AMBULATORIO/UFFICIO COMUNE DI MARLIANA Localita Montagnana Via per Montagnana /SP17 MARLIANA(PT)

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1 Antonio Bartoli Perito Indistriale AMBULATORIO/UFFICIO COMUNE DI MARLIANA Localita Montagnana Via per Montagnana /SP17 MARLIANA(PT) IMPIANTO ELETTRICO Relazione tecnica PROGETTO aggiornato a Maggio 2014 Pistoia, 17 Maggio 2014 Via G.Arcangeli n Pistoia tel

2 SOMMARIO 1. PREMESSA 3 2. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI 4 3. CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI E CONSISTENZA DEGLI IMPIANTI E DEI LAVORI 5 4. DESCRIZIONE DEI LOCALI E DEGLI IMPIANTI 6 5. TUBI, CASSETTE DI DERIVAZIONE, PRESE E CAVI 6 6. ILLUMINAZIONE ORDINARIA E DI SICUREZZA 8 7. PROTEZIONE DALLE SOVRACORRENTI 9 8. PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI 9 9. PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI CADUTA DI TENSIONE IMPIANTO DI TERRA VALUTAZIONE DI RISCHIO SCARICHE ATMOSFERICHE SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE MANUTENZIONE DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E OBBLIGO DI PROGETTO CONCLUSIONI IMPIANTO ELETTRICO 20 Pag. 2 a 20

3 1. PREMESSA Il presente documento costituisce la relazione tecnica di progetto dell impianto elettrico dell ambulatorio di MONTAGNANA, sito in via per Montagnana / SP17 comune di Montagnana (PT). I locali non sono oggetto di vincolo da parte della soprintendenza ai beni culturali ed ambientali. In prevalenza le attività svolte all interno dei locali saranno attività di tipo medico e pertanto gli impianti rientrano nel campo di applicazione della sezione 710 della Norma CEI648/7. L ambulatorio in oggetto è classificabile, in base alla attività sanitaria svolta, come locale medico di gruppo1, il che implica che ci possono essere parti applicate al paziente destinate, però, ad essere utilizzate esternamente, oppure invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca. Pertanto al locale individuato, sulla planimetria allegata, come ambulatorio, sarà applicata la normativa dettata dalla norma CEI64-8/7sez.710 per i locali ad uso medico. Per le restanti parti dell impianto saranno applicate tutte le norme elettriche valide per gli ambienti ad uso civile. I lavori dovranno essere realizzati in conformità agli elaborati grafici, alle indicazioni progettuali ed ai suggerimenti di buona tecnica nel proseguo riportati Sono da considerarsi allegati della presente anche i seguenti elaborati: Schema elettrico QUADRI QE IE02_1,QG IE03_1,QSM - IE04_1 Schema a blocchi Calcoli verifiche condutture e tarature interruttori Planimetrie illuminazione e FM IE01 rev Gli impianti in oggetto sono quelli relativi alla parte di edificio da adibire a AMBULATORIO / UFFICIO in cui sono presenti: Ambulatorio Ufficio Sala attesa Bagni Sono esclusi dall oggetto della presente gli impianti a bordo macchina. Pag. 3 a 20

4 2. RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI Leggi e decreti Legge 186/68 D.M. 37/08 DLg. 81/08 DM Obbligo dell esecuzione a regola d arte degli impianti (CEI) Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici. Prevenzione infortuni sul lavoro Attività soggette alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi Direttive CEE recepite dalla legislazione nazionale con particolare riferimento alle direttive quadro 89/391 e 92/57. Caratteristiche generali dell impianto: CEI 64-8 Impianti elettrici utilizzatori per tensioni non superiori a 1000 V CEI 3-19/7 Segni grafici per schemi (Apparecchiature e dispositivi di comando) CEI 70-1 Gradi di protezione degli involucri (Codice IP) Cavi energia B.T.: CEI CEI CEI Calcolo delle portate dei cavi elettrici in regime permanente Prova dei cavi non propaganti l incendio Prova di resistenza al fuoco dei cavi elettrici Grosse apparecchiature CEI 17-5 Apparecchiature a bassa tensione. Interruttori automatici CEI Apparecchiature costruite in fabbrica (quadri elettrici) CEI Apparecchiature B.T.. Contattori e avviatori elettromeccanici Altre apparecchiature in bassa tensione CEI 23-3 Interruttori automatici e sovracorrente per usi domestici e similari CEI 23-5 Prese a spina per usi domestici e similari CEI 23-8 Tubi protettivi in PVC e loro accessori CEI 23-9 Apparecchi di comando non automatici (interruttori) fissi CEI Tubi protettivi flessibili in PVC e loro accessori CEI Prese a spira di tipi complementari per usi domestici e similari CEI Interruttori differenziali per usi domestici e similari CEI Canali portacavi in materiale plastico e accessori ad uso battiscopa CEI Tubi per le installazioni elettriche. Tubi metallici CEI Sistemi di canali in materiale plastico isolante per soffitto e parete Fusibili CEI 32-1 Fusibili a tensione inferiore a 1000 V. Prescrizioni generali CEI 32-4 Fusibili a tensione inferiore a 1000 V. Prescrizioni supplementari Apparecchiature di illuminazione: CEI Apparecchi di illuminazione. Prescrizioni generali e prove CEI Apparecchi di illuminazione. Apparecchi di emergenza Pag. 4 a 20

