VI DAL MIO DIARIO DI CACCIA
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Ho iniziato ad effettuare i miei primi sopralluoghi a Grotticelle nel febbraio del 1997. Il lavoro che stavo avviando era volto a conoscere il numero di farfalle che durante le ore di volo, nei diversi giorni, si sarebbero avvicinate ad una luce, e al prelievo di una coppia per avviare un allevamento. Grazie alle testimonianze di vecchi contadini del posto, raccolsi informazioni sufficienti per individuare il sito esatto dove il conte usava sistemarsi con la lampada per catturare le farfalle. Una postazione che mi parve poco felice, probabilmente in ragione delle trasformazioni avvenute durante i quarant anni trascorsi. In marzo, alla mia prima sera di caccia giunsi con l auto carica: avevo preparato l illuminatore a gas, abbondante filo elettrico, la lampada a vapori di mercurio, due teli, il retino, dei barattoli e dell anestetico, e poche altre minuterie 34. Montai tutto nel posto prescelto qualche giorno prima, un ampia radura con ai margini giovani piante di frassino, e attesi per qualche ora. Con il passare delle ore, l impazienza per il mancato incontro mi rendeva insicuro. «Forse è il vento che è cambiato o forse è la luce che non penetra nel bosco». Ad un certo punto cominciai a 34 Moltissimi insetti, come la bramea, per spostarsi di notte e per seguire le loro misteriose rotte reagiscono a stimoli luminosi anche debolissimi. Le luci costituiscono un attrazione irresistibile, superstimoli assolutamente imperativi. 75
La Psiche del Frassino smontare tutto per rimontare poco più sotto o poco più sopra. Tentavo di trovare la postazione più adatta per attrarre le farfalle. Una gran fatica spostarsi al buio nel bosco con tutta l attrezzatura in un freddo pungente. Durante quella prima notte, ma più consapevolmente in quelle successive, la sapida umidità notturna tra quegli alberi, il calore della lampada nell ambiente suggestivo di Grotticelle, reso incantevole dalla brillante volta stellata, suggellarono nell attesa un ricordo straordinario. Nelle notti a seguire imparai a godermi il sapore di quel preludio, ricostruendo puntigliosamente nella mente le situazioni descritte da altri autori in quelle stesse circostanze; mi sembrava di aver operato un transfert psicologico ed emotivo: mai come allora mi sentivo vicino al conte. La ricerca continua, in notturna, di angoli del bosco, di punti dove sistemare la luce, di versanti meglio esposti per la cattura della farfalla, sembrava diventata un gioco. Quell ultimo scorcio d inverno fu molto freddo. Minacciava continuamente di nevicare, anche se a giornate caliginose si accompagnavano spesso serate limpide e serene. Alzavo gli occhi per rivolgere lo sguardo in alto, pronto a scorgere un improbabile volo. Ma le mie pupille si dilatavano per cogliere i riflessi di quel muto cosmo seminato finemente di lumi. Erano le notti in cui anche la cometa Hale Bop appariva, meravigliosa nella sua più grande luce, fendere il cielo. In quei giorni attirava l attenzione di tutti, e tutti parlavano dei suoi colori e della sua luminosità. Probabilmente, durante la storia del suo cammino, l uomo ha avuto solo quattro o cinque occasioni per osservarla 35. E la bramea? Quante volte invece l aveva potuta 35 Appare circa ogni 2000 anni, l ultima apparizione, si ipotizzava, poteva essere stata quella riportata nella Bibbia, quella della grotta e del divino Natale per intenderci. 76
Dal mio Diario di Caccia mirare? 10.000, o forse 20.000, o forse più. Un confronto impossibile, che però, in quei momenti, aiutava a dare concretezza alla mia speranza. Si ripeté spesso, nell incipienza di quelle notti, uno spettacolo straordinario. Il cielo, dapprima chiaro, sembrava addensarsi diventando come di cera. In pochi minuti s approfondiva e virava dal turchese al cobalto, al blu intenso. La luna, piena nella sua luce, dal basso recuperava la volta. Cresceva l oscurità e crescevano le stelle, la trama vibrante di grani bianchi lumeggiava forte, ma senza confronto con l inconsueto e strabiliante astro. Sotto la polvere della cometa il lumicino della mia trappola; poco più sopra, nel chiarore dell insolita notte, le chiome alte dei frondosi alberi, agitati a tratti dal vento, parevano come onde fruscianti di un mare pallido. E la bramea, distratta da quelle luci ben più visibili della mia, allungava il silenzio di quelle cacce. Nonostante accendessi puntualmente le luci al crepuscolo e mi soffermassi anche oltre la mezzanotte, i miei tentativi continuavano ad essere senza esito. Con altre piccole falene, le immancabili pavonie raccoglievano puntualmente il mio invito notturno. Ma seguitai anche nei giorni successivi. Nel frattempo il freddo intenso e qualche cane randagio, in vena d intemperanze e di aggressività, contribuirono ad innalzare un po la tensione di quelle serate. Altri animali assistevano al mio lavoro. Un poderoso gruppo di bovini podolici allo stato brado, i cui mantelli bianchi sembravano luminescenti alla luce della luna, si dava appuntamento proprio lì dove avevo finito per sistemare definitivamente la lampada. I rustici mammiferi, sdraiati regolarmente tutt intorno, seguivano lentamente con il loro ampio sguardo i miei spostamenti, ruminavano e 77
La Psiche del Frassino si godevano l inconsueto spettacolo notturno nel bosco (così come si fa spesso al cinema, sgranocchiando qualcosa senza distogliere l attenzione dalla luce sullo schermo). Non si scomponevano neanche al rumore sordo e nitido provocato dallo scontro di corna maschie, in lotta per la leadership sul gruppo. Anche gli amici della Forestale venivano di tanto in tanto a trovarmi a quell ora. Con loro scambiavo commenti e piacevoli cortesie. Tra i pensieri mi ricorreva quello degli studiosi, specialmente stranieri, che in passato erano venuti nel Vulture per catturare la farfalla ed erano poi ritornati nei loro paesi delusi per non averne presa una. In particolare di Laplanche che pubblicò nel 1973, sulla 78
Dal mio Diario di Caccia rivista Alexanor (Paris, 45, rue de Buffon), il resoconto delle sue visite nel Vulture e del suo insuccesso nella primavera del 1971 36. Una sera, mentre ero in compagnia dell amico Carmine Vaccaro di Monticchio Sgarroni, che di tanto in tanto mi accompagnava, la perseveranza fu premiata. Con un volo rapido, deciso, diverso, come nessun altra farfalla fino a quel momento aveva effettuato, la bramea ci apparve per la prima volta davanti alla lampada. Da quell istante ebbi senso d ogni silenzio di quelle notti. Sotto una scena celeste speciale davvero il lavoro scorse d un fiato, e finalmente disimmaginai. 36 Laplanche G. 1973 Chasse en Lucanie, Mont Vulture (Lep. Brahmaeidae, Rhopalocera). Alexanor, VIII: 105-107. 79
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