PROGETTO ESECUTIVO DELL IMPIANTO ELETTRICO DELL AMBULATORIO MEDICO DI PIANOSINATICO



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PROGETTO ESECUTIVO DELL IMPIANTO ELETTRICO DELL AMBULATORIO MEDICO DI PIANOSINATICO Progetto Esecutivo Progettista Ing. Ermes Tesi (Dir.U.O. Man. Impianti Az. USL3 PT) Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 1 di 27

SOMMARIO 1 OGGETTO E SCOPO...4 2 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO...5 3 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E DELL IMPIANTO...6 4 DIMENSIONAMENTO CAVI E CANALIZZAZIONI...7 4.1. Dimensionamento degli organi di protezione...8 4.1.1. Protezione da sovraccarico...8 4.1.2. Protezione da cortocircuito...9 4.2. Dimensionamento delle canalizzazioni...9 5 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI...10 6 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI...11 7 CARATTERISTICHE GENERALI DELL IMPIANTO ELETTRICO...12 7.1. Quadri di bassa tensione...12 7.2. Cavi...12 7.3. Posa dei cavi...12 7.4. Cassette di derivazione...13 7.5. Apparecchi di comando e corpi presa...13 8 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE...14 8.1. Corpi illuminanti...14 8.2. Corpi illuminanti di sicurezza...14 9 IMPIANTO DI TERRA...16 9.1. Definizioni...16 9.2. Dimensionamento impianto di terra...16 10 LOCALI MEDICI DI TIPO 1 - COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE...18 11 SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE...19 12 VERIFICA DELLA PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE...20 12.1. Premesse...20 12.2. Dati iniziali di progetto...20 12.2.1. Individuazione della struttura da proteggere...20 12.2.2. Ubicazione della struttura...20 12.2.3. Dimensioni della struttura...21 12.2.4. Caratteristiche della zona circostante la struttura...21 12.2.5. Resistività del terreno...21 12.2.6. Corpi metallici esterni...21 12.2.7. Caratteristiche costruttive della struttura...21 12.3. Tipi di rischio e valori tollerabili per la struttura...21 12.4. Zone della struttura...22 12.5. Caratteristiche zone della struttura...22 12.5.1. Destinazione d uso per zona ambulatorio...22 12.5.2. Classificazione per zona ambulatorio...22 12.5.3. Classificazione per zona ambulatorio in base al rischio di incendio...22 12.5.4. Misure adottate per limitare le conseguenze dell incendio per zona ambulatorio..22 12.5.5. Tipo del rivestimento superficiale perimetrale per zona ambulatorio...22 12.5.6. Tipo del rivestimento superficiale della pavimentazione per zona ambulatorio...22 12.5.7. Caratteristiche degli impianti interni per zona ambulatorio...22 12.5.8. Caratteristiche delle linee esterne per zona ambulatorio...23 Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 2 di 27

12.6. INDIVIDUAZIONE COMPONENTI DI RISCHIO...23 12.6.1. Componenti di rischio per R 1 (Ambulatorio)...23 12.7. SOMMARIO RISULTATI PER COMPONENTI DI RISCHIO DELLA STRUTTURA AMBULATORIO...24 12.7.1. Componenti di rischio per R 1...24 12.7.2. Numero di eventi pericolosi N D...25 12.7.3. Numero di eventi pericolosi N M...25 12.7.4. Numero di eventi pericolosi N Da...26 12.8. Conclusioni...26 13 VERIFICHE...27 Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 3 di 27

1 OGGETTO E SCOPO Il presente documento costituisce la relazione tecnica di progetto dell impianto elettrico dell ambulatorio di Piano Sinatico, sito in via della Chiesa nel comune di Cutigliano. I locali non sono oggetto di vincolo da parte della soprintendenza ai beni culturali ed ambientali. In prevalenza le attività svolte all interno dei locali saranno attività di tipo medico e pertanto gli impianti rientrano nel campo di applicazione della sezione 710 della Norma CEI 64-8/7. L ambulatorio in oggetto è classificabile, in base alla attività sanitaria svolta, come locale medico di gruppo 1, il che implica che ci possono essere parti applicate al paziente destinate, però, ad essere utilizzate esternamente, oppure invasivamente entro qualsiasi parte del corpo,ad eccezione della zona cardiaca. Pertanto al locale individuato, sulla planimetria allegata, come ambulatorio, sarà applicata la normativa dettata dalla norma CEI 64-8/7 sez.710 per i locali ad uso medico di gruppo 1. Per le restanti parti dell impianto saranno applicate tutte le norme elettriche valide per gli ambienti ad uso civile. I lavori dovranno essere realizzati in conformità agli elaborati grafici, alle indicazioni progettuali ed ai suggerimenti di buona tecnica nel proseguo riportati Il documento, redatto ai sensi del Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008 art. 5 lettera c) ed h), contiene le informazioni richieste per la realizzazione dell impianto in conformità alle norme CEI. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 4 di 27

