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MESSA A PUNTO DI UN SISTEMA INFOR- MATIVO TERRITORIALE PER LA GESTIONE DELLE CONOSCENZE SUL PATRIMONIO BOSCHIVO PROVINCIALE Mario Busatto, Lucia Modonesi (Provincia di Viterbo) Stefano Della Chiesa, Nicoletta Ripa (DAF - Università degli Studi della Tuscia) INTRODUZIONE Per una corretta gestione dell'ambiente forestale nel suo complesso, attuata secondo criteri selvicolturali sostenibili, è indispensabile una buona conoscenza del territorio e delle sue peculiarità. L uso di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) 1, che raccolga tutte le informazioni e le conoscenze disponibili, diviene un passo indispensabile per una efficiente gestione del territorio; un SIT dinamico, aggiornabile con tutti i dati territoriali di volta in volta disponibili, rappresenta uno strumento fondamentale per la pianificazione territoriale. Un tale Sistema costantemente aggiornato, consentendo una rapida consultazione di un data base georeferenziato, costituisce un supporto operativo anche nella gestione delle situazioni di emergenza come nel caso degli incendi boschivi che annualmente percorrono il territorio provinciale. In quest'ottica è nata una collaborazione tra la Provincia di Viterbo, Servizio Difesa Suolo e Gestione delle Risorse Naturali, il DAF (Dipartimento di Tecnologia, Ingegneria e Scienze dell'ambiente e delle Foreste) dell'università della Tuscia e la società informatica Alpha Consult srl con l'obiettivo di costituire un SIT tematico per la gestione delle informazioni inerenti il patrimonio boschivo provinciale. Il SIT, tuttora in corso di realizzazione, prevede la creazione di una banca dati georeferenziata relativa a tutti i boschi della provincia di Viterbo contenente informazioni relative alla forma di governo e trattamento del soprassuolo, alla composizione specifica del bosco, alla presenza o meno di un piano di assestamento, al particellare forestale, ecc.. LA REDAZIONE DELLA CARTA DEI BOSCHI DELLA PROVINCIA DI VITERBO Numerosissime applicazioni in campo agricolo, forestale ed ambientale sono basate sulla lettura e l'interpretazione delle fotografie aeree, quasi tutta la produzione cartografica moderna è basata su tecniche di fotogrammetria, attraverso il rilievo di caratteristiche territoriali rilevabili dalle foto aeree. L'elaborato finale della fotointerpretazione è una carta tematica georeferenziata che rappresenta il territorio in maniera sia qualitativa (con attributi) che quantitativa (con classi definite da intervalli numerici) attraverso simboli e l'opportuna legenda; inoltre un dato di tali caratteristiche può agevolmente essere inserito in un SIT ed elaborato unitamente agli altri strati informativi (o tematismi) per ottenere nuove informazioni (overlay tematici) non desumibili dai singoli tematismi. Rispetto ad una rappresentazione puramente geometrica degli oggetti presenti in una carta tematica, ad un sistema informativo territoriale si chiede di mantenere e gestire le informazioni che riguardano le relazioni spaziali tra i diversi elementi, nonchè la topologia 2 areale del singolo tematismo. Oltre all'aspetto topologico e geometrico per essere efficace il modello di dati deve prevedere l'implementazione con i relativi dati descrittivi alfanumerici. DIGITALIZZAZIONE Le foto aeree del volo Italia 2000 in scala 1:10.000 su cui è stata realizzata la digitalizzazione, (Fig. 1) presentano caratteristiche pancromatiche 3 ; le immagini hanno un'ottima definizione, con una superficie di ripresa in ogni fotogramma pari a circa 42 km2 (6x7 Km). Le fotografie d'alta quota hanno permesso, in tempi relativamente ristretti, di riconoscere quelle porzioni di territorio su cui insiste una copertura boschiva. Il volo su cui è stato condotto il lavoro di dettaglio si è mostrato particolarmente utile per definire le caratteristiche della copertura, nonché la morfolo- 177

Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 Fig. 1 - Stralcio foto aerea volo Italia 2000 gia dell'intero territorio provinciale. Mediante la fotointerpretazione è stata evidenziata una discontinuità nella copertura forestale del territorio provinciale, ad eccezione delle zone della Selva del Lamone, di Monte Rufeno e dei Monti Cimini dove sono presenti ampie aree boscate omogenee e della vegetazione forestale ripariale sviluppata lungo quasi tutto il reticolo idrografico provinciale. I fotogrammi utilizzati per il censimento delle aree boschive sui 361.890 ettari della provincia di Viterbo sono circa 120; per motivi di ordine pratico, dovuti essenzialmente alla difficoltà nella gestione di tali immagini (circa 120 Mb ciascuna), queste sono state ritagliate in 42 riquadri di circa 1x1 Km (Fig. 2) e compresse nel formato JPEG. Le immagini essendo georeferenziate sono perfettamente Fig. 2 - Sovrapposizione di un reticolo 1x1 Km alla foto aerea sovrapponibili alla Carta Tecnica Regionale (CTR) (Fig. 3), permettendo l'analisi delle caratteristiche clivometriche delle zone boscate; risulta infatti poco significativa la presenza di superfici boscate nelle aree pianeggianti intensamente antropizzate; la maggior parte della superficie forestale insiste su zone accidentate ed a pendenza medio-alta, ciò è naturalmente spiegato dalla maggior difficoltà d'insediamento di attività produttive in tali aree. La superficie boschiva censita complessivamente nella provincia di Viterbo è di circa 78.600 ettari, che rappresenta circa il 22 % del territorio provinciale; le aree boscate censite hanno un'estensione non inferiore a 5.000 metri quadrati ed una larghezza mediamente maggiore di venti metri (art. 4 Legge Regionale del Lazio n. 39 del 28-10-2002 "Norme in materia di gestione delle risorse forestali"), le aree boscate ripariali sono state incluse nel censimento Fig. 3 - Sovrapposizione del CTR alla foto aerea. anche se inferiori a tali dimensioni. Il software utilizzato per la digitalizzazione è il GDL - Graphic Data Link dell'alpha Consult di Roma (sviluppatore registrato dell'autodesk per i programmi GIS di desktop); come dice il nome GDL collega il dato grafico con il record del database e facilita le operazioni d'interrogazione. La procedura di digitalizzazione consiste essenzialmente nel perimetrare le aree interpretate come boscate; ai poligoni identificati come bosco si associa un centroide di riferimento che costituisce l'elemento grafico cui viene associata l'informazione (ovvero "area boscata" - Fig. 4 e Fig. 5); terminata la digitalizzazione occorre rendere topologici gli oggetti del disegno. È possibile eseguire qualsiasi elaborazione cartografica con altri tematismi: ad esempio attraverso l'operazione di overlay topologico 4 della carta dei limiti comunali della provincia di Viterbo con quella dei boschi è possibile 178

Provincia di Viterbo: esperienza EMAS multilivello Superficie boscata (ha) Superficie boscata (ha) ACQUAPENDENTE 6.353 ISCHIA DI CASTRO 4.524 ARLENA DI CASTRO 272 LATERA 658 BAGNOREGIO 1.995 LUBRIANO 253 BARBARANO ROMANO 1.311 MARTA 89 BASSANO IN TEVERINA 383 MONTALTO DI CASTRO 914 BASSANO ROMANO 902 MONTEFIASCONE 1.290 BLERA 3.495 MONTE ROMANO 2.746 BOLSENA 898 MONTEROSI 100 BOMARZO 1.230 NEPI 1.416 CALCATA 221 ONANO 599 CANEPINA 1.420 ORIOLO ROMANO 619 CANINO 2.558 ORTE 1.762 CAPODIMONTE 420 PIANSANO 303 CAPRANICA 853 PROCENO 559 CAPRAROLA 1.806 RONCIGLIONE 1.064 CARBOGNANO 252 SAN LORENZO NUOVO 470 CASTEL SANT'ELIA 853 SORIANO NEL CIMINO 2.555 CASTIGLIONE IN TEVERINA 473 SUTRI 1.395 CELLENO 472 TARQUINIA 3.647 CELLERE 640 TESSENNANO 306 CIVITA CASTELLANA 1.187 TUSCANIA 2.320 CIVITELLA D'AGLIANO 830 VALENTANO 709 CORCHIANO 363 VALLERANO 543 FABRICA DI ROMA 553 VASANELLO 857 FALERIA 776 VEJANO 1.978 FARNESE 2.128 VETRALLA 3.251 GALLESE 710 VIGNANELLO 70 GRADOLI 601 VILLA SAN GIOVANNI 128 GRAFFIGNANO 595 VITERBO 7.302 GROTTE DI CASTRO 672 VITORCHIANO 944 SUPERFICIE BOSCATA PROVINCIALE 78.593 Tab. 1 - Superficie boscata presente nei diversi comuni della provincia di Viterbo. di dati memorizzati su data base relazionali basati su linguaggi di tipo SQL 5. L'esperienza fatta, indica che possono essere sfruttate in modo ottimale le potenzialità