PICCOLE STORIE DELL ARTE E DEL CANTON TICINO

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PICCOLE STORIE DELL ARTE E DEL CANTON TICINO PICCOLA STORIA DELL ARTE NEL CANTON TICINO C ERA UNA VOLTA IL CANTON TICINO 27 maggio 19 settembre 2017 DOSSIER PEDAGOGICO Museo in erba Riva Caccia 1 Central Park 6900 Lugano Tel. + 41 91 835 52 54 www.museoinerba.com 1

SOMMARIO PICCOLA STORIA DELL ARTE NEL CANTON TICINO.3 Temi, artisti e opere 1. Ritratti e i lavori di un tempo.3 - Carlo Agostino Meletta: Giovane onsernonese - Antonio Rinaldi: Ritratto dalla carta squarciata - Costante Borsari: Mio padre ciabattino - Giuseppe Foglia: Il fattorino Mustafà 2. Natura Morta.....4 - Adolfo Feragutti Visconti: Natura morta Uva bianca, uva nera 3. Paesaggi e tradizioni...4 - Franzoni: Reti - Luigi Rossi: Il canto dell aurora - Edoardo Berta: Funerale bianco - Marianne Werefkin: Autunno scuola - Guido Gonzato: Obino 4. Arte astratta.5 - Massimo Cavalli: Fiori - Italo Valenti: Résonance transparente - Hans Arp: Nadir II - Fernando Bordoni: A-2.90 C ERA UNA VOLTA IL CANTON TICINO..6 Presentazione dell esposizione. 6 Contenuto e testi 1. I romani nel Ticino..6 2. L epoca dei castelli..6 3. 1800: che confusione!..6 4. 1803: la nascita del Cantone Ticino....7 5. Tutti a scuola!......7 6. Grandi viaggiatori......7 7. La galleria del San Gottardo....7 8. Avanti con le strade!......7 9. Il Ticino durante le guerre mondiali......7 10. Il Ticino oggi......7 ATELIER: attività proposte....8 TARIFFE.....8 GIORNATA FRA ARTE E SCOPERTA DELLA CITTÀ. 8 RINGRAZIAMENTI......8 2

PICCOLA STORIA DELL ARTE NEL CANTON TICINO Una mostra ludica e interattiva, ideata nel 2001 da Sylvie Girardet e Norbert Journo in collaborazione con il Museo in erba e Maria Will. Con la Piccola storia dell arte nel Ticino i bambini scoprono l evoluzione dei modi pittorici nella nostra regione attraverso 14 immagini d artisti diversi, ticinesi o legati al Ticino, da inizio '800 ai giorni nostri. Si vuole pure proporre al bambino il concetto di museo, di collezione, per questo tutte le opere presentate appartengono alle raccolte pubbliche ticinesi. TEMI, ARTSTI E OPERE 1. RITRATTI E I LAVORI DI UN TEMPO Carlo Agostino Meletta Loco 1800 Bormio (Italia) 1875 Giovane onsernonese, 1847 circa, olio su tela, (61x47cm), Lugano, MASI. Meletta è originario di Loco, un piccolo paese della valle Onsernone, ed è autodidatta. Qui ha ritratto una giovane donna benestante della sua valle, riflessiva e devota, in una posa studiata. Descrive in modo dettagliato e minuzioso il vestito e i gioielli indossati e ripropone il caratteristico copricapo delle donne onsernonesi di centocinquant anni fa, annodato in pieghe rigide e con ricami decorativi e floreali. Ha saputo dare un espressione molto viva alla giovane, i suoi occhi attirano l attenzione dell osservatore. Antonio Rinaldi Tremona 1816 1875 Ritratto dalla carta squarciata, 1840-1850 circa, olio su cartone, (23.5x20 cm), Rancate, Pinacoteca Züst. Dopo il diploma di pittore all accademia di Brera a Milano, Rinaldi torna a vivere nella tranquillità del suo piccolo paese sulle colline intorno a Mendrisio. In realtà questo quadro non è un ritratto, ma una composizione di fantasia, un gioco che vuole sorprendere chi guarda grazie alla tecnica del trompe l oeil: il pittore scherza con il pubblico, infatti fa credere che la ragazza, facendo capolino da dietro, abbia rotto la carta dove lui voleva disegnare. Apparentemente svagato, un tale soggetto rivela un atteggiamento nuovo dell artista, che porta in primo piano la propria individualità, mettendosi in dialogo diretto con il suo pubblico. Costante Borsari Lugano 1896 