2 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO [1] Norma CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti [2] Norma CEI 64-8 Impianti utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua [3] Norma CEI 3-19/7 Segni grafici per schemi (Apparecchiature e dispositivi di comando e protezione) [4] Norma CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similare [5] Norma CEI 17-13 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) [6] Legge n 186 del 01/03/1968 Disposizioni per la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari e impianti ed elettronici [7] Norma CEI 81-10 (1/2/3/4) Protezione contro i fulmini [8] Decreto Legislativo 9 Aprile 2008, n. 81 Attuazione dell art. 1 della legge 3 Agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e s.m.i. [9] Decreto Ministeriale 22 gennaio 2008 n. 37 Regolamento concernente l attuazione dell articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all interno degli edifici [10] DM 18 settembre 2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed l esercizio delle strutture sanitarie. [11] Prescrizioni e raccomandazioni della competente USL o ISPESL Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 5 di 27

3 DESCRIZIONE DELLA STRUTTURA E DELL IMPIANTO I locali oggetto dell intervento, meglio evidenziati nella planimetria riportata alla tav. E2, sono costituiti da: - Disimpegno - Sala attesa - Ambulatorio - Servizio igienico Il fabbricato è alimentato tramite una fornitura contrattuale in bassa tensione BT monofase. Le caratteristiche della fornitura elettrica sono le seguenti: Corrente di corto circuito: Tensione di alimentazione: Frequenza. Potenza elettrica contrattuale: Modo di collegamento a terra: 4,5 ka 230 V 50 Hz 3 kw TT E prevista la realizzazione di un solo quadro che, pertanto, costituirà il quadro generale (QG). Esso sarà ubicato nell ingresso. Tutte le linee saranno protette da opportuno interruttore magnetotermico e/o differenziale. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 6 di 27

4 DIMENSIONAMENTO CAVI E CANALIZZAZIONI Il dimensionamento degli impianti è stato effettuato in relazione alle caratteristiche del sistema di distribuzione dell'energia elettrica, ai dati forniti dal personale sanitario circa l entità e dislocazione dei carichi, alle attività che saranno svolte nei singoli locali e nel rispetto della normativa vigente. I carichi convenzionali di ogni unità di impianto sono stati valutati facendo riferimento alle potenze effettive degli utilizzatori fissi ed alle potenze corrispondenti alle correnti nominali delle prese a spina applicando degli opportuni coefficienti di riduzione per tener conto della contemporaneità di funzionamento e dell'effettiva utilizzazione dei carichi. I cavi sono stati dimensionati in modo tale che risultino soddisfatte le relazioni: dove: - I b è la corrente di impiego del cavo; I b I z V% 4%, - I z è la portata del cavo, calcolata tenendo conto del tipo di cavo e delle condizioni di posa; - V% è la caduta di tensione percentuale lungo il cavo. Le portate dei cavi sono state ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024 tenendo conto delle condizioni di posa. Il dimensionamento dei cavi e la conoscenza delle loro caratteristiche elettriche ha consentito di verificare che le cadute di tensione, con correnti non superiori alle correnti di impiego, sono inferiori al 4% della tensione nominale del sistema. Il calcolo delle cadute di tensione è stato effettuato con la relazione: r cosϕ + x sinϕ U% = K L l U con: K = 2 (per linee monofasi) K = 3 (per linee trifasi) r ed x rispettivamente resistenza e reattanza per unità di lunghezza del cavo alla temperatura di regime [Ω/m] N b Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 7 di 27

