Sistemi per loculi stagni e aerati Argema S.r.l. propone soluzioni specifiche sia per loculi stagni che aerati. Per loculi stagni si tratta di: - vaschetta SOTTOVAS per la raccolta di eventuali percolazioni cadaveriche - sostanze assorbenti e biodegradanti dei liquami cadaverici (THANOS FUNGEL) - sostanze a base batterico enzimatica, capaci di favorire la scheletrizzazione dei cadaveri (THANOS LIQUOFUN) - lastra di tamponamento del vano loculo Per i loculi aerati si tratta di: - vaschetta SOTTOVAS per la raccolta di eventuali percolazioni cadaveriche - sostanze assorbenti e biodegradanti dei liquami cadaverici (THANOS FUNGEL) - sistema di depurazione (filtro) - lastra di tamponamento del vano loculo La soluzione ARGEMA sia per i loculi stagni che aerati Vaschetta SOTTOVAS Figura n. 1 Vaschetta in materiale resistente all azione corrosiva dei liquami cadaverici. Il feretro appoggia su supporti realizzati nella vaschetta che, oltre a semplificare lo slittamento, consentono il mantenimento di un adeguato spazio tra il fondo della cassa e quello della vaschetta stessa, che ha pareti laterali capaci di contenere fino a 50 litri di liquami cadaverici. Dimensioni: lunghezza cm. 210 larghezza cm. 63,5 altezza cm. 5,5 peso Kg. 5 circa. SITUAZIONI E MODI DI IMPIEGO Nei loculi stagni 1. per garantire che non vi siano fuoriuscite di liquami cadaverici se il loculo è stato realizzato con pendenza insufficiente o sbagliata (anziché verso il fondo, verso l imboccatura). Se la realizzazione del manufatto non è stata tale da garantire il rispetto della norma (art. 76 DPR 285/90), il collaudatore dell opera, anziché ordinarne il rifacimento, può prescrivere, d accordo con l ASL competente per territorio, di ottenere la garanzia alle percolazioni con la prescrizione che ogni tumulazione stagna sia effettuata sottoponendo al feretro una vaschetta di raccolta di eventuali percolazioni. Con un costo contenuto si evitano ritardi di consegna dell opera, collaudi negativi, costi molto maggiori. 2. a titolo precauzionale, per garantirsi da percolazioni di liquidi cadaverici in caso di rottura della cassa di zinco. Nei primi anni dopo il decesso, i processi putrefattivi del cadavere determinano la produzione di liquidi e gas. I primi tendono a corrodere i cofani di zinco. I secondi determinano una sovrappressione interna al
cofano. Inoltre, le escursioni termiche stagionali provocano situazioni che, combinate con gli effetti di cui sopra, possono dar luogo a rotture del cofano di zinco e a perdite di liquami cadaverici. Nelle vicinanze del tumulo interessato dalla rottura del feretro di zinco si avvertono odori nauseabondi e, in taluni casi possono presentarsi percolazioni esterne di liquami. Il personale cimiteriale è costretto a lavorare in condizioni operative disagiate causate dalla presenza di cattivi odori e talvolta anche a rischio. Con l uso di SOTTOVAS, in combinazione con prodotti specifici a base batterico-enzimatica (come il prodotto THANOS FUNGEL), si eliminano i problemi di intervento a posteriori e si applica il D.Lgs 626/94 (e successive modificazioni). All atto della tumulazione del feretro questo viene inserito all interno di SOTTOVAS, resistente alle azioni corrosive dei liquami cadaverici. All interno della vaschetta viene collocato un prodotto specifico a base batterico-enzimatica, come il THANOS FUNGEL, che, in caso di percolazione dei liquami cadaverici, ne favorisce la neutralizzazione con l assorbimento, svolgendo anche funzioni deodorizzanti. Nei loculi aerati SOTTOVAS svolge la funzione di raccolta, duratura nel tempo, di percolazioni cadaveriche, sicuramente presenti in quanto il feretro è confezionato obbligatoriamente senza lo zinco. Si tratta della soluzione mobile, capace di trattenere almeno 50 litri di liquidi, prevista dal paragrafo 7 dell All. 2 del reg. reg. Lombardia 6/2004. All interno della vaschetta viene collocato un prodotto