TFR. le ragioni per scegliere



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TFR le ragioni per scegliere Aderire a un fondo pensione o tenersi la liquidazione? Un quesito che riguarda 11 milioni di lavoratori: ecco che cosa dicono gli esperti. A CURA DI GIUSEPPE ALTAMORE I PRINCIPALI PUNTI DA TENERE BENE A MENTE ENTRO IL 30 GIUGNO I lavoratori devono scegliere se aderire a un fondo pensione o tenersi il Tfr (Trattamento di fine rapporto). La scelta riguarda il Tfr maturando. Si può anche decidere di non passare ai fondi, perché comunque è possibile aderirvi in un secondo tempo. Invece chi opta per il fondo pensione non può più tornare al Tfr. AZIENDE CON PIÙ DI 50 DIPENDENTI Se il lavoratore non sceglie di aderire al fondo pensione, le aziende dovranno destinare il Tfr al fondo dello Stato gestito dall Inps. Ma per il dipendente non cambia nulla. Quando, infatti, lascerà l impresa, sarà proprio quest ultima a corrispondere il Tfr. SILENZIO-ASSENSO Chi non esprime alcuna decisione destina automaticamente il Tfr al fondo pensione previsto dal contratto collettivo o individuato con un accordo aziendale. DA UN FONDO ALL ALTRO Dopo due anni di iscrizione è possibile trasferire l intera posizione previdenziale presso un altra forma pensionistica. Anche chi cambia azienda o attività può spostarsi da un fondo all altro. CHI PAGHERÀ LA FUTURA PENSIONE INTEGRATIVA? Sarà una compagnia di assicurazioni convenzionata con il fondo pensione. DOPO QUANTO TEMPO SI HA DIRITTO ALL ASSEGNO? Dopo almeno cinque anni di iscrizione al fondo si raggiungono i requisiti di accesso alla pensione obbligatoria. È possibile anche avere un 50% di capitale e una rendita. 79 MARZO 2007

Perché aderire a un fondo pensione? «La previdenza obbligatoria non sarà più in grado di garantire un trattamento pensionistico adeguato se non a costi destinati a divenire ben presto insostenibili. È necessario allora differenziare le forme di tutela previdenziale, integrando la pensione pubblica con una privata a capitalizzazione individuale. Mentre la prima ha dietro di sé soltanto promesse (sia pure garantite dallo Stato), la seconda si basa su risorse vere intestate a un solo lavoratore, opportunamente investite e irrobustite coi rendimenti ottenuti. Inoltre, nei fondi pensione il lavoratore potrà versare non solo il Tfr e la propria quota di contribuzione, ma anche quella del datore di lavoro. E potrà dedurre dal fisco più di 5.000 euro di versamenti ogni anno». La gestione dei fondi è trasparente? «La governance dei fondi è affidata per legge alle parti sociali, la gestione delle risorse a soggetti professionali tenuti ad attenersi alle convenzioni. Inoltre, I fondi sono obbligati a rispettare le leggi ma anche le direttive ministeriali e della Covip (l autorità di vigilanza), nonché i loro statuti». Per la Covip, il rendimento del Tfr negli ultimi 5 anni è stato simile a quello dei fondi pensione: perché, allora, scegliere la previdenza complementare? «I rendimenti dei fondi sono stati peggiori del Tfr solo nei primi anni 2000. Nel medio e nel lungo periodo, i rendimenti dei fondi sono migliori di quelli del Tfr, sono stabiliti dalla legge (il 75% dell inflazione PERCHÉ NO AI FONDI PENSIONE È PIÙ PRUDENTE TENERSI STRETTO IL TFR Per il professor Beppe Scienza, la previdenza complementare non garantisce il potere d acquisto delle somme versate PERCHÉ SÌ AI FONDI PENSIONE LA PREVIDENZA PUBBLICA È SOLO UNA PROMESSA Secondo il professor Giuliano Cazzola, il secondo pilastro potrà garantire una rendita con notevoli benefici fiscali Che cosa non va nella legge sul Tfr e la previdenza complementare? «Oltre alla subdola clausola del silenzio-assenso, soprattutto una grave disparità di trattamento: chi tiene il Tfr nella forma attuale potrà sempre cambiare idea; chi passa alla previdenza complementare non