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CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA 1/9 COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI RESOCONTO STENOGRAFICO MISSIONE IN LOMBARDIA SEDUTA DI MARTEDÌ 28 FEBBRAIO 2017 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI Audizione del sindaco del comune di Sesto San Giovanni, Monica Chittò. L audizione comincia alle 17.05. PRESIDENTE. Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico, che sarà pubblicato sul sito internet della Commissione e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. La Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti e alle bonifiche, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi, connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e alla depurazione delle acque. Sapete che abbiamo fatto un sopralluogo e sapete che, come Commissione, di fatto, stiamo facendo il punto sui siti di interesse nazionale. Ci siamo soffermati e abbiamo visto, con piacere, tutta una serie di situazioni, che paiono camminare, con riferimento al sito di Sesto San Giovanni, però vorremmo sapere oggi da voi, dal sindaco in primis, ed eventualmente dai suoi collaboratori, quali sono le problematiche, le difficoltà e le situazioni, che ritenete critiche e di cui ci possiamo, in qualche modo, far carico. Poi, vi verrà fatta qualche domanda più specifica.

2/9 L ordine del girono reca l audizione del sindaco Monica Chittò, che è accompagnata da: Gabriella Di Girolamo, segretario generale; Fabio Fabbri, direttore settore ambiente; Paolo Riganti, direttore settore territorio; Alberto Covini, responsabile ufficio stampa; Andrea Rivolta, vicesindaco. Io darei la parola al sindaco, che, se eventualmente lo ritiene opportuno, può cedere la parola a qualche suo collaboratore. Poi, ci saranno le domande più specifiche. Do la parola al sindaco del comune di Sesto San Giovanni, Monica Chittò. MONICA CHITTÒ, Sindaco del comune di Sesto San Giovanni. Grazie. Credo che il sopralluogo di ieri sia stato per voi importante, per comprendere le dimensioni di una trasformazione, che non coinvolge un area periferica della città, per quanto riguarda le ex aree Falck, ma una parte centrale, che, da un punto di vista urbanistico, negli anni passati, quando c erano le fabbriche, si è costruita tutta intorno. Il fatto che siano, da due anni circa, partite le bonifiche è ovviamente un valore aggiunto per la vivibilità della città, che è importantissimo. Si tratta di bonifiche sostenute tutte dal privato, come avete visto ieri. Avete visto anche i metodi di controllo per questa attività, che è veramente molto delicata da un punto di vista del controllo anche della legalità. A me vengono tre riflessioni da porre come considerazione alla Commissione. In primo luogo, le bonifiche ovviamente hanno un costo molto alto, soprattutto quando si parla di Siti di interesse nazionale, quindi la riflessione è: quanto un territorio può supportare questo costo, non in termini di amministrazione pubblica, ma in termini di equilibrio economico-finanziario della trasformazione di un area. Credo che questo sia un tema che la Commissione debba raccogliere come contributo di riflessione da parte dei territori, perché, quando i costi di bonifica sono troppo alti, il rischio è che i margini per la ricaduta di una trasformazione, per la parte pubblica, rischiano di essere residuali, perché, alla fine, già la bonifica di per sé è un beneficio pubblico, perché si restituisce alla comunità un terreno, che non viene e che non può essere utilizzato. Dall altra parte, il rischio è che, quando i costi sono troppo alti, nulla possa accadere e che tutto rimanga fermo oppure che si perdano delle occasioni importanti per il territorio. Faccio un esempio che riguarda la mia città. Nell area Vulcano, che non avete visto e che non si trova nella prima parte, ma nella seconda parte già bonificata, abbiamo chiesto di rinunciare all opportunità a un azienda del posto di rimanere lì, spostandosi da dove era. Ovviamente, essendo la trattativa per l acquisto dell area tra privati, questo non è stato possibile. La concorrenza di un altra città, che aveva un terreno meno costoso, non portando con sé il costo della bonifica, ha fatto

