LAZIO. La ceramica invetriata romana: la testimonianza dell'area NE delle Terme del Nuotatore ad Ostia

Documenti analoghi
III. I VETRI. BAUMGARTNER, KRUEGER 1988, p

DOCUMENTI DI ARCHEOLOGIA. Collana diretta da Gian Pietro Brogiolo e Sauro Gelichi

Le ceramiche grezze di epoca romana a Genova: identificazione delle aree di produzione

Tarquinia, complesso monumentale : ceramica depurata acroma e a bande

IL MUSEO DELLA CERAMICA A. TAFURI a cura di Irma Pastore

ARCHEOLOGIA MEDIEVALE CORSO Claudio Negrelli

OGGETTO : RECUPERO, RIUSO E RIQUALIFICAZIONE DEL CASTELLO DI CASALE MONFERRATO - 5/8 LOTTO DI LAVORI

Tarquinia, complesso monumentale : ceramica depurata etrusco-geometrica

Villaggio romano a Colamarina (Sant'Angelo d'ischia)

Indagine topografica sulle aree di pertinenza dell abbazia di San Salvatore al monte Amiata nella Tuscia meridionale: secoli VI XIV

Recupero di un passato scomparso

PROGETTO DI REVISIONE DELLA CERAMICA INVETRIATA DI CARLINO

La ceramica invetriata di Torre Bairo (TO) Notizie preliminari

CERAMICA PROTOCORINZIA CERAMICA LACONICA

LO SCAVO NELL INSEDIAMENTO (VICUS) A VAGNARI. (Gravina in Puglia, BA) LUGLIO 2012 RAPPORTO PRELIMINARE

PROGETTO DI RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA E SONDAGGI ESPLORATIVI SUL TERRITORIO PERSICETANO. Classe 3^G Anno Scolastico 2009/2010

Resti del III-IV secolo a Solaro (MI)

Ministero per i Beni e le Attività Culturali DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA'

10. I MATERIALI. VI, pp. 116 ss.; R. Francovich et alii 1978a, stanza A, strato VI p. 40 ss, ecc. 1 R. Francovich - G. Vannini 1976, strati V-V-inf-

Restauro del castello di Piombino 3 dicembre 2008

dotte alcune indagini che portarono al rinvenimento di frammenti di terra sigillata orientale B e di ceramica comune 4

Relazione di sopralluogo per la verifica speditiva delle condizioni geo-idrologiche dei siti di interesse

I CONTENITORI PER GRANO DESTINATI ALL'AMMASSO PUBBLICO DELLA "TERRA NUOVA"

LO SCAVO NELL INSEDIAMENTO A VAGNARI. (Gravina in Puglia, BA) LUGLIO-AGOSTO 2015 RAPPORTO PRELIMINARE

UNIVERSITÀ BABEŞ-BOLYAI CLUJ-NAPOCA FACOLTÀ DI STORIA - FILOSOFIA

Amiternum ricerche archeologiche dell Istitutio Archeologico dell Università di Colonia

Romanina Centralità Metropolitana Municipio X Indagini archeologiche

DATI AMMINISTRATIVI Comune: Como Localizzazione: Attuale Villa Stampa ed ex convento di S.Croce RIFERIMENTI CARTOGRAFICI CTR: B4A5. Scala: 1:10.

LE PRODUZIONI CERAMICHE DELLE BASSE VALLI DEL FINE E DEL CECINA

Il complesso archeologico termale e il mosaico del drago di Kaulonia

GIOVANNI SOMMO DUE VASI «TIPO ACO», INEDITI, DA VERCELLI

Realizzazione di un sistema informatico per la numismatica

Sistemi Informativi Territoriali. Area di rispetto

LA CERAMICA A VERNICE NERA DI CALVATONE-BEDRIACUM

Comune di Roma Via T. Inghirami

Corso di rilievo e rappresentazione grafica di reperti archeologici

Archeologia a scuola. Progetto per attività didattiche archeologiche per le scuole primarie e secondarie UNIVERSITA DI ROMA TOR VERGATA

Parco Archeologico del Forcello Strada Statale Romana (SS 413) Via Valle, San Biagio di Bagnolo San Vito (MN)

Procedia - Social and Behavioral Sciences 223 ( 2016 )

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI - L'AQUILA

CASTELFRANCO MUSEI UN MUSEO PER LA SCUOLA PROPOSTE DIDATTICHE PER L ANNO SCOLASTICO

: CINTA URBANA E VIABILITÀ

Scheda RA Reperti archeologici

CENTRO UNIVERSITARIO PER LE DATAZIONI MILANO BICOCCA CUDaM Piazza della Scienza 4, Milano

Monterotondo Marittimo (GR). La Rocca degli Alberti

PREMESSA. La devozione alla Via Crucis si presenta, nel suo secolare cammino, come una delle più radicate pratiche di culto.