potrà tornare sui propri passi. Poi ci sono vere assurdità». Ci faccia un esempio... «Nei fondi pensione chiusi piazzeranno i propri uomini (e donne) sia i sindacati sia le aziende. Ma qui la concertazione non ha nessun fondamento: i soldi nei fondi spettano solo ai lavoratori che aderiscono. Che c entrano i datori di lavoro?». Ma la legge ha un largo consenso «È un esempio da manuale di provvedimento bipartisan: il Governo Prodi ha anticipato in fretta e furia la riforma Maroni- Tremonti, senza cambiarne una virgola». Ma nella sostanza conviene tenersi il Tfr o aderire a un fondo pensione? «Per chi entra ora nel mondo del lavoro, rinunciare al Tfr vorrebbe dire non ricevere la liquidazione al momento di un licenziamento: già questo è molto grave. Per tutti significa che, all età della pensione, almeno metà del capitale nel fondo sarà obbligatoriamente convertito in una rendita a condizioni decise da altri. In ogni caso è prudente tenersi il Tfr finché non esistono fondi che garantiscano il potere d acquisto delle somme versate». Che garanzie abbiamo che la gestione dei fondi sia trasparente? più 1,5 punti). Al lavoratore è concessa l opportunità di aderire a un fondo o a qualunque forma di previdenza complementare, avvalendosi di una risorsa di cui è titolare, ma della quale altrimenti potrebbe disporre solo alla risoluzione del rapporto. Non c è alcun obbligo in proposito. Da un fondo si può uscire dopo 2 anni. Ed è consentito ottenere, in caso di bisogno, anticipazioni della posizione individuale». La pensione integrativa sarà liquidata da una compagnia assicurativa: c è da fidarsi? «La compagnia trasforma il capitale in rendita in base a un calcolo attuariale (che considera l attesa di vita dell interessato) per formulare il quale è l istituzione più competente. Poi una compagnia può essere scelta anche come gestore del patrimonio. Le assicurazioni sono state le prime a occuparsi di questi problemi. Non dobbiamo giudicarle avendo presente solo le distorsioni della Rc auto». Spese di gestione sotto accusa: decurtano il rendimento del fondo... «Certo. Le polizze individuali sono le più onerose, i costi dei fondi collettivi sono meno cari. Eppure le polizze hanno avuto una crescita enorme, sono più di 800.000. Contano anche i rendimenti e il regime fiscale, oggi all 11%. Se dovesse aumentare...». E i giovani lavoratori? «Spesso non hanno né un reddito tale da finanziare l iscrizione a un fondo né il Tfr, riservato ai dipendenti. Sarebbe utile venire incontro ai giovani precari consentendo loro una maggiore deducibilità fiscale (7.000 euro l anno) dei versamenti alla previdenza privata». GIULIANO CAZZOLA, docente di Diritto previdenziale all Università di Bologna e autore del libro Guida ai fondi pensione 2005 «La legge non impone particolare trasparenza, è scontato che sarà ancora minore rispetto a quella dei fondi comuni d investimento». La pensione integrativa sarà liquidata da compagnie di assicurazione? «Potrebbe anche essere il fondo pensione a farlo. In entrambi i casi si rischia l insolvenza, non esiste nessun fondo di garanzia, come è per i soldi depositati in banca». Chi guadagna di più dai fondi pensione: il lavoratore o il gestore? «Il gestore ci guadagna comunque. Il rischio è scaricato sul lavoratore. Il vero vantaggio del Tfr non sta in un alta redditività ma in un elevata sicurezza». I fondi possono fallire? «No, ma in situazioni come quelle degli anni Settanta, un fondo azionario perderebbe anche il 75% del suo valore. In un caso simile, tre quarti della pensione integrativa andrebbero in fumo. Il limite della previdenza complementare è l assenza di garanzie reali, mentre il Tfr difende il potere d acquisto delle somme accantonate». BEPPE SCIENZA, docente di Metodi e modelli per la pianificazione economica all Università di Torino e autore del