3/9 perdere alla città di Sesto San Giovanni un impresa storica. Questa è la dimostrazione di quanto il costo delle bonifiche abbia una ricaduta anche sul tessuto economico e sociale dei cittadini. C è un altro tema che vorremmo porre alla vostra attenzione e, poi, se posso, vorrei lasciare la parola ai miei tecnici. Il tema riguarda un finanziamento pubblico, che, da tanti anni, è ancora congelato in regione Lombardia e che è previsto nel decreto per il risanamento dei siti industriali di Sesto San Giovanni e Bagnoli. Tanti anni fa, quando questo finanziamento era stato dedicato anche per la città di Sesto San Giovanni, si diceva che quelle risorse dovevano essere finalizzate alla bonifica di una parte pubblica. Tuttavia, quel terreno è privato. Abbiamo cercato, in questi anni, di costruire insieme alla regione un opportunità, per poter utilizzare queste risorse dentro la città, cercando di riperimetrare anche il SIN (Sito di interesse nazionale), non foss altro perché le Falck non soltanto hanno inquinato posti dove c erano le industrie, ma hanno sversato quanto era sversabile anche in altre parti della città. Sappiamo, avendo un minimo di conoscenza del territorio, quali siano altri terreni pubblici, su cui sarebbe, invece, bello e opportuno poter utilizzare queste risorse pubbliche per la bonifica. Questi due temi a noi sembrano molto importanti. PRESIDENTE. Il tema è che è stato dato un finanziamento per intervenire sulla parte pubblica ma, in realtà, la perimetrazione del SIN non la comprende e include solo le parti private, di conseguenza voi non potete utilizzare i soldi sulle parti private. Voi chiedete, poiché ci sono altre aree che comunque hanno una contaminazione e sono pubbliche, che venga fatta una riperimetrazione del SIN, che comprenda queste ultime perché vi consentirebbe di spendere i soldi su quella parte: ho interpretato bene? MONICA CHITTÒ, Sindaco del comune di Sesto San Giovanni. Perfettamente. Queste risorse sono in regione e il lavoro di riperimetrazione è già stato avviato da comune e regione. Poi, se volete degli approfondimenti tecnici, può parlarne il mio Direttore. La riperimetrazione è già stata avviata, ma dovremmo dare un accelerata, perché, quando si hanno a disposizione delle risorse, non è bello non utilizzarle. È chiaro che, come dicevo ieri, durante il giro che abbiamo fatto, siamo anche preoccupati del ritardo, laddove le bonifiche stiano funzionando, ossia nelle ex aree Falck, per la parte che poi verrà ceduta al pubblico, quindi al comune e, conseguentemente, alla regione per il progetto Città della salute e della ricerca.

4/9 È stato avviato un ricorso dalla seconda azienda, che ha partecipato al bando di Infrastrutture Lombarde. Il ricorso, che è presentato al Consiglio di Stato e non annulla la gara, ma chiede un diverso calcolo dei punteggi, ci preoccupa per il rallentamento dell opera stessa. Anche in questo caso, stiamo parlando di un opera pubblica, di cura e di ricerca, che rilancia questo tema a livello nazionale, in competizione con l Europa, e che rappresenta anche un opportunità unica per la città di Sesto San Giovanni, che, per vent anni, ha visto quell area ferma, quindi un buco nero nella città, con tutto quello che ne consegue, da un punto di vista urbanistico, ambientale, di vivibilità e anche di controllo del territorio Lo dico perché, è vero che il privato è tenuto fare la guardiania, ma è altrettanto vero e sappiamo benissimo che, per quanto ci possa essere la guardiana, ci può e ahimè! ci entra chiunque. Questi sono i temi che poniamo alla vostra riflessione. Ora, per gli approfondimenti sulla riperimetrazione, passerei la parola all ingegner Fabbri. FABIO FABBRI, Direttore settore ambiente. Buongiorno, in merito al decreto che riguarda anche Bagnoli, vorrei dire che, innanzitutto, stiamo parlando del 1996, quindi di vent anni fa e di un epoca, in cui il tema delle bonifiche per il nostro Paese era assolutamente nella sua fase primordiale. Il senatore Pizzinato, sestese tuttora molto attivo, promosse, insieme alla legge su Bagnoli, la possibilità di ottenere fondi per Sesto San Giovanni, per cui si stanziò una somma di 25 miliardi di lire, che, per l epoca, rappresentavano anche una somma significativa. In quel momento, stava per concludersi l attività industriale. Durante la visita all area Vulcano, vi ricordo che abbiamo citato l ultima colata, che è di quell anno. Stava per avvenire il passaggio di proprietà da Falck ai futuri proprietari e, all epoca, l amministrazione non aveva di per sé un piano di sviluppo definito e non era neanche chiaro se le aree sarebbero poi entrate in una forma di proprietà con una partecipazione pubblica. Di fatto, la vicenda ha seguito passaggi di proprietà interamente tra privati. La previsione di allora, di cui, tra l altro, vi invito a rileggere il testo, che è anche molto sintetico, perché si tratta di un paragrafo, indicava genericamente la disponibilità di questi 25 miliardi per le bonifiche delle aree Falck, con un appendice, che spesso citiamo, e relative discariche, perché, f in da allora, era evidente che il fenomeno industriale che ha interessato la città di Sesto San Giovanni aveva generato una situazione di diffusione di elementi contaminanti. Tenete presente che il nostro territorio è di circa 11 chilometri quadrati e, per un terzo, è stato o è oggetto di procedimenti di bonifica o di indagine in corso. In quest area, è stato perimetrato un SIN.