dell'indagine fotointerpretativa, lo studio potrebbe essere esteso oltre alla sola copertura boschiva ottenendo risultati molto interessanti per molteplici scopi: di monitoraggio, di gestione e di pianificazione territoriale operativa. La Tavola allegata n. 5 riporta la carta provinciale dei boschi ottenuta dalla digitalizzazione di cui al presente paragrafo. L'ortofoto digitale a colori a copertura nazionale è in assoluto la base più moderna ed efficiente per un Sistema Informativo Territoriale, consentendo periodici e dinamici aggiornamenti secondo cadenze prefissate, sia in casi di aree limitate, sia su scala più vasta. attribuire a ciascun comune la rispettiva copertura boschiva (Tab. 1) e la relativa cartografia (Fig. 6). Con una semplice operazione è quindi possibile acquisire informazioni non ottenibili dalle singole carte perché non si tratta di una sovrapposizione visuale dei vari tematismi, ma di una interrogazione Fig. 4 - Perimetrazione delle aree boscate LA CARATTERIZZAZIONE DEI BOSCHI SULLA BASE DEI DATI CONTENUTI NEI PIANI DI ASSESTAMENTO FORESTALE E NEI PROGETTI DI TAGLIO Nella prima fase del lavoro i dati per la caratterizzazione dei boschi e la costruzione del data base sono stati desunti dai Piani di Assestamento Forestale (PAF) adottati dagli enti pubblici, collettivi o morali della provincia di Viterbo e trasmessi ai competenti uffici regionali per l'approvazione. Questi PAF coprono una buona parte del territorio provinciale e contengono molte informazioni sulle risorse forestali degli enti proprietari; in seguito verranno utilizzati i "progetti di taglio" disponibili presso l'ufficio Gestione Risorse Naturali dell'amministrazione Provinciale di Viterbo dai quali saranno desumibili informazioni di maggior dettaglio rispetto a quelle contenute nei PAF. L'acquisizione dei dati prevede: - una prima fase di digitalizzazione dei PAF disponibili in forma cartacea, mediante una scansione con scanner A0 ad alta risoluzione; - una seconda fase di georeferenziazione eseguita 179

Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 utilizzando la base cartografica utilizzata per la redazione degli stessi piani; - una terza fase di vettorializzazione delle particelle forestali che sono state utilizzate come unità territoriale elementare di riferimento (UTE); - infine a ciascuna delle particelle forestali (UTE) sono associate tutte le informazioni disponibili ricavate dal PAF creando così una banca dati georeferenziata. LA PIANIFICAZIONE FORESTALE La normativa nazionale (R.D. n. 3267/23, art. 130) e regionale (L.R. n.39/02, art. 17) in materia forestale prescrive che la gestione del patrimonio forestale di proprietà pubblica o collettiva, nonché degli enti morali, debba essere effettuata sulla base di un Piano di Gestione ed Assestamento Forestale (PGAF o PAF). L'art. 13 della L.R. del Lazio n. 39/02 stabilisce che i PGAF abbiano una durata non superiore ai 15 Ente Proprietario Stato Istruttoria anni e che contengano almeno i seguenti elementi: - obiettivi del piano; - delimitazione e zonizzazione del patrimonio boschivo dell'ente; - documentazione cartografica; - analisi della vegetazione; - descrizione delle particelle forestali; - determinazione della provvigione e della ripresa legnosa; - piano degli interventi selvicolturali; - modalità e tecniche di esercizio dell'attività di utilizzazione forestale; - disciplina dell'esercizio di attività inerenti le produzioni forestali non legnose; - piano della viabilità forestale (art. 41, comma 5, L.R. 39/02) e misure per il miglioramento della rete viaria forestale e per la salvaguardia del sistema idrografico esistente all'interno del patrimonio boschivo; - modalità di conservazione, salvaguardia e criteri Anno di scadenza A.S.B.U.C. Grotte S. Stefano Viterbo Grotte S. Stefano in istruttoria 2013 di Arlena di Castro Arlena di C. in istruttoria 2008 di Blera Blera approvato 2017 di Bomarzo Bomarzo in istruttoria 2012 di Canino Canino approvato 2017 di Caprarola Caprarola scaduto 2000 di Carbognano Carbognano in istruttoria 2006 di Cellere Cellere