L = lunghezza linea [m] Ib = corrente d'impiego [A] UN = tensione nominale del sistema [V] cosϕ = fattore di potenza della linea Le sezioni minime dei conduttori di fase sono (per quanto prescritto dalla norma CEI 64-8 per installazioni di tipo fisso): - 1,5 mm 2 per circuiti di potenza; - 0,5 mm 2 per circuiti di comando e segnalazione. L eventuale conduttore di neutro, deve avere la stessa sezione del rispettivo conduttore di fase. Se il conduttore di fase ha sezione superiore ai 16 mm 2, il neutro può avere sezione inferiore se vengono rispettate entrambe le seguenti condizioni: - la corrente massima, comprese le eventuali armoniche, che si prevede possa percorrere il conduttore di neutro durante il servizio ordinario, non sia superiore alla corrente ammissibile corrispondente alla sezione ridotta del conduttore di neutro; - la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16 mm 2 se in rame od a 25 mm 2 se in alluminio. 4.1. Dimensionamento degli organi di protezione 4.1.1. Protezione da sovraccarico La protezione delle condutture contro il sovraccarico sarà assicurata dall interruttore magnetotermico, installato sul quadro in partenza di ciascuna conduttura. Tale interruttore avrà una caratteristica a tempo inverso di tipo C standard, in quanto non vi sono ragioni particolari per adottare caratteristiche di tipo diverso. Tale protezione garantirà il rispetto delle seguenti condizioni: I b I n I z dove I z è la portata della linea da proteggere, I n la corrente nominale dell interruttore I b è la corrente di impiego delle condutture. Nel dettaglio per la protezione dei cavi da sovraccarico sono stati scelti interruttori aventi correnti nominali I N e correnti convenzionali di funzionamento I F che soddisfino le seguenti condizioni: I B I N I Z Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 8 di 27

I 1.45 F I Z in ottemperanza all'art. 433.2 della Norma CEI 64-8. 4.1.2. Protezione da cortocircuito Il potere di interruzione è stato determinato in modo che sia sempre superiore alla corrente di corto circuito presunta ai morsetti dell interruttore stesso. Inoltre l interruttore sarà tale da garantire il rispetto della condizione: I 2 t K 2 S 2, dove: - I 2 t è l energia specifica lasciata passare dall interruttore (I corrente di corto circuito effettiva); - K =143 (è una costante caratteristica dei cavi che dipende sia dal materiale del conduttore che dal tipo di isolante); - S è la sezione del cavo in mm 2. Il valore di I 2 t deve essere fornito dal costruttore per gli interruttori di tipo limitatore. Avendo assicurato la protezione da sovraccarico tramite l installazione di un interruttore magnetotermico avente potere di interruzione non inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta nel suo punto di installazione, la relazione sopramenzionata è senz'altro soddisfatta per corto circuito al termine della conduttura indipendentemente dalla lunghezza della stessa. 4.2. Dimensionamento delle canalizzazioni Le tubazioni e le canalizzazioni sono state dimensionate al fine di garantire la sfilabilità dei cavi, secondo quanto raccomandato dalle Norme CEI 64-8/5 ed in particolare: - il diametro interno delle tubazioni è stato assunto pari a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi che sono destinati a contenere, con un minimo di 10 mm; - la sezione utile di canali e passerelle è stata assunta pari a 2 volte l area della sezione retta occupata dai cavi. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 9 di 27

5 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI La protezione contro i contatti diretti sarà realizzata mediante isolamento completo delle parti attive dell impianto. Inoltre l impiego di dispositivi differenziali con corrente differenziale d intervento non superiore a 30 ma, è riconosciuto come protezione addizionale contro i contatti diretti in caso di insuccesso delle altre misure di protezione. Si sottolinea che le linee afferenti al locale adibito ad ambulatorio saranno tutte protette attraverso interruttori differenziali di tipo A, così come imposto dalla normativa vigente. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 10 di 27

6 PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI La protezione contro i contatti indiretti sarà assicurata mediante messa a terra delle masse e masse estranee, presenti all interno dei locali, e mediante intervento automatico del dispositivo differenziale (I dn =0,03A) posto a monte di ciascuna linea di alimentazione uscente dal quadro o dai quadretti. Infine al fine di soddisfare le prescrizioni della Norma CEI 64-8/7 art. 710.413.1.3 nei locali medici di gruppo 1 le prese sono protette con interruttore differenziale di tipo A. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 11 di 27