5/9 Tra l altro, il perimetro del SIN attuale è frutto di una legge successiva, che stabilisce i criteri per l individuazione dei perimetri dei SIN e in cui si è fatto riferimento, un po genericamente, all attività siderurgica (questo è il termine preciso per il SIN di Sesto San Giovanni). Il perimetro del SIN non è stato individuato semplicemente sulle aree Falck, ma anche su altre realtà industriali, come quella Marelli, per citarne una. Quella Marelli, un altra delle aree nel SIN che non avete avuto modo di visitare, a sua volta, è stata ampiamente interessata da problemi di contaminazione. La questione per come impiegare questi 25 miliardi di lire, che oggi corrispondono a 12 milioni di euro e poco più, da vent anni non ha una soluzione. Anche con il sindaco Chittò, abbiamo proposto varie soluzioni possibili, cercando, di fatto, di poter attingere a questi fondi, per utilizzarli esclusivamente su interventi di bonifica in aree di proprietà dell amministrazione. Si tratta di bonifiche, in qualche modo, sono riconducibili al fenomeno di questo secolo, di epoca industriale PRESIDENTE. Ma ci sono aree di questo tipo? FABIO FABBRI, Direttore settore ambiente. Sì, si tratta di aree che oggi vedono insediate funzioni pubbliche, anche strategiche. Stiamo parlando di scuole e, per esempio, di aree verdi di pertinenza di edifici scolastici, che parzialmente, in questi anni, siamo riusciti a bonificare, anche attraverso altri meccanismi di finanziamento, ma che ancora presentano questo fabbisogno. Peraltro, la cifra di 25 miliardi oggi ci consentirebbe di mettere mano a quasi la totalità di queste situazioni, su cui l amministrazione è davvero in sofferenza. Come dicevo, abbiamo in questi anni provato a cercare tutte le strade possibili, perché riteniamo che, in origine, quei fondi fossero destinati a bonifiche sul territorio di Sesto San Giovanni, ancora prima della formazione del perimetro del SIN, quindi riteniamo che sia anche un po difficile spiegare ai sestesi per quale ragione, dopo vent anni, quei 25 miliardi di lire non si siano potuti spendere. PRESIDENTE. Per la riperimetrazione, una volta che la regione, insieme all ARPA e a voi, individua l area oggettivamente contaminata, può far richiesta. Lo abbiamo già visto in altre situazioni e quello di Frosinone ne è un esempio tipico. C erano discariche con rame fuori dal sito di interesse nazionale della Valle del Sacco ma, nel giro di un anno e mezzo, si è potuto fare. Chiaramente, quella era una discarica fortemente inquinata e c erano i motivi per metterla

6/9 all interno di SIN, ma la riperimetrazione in un anno e mezzo è stata fatta. Una volta che la regione fa l istruttoria insieme all ARPA e una volta che viene fatta la richiesta al Ministero, si può fare. Nel caso di Frosinone, che è un esempio tipico, la riperimetrazione è stata realizzata. Ora, se non c è accordo tra i vari enti, per cui uno dice «per me è sì» e l altro dice «per me è no», è un paio di maniche, ma se in teoria c è l accordo della filiera istituzionale, si dovrebbe riuscire, in tempi non troppo lunghi, a fare la riperimetrazione. FABIO FABBRI, Direttore settore ambiente. Di fatto, sono passati vent anni e, come vi ho detto, abbiamo provato con diverse modalità a farlo, perché abbiamo anche chiesto di spendere questi fondi al di fuori del perimetro del SIN, richiesta peraltro che abbiamo rivolto direttamente al Ministro Galletti in occasione di un incontro con lui. La risposta è stata che era molto più complicato che non restare all interno del perimetro. Ora, la conseguenza è stata: proviamo a riperimetrare. È stato avviato uno procedimento, che è in corso e che segue delle norme specifiche, ossia quelle che hanno definito il perimetro dei SIN. Si devono acquisire i pareri degli enti e il percorso non è totalmente lineare, perché quelle aree non sono immediatamente riconducibili a proprietà storicamente degli stabilimenti industriali. Tuttavia, in quelle aree sono avvenuti i fenomeni riconducibili a quelli PRESIDENTE. Se quelle sono