1984 Mio padre ciabattino, 1930, olio su tela, (85,5x69 cm), Lugano, MASI. Borsari ha lavorato da bambino come muratore, un lavoro molto faticoso; poi da manovale è passato a fare gli stucchi. La sera, finito il lavoro andava ad una scuola d arte, ma non aveva i mezzi per frequentare l accademia: è dunque un autodidatta. Ha lavorato a Zurigo dove visita con curiosità mostre e musei. Tornato in Ticino decide di fare il pittore. In questo quadro l autore ha ritratto suo padre al lavoro. Tutto è disegnato con estrema precisione, eppure si capisce che stare in piedi in quella stanza è impossibile. Gli oggetti sono veri ma combinati in modo tale che tutto sembra assurdo: è la magia della pittura che sa trasformare gli oggetti quotidiani grazie alla fantasia. Giuseppe Foglia Lugano 1888 1950 Il fattorino Mustafà, 1935 circa, olio su tela, (127X116 cm), Lugano, MASI. Ribelle e sognatore fin da bambino, Giuseppe Foglia incontra a Roma Boccioni e Sironi e si entusiasma per tutto ciò che è moderno. Pittore, scultore, ma anche polemista; sinceramente attaccato al Ticino era convinto che senza l amore per l arte e la storia nessuno sarebbe stato felice. Come scultore ha fatto anche monumenti pubblici. Era un bravo ritrattista, non solo di politici e persone del mondo dell arte, ma anche della gente semplice, come Mustafà, il facchino della stazione di Lugano ritratto fedelmente con le mani arrossate e il naso rosso. Foglia rappresentava la realtà così com era, senza abbellirla. Non usava solo i pennelli ma anche la spatola, proprio come quando preparava le sue sculture di gesso. 3

2. NATURA MORTA Adolfo Feragutti Visconti Pura 1850 Milano 1924 Natura morta: uva nera e uva bianca, 1885 1890 circa, olio su tela, (93x142 cm), Bellinzona, Museo Villa dei Cedri. Adolfo Feragutti Visconti, in realtà Giuseppe Feregutti, ha studiato a Milano. La vita lo porterà in Argentina dove dipinge i paesaggi selvaggi e gli indiani della Terra del Fuoco. Una delle specialità di questo artista è la raffigurazione di grappoli d uva: le tele con questo soggetto erano molto richieste dalle famiglie benestanti per decorare le loro sale da pranzo. Il pittore qui non si sofferma sull aspetto folclorico dell uva ma, grazie ai giochi di luce e di colore, riesce a trasmettere le sue emozioni, tanto che il quadro potrebbe sembrare astratto. 3. PAESAGGI E TRADIZIONI Filippo Franzoni Locarno 1857 Casvegno (Mendrisio) 1911 Reti, 1885-1890 circa, olio su tela, (65x98 cm), Locarno, Pinacoteca comunale Casa Rusca. L autore ha vissuto a Milano anche dopo gli studi all Accademia, ma poi tornerà a Locarno. La madre gli trasmette la passione per l arte e per la musica. Egli è stato uno dei primi pittori a usare la fotografia per lo studio della composizione dei suoi quadri; amava molto la natura e la pittura all aperto. In questo quadro ha ritratto i pescatori del lago Maggiore al lavoro perché aveva rispetto delle fatiche che doveva affrontare la gente semplice di cui ammirava la spontaneità. Franzoni non descrive nel dettaglio ma, attraverso pennellate veloci di colore che si soffermano sui punti di luce, ci trasmette la sua emozione davanti alla bellezza del lago circondato dalle montagne in un pomeriggio di tardo autunno. Luigi Rossi Lugano 1853 Tesserete 1923 Il canto dell aurora, 1910-1912, olio su tela, (127x188 cm), Lugano, MASI. Luigi Rossi vive soprattutto a Milano, dove ha studiato all Accademia di Brera, soggiorna alcuni anni a Parigi dove illustra libri di scrittori famosi come Daudet e Hugo e, negli ultimi anni della sua vita, si trasferisce nella casa di Biolda a Tesserete. Il canto dell aurora è uno dei dipinti legati al