libro Il risparmio tradito NON C È FRETTA DECIDIAMO CON CALMA Ci siamo: dal primo gennaio è scattata l operazione Tfr: 11 milioni di lavoratori hanno 6 mesi di tempo per decidere che fare della liquidazione. Lasciarla in azienda o alimentare un fondo per la pensione integrativa? L adesione a un fondo non è obbligatoria. Potete disporre che il Tfr rimanga in azienda e fra qualche anno spostarlo. Ma se non decidete nulla o firmate per l opzione fondo, la scelta è irreversibile. Prendetevi tutto il tempo e intanto firmate per mantenere il Tfr tale e quale. Nelle pagine seguenti troverete risposte a molti dubbi. Nessuno, nemmeno lo Stato, può garantire una previdenza dignitosa alle prossime generazioni. Riusciranno i fondi pensione a integrare quel 40% dell ultima retribuzione che farà crollare il tenore di vita di chi lascerà il lavoro nei prossimi anni? Lo Stato, passando dal sistema a ripartizione a quello a capitalizzazione, ha già minato le certezze che garantivano assegni sicuri ai nostri padri. E i fondi sono legati al rischio dei mercati finanziari. Giuseppe Altamore ADEGUAMENTO PENSIONE Rivalutazione annuale commisurata all aumento del costo della vita accertato dall Istat. ASSEGNO SOCIALE Prestazione assistenziale che, a partire dal 1 gennaio 1996, sostituisce la pensione sociale, concessa ai cittadini italiani, residenti in Italia, ultrasessantacinquenni sprovvisti di reddito. ECCO LE PAROLE CHE CONTANO CALCOLO CONTRIBUTIVO Metodo di calcolo della pensione che si applica ai nuovi assunti dal 1 gennaio 1996, basato essenzialmente sull importo totale dei contributi versati (montante) e dei coefficienti di rivalutazione. Il montante si moltiplica per i coefficienti di trasformazione che variano in base all età del pensionamento (da 57 a 65 anni). CALCOLO RETRIBUTIVO Metodo di calcolo della pensione che si applica ai lavoratori i quali, alla data del 31/12/1995, potevano far valere almeno 18 anni di anzianità contributiva; si basa sulla retribuzione pensionabile degli ultimi dieci anni, rivalutata. FINESTRA DI USCITA Date fisse stabilite per legge, apartire dalle quali l interessato può andare in pensione, avendo già maturato i requisiti di età e di contribuzione. FONDO PENSIONE APERTO Fondo disciplinato dal D.Lgs. 124/93, costituito sotto forma di patrimonio autonomo e separato all interno di una società abilitata alla gestione (banche o assicurazioni). Nei costi imputati all iscritto sono inclusi la provvigione del promotore e la remunerazione degli azionisti. FONDO PENSIONE CHIUSO È il fondo pensione istituito dai contratti collettivi o regolamentati dal D.Lgs. 124/93, costituito nelle forme dell associazione o della fondazione, senza scopo di lucro, con il fine di garantire agli iscritti un trattamento previdenziale aggiuntivo a quello dell Inps. PILASTRO Forma di previdenza. Il primo pilastro è costituito dalla previdenza obbligatoria pubblica, il secondo da quella aziendale o contrattuale, il terzo da quella complementare facoltativa. TFR (TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO) Somma corrisposta nel settore privato dal datore di lavoro alla cessazione dell attività del dipendente. TFR MATURANDO Quota del Tfr che a partire dal 2007 può essere destinata ai fondi pensione, mentre il Tfr maturato rimane comunque all azienda o in un fondo speciale dell Inps. 80 MARZO 2007 MARZO 2007 81