5 Impianti di terra: CEI 64-8/5 Impianti elettrici utilizzatori per tensioni non superiori a 1000 V Protezione contro i fulmini: CEI 81-1 Protezione contro i fulmini CEI Protezione contro i fulmini Varie : Prescrizioni e raccomandazioni della competente USL o ISPESL DM 18/09/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed l esercizio delle strutture sanitarie. 3. CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI E CONSISTENZA DEGLI IMPIANTI E DEI LAVORI PREVISTI Secondo quanto dichiarato dal Committente, all'interno dei locali sarà realizzato un ambulatorio / ufficio. Il complesso ove si svolgerà l'attività sarà diviso in due zone corrispondenti ad altrettanti compartimenti: - ambulatorio / ufficio -Servizi I dati sulle potenze elettriche e sulle ubicazioni delle macchine utilizzate sono state fornite dalla Committenza. L ambulatorio / ufficio non è da considerarsi ambiente a maggior rischio in caso di incendio e si applicano pertanto le norme CEI 64/8 per i luoghi ordinari. Servizi igienici: il locale è da considerarsi "luogo ordinario"; comunque dovranno essere osservate la Norma CEI 64-8 part. 7 Art. 701 "Ambienti particolari" per il locale dove eventualmente è ubicata la doccia. Si intende precisare che la classificazione di un ambiente dipende dalle lavorazioni che vi vengono effettuate, dalle tipologie dei materiali presenti e dalla loro quantità. La classificazione è frutto di un'analisi complessa, che porta un carico di responsabilità notevoli, poichè questa dipende dalle informazioni rese dal responsabile dell'azienda, se queste risultassero errate od incomplete, oppure se i parametri basilari venissero modificati, l'impianto elettrico oggetto della presente relazione non sarà più da considerare conforme, in quanto il presente progetto è da ritenersi valido solo per l'utilizzo descritto nella classificazione. Gli impianti elettrici da installarsi all'esterno dell'edificio dovranno essere involucri atti a garantire il grado minimo di protezione IP 55. Pag. 5 a 20

6 4. DESCRIZIONE DEI LOCALI E DEGLI IMPIANTI I locali serviti dagli impianti in esame appartengono all AMBULATORIO/UFFICIO DI MONTAGNANA, COMUNE DI MARLIANA ed hanno destinazione d uso come ambulatorio medico, ufficio, locali di servizio. Secondo le informazioni messe a disposizione dal Committente i locali in cui sono presenti gli impianti in esame dal punto di vista del rischio incendio sono da considerarsi di tipo ordinario. Nei locali servizi igienici non sono presenti vani docce. Gli impianti elettrici in oggetto sono alimentati da un contatore di energia dell Ente fornitore con potenza contrattuale minore di 10 kw trifase 400V (l alimentazione è in bassa tensione).la distribuzione dell'energia avverrà tramite sistema elettrico TT. L'impianto elettrico ha il suo inizio dal gruppo di misura disposto dove è disposto anche il quadro QE, da qui una linea va ad alimentare il quadro generale QG; detta linea è inserita in tubo pvc fino al quadro generale. Il quadro QE è realizzato con carpenteria in resina e con grado minimo di protezione IP 44, è installato nel vano contatori corredato delle istruzioni per inibire l'energia elettrica all'interno dell'area oggetto dell'attività. In questo quadro potranno essere installati gli scaricatori catodici per la protezione dell'impianto delle sovratensioni provenienti dalla rete ENEL. Nel locale ingresso è installato il quadro QG con incassato dove si alimenteranno le utenze disposte all'interno; in particolare: -illuminazione interna; -linee F.M. alimentazione impianti -alimentazione servizi igienici. Non è presente gruppo elettrogeno di riserva per l alimentazione in caso di mancanza tensione sulla rete ordinaria. 5. TUBI, CASSETTE DI DERIVAZIONE, PRESE E CAVI I conduttori devono essere sempre protetti meccanicamente. Le protezioni possono essere costituite da tubi o da canaline portacavi. I tubi per la distribuzione delle linee dovranno essere: del tipo rigido in materiale PVC (CEI 23-8), provvisto di Marchio Italiano di Qualità, per la distribuzione nei tratti esterni fissati a parete; del tipo flessibile in materiale PVC (CEI 23-14) per i tratti incassati nelle pareti o nei soffitti. del tipo flessibile o rigido in materiale PVC pesante per i tratti sotto pavimento. Pag. 6 a 20