7 CARATTERISTICHE GENERALI DELL IMPIANTO ELETTRICO Gli impianti descritti nel progetto allegato dovranno rispettare le caratteristiche di seguito elencate e suddivise nelle seguenti voci: 7.1. Quadri di bassa tensione I quadri di bassa tensione saranno realizzati in conformità alle norme CEI 23-51, le carpenterie saranno realizzate in PVC con grado di protezione almeno IP42. Il cablaggio delle apparecchiature interne sarà effettuato con corde tipo N07V-K di sezione adeguata e di colorazione specificata dalle tabelle CEI-UNEL, che si riporta: Per i conduttori di fase nero, o grigio (cenere), o marrone Per i conduttori di neutro celeste, o blu Per i conduttori di protezione giallo-verde Equipotenzialità e terra giallo-verde L attestazione dei conduttori ai morsetti delle apparecchiature sarà effettuata con idonei capocorda preisolati opportunamente siglati per l individuazione dei circuiti di appartenenza. Le linee in arrivo ed in partenza saranno attestate ad opportune morsettiere componibili con le relative siglature; i morsetti che dovessero rimanere in tensione dopo l apertura dell interruttore generale dovranno essere schermati con opportuna protezione isolante. Il quadro sarà dotato di un nodo di terra realizzato con morsettiera modulare al quale si attesteranno i conduttori di protezione, facenti parte della linea di alimentazione e aventi la stessa sezione di fase delle rispettive utenze. Il quadro sarà dotato di portella con chiusura a chiave e di tutti i cartelli di sicurezza elettrica necessari. 7.2. Cavi I cavi utilizzati dovranno essere rispondenti alle norme CEI 20-22 II, 20-35 e 20-37 I (ad esempio i cavi tipo N07V-K, N1VV-K, FR(O)R, FG7(O)R ) e dovranno presentare un isolamento per tensioni verso terra e nominali (U0/U) non inferiori a 450/750 V per i circuiti di potenza e 300/500 V per quelli di segnalazione e comando; dovranno essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle tabelle CEI-UNEL 00722 ed in particolare si dovrà adottare l azzurro per il conduttore di neutro ed i bicolore giallo-verde per il conduttore di protezione. Le sezioni dei cavi sono indicate nello schema di progetto. 7.3. Posa dei cavi La posa dei cavi, in accordo alla tabella 52A, sarà effettuata ad una temperatura ambiente non inferiore a quelle sottoriportate: - Per cavi isolati in PVC : 0 C Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 12 di 27

- Per cavi isolati in EPR : -25 C 7.4. Cassette di derivazione Le derivazioni dalla linea principale dovranno essere realizzate entro apposite casette di derivazione. Le giunzioni saranno realizzate impiegando idonei morsetti volanti in materiale plastico autoestinguente per sezioni fino a 6 mm 2, mentre per sezioni superiori dovranno essere impiegate morsettiere fissate sul fondo della casetta stessa. Le casette saranno in PVC autoestinguente con coperchi removibili solo con idonei attrezzi, inoltre, dovranno garantire il grado di protezione almeno IP43. 7.5. Apparecchi di comando e corpi presa Gli apparecchi di comando saranno del tipo modulare alloggiati entro contenitori in materiale autoestinguente da incasso o da esterno, con grado di protezione IPXXB. Le prese saranno del tipo: - modulare 10-16A ad alveoli allineati e protetti con grado di protezione IPXXB; - modulare 10/16 A P30 del tipo Universale ad alveoli schermati con terra laterale e centrale (tipo schuko) con grado di protezione IPXXB. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 13 di 27

8 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE La determinazione del numero dei corpi illuminanti necessari al conseguimento del livello di illuminamento medio raccomandato in relazione all'attività che sarà svolta nel locale è stata effettuata con la relazione: E S n = η m ϕ con: E = illuminamento medio (lux) S = superficie del locale [m2] ϕl = flusso luminoso emesso da una lampada [lm] n1 = numero di lampade per plafoniera m = coefficiente di manutenzione η = coefficiente di utilizzazione Il coefficiente di utilizzazione si ricava da tabelle in funzione dei coefficienti di riflessione del soffitto, delle pareti, del pavimento e dell'indice di locale dato da: L n 1 dove a = lunghezza del locale b = larghezza del locale h = H - hm = altezza utile H = altezza del locale hm = altezza del piano di lavoro. a b η = (a + b) h 8.1. Corpi illuminanti L illuminazione sarà realizzata tramite plafoniere per lampade fluorescenti lineari da 58 W almeno IP 4X. Nei luoghi restanti saranno realizzati una serie di punti luce ai quali verranno allacciati corpi illuminanti del tipo a plafone tondo con lampada fluorescente compatta a basso consumo. 8.2. Corpi illuminanti di sicurezza L impianto di sicurezza sarà realizzato con plafoniere fluorescenti di tipo autoalimentato 24 W con grado di protezione minimo IP44. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 14 di 27

Le plafoniere realizzate in materiale autoestinguente monteranno batterie al Ni-Mh con autonomia minima di almeno 2h, ricarica completa in 12h e saranno dotate di sistema di autodiagnosi per la segnalazione in loco dello stato. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 15 di 27