Queste pagine sono state realizzate con la collaborazione di Giuseppe Foresti del Patronato Acli. La destinazione del Tfr entro il 30 giugno NELLA TRAPPOLA DEL SILENZIO-ASSENSO L importante è esprimere la scelta Nei prossimi sei mesi, entro il 30 giugno 2007, i lavoratori sono chiamati a scegliere come impiegare il proprio Tfr. Ogni decisione riguarda solo il Tfr futuro, quello già maturato resta in azienda e sarà pagato dalla medesima all atto della cessazione dell attività lavorativa. Chi destina il Tfr al fondo pensione non può più tornare sui suoi passi: la scelta è irrevocabile. Al contrario, chi decide di mantenere il proprio Tfr in azienda può sempre, in un secondo momento, cambiare idea. Quindi, nessuna fretta: l importante è rendere nota la propria decisione. In ogni caso, occorre tener presente che coloro che hanno incominciato a lavorare prima del 29/4/1993 (data di entrata in vigore della prima normativa istitutiva della previdenza complementare: D.Lgs. 124/93), in caso di adesione a un fondo, potevano destinare una quota di Tfr definita a livello contrattuale (spesso il 33%). Costoro, successivamente, in caso di adesione a un fondo, dovevano invece destinare tutto il Tfr al fondo. Ora tutti sono chiamati a decidere. La scelta può essere esplicita. In questo caso, chi è in servizio al 1 gennaio 2007, entro il 30 giugno 2007 (chi è assunto dopo, entro sei mesi dalla data di assunzione), deve scegliere se: destinare il Tfr a una forma pensionistica complementare (se il lavoratore non è già iscritto a un fondo pensione, deve dare l adesione formale al fondo pensione chiuso o aperto); tenere il Tfr presso il datore di lavoro. Per le aziende con almeno 50 dipendenti, l intero Tfr è trasferito al Fondo per l erogazione del Tfr ai dipendenti del settore privato gestito dall Inps per conto dello Stato. Le aziende con meno di 50 dipendenti trattengono invece presso di sé il Tfr maturato. Sia in un caso sia nell altro restano sempre valide le norme che regolano il Tfr. La scelta è definita come tacita quando il lavoratore decide di non scegliere. In questo caso il silenzio si intende come assenso al trasferimento del Tfr: al fondo pensionistico previsto da accordi o contratti collettivi, o attraverso accordo aziendale che deve essere comunicato al lavoratore; in assenza di specifico accordo, alla forma alla quale ha aderito il maggior numero di lavoratori dell azienda; in via residuale alla forma pensionistica complementare istituita presso l Inps (da non confondere col fondo del Tfr e, al momento, non ancora attiva). Il datore di lavoro comunica al dipendente che non ha scelto, 30 giorni prima della scadenza dei 6 mesi, a quale fondo sarà devoluto il suo Tfr. I lavoratori, iscritti a una forma di previdenza obbligatoria prima del 29/4/1993, possono decidere, se già iscritti a un fondo di previdenza complementare, di mantenere presso l azienda il Tfr residuo (quello non già conferito al fondo) o di destinarlo integralmente al fondo cui sono iscritti. Coloro i quali non sono ancora Non decidere entro il 30 giugno equivale a far trasferire il Tfr al fondo pensione iscritti ad alcun fondo possono decidere di mantenere il fondo presso l azienda ovvero di devolvere il Tfr al fondo solo in parte: nella misura stabilita dai contratti collettivi e comunque in misura non inferiore al 50%. In tal caso, la quota di Tfr che resta in azienda segue le regole generali circa il trasferimento all Inps per le aziende con almeno 50 dipendenti. È sempre possibile successivamente destinare al fondo il Tfr in misura maggiore o interamente. Chi non decide alcunché (decisione tacita) avrà il trasferimento integrale del Tfr al fondo pensione secondo le regole già indicate. È importante avere presente che la decisione esplicita o tacita di utilizzo del Tfr comporta di fatto l iscrizione al fondo di previdenza complementare. Ma senza l adesione esplicita al fondo non si ha diritto alla contribuzione a carico del datore di lavoro prevista dagli accordi contrattuali. L azienda prima dei fatidici sei mesi validi per la scelta, cioè entro il 31 dicembre 2006, avrebbe dovuto fornire al lavoratore le informazioni sulle scelte possibili. Ogni dipendente dovrebbe avere pertanto ricevuto debite istruzioni. ANNI E CONTRIBUTI COME SARANNO LE NOSTRE