprio patrimonio personale nei confronti di eventuali creditori. Ciò significa che in caso di fallimento i creditori possono rivalersi sui suoi beni personali (la casa, l auto e su quelli del coniuge se c è il regime di comunione dei beni). Per avviare una impresa individuale è necessario: richiedere eventuali licenze o autorizzazioni amministrative, sanitarie, ecc. apertura della posizione IVA (entro 30 gg. dall inizio della attività); iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio; Iscriversi all INPS (i contributi incidono per un 15% circa sul reddito con un minimale fisso); ed eventualmente all INAIL L IMPRESA FAMILIARE E una forma particolare dell impresa individuale. Chi avvia un'impresa può avvalersi dell'ausilio e della collaborazione dei suoi familiari. Si può trattare di una piccola impresa, oppure di una impresa commerciale che di solito non ha grandi dimensioni. L impresa è familiare quando i familiari prestano in modo continuativo e prevalente la 8

loro attività, cui viene attribuita una quota di partecipazione agli utili non superiore al 49%. Con il termine familiari si intende il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo. Vantaggi - Rapidità di decisione: le scelte spettano solo all imprenditore; - Oneri amministrativi e contabili ridotti ai minimi termini; - Pochi oneri fiscali; - Solo nell impresa familiare il reddito non grava su una sola persona, ma è ripartito fra i familiari. Svantaggi - Il rischio d impresa si estende a tutto il patrimonio personale dell imprenditore; - Il reddito di impresa coincide con quello dell imprenditore. In caso di forti guadagni le imposte sono elevate e le possibilità di scaricare le spese sono molto inferiori rispetto alle Società. LE SOCIETA Se due o più persone si accordano per avviare una impresa, formano una società, la cui costituzione deve avvenire con atto pubblico. Le società si distinguono in società di persone e società di capitali. Nelle società di persone le qualità dei soci (competenze, abilità, idee, fiducia reciproca, ecc.) sono più importanti dei beni che questi apportano alla società (denaro, attrezzature, ecc.). Infatti, normalmente, il capitale conferito dai soci non è molto elevato, mentre è importante il loro contributo in termini di lavoro prestato. Rispetto alle società di capitali, le procedure burocratiche, fiscali e contabili sono molto più semplici e anche i costi di costituzione e gestione sono inferiori. Tuttavia il rischio in caso di fallimento o di inadempimento è alto, perché tutti i soci devono rispondere anche con il proprio patrimonio personale per i debiti della società. Infatti, al proposito, si parla di responsabilità illimitata dei soci. Nelle società di capitali: la responsabilità dei soci è limitata al capitale sottoscritto. Ciò significa che, in caso di perdite o fallimento, i creditori possono rivalersi esclusivamente sul patrimonio della società e non su quello personale dei soci. Le società di capitali sono piuttosto complesse ed onerose, sia per ciò che riguarda la loro costituzione, sia per ciò che riguarda la loro gestione. Sono molti gli adempimenti fiscali e burocratici che sono richiesti; come pure sono elevate le spese che debbono essere sostenute prima e durante l attività. LE SOCIETA DI PERSONE La Società semplice La società semplice è il tipo più elementare di impresa con almeno due o più soci. Essa non può essere utilizzata per l'esercizio di attività commerciali, non è soggetta all'iscrizione presso il Registro delle ditte e, in caso di insolvenza, non può essere dichiarata fallita. La società semplice è utilizzata per l'esercizio di attività di modeste dimensioni e per lo svolgimento di attività agricola o professionale. La responsabilità dei soci per i debiti sociali, in una società semplice, è illimitata e solidale. Tutti i soci hanno potere di rappresentanza e di amministrazione. La Società in nome collettivo (Snc) Per costituire questo tipo di società occorre sottoscrivere un atto pubblico davanti ad un notaio, o una scrittura privata autenticata da un pubblico ufficiale. La ragione sociale dell azienda deve riportare i nomi di tutti i soci. I successivi passaggi sono: la registrazione dell atto presso l Ufficio del registro (costo 1% del capitale); 9