specifico a base batterico-enzimatica, come il THANOS FUNGEL, che, in caso di percolazione dei liquami cadaverici, ne favorisce la neutralizzazione con l assorbimento, svolgendo anche funzioni deodorizzanti, adendo alla prescrizione di cui al paragrafo 7 del citato regolamento regionale lombardo. Avvertenze nell utilizzo Il feretro appoggia su supporti realizzati nella vaschetta (vedi Figura 1) che, oltre a semplificare lo slittamento, consentono il mantenimento di un adeguato spazio tra il fondo della cassa e quello della vaschetta. Le casse utilizzate per la tumulazione dove è previsto anche l utilizzo della vaschetta SOTTOVAS devono essere sprovviste di piedini, i quali potrebbero accidentalmente danneggiare la vaschetta provocando la fuoriuscita dei liquidi. In caso di casse con piedini, bisogna utilizzare un rullo appositamente dimensionato in modo da evitare il contatto diretto del piedino con il SOTTOVAS, e inserire la cassa nel loculo adagiandola con cautela sopra la vaschetta. Con la estumulazione le vaschette sono avviate a smaltimento secondo quanto previsto dalle leggi vigenti (DPR 254/2003). THANOS FUNGEL La decomposizione del cadavere avviene mediante processi putrefattivi che provocano la formazione di sostanze maleodoranti. Se si interviene sul controllo e nella selezione dei microrganismi in grado di metabolizzare la materia organica, si riduce la formazione di cattivi odori assorbendo nel contempo i liquidi cadaverici. THANOS FUNGEL, grazie alla sua composizione bilanciata di enzimi, microrganismi e sostanze assorbenti, è in grado di trattare, neutralizzandoli, fino a 40 litri di liquami cadaverici ogni Kg. di prodotto utilizzato, nell arco di 2 anni (vedi Figura 2). Figura n. 2 THANOS LIQUOFUN Di norma la decomposizione del cadavere avviene mediante processi putrefattivi, ma in talune condizioni questi fenomeni vengono rallentati o addirittura bloccati. Se si interviene sul controllo e nella selezione dei microrganismi in grado di metabolizzare la materia organica, si può ripristinare il processo di scheletrizzazione.
THANOS LIQUOFUN è un prodotto che, grazie alla sua composizione (microrganismi a largo spettro di azione in unione a enzimi eso ed endocellulari in soluzione-sospensione bilanciata e molto attiva) è in grado di attivare i processi di scheletrizzazione rivitalizzando anche i batteri e gli enzimi presenti (vedi Figura 3). Figura n. 3 LASTRA di chiusura loculi Lastra di chiusura per loculi in materiale resistente all azione corrosiva dei liquami cadaverici, in ottemperanza al DPR n 285 del 10.09.90 e Circolare del Ministero della Sanità n 24 del 24.06.93. Figura n. 4 Dimensioni: cm. 75x70 (oppure a richiesta), spessore cm. 0,8 Colore: Grigio La lastra di chiusura dei loculi, in fibra di cemento, garantisce resistenza e durata del prodotto e una perfetta impermeabilità ai liquidi e ai gas in maniera da consentire la sigillatura ermetica dei loculi. Inoltre, la forma della lastra appositamente studiata (vedi Figura 4), permette il corretto posizionamento in ogni tipo di loculo; con l utilizzo di specifiche schiume poliuretaniche; grazie anche alla estrema maneggevolezza della lastra, è possibile posare il manufatto in pochi minuti. La lastra pesa Kg. 6 circa, contro i 30 Kg. circa di analoghe soluzioni in c.a.v.. È intuitivo comprendere che è molto facilitata l attività di chi le posa in opera, con minori possibilità di schiacciamento delle dita in fase di montaggio e quindi attenzione alla legge 626/94. La soluzione ARGEMA per l aerazione dei loculi Nei primi anni dopo il decesso i processi putrefattivi del cadavere determinano la produzione di liquidi e gas. La nostra tecnologia, che prende spunto da ciò che attualmente si utilizza in Francia, si basa sulla tumulazione di un cadavere contenuto unicamente nella cassa di legno (quindi privo della cassa metallica); la bara è appoggiata sopra una vaschetta in materiale