DERIVAZIONI D'ACQUA IN PROVINCIA DI VITERBO. Stato attuale e prospettive di gestione

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1 DERIVAZIONI D'ACQUA IN PROVINCIA DI VITERBO. Stato attuale e prospettive di gestione E. Dello Vicario, M. Libriani, F. Bronzetti, D. Parlani, G. Di Biagio, M. Paola, E. Ferri, E. Ricci, D. Carletti 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Assicurare un utilizzo durevole ed equo della risorsa idrica senza distinzioni di tipologia di utilizzo, e rispondere in maniera adeguata ai requisiti di sviluppo sostenibile rappresenta un impegno prioritario di questo Assessorato fortemente impegnato in campo ambientale. L'impegno è ancora maggiore, se si tiene conto che l'assessorato Ambiente della Provincia di Viterbo ha da qualche anno intrapreso la strada di un sistema di Ecogestione ed Audit su base volontaria (EMAS): in quest'ottica la gestione della risorsa idrica è certamente uno degli strumenti più importanti su cui intervenire per rincorrere l'obiettivo principale della riduzione dell'impatto ambientale provocato da attività sulle quali la Provincia esercita una influenza diretta e, soprattutto, indiretta. La precarietà delle risorse, infatti, è un dato con il quale sempre più spesso ci dobbiamo confrontare; i mutamenti climatici contribuiscono a rendere frequenti episodi che negli anni passati venivano considerati eccezionali, quali periodi siccitosi prolungati, in grado di provocare crisi idrica su alcuni importati corsi d'acqua del territorio provinciale. Per contro, è in continua crescita lo sfruttamento del suolo e parallelamente la richiesta di risorsa idrica, che nel nostro territorio provinciale, prevalentemente agricolo, è utilizzata in gran parte per l'irrigazione delle colture. Lo scopo del presente studio è quindi quello di fornire un quadro aggiornato e completo della distribuzione delle utenze idriche sul territorio della provincia di Viterbo, partendo dai dati dei pozzi denunciati ed i prelievi regolarmente autorizzati o in corso di autorizzazione. Il successivo, ma non certo meno importante passo, sarà quello di individuare nel modo più dettagliato ed esaustivo possibile, i confini della domanda della risorsa, innanzitutto mediante la ricognizione del "sommerso" (pozzi e prelievi non denunciati), quindi la successiva regolarizzazione (ove possibile): in questo modo è possibile esercitare una azione di controllo diretta su un crescente numero di derivazioni d'acqua, requisito fondamentale per migliorare la gestione della risorsa. Il campo di applicazione è rappresentato dai dati delle denunce dei pozzi che, a norma del D. Lgs n 275/1993 (vedi par 2), a partire dal 1994 sono state indirizzate dapprima alla Regione Lazio (ex Genio Civile di Viterbo) ed in copia alla Amm.ne Prov.le, e, dal 1999, direttamente alla Provincia di Viterbo. Sono stati quindi analizzati i dati relativi alle concessioni pluriennali di piccola derivazione d'acqua ai sensi del R.D. n 1775/1933, ovvero i dati delle utenze idriche per le quali l'utilizzo dell'acqua è diverso dal domestico: costituiscono quindi una quota parte dei prelievi complessivi da falda sotterranea. Le concessioni di derivazione d'acqua sono però rilasciate anche per prelievi da sorgenti o corsi d'acqua (prelievi superficiali). Il quadro dei prelievi da corpi idrici superficiali è completato dalle licenze di attingimento annuali, che possono essere rilasciate (per portate non superiori ai 100 lt/sec) alle condizioni indicate al par. 2. La Provincia è competente dal 1999, ai sensi del vigente quadro normativo nazionale e regionale, al rilascio delle concessioni di piccola derivazione, delle licenze di attingimento annuali (art. 56 del R.D. 1775/33) e delle autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee (art. 95 del R.D. 1775/33). 2. RIFERIMENTI NORMATIVI La denuncia del pozzo è obbligo introdotto dall'art. 10 del D.Lvo 275/93, il quale stabilisce che "Tutti i pozzi esistenti, a qualunque uso adibiti, 207

2 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 ancorché non utilizzati, sono denunciati dai proprietari, possessori o utilizzatori alla regione o provincia autonoma nonché alla provincia competente per territorio entro dodici mesi dall'entrata in vigore del presente D. Lgs."; l'omessa denuncia viene punita, salvo che nel caso di cui all'art. 93 del R.D. 1775/1933 (pozzi per uso domestico) con la sanzione amministrativa da 103,29 a 516,46 Euro. Il termine di cui al citato art. 10 per denuncia dei pozzi esistenti è stato prorogato dapprima con la Legge n 290/1999 al 20/08/2000, quindi successivamente più volte posticipato da una serie di provvedimenti legislativi, l'ultimo dei quali la Legge n 209/2002 (finanziaria 2003) che fissava la data ultima per la presentazione delle denunce dei pozzi esistenti al 30/06/2003. I nuovi pozzi vanno anch'essi denunciati ai sensi del R.D. n 1775/1933 che all'art. 103 recita "Quando in seguito a ricerche siano state scoperte acque sotterranee deve essere avvisato l'ufficio del Genio civile ". Per i nuovi pozzi diversi dal domestico esiste l'obbligo di richiedere l'autorizzazione alla ricerca di acque sotterranee e tale obbligo è stato esteso a tutto il territorio nazionale nell'ottobre 2000, con l'entrata in vigore del D.Lgs n 258/2000, che all'art. 7 modifica l'art. 23 del D. Lgs n 152/1999 ("Modifiche al Regio Decreto 11 dicembre 1933 n 1775"). L'autorizzazione alla ricerca di acque sotterranee è prevista e normata dall'art. 95 del R.D. 1775/33, che dispone che "salva la facoltà attribuita al proprietario nell'art. 93, chi, nei comprensori soggetti a tutela, voglia provvedere a ricerche di acque sotterranee o a scavo di pozzi nei fondi propri o altrui, deve chiederne l'autorizzazione all'ufficio del Genio civile, corredando la domanda del piano di massima dell'estrazione e dell'utilizzazione che si propone di eseguire". Il procedimento di concessione è regolato dal combinato disposto del R. D. 1775/33 (Testo Unico delle leggi sulle Acque ed Impianti Elettrici) e del R.D. 1285/1920 (Regolamento per le derivazioni e utilizzazioni di acque pubbliche). La Provincia di Viterbo ha inoltre adottato il Regolamento per il rilascio delle concessioni di piccola derivazione, che stabilisce i tempi del procedimento e fissa le spese istruttorie a carico del richiedente la concessione. Le licenze di attingimento annuali sono previste e regolate dall'articolo 56 del R.D. 1775/33, il quale stabilisce che "compete all'ingegnere capo del Genio civile la facoltà di concedere licenze per l'attingimento di acqua pubblica a mezzo di pompe mobili o semifisse, di altri congegni elevatori o di sifoni, posti sulle sponde ed a cavaliere degli argini, purché: 1. la portata dell'acqua attinta non superi i 100 litri a minuto secondo; 2. non siano intaccati gli argini, né pregiudicate le difese del corso d'acqua; 3 non siano alterate le condizioni del corso d'acqua con pericolo per le u-tenze esistenti e sia salvaguardato il minimo deflusso costante vitale del corso d'acqua, ove definito". Le licenze di attingimento non possono essere concesse per più di cinque anni, per irrigare lo stesso appezzamento di terreno. La Provincia di Viterbo ha inoltre adottato il Regolamento per il rilascio delle licenze di attingimento, che stabilisce i tempi del procedimento e fissa le spese istruttorie a carico del richiedente la licenza. Legge Regionale 1 Dicembre 2000 n 30 Tale legge riconosce agli utenti che abbiano presentato entro il 31/12/2000 (data prorogata da successivi provvedimenti legislativi al 30/06/2001) domanda di concessione di derivazione d'acqua o semplice denuncia di pozzo, e che alla data di entrata in vigore del D.P.R. n 238/1999 (ovvero il 10/08/1999) captavano acque sotterranee divenute pubbliche ai sensi dell'art. 1 della Legge n 36/1994, per una portata inferiore ai 20 lt/sec, il diritto di utilizzare e derivare le acque stesse per un periodo di dieci anni, nei limiti di portata indicati nella domanda o nella denuncia. E' in corso un atto ricognitivo della Amm.ne Prov.le, a norma dell'art. 5 della citata Legge, al fine di verificare le utenze che possono usufruire dei benefici della stessa Legge n 30/2000. ANNO DENUNCE Denunce pozzi Denunce presentate al Genio Civile e Prov. Denunce presentate alla Provincia Fig : Andamento negli anni delle denunce dei pozzi 208

3 Le derivazioni d acqua in provincia di Viterbo 27,3% Denunce di pozzi: ripartizione per utilizzi 3. PRELIEVI DA FALDA SOTTERRANEA 3.1 DENUNCE DEI POZZI Il numero complessivo delle denunce dei pozzi pervenute alla Provincia di Viterbo dal mese di gennaio 1999 a Novembre 2003 è di ca ; a queste si aggiungono quelle indirizzate al Genio Civile di Viterbo ed in copia alla Provincia nel periodo aprile dicembre 1998 pari al conside-revole numero di , per un totale complessivo di quasi denunce di pozzo. Nel seguito, per semplificazione di rappresentazione, le denunce presentate prima del 1999 al Genio Civile ed alla provincia, potranno essere contrassegnate con la dicitura "Genio Civile". Come mostrato nella figura n la maggior parte delle denunce sono state presentate entro i primi due anni dall'entrata in vigore del D. Lgs. 275/1993. Il numero si è quindi stabilizzato negli anni successivi attorno ad una media di circa 300 denunce/anno, per poi subire una nuova impennata negli anni 2000, 2001 e 2002 in concomitanza con le riaperture dei termini della sana-toria per la denuncia dei pozzi esistenti. RIPARTIZIONE DEI DATI DELLE DENUNCE SECONDO GLI USI Viene dapprima riportata una ripartizione delle denunce in relazione all'uso domestico ed a quelli diversi dal domestico. Si ricorda che, ai sensi dell'art. 93 del R.D. n 1775/1933, "il proprietario di un fondo, anche nelle zone soggette a tutela della pubblica amministrazione, a norma degli articoli seguenti, ha facoltà, per