il deposito dell atto presso il Tribunale per l iscrizione nel registro delle imprese. Con questa iscrizione la società è regolarmente costituita. E vietato per legge assumere familiari dell amministratore o dei soci. Vantaggi - Poco costosa: la legge non prevede il versamento di un capitale minimo da parte dei soci, l importo è stabilito dal contratto sociale; Svantaggi - Tutti i soci sono illimitatamente responsabili: il fallimento della società comporta il fallimento di tutti i soci. La Società in accomandita semplice E disciplinata dalle stesse norme della S.n.c., ma la responsabilità è diversa secondo la natura dei soci. I soci si dividono in accomandatari ed accomandanti. I primi possono gestire l azienda e rispondono illimitatamente dei debiti sociali. Quindi in caso di fallimento oltre che per la quota conferita in società rispondono anche con i propri beni personali. I soci accomandanti, invece, sono responsabili entro i limiti della quota conferita, cioè il capitale investito, pertanto non hanno poteri di amministrazione o rappresentanza. Questa formula può essere utilizzata, per esempio, da coniugi che lavorano insieme. In caso di fallimento, infatti, si preserva il patrimonio di uno dei due. La ragione sociale deve riportare solo i nomi dei soci gestori (accomandatari). Vantaggi - Le procedure burocratiche, fiscali, contabili e tributarie sono agevolate; - I costi di costituzione e di gestione sono contenuti. Svantaggi - I soci sono soggetti a responsabilità illimitata (tranne gli accomandanti della S.a.s.) personale e solidale. Ciò significa che in caso di fallimento, i creditori potranno rivalersi anche sul patrimonio privato di ciascun membro della Società. Se uno o più soci non adempie, il debito dovrà essere saldato da altri. - I rischi sono strettamente legati alla competenza, onestà, abilità, lealtà e professionalità dei soci. Sbagliare i partners può compromettere il successo dell impresa. Per avviare l attività occorre: - L atto di costituzione dal notaio (il capitale sociale può essere di qualsiasi entità); - L iscrizione alla Camera di Commercio - L apertura della partita I.V.A.; Regime fiscale Le tasse sono quelle previste per la ditta individuale. LE SOCIETA DI CAPITALI La Società a responsabilità limitata La S.r.l. è una società di capitali dove i soci sono responsabili solo per il capitale e non con il patrimonio personale. La Srl può avere anche un solo socio, in questo caso si chiama s.r.l. unipersonale. Capitale sociale minimo 10.000,00 Euro, di cui i 2.5/10 vanno versati o può essere sostituito dalla prestazione di una polizza di assicurazione o di una fideiussione bancaria che ne garantisca l esecuzione. In caso di S.r.l. unipersonale il capitale sociale deve essere versato interamente al momento della costituzione della società. 10

Vantaggi - la possibilità di suddividere i costi e di salvaguardare il patrimonio dei singoli soci Svantaggi - elevata pressione fiscale: Ires (Imposta sul reddito delle società) La Società per azioni È adatta alle grandi imprese. Risponde esclusivamente delle obbligazioni sociali senza intaccare il patrimonio personale dei soci. Le quote di partecipazione sono rappresentate dalle azioni: questo criterio di partecipazione si distingue dalla società a responsabilità limitata nella quale non vi sono azioni. Il valore complessivo delle azioni (capitale sociale) per costituire una società per azioni deve essere almeno di 120.000,00 Euro. La Società in accomandita per azioni. È poco diffusa in Italia. Si tratta di un mix fra S.a.s. e S.p.a. La s.a.p.a. è una società di capitali che prevede, come nella società in accomandita semplice due tipologie di soci: accomandatari e accomandanti. I soci accomandatari rispondono solidalmente e illimitatamente degli obblighi sociali, mentre i soci accomandanti sono limitatamente responsabili e non sono coinvolti in caso di dissesto o fallimento della società. Possono essere amministratori della società solamente i soci accomandatari. La s.a.p.a. deve essere iscritta all'ufficio del Registro delle ditte presso la Camera di Commercio. E' previsto un capitale sociale minimo pari a 120.000,00 Euro, rappresentato da azioni. Vantaggi - La responsabilità dei soci non è personale, ma limitata alla quota di capitale conferita. Il patrimonio privato di ogni socio è inattaccabile dai creditori, a meno che non si siano commessi degli illeciti. - Gestione e amministrazione possono essere affidati anche a non soci. - Gli utili possono essere accantonati a piacimento e distribuiti ai soci nei momenti fiscalmente più convenienti. Svantaggi - Gli adempimenti sono numerosi e complessi - Le spese sono elevate LE COOPERATIVE Con la riforma del diritto societario avvenuta con decreto legislativo n. 6 del 2003 si è ridisegnato interamente la disciplina delle cooperative. Le nuove cooperative sono suddivise in due