plastico impermeabile ai liquidi, sollevata rispetto al fondo della vaschetta stessa per mezzo di supporti. All interno della vaschetta viene collocato un prodotto assorbente e biodegradante, in modo da ridurre l effetto del percolato cadaverico. Nel loculo si crea ventilazione in modo naturale, sfruttando la differenza di temperatura fra il giorno e la notte tra l ambiente esterno e l interno del loculo e la pressione stessa data dalla produzione di gas putrefattivi. Più raramente queste condizioni si determinano per forti ventilazioni delle pareti esterne dei loculi, dovute agli agenti atmosferici. Per ottenere un lento scambio di aria tra l interno e l esterno del loculo, si utilizza un particolare filtro contenente sostanze adsorbenti, costruito in modo tale da garantire che in questi flussi e riflussi si abbia la
sicurezza che i gas provenienti dalla decomposizione vengano depurati prima della loro immissione in atmosfera. Il sistema deve essere garantito da caratteristiche costruttive dei loculi che assicurino valori di permeabilità all aria ed all acqua predeterminate. In Francia l AFNOR ha emesso un apposita norma, denominata cripta prefabbricata in cemento con indice di classificazione NF P98-049 revisionata nel settembre 1994. Il filtro commercializzato garantisce il rispetto dei limiti fissati da tale norma, per il periodo temporale indicato. Il procedimento francese, secondo il Ministero della Sanità francese, dà ottimi risultati e la scheletrizzazione in loculi aerati viene ottenuta in meno di 5 anni. In climi più umidi si ottengono i medesimi risultati con una durata di tempo maggiore. Figura n. 5 Nei loculi aerati il controllo delle emissioni in atmosfera è garantito da un sistema di depurazione. In Italia solo la Regione Lombardia ha regolamentato le caratteristiche che deve possedere il sistema di depurazione (filtro). Esso può essere a servizio di un singolo loculo, di una tomba ipogea (campetto con posti tumulo interrati) o epigea (cappella o similare) o ancora per gruppi di manufatti (blocco di loculi). La normativa lombarda richiede che la capacità di depurazione del filtro garantisca che non vi sia percezione olfattiva dei gas di putrefazione in atmosfera, protratta per il periodo di funzionamento. Inoltre il filtro deve riportare impresso il marchio del fabbricante, in posizione visibile e la sigla identificativa delle caratteristiche possedute. FILTRI per loculi o tombe ipogee o epigee Il filtro a sostanze adsorbenti (vedi Figura 5) che si propone è in grado di garantire, per i primi 5 anni di utilizzo, la seguente efficacia rispetto ai principali composti volatili rinvenibili nei gas di putrefazione: 95% +/- 5% per ammoniaca (NH 3 ) e acetone (CH 3 -CO-CH 3 ) 99% +/- 1% per l etilmercaptano (CH 3 CH 2 SH) Si tratta delle caratteristiche richieste dalla normativa francese (AFNOR NF P98-049 rev. 1994), cioè del Paese dove si utilizza questo sistema di aerazione dei loculi da almeno 20 anni. Il filtro viene collocato: - in ciascun loculo aerato, al momento della tumulazione; - 1 filtro ogni tumulazione di feretro se in tomba ipogea o epigea (aerata) Laddove sia necessario e cioè quando (rarissimamente) si producano gas dopo 5 anni dal decesso, dopo 5 anni di tumulazione può essere apposto un nuovo filtro, sostituendo quello esistente. Trasformazione di manufatti esistenti da stagni ad aerati Argema S.r.l. ha predisposto un kit (vedi Figura 6), composto di 3 prodotti, che servono per l aerazione di un posto feretro. Si possono usare sia nel caso di nuove costruzioni, sia per trasformare manufatti già esistenti da stagni in aerati. Condizione necessaria per l applicazione del kit di aerazione è che i manufatti rispondano alle caratteristiche di impermeabilità ai gas previsti dapprima dall art. 76 del DPR 803/1975 e recentemente dall art.76 del DPR