paesaggio della Capriasca che tanto ha affascinato Luigi Rossi. Spesso erano giovani donne del luogo che posavano per le figure dei suoi quadri. Le contadine, che lanciano un grido agli altri alpigiani, in cima alla montagna dove soffia il vento, sono viste dal basso: il cielo e le montagne danno l impressione d immensità, i colori tersi dell aurora di freschezza. È come se anche le figure facessero parte della natura e il quadro trasmette un emozione che solo la pittura riesce a tradurre. La presenza delle gerle fa di questo quadro anche un omaggio al Ticino e al suo modo di vivere e di essere. Edoardo Berta Giubiasco 1867 1931 Funerale bianco, 1900, olio su tela, (95,5x231,5 cm), Lugano, MASI. Berta ha studiato in Italia come la maggior parte degli artisti ticinesi, ma è molto legato al Ticino ed è stato un pioniere per quanto riguarda la tutela dei monumenti d arte e di storia cantonali, promuovendo cantieri di restauro ai quali ha atteso in prima persona. Questo dipinto è da leggere in chiave simbolica: quello che conta non è l avvenimento reale, ma il pensiero, l idea che si nasconde dietro l immagine. La scelta del bianco, ad esempio, pone l accento sull idea di purezza e innocenza, perché puro e innocente è il bambino di cui stanno facendo il funerale. Il modo di pitturare è particolare, è fatto di filamenti ondulati di colore messi uno vicini all altro (divisionismo). Il pittore non vuole più copiare, vuole andare al di là della figura: questa ricerca porterà all astrattismo. Marianne Werefkin Tula (Russia) 1860 Ascona 1938 Autunno (Scuola), 1907, tempera su cartone, (55x74 cm) Ascona, Museo comunale d arte moderna. Marianne Werefkin apparteneva a una famiglia nobile e ricca, per questo, pur essendo donna, ha potuto studiare e dedicarsi all arte; tra i tanti artisti stranieri giunti ad Ascona nei primi decenni del XX secolo, lei fu l unica a stringere contatti con la popolazione locale. Contribuì alla creazione del museo d arte moderna di Ascona, donando alcune preziose opere di sua proprietà, fra i quali un Klee e un Amiet. Per questo fa parte della nostra Piccola storia. Le figure dei suoi quadri diventano sempre più semplici, quello che risalta sono soprattutto i colori: non conta rappresentare ciò che vedono gli occhi ma ciò che vede il cuore (espressionismo). Permane in ogni modo un intento simbolico: in questo quadro i tronchi degli alberi conducono lo sguardo fino alla curva, oltre la quale è un senso d ignoto, come ignoto è il domani che attende le bambine del dipinto. 4

Guido Gonzato Colognola ai Colli (Verona, Italia) 1896 Mendrisio 1955 Obino 1930-1940 circa, olio su tela, (41x55 cm), Mendrisio, Museo d arte. Guido Gonzato ha dovuto affrontare fin da ragazzo grosse difficoltà materiali che l hanno costretto ad interrompere gli studi di pittura per aiutare la sua famiglia. Dopo tanti lavori diversi riesce, lavorando pure di notte, a diventare pittore. Amava molto discutere d arte con i suoi amici e la sua pittura, caratterizzata da colori forti, esprime soprattutto attraverso le maschere la tristezza di un uomo sensibile alla sofferenza che c è nel mondo. In questo quadro Gonzato dipinge Obino, un villaggio del Mendrisiotto che gli ricorda le colline venete del suo paese di provenienza. Il paesaggio trasmette un impressione di silenzio, di vuoto quasi, come se tutte le case fossero chiuse. In cima alla collina c è la chiesetta con le casa per l eremita: forse per Gonzato la felicità è come un miraggio, come quella chiesetta così difficile da raggiungere. 