7 Il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in essi contenuti; inoltre il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi od i tubi; in ogni caso il diametro esterno non deve essere inferiore a 16 mm. Le curve devono essere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi. Tutte le curve dovranno essere eseguite con largo raggio, in relazione anche alla flessibilità dei cavi contenuti. Il tubo sarà posto in opera con i relativi accessori; ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni derivazione da linea principale a secondaria, la tubazione deve essere interrotta con cassette di derivazione. Le cassette di derivazione devono essere costruite in modo che nelle condizioni ordinarie di installazione non sia possibile introdurre corpi estranei e sia agevole la dispersione di calore in esse prodotto. Il coperchio delle cassette deve offrire buone garanzie di fissaggio ed essere apribile solo con attrezzo. Le giunzioni dei conduttori devono essere eseguite nelle cassette di derivazione impiegando opportuni morsetti o morsettiere. Le cassette dovranno essere montate con coperchio a filo muro in tutti i casi in cui gli impianti sono incassati,fissate con chiodi a sparo o tasselli ad espansione in tutte le zone in cui gli impianti sono a vista. Eventualmente fossero utilizzate canaline queste devono essere installate secondo la norma di buona tecnica; i cavi non dovranno essere stipati all interno della canalina per un volume superiore al 50% di quest ultima; quando si raggiungesse tale valore è necessario adottare una canalina più grossa o aggiungerne un altra. Le prese dovranno essere del tipo ad alveoli schermati ovvero di sicurezza. I cavi elettrici potranno essere del tipo unipolare NO7V-K purchè protetti meccanicamente come sopra descritto oppure FG7 doppia guaina alloggiati in canalina o fissati direttamente a parete o strutture idone e fisse. Qualora sia prevista l'esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi (p.es. linee forza e linee telefono e citofono), questi devono essere protetti da tubi diversi e far capo a cassette separate, oppure essere alloggiate in setti separati all interno di canaline rispetto ai cavi con tensione 230/400V. Pag. 7 a 20

8 6. ILLUMINAZIONE ORDINARIA E DI SICUREZZA Nei locali serviti dall'impianto in esame vi sono circuiti per l'illuminazione ordinaria e per quella di sicurezza. L illuminazione ordinaria è ottenuta con varie tipologie di apparecchiature, anche in funzione della destinazione d uso del locale illuminato. L illuminazione sarà realizzata tramite plafoniere per lampade fluorescenti lineari (potenza come da planimetria) grado di protezione almeno IP 4X. Nei luoghi restanti saranno realizzati una serie di punti luce ai quali verranno allacciati corpi illuminanti del tipo a plafone tondo con lampada fluorescente compatta a basso consumo. La determinazione del numero dei corpi illuminanti necessari al conseguimento del livello di illuminamento medio raccomandato in relazione all'attività che sarà svolta nel locale è stata effettuata con la relazione: con: E = illuminamento medio (lux) S = superficie del locale [m2] φl = flusso luminoso emesso da una lampada [lm] n1 = numero di lampade per plafoniera m = coefficiente di manutenzione η = coefficiente di utilizzazione Il coefficiente di utilizzazione si ricava da tabelle in funzione dei coefficienti di riflessione del soffitto, delle pareti, del pavimento e dell'indice di locale dato dove a = lunghezza del locale b = larghezza del locale h = H - hm = altezza utile H = altezza del locale hm = altezza del piano di lavoro Tutti gli apparecchi dell illuminazione di sicurezza devono essere conformi alla norma CEI EN Per gli apparecchi autoalimentati, l autonomia è stabilita in 120 minuti, ed il dispositivo di carica degli accumulatori deve essere tale da consentire la ricarica completa in 12 ore (DM 27/07/2010) con grado di protezione minimo IP44 realizzate in materiale autoestinguente monteranno batterie al Ni-Mh e saranno dotate di sistema di autodiagnosi per la segnalazione in loco dello stato. Pag. 8 a 20

9 7. PROTEZIONE DALLE SOVRACORRENTI La protezione dalle sovracorrenti è ottenuta con interruttori magnetotermici aventi le caratteristiche (e tarature) riportate negli schemi allegati. Le protezioni sono coordinate con le sezioni dei conduttori, in relazione al tipo di posa e al carico degli utilizzatori come previsto dalle norme CEI Per ogni linea è verificata la seguente condizione: Ib < In < Iz e If< 1.45 Iz Ib= corrente di utilizzazione in condizioni normali; In= corrente nominale dell'interruttore di protezione; Iz= corrente massima di portata del cavo elettrico; If= corrente di sicuro intervento dell'interruttore. 8. PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI La protezione dai contatti indiretti sarà ottenuta con interruttori differenziali ed idoneo impianto di messa a terra. Per quanto concerne l'impianto in oggetto (del tipo TT), l'impianto di terra dovrà presentare una resistenza inferiore a: R < 25/Is W con Is pari al valore di intervento dell'interruttore automatico entro 0.4 secondi. Poichè la corrente di guasto è interrotta con interruttori differenziali, è sufficiente che si verifichi la relazione seguente: R < 25/Id W In questo caso Id =0,3 A da cui si ricava che R deve essere minore di 83,33 W 9. PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI Per ogni linea sarà verificata la condizione: I²*t < K²*S² Non avendo a disposizione dei dati certi riguardo alla corrente di corto circuito al punto di consegna dell'energia elettrica da parte dell'ente erogatore, i calcoli teorici della Icc massima e minima per l'impianto in oggetto sono stati eseguiti con una Icc a monte presunta pari a 10 ka. A fine lavori sarà misurato sul punto di consegna ENEL una Icc tra fase e fase tra fase e neutro. Pag. 9 a 20