Ceramiche invetriate tardo antiche ed alto medievali da Genova

Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale. Variazioni relative del livello marino

Le Pendici del Palatino I ritrovamenti negli anni di attività di scavo dell Università di Roma La Sapienza

DOCUMENTI DI ARCHEOLOGIA. Collana diretta da Gian Pietro Brogiolo e Sauro Gelichi

MASSERIA BONIFACIO L analisi di una vasta area archeologica (Dr. Vito Zullo)

Gli stranieri al 15 Censimento della popolazione

Discussione e conclusioni

LO SCAVO NELL INSEDIAMENTO A VAGNARI. (Gravina in Puglia, BA) LUGLIO-AGOSTO 2016 RAPPORTO PRELIMINARE

Le esportazioni delle regioni italiane

ARCHEOLOGIA MEDIEVALE CORSO Claudio Negrelli

Palermo antica. Pignatta troncoconica Necropoli Punica di Palermo, scavi 1967, tomba 4 H cm 9,9 Diam. cm 11,2 N.I

CONTRIBUTI. Età Romana

Ceramica invetriata altomedievale e medievale da alcuni siti della Sabina

STRATIGRAFIA 1 STRATIGRAFIA 2

UN CONTENITORE IN VETRO DAL POZZO DELL AREA TERMALE NELLA VILLA ROMANA DI RUSSI (RAVENNA)

Aquileia (UD), Casa delle bestie ferite. Il materiale vitreo: Rapporto preliminare

Valutazione del rischio archeologico Località Stocchetta, Brescia 2012


REGIONE SICILIANA. Assessorato dei Beni Culturali e dell 'Identità Siciliana. Dipartimento dei Beni Culturali e dell'identità Siciliana.

C U R R I C U L U M V I T A E

Comunic ato stampa del 5 mag gio 2010 Lavoro occasionale di tipo acces s orio 1

n 1 ZONE ARCHEOLOGICHE TORRE CASTELLO - AZETIUM

HIV/AIDS DIRITTI E RESPONSABILITÀ INTRODUZIONE

Acquarossa: tramonto.

LOCALITÀ TALIENTO F. 13 p PROPRIETÀ CENTOLA RELAZIONE ARCHEOLOGICA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA. Corso di Laurea in Infermieristica. Tesi di Laurea

nell'autunno-inverno 2015-'16

La ceramica a vetrina pesante altomedievale nella stratigrafia dell'esedra della Crypta Balbi

INCONTRI CON L ARCHITETTURA DEL MEDIOEVO a cura di Dany Sandron e Guglielmo Villa

Le lingue dell Oriente cristiano

RELAZIONE DI SINTESI- risultati prove Invalsi 2012

Tarquinia, complesso monumentale : bucchero

3. Frammento di mattone di alare con protome zoomorfa anatra?. Argilla giallo pallido. Lung. Base.

CATALOGO DEL PATRIMONIO

Copyright 2007 The McGraw-Hill Companies srl

5. LE PARETI SOTTILI di Maria Aprosio e Antonio Pizzo

LE ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE

Crisi e trasformazioni nella città romana di Ostra (AN): due contesti tardoantichi

Studi di Archeologia / Univesità degli Studi di Roma Tor Vergata 1 A10

Ceramiche medievali e postmedievali nei contesti archeologici della Sardegna

INVALSI 2016: I RISULTATI DEL PIEMONTE

IL CAPITALE CULTURALE

1. Ritratto maschile bronzo h. 29,6 cm Etruria, prov. Fiesole - III sec. a.c Parigi, Musée du Louvre

SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI PARMA E PIACENZA --- COMUNE DI PIANELLO VAL TIDONE (PC)

Legenda. Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud

Indagini nell'area del Foro di Grumentum

P.zza Madonna di Loreto. RELAZIONE ARCHEOLOGICA Le fasi di età moderna e contemporanea

vetro e in metallo. Nel corso di indagini condotte nel 1998 nella piazza antistante

L identificazione di Colle Maiorana con la Statio ad Bivium Secondo rapporto di ricerca: la Sigillata Africana

NOTIZIARIO. San Vincenzo - Stromboli. Campagna 2012

Diana Umbronensis a Scoglietto Santuario, Territorio e Cultura Materiale (200 a.c. 550 d.c.)