4. ARTE ASTRATTA Massimo Cavalli Locarno 1930 Vaso con fiori, 1955, olio su tela, (80x50 cm), Bellinzona, Museo Villa dei Cedri. Massimo Cavalli ha sempre avuto il desiderio di conoscere il lavoro degli artisti di altri paesi e ancora oggi viaggia molto per visitare mostre e musei. Non è solo pittore ma anche incisore. Massimo Cavalli ha dipinto questo quadro con pochi gesti veloci e forti, e nel quadro c è il segno di tutta l energia che ha impiegato nel farlo. E la forza dell attimo creativo non è ripetibile, quindi non avrebbe potuto copiare il quadro. Per formare questi fiori ha usato solo segni di colore lunghi e diritti assieme a pochi altri a cerchio. Segni che diventeranno il suo alfabeto. Italo Valenti Milano 1912 Ascona 1995 Résonnance transparente, 1959, olio su tela, (35x41,5 cm), Bellinzona, Museo Villa dei Cedri. Italo Valenti da bambino era un gran sognatore; studia all accademia di Brera a Milano dove, finiti gli studi, resterà come insegnante fino a quando si trasferisce nel Ticino per sposarsi. Grazie alla pittura, Valenti trova il modo per continuare a sognare come faceva da bambino. In questo dipinto fatto solo di colori, non ci sono né linee né forme precise, e il colore è talmente leggero che si vede sotto la tela. Il titolo è in francese, la lingua di sua moglie, che in quel momento riusciva meglio a tradurre un momento di poesia, una composizione di colori che ha una risonanza, come la musica. Prima di dipingere in modo astratto Valenti faceva quadri con figure ed oggetti: poi tutto è sparito ed è rimasto solo il colore. Negli ultimi anni si è dedicato al collage: i pezzetti di carta colorata hanno sostituito i pennelli, un modo per continuare a fantasticare come da bambino. Jean Arp (Strasburgo 1886 Basilea 1966) Nadir II, 1960, rilievo in masonite, (152x131 cm), Locarno, Pinacoteca comunale Casa Rusca. Quando Arp si trasferisce a Locarno era conosciuto in tutto il mondo. Con altri amici pittori aveva propagandato l arte Dada, per lui la spontaneità della creazione era fondamentale. Ad Ascona frequenta il Monte Verità, quel luogo che gli artisti consideravano un paradiso in terra, dove la natura poteva aiutarli ad essere persone migliori, felici. In questa composizione, le forme ritagliate e incollate da Arp sembrano in movimento perché i suoi quadri e le sue sculture dovevano dare l impressione di naturalezza; in questo quadro si possono immaginare i movimenti di una danza. Il titolo evoca un punto del cielo, Nadir, che è opposto allo Zenit e ricorda che ci sono cose molto più grandi e molto più piccole dell uomo e tutte sono importanti. Nessuna è più importante delle altre, nemmeno gli uomini che non sono padroni della natura, ma ne fanno solo parte. E Arp lo dice con le sue figure che possono essere tutto: donna, stella, fiore, goccia e tante cose ancora. Fernando Bordoni Mendrisio 1937 A-2.90, 1990, acquarello su carta, (85x45), Bellinzona, Museo Villa dei Cedri Già da ragazzo s interessa all arte, un soggiorno a Londra gli fa scoprire la Pop Art (che privilegia gli oggetti comuni): questa esperienza sarà poi combinata all attrazione per l arte senza figure e il disegno precisissimo, approdando all astrazione geometrica. Scoprendo, anni fa, che i pneumatici delle automobili spalmati d inchiostro lasciavano impronte affascinanti ha iniziato a lavorare con queste impronte, combinando in mille modi questi segni predefiniti. Ne scaturiscono opere, come questa, che piacciono per il senso di equilibrio e armonia che comunicano. Non c è la preoccupazione di trasmettere un immagine vera, reale perché le forme che compongono i suoi quadri esistono già per conto loro. 5