9 IMPIANTO DI TERRA 9.1. Definizioni Collettore di terra: elemento previsto per il collegamento al dispersore dei conduttori di protezione, inclusi i conduttori equipotenziali di terra, nonché i conduttori per la terra funzionale, se esistente. Conduttore di protezione: Conduttore prescritto per alcune misure di protezione contro i contatti indiretti per il collegamento di alcune delle seguenti parti: - masse - masse estranee - collettore principale di terra - dispersore - punto di terra della sorgente. Conduttore di terra: conduttore di protezione che collega il collettore principale di terra al dispersore o i dispersori tra loro. Conduttore equipotenziale: conduttore di protezione destinato ad assicurare il collegamento equipotenziale. Collegamento equipotenziale principale: collegamento elettrico che connette una massa estranea direttamente al collettore principale di terra. Collegamento equipotenziale secondario: collegamento elettrico che connette più masse estranee ad unico nodo, collegato a sua volta con il collettore principale di terra. Dispersore: corpo conduttore o gruppo di corpi conduttori in contatto elettrico con il terreno e che realizza un collegamento elettrico con la terra. Il dispersore è intenzionale quando è installato unicamente per scopi inerenti la messa a terra di impianti. Il dispersore è di fatto quando è installato per scopi non inerenti la messa a terra di impianti. Massa: parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto. Massa estranea: parte conduttrice non facente parte dell impianto elettrico in grado di introdurre un potenziale, generalmente il potenziale di terra. La messa a terra di protezione ha il compito di costituire una misura di protezione contro i contatti indiretti, secondo quanto previsto dalle vigenti norme in materia; La messa a terra di funzionamento (o funzionale) ha lo scopo di assicurare il corretto funzionamento delle apparecchiature. 9.2. Dimensionamento impianto di terra La resistenza dell impianto di terra deve soddisfare la relazione (Norma CEI 64-8/7): dove: R A I dn 25 V Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 16 di 27

R A è la somma delle resistenze dei conduttori di protezione (PE) e del dispersore in ohm; I dn è la più elevata delle correnti differenziali nominali d intervento degli interruttori differenziali installati, in ampere. L interruttore differenziale con la corrente d intervento maggiore è: I dn =0.03 A da cui R A 833.3 Ω Il conduttore di terra avrà una sezione minima in accordo con la tabella 54A dalla quale si evince che : - Conduttore in rame isolato posato direttamente interrato: 16 mm 2 - Conduttore in rame non isolato posato direttamente nel terreno: 25 mm 2 Per quanto concerne i conduttori di protezione la sezione minima si ricava dalla tabella 54F che prevede: S p = S per S 16 mm 2 S p = 16 mm 2 per 16 S 35 mm 2 S p = S/2 per S > 35 mm 2 Dove : S = sezione del conduttore di fase; S p = sezione del conduttore di protezione. In ogni caso la sezione del conduttore che non faccia parte della conduttura di alimentazione non sarà in ogni caso inferiore a: - 2,5 mm 2 se protetto meccanicamente; - 4 mm 2 se non protetto meccanicamente. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 17 di 27

10 LOCALI MEDICI DI TIPO 1 - COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE Il nodo equipotenziale supplementare deve essere realizzato soltanto all interno dei locali adibiti ad ambulatori. Devono, pertanto, essere collegati: - Le masse e masse estranee che sono, o si possono trovare nella zona paziente. Si precisa che in detti locali le masse estranee sono tutte le parti metalliche non facenti parte dell impianto elettrico che presentano un valore di resistenza verso terra inferiore od uguale a 200 Ω; - I contatti di terra di tutte le prese del locale. Il nodo equipotenziale deve essere facilmente accessibile ed ispezionabile. I conduttori che arrivano al nodo devono essere singolarmente scollegabili e chiaramente identificabili per funzione e provenienza e ciò sarà realizzabile applicando una targhetta su ogni conduttore con l identificazione della provenienza/destinazione. Inoltre nei locali medici di tipo 1 i conduttori di protezione ed i conduttori equipotenziale devono confluire direttamente al nodo equipotenziale, o al più è consentito inserire un solo sub-nodo tra una massa, massa estranea e il nodo equipotenziale. I conduttori che collegano le masse estranee al nodo equipotenziale devono avere una sezione non inferiore a 6 mm 2 in rame (art.710.413.1.6.1). Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 18 di 27

11 SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE In tutti gli ambienti in cui è richiesto per legge l abbattimento o il superamento delle barriere architettoniche (Legge n. 13 del 09/01/1989 e s.m.i.), i componenti (quadri, interruttori, prese campanelli, pulsanti, citofoni) necessari alla libera fruizione degli spazi e delle attrezzature in essi contenute, devono essere accessibili anche a persone su sedia a rotelle. Nella tabella seguente sono evidenziate le fasce di altezza (espresse in cm) prescritte dal DM n. 236 del 14/06/1989 e che dovranno essere osservate ed applicate durante la realizzazione degli impianti del presente progetto. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 19 di 27

