Natale del Signore nella carne (*Sequenza di Lc 2,1-20) Le tre tappe del racconto, la nascita di Gesù (1-7), l'annuncio degli angeli ai pastori (8-14) e la visita dei pastori al presepe (15-20), sono strettamente collegate fra loro per cui sembra preferibile considerare questa sequenza come formata da un solo passo. LA NASCITA DEL BAMBINO GESÙ vv. 1-7 L ANNUNCIO DEGLI ANGELI AI PASTORI vv. 8-14 LA VISITA DEI PASTORI AL BAMBINO vv. 15-20 La prima parte è formata da tre brani: *Tratto da: Roland Meynet, Il vangelo secondo Luca, analisi retorica, Edizioni Dehoniane, 1994
C o m p o s i z i o n e d e l l a s e q u e n z a 2, 1-7 Il primo brano (1-3) comprende tre segmenti: il bimembro finale (3) corrisponde al trimembro iniziale (1): l'editto che riguarda "tutta la terra" viene eseguito da "tutti" e da "ciascuno". Al centro (2), due precisazioni: questo censimento è "il primo"; per la Siria, Quirinio è rappresentante ed esecutore di Cesare. Il secondo brano (4-5) comprende tre segmenti: agli estremi, due uni-membri che presentano "Giuseppe" e "Maria"; tra i due, un bimembro che indica il luogo di destinazione, e ne fornisce poi la ragione. Il terzo brano (6-7) comprende tre segmenti. I due membri del primo segmento precisano il tempo. I due membri dell'ultimo segmento contrappongono i due luoghi, "in una mangiatoia" e "nell'albergo". Al centro (7a), il parto. I nessi tra i tre brani'. Il secondo brano (4-5) è la logica continuazione del primo (1-3) perché Giuseppe è un caso particolare del movimento generale che fa "andare tutti ad essere-censiti", "ciascuno nella sua città" (3); "città" di 3 viene ripreso in 4a.b e "essere censito/i" in 5 come in 3a. Si noterà soprattutto l'opposizione tra i due re, "Cesare Augusto" (la) e "Davide" (4b.4d) Il secondo e il terzo brano (4-5 e 6-7) sono legati dai termini medi, "incinta" (5) e "parto" (6b); "là" (6a) rimanda a "la città di Davide" (4b). D'altronde, si noterà un legame tra "Davide", al centro del secondo brano, e il neonato, al centro del terzo brano, che è per mezzo di Giuseppe "della casa e della discendenza di Davide" (4c). Il primo e il terzo brano (1-3 e 6-8) cominciano in maniera analoga: "Avvenne..." (1a e 6a), cui si deve aggiungere "giorni" (1a e 6b), termine che non si trova altrove. Al centro dei due brani estremi, "primo" viene ripreso (2a e 7a), la seconda volta in una parola composta.
Il primo brano (8-10a) è formato da tre segmenti bimembri. Il primo (8) presenta i pastori (i due participi fungono da termini medi mentre i termini estremi, "pastori" e "gregge", sono, in greco, della stessa famiglia: poiménes e poimnèn). I due membri del segmento centrale (9a) sono perfettamente paralleli. L'ultimo segmento contrappone il "timore" dei pastori alla prima parola dell'angelo, "Non temete". Il secondo brano (10b-12) comprende tre trimembri. Il primo è "l'annuncio" di ciò che verrà detto nel segmento centrale, mentre l'ultimo enuncia "il segno" al quale si riconoscerà ciò che è stato detto nel segmento centrale. "Per voi" viene ripreso nei primi membri; i secondi membri indicano colui del quale si tratta, "grande gioia", "Salvatore Cristo Signore", "bambino avvolto in fasce"; "in una mangiatoia" si contrappone a "nella città di Davide". Il terzo brano (13-14) comprende due segmenti, un trimembro di racconto e un bimembro di parole i cui membri sono complementari.
La prima sottoparte (15-16): dopo un bimembro introduttivo (15ab), comprende due segmenti trimembri paralleli: i primi membri riprendono il verbo "andare" (con il prefisso diain più la prima volta) col quale sono coordinati nei secondi membri "vediamo" e "trovarono". I complementi di questi due verbi indicano la stessa realtà, prima udita, poi vista. La seconda sottoparte (17-20): agli estremi, due brani formati da due bimembri dedicati a ciò che "dicono" i pastori; i primi segmenti (17 e 20) si concludono, il primo con "bambino", il secondo con "Dio", entrambi preceduti da verbi di parola; i secondi segmenti si chiudono con "loro" (18b e 20d). Al centro (19), Maria medita queste "parole". I nessi tra le due parti (15-20): nella seconda sottoparte i pastori "fanno-conoscere" (17a) ciò che, nelle prima sottoparte, il Signore ha "fatto-conoscere" a loro (15e). "Parlare/parola" (légo, laléo, rhèma) si ritrovano in quasi tutti i versetti (15b. 15d. 17a.b. 18b. 19a.20d) a cui si deve aggiungere la coppia "udire" - "vedere" (17a e 18a; 20c) e "glorificare e lodare" (20b).
Tre sintagmi analoghi si ritrovano in ciascuna delle parti (7b e 16b come in 12b). Il sintagma centrale riprende tutti i termini delle altre due: 7 avvolse in fasce depose in una mangiatoia 12 UN BAMBINO AVVOLTO IN FASCE DEPOSTO IN UNA MANGIATOIA 16 il bambino DEPOSTO in una mangiatoia In opposizione a queste espressioni, Gesù viene chiamato "Signore" (11) come "Dio" (14) viene detto "Signore" (9); le due parole ricorrono insieme con "gloria". Le sottoparti estreme (1-3 e 17-20) sono le sole, con il brano centrale della seconda parte, ad utilizzare le parole "tutto"/"tutti" (1b.3.10b.l8.19.20a). Ciascuno dei primi segmenti di ogni parte si chiude con il riferimento a una totalità o a un gran numero: "tutta la terra" (1), "tutto il popolo" (10b), "una moltitudine dell'esercito celeste" (13). Né Giuseppe, né Maria, né il bambino ovviamente, dicono alcunché. Sono gli altri che parlano, un Angelo, poi tutto l'esercito celeste, infine i pastori che ripeteranno ciò che gli Angeli hanno rivelato loro. Maria e Giuseppe stanno in silenzio, non sentono neppure le parole degli Angeli, delle quali verranno a conoscenza solo per mezzo dei pastori, proprio come gli altri ai quali quelli le riferiranno. Stupendo silenzio! Silenzio di Giuseppe di cui Luca non riporta in tutto l Evangelo alcuna parola, silenzio di Maria il cui canto di gioia lascia posto ora solo alla meditazione, silenzio di Giuseppe e Maria che corrisponde al silenzio del fanciullo. Eloquente silenzio! La parola eterna di Dio si è prima fatta silenzio in Gesù. La nascita di Gesù, come il viaggio che l'ha preceduto, viene raccontato con un gran lusso di sobrietà. Molto presto i pastori entrano in scena e vi restano fino alla fine. Certo, all'inizio sono nominati Cesare Augusto e Quirinio, ma l'imperatore e il governatore spariscono subito davanti a questo pugno d'uomini tra i più disprezzati di questa piccola contrada sperduta dell'impero. Come se fossero loro i personaggi principali della storia.