gli usi domestici, di estrarre ed utilizzare liberamente, anche con mezzi meccanici, le acque sotterranee nel suo fondo, purché osservi le distanze e le cautele 72,7% DOMESTICO DIVERSO DAL DOMESTICO Fig : Ripartizione delle denunce di pozzi ad uso domestico e diverso dal domestico prescritte dalla legge. Sono compresi negli usi domestici l'innaffiamento di giardini ed orti inservienti direttamente al proprietario ed alla sua famiglia e l'abbeveraggio del bestiame." Come mostra la fig. n le denunce per utilizzo domestico sono la maggior parte, pari a quasi il 75% del totale, con un numero superiore a denunce. Con ogni probabilità questa proporzione è leggermente maggiore rispetto al reale, a causa di una maggiore semplicità di adempimento agli obblighi di legge per i pozzi ad uso domestico rispetto agli altri utilizzi. 3,7% 2,7% Denunce di pozzi per usi diversi dal domestico 10,5% 3,9% 0,3% 1,1% 77,8% IRRIGUO ITTIOGENICO VERDE PUBBLICO INDUSTRIALE ZOOTENCICO POTABILE ALTRO Fig : Ripartizione percentuale delle denunce di pozzi ad uso diverso dal domestico Come ricordato al par. 2, infatti, per i pozzi ad uso domestico, non esistono (nei confronti della Amm.ne Prov.le) altri obblighi aggiuntivi oltre la denuncia stessa del pozzo, fatti salvi gli adempimenti di legge relativi ai nulla osta o autorizzazioni per movimento terra del comune di appartenenza e l'eventuale nulla-osta regionale per zone sottoposte a vincolo idrogeologico. L'escavazione di un pozzo ad uso diverso dal domestico è invece soggetta a specifica autorizzazione all'escavazione da parte dell'amm.ne Prov.le (il territorio nazionale è divenuto nell'intera totalità soggetto a tutela dall'entrata in vigore del D.Lgs. n 258/2000) ed il prelievo dell'acqua del pozzo è vietato in assenza del provvedimento di concessione. E' quindi ipotizzabile che, a fronte di un iter tecnico amministrativo per il rilascio della concessione di derivazione d'acqua che, a norma di legge, risulta particolarmente lungo ed oneroso per l'utente (si pensi che sono previ-sti più di 20 atti tecnico-amministrativi ufficiali), sia scoraggiata, nonostante le numerose sanatorie previste dal legislatore in questi ultimi anni, la regola-rizzazione dei pozzi esistenti e la richiesta dei necessari pareri per quelli nuovi. Per quanto attiene i pozzi ad uso domestico, va 209

4 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 comunque ricordato che la normativa vigente (D.Lgs 275/1993), non sanziona l'omessa denuncia, e questo indubbiamente è un elemento che potenzialmente riduce il numero delle denunce dei pozzi escavati. La semplificazione normativa è uno degli scopi ed impegni principali dell'amm.ne Prov.le, che si è fatta promotrice di un progetto che la vede impegnata in prima linea nella collaborazione alla stesura di una Legge Regionale di semplificazione del R.D. 1775/33, che riduca sensibilmente i tempi tecnicoamministrativi dell'iter istruttorio garantendo comunque la salvaguardia della risorsa idrica. Nel grafico è mostrata la ripartizione degli usi per i pozzi diversi dal domestico. Si può notare che l'uso prevalente è quello irriguo. Questo dato è conforme alla vocazione prevalentemente agricola del territorio provinciale. Nella tabella seguente è riportato il dettaglio delle denunce pervenute alla Regione Lazio-Settore Decentrato di Viterbo (Genio Civile) ed alla Provincia prima del 1999, e quelle presentate dopo il 1999 solamente alla Provincia suddivise in relazione all'uso dell'acqua. Nel grafico è mostrata la ripartizione delle denunce dei pozzi in funzione della localizzazione geografica del pozzo, ed in particolare in funzione del comune di appartenenza. Il dato è ovviamente influenzato dalla grandezza e/o importanza strategia del comune. Più rappresentativo il dato relativo alla densità dei pozzi, che viene mostrato nella tabella CONCESSIONI PLURIENNALI DI PICCOLA DERIVA- ZIONE D'ACQUA Il numero delle concessioni pluriennali di piccola derivazione d'acqua richieste all'autorità competente, assentite, ovvero ancora in corso di istrutto-ria è pari a quasi Di queste più di 800 sono successive al 1 gennaio 1999 e quindi sono state istruite dagli uffici competenti della Amm.ne Prov.le (vedi par. 2). USO prima del 1999 dopo il 1999 TOTALI DOMESTICO IRRIGUO ZOOTECNICO ITTIOGENICO VERDE PUBBLICO INDUSTRIALE POTABILE ALTRI USI NON INDICATO TOTALE Tab : Dettaglio delle denunce di pozzi in relazione agli usi La concessione di derivazione non può essere illimitata nel tempo, ma comunque la durata è considerevole essendo pari ad un massimo di anni 30, ovvero 40 per uso irriguo. Questo significa che alcune delle concessioni in istruttoria riguardano dei "rinnovi" di concessioni precedentemente concesse. Nel numero complessivo delle concessioni sopra indicato non sono comunque presenti "doppioni" di prelievo, nel senso che l'apertura di un fascicolo per l'istruttoria di rinnovo, integra e sostituisce