12 VERIFICA DELLA PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE 12.1. Premesse La valutazione del rischio dovuto al fulmine è stata elaborata sulla base della Norma CEI 81-10. Individuata la struttura da proteggere, le possibili zone in cui suddividerla, i servizi (linee esterne) entranti, gli impianti interni e noti tutti i dati iniziali per il progetto, necessari per la valutazione di: - frequenza di fulminazione diretta e indiretta - tipo del rischio ed entità del danno - probabilità di danno sono stati definiti i possibili tipi di rischio associabili alla struttura considerata ed i relativi valori del rischio tollerabile dalla struttura (R T ). Per ciascun tipo di rischio sono state, quindi, calcolate le relative componenti, i rischi parziali (R D e R i ) ed il rischio complessivo (R). Dal confronto tra i valori del rischio tollerabile R T e del rischio complessivo R può essere stabilita l autoprotezione della struttura (R < R T ) o può essere stabilita la relativa misura da adottare (R > R T ), valutando che tale scelta, modificando le componenti, consenta di ottenere un valore del rischio complessivo minore di quello del rischio accettabile. Poichè, però, per ogni tipo di rischio, esistono più misure di protezione che, da sole o in combinazione tra loro, consentono di ottenere R < R T è stato necessario ottimizzare la valutazione del rischio, valutando altre possibili misure di protezione (associate direttamente ad una riduzione delle componenti di rischio percentualmente più incidenti sul valore del rischio totale) in relazione agli aspetti tecnici ed economici delle varie scelte adottate. Viene proposta la scelta tra tutte le diverse soluzioni adottabili (normativamente accettabili) di quella, (da sola o in combinazione con altre) ritenuta preferibile, in funzione di aspetti economico-realizzativi che consentono di raggiungere, per tutti i tipi di rischio associabili alla struttura considerata, un valore inferiore al relativo valore massimo di rischio tollerabile. Infine si sottolinea come siano state assunte le più gravose condizioni al contorno, ossia struttura isolata e non presenza di asfalto bituminoso nella zona circostante. 12.2. Dati iniziali di progetto 12.2.1. Individuazione della struttura da proteggere La struttura in esame è: Ambulatorio 12.2.2. Ubicazione della struttura La struttura è sita nel comune di: Cutigliano Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 20 di 27

12.2.3. Dimensioni della struttura Le dimensioni massime della struttura (arrotondate all intero più vicino) sono: larghezza (W) 7 m lunghezza (L) 10 m altezza (H) 6 m 12.2.4. Caratteristiche della zona circostante la struttura In relazione alle strutture vicine è da considerarsi: Oggetto isolato, nessun oggetto nelle vicinanze 12.2.5. Resistività del terreno La resistività del terreno in cui sono interrate le eventuali linee degli impianti esterni potrebbe essere diversa per linee entranti diverse. Si associerà, quindi, a ciascuna linea esterna il corrispondente valore di resistività e, nel caso il valore superasse 500 Ohm m, verrà assunto come valore proprio 500 Ohm m. 12.2.6. Corpi metallici esterni Come indicato nella Norma, per la valutazione del rischio dovuto al fulmine, si assume che i corpi metallici esterni siano collegati a terra nel punto di ingresso alla struttura e, pertanto, la probabilità di scarica sia nulla. N.B. In caso contrario dovranno essere realizzati i collegamenti dei corpi metallici esterni nel punto di ingresso alla struttura per non invalidare la presente valutazione del rischio. 12.2.7. Caratteristiche costruttive della struttura In relazione ai materiali impiegati, le caratteristiche costruttive della struttura sono: Per la copertura Copertura realizzata con materiali non conduttori mattoni, muratura Per le strutture portanti Struttura realizzata con materiali non conduttori mattoni, muratura, ecc. Per le pareti o gli schermi Facciate realizzate con materiali non conduttori mattoni, muratura, senza schermatura 12.3. Tipi di rischio e valori tollerabili per la struttura Per la struttura in esame devono essere considerati i seguenti tipi di rischio: Rischio di tipo 1: PERDITA DI VITE UMANE I valori di rischio tollerabili per la struttura in esame sono i seguenti: Il valore tollerabile per il Rischio di tipo 1 è: 1 10-5 Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 21 di 27