Archeologia a scuola

Scienza in Museo: studi scientifici applicati ai beni culturali

LE ESPORTAZIONI DELLE REGIONI ITALIANE

Transcript:

LAZIO La ceramica invetriata romana: la testimonianza dell'area NE delle Terme del Nuotatore ad Ostia La ceramica invetriata della prima età imperiale è ancora una delle classi di ceramica romana meno conosciute. Ciò è dovuto alla sua scarsità dei rinvenimenti, che rende difficile il suo inquadramento. Infatti, anche se compare regolarmente a Roma e altrove in contesti databili tra il tardo I secolo e il III, rimane sempre una classe decisamente minoritaria, con pochi frammenti che costituiscono una percentuale bassissima del totale della ceramica fine attestata. Le stratigrafie edite delle Terme del Nuotatore ad Ostia presentano, per esempio, sessantasei frammenti invetriati rispetto a quasi 20.000 delle classi fini (Ostia I-IV, passim; M. L. FERRANTINI, La ceramica fine da mensa, in L. ANSELMINO, C. M. COLETTI, M. L. FERRANTINI, C. PANELLA, Ostia. Terme del Nuotatore, in A. GIARDINA (a cura di), Società romana e impero tardo-antico III. Le merci, Gli insediamenti, Roma-Bari, 1986, Figg. 2-5, pp. 47, 49, 52, presenta il quadro delle stratigrafie più importanti). Perciò, il ritrovamento di 393 frammenti invetriati in una sequenza stratigrafica che va dall'età flavia all'età severiana nell'area NE delle Terme del Nuotatore ad Ostia, scavata dall'istituto di Archeologia e Storia dell'arte Greca e Romana dell'università di Roma La Sapienza dal 1972 al 1975, nonché di altri 190 in strati moderni o senza contesto affidabile, è un caso eccezionale, che difficilmente si ripeterà, se non si rinviene uno scarico di fornace. Offre la possibilità di approfondire le conoscenze almeno di una produzione della classe, che è il primo passo verso una valutazione della sua posizione tra le ceramiche coeve e anche rispetto alle ceramiche invetriate più tarde. Dei frammenti trovati in strati antichi la maggior parte (331) proviene da un terrapieno tardoantonino ricchissimo di materiale ceramico. Un precedente livello di rialzamento del terreno, databile al regno di Adriano, ha dato una quantità ancora notevole (quarantanove frammenti), mentre gli altri strati contenevano i rimanenti frammenti. L'alto numero di frammenti rinvenuti rispecchia soprattutto la massiccia quantità di frammenti ceramici di tutte le classi testimoniate in questa stratigrafia: gli strati tardo-antonini e adrianei hanno dato, per esempio, 2502 e 1109 frammenti di sigillata rispettivamente (M. L. FERRANTINI, art. cit., Fig. 1, p. 47, dà informazioni preliminari, sulle classi fini; A. MARTIN, Ceramica fine a Roma e Ostia tra la seconda metà del I e il II secolo, in Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta, 1990, in corso di stampa, presenta dati più elaborati sulle sigillate). [323] E ancora da chiarire se la sua attestazione maggiore, come quella di altre classi fini secondarie presenti nella stratigrafia (quali le sigillate orientali e ispanica), può essere dovuta ad un suo inserimento in un parziale vuoto di mercato creatosi tra la sigillata italica in declino e quella africana non ancora dominante (cfr. MARTIN, art. cit., per questa problematica). Come si vedrà di seguito, però, la ceramica invetriata interessa solo parzialmente le funzioni caratteristiche delle sigillate. Sulla base dell'analisi petrografica e mineralogica eseguita specificamente per il seminario senese è stata proposta un'attribuzione soltanto per una piccola parte del materiale (quarantasette frammenti da strati antichi e non). Questi frammenti presentano un impasto marnoso depurato, con poche miche, augite e piccoli calcari (Gruppo 7b), che si accorda bene con un'attribuzione all'area tra la media valle del Tevere e Roma. Gli altri frammenti sono caratterizzati da un impasto piuttosto generico, ad argilla marnosa con tanti piccoli calcari (Gruppo 13b). Quest impasto, che non è sembrato sufficientemente caratteristico per avallare un attribuzione geografica della produzione, è però compatibile con una produzione laziale. Nell interpretazione di un'altra analisi, che è stata effettuata su un gruppo di campioni che comprende alcuni dall Area NE delle Terme del Nuotatore, ambedue i gruppi vengono assegnati ad una produzione attribuita alla Campania o al Lazio (A. DESBAT, Céramiques romaines à glaçure plombifère des fouilles de Lyon (Hauts-de-Saint-Just, Rue des Farges, La Solitude), Figlina, 7, 1986, p. 110; M. PICON, A. DESBAT, Note sur l origine des céramiques à glaçure plombifère, généralement bicolore, des II ème et III ème siècles, de Vienne et Saint-Romain-en-Gal, Figlina, 7, 1986, pp. 125-127). Ancora un'altra analisi, che comprende anch'essa un campione dell'area NE, ha portato all'ipotesi della produzione nelle vicinanze di Roma in qualche punto dove si trovano giaciture di argilla formata dal degrado di travertino (P. ARTHUR, An Italian Flagon from Roman Colchester, Antiquaries Journal, LIX, 1979, pp. 392-397). Accanto a questa evidenza petrografica e mineralogica bisogna considerare anche gli stretti legami morfologici e decorativi tra i due gruppi riscontrati nell'analisi più recente per concludere che tutta la produzione deve