grandi categorie: cooperativa a mutualità prevalente, alle quali sono riservate le agevolazioni fiscali; e le cooperative diverse, alle quali si applicano le regole dettate per le società di capitali. Per la costituzione di una società cooperativa è necessaria la presenza di almeno nove soci: il numero minimo è ridotto a tre soci per le cooperative che adottano le regole della s.r.l. e se i soci sono delle persone fisiche. Nelle cooperative a mutualità prevalente il patrimonio societario non appartiene ai soci ma, in caso di liquidazione, deve essere devoluto al fondo per lo sviluppo della cooperazione. Nelle assemblee hanno diritto di voto tutti coloro che risultano regolarmente iscritti nel libro dei soci da almeno tre mesi. In assemblea vale la regola del voto capitario secondo cui ciascun socio cooperatore ha un voto, qualunque sia il valore della quota o il numero delle azioni possedute. L atto costitutivo può attribuire: un diritto di voto plurimo ai titolari degli strumenti finanziari offerti in sottoscrizione ai soci cooperatori; più voti, ma non oltre cinque, in relazione 11

all ammontare della quota oppure al numero dei loro membri, ai soci cooperatori persone giuridiche; il voto plurimo ai soci che realizzano lo scopo mutualistico attraverso l integrazione delle rispettive imprese o di talune fasi di esse ( in ogni caso, ad essi non può essere attribuito più di un terzo dei voti spettanti all insieme dei soci presenti o rappresentati in ciascuna assemblea generale). Le azioni o quota possono avere un valore non inferiore a 25 euro e un valore superiore a 500 euro per ciascuna azione. Uno stesso socio non può avere una quota superiore a 100.000,00 euro La cooperativa si costituisce con atto pubblico, ossia alla presenza di un notaio. Parte integrante dell atto costitutivo è lo Statuto che stabilisce le norme relative al funzionamento della società. Lo Statuto e l atto costitutivo devono essere sottoscritti dai soci della cooperativa. Per avviare l attività la cooperativa deve anche essere iscritta: Al registro prefettizio delle cooperative; Allo schedario generale della cooperazione del Ministero del Lavoro; Al Registro Ditte presso la Camera di Commercio; All ufficio I.V.A. Le Cooperative possono essere: 1. di consumo: acquistano merci all ingrosso per venderle ai soci e a terzi a prezzi vantaggiosi; 2. di produzione e lavoro: producono beni e servizi. Si tratta di particolari forme di impresa. Le cooperative di produzione e lavoro sono costituite da più soci che uniscono il loro lavoro e i loro risparmi, sostituendosi agli imprenditori e quindi assumendosi in comune gli oneri e i rischi, nonché i vantaggi connessi alla gestione dell impresa. In questo caso i soci sono sia imprenditori che lavoratori. Le cooperative di produzione e lavoro si distingue inoltre in: Cooperative industriali; Cooperative di lavoro; Cooperative agricole. 3. edilizie: mirano a fornire ai soci abitazioni con prezzi favorevoli e condizioni di acquisto agevolate 4. di credito: hanno lo scopo di agevolare il credito ai singoli associati, agli artigiani, e agli imprenditori di piccole industrie. Vantaggi - L attività dei soci è prestata a loro vantaggio e consente di ottenere beni e servizi a condizioni vantaggiose; - Il trattamento fiscale è favorevole (agevolazioni e minori tasse); - Il reperimento di finanziamenti è agevolato. Svantaggi - L utile ripartibile fra i soci non può essere superiore a una percentuale minima prestabilita dal capitale sociale. I guadagni dei soci perciò provengono dagli stipendi. I Soci I fondatori della cooperativa acquistano la qualità di soci fondatori apponendo la firma all atto di costituzione. Lo statuto della cooperativa deve contenere le condizioni per l ammissione dei nuovi soci, nonché i modi con cui vanno eseguiti i conferimenti. Per quanto riguarda il socio lavoratore: a) in quanto lavoratore è vincolato da determinati obblighi (osservare gli orari di lavoro, svolgere determinate mansioni, ecc.) analogamente a quanto previsto nel caso di lavoratore dipendente; 12

