Perché Milano non poteva guidare l Unità d Italia? Di Fabio Gabetta
Pio IX: un papa conservatore nel Risorgimento liberale italiano Il Risorgimento è all insegna del movimento liberale, pur con una certa semplificazione: varie ipotesi di costruzione dell Italia e dell Europa erano sul tappeto, certo, ma l obiettivo era il riconoscimento di diritti a favore di una borghesia italiana sempre più interessata ad ammodernare il sistema economico e produttivo, soprattutto al Centro-Nord. Papa Pio IX sarà il papa contro cui il Risorgimento deve lottare, per unificare l Italia, dato che lo Stato Pontifico, nel 1848, spaccava ancora l Italia in due zone totalmente separate e poco in comunicazione fra loro.
L assolutismo pontificio Non a caso, abbiamo parlato in un altra presentazione dell Assolutismo pontificio e di come esso trovasse giustificazione. Dire che il papa fosse conservatore e nemico dell Italia unificata, è dire quasi una banalità. Era antiliberale: anzi, ancora nel 1863, due anni dopo l Unità, Pio IX continuò a dire, provocatoriamente, che la Chiesa è veramente liberale, mentre i Savoia, che hanno fatto proprio il compito di unire l Italia, sono conservatori. Tutta la borghesia liberale è considerata dal pontefice conservatrice, semplicemente perché il papa non accettava di aver perduto quasi tutto il suo territorio: nel 1861 lo Stato della Chiesa era ridotto al Lazio. Umbria, Marche e Romagna erano ormai parte del Regno d Italia.
Milano, città risorgimentale. Le Cinque Giornate milanesi di lotta anti-austriaca 1. Se il Risorgimento italiano indica il movimento di ricostruzione di un antica unità perduta secoli prima, il problema di chi dovesse «fare l Italia» era molto forte. 2. Nel 1848, a Milano, scoppiarono le famosissime Cinque Giornate (18 22 marzo). Gli insorti contro il dominio austriaco vinsero clamorosamente e Milano fu, almeno in quel frangente, liberata. 3. Milano era la capitale del Regno del Lombardo_Veneto, parte dell Impero Austriaco: gli Asburgo sfruttavano economicamente quest area, fra le più progredite del suo impero. Troppe tasse, tra cui una sul tabacco, hanno esasperato gli animi dei Milanesi. 4. L'intera popolazione combatteva per le vie innalzando barricate, sparando dalle finestre e dai tetti, inviando messaggi per mezzo di palloni agli abitanti delle campagne per esortarle a prendere parte alla lotta. Si formarono un Governo provvisorio di Milano presieduto dal podestà, Gabrio Casati, e un Consiglio di guerra, di cui era anima Carlo Cattaneo. Da qui partì la Prima Guerra d Indipendenza.
Milano non poteva guidare il Risorgimento Era impossibile che, a lungo, si mantenesse la libertà a Milano. Dopo meno di cinque mesi, gli Austriaci si impadroniscono, di nuovo e con la forza, della Capitale del Lombardo-Veneto: Milano ha permesso lo scoppio della Prima Guerra d Indipendenza, ma non può certo uno stato sottomesso a un Impero essere il motore che conduce all Unità italiana. È il Piemonte (o, meglio, il Regno di Sardegna) a essere il protagonista del Risorgimento italiano e Torino, più che Milano, ne è la capitale. L epopea risorgimentale ha avuto, in Carlo Alberto prima e in Vittorio Emanuele II poi, due tra i maggiori artefici dell'unità nazionale. Ma fu vero patriottismo quello dei Savoia, il casato di Torino? O piuttosto si trattò di un desiderio di espansione tenuto assieme da un innato sentimento antiaustriaco? Questo è un interrogativo storico molto importante, perché spiega come mai, nel fondo, il Risorgimento fallisce, portando, per esempio, gli intellettuali di Milano e di Torino alla Scapigliatura.
Il sentimento antiaustriaco dei Savoia Nel fondo, l obiettivo dei Savoia non era di creare uno Stato italiano unitario, ma di accrescere il proprio regno: se l Italia deve essere fatta, essa deve essere vista come un estensione del Piemonte, per tramite delle guerre e dei plebisciti che le seguiranno. Di fatto, l Italia unita è lo stesso Regno di Sardegna, allargato a quasi tutta la Penisola, con l eccezione solo del Lazio al centro, del Trentino, del Veneto e del Friuli al Nord. I plebisciti sono referendum popolari (della plebe) per decidere, in modo libero, di annettersi al Regno di Sardegna. Da qui si comprende che tutti gli ex stati dell Italia pre-unitaria non sono entrati in nuovo Regno italiano, ma hanno scelto, semplicemente, di fare parte del Piemonte. Solo in questo modo, i Savoia speravano di contrastare la forza economica dell Austria. Dunque, l Italia nasce per motivi economici, per creare un mercato forte, concorrente con quello austriaco.
I plebisciti per annettersi al Regno di Sardegna 1. Fra il 1859 e il 1870 si tennero vari plebisciti per ratificare l'annessione prima al Regno di Sardegna e poi al Regno d'italia, sancendo così l'unificazione italiana. Il plebiscito, che prevedeva forti limitazioni censitarie, si differenzia sostanzialmente dal referendum: in particolare le consultazioni plebiscitarie per l'unificazione si svolsero senza tutela della segretezza del voto; 2. Non più di 2.000.000 di persone votarono: era questo il numero della plebe che contava, del popolo che godeva dei diritti politici e civili. 25 milioni di uomini e di donne non contavano, nel 1871, anno in cui Roma divenne capitale, sullo scenario politico dell epoca. Dieci anni dopo la proclamazione del Regno d Italia, la popolazione italiana, infatti, superava di poco i 27 milioni di individui (dati dei censimenti nazionali).