essere attribuita alla stessa area, cioè a quella campano-laziale e probabilmente più specificamente ai dintorni di Roma. [324] [325] La datazione precisa di questa produzione deve essere ancora chiarita. Desbat e Picon indicano già nel loro titolo il II e il III secolo (art. cit.). Il materiale dell'area NE prova che l'inizio della produzione va anticipato almeno all'epoca flavia, in quanto vari frammenti sono stati restituiti da sttati precedenti il riempimento adrianeo, anche se non sono particolarmente ricchi di materiali: dodici da strati databili tra il 70 e il 100 ca. Come è stato detto, il grosso delle testimonianze interessa l'epoca adrianea e soprattutto quella ántonina. Per quanto riguarda la fine della produzione, la stratigrafia dell'area NE è poco indicativa, perché dopo il riempimento antonino essa comprende soltanto uno strato severiano non di grande importanza. Però, il fatto che questo ha dato solo un frammento invetriato, unito alla scarsa testimonianza dell'invetriata in altre sequenze stratigrafiche di questo

periodo e più tarde delle Terme del Nuotatore, crea almeno il dubbio che la fioritura della produzione sia da porre ancora nel II secolo. La morfologia della ceramica invetriata di questa produzione è piuttosto varia, consistente di vasi di varie funzioni. Sono compresi vasi da mensa paragonabili a quelli delle sigillate (cfr. il piatto a Fig. 1 e le coppe a Figg. 2-5). Va notato che sono pochi (ventotto frammenti o il 4,8% del totale dei vasi) i piatti, che costituiscono la forma più caratteristica delle sigillate. Le coppe più o meno aperte analoghe a quelle delle sigillate sono meglio attestate, con 104 frammenti (il 17,84%). Le coppe più frequenti sono quelle a Figg. 2 e 3. Alcuni vasi, rappresentati qui da dodici frammenti (il 2,1%), avevano funzioni potorie, e presentano quindi legami con la ceramica a pareti sottili (Figg. 6-8). Il vaso a Fig. 6 è particolarmente vicino a vasi a pareti sottili RICCI 2/389 e 2/391. Una parte considerevole dei frammenti, gli ottantatre relativi ad olle o altri vasi chiusi e i sedici a brocche (ad apertura trilobata o circolare), propone forme caratteristiche della ceramica comune (cfr. le olle e gli altri vasi chiusi a Figg. 9-13 e le brocche a Figg. 14-15). Si possono citare a questo proposito uno dei vasi chiusi più attestati, quello a Fig. 9 paragonabile a Ostia II, 402, e una brocca relativamente frequente, quella a Fig. 15 simile a Ostia I, 318. Compaiono ancora altre forme in ceramica invetriata. Le lucerne costituiscono un nucleo di una certa importanza, con cinquantasette frammenti attribuibili (laddove sono identificabili tipologicamente) alle lucerne a becco tondo o cuoriforme (cfr. Fig. 19). Presenze isolate sono rappresentate da un frammento di calamaio e da una statuetta maschile (Figg. 16 e 17) Si riceve dunque l'impressione di un insieme fortuito di oggetti di varia aspirazione e assolutamente privo di qualunque discorso di servizi. Sembra piuttosto che il rivestimento invetriato serva a nobilitare diversi oggetti che altrimenti avrebbero poco di eccezionale. [326] [327]