scaduto 2002 di Fabrica di Roma Fabrica di Roma in istruttoria 2007 di Ischia di Castro Ischia di Castro in istruttoria 2010 di Nepi Nepi in istruttoria 2017 di Piansano Piansano in istruttoria 2005 di Ronciglione Ronciglione in istruttoria 2004 di Soriano nel Cimino Soriano nel Cimino scaduto 2002 di Tuscania Tuscania scaduto 2001 di Vetralla Vetralla approvato 2001 di Villa S. Giovanni in T. Villa S. Giovanni in T. in istruttoria 2016 Ospedale Grande degli Infermi Viterbo in istruttoria 2009 Parco Marturanum Barbarano R. in istruttoria 2006 Ris. Naturale Monte Rufeno Acquapendente approvato 2010 Ris. Naturale Selva del Lamone Farnese approvato 2011 Univ. Agr. Bassano Romano Bassano R. scaduto 2002 Univ. Agr. Capodimonte Capodimonte in istruttoria 2012 Univ. Agr. Civitella Cesi Blera in istruttoria 2015 Univ. Agr. Civitella d Agliano Civitella d Agliano in istruttoria 2017 Univ. Agr. di Chia Soriano nel Cimino-Chia in istruttoria 2011 Univ. Agr. di Graffignano Graffignano in istruttoria 2012 Univ. Agr. di Oriolo Romano Oriolo Romano scaduto 2000 Univ. Agr. di Tarquinia Tarquinia scaduto 2003 Univ. Agr. di Vasanello Vasanello in istruttoria 2007 Univ. Agr. Monte Romano Monte Romano/Tarquinia scaduto 2001 Univ. Agr. Mugnano in Teverina Bomarzo in istruttoria 2005 Tab. 2 - Piani di Assestamento Forestale della provincia di Viterbo presentati alla Regione Lazio. specifici per l'utilizzazione forestale di biotopi di particolare interesse naturalistico ufficialmente individuati e di aree con particolare destinazione d'uso e di alberi monumentali. Il Piano di Assestamento Forestale, attraverso la dettagliata conoscenza dei parametri quali-quantitativi dei boschi considerati, tenuto conto dei vincoli esistenti e degli indirizzi generali della politica forestale, determina le modalità di gestione più idonee per il raggiungimento, nelle singole particelle forestali (porzioni omogenee di soprassuolo boschivo che costituiscono l'unità territoriale e gestionale di riferimento) degli obiettivi di conservazione, fruizione e valorizzazione del patrimonio forestale, nei suoi aspetti polifunzionali. In provincia di Viterbo gli enti pubblici, collettivi o morali che hanno adottato un PAF per la gestione del proprio patrimonio boschivo sono riportati in Tabella 2. I Piani sotto indicati sono stati adottati dagli enti proprietari e trasmessi ai competenti uffici regionali per l'approvazione, in Tabella 2 è riportato anche lo stato delle relative istruttorie. IL LAVOROSVOLTO Allo stato attuale sono stati digitalizzati ed inseriti nel Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Viterbo i 180

Messa a punto di un sistema informativo territoriale per la gestione delle conoscenze sul patrimonio boschivo provinciale Ente Proprietario Stato Istruttoria Anno di scadenza Superficie assestata (ettari) Classi di uso del suolo Base cartografica di Soriano nel Cimino Soriano nel Cimino scaduto 2002 1.284 5 IGM 1:25.000 di Vetralla Vetralla approvato 2001 2.472 8 IGM 1:25.000 di Villa S. Giovanni Villa S. Giovanni in T. in istruttoria 2016 57 2 CTR 1:10.000 Parco Marturanum Barbarano R. in istruttoria 2006 242 10 IGM 1:25.000 Ris. Naturale Monte Rufeno Acquapendente approvato 2010 2.885 34 CTR 1:10.000 Ris. Naturale Selva del Lamone Farnese approvato 2011 2.030 27 CTR 1:10.000 Univ. Agr. Civitella d Agliano Civitella d Agliano in istruttoria 2017 65 5 catast. 1:2.000 Univ. Agr. di Tarquinia Tarquinia scaduto 2003 1.425 6 IGM 1:25.000 Tabella 3 - Piani di Assestamento Forestale inseriti nel SIT della Provincia di Viterbo. piani riportati in Tabella 3. Le copie cartacee dei PAF sono state reperite, in parte, presso l'ufficio Gestione Risorse Naturali della Provincia di Viterbo ed in parte presso l'area Foreste della Regione Lazio. I PAF più recenti sono stati redatti su CTR scala 1:10.000 come nel caso dei PAF del di Villa S. Giovanni in Tuscia, della Riserva Naturale di Monte Rufeno (Acquapendente) e della Riserva Naturale Selva del Lamone (Farnese); mentre i PAF dell'università Agraria di Tarquinia, del di Soriano nel