PENSIONI? Ecco alcuni esempi sulla base dei calcoli elaborati dal Nucleo di valutazione della Spesa previdenziale nel rapporto consegnato al ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Ciò che emerge con maggiore chiarezza è che ci guadagna di più chi va in pensione il più tardi possibile. nel 2005 69,1% ultima retribuzione 69,1% con prev. integrativa 78,9% ultima retribuzione 78,9% con prev. integrativa nel 2010 68,3% ultima retribuzione 69,6% con prev. integrativa 78,0% ultima retribuzione 79,5% con prev. integrativa nel 2020 59,1% ultima retribuzione 63,7% con prev. integrativa 75,5% ultima retribuzione 80,8% con prev. integrativa nel 2030 52,6% ultima retribuzione 60,5% con prev. integrativa 70,7% ultima retribuzione 79,8% con prev. integrativa nel 2040 49,7% ultima retribuzione 61,1% con prev. integrativa 66,1% ultima retribuzione 79,2% con prev. integrativa nel 2050 48,6% ultima retribuzione 60,3% con prev. integrativa 64,1% ultima retribuzione 79,6% con prev. integrativa 82 83 MARZO 2007 MARZO 2007

Ifondi pensione definiscono i requisiti del diritto alla pensione in linea con le previsioni di legge. La pensione complementare, quindi, si ottiene quando è maturato il diritto alla pensione obbligatoria di appartenenza, con almeno 5 anni di contribuzione al fondo pensione. L assegno della previdenza complementare si ottiene quando è maturato il diritto alla pensione di La gestione del conto individuale di ogni lavoratore è affidata a società incaricate di contabilizzare i versamenti e di aggiornarli secondo l accumulo dei rendimenti. Attraverso i siti Internet dei diversi fondi, i lavoratori possono tenere sotto controllo i versamenti e l evoluzione del proprio conto. I fondi pensione hanno ormai adottato linee di investimento diversificate (dette multicomparto ), che rimandano al lavoratore il tipo di investimento preferito: si potrà scegliere tra una linea conservativa di sole obbligazioni; una linea bilanciata (mix di obbligazioni e azioni); una linea dinamica costituita soprattutto da investimenti azionari. In questi casi, i lavoratori devono decidere in base al proprio profilo di rischio. Potrebbe scegliere una linea conservativa chi non vuole rischiare, chi ha pochi anni di permanenza nel fondo prima della pensione; sceglierà una linea dinamica chi, avendo molti anni davanti, può puntare su rendimenti di lungo periodo. Le prestazioni erogate: quasi come il Tfr GLI ANTICIPI PER QUALSIASI ESIGENZA Per la salute e la prima casa. E con il riscatto... OCCHIO ALLA QUOTA DI RISCHIO vecchiaia o di anzianità. In caso di inoccupazione, per più di 48 mesi, è possibile ottenere la pensione complementare con un anticipo massimo di 5 anni sull età per il diritto alla pensione obbligatoria. Nell ipotesi di decesso dell aderente al fondo prima della maturazione del diritto alla prestazione pensionistica, l intera posizione è versata agli eredi o altre persone indicate dall iscritto. È possibile la restituzione (riscatto) dell intera posizione anche in caso di riduzione della capacità di lavoro a meno di un terzo. LIQUIDAZIONI DEL CAPITA- LE. La pensione può essere liquidata in una sola soluzione fino a un massimo del 50% del montante finale. Il capitale può essere liquidato anche nel caso in cui, convertendo almeno il 70% del montante finale, l importo della rendita sia inferiore al 50% dell assegno sociale (nel 2007, il 50% dell assegno sociale è di 194,68 euro mensili). ANTICIPAZIONI. Gli aderenti alle forme pensionistiche complementari possono richiedere un anticipazione della posizione individuale maturata: in qualsiasi momento, perunimporto non superiore al 75%, per spese sanitarie a seguito di gravissime situazioni personali; del coniuge o dei figli; per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle autorità pubbliche. decorsi 8 anni di iscrizione,perun