il vecchio fascicolo della concessione in scadenza. Una percentuale inferiore al 20% delle concessioni riguarda prelievi da corpi idrici superficiali. Circa il 65% delle concessioni in istruttoria presso l'amm.ne Prov.le (più di 500) sono concessioni preferenziali. Il numero delle concessioni preferenziali presentate antecedentemente al febbraio 1997 al Genio Civile di Viterbo è quasi pari a (ca. 1/3 del totale). Il "riconoscimento" e la "concessione preferenziale" Il R.D. n 1775/33 all'art. 2 parla del riconoscimento all'uso dell'acqua per: "a) coloro che posseggono un titolo legittimo; b) coloro i quali, per tutto il trentennio anteriore alla pubblicazione della legge 10 agosto 1884, n. 2644, hanno derivato e utilizzato acqua pubblica, limitatamente al quantitativo di acqua e di forza motrice effettivamente utilizzata durante il trentennio;" oltre che ovviamente a "coloro che ne ottengono regolare concessione, a norma della presente legge". L'art. 3 dello stesso R.D. cita "gli utenti di acqua pubblica menzionati alle lettere a) e b) e nell'ultimo comma dell'articolo precedente, che non abbiano già ottenuto il riconoscimento all'uso dell'acqua debbono chiederlo, sotto pena di decadenza, entro un anno dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno dell'elenco in cui l'acqua è inscritta". All'art. 4 si parla di utenti "che non siano in grado di chiedere il riconoscimento del diritto all'uso dell'acqua ai termini dell'art. 3" e che derivino da "acque pubbliche, le quali, non comprese in precedenti elenchi siano incluse in elenchi suppletivi" hanno comunque "diritto alla concessione limitatamente al quantitativo di acqua e di forza motrice effettivamente utilizzata"; tali utenti devono quindi presentare domanda "entro i termini stabiliti dall'art. 3 e sarà istruita con le procedura delle concessioni" Riassumendo la legge riconosce il diritto all'uso dell'acqua a chi possiede un "titolo legittimo" 210

5 Le derivazioni d acqua in provincia di Viterbo G.C. e Prov. Provincia G.C. e Prov. Provincia ACQUAPENDENTE ARLENA DICASTRO BAGNOREGIO BARBARANO ROMANO BASSANO IN TEVERINA BASSANO ROMANO BLERA BO LSENA BOMARZO CALCATA CANEPINA CANINO CAPODIMONTE CAPRANICA CAPRAROLA CARBOGNANO CASTEL SANT'ELIA CASTIGLIONE IN TEVERINA CELLENO CELLERE CIVITA CASTELLANA CIVITELLA D'A. CORCHIANO FABRICA DIROMA FALERIA FARNESE G ALLESE GRADOLI G RAFFIGNANO G RO TTE DICASTRO ISCHIA DICASTRO LATERA LUBRIANO MARTA M O NTALTO DICASTRO M O NTEFIASCONE MONTEROMANO MONTEROSI NEPI ONANO ORIOLO ROMANO ORTE PIANSANO PROCENO RONCIGLIONE SAN LORENZO N. SORIANO NEL CIMINO SUTRI TARQUINIA TESSENNANO TUSCANIA VALENTANO VALLERANO VASANELLO VETRALLA VIG NANELLO VILLA S.G.INT. VITERBO VITORCHIANO Fig /a: N denunce di pozzo per comune di prelievo Fig /b: N Denunce per Comune di Prelievo ovvero eserciti una derivazione di "antico uso" o da acque pubbliche comprese in "elenchi supplitivi" e fissa dei termini entro i quali chiedere il riconoscimento o la concessione pena la decadenza del diritto stesso. Il concetto è ripreso dalla Legge n 36/1994, che all'art. 1 rende pubbliche "tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo". La pubblicità delle acque sotterranee, introdotta con tale articolo, impone, questa volta anche per i pozzi, ai sensi degli art. 3 e 4 del R.D. 1775/1933, "il diritto al riconoscimento o alla concessione" (preferenziale) "di acque che hanno assunto natura pubblica a norma dell'articolo 1, comma 1, della presente legge" e fissa (norma transitoria all''art. 34) "entro tre anni dall'entrata in vigore della presente legge" i termini per la richiesta, pena la decadenza dello stesso diritto. Il risultato pratico di tale novità normativa è che più di richieste di concessione preferenziale (ed in misura minore riconoscimenti) sono state inoltrate in un arco di tempo strettissimo, entro febbraio 1997 alla autorità competente. Se possibile il quadro normativo è divenuto successivamente ancora più complesso, poiché il regolamento attuativo della Legge n 36/1994 (D.P.R. n 238/1999) è stato emanato solo dopo 5 anni ed è entrato in vigore il 10/08/1999: gli utenti che avevano in atto un sistema di derivazione continuata nel tempo da acque pubbliche di cui all'art. 1 della Legge 36/1994, non iscritte negli elenchi delle acque pubbliche alla data di entrata in vigore dello stesso regolamento attuativo (10/08/1999), potevano chiedere il riconoscimento o la concessione preferenziale entro un anno dall'entrata in vigore dello stesso regolamento. I termini per la presentazione della domanda di concessione preferenziale sono stati prorogati da una serie di atti legislativi successivi, l'ultimo dei quali in occasione della finanziaria 2003, che fissava i termini al 30/06/2003. Si capisce quindi che, ancora in questa fase, buona parte delle concessioni in istruttoria riguardano derivazioni esistenti (vale a dire antecedenti al 10/08/1999, per quanto detto sopra) che hanno, a norma di legge, riconosciuto il diritto all'utilizzo dell'acqua, limitatamente al quantitativo effettivamente utilizzato. 211