285/1990. Si noti che solo per le nuove costruzioni e per la regione Lombardia i manufatti devono rispondere alle norme costruttive di quella regione, individuate dall art. 16 e dall allegato 2 del reg. regionale 6/2004, come modificato dal reg. reg. 1/2007. Figura n. 6 Per la regione Emilia Romagna, la tumulazione aerata è consentita per effetto dell art. 2 commi 14 e 17 del reg. regionale 4/2006, con valutazione del sistema da parte dell ASL territorialmente competente, che si riferisce, di norma, a quanto specificato dalla norma regionale lombarda. Nelle altre regioni la tumulazione aerata è consentita su deroga ex art. 106 del DPR 285/90, seguendo la procedura prevista (talvolta a livello di ASL, talvolta a livello di Regione). Si rimanda alla documentazione tecnica allegata per la lettura del dettaglio delle norme citate. Argema propone filtri che posseggono le caratteristiche richieste dalla Norma AFNOR NF P98-049, rev. 1994. Il filtro è collocato dentro il loculo, oltre la parete di tamponamento. Esso comunica con l esterno per mezzo di un tubicino che attraversa il tamponamento e anche la lastra marmorea. Il foro da effettuare è di diametro leggermente superiore a quello del tubicino (di norma il foro è di 10 mm. di diametro). Il filtro deve obbligatoriamente lavorare in posizione verticale, pertanto, in base alla tipologia del tumulo (loculo, tomba ipogea o epigea), verrà utilizzato un raccordo standard oppure a gomito (vedi Figure 7 e 8). Figura n. 7 Figura n. 8 Chi effettua l installazione del filtro dovrà preoccuparsi di lasciare all esterno 2 o 3 cm. di asta filettata, (vedi Figure 9 e 10) terminante con i due forellini di scambio aria e con la vite di testa metallica, eventualmente tagliando la parte in eccesso (il taglio è da fare esclusivamente dal lato opposto ai due forellini di scambio aria). Figura n. 9 Figura n. 10 L esatto posizionamento della vaschetta e del filtro all interno del loculo, è fondamentale per la creazione delle condizioni ideali per la scheletrizzazione della salma tumulata.
Si rimanda alle Figure 11 e 12, lo schema relativo al posizionamento ideale del SOTTOVAS e del filtro nel caso di loculo a caricamento frontale. Figura n. 11 Figura n. 12 Nel caso di tombe ipogee (vedi Figura 13), si collocherà un filtro alla prima tumulazione e ad ogni tumulazione successiva basterà sostituire il filtro vecchio con uno nuovo; questa procedura sarà valida se le tumulazioni avverranno in un arco temporale superiore ai due anni, mentre per tumulazioni ravvicinate, si consiglia di apporre tanti filtri quante saranno le tumulazioni aerate, al momento di ogni tumulazione. Il filtro è collocato ad es. nel vano di calata, in una delle pareti più strette. L importante è che anche in questo caso sporga all esterno una parte del tubicino (quella coi forellini). In genere si utilizza il raccordo standard. Figura n. 13
Nelle tombe epigee, come sepolcri o cappelle, il filtro è collocato all interno del tumulo, comunicante con l esterno della cappella (non quindi con il vano di visita). Anche in questo caso il tubicino deve sporgere per circa 2-3 cm., dalla parte dei forellini. Si vedano le fotografie di una realizzazione (vedi Figure 14, 15 e 16). Figura n. 14 Figura n. 15 Figura n. 16
La norma Regionale di riferimento Regolamento regionale della Lombardia n. 6 del 9 novembre 2004 (modificata con r.r. 6/2007) Allegato 2 - Requisiti dei loculi destinati a tumulazione (articolo 16, comma 5) Requisiti generali 1. La struttura del loculo destinato alla tumulazione dei feretri, sia che venga costruita interamente in opera o che sia costituita da elementi prefabbricati, deve rispondere ai requisiti richiesti per la resistenza delle strutture edilizie, con particolare riferimento alle disposizioni per la realizzazione delle costruzioni in zone sismiche. I piani orizzontali devono essere dimensionati per un sovraccarico di almeno 2.000 N/m2. 