aree pubbliche, possono rientrare nel SIN. Come abbiamo visto per alcuni SIN, non è necessario avere una contiguità fisica, nel senso che ci sono anche situazioni dove, a volte, per il SIN vengono riperimetrate aree che magari avevano una discarica, dove per esempio quarant anni fa l azienda portava i rifiuti, ma che oggi, essendo terreno pubblico, possono essere perimetrate. È chiaro che ci devono essere le condizioni oggettive, per cui se non c è inquinamento, non serve riperimetrarla. Credo che il tema si possa affrontare e chiederemo anche eventualmente alla regione, per cui se avete fatto una richiesta di riperimetrazione, fateci avere tutti gli elementi immaginabili e possibili, per essere noi parte diligente nei confronti del Ministero e eventualmente anche dell ARPA regionale o della Regione per cercare di accelerare il processo. Do la parola ai colleghi che intendano intervenir per porre quesiti o formulare osservazioni. ALBERTO ZOLEZZI. È chiaro che gli attori di questa vicenda sono molti. Vorrei un vostro commento sul fatto che, per un certo periodo, non si è praticata la bonifica on site, essendo stato

7/9 eseguito un trasporto importante di materiale al di fuori, cosa che adesso sembra sia variata. Insomma, cosa vi era stato raccontato su questo aspetto tecnico della bonifica, se vi è stato raccontato qualcosa? Come sapete, questo progetto era stato contestato, per le demolizioni, scavi ed esportazioni, per cui vorrei capire anche, se lo sapete, dove sono stati poi portati questi materiali. Grazie. FABIO FABBRI, Direttore settore ambiente. Il progetto, come è stato presentato in origine, prevedeva un trattamento spinto, attraverso impianti installati on site. In termini grossolani, si parlava di una percentuale addirittura dell 80 per cento per il recupero on site dei materiali oggetto di intervento. Tant è che è stato realizzato anche un impianto con una sezione per il trattamento delle sabbie, in cui il promotore voleva addirittura spingersi a poter trattare sabbie fini, cosa che comunemente non è neanche affrontata dagli operatori. Come sapete, nei processi di bonifica si riesce a trattare abbastanza facilmente la frazione grossolana, dalle sabbie grosse in su, mentre, sul fine, diventa pressoché impossibile fare operazioni di lavaggio in situ. Tant è che l operatore ha investito una somma anche considerevole nel realizzare un impianto di primo ordine, che credo abbiate anche intravisto nel percorso. Fin dall inizio e strada facendo, in realtà quell impianto è stato utilizzato molto poco. Tant è che poi è intervenuta una revisione del progetto di bonifica, in cui quella percentuale si è più o meno ribaltata, cioè la frazione da trattare in situ è diventata minoritaria rispetto a quella che viene esportata. I materiali vengono esportati verso centri e impianti in regione Lombardia, che sono autorizzati con tutto il meccanismo di controllo, che avete visto. La bonifica, come sapete, è finanziata e progettata da un operatore privato, quindi le scelte progettuali sono nella loro facoltà. È chiaro che, in prima analisi e fin dall inizio, l impostazione del trattamento on site, anche spinto, sulle sabbie è stata accolta con estremo favore, perché questa avrebbe limitato anzitutto gli impatti ambientali, riducendo il numero di mezzi e di tonnellate per chilometro di trasporto, quindi anche l impatto sul traffico cittadino, e avrebbe anche probabilmente limitato, in generale, il rischio di fenomeni di legati ai movimenti di terra all esterno del sito. Devo dire, anche con qualche stupore, l approccio iniziale poi è stato ribaltato dall operatore stesso. Forse, c è stata una sottovalutazione dell analisi geologica, perché stiamo parlando di analisi granulometriche fondamentalmente. Forse, si aspettavano una composizione granulometrica diversa da quella che poi effettivamente è stata riscontrata. Non dimentichiamo, peraltro, per questa prima fase delle bonifiche, grosso modo, stiamo parlando di 200.000 metri quadri su una superficie di oltre un milione, quindi può anche essere che,