6 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 In sostanza ci si trova ancora in una fase non ancora a completo regime, in cui una preminente attività nella gestione delle risorse idriche è quella di acquisire ed inventariare i dati delle derivazioni oggetto delle molteplici sanatorie di questi ultimi anni (e che forse saranno riproposte in un prossimo futuro). COMUNI n Denunce Superficie comunale (km 2 ) Densità (n /km 2 ) ACQUAPENDENTE ,150 0,618 ARLENA DI CASTRO 59 21,820 2,704 BAGNOREGIO ,630 1,749 BARBARANO ROMANO ,470 3,603 BASSANO IN TEVERINA ,140 12,521 BASSANO ROMANO ,460 13,828 BLERA ,710 2,600 BOLSENA ,380 8,599 BOMARZO ,540 5,640 CALCATA 42 7,680 5,469 CANEPINA 79 20,790 3,800 CANINO ,740 3,427 CAPODIMONTE ,750 3,588 CAPRANICA ,860 9,863 CAPRAROLA ,420 6,270 CARBOGNANO ,360 14,171 CASTEL SANT'ELIA ,860 14,376 CASTIGLIONE IN T ,920 2,811 CELLENO ,770 4,375 CELLERE 20 37,120 0,539 CIVITA CASTELLANA ,000 12,071 CIVITELLA D'AGLIANO ,800 3,933 CORCHIANO ,940 27,292 FABRICA DI ROMA ,680 37,774 FALERIA ,550 5,205 FARNESE 35 52,290 0,669 GALLESE ,150 11,978 COMUNI n Denunce Superficie comunale (km 2 ) Densità (n /km 2 ) GRADOLI 43 43,710 0,984 GRAFFIGNANO ,010 9,479 GROTTE DI CASTRO 80 33,470 2,390 ISCHIA DI CASTRO ,710 1,012 LATERA 26 22,380 1,162 LUBRIANO 66 16,690 3,954 MARTA ,450 6,039 MONTALTO DI CASTRO ,080 6,072 MONTEFIASCONE ,680 4,910 MONTEROMANO 81 85,950 0,942 MONTEROSI ,590 10,954 NEPI ,590 10,240 ONANO 21 24,530 0,856 ORIOLO ROMANO ,290 7,154 ORTE ,660 11,269 PIANSANO 18 26,550 0,678 PROCENO 9 41,900 0,215 RONCIGLIONE ,390 7,788 SAN LORENZO NUOVO 81 26,670 3,037 SORIANO NEL CIMINO ,070 19,342 SUTRI ,800 8,438 TARQUINIA ,760 5,844 TESSENNANO 57 14,700 3,878 TUSCANIA ,230 5,067 VALENTANO 75 43,830 1,711 VALLERANO ,410 7,982 VASANELLO ,880 13,539 VEJANO ,210 2,307 VETRALLA ,480 13,878 VIGNANELLO ,470 22,228 VILLA SAN GIOVANNI IN T ,270 23,909 VITERBO ,500 9,887 VITORCHIANO ,090 16,185 Tab /a: Dettaglio delle denunce di pozzi in relazione agli usi USO Provincia G.C. n IRRIGUO ZOOTECNICO IGIENICO SANITARIO VERDE PUBBLICO E PRIVATO POTABILE INDUSTRIALE IDROELETTRICO ALTRO ,4% 2,9% 2,7% 0,4% 3,3% 0,5% 3,0% 86,8% IRRIGUO ZOOTECNICO IGIENICO SANITARIO VERDE PUBBLICO E PRIVATO POTABILE INDUSTRIALE IDROELETTRICO Fig. n 3.2.1: ripartizione percentuale delle concessioni in relazione agli usi Ripartizione Concessioni per tipologia di utilizzo Nella tabella viene indicata la suddivisione delle concessioni in relazione all'utilizzo richiesto. È evidente l'utilizzo prevalente irriguo. Ripartizione geografica delle concessioni di derivazione d'acqua Nella tabella n 3.2.2/a è indicato il dettaglio delle concessioni ripartite per comune di prelievo. Ripartizione geografica in relazione ai principali utilizzi Nelle tavole allegate viene specificata in dettaglio la ripartizione sul territorio delle concessioni in relazione ai principali utilizzi, indicando la densi-tà dei prelievi o la somma delle portate derivate; in particolare: - Tav. 1: concessioni irrigue e zooteniche; - Tav. 2: industriali / igienico sanitarie e potabili verde pubblico Dalla Tav. n 1 si distinguono le aree di maggiore prelievo irriguo; un'area di prelievi molto intensi è quella pedemontana a sud-est dei monti Cimini (comuni di Corchiano, Vignanello, Vallerano, Fabrica di Roma etc.) ove avviene per lo più, la coltivazione delle nocciole. Notevoli sono i prelievi anche nell'area maremmana, nei comuni di Tuscania e Montalto di Castro e della parte ovest del territorio di Viterbo; i bassi valori riscontrabili nel territorio del comune di Tarquinia non debbono trarre in inganno, visto che buona parte di questo territorio è servito dal Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, tramite una derivazione di notevole entità dal fiume Marta. Simile considerazio- ALTRO 212

7 Le derivazioni d acqua in provincia di Viterbo COMUNE DI PRELIEVO RICHIESTA PRESENTATA TOTALI SUP. DENSITA' Genio Civile Provincia COMUNE PRELIEVI n n n km 2 n /km 2 ACQUAPENDENTE ,150 0,34 ARLENA DI CASTRO ,820 1,19 BAGNOREGIO ,630 0,47 BARBARANO ROMANO ,470 0,21 BASSANO IN TEVERINA ,140 2,55 BASSANO ROMANO ,460 0,21 BLERA ,710 0,30 BOLSENA ,380 1,55 BOMARZO ,540 1,14 CALCATA ,680 0,52 CANEPINA ,790 0,91 CANINO ,740 2,14 CAPODIMONTE ,750 0,59 CAPRANICA ,860 0,47 CAPRAROLA ,420 1,79 CARBOGNANO ,360 9,68 CASTEL SANT'ELIA ,860 0,80 CASTIGLIONE IN TEVERINA ,920 0,65 CELLENO ,770 0,93 CELLERE ,120 0,43 CIVITA CASTELLANA ,000 1,51 CIVITELLA D'AGLIANO ,800 0,58 CORCHIANO ,940 18,73 FABRICA DI ROMA ,680 10,78 FALERIA ,550 0,31 FARNESE ,290 0,50 GALLESE ,150 4,60 GRADOLI ,25 4,20 GRAFFIGNANO ,25 1,46 Fig /a: Distribuzione concessioni per comune di prelievo ne per il comune di Monte Romano, per il quale un'area irrigua piuttosto estesa (ca. 250ha) è gestita