2. Il piano di appoggio del feretro deve essere inclinato verso l interno nella direzione di introduzione del feretro, in modo da evitare l eventuale fuoriuscita all esterno di liquidi. 3. I loculi per la tumulazione di feretri devono avere misure di ingombro libero interno non inferiore a m. 2,25 di lunghezza, m. 0,75 di larghezza, m. 0,70 di altezza, al netto dello spessore corrispondente alla parete di chiusura di cui ai punti che precedono. 4. Gli ossarietti individuali devono avere misure di ingombro libero interno non inferiore a m. 0,70x0,30x0,30. 5. Le nicchie cinerarie individuali devono avere misure di ingombro libero interno non inferiore di m. 0,40x0,40x0,40. Requisiti per loculi stagni 1. Sotto il feretro dovranno essere garantite condizioni di raccolta, durature nel tempo, di eventuali percolazioni di liquidi cadaverici, attraverso soluzioni fisse o mobili, capaci di trattenere almeno 50 litri di liquidi. 2. Il loculo è da realizzarsi con materiali o soluzioni tecnologiche che impediscano la fuoriuscita dei gas di putrefazione dalle pareti. 3. La chiusura del loculo deve essere realizzata con muratura di mattoni a una testa, intonacata nella parte esterna. È consentita altresì la chiusura con elemento di materiale idoneo a garantire la tenuta ermetica del loculo, dotato di adeguata resistenza meccanica. Requisiti per loculi aerati 1. I loculi aerati devono essere realizzati in aree appositamente destinate dal piano cimiteriale, in manufatti di nuova costruzione o di ristrutturazione di quelli esistenti. 2. Nella realizzazione di loculi aerati devono essere adottate soluzioni tecniche, anche costruttive, tali da trattare sia i liquidi che i gas provenienti dai processi putrefattivi del cadavere. 3. La neutralizzazione dei liquidi cadaverici può essere svolta sia all interno del loculo, sia all esterno con la canalizzazione del percolato in apposito luogo confinato, impermeabilizzato per evitare la contaminazione della falda. 4. La neutralizzazione degli effetti dei gas di putrefazione può avvenire per singolo loculo, cripta, tomba o per gruppi di manufatti, con specifici sistemi di depurazione. 5. Il sistema di depurazione ha lo scopo di trattare i gas derivanti dalla decomposizione cadaverica mediante l impiego di filtro assorbente con particolari caratteristiche fisico-chimiche o da un filtro biologico, oppure da soluzioni miste. La capacità di depurazione del filtro dovrà garantire che non ci sia percezione olfattiva in atmosfera dei gas provenienti dalla putrefazione, protratta per tutto il periodo di funzionamento del sistema depurativo. 6. I filtri devono riportare impresso il marchio del fabbricante, in posizione visibile e la sigla identificativa delle caratteristiche possedute, secondo criteri uniformi stabiliti da enti di normazione, ai fini di controllo. 7. In caso di neutralizzazione interna dei liquidi cadaverici, sotto il feretro dovranno essere garantite condizioni di raccolta, durature nel tempo, di eventuali percolazioni di liquidi cadaverici, attraverso soluzioni fisse o mobili, capaci di trattenere almeno 50 litri di liquidi e l uso di quantità adeguate di materiale adsorbente, a base batterico enzimatica, biodegradante. 8. In caso di neutralizzazione esterna dei liquidi cadaverici, dovranno essere garantite condizioni di raccolta, durature nel tempo, di eventuali percolazioni di liquidi cadaverici, attraverso soluzioni capaci di canalizzare il percolato in apposito luogo confinato, impermeabilizzato, opportunamente dimensionato. 9. Il loculo è da realizzarsi con materiali o soluzioni tecnologiche che impediscano la fuoriuscita dei gas di putrefazione dalle pareti, tranne che nelle canalizzazioni per la raccolta dei liquidi e per l evacuazione dei gas. 10. La chiusura del loculo deve essere realizzata con elemento di materiale idoneo a garantire la tenuta ermetica del loculo, dotato di adeguata resistenza meccanica, eventualmente forato per l evacuazione dei condotti dei gas.