In questo senso i vasi della produzione in questione potrebbero costituire un anello di congiunzione tra i pregiati vasi invetriati orientali e di imitazione norditalica a rilievo ottenuto a matrice di epoca tardoellenistica e protoimperiale e quelli non decorati ad uso utilitario tardoantichi e altomedievali, che altrimenti sembrerebbero avere nulla in comune, come commenta C. Maccabruni (Ceramica romana con invetriatura a piombo, in P. LÉVEQUE, J.-P. MOREL, Céramiques héllenistiques et romaines, II, Paris, 1987, p. 174), la quale non conosce questa produzione. La predominanza di vasi lisci rafforza quest'ultimo discorso. Soltanto sessantanove frammenti (il 13,1% dei vasi, escluse le lucerne e la statuetta) presentano affatto una decorazione, che sia a rilievo a matrice, alla barbotina o a rilievo applicato. La varietà di decorazioni attestate è in linea con la diversità di ispirazione suggerita dalla morfologia. Quella più comune, testimoniata da circa due terzi dei frammenti decorati, è la barbotina, che a sua volta è attestata soprattutto da decorazioni a scaglie di pigna (cfr. Figg. 6, 7 e 10 per le scaglie di pigna; Figg. 11 e 12 per altre decorazioni alla barbotina). La decorazione alla barbotina, e in particolare a scaglie di pigna, trova confronti specialmente sulla ceramica a pareti sottili. La decorazione a rilievo piuttosto basso eseguito a matrice ricorda invece quella delle sigillate, o per diretti influssi o forse più probabilmente per influssi su ambedue da parte di modelli metallici. [328] Le caratteristiche testine fatte a parte in matrice e apllicate alla base delle anse (Fig.18), che sopravvivono ancora nella produzione tardoantica (cfr. R. Meneghini, A. Staffa, infra), e le placche per i pollici (Fig. 5) derivano infatti da modelli metallici. La ceramica invetriata della produzione trovata ad Ostia ha una diffusione sorprendentemente vasta per una classe così poco frequente. Arthur indica una diffusione nel bacino mediterraneo occidentale e nell Europa centrale e nordoccidentale (dall'ungheria all'inghilterra) che si concentra specialmente in Italia e in Spagna (art. cit., p. 394). È sostanzialmente d'accordo Desbat (art. cit., pp. 109-110), che indica Ostia, Sarsina, l'italia del nord, la valle del Rodano, Maiorca, la Catalogna, l Africa settentrionale, Conimbriga e l'inghilterra. Si possono aggiungere per l'italia la villa di Settefinestre nella Maremma toscana (M. CELUZZA, Ceramica invetriata, in A. RICCI (a cura di), Settefinestre. Una villa schiavistica nell'etruria meridionale III. La villa e i suoi reperti, Modena, 1985, pp. 163-166) e vari siti liguri (comunicazione personale di M. Biagini, che ne prepara uno studio). Si profila quindi una produzione con caratteristiche proprie. E possibile individuare gli impasti marnosi tipici. L area di produzione è stata identificata nei dintorni di Roma o comunque tra il Lazio e la Campania. Si comincia almeno a datare gran parte della produzione nel II secolo, con l'inizio non più tardo dell'epoca flavia. La sorte successiva della produzione rimane più oscura, ma i legami con certi

prodotti tardoantichi indicano che deve esistere una continuità. E possibile riconoscere i tipi e le decorazioni più frequenti, che derivano da molteplici ispirazioni. La sua estesa diffusione è infine ancora da valutare nel quadro della storia economica dell'italia antica, specialmente perché si data a un periodo spesso considerato di declino delle esportazioni italiche e dell'economia italica in generale. ARCHER MARTIN [329]