con un'unica concessione dell'ordine di 100lt/sec a nome dello stesso comune di Monte Romano. Ciò detto è possibile ed anzi probabile che in alcune aree a caratterizzazione prevalentemente agricola, il numero delle concessioni richieste sia piuttosto inferiore rispetto ai reali prelievi. Proprio in queste zone inizierà con mag-giore impegno l'attività di ricognitiva per il "recupero del sommerso" (prelievi non denunciati e non autorizzati). Nella Tav. n 2 sono riportati, tra gli altri dati, le concessioni industriali, localizzate maggiormente, come era lecito aspettarsi, in corrispondenza del polo industriale di Civita Castellana. Nella tavola viene anche rappresentata la distribuzione sul territorio di altre tipologie di utilizzo delle concessioni (igienico sanitario, potabile ed ittiogenico). 4. I PRELIEVI DA CORPI IDRICI SUPERFICIALI Come detto al capitolo precedente, i prelievi da corpi idrici superficiali costituiscono una percentuale modesta (<20%) rispetto al numero totale delle concessioni richieste. Come anticipato al cap. 2, il prelievo dai corsi d'acqua superficiali può essere attuato anche attraverso le "licenze di attingimento annuali", che possono essere rilasciate per non più di 5 anni per irrigare lo stesso appezzamento di terreno. Il dettaglio dei dati delle licenze di attingimento rilasciate nel 2003 è mostrato nella tabella n L'importanza strategica dei prelievi da corpi idri- 213

8 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 COMUNE DI PRELIEVO RICHIESTA PRESENTATA TOTALI SUP. DENSITA' Genio Civile Provincia COM. PRELIEVI n n n km 2 n /km 2 GROTTE DI CASTRO ,470 1,97 ISCHIA DI CASTRO ,710 0,71 LATERA ,380 0,63 LUBRIANO ,690 0,42 MARTA ,450 0,87 MONTALTO DI CASTRO ,080 2,84 MONTE ROMANO ,680 0,06 MONTEFIASCONE ,950 2,16 MONTEROSI ,590 0,19 NEPI ,590 2,46 ONANO ,530 0,69 ORIOLO ROMANO ,290 0,10 ORTE ,660 1,18 PIANSANO ,550 0,30 PROCENO ,900 0,12 RONCIGLIONE ,390 2,56 SAN LORENZO NUOVO ,670 1,72 SORIANO NEL CIMINO ,070 4,68 SUTRI ,800 1,43 TARQUINIA ,760 0,51 TESSENNANO ,700 1,43 TUSCANIA ,230 1,48 VALENTANO ,830 0,91 VALLERANO ,410 2,92 VASANELLO ,880 3,46 VEJANO ,210 0,02 VETRALLA ,480 1,50 VIGNANELLO ,470 12,90 VILLA S. G. IN TUSCIA ,270 0,00 VITERBO ,500 1,63 VITORCHIANO ,090 2,13 Fig /a: Distribuzione concessioni per comune di prelievo ci superficiali, a dispetto dell'esigua percentuale delle concessioni richieste rispetto al numero totale, è comunque notevolissima, a causa della maggiore vulnerabilità rispetto alle falde sotterranee. Ciò è maggiormente vero se si tiene conto dei periodi di crisi idrica che sempre più spesso interessano i corsi d'acqua provinciali durante le stagioni particolarmente siccitose. I quantitativi complessivi di portata delle richieste concessioni di derivazioni d'acqua da corpi idrici superficiali, assentite, ovvero ancora in corso di istruttoria, ripartiti per macro bacino sono indicati nella tab. n 4.1. Nei dati non sono conteggiate le concessioni ad uso idroelettrico, che comportano una totale restituzione nel corpo idrico. Nella tabella è riportato il dettaglio delle licenze di attingimento concesse nell'anno 2003, sui corsi d'acqua. Nella Tav. n 3 è riportata la distribuzione sul territorio delle concessioni superficiali e delle licenze di attingimento annuali, relativamente al bacino del fiume Marta, il più grande tra i corsi d'acqua interamente ricadenti sul territorio provinciale (1.173km 2 ). I dati si riferiscono sia a concessioni assentite, che in corso di istruttoria, che, relativamente a quelle richieste al Genio Civile di Viterbo, riguardano 214

9 Le derivazioni d acqua in provincia di Viterbo per lo più rinnovi o subentri di concessioni precedentemente assentite dalla Regione Lazio; occorre tener presente che i valori delle portate che saranno concesse dall'ufficio istruttore, potranno essere inferiori rispetto ai valori richiesti dall'utente o a quelli concessi con il precedente disciplinare della vecchia concessione. La riduzione dei quantitativi d'acqua concessi rispetto a quelli richiesti, è invero, una necessità sempre più pressante in questi ultimi anni, in cui maggiormente che in passato si sono verificati severi periodi siccitosi, in grado di provocare magre prolungate di alcuni importanti corsi d'acqua. Si consideri, come esempio indicativo, che la somma delle portate concesse con le licenze di attingimento annuali nel 2003 (pari ad un totale di ca. 180lt/sec) è pari a meno del 60% della somma delle portate richieste dall'utente. Nella tavola n 3 non sono riportate le concessioni ad uso idroelettrico, visto che per esse è prevista la restituzione completa delle portate derivate, che generalmente avviene alcune centinaia di mt più a valle rispetto al punto di presa: per queste concessioni è importante verificare che sia garantito il rilascio di una portata superiore a quella che caratterizza il "minimo deflusso vitale" del corso d'acqua. Classificazione-codificazione