b) in quanto imprenditore può partecipare alle attività sociali (ad esempio al consiglio di amministrazione ed all assemblea dei soci) in cui vengono collettivamente prese le scelte strategiche ed operative dell impresa. Tale responsabilità espone il socio lavoratore anche al rischio d impresa. Ciò significa che la sua retribuzione può variare secondo l andamento dell impresa. Dal punto di vista fiscale (IRPEF) i redditi percepiti dal socio lavoratore sono assimilati a quelli di lavoratore dipendente; dal punto di vista previdenziale e assistenziale, invece, il regime previsto si colloca in un area intermedia tra il lavoro dipendente ed il lavoro autonomo. LA COOPERATIVA SOCIALE Le cooperative sociali sono una delle espressioni più significative del settore non profit (o terzo settore) che comprende molteplici e diversificate attività e strutture organizzative. Tra tali attività rientra la produzione di beni di interesse collettivo che possono essere i più vari: servizi educativi, formativi, culturali, ricreativi, sociali e assistenziali. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi si va dalle associazioni basate unicamente sul volontariato (cioè sulle prestazioni di lavoro a titolo gratuito) degli aderenti, alle cooperative sociali, dove oltre a volontari ritroviamo anche soci lavoratori e lavoratori dipendenti. Il carattere comune che qualifica tutte queste attività è dato dal fatto che è del tutto escluso (per statuto o in base alla prassi) l obiettivo del profitto, né è possibile distribuire gli eventuali utili ricavati nel corso delle attività. Caratteristiche e differenze rispetto alle cooperative ordinarie Le cooperative sociali sono una nuova forma di impresa cooperativa, prevista dalla legge n.381/91, hanno scopo solidaristico orientato all esterno della compagine sociale. Per quanto riguarda gli adempimenti richiesti per la costituzione delle cooperative sociali valgono le stesse regole previste per le cooperative ordinarie. I soci 1. I soci lavoratori sono quelli che partecipano alle attività della cooperativa svolgendo una normale attività lavorativa remunerata; 2. I soci lavoratori disagiati, sono quei soci che operando all interno della cooperativa ottengono il soddisfacimento di due fondamentali bisogni: a) l inserimento e l addestramento lavorativo e la relativa retribuzione; b) l inserimento sociale. Tali soci devono appartenere a determinate categorie di soggetti svantaggiati quali ad esempio. Ex alcolisti, ex tossicodipendenti, disabili fisici, disabili psichici, ecc.; 3. I soci volontari sono quei soci che operano in modo spontaneo e gratuito per fini di solidarietà. Tipi di cooperativa Le cooperative sociali sono essenzialmente di due tipi: Tipo A quelle che forniscono servizi socio sanitari ed educativi (impiegano soltanto soci lavoratori e soci volontari); Tipo B quelle che prevedono attività produttive finalizzate all inserimento lavorativo di persone svantaggiate (debbono quindi impiegare anche soci lavoratori disagiati). 13

CAPITOLO III LE ATTIVITA COMMERCIALI: la normativa E commerciante quel soggetto (persona fisica o società) che esercita un attività economica consistente nell acquisto di merci allo scopo di rivenderle. L attività commerciale può essere classificata in tre tipi: COMMERCIO ALL INGROSSO Esercita il commercio all ingrosso chi acquista merci e le rivende: - ad altri commercianti (es.: grossisti, dettaglianti, esercenti pubblici); - ad utilizzatori professionali (vale a dire: industrie, aziende artigiane, ecc..); - ad utilizzatori in grande (es.: collegi, enti pubblici o privati, ospedali, ecc..). Pertanto il grossista non può vendere al consumatore finale, anche se questi è disposto ad acquistare grandi quantitativi. Rientra nell ambito del commercio all ingrosso anche il commercio di importazione ed esportazione. COMMERCIO AL DETTAGLIO E il commercio esercitato da chi acquista merci e le rivende direttamente al consumatore finale, ovvero al pubblico in generale. Dunque il commercio all ingrosso e il commercio al dettaglio si differenziano per il tipo di cliente a cui si rivolgono e non per la quantità delle merci scambiate. Il commercio al dettaglio può essere esercitato sotto diverse forme, le più diffuse sono quella in sede fissa (negozi) e quella ambulante (o più esattamente su aree pubbliche). SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE E l attività svolta da chi somministra al pubblico, alimenti e bevande che sono immediatamente consumati sul posto (bar, pizzerie, ristoranti, ecc. ). Nel 1998 con decreto legislativo n.114 si è attuata la riforma del commercio in applicazione della legge 5/3/97 n.59. Il Decreto disciplina i requisiti di accesso all'attività commerciale, l'esercizio dell'attività di commercio al dettaglio in sede fissa e sulle aree pubbliche, le forme speciali di vendita, il regime degli orari e delle vendite straordinarie; vengono inoltre definite le nuove caratteristiche delle strutture di vendita. Nell'attività commerciale viene introdotto il principio della libertà di iniziativa economica privata. Il