C ERA UNA VOLTA IL CANTONE TICINO Esposizione gioco realizzata dal Dicastero Cultura della città di Bellinzona in occasione dei festeggiamenti per il Bicentenario dell indipendenza cantonale e i 125 anni di Bellinzona capitale stabile del Cantone. PRESENTAZIONE DELL ESPOSIZIONE Questa esposizione ludica interattiva è stata ideata nel 2003 da Sylvie Girardet e Norbert Journo sulla base di una documentazione storica preparata dal professor Giuseppe Fossati; le illustrazioni (originali, in pittura acrilica) sono dell artista Puig Rosado. Dieci pagine aperte di un divertente libro gigante presentano una storia tutta da scoprire, tutta da giocare per i bambini dai 4 ai anni: non solo testi e immagini ma anche tanti giochi e manipolazioni. Una storia per i bambini, ma anche per i loro genitori e i nonni; una storia per dialogare in famiglia, una storia che farà nascere tante storie, tanti racconti sul filo dei ricordi più vicini e lontani. Una storia per gli insegnanti che troveranno molti temi del programma scolastico presentati in modo originale. Una storia accattivante par la sua originale presentazione che propone la straordinaria trasformazione del Cantone Ticino in questi duecento anni senza dimenticare però il passato più lontano. Privilegiata è l evoluzione all interno di tematiche riguardanti la società e i modi di vita, ma non mancano momenti fondamentali quali l atto di mediazione, le due guerre per arrivare al Ticino attuale. L esposizione si articola su dieci moduli, ciascuno riservato a un tema o avvenimento presentati in un percorso ludico interattivo che, per la sua forma accattivante, renderà attivamente partecipi alle scoperte i bambini. Pur valorizzando temi o vicende adatti a colpire e coinvolgere la fantasia del giovane pubblico, la mostra fa comunque emergere alcune linee portanti della storia ticinese fino all attualità. CONTENUTO E TESTI 1. I Romani nel Ticino Più di 2000 anni fa, Giulio Cesare e l imperatore Augusto hanno sottomesso la regione delle Alpi. I Romani si stabiliscono sulle rive del lago di Lugano e del Lago Maggiore in bellissime ville. Vengono costruite delle strade per collegare la regione alpina a Roma e all Italia. 2. L epoca dei castelli Nel Medioevo, i signori di Milano dominano il Ticino che è attraversato da mercanti di bestiame, lana, formaggio, armi e grano diretti dall Italia verso la Svizzera e la Germania e viceversa. Per proteggere la regione del Ticino dagli Svizzeri che talvolta la minacciano, I Milanesi costruiscono le mura e i castelli di Bellinzona. 3. 1800: che confusione! Nel 1800 ogni regione del Ticino ha le sue caratteristiche con abitudini, costumi tradizionali e dialetti diversi. Gli abitanti sono molto legati alle loro usanze regionali e molti si rifiutano di appartenere alla nuova Repubblica Elvetica una e indivisibile. Ci sono tantissime rivolte! 6

4. 1803: la nascita del Cantone Ticino Il 10 febbraio 1803 Napoleone Bonaparte riorganizza la Svizzera e la divide in 19 cantoni. È nato il Ticino. Bellinzona è la sua capitale. Gli abitanti delle diverse regioni del Ticino sono ormai riuniti in un unico stato, sotto la stessa bandiera. Dovranno cambiare le loro abitudini e obbedire alle stesse leggi. Non sarà facile! 5. Tutti a scuola! Nel 1803 pochi ticinesi sanno leggere e scrivere. I bambini lavorano nei campi o portano gli animali al pascolo in montagna invece di andare a scuola. Nel 1804 una legge rende la scuola obbligatoria in ogni villaggio ma i bambini continuano a marinare la scuola ancora per diversi anni! 6. Grandi viaggiatori Molto spesso i ticinesi sono dovuti andare lontano dal loro paese per cercare lavoro. Architetti, muratori, tagliapietre, e più tardi spazzacamini, marronai e cioccolatai erano molto richiesti in Italia, in Francia e in Inghilterra Dopo il 1859 molti partirono per la California, l Australia e l America del Sud: saranno cercatori d oro, contadini, mercanti. 