dei corsi d'acqua della provincia E' in corso di elaborazione un sistema di classificazione-codificazione dei corsi d'acqua della provincia di Viterbo, che avrà termine entro il primo semestre del 2004, realizzata a partire da un sistema di codificazione regionale individuato dalla L.R. n 2598/95. Nella Tav. n 4.3, è riportato un esempio di tale classificazione, essendo riportata la cartografia delle aste fluviali del bacino del fiume Marta. In pratica a ciascun corpo idrico è assegnato un codice a 16 cifre, che fornisce un ordine gerarchico per il reticolo idrografico provinciale. Il reticolo i- BN BR1 BI BR1: Bacini Regionali del Lazio - BN: Bacino Nazionale del Fiume Tevere - BI1: Bacino interregionale del fiume Fiora Tab. n 4.1: Somma delle portate di derivazione d'acqua da corsi superficiali (lt/sec) drografico è georeferenziato e vettorializzato, il che consente immediatamente di passare da una rappresentazione cartografica alla classificazione codificata e viceversa. Gli ordini che possono essere assegnati al corso d'acqua attraverso il codice, sono 5: Corsi d'acqua del I ordine sono quelli che sfociano nel mar Tirreno; del II Ordine quelli che sfociano nei corsi del I Ordine e cosi via. Graficamente gli ordini vengono individuati attraverso una differente colorazione (dal blu scuro al celestino chiaro passando dal I al V ordine ed oltre). Gli spessori delle linee sono invece variabili in funzione dell'importanza del corso d'acqua. Per ciascun corpo idrico vengono inoltre inventariate altre ulteriori informa-zioni, in un archivio informatico per la Classificazione Corsi d'acqua, tra cui la "pubblicità" del corpo idrico in funzione del vincolo paesistico (L. 431/85): su queste ulteriori informazioni non vengono comunque presentati dati riepilogativi non essendo di interesse ai fini del presente studio. Il sistema di classificazione dei corsi d'acqua viene messo in relazione con un sistema di georefe- g Corpo idrico N Somma lt Macro Bacino Sub Bacino FOSSO ARRONCINO 1 5 BR1 ARRONCINO - ARRONE LAGO DI BOLSENA 10 12,08 BR1 BOLSENA - MARTA FOSSO CANESTRACCIO 1 0,6 BL1 TIMONE - FIORA FOSSO CAPECCHIO 2 4,2 BR1 MARTA FOSSO CHIARE FONTANE 1 0,5 BN TEVERE FOSSO CIPOLLARA 1 1,5 BR1 MARTA FOSSO DEL BORGHETTO 1 0,3 BR1 MARTA FOSSO DEL PONTICELLO 1 1,5 BR1 MARTA FOSSO DELL'ORTACCIO 1 1,5 BR1 ARRONE FOSSO DELLA PERCOSSA 1 0,6 BL1 FIORA FOSSO DELLE FONTANE 2 2,25 BR1 LAGO DI BOLSENA FOSSO DELLE QUADRETTE 1 0,5 BN TORRENTE RIGO FOSSO DELLE TAVOLE 1 1 BL1 FOSSO D. SORCELLE FOSSO DI CASTIGLIONE 1 3 BN TEVERE FOSSO DI PONTE PANATO 1 1,6 BN VALDIANO FOSSO DI PROCOIO (CRUE') 1 0,3 BN TEVERE FOSSO DI VALLE MUGLIE 1 0,4 BR1 LAGO DI BOLSENA FIUME FIORA 1 1 BL1 FIORA FONTANILE DELLE DONNE 1 1 BR1 MARTA FOSSO FORMALE 1 1,3 BR1 BIEDANO FOSSO DELL'ISOLA 1 2 BN TREIA FOSSO DELLE CHIARE 1 7 BN FERRIERE FONTANE FOSSO GRIGNANO 1 2,5 BR1 BIEDANO FOSSO IL RIGO 2 1,35 BR1 LAGO DI BOLSENA FOSSO DELL'INFERNETTO 1 0,25 BR1 ARRONE FOSSO LA MOLINELLA 1 3 BN FOSSO CHIA SORGENTE LE LAME 2 0,73 BN TEVERE FIUME MARTA 7 76 BR1 MARTA FOSSO MARTELLUZZO 5 4,05 BN VEZZA FOSSO MIGNATTARO 1 2,5 BR1 MARTA FIUME MIGNONE 8 15,75 BR1 MIGNONE FOSSO MOLA SOLIS 3 0,7 BN TEVERE RIO CHIARO 1 0,5 BN TEVERE RIO PARANZA 1 0,5 BN PARANZA SENZA NOME 1 0,5 BR1 MARTA FIUME TEVERE 6 12,93 BN TEVERE TORRENTE TREIA 1 1,7 BN TREIA BN: Bacino Nazionale del fiume Tevere BR1: Bacini Regionali del Lazio BL1: Bacino interregionale del fiume Fiora Tab. 4.2: Licenze attingimento

10 Seconda relazione sullo stato dell ambiente - aggiornamento 2003 Ordine Codice Regionale es. Corso dacqua 1 013_000_000_000_0000 Fiume Marta 2 013_050_000_000_0000 Torrente Traponzo 3 013_050_007_000_0000 Fosso Biedano 4 013_050_007_005_0000 Fosso dellacqua Alta 5e dol tre 013_050_007_005_0012 Fosso di Pile Tab. 4.3: esempio di codificazione delle aste fluviali renziazione dei punti di prelievo, e con la complessità delle restanti informazioni necessarie per la completa definizione di una concessione di derivazione d'acqua (informazioni dettagliatamente riportate in uno specifico archivio informatico "Concessioni"). A questo punto è immediato collegare i prelievi al corso d'acqua, ovvero i prelievi al bacino cui il corso d'acqua appartiene, onde poter eseguire i necessari bilanci idrologici, sulla base di studi sui dati di portata caratteristica dei corpi idrici che le Autorità di Bacino competenti per territorio e la stessa Provincia di Viterbo hanno eseguito in passato e che si apprestano ad eseguire in un prossimo futuro. Basta infatti "isolare" le aste fluviali (affluenti compresi) a monte di una assegnata sezione di chiusura (coincidente ad esempio con un dato prelievo), e ricavare mediante delle semplici "query" di ricerca, i prelievi che insistono a monte. 