decreto non si applica a: (art. 4) Farmacie - tabaccherie - associazioni di produttori ortofrutticoli - produttori agricoli per la vendita di prodotti agricoli - vendita di carburanti effettuata negli appositi impianti - artigiani iscritti all'albo per la vendita nei locali di produzione o nei locali a questi adiacenti dei beni di produzione propria, pescatori e cacciatori che vendano al pubblico, al dettaglio, i prodotti della loro attività - vendita o esposizione per la vendita delle proprie opere d'arte - vendita di beni del fallimento - vendita in fiere campionarie e mostre di oggetti connessi. Tipologia delle attività commerciali: L'attività commerciale viene suddivisa solo in due specie: settore alimentare settore non alimentare. REQUISITI MORALI - non essere stato dichiarato fallito; - non essere sottoposto a provvedimenti contro la mafia; 14

- non essere stato condannato per reati contro la moralità pubblica, l'igiene e la sanità, frode alimentare, furto, rapina, ecc. REQUISITI PROFESSIONALI (sono previsti i seguenti casi in alternativa): Solo per il settore alimentare viene richiesto, oltre ai requisiti morali, anche il possesso di uno dei seguenti requisiti professionali: a) aver frequentato un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande istituito o riconosciuto dalla Regione o essere in possesso di un diploma di Istituto secondario o universitario attinente l attività di preparazione e somministrazione di alimenti e bevande; b) aver esercitato in proprio per almeno due anni, nell'ultimo quinquennio, l'attività di vendita all'ingrosso o al dettaglio di prodotti alimentari; c) aver prestato la propria opera, per almeno due anni nell'ultimo quinquennio, presso imprese esercenti l'attività nel settore alimentare in qualità di dipendente qualificato addetto alla somministrazione; d) essere stato coadiutore familiare di impresa che svolgeva o svolge l'attività commerciale nel settore alimentare, comprovato dalla iscrizione all'inps; e) essere stato iscritto nell'ultimo quinquennio al registro esercenti il commercio per uno dei gruppi merceologici individuati alle lettere a b c dell'art. 12 comma 2 D.M. 375. In caso di società il possesso dei requisiti professionali è richiesto con riferimento al legale rappresentante o ad altra persona specificatamente preposta all'attività commerciale nel settore alimentare. I corsi riconosciuti dalla Regione Emilia Romagna, ai sensi della L.R.19/79 sono tenuti dai seguenti Enti di formazione professionale: CESCON: via Darsena n.178 - Ferrara (0532/778411) ISCOM: via Baruffaldi n.18 - Ferrara (0532/234211) Per informazioni più dettagliate sulle modalità dei corsi, costi, durata, ecc. si possono chiedere informazioni agli Enti stessi o direttamente al Servizio formazione professionale della provincia di Ferrara Corso Giovecca n.150 (tel.0532/299024) sito internet: www.provincia.fe.it/formazioneprofessionale TIPOLOGIE DI ESERCIZI COMMERCIALI La nuova disciplina introduce tre diverse tipologie di esercizi commerciali legati alla superficie di vendita ed alla consistenza demografica del comune in cui sono insediati: ESERCIZI DI VICINATO: Fino a 150 mq. nei comuni con popolazione inferiore ai 10 mila abitanti; Fino a 250 mq. nei comuni con popolazione superiore ai 10 mila abitanti. MEDIE STRUTTURE DI VENDITA: Tra i limiti massimi degli esercizi di vicinato e 1.500 mq o 2.500 mq GRANDI STRUTTURE DI VENDITA: Oltre i limiti massimi previsti per le medie strutture. I centri commerciali saranno considerati medie o grandi strutture secondo la superficie globale degli esercizi che li compongono. 15

AVVIO DELLA ATTIVITA Il regime definitivo (dal 24 Aprile 1999) Abrogazione della L. 426/71, del D.M. 375/88 e di ogni norma incompatibile. Soppressione del REC. Le attività di vicinato potranno essere avviate previa semplice comunicazione scritta inviata al comune almeno 30 giorni prima dell inizio dell attività. Viene sancito l obbligo di rispettare i 30 giorni di decorrenza dall avvenuto ricevimento della domanda presso l amministrazione comunale. In questo periodo il futuro esercente non può assolutamente iniziare nulla di quanto dichiarato. La regola del silenzio assenso (la mancata risposta da parte della pubblica amministrazione entro 30 giorni corrisponde ad una risposta affermativa) è, infatti, una necessaria facilitazione per il futuro imprenditore, ma non di certo una scusa per saltare le necessarie pratiche amministrative. Una buona notizia in più è senz altro che la domanda, sempre per quello che riguarda gli esercizi più piccoli, non è