7. La galleria del San Gottardo Dal 1872 al 1880. 10'000 operai scavano una galleria che attraversa la montagna del San Gottardo per fare passare la linea ferroviaria. Il lavoro è molto duro! Manca l aria! I crolli e le esplosioni uccidono quasi 200 operai! Il nuovo treno porta nel Ticino i turisti che desiderano scoprire i suoi laghi e le sue montagne. 8. Avanti con le strade! Dal 1803 il governo ticinese costruisce strade in modo che gli abitanti e i mercanti possano viaggiare più facilmente. I sentieri pieni di fango sono ben presto sostituiti da una bella strada dove, dal 1830, circola una diligenza. Oggi il Ticino è attraversato dall autostrada e la galleria autostradale del San Gottardo è fra le più lunghe al mondo. 9. Il Ticino durante le guerre mondiali La Svizzera è neutrale. Il Ticino non partecipa alle due guerre mondiali, ma ne soffre molto. Tutti gli uomini sono mobilitati per difendere le frontiere del paese e le donne devono sostituirli e svolgere lavori che non avevano mai fatto. Non c è molto da mangiare, nel 1918, la febbre spagnola uccide più di mille persone. 10. Il Ticino oggi Uno dei 26 cantoni svizzeri (20 cantoni e 6 semicantoni) Superficie: 2812 Km2 Lingua: italiano Il cantone è diviso in otto distretti: Leventina, Blenio, Riviera, Bellinzona, Locarno, Vallemaggia, Lugano, Mendrisio Conta circa 350 000 abitanti È governato dal Consiglio di Stato, composto da cinque membri, ognuno responsabile di un Dipartimento, che fa applicare le leggi votate dal Gran Consiglio, il Parlamento, composto da 90 deputati. Ogni 4 anni i cittadini ticinesi votano per eleggere i membri del Gran Consiglio e del Consiglio di Stato. La nuova Costituzione del 1997 è la legge fondamentale del Cantone. 7

L ATELIER ATTIVITÀ PROPOSTE RITRATTO DALLA CARTA SQUARCIATA Cosa fa quel viso nello squarcio della tela? Disegno, strappo, ritratto, ispirandosi al dipinto di Rinaldi. VASO CON FIORI ieri e oggi. Due stili a confronto: figurativo e astratto. MEMORY Un gioco di carte per ricordare artisti, opere, eventi delle nostre piccole storie PAESAGGI DEL TICINO CON FANTASIA Laghi, colline, boschi realizzati con tecniche diverse. TARIFFE Visita al percorso: 1 ora fr. 75.- Visita al percorso e atelier: 2 ore fr. 140.- GIORNATA FRA ARTE E SCOPERTA DELLA CITTÀ In collaborazione con il progetto didattico Alla scoperta di Lugano di Romina Poretti e Maria Brasi proponiamo una giornata a Lugano che comprende l attività al Museo in erba e una particolare visita guidata alla città. Il pacchetto per le classi prevede: visita alla mostra del Museo in erba e laboratorio (2 ore) visita alla città attraverso monumenti e piazze del centro storico dal lungolago a Villa Ciani L itinerario, di 1 ora ½, può essere concordato con la guida (Romina 078 742 61 32, rmporetti@gmail.com). Costo: visita al Museo e atelier + visita alla città con materiale didattico per allievi e docenti fr. 280.-). Informazioni e prenotazioni: Museo in erba 091 835 52 54 RINGRAZIAMENTI Sponsor della mostra 2017: Repubblica e Cantone Ticino Fondo SWISSLOS Città di Bellinzona Media Partner: Dicastero Eventi e Congressi Città di Lugano, Lugano Turismo, Ticino Turismo Alla realizzazione delle due mostre, nel 2001 e nel 2003 hanno contribuito: BancaStato, Coop Cultura, Repubblica e Cantone Ticino Fondo SWISSLOS, Città di Bellinzona, uessearte, la RegioneTicino. Per informazioni e prenotazioni: Tel. + 41 91 835.52.54; ilmuseoinerba@bluewin.ch Museo in erba: Riva Caccia 1A Central Park (Galleria al primo piano) Lugano 8