10 10. CADUTA DI TENSIONE La caduta di tensione negli impianti elettrici di cui alla presente relazione è inferiore al 4% del valore di riferimento. Il dimensionamento degli impianti è stato effettuato in relazione alle caratteristiche del sistema di distribuzione dell'energia elettrica, ai dati forniti circa l entità e dislocazione dei carichi, alle attività che saranno svolte nei singoli locali e nel rispetto della normativa vigente. I carichi convenzionali di ogni unità di impianto sono stati valutati facendo riferimento alle potenze effettive degli utilizzatori fissi ed alle potenze corrispondenti alle correnti nominali delle prese a spina applicando degli opportuni coefficienti di riduzione per tener conto della contemporaneità di funzionamento e dell'effettiva utilizzazione dei carichi. I cavi sono stati dimensionati in modo tale che risultino soddisfatte le relazioni: Ib Iz ΔV% 4%, dove: - Ib è la corrente di impiego del cavo; - Iz è la portata del cavo, calcolata tenendo conto del tipo di cavo e delle condizioni di posa; - ΔV% è la caduta di tensione percentuale lungo il cavo. Le portate dei cavi elettrici sono state ricavate dalle tabelle CEI-UNEL tenendo conto delle condizioni di posa. Il dimensionamento dei cavi e la conoscenza delle loro caratteristiche elettriche ha consentito di verificare che le cadute di tensione, con correnti non superiori alle correnti di impiego, sono inferiori al 4% della tensione nominale del sistema. Il calcolo delle cadute di tensione è stato effettuato con la relazione: ΔV%=k (R sen φ+x senφ)/un L Ib con: K = 2 (per linee monofasi) K = 1,7320 (per linee trifasi ) r ed x rispettivamente resistenza e reattanza per unità di lunghezza del cavo alla temperatura di regime [Ω/m] L = lunghezza linea [m] Ib = corrente d'impiego [A] UN = tensione nominale del sistema [V] cosφ = fattore di potenza della linea Le sezioni minime dei conduttori di fase sono (per quanto prescritto dalla norma CEI 64-8 per installazioni di tipo fisso): - 1,5 mm² per circuiti di potenza; Pag. 10 a 20

11 - 0,5 mm² per circuiti di comando e segnalazione. 11. IMPIANTO DI TERRA Collettore di terra: elemento previsto per il collegamento al dispersore dei conduttori di protezione, inclusi i conduttori equipotenziali di terra, nonché i conduttori per la terra funzionale, se esistente. Conduttore di protezione: Conduttore prescritto per alcune misure di protezione contro i contatti indiretti per il collegamento di alcune delle seguenti parti : Masse Masse estranee Collettore principale di terra Dispersore Punto di terra della sorgente Conduttore di terra: conduttore di protezione che collega il collettore principale di terra al dispersore o i dispersori tra loro. Conduttore equipotenziale: conduttore di protezione destinato ad assicurare il collegamento equipotenziale. Collegamento equipotenziale principale: collegamento elettrico che connette una massa estranea direttamente al collettore principale di terra. Collegamento equipotenziale secondario: collegamento elettrico che connette più masse estranee ad unico nodo, collegato a sua volta con il collettore principale di terra. Dispersore: corpo conduttore o gruppo di corpi conduttori in contatto elettrico con il terreno e che realizza un collegamento elettrico con la terra. Il dispersore è intenzionale quando è installato unicamente per scopi inerenti la messa a terra di impianti elettrici. Il dispersore è di fatto quando è installato per scopi non inerenti la messa a terra di impianti elettrici. Massa: parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto. Massa estranea: parte conduttrice non facente parte dell impianto elettrico in grado di introdurre un potenziale, generalmente il potenziale di terra. La messa a terra di protezione ha il compito di costituire una misura di protezione contro i contatti indiretti, secondo quanto previsto dalle vigenti norme in materia. La messa a terra di funzionamento (o funzionale) ha lo scopo di assicurare il corretto funzionamento delle apparecchiature. Dimensionamento impianto di terra La resistenza dell impianto di terra deve soddisfare la relazione (Norma CEI 64-8/7): RA Idn 25 V Pag. 11 a 20