soggetta a bollo; l obbligo rimarrà soltanto per i negozi con superfici superiori a 250 mq. Per i cittadini stranieri: Non vengono trascurati coloro che, provenendo dall estero, intendono iniziare un attività nel nostro paese; se essi fanno parte della UE, le regole risultano del tutto analoghe a quelle dei cittadini di casa nostra. I cittadini extracomunitari, invece, dovranno inviare, assieme alla domanda, gli estremi del domicilio nel nostro paese e la fotocopia del permesso di soggiorno. Se all interno dello stesso esercizio sono presenti sia prodotti di tipo alimentare che di tipo non alimentare, l imprenditore dovrà essere in possesso della licenza per la rivendita di questi ultimi; bisognerà inoltre che nella domanda siano indicati i metri quadri destinati a ciascuno dei due tipi di merce. Per le medie strutture si applicherà il regime autorizzato. Occorrerà quindi presentare domanda scritta per il rilascio dell autorizzazione, sia che si tratti di apertura o trasferimento di sede, sia di ampliamento di superficie. L autorizzazione viene rilasciata dal comune competente per territorio sulla base di appositi criteri predeterminati. Anche per le grandi strutture di vendita (supermercati ed ipermercati) si applicherà il regime autorizzatorio, ma a differenza dalle medie, per la domanda di ottenimento dell autorizzazione occorre anche il sì della Regione. GLI ORARI, I PREZZI, LE VENDITE Orario di apertura e chiusura Viene prevista la facoltà di scegliere il proprio orario all'interno di una fascia molto ampia (dalle h. 7 alle h. 22) non superando il limite di 13 ore giornaliere. Tutti gli esercenti potranno, se vogliono, stare aperti molto meno. Resta ferma la chiusura domenicale e festiva pur con ampie deroghe (nel mese di dicembre e per altre 8 settimane l anno). 16

Nei comuni o nelle zone ad economia prevalentemente turistica e nelle città d'arte tale disciplina è derogabile. Le disposizioni su orario e chiusura domenicale e festiva non si applicano a: tabaccherie - esercizi interni ai campeggi, villaggi e complessi turistici ed alberghieri, esercizi nelle aree di servizio autostradali, nelle stazioni, rivendite di giornali, gelaterie e gastronomie, alle rosticcerie ed alle pasticcerie, esercizi specializzati nella vendita di bevande, fiori, piante ed articoli da giardinaggio, mobili, libri, dischi, nastri magnetici, musicassette, videocassette, opere d'arte, oggetti d'antiquariato, stampe, cartoline, articoli da ricordo e artigianato locale. Altre disposizioni particolari potranno essere stabilite dai singoli comuni. Pubblicità dei prezzi I prodotti esposti per la vendita al dettaglio dovranno indicare in modo chiaro e leggibile il prezzo di vendita al pubblico. Anche i beni d'arte, d'antiquariato e oggetti preziosi sono soggetti alla pubblicità dei prezzi, però il cartellino dovrà essere visibile all'interno del negozio. Le vendite promozionali diverse dalle liquidazioni e dai saldi sono effettuate per periodi di tempo limitati: il ribasso deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita. Per i saldi, i periodi vengono determinati dalle regioni. Vendite straordinarie (art. 15) Le vendite straordinarie sono: le vendite di liquidazione le vendite di fine stagione le vendite promozionali. Le vendite di liquidazione sono state liberalizzate; vengono effettuate al fine di eliminare le merci in breve tempo a causa di: cessazione dell'attività, cessione dell'azienda, trasferimento in altro locale, trasformazione o rinnovo dei locali. Possono essere effettuate in qualsiasi momento dell'anno, previa comunicazione al comune dei dati e degli elementi comprovanti tali fatti. Le vendite di fine stagione riguardano i prodotti di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo. Le vendite promozionali vengono eseguite per tutti o una parte dei prodotti e per periodi limitati. In tutte le tipologie di vendite fin qui elencate, lo sconto o il ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che deve comunque essere esposto. Apparecchi automatici (art.17) FORME SPECIALI DI VENDITA Per le vendite tramite distributori automatici è sufficiente una comunicazione al Sindaco (decorsi 30 giorni l'attività può essere iniziata). Nella comunicazione deve essere dichiarata la sussistenza del possesso dei requisiti di onorabilità, nonché se l'apparecchio automatico viene installato su aree pubbliche, l'osservanza delle norme sull'occupazione del suolo pubblico. 17