Cimino, del di Vetralla e del Parco Marturanum (Barbarano Romano) hanno come basi cartografiche le tavolette dell'igm scala 1:25.000. Soltanto Civitella d'agliano, grazie essenzialmente all'esigua superficie dei boschi assestati (circa 65 ettari), poggiava su una carta catastale scala 1:2.000. Naturalmente per georeferenziare i diversi piani senza approssimazioni grossolane ed entro i limiti di tolleranza ammissibili, sono state usate le carte topografiche con le quali i PAF sono stati perimetrati. Superata la fase di georeferenziazione si è passati alla digitalizzazione delle diverse particelle forestali individuate nei singoli PAF, assunte come unità territoriale elementare di riferimento (UTE), successivamente è stata associata a ciascuna di queste il relativo numero di particella, uso del suolo e forma di governo. Il risultato di questo preliminare lavoro è costituito dalle otto carte dei boschi allegate. La problematica emersa con chiarezza da questa prima fase di digitalizzazione dei PAF adottati dagli enti pubblici del viterbese è sicuramente la grande disomogeneità dei dati ricavabili dai diversi piani: passiamo da piani in cui sono state individuate 34 classi di uso del suolo su una superficie pari a circa 2.900 ettari (PAF della Ris. Naturale Monte Rufeno) a piani in cui sono state individuate solo 6 classi d'uso su una superficie pari a circa 1.400 ettari (PAF dell'univ. Agr. di Tarquinia); anche le basi cartografiche di riferimento dei diversi PAF sono le più varie. Questa disomogeneità è dovuta anche alle epoche diverse in cui sono stati redatti i diversi piani ed alla disponibilità sempre più diffusa negli ultimi Fig. 5 - Individuazione aree boscate 181 Fig. 6 - Boschi censiti nel comune di Acquapendente

Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 anni di strumenti informatici sempre più potenti e tecniche di fotointerpretazione digitale che rendono possibile una facile sovrapposizione alle carte tecniche regionali e catastali le foto aeree riprese in periodi diversi. La disponibilità di informazioni così eterogenee comporta notevoli difficoltà nella creazione di un data base provinciale, che per sua stessa natura necessita di dati ed informazioni confrontabili ed omogenei per tutto il territorio d'esame. Il lavoro d'acquisizione dei dati ricavabili dai PAF è ancora in via di completamento, sarà quindi disponibile in tempi brevi la banca dati georeferenziata di tutti i piani adottati dagli enti pubblici, collettivi e morali della provincia di Viterbo. INFORMATIZZAZIONE DEI DATI DENDRO-AUXOMETRI- CI RIPORTATI NEI PROGETTI DI UTILIZZAZIONE BOSCHIVA Nella fase successiva del lavoro, per la caratterizzazione delle aree forestali verranno utilizzati i dati contenuti nei progetti di taglio e di altri interventi colturali che sono oggetto di istruttoria presso gli uffici della Provincia. La L.R. del Lazio n. 39/2002, confermando quanto previsto dalla L.R. del Lazio n. 4/1999, individua nelle Province gli enti destinatari del conferimento delle funzioni amministrative relative al vincolo idrogeologico previste dalle Prescrizioni di Massima e Polizia Forestale (PMPF) ed in particolare relative alle utilizzazioni boschive per superfici superiori a tre ettari. Con le Deliberazioni di Giunta Provinciale n. 104/99 e n. 40/03 è stato individuato il Servizio Difesa del Suolo e Gestione Risorse Naturali dell'assessorato all'ambiente della Provincia di Viterbo come responsabile dell'espletamento di tutte le attività riguardanti il settore forestale delegate ed assegnate alla Provincia. Più in particolare la competenza del rilascio dell'autorizzazione al taglio dei boschi di superficie superiore a 3 ettari fa capo all'ufficio Gestione Risorse Naturali. La gestione delle aree boscate e cespugliate della provincia, nelle more dell'adozione del Regolamento Forestale Regionale di cui all'art. 36 della L.R. n. 39/02, è ancora regolamentata dalle PMPF approvate con L.R. n.4/99, che stabiliscono quali sono gli interventi ammessi, le modalità esecutive ed i limiti entro i quali gli interventi possono