12.4. Zone della struttura La struttura può essere suddivisa nelle Zone di seguito elencate: 1 Ambulatorio 12.5. Caratteristiche zone della struttura 12.5.1. Destinazione d uso per zona ambulatorio La destinazione d uso per la zona AMBULATORIO ed il relativo carico d incendio è: Camere di degenza (assimilabile a camera di degenza poiché locale elettrico di gruppo 1), Prigioni, ecc. (persone impossibilitate a muoversi) in cui guasti di impianti interni NON provocano pericolo per la vita con carico d'incendio pari a 30,0 kg/m 2 553,3 MJ/m 2 12.5.2. Classificazione per zona ambulatorio La Zona Ambulatorio, in relazione ad eventuali pericoli particolari può essere così classificata: struttura con pericolo per la difficoltà di evacuazione ed in relazione al livello di panico può essere così classificata: considerando il numero di persone potenzialmente in pericolo pari a: 5 LIVELLO RIDOTTO DI PANICO: numero di persone presenti compreso tra 1 e 99. 12.5.3. Classificazione per zona ambulatorio in base al rischio di incendio In relazione al rischio di incendio, considerando il carico specifico di incendio medio: 30,00 kg/m 2 di legna equivalente pari a 553,3 MJ/m 2 la Zona può essere considerata: struttura con RISCHIO DI INCENDIO ORDINARIO. 12.5.4. Misure adottate per limitare le conseguenze dell incendio per zona ambulatorio Sono presenti le seguenti misure di protezione per ridurre le conseguenze dell incendio: Estintori 12.5.5. Tipo del rivestimento superficiale perimetrale per zona ambulatorio Non sono presenti persone (o animali) all'esterno (all'aperto). Il tipo di rivestimento superficiale circondante la struttura non è influente: Pietrisco, moquette, tappeto (resistenza di contatto compresa tra 10 e 100 kω). 12.5.6. Tipo del rivestimento superficiale della pavimentazione per zona ambulatorio La tipologia della pavimentazione (al chiuso), dipende dalla resistività superficiale della pavimentazione e, quindi, dal tipo di rivestimento. Il tipo di rivestimento è costituito da: Marmo, ceramica (resistenza di contatto compresa tra 1 e 10 kω) 12.5.7. Caratteristiche degli impianti interni per zona ambulatorio Nella zona non sono presenti impianti Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 22 di 27

12.5.8. Caratteristiche delle linee esterne per zona ambulatorio Nella zona non sono presenti linee provenienti dall'esterno collegate agli impianti 12.6. INDIVIDUAZIONE COMPONENTI DI RISCHIO 12.6.1. Componenti di rischio per R 1 (Ambulatorio) Le componenti di rischio da valutare o trascurare sono: Risulta trascurabile la componente R A - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta della struttura, relativa ai danni ad esseri viventi, dovuti a tensioni di contatto e di passo in zone fino a 3 m all esterno della struttura, in quanto non è ipotizzabile la presenza di persone all esterno e in prossimità della struttura. R B - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta della struttura, relativa ai danni materiali causati da scariche pericolose all interno della struttura che innescano l incendio e l esplosione e che possono anche essere pericolose per l ambiente Deve essere trascurata la componente R C - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta della struttura, relativa al guasto di impianti interni causata dal LEMP, che provoca immediato pericolo per la vita umana, poichè da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita umana, o di strutture con rischio di esplosione. Deve essere trascurata la componente R M - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione in prossimità della struttura, relativa al guasto di impianti interni causata dal LEMP, che provoca immediato pericolo per la vita umana, poichè da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita umana, o di strutture con rischio di esplosione. Risulta trascurabile la componente R U - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta di un servizio connesso alla struttura, relativa ai danni ad esseri viventi, dovuti a tensioni di contatto all interno della struttura per la corrente di fulmine iniettata nella linea entrante, in quanto non sono presenti linee che possano trasmettere la corrente di fulmine Risulta trascurabile la componente R V - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta di un servizio connesso alla struttura, relativa ai danni materiali (incendio o esplosione), dovuti alla corrente di fulmine trasmessa attraverso il servizio entrante, in quanto non sono presenti linee che possano trasmettere la corrente di fulmine oppure il carico specifico di incendio è = 0 Deve essere trascurata la componente R W - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta di un servizio connesso alla struttura, relativa al guasto di impianti interni causato da sovratensioni indotte sulla linea e trasmesse alla struttura, poichè da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 23 di 27