La vendita mediante apparecchi automatici effettuata in apposito locale ad essa adibito in modo esclusivo, è soggetta alle medesime disposizioni concernenti l'apertura di un esercizio di vendita. Vendita per corrispondenza, televisione o altri sistemi di comunicazione (art. 18) Chi intende esercitare la vendita al dettaglio per corrispondenza o tramite televisione o altri sistemi di comunicazione deve presentare apposita comunicazione al comune nel quale ha la residenza, se persona fisica, o la sede legale e il possesso dei requisiti morali e professionali. Viene prevista la massima diffusione delle notizie relative al venditore a tutela del consumatore ed a garanzia dell'azione di vigilanza. Sono vietate le vendite all'asta per televisione. I prodotti possono essere inviati solo a seguito di richiesta specifica. Vendite effettuate presso il domicilio dei consumatori (art. 19) Chi intende vendere prodotti al dettaglio o effettuare la raccolta di ordinativi di acquisto presso il domicilio dei consumatori deve presentare apposita comunicazione al comune nel quale ha la residenza, se persona fisica, o la sede legale. L'attività può essere iniziata decorsi 30 giorni dal ricevimento della comunicazione di cui sopra. Nella comunicazione deve essere dichiarata la sussistenza dei requisiti morali. Chi intende avvalersi per l'esercizio dell'attività di incaricati, ne comunica l'elenco all'autorità di pubblica sicurezza del luogo nel quale ha la residenza o la sede legale e risponde agli effetti civili dell'attività dei medesimi. Tali persone devono essere in possesso dei requisiti morali. L'impresa rilascia un tesserino di riconoscimento alle persone incaricate, che deve ritirare non appena esse perdano i requisiti morali. Tale tesserino deve essere numerato e anno per anno datato, deve contenere le generalità e la fotografia dell'incaricato, l'indicazione a stampa della sede e dei prodotti oggetto dell'attività dell'impresa, nonché del nome del responsabile dell'impresa stessa e la firma di quest'ultimo e deve essere esposto in modo visibile durante le operazioni di vendita. Le disposizioni concernenti gli incaricati si applicano anche nel caso di operazioni di vendita a domicilio del consumatore effettuate dal commerciante sulle aree pubbliche in forma itinerante. Il tesserino di riconoscimento è obbligatorio anche per l'imprenditore che effettua personalmente le operazioni di vendita. Propaganda ai fini commerciali (art. 20) L'esibizione o illustrazione di cataloghi e l'effettuazione di qualsiasi altra forma di propaganda commerciale presso il domicilio del consumatore o nei locali nei quali il consumatore si trova, anche temporaneamente, per motivi di lavoro, studio, cura o svago, sono sottoposte alle disposizioni sugli incaricati e sul tesserino di riconoscimento. Commercio al dettaglio su aree pubbliche (art. 28) Il commercio sulle aree pubbliche è soggetto ad apposita autorizzazione rilasciata a persone fisiche o a società di persone regolarmente costituite secondo le norme vigenti e può essere svolto: a) sui posteggi dati in concessione per dieci anni b) su qualsiasi area purché in forma itinerante L'autorizzazione all'esercizio dell'attività di vendita sulle aree pubbliche mediante utilizzo di un posteggio è rilasciata dal Sindaco del Comune sede del posteggio e abilita anche all'esercizio in forma itinerante nell'ambito del territorio regionale. L'autorizzazione all'esercizio di vendita sulle aree pubbliche esclusivamente in forma itinerante è rilasciata dal Comune nel quale il richiedente ha la residenza, se persona fisica, o la sede legale. Tale autorizzazione abilita anche alla vendita al domicilio del consumatore nonché nei locali ove questi si trovi per motivi di lavoro, di studio, di cura o di intrattenimento o svago. 18

SOMMINISTRAZIONE AL PUBBLICO DI ALIMENTI E BEVANDE Si definisce somministrazione di alimenti e bevande la vendita di tali prodotti per il loro consumo sul posto. Questa definizione si riferisce quindi a tutti i casi in cui gli acquirenti consumano i prodotti nei locali dell'esercizio (o in una superficie aperta al pubblico) attrezzati allo scopo. L'attività di somministrazione può essere esercitata: 1) su aree pubbliche; 2) in sede fissa negli esercizi pubblici che assumono una diversa tipologia secondo i generi somministrati ed una diversa classificazione secondo le caratteristiche che ne determinano la categoria; 3) mediante apparecchi di distribuzione automatica; 4) in locali non aperti al pubblico; Gli esercizi pubblici si distinguono in: a) esercizi di ristorazione per la somministrazione di pasti, di bevande, comprese quelle aventi un contenuto alcolico superiore al 21 per cento