essere eseguiti. Le PMPF stabiliscono che per i tagli di utilizzazione nelle fustaie (art. 39) e nei cedui (art. 51) di superficie superiore a tre ettari l'istanza deve essere corredata da un "progetto di taglio" che contenga: 1. relazione; 2. conformità con la pianificazione territoriale vigente; 3. indicazione su cartografia catastale e su carta tecnica 1:10.000 (o in assenza di questa su carta topografica 1:25.000); 4. area dell'appezzamento o degli appezzamenti da utilizzare, e riferimenti catastali; 5. indicazione delle specie legnose componenti il soprassuolo arboreo, la forma di governo e trattamento in atto, età, grado di copertura, condizioni dei popolamenti circostanti; 6. dati tecnici dell'utilizzazione: - piedilista di martellata di tutte le piante che cadranno al taglio (per i boschi d'alto fusto); - provvigione residua dopo il taglio (per i boschi d'alto fusto); - criteri che si vuole seguire per garantire l'affermazione della rinnovazione (per i boschi d'alto fusto); - piedilista di martellata delle matricine di età tripla del turno o superiore che cadranno al taglio (per i boschi cedui); - stima orientativa della massa legnosa dell'utilizzazione; - modalità di esbosco. 7. forma di governo e trattamento che si prevede di adottare in prospettiva; I progetti di taglio contengono quindi molte informazioni utilissime per una conoscenza approfondita delle risorse forestali del nostro territorio. Dal 1999 ad oggi sono stati presentati alla Provincia di Viterbo circa 400 progetti di taglio in cui viene analizzata una superficie boscata complessiva pari a circa 5.900 ettari. La superficie boscata analizzata nei progetti di taglio distinta per comune e per anno è riportata in Tabella 4. Il data base georeferenziato contenuto nel Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Viterbo conterrà i seguenti dati: - Superficie lorda interessata dall intervento colturale (superficie catastale); - Superficie di intervento al netto di tare (strade, radure, ecc.); - composizione specifica del soprassuolo; - forma di governo e trattamento in atto; - incremento legnoso annuale medio (massa totale/età del soprassuolo); - descrizione ultimo intervento colturale; - stima orientativa della massa legnosa ricavata dall'intervento colturale autorizzato dalla Provincia; 182

Messa a punto di un sistema informativo territoriale per la gestione delle conoscenze sul patrimonio boschivo provinciale - anno ultimo intervento colturale. La base cartografica di riferimento sarà la cartografia catastale (scale 1:1.000, 1:2.000 o 1:4.000). NOTE 1 SIT o GIS: (Sistema Informativo Territoriale) o (Geographical lnformation System): un insieme complesso di componenti hardware, software, umane ed intellettive per acquisire, processare, analizzare, immagazzinare e restituire in forma grafica ed alfanumerica dati riferiti ad un territorio. 2 Topologia: La topologia è un insieme di regole per definire in maniera esplicita le relazioni, i rapporti di connessione e di continuità tra gli elementi spaziali e per collegare tali elementi alle relative descrizioni (attributi). 3 Pancromatiche: Le immagini pancromatiche sono acquisite nella banda spettrale del visibile dei 0.45-0.90 micrometri. 4 Overlay, overlay topologico: Procedura di analisi spaziale che consente di sovrapporre e intersecare gli strati informativi (layer) unendo così le informazioni associate a ciascuno di essi, per produrre un nuovo strato di sintesi. 5 SQL: (Structured Query Language): linguaggio strutturato per l'interrogazione e visione delle informazioni contenute in una banca dati relazionale. BIBLIOGRAFIA L. ARUTA; P. MARESCALCHI, l'uso e lettura delle carte, 1994. M. CANTIANI, L. HERMANIN, O. LA MARCA, Appunti di assestamento Forestale 1985. G. BIALLO, Introduzione ai sistemi informativi geografici MondoGIS 2001 P. DI GIACOMO, Ingegneri e architetti 1-2-3, Roma 1999 pp. 24-25 Tab. 4 - Superficie boscata analizzata nei progetti di taglio presentati alla provincia di Viterbo negli anni dal 1999 al 2003 distinta per comune ( * dato aggiornato al 30/11/2003) 183