8/9 nelle ulteriori fasi, la composizione granulometrica, diversamente, consente un utilizzo più intensivo di quell impianto. Rispetto a questa prima fase, che interessa la Città della ricerca e della salute, di fatto, l impianto installato è stato pochissimo utilizzato, almeno rispetto alle previsioni. PRESIDENTE. Riguardo all area del Consorzio Vulcano, che credo sia ancora nel perimetro di Sesto San Giovanni, abbiamo visto e ci ha detto anche l ARPA che ci sono alcune aree «marginali», che forse sono quelle pubbliche e su cui sembra ci sia un forte rallentamento da parte del Consorzio per l attività di bonifica e messa in sicurezza. Risulta anche a voi che ci sia una sorta di inerzia, da questo punto di vista? FABIO FABBRI, Direttore settore ambiente. Tenete conto che quello è un intervento di bonifica da parte di un soggetto interessato, che ha avviato il procedimento di bonifica, quindi non è un intervento originato da un individuazione di responsabilità e di colpevolezza. L operatore ha definito il suo progetto di bonifica in comparti e lo sta attuando, con una modalità funzionale alle sue logiche di sviluppo imprenditoriale, quindi ha fatto il centro commerciale, come prima tappa. Per l insediamento di Alstom, a un certo punto è comparso un cliente esterno, che ha acquisito quelle aree. Le parti pubbliche, dove ci siamo fermati con il bus, e in particolare le aree del «Parco Nord» e, dall altro lato, il «Parco Est» sono ancora senza un progetto di bonifica. Questa logica è comprensibile, ma, nell interesse pubblico, lo è assai meno. PAOLO ARRIGONI. In ordine alla riperimetrazione del SIN, avete detto che, per non perdere i 25 miliardi di vecchie lire, avreste la necessità di ampliare il perimetro. Viceversa, per favorire determinati privati, è emersa, in questi anni, la necessità di contenere in diminuzione il perimetro del SIN: non avete avvertito questa esigenza? MONICA CHITTÒ, Sindaco del comune di Sesto San Giovanni. Il nostro SIN è rimasto lo stesso e la riperimetrazione, peraltro, consentirebbe anche di aggiornarlo, perché quelle che, una volta, erano delle aree all interno del SIN, essendo state bonificate, dovrebbero uscirne. Questa sarebbe anche un opportunità per riaggiornare il perimetro, non, per intenderci, perché vogliamo escludere zone che vengono declassate. Aggiornare il SIN, togliendo quelle aree che già sono state bonificate e certificate rigenerate, anche se non contigue, ci consentirebbe di inserire parti pubbliche, che avrebbero bisogno di un procedimento di bonifica.

PRESIDENTE. Abbiamo raccolto le vostre sollecitazioni e cercheremo anche di capire quanto ci dicevate ieri, a proposito del fatto che avete scritto all ANAC. In merito, ci spieghi meglio 9/9 MONICA CHITTÒ, Sindaco del comune di Sesto San Giovanni. Dopo la vostra visita di ieri, esprimendo le nostre preoccupazioni in vista di un possibile rallentamento, quindi non di blocco dell opera della Città della salute e della ricerca, ma di un rallentamento, a fronte di un impegno pubblico e privato di un tenere i tempi. Tant è a che si diceva anche della questione del terreno, delle bonifiche e via dicendo. Alla luce di questa sentenza, sarà mia cura rendere pubblico e chiedere anche l intervento dell ANAC, perché non vorremmo mai incorrere in una situazione, per cui, a fronte di una nuova decisione della stazione appaltante, intervenga un altro possibile ricorso, che blocca nuovamente tutto e rallenta tutto. Credo che, in questo caso, ci voglia ente terzo rispetto alle infrastrutture, che possa dare delle chiare indicazioni su come procedere. PRESIDENTE. Vi chiedo di inviarci una copia della lettera, così ci facciamo carico di segnalare all ANAC la situazione. Dunque, vi chiediamo per due questioni, quella della riprerimetrazione e quella dell ANAC, se ci fate avere materiale per posta elettronica, così noi, per quello che possiamo fare, cerchiamo di intervenire. Vi ringraziamo e dichiaro conclusa l audizione. L audizione termina alle 17.32.