del volume, e di latte (ristoranti, trattorie, tavole calde, pizzerie, birrerie ed esercizi similari); b) esercizi per la somministrazione di bevande, comprese quelle alcoliche di qualsiasi gradazione, nonché di latte, di dolciumi, compresi i generi di pasticceria e gelateria, e di prodotti di gastronomia (bar, caffè, gelaterie, pasticcerie ed esercizi similari); c) esercizi di cui alle lett. a) e b), in cui la somministrazione di alimenti e bevande viene effettuata congiuntamente ad attività di trattenimento e svago, in sale da ballo, sale da gioco, locali notturni, stabilimenti balneari ed esercizi similari; d) esercizi di cui alla precedente lett. b), nei quali è esclusa la somministrazione di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione. I requisiti per l esercizio di tale attività sono previsti dall art. 6 della Legge Regionale n.14/2003 ed il loro accertamento è a carico del Comune competente per territorio. Per aprire un pubblico esercizio occorre rivolgersi quindi al Comune competente per il rilascio della autorizzazione che accerterà il possesso dei requisiti morali e professionali. APRIRE UN NEGOZIO: alcuni consigli utili Cosa occorre fare per aprire un negozio: dotarsi di un locale idoneo, in regola con la legge n.626 sulla sicurezza e le norme igienicosanitarie. iscriversi al Registro delle imprese della Camera di Commercio. richiedere il numero di partita Iva. fare vidimare i libri contabili presso gli uffici Iva. comunicare al sindaco su un apposito modulo (reperibile presso gli assessorati al commercio o presso le associazioni di categoria) la propria intenzione di aprire l attività. Per i negozi di genere alimentare esiste l obbligo di frequentare un corso professionale riconosciuto dalla Regione o aver lavorato come dipendente per almeno 2 anni in un attività analoga. Come si diventa titolari di un negozio Sono tre le soluzioni per diventare titolare: 19

aprire un esercizio di vendita ex novo. acquistare un attività commerciale già esistente, pagando al titolare il cosiddetto avviamento. avviare il negozio con la formula del franchising, concludendo un contratto con la casa madre. Come si stabilisce il valore di un esercizio Ecco i parametri per stabilire il prezzo di un attività commerciale: fatturato annuo ubicazione stato di conservazione delle attrezzature e degli arredi potenzialità di sviluppo dell impresa durata del canone di locazione numero delle vetrine dimensione del locale. Il fatturato: è l elemento più importante, preso come riferimento dalla Federazione italiana agenti d affari in mediazione per elaborare il listino prezzi delle attività commerciali. la merce: al prezzo del negozio va aggiunto il valore della merce invenduta al netto dell Iva, risulta irrilevante nei negozi di frutta e verdura; al contrario è notevole per i colorifici, negozi di casalinghi, profumerie, elettrodomestici. Quali regole seguire prima dell acquisto del negozio fare ripetuti sopralluoghi in diverse ore della giornata per verificare la reale capacità di guadagno del negozio, l affluenza, il tipo di clientela e comprendere com è organizzata l attività; controllare (o far controllare da persone competenti) il contratto di locazione, soprattutto durata e scadenza; capire se il valore del negozio dipende dalle capacità del titolare o dalla posizione strategica del locale. Solo riuscendo ad incrementare la clientela si potrà dire di aver fatto un buon affare. Quanto tempo occorre per diventare operativi Dopo un mese dalla comunicazione scritta al primo cittadino è possibile alzare la saracinesca. Quali prodotti si possono vendere prodotti del settore alimentare prodotti del settore non alimentare in questi ambiti non esistono restrizioni. Il salumiere ( ad es. ) può vendere biscotti. Se vi sono i requisiti sono ammesse anche le attività miste: food e non food. Affitto dei locali: cosa dice la legge La legge in esame è la numero 392 del 27 luglio 1978. Per i primi sei anni è previsto un canone libero concordato dalle parti. Il contratto è rinnovabile per altri sei. Dopo dodici anni le condizioni sono rinegoziabili. In altre parole, chi affitta può alzare il prezzo, magari perché ha altre offerte interessanti. Il vecchio affittuario, però, ha una sorta di «diritto di prelazione»: può decidere se accettare le nuove condizioni senza temere che l'offerta venga fatta prima ad altri. E se il commerciante è costretto a lasciare i locali in anticipo rispetto alla scadenza del contratto? Al negoziante spetta un indennizzo di 18 mensilità calcolate sul vecchio canone d'affitto. 20