12 dove: RA è la somma delle resistenze dei conduttori di protezione (PE) e del dispersore in ohm; Idn è la più elevata delle correnti differenziali nominali d intervento degli interruttori differenziali installati, in ampere. L interruttore differenziale con la corrente d intervento maggiore è: Idn=0.3 A da cui RA<83,33 Ω Il conduttore di terra avrà una sezione minima in accordo con la tabella 54 dalla quale si evince che:- Conduttore in rame isolato posato direttamente interrato: 16mm2 Conduttore in rame non isolato posato direttamente nel terreno: 25mm2 Per quanto concerne i conduttori di protezione la sezione minima si ricava dalla tabella 54F che prevede: Sp=S per S 16mm2 S= 16 mm2 per 16 S 35mm2 Sp=S/2per S>35mm2 Dove: S= sezione del conduttore di fase; Sp =sezione del conduttore di protezione. In ogni caso la sezione del conduttore che non faccia parte della conduttura di alimentazione non sarà in ogni caso inferiore a: 2,5mm2 se protetto meccanicamente; 4mm2 se non protetto meccanicamente. LOCALI MEDICIDI COLLEGAMENTO EQUIPOTENZIALE SUPPLEMENTARE Il nodo equipotenziale supplementare deve essere realizzato soltanto all interno dei locali adibiti ad ambulatori. Devono, pertanto, essere collegati : Le masse - Le masse estranee che sono, o si possono trovare nella zona paziente. Si precisa che in detti locali le masse estranee sono tutte le parti metalli che non facenti Parte dell impianto elettrico che presentano un valore di resistenza verso terra inferiore Od uguale a 200Ω; - I contatti di terra di tutte le prese del locale. Pag. 12 a 20

13 Il nodo equipotenziale deve essere facilmente accessibile ed ispezionabile. I conduttori che arrivano al nodo devono essere singolarmente scollegabili e chiaramente identificabili per funzione e provenienza e ciò sarà realizzabile applicando una targhetta su ogni conduttore con l identificazione della provenienza/destinazione. Inoltre nei locali medici di tipo 1 i conduttori di protezione e di conduttori equipotenziale devono confluire direttamente al nodo equipotenziale, o al più è consentito inserire un solo sub nodo tra una massa, massa estranea e il nodo equipotenziale. I conduttori che collegano le masse estranee al nodo equipotenziale devono avere una sezione non inferiore a 6mm² in rame (art ). All impianto di terra deve essere collegato anche l impianto equipotenziale di edificio. 12. VALUTAZIONE DI RISCHIO SCARICHE ATMOSFERICHE. La valutazione del rischio dovuto al fulmine è stata elaborata sulla base della Norma CEI Individuata la struttura da proteggere, le possibili zone in cui suddividerla, i servizi (line e esterne) entranti, gli impianti interni e noti tutti i dati iniziali per il progetto, necessari per la valutazione di: Frequenza di fulminazione diretta e indiretta Tipo del rischio e densità del danno, probabilità di danno sono stati definiti i possibili tipi di rischio associabili alla struttura considerata e di relativi valori del rischio tollerabile dalla struttura (RT). Per ciascun tipo di rischio sono state, quindi, calcolate le relative componenti, i rischi parziali (RD e Ri) ed il rischio complessivo (R). Dal confronto tra i valori del rischio tollerabile RT ed il rischio complessivo R può essere stabilita l autoprotezione della struttura (R<RT) o può essere stabilita la relativa misura da adottare (R>RT), valutando che tale scelta, modificando le componenti, consenta di ottenere un valore del rischio complessivo minore di quello del rischio accettabile. Poichè, però, per ogni tipo di rischio, esistono più misure di protezione che, da sole o in combinazione tra loro, consentono di ottenere R<RT è stato necessario ottimizzare la valutazione del rischio, valutando altre possibili misure di protezione (associate direttamente ad una riduzione delle componenti di rischio percentualmente più incidenti sul valore del rischio totale) in relazione agli aspetti tecnici ed economici delle varie scelte adottate. Viene proposta la scelta tra tutte le diverse soluzioni adottabili (normativamente accettabili) di quella, (da sola o in combinazione con altre) ritenuta preferibile, in funzione di aspetti economico - realizzativi che consentono di raggiungere, per tutti i tipi di rischio associabili alla struttura considerata, un valore inferiore al relativo valore massimo di rischio tollerabile. Infine si sottolinea come siano state assunte le più gravose condizioni al contorno, ossia struttura isolata e non presenza di asfalto bituminoso nella zona circostante. Dati iniziali di progetto Pag. 13 a 20