importo non superiore al 75%, per l acquisto della prima casa di abitazione per sé o i figli; per interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, risanamento e restauro ovvero ristrutturazione (tassazione: al netto dei redditi già assoggettati a imposta, ritenuta del 23%). decorsi 8 anni di iscrizione, per un importo non superiore al 30%, per ulteriori esigenze degli aderenti. La tassazione è la stessa prevista per l acquisto della prima casa. Le anticipazioni possono essere reintegrate, a scelta dell aderente, in ogni momento. TRASFERIMENTI. L iscritto può trasferire la posizione ad altra forma pensionistica complementare quando perde il diritto di iscrizione alla forma nella quale è iscritto. Ad esempio, cambiando settore, nel quale è previsto un fondo diverso, può trasferire la posizione. Il trasferimento può anche avvenire per scelta volontaria: trascorsi 2 anni, l aderente può spostare la propria posizione persino a un fondo aperto o a una forma individuale. RISCATTO. Dal 1 gennaio 2007 l aderente che perde il diritto all iscrizione al fondo, in alternativa al trasferimento, può chiedere il riscatto della posizione maturata o può mantenere la posizione presso il fondo senza ulteriori contribuzioni. Il riscatto scatta nella misura del 50% in caso di disoccupazione tra 12 e 48 mesi o in presenza di procedure di mobilità e cassa integrazione. Se la disoccupazione supera i 48 mesi, si può ottenere il riscatto dell intera posizione. Come si finanziano i fondi pensione TUTTO CIÒ CHE SI AGGIUNGE AL TFR Il finanziamento dei fondi pensione, quando si tratta di adesioni a fondi decisi su base contrattuale, è definito negli accordi sindacali. In linea generale vi è una quota a carico del datore di lavoro e una a carico del dipendente, stabilita in percentuali di solito poco superiori all 1%. Il lavoratore può decidere di destinare al fondo, in proprio, somme maggiori stabilite in percentuale sulla retribuzione. A questi versamenti modesti si aggiunge il Tfr. Quando l adesione è individuale, sia a un fondo aperto sia a una forma previdenziale individuale, è evidente che la quantità di finanziamento è decisa da ogni singolo lavoratore in base a propri piani di investimento. Può essere stabilita una somma fissa ovvero in percentuale della retribuzione o del reddito di impresa. Il Tfr può essere destinato anche a queste forme previdenziali private ; per quanto concerne invece la contribuzione dell eventuale datore di lavoro è necessario fare riferimento agli accordi contrattuali. CHE COSA SONO I FONDI PENSIONE CHIUSI O APERTI? ATTENTI AI COSTI Ifondi pensione chiusi sono costituiti attraverso la contrattazione e accordi aziendali. I fondi aperti, invece, sono costituiti, con gestioni separate, da banche, imprese di assicurazione eccetera. Per funzionare devono essere autorizzati dalla Covip. Punto di riferimento di ogni fondo è il regolamento o lo statuto che determina, entro gli ambiti di legge, il funzionamento, le caratteristiche e le prestazioni del fondo stesso. I fondi chiusi hanno una struttura gestionale democratica: assemblea, consiglio di amministrazione, presidente, organi di controllo. I fondi sorti a seguito di contrattazione sono gestiti in modo paritetico tra datori e rappresentanze sindacali dei lavoratori. Ma i fondi non operano direttamente. Per gli investimenti dei contributi raccolti si avvalgono di convenzioni con società di intermediazione finanziaria, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio. Le risorse dei fondi sono depositate presso una banca distinta dal gestore del fondo (banca depositaria). Le prestazioni saranno, in linea generale, a seguito di convenzione, erogate da una compagnia di assicurazione. La gestione dei conti individuali di ciascun lavoratore è affidata a società di servizi. Una gestione complessa e costosa, regolamentata però strettamente dalle direttive dell organo di vigilanza (Covip). RENDIMENTO DEI FONDI A CONFRONTO Chiusi Aperti Rivalutazione Tfr Dal 2003 a oggi * 19,8% 23,8% 10,3% Dal 2004 a oggi * 14,1% 17,1% 7,3% Dal 2005 a oggi * 9,2% 12,3% 4,7% Dal 2006 a oggi * 1,7% 0,7% 2,0% Fonte: dati Covip. * ultimo rilevamento disponibile: 31/8/2006 84 85 MARZO 2007 MARZO 2007