5. CONCLUSIONI I dati delle denunce dei pozzi e delle concessioni di derivazione rappresentati ai paragrafi precedenti forniscono un quadro sufficientemente dettagliato ed esaustivo della distribuzione sul territorio dei prelievi, nonché della ripartizione percentuale in relazione alle diverse tipologie d'uso dell'acqua. Si è messo in evidenza come la preminente tipologia delle derivazioni d'acqua è attuata per uso domestico; si è anche visto che l'utilizzo principale per uso diverso dal domestico è senza dubbio quello irriguo; si è quindi constatato come la distribuzione dei prelievi in relazione alle diverse tipologie di utilizzo risponde abbastanza fedelmente alla differente caratterizzazione socio-economica del territorio provinciale: i prelievi irrigui sono maggiormente localizzati in corrispondenza delle aree prevalentemente agricole del territorio, così come i prelievi industriali sono fortemente focalizzati in corrispondenza del polo industriale di Civita Castellana. In riferimento alle denunce dei pozzi, va invece segnalata una certa carenza di dati riguardo alle portate ed i volumi di prelievo; non è stato infatti possibile estrapolare dei dati riepilogativi sufficientemente omogenei ed attendibili. Analoga considerazione per quanto riguarda ulteriori informazioni di dettaglio (ad esempio la profondità del pozzo, la potenza della pompa etc.). Tale carenza potrà essere colmata in breve tempo (entro il prossimo semestre 2004), grazie ai risultati dell'atto ricognitivo che l'amm.ne Prov.le sta eseguendo in ottemperanza all'art.5 della Legge n 30/2000 (vedi par. 2): di fatto, la gran mole di dati raccolti mediante tale lavoro consente l'acquisizione di un gran numero di dettagliate informazioni sui prelievi, originariamente non riportate nelle schede di denunce di pozzo. In questo modo si potrà pervenire ad una conoscenza territoriale più completa e dettagliata dei prelievi per usi diversi dal domestico esercitati sul territorio provinciale. Relativamente all'uso domestico è da segnalare che è in fase di studio e valutazione una proposta delle Autorità di Bacino, che prevede la limitazione dei volumi prelevati per uso domestico fino ad un massimo di 90mc/anno; se tale proposta verrà effettivamente adottata ufficialmente nei Piani di Bacino di prossima attuazione, si avrà a disposizione un efficace strumento di controllo dei prelievi da falda sotterranea. Ciò comporta, tra l'altro, che in funzione della accresciuta rilevanza percentuale dei quantitativi d'acqua prelevati, le derivazioni per usi diversi dal domestico, acquisteranno un'importanza strategica nella gestione delle risorse idriche ancora maggiore. Il successivo, ma certamente non meno importante passo, è quello di individuare nel modo più dettagliato ed esaustivo possibile, i confini della domanda della risorsa idrica; potrà essere attuato uno studio per la valutazione delle aree ove si presume sono maggiori i prelievi non denunciati o non autorizzati, facendo anche uso di adeguata cartografia relativa alla caratterizzazione d'uso del territorio, alle aerofotogrammetrie, nonché ovviamente alla conoscenza diretta del territorio. In questo modo sarà possibile pervenire ad una valutazione migliore delle reali esigenze irrigue del territorio, in relazione alle colture praticate, da nettere a confronto con la disponibilità effettiva della risorsa idrica. Ci si riferisce in particolar modo ai prelievi da corpi idrici superficiali, che come accennato ai paragrafi precedenti, sono soggetti a maggiore vulnerabilità, specie in occasione dei sempre più frequenti periodi siccitosi estivi. 216

11 Le derivazioni d acqua in provincia di Viterbo In questo contesto, la codificazione dei corsi d'acqua, unitamente alla georeferenziazione dei punti di prelievo (vedi par. 4), fornisce uno strumento fondamentale per l'attuazione dei necessari bilanci idrici. Già adesso si sta attuando una politica che, in accordo con le indicazioni delle Autorità di Bacino, vede ridurre le portate ed i quantitativi volumetrici richiesti, quando palesemente superiori alle specifiche esigenze. In futuro, ove necessario, una rimodulazione delle concessioni potrà essere attuata anche alle vecchie concessioni assentite a suo tempo dal Genio Civile. Una strada percorribile per scongiurare le crisi idriche da corpi idrici superficiali (già è stato attivato in tal senso con successo un progetto pilota sul fiume Arrone, in occasione del periodo siccitoso dell'estate 2002) è quello delle comunioni d'utenze. Si tratta di consorziare più utenti che derivano acqua da uno stesso corso d'acqua, ricorrendo alla rotazione oraria (o giornaliera) dei prelievi, soluzione che alleggerisce la pressione irrigua sul corso d'acqua, garantendo l'irrigazione dei terreni di tutti. Questa soluzione è applicabile in senso generale, anche per utenze che derivino da una stessa falda acquifera ritenuta vulnerabile: indiscutibilmente si esercita una azione di controllo più diretta sulle concessioni, migliorando la gestione. 217

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