14 Individuazione della struttura da proteggere - La struttura in esame è:ambulatorio Ubicazione della struttura La struttura è sita nel comune di: Marliana (PT) Dimensioni della struttura Le dimensioni massime della struttura (zona progettata - arrotondate all intero più vicino)sono: Larghezza (W ) 7 m Lunghezza (L) 10 m Altezza(H) 6 m Caratteristiche della zona circostante la struttura In relazione alle strutture vicine è da considerarsi: Oggetto isolato, nessun oggetto nelle vicinanze Resistività del terreno La resistività del terreno in cui sono interrate le eventuali linee degli impianti esterni potrebbe essere diversa per linee entranti diverse. Si associerà, quindi, a ciascuna linea esterna il corrispondente valore di resistività e, nel caso il valore superasse 500Ohmm, verrà assunto come valore proprio 500Ohmm. Corpi metallici esterni Come indicato nella Norma, per la valutazione del rischio dovuto al fulmine, si assume che i corpi metallici esterni siano collegati a terra nel punto di ingresso alla struttura e, pertanto, la probabilità di scarica sia nulla. N.B. In caso contrario dovranno essere realizzati i collegamenti dei corpi metallici esterni nel punto di ingresso alla struttura per non invalidare la presente valutazione del rischio. Caratteristiche costruttive della struttura In relazione ai materiali impiegati, le caratteristiche costruttive della struttura sono: Per la copertura Copertura realizzata con materiali non conduttori mattoni, muratura Per le strutture portanti Struttura realizzata con materiali non conduttori mattoni, muratura,ecc. Per le pareti o gli schermi Facciate realizzate con materiali non conduttori mattoni, muratura, senza schermatura Tipi di rischio e valori tollerabili per la struttura Per la struttura in esame devono essere considerati i seguenti tipi di rischio: Rischio di tipo 1 : PERDITA DI VITE UMANE I valori di rischio tollerabili per la struttura in esame sono i seguenti : Il valore tollerabile per il Rischio di tipo 1 è : 1x10^-5 Zone della struttura La struttura può essere suddivisa nelle Zone di seguito elencate: Ambulatorio Caratteristiche zone della struttura Destinazione d uso per zona ambulatorio Pag. 14 a 20

15 La destinazione d uso per la zona AMBULATORIO ed il relativo carico d incendio è: Camere di degenza (assimilabile a camera di degenza poiché locale elettrico di gruppo 1), in cui guasti di impianti interni NON provocano pericolo per la vita con carico d'incendio pari a 30,0kg/m2 553,3MJ/m2 Classificazione per zona ambulatorio La Zona Ambulatorio, in relazione ad eventuali pericoli particolari può essere così classificata: struttura con pericolo per la difficoltà di evacuazione ed in relazione al livello di panico può essere così classificata : considerando il numero di persone potenzialmente in pericolo pari a: 5 LIVELLO RIDOTTO DI PANICO : numero di persone presenti compreso tra 1e99. Classificazione per zona ambulatorio in base al rischio di incendio In relazione al rischio di incendio, considerando il carico specifico di incendio medio: 30,00kg/m2 di legna equivalente pari a 553,3MJ/m2 La Zona può essere considerata: struttura con RISCHIO DI INCENDIO ORDINARIO. Misure adottate per limitare le conseguenze dell incendio per zona ambulatorio Sono presenti le seguenti misure di protezione per ridurre le conseguenze dell incendio : Estintori Tipo del rivestimento superficiale perimetrale per zona ambulatorio Non sono presenti persone (o animali) all'esterno (all'aperto). Il tipo di rivestimento superficiale circondante la struttura non è influente : Pietrisco, moquette, tappeto (resistenza di contatto compresa tra 10 e 100kΩ). Tipo del rivestimento superficiale della pavimentazione per zona ambulatorio La tipologia della pavimentazione (al chiuso), dipende dalla resistività superficiale della pavimentazione e, quindi, dal tipo di rivestimento. Il tipo di rivestimento è costituito da: Marmo, ceramica (resistenza di contatto compresa tra 1 e 10kΩ) Caratteristiche delle linee esterne per zona ambulatorio Nella zona non sono presenti linee provenienti dall'esterno collegate agli impianti INDIVIDUAZIONE COMPONENTI DI RISCHIO Componenti di rischio per R1 (Ambulatorio) Le componenti di rischio da valutare o trascurare sono: Risulta trascurabile la componente RA - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta della struttura, relativa ai danni ad esseri viventi, dovuti a tensioni di contatto e di passo in zone fino a 3 m all esterno della struttura, in quanto non è ipotizzabile la presenza di persone all esterno e in prossimità della struttura. RB - Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta della struttura, relativa ai danni materiali causati da scariche pericolose all interno della struttura che innescano l incendio e l esplosione e che possono anche essere pericolose per l ambiente Deve essere trascurata la componente RC- Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta della struttura, relativa al guasto di impianti interni causata dal LEMP, che provoca Pag. 15 a 20