Il trattamento fiscale dei fondi pensione NEL CONFRONTO PERDE IL TFR Il trattamento fiscale dei fondi pensione è relativo a tre livelli: contributi, rendimenti e prestazioni. I contributi versati alle forme di previdenza complementare, escluso il Tfr, saranno deducibili dal reddito Irpef fino a un massimo di 5.164,67 euro. Ne deriverà, per il cittadino, un risparmio fiscale che varia in funzione del livello del reddito. I rendimenti, cioè gli incrementi positivi conseguiti a seguito della gestione finanziaria delle risorse, saranno sottoposti all imposta sostitutiva dell 11%. La parte imponibile delle prestazioni pensionistiche, al netto delle somme già assoggettate a imposta, in qualsiasi forma erogata, sarà tassata al 15%, con una riduzione di una quota pari allo 0,30% per ogni anno di partecipazione al fondo successivo al quindicesimo, fino a un massimo del 6%. L aliquota applicata potrà pertanto scendere sino al 9% dopo 35 anni di partecipazione. La stessa tassazione vale per le liquidazioni in capitale. Per un confronto con la tassazione del Tfr, ricordiamo che a esso, in generale, si applica l aliquota media di tassazione del lavoratore. Nel 2006 l aliquota Irpef più bassa è del 23% per i redditi fino a 26.000 euro, quindi l aliquota applicata al Tfr non potrà essere inferiore al 23%. Come sarà calcolata ed erogata la rendita? TROPPO POTERE ALLE ASSICURAZIONI La previdenza complementare sarà liquidata da una compagnia assicurativa convenzionata col fondo pensione. Essa ha il compito di trasformare, al pensionamento, il capitale accumulato in rendita vitalizia. È questo l aspetto meno approfondito dal legislatore. Di fatto la pensione conseguibile resta ignota fino a quando, in base al sesso e all età, potrà essere individuato in apposite tabelle attuariali, stabilite sulle tavole di mortalità, il coefficiente di conversione del capitale in rendita. Se poi si prevede che la rendita sia reversibile, l importo della prestazione sarà ancora ridotto. È evidente, in questo, l importanza delle convenzioni che i fondi dovranno stipulare con le imprese di assicurazione, per avere prestazioni pensionistiche alle migliori condizioni, anche considerando che la quota di capitale acquisita dalla compagnia, per pagare la pensione, deve nel frattempo essere remunerativa al fine di conseguire eventuali miglioramenti della rendita. PER SAPERNE DI PIÙ Questo inserto, speriamo utile, potrebbe aver fatto sorgere dei dubbi. Che succederà davvero alla mia pensione? Paolo Andruccioli nella Trappola dei fondi pensione (Feltrinelli) lancia il suo allarme sul rischio legato ai mercati finanziari. Beppe Scienza addirittura ha scritto Il risparmio tradito (Cortina). Più rassicurante la Guida alle pensioni 2006. Previdenza complementare, totalizzazione e legge finanziaria di Elio Corrente (Edizioni Lavoro). CHI GARANTISCE LA TRASPARENZA? Il legislatore ha cercato di regolamentare i fondi pensione anche attraverso la sorveglianza e il controllo di un organismo istituito appositamente: la Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione). Scopo della Covip è quello di garantire la trasparenza, la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche complementari, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari. È composta da un presidente (Luigi Scimìa) e da quattro membri e ha una propria struttura operativa. Indirizzo: Covip, via in Arcione 71 00187 Roma. Internet: www.covip.it 86 MARZO 2007