umana, o di strutture con rischio di esplosione. Deve essere trascurata la componente R Z - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione in prossimità di un servizio connesso alla struttura, relativa al guasto di impianti interni causato da sovratensioni indotte sulla linea e trasmesse alla struttura, poichè da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita umana, o di strutture con rischio di esplosione. 12.7. SOMMARIO RISULTATI PER COMPONENTI DI RISCHIO DELLA STRUTTURA AMBULATORIO 12.7.1. Componenti di rischio per R 1 La sintesi dei risultati per le componenti di rischio da valutare (ed i relativi pesi percentuali rispetto al totale) è: R A 0 0 R B 1,062 10-6 100 % R C 0 0 R M 0 0 R U 0 0 R V 0 0 R W 0 0 R Z 0 0 Per quanto sopra evidenziato, con riferimento alla sorgente di danno, si ottiene: Rischio di tipo 1 dovuto alla fulminazione diretta della struttura (sorgente S1): R D = R A + R B + R C = 1,062 10-6 Rischio di tipo 1 dovuto alla fulminazione indiretta della struttura (sorgenti S2 S3 ed S4): R I = R M + R U + R V + R W + R Z = 0 Con riferimento al tipo di danno, si ottiene: Rischio di tipo 1 di danno ad esseri viventi: R S = R A + R U = 0 Rischio di tipo 1 di danno materiale: R F = R B + R V = 1,062 10-6 Rischio di tipo 1 imputabile alle sovratensioni sugli impianti interni: Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 24 di 27

R O = R M + R C + R W + R Z = 0 Il Rischio di tipo 1 vale R 1 = 1,062 10-6 Considerando che il rischio accettabile vale: R T = 1 10-5 Il rischio di fulminazione diretta risulta minore del rischio accettabile: probabilmente LA PROTEZIONE CONTRO I FULMINI (LPS esterno) NON È NECESSARIA 12.7.2. Numero di eventi pericolosi N D Numero, medio annuo atteso di eventi pericolosi dovuti alla fulminazione diretta della struttura (estremità b di un servizio) ND = N g A d / b C d / b 10-6 = 4,25 10-3 con: N g = 2,5 Densità annua di fulmini al suolo (fulmini/ anno km 2 ) C d / b = 1 Coefficiente di posizione della struttura A = d / b 1,7 10 3 m 2 Area di raccolta della struttura isolata valutata con il metodo indicato nell Appendice A / art A.2.1 Con i dati inseriti, le aree di raccolta della struttura rettangolare semplice sono valutate in modo matematico 12.7.3. Numero di eventi pericolosi N M Numero, medio annuo atteso di eventi pericolosi dovuti alla fulminazione in prossimità della struttura (estremità b di un servizio) NM = N g (A m - C d / b A d /a ) 10-6 = 0,508 con: N g = 2,5 Densità annua di fulmini al suolo (fulmini/ anno km 2 ) C d / b = 1 Coefficiente di posizione della struttura A d / b = 1,7 10 3 m 2 Area di raccolta della struttura isolata valutata con il metodo indicato nell Appendice A / art A.2.1 A m = 2,049 10 5 m 2 Area di raccolta che si estende fino ad una distanza di 250 m dal perimetro della struttura Con i dati inseriti, le aree di raccolta della struttura rettangolare semplice sono valutate in modo matematico Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 25 di 27

12.7.4. Numero di eventi pericolosi N Da Numero, medio annuo atteso di eventi pericolosi dovuti alla fulminazione diretta della struttura (estremità a di un servizio) N D a = N g A d / a C d / a C t 10-6 = con: N g = 2,5 Densità annua di fulmini al suolo (fulmini/ anno km 2 ) C d / a = A d / a = Coefficiente di posizione della struttura Area di raccolta della struttura isolata valutata con il metodo indicato nell Appendice A / art A.2.1 C t = Coefficiente di correzione per la presenza di un trasformatore a due avvolgimenti sulla linea cui la struttura è connessa I valori sono diversi per ciascuna linea (o sezione di essa e sono riportati nella sintesi dei risultati per le linee 12.8. Conclusioni Per il volume costituente I edificio oggetto della presente relazione, il rischio di fulminazione diretta ed indiretta risulta inferiore al rischio accettabile, pertanto: LA PROTEZIONE CONTRO I FULMINI NON È NECESSARIA. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 26 di 27

13 VERIFICHE Al termine dei lavori, dovranno essere effettuate le verifiche previste dalla Norma CEI 64-8/6, ed in particolare : - Prova di funzionamento; - Prova differenziali; - Verifica messa a terra e prove di continuità; - Misura della resistenza di terra - Misura per verificare il collegamento equipotenziale supplementare. Azienda USL 3 di Pistoia Via Sandro Pertini, 708 51100 Pistoia 27 di 27