16 immediato pericolo per la vita umana, poiché da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita umana, o di strutture con rischio di esplosione. Deve essere trascurata la componente RM-Componente di rischio, dovuta alla fulminazione in prossimità della struttura, relativa al guasto di impianti interni causata dal LEMP, che provoca immediato pericolo per la vita umana, poiché da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita umana, o di strutture con rischio di esplosione. Risulta trascurabile la componente RU-Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta di un servizio connesso alla struttura, relativa ai danni ad esseri viventi, dovuti a tensioni di contatto all interno della struttura per la corrente di fulmine iniettata nella linea entrante, in quanto non sono presenti linee che possano trasmettere la corrente di fulmine Risulta trascurabile la componente RV-Componente di rischio, dovuta alla fulminazione diretta di un servizio connesso alla struttura, relativa ai danni materiali (incendio o esplosione), dovuti alla corrente di fulmine trasmessa attraverso il servizio entrante, in quanto non sono presenti linee che possano trasmettere la corrente di fulmine oppure il carico specifico di incendio è = 0 DeveesseretrascuratalacomponenteRW - Componentedirischio,dovutaallafulminazionedirettadiunservizioconnessoallastruttura,relativaalgua stodiimpiantiinternicausatodasovratensioniindottesullalineaetrasmesseallastruttura,poichèdaconside raresolonelcasodiospedali,oaltrestrutture,incuiguastidiimpiantiinternipossonoprovocareimmediat Opericoloperlavitaumana,odistruttureconrischiodiesplosione. Deve essere trascurata la componente RZ Componente di rischio, dovuta alla fulminazione in prossimità di un servizio connesso alla struttura, relativa al guasto di impianti interni causato da sovratensioni indotte sulla linea e trasmesse alla struttura, poiché da considerare solo nel caso di ospedali, o altre strutture, in cui guasti di impianti interni possono provocare IMMEDIATO pericolo per la vita umana, o di strutture con rischio di esplosione. SOMMARIO RISULTATI PER COMPONENTI DI RISCHIO DELLA STRUTTURA AMBULATORIO Componenti di rischio per R1 La sintesi dei risultati per le componenti di rischio da valutare (e di relativi pesi percentuali Rispetto al totale)è: RA 0 0 RB 1,062x10 ^ % RC 0 0 RM 0 0 RU 0 0 RV 0 0 RW 0 0 Pag. 16 a 20

17 RZ 0 0 Per quanto sopra evidenziato, con riferimento alla sorgente di danno, si ottiene: Rischio di tipo 1 dovuto alla fulminazione diretta della struttura (sorgentes1): RD=RA+RB+RC = 1,062x10 ^-6 Rischio di tipo 1 dovuto alla fulminazione indiretta della struttura (sorgenti S2 S3 ed S4): RI=RM+RU+RV+RW+RZ=0 Con riferimento al tipo di danno, si ottiene : Rischio di tipo 1 di danno ad esseri viventi : RS= RA +RU=0 Rischio di tipo 1 di danno materiale : RF= RB+RV= 1,062x10 ^-6 Rischio di tipo 1 imputabile alle sovratensioni sugli impianti interni: RO=RM+RC+RW+RZ=0 Il Rischio di tipo 1 vale R1= 1,062x10^-6 Considerando che il rischio accettabile vale: RT= 1x10^-5 Il rischio di fulminazione diretta risulta minore del rischio accettabile: LA PROTEZIONE CONTRO I FULMINI (LPS esterno) NON È NECESSARIA Numero di eventi pericolosi N D Numero, medio annuo atteso di eventi pericolosi dovuti alla fulminazione diretta della struttura (estremità b di un servizio) ND = Ng x Ad / bx Cd / b x 10^-6 = 4,25 x 10 ^- 3 con: N g = 2,5 Densità annua di fulmini al suolo (fulmini/ anno km²) C d / b = 1 Coefficiente di posizione della struttura A d / b = 1,7 x 10³ m² Area di raccolta della struttura isolata valutata con il metodo indicato nell Appendice A / art A.2.1 Con i dati inseriti, le aree di raccolta della struttura rettangolare semplice sono valutate in modo matematico Numero di eventi pericolosi N M Numero, medio annuo atteso di eventi pericolosi dovuti alla fulminazione in prossimità della struttura (estremità b di un servizio) NM = Ng x (Am- Cd / b x Ad /a) x 10^-6 = 0,508 con: N g = 2,5 Densità annua di fulmini al suolo (fulmini/ anno km²) C d / b = 1 Coefficiente di posizione della struttura Pag. 17 a 20

