RESPONSABILITÀ- BENEFICITÀ NON MALEFICITÀ GIUSTIZIA-AUTONOMIA

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Transcript:

RESPONSABILITÀ- BENEFICITÀ NON MALEFICITÀ GIUSTIZIA-AUTONOMIA Corso Deontologia docen0: Julita Sansoni Castrignano Alessandra Unità di Ricerca Infermieris1ca Prof. Julita Sansoni

RESPONSABILITA PENALE Le leggi sono delle convenzioni che regolano l agire colle@vo in modo tale che ogni comportamento sia inquadrato dal punto di vista giuridico. ARTICOLO 25 COSTITUZIONE NESSUNO PUO ESSERE PUNITO SE NON IN FORZA DI UNA LEGGE CHE SIA ENTRATA IN VIGORE PRIMA DEL FATTO COMMESSO ARTICOLO 27 COSTITUZIONE RESPONSABILITA PENALE E PERSONALE Unità di Ricerca Infermieris1ca Prof. Julita Sansoni Castrignano Alessandra 2

Quali sono gli elemen1 che consideriamo nella responsabilità penale? Ø CONDOTTA ILLECITA Ø DANNO Ø NESSO DI CASUALITA Castrignano Alessandra 3

DELITTO DI OMICIDIO LE IPOTESI DI DANNO NEL PENALE SONO: I rea& dovu& a responsabilità professionale sono inquadra& penalmente nei rea& colposi e possono configuare in deli9o di omicidio e lesioni personali LESIONI PERSONALI Castrignano Alessandra 4

DOBBIAMO DARE PARTICOLARE IMPORTANZA AL CONSENSO INFORMATO, RINTRACCIABILITA DEI DATI E AL RAPPORTO EMPATICO CON IL PAZIENTE Castrignano Alessandra 5

LE? NELLA RESPONSABILITA PROFESSIONALE CIVILE? Castrignano Alessandra 6

ELEMENTO PSICOLOGICO DEL REATO (ART. 43 C.P) è colposo, o contro l intenzione, quando l evento, anche se preveduto, non è voluto dall agente e si verifica a causa di negligenza, o imprudenza, o imperizia ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline Castrignano Alessandra 7

Tu; i rea& nel penale possono essere: DOLOSI COLPOSI CON LA VOLONTA CONTRO LA VOLONTA PRETERINTENZIONALI OLTRE L INTENZIONE ( intenzione di comme^ere un reato ma ne o^engo un altro) Castrignano Alessandra 8

LA PREVEDIBLITA DELL EVENTO. Qual è il nostro campo di responsailità nei confron1 del paziente? IL CONCETTO DI COLPA E IL CONCETTO DI NON EVITABILITA DI UN EVENTO Castrignano Alessandra 9

EVENTO NON PREVEDIBILE PREVEDIBILE Perché non l ho evitato? COLPA SOGGETTIVA COLPA OGGETTIVA Castrignano Alessandra 10

NEGLIGENZA Non fare ciò che si sa fare trascuratezza, insufficienza di a^enzione o di sollecitudine, dimen1canza, svogliatezza, superficialità POSSIBILE CONDIZIONE DI RISCHIO CHE NON PREVEDO, QUINDI NON EVITO Castrignano Alessandra 11

Art. 1176 c.c. Diligenza nell adempimento Nell adempiere l obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. Nell adempimento delle obbligazioni inerenti all esercizio di un attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell attività esercitata. Castrignano Alessandra 12

IMPRUDENZA Fare più di ciò che si sa fare avventatezza, insufficiente ponderazione, eccessiva precipitazione, implica sempre una scarsa considerazione per gli interessi altrui Castrignano Alessandra 13

IMPERIZIA Fare ciò che non si sa fare insufficiente preparazione o ine@tudine rispe^o alle abilità professionali richieste, di cui l agente pur essendo consapevole non abbia voluto tener conto (diventa imprudenza); è deficienza di cultura professionale o di abilità tecnica o di esperienza specifica richiesta per l esercizio di determinate professioni Castrignano Alessandra 14

ART. 40 c.p. Nessuno può essere punito per un fa^o preveduto dalla legge come reato, se l'evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione. Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo Castrignano Alessandra 15

Quando eseguo una procedura sul paziente, cosa devo sempre sapere? LA PREVEDIBILITA E IL CONCETTO DI ESCLUSIONE DELLA COLPA Castrignano Alessandra 16

PRINCIPIO BENEFICENZA GENERALE l'espressione della natura umana che mo1va ad agire nell'interesse altrui SPECIFICA espressione di speciali relazioni morali come quelle ineren1 al ruolo genitoriale o al ruolo professionale, riconoscendo comunque che si dà "un'area grigia tra gli specifici obblighi di ruolo e gli obblighi che non sono specificamente dovu1 al ruolo". Castrignano Alessandra 17

L'obbligo di non arrecare intenzionalmente danno Non maleficenza: Mentre il principio di beneficenza richiede l'a@vazione di uno specifico aiuto, il principio di non maleficenza richiede soltanto l'astensione intenzionale di azioni che arrechino danno. Questo principio comunque non ha validità assoluta ed è del tu^o compa1bile con giudizi di qualità della vita, non necessariamente quindi connesso con la difesa e la intangibilità della vita. (Beauchamp e Childress) Castrignano Alessandra 18

Ritornando al codice deontologico.. Ar=colo 1: L'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieris&ca. Ar0colo 3: La responsabilità dell'infermiere consiste nell assistere, nel curare e nel prendersi cura dellapersona nel rispe9o della vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo. Ar0colo 7: L infermiere orienta la sua azione al bene dell'assis&to di cui a;va le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in par&colare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità. Corso Deontologia docen0: Julita Sansoni, Castrignano Alessandra 19

Ritornando al codice deontologico.. Ar0colo 9: L infermiere, nell'agire professionale, si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere. Ar0colo 38: L'infermiere non a9ua e non partecipa a interven& finalizza& a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall'assis&to. Ar0colo 4: L'infermiere presta assistenza secondo principi di equità e gius&zia, tenendo conto dei valori e&ci, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona. Ar0colo 10: L'infermiere contribuisce a rendere eque le scelte alloca&ve, anche a9raverso l'uso o;male delle risorse disponibili. Castrignano Alessandra 20

Ritornando al codice deontologico.. Ar0colo 17: L infermiere, nell'agire professionale è libero da condizionamen& derivan& da pressioni o interessi di assis&&, familiari,altri operatori, imprese, associazioni, organismi. Ar0colo 21: L'infermiere, rispe9ando le indicazioni espresse dall'assis&to, ne favorisce i rappor& con la comunità e le persone per lui significa&ve, coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto della dimensione interculturale e dei bisogni assistenziali ad essa correla&. 21 Castrignano Alessandra

Castrignano Alessandra 22