18 A d / b = 1,7 x 10³ m² Area di raccolta della struttura isolata valutata con il metodo indicato nell Appendice A / art A.2.1 A m = 2,049 x 10^5 m² Area di raccolta che si estende fino ad una distanza di 250 m dal perimetro della struttura Con i dati inseriti, le aree di raccolta della struttura rettangolare semplice sono valutate in modo matematico Numero di eventi pericolosi N Da Numero, medio annuo atteso di eventi pericolosi dovuti alla fulminazione diretta della struttura (estremità a di un servizio) N D a = N g x A d / ax C d / ax C t x 10^- 6 con: N g = 2,5 Densità annua di fulmini al suolo (fulmini/ anno km²) C d / a = Coefficiente di posizione della struttura A d / a = Area di raccolta della struttura isolata valutata con il metodo indicato nell Appendice A / art A.2.1 C t = Coefficiente di correzione per la presenza di un trasformatore a due avvolgimenti sulla linea cui la struttura è connessa I valori sono diversi per ciascuna linea (o sezione di essa) sono riportati nella sintesi dei risultati per le linee Conclusioni Per il volume costituente l edificio oggetto della presente relazione, il rischio di fulminazione diretta ed indiretta risulta inferiore al rischio accettabile, pertanto: LA PROTEZIONE CONTRO I FULMINI NON È NECESSARIA. All interno del quadro elettrico vano contatori possono essere installati gli scaricatore di sovratensioni di tipo vedi schema elettrico QE. 13. SUPERAMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE In tutti gli ambienti in cui è richiesto per legge l abbattimento o il superamento delle barriere architettoniche (Legge n. 13 del 09/01/1989 e s.m.i.), i componenti elettrici (quadri elettrici, interruttori, prese campanelli, pulsanti, citofoni) necessari alla libera fruizione degli spazi e delle attrezzature in essi contenute, devono essere accessibili anche a persone su sedia a rotelle. Nella tabella seguente sono evidenziate le fasce di altezza (espresse in cm) prescritte dal DM n. 236 del 14/06/1989 e che dovranno essere osservate ed applicate durante la realizzazione degli impianti elettrici del presente progetto. Pag. 18 a 20

19 14. MANUTENZIONE Tutti gli impianti elettrici a servizio dei locali in oggetto devono essere mantenuti efficienti ed in perfetto funzionamento ed è consigliabile che gli interventi siano annotati su registro che fornisca tutte le indicazioni utili per successive manutenzioni. La manutenzione elettrica (ordinaria e straordinaria) degli impianti deve essere eseguita da personale competente ed abilitato e che rilasci la Dichiarazione di Conformità quando previsto dalla Legge. Ogni variazione (nuova installazione, aggiunte di impianti etc.) degli schemi di funzionamento degli impianti da come riportato nella relazione tecnica deve essere eseguita da personale competente e abilitato e dopo approvazione (e progetto quando richiesto dalla Legge) di un tecnico abilitato alla progettazione. Devono essere periodicamente provati i corretti funzionamenti degli interruttori, in particolare quelli differenziali, le continuità elettriche sulle strutture metalliche collegate a terra, la resistenza di terra etc. Una corretta e periodica manutenzione previene il deterioramento delle apparecchiature e il verificarsi di situazioni di rischio. In caso di modifiche, i nuovi impianti elettrici dovranno soddisfare alle prescrizioni della Norma CEI 64-8 la documentazione tecnica dovrà essere aggiornata in accordo con le modifiche apportate. In particolare: E presente un programma di manutenzione che l Azienda si impegna a rispettare ed eventualmente aggiornare e/o modificare secondo le esigenze di sicurezza. Pag. 19 a 20

20 15. DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E OBBLIGO DI PROGETTO Si ricorda che per gli impianti elettrici all interno di ambienti di lavoro con superficie superiore a 200 mq / potenza contrattuale maggiore di 6KW è d obbligo la redazione di progetto per tutti gli interventi di ampliamento, trasformazione o rifacimento degli impianti stessi. Tutti gli interventi di manutenzione e nuova installazione devono essere eseguiti da personale abilitato che deve rilasciare Dichiarazione di Conformità al termine dei lavori (dopo aver eseguito tutte le prove elettriche previste dalle Norme CEI 64-8). 16. CONCLUSIONI IMPIANTO ELETTRICO Lo scrivente declina ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manutenzione e/o riparazione in data successiva alla fine dei lavori del presente progetto. Per accertare la corretta installazione degli impianti sopra descritti ed il corretto funzionamento dei diversi dispositivi elettrici, si dovranno eseguire le seguenti verifiche iniziali prima della loro messa in tensione (Norma CEI 64-8/6), in particolare misura della resistenza di terra e verifica del corretto coordinamento con le apparecchiature installate per la protezione da contatti indiretti Verifica messa a terra e prove di continuità; Misura per verificare il collegamento equipotenziale supplementare. verifica di funzionamento dei dispositivi a corrente differenziale; misura della resistenza d'isolamento delle varie linee; verifica dell'efficienza dell'illuminazione di emergenza; verifica della continuità elettrica dell'impianto di terra e dei collegamenti equipotenziali. Pistoia, 17 maggio 2014 p. Studio Tecnico di Bartoli Antonio UFFICIO TECNICO Per. Ind. Antonio Bartoli Pag. 20 a 20

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