ADEGUAMENTO AL PIANO DEL COMMERCIO COMUNE DI BEINASCO (TO)

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ADEGUAMENTO AL PIANO DEL COMMERCIO COMUNE DI BEINASCO (TO) ai sensi della DCR 562-13414 come modificata dal DCR 347-42514 e DCR n 59-10831 20 gennaio 2009 Consulenza in Urbanistica Commerciale Ing, Tiziana Bardi Via Piero della Francesca 38, 20154 Milano Tel/fax:+39 0233107251, mail: info@cad38.com Web site : www.cad38.com 1

SOMMARIO PARTE I Analisi della situazione attuale CAPITOLO 1 INTRODUZIONE AL LAVORO 1.1 Città e commercio 1.2 Evoluzione del quadro normativo 1.3 Presentazione del lavoro CAPITOLO 2 SINTESI NORMATIVA DI RIFERIMENTO DEL PIANO URBANO DEL COMMERCIO 2.1 La normativa nazionale e il recepimento a livello regionale 2.1.1 Obiettivi 2.1.2 L applicazione alla Regione Piemonte 2.2 Definizioni e classificazioni 2.2.1 Definizioni 2.2.2 Classificazione degli esercizi commerciali 2.2.3 Classificazione delle tipologie di strutture distributive 2.3 Inquadramento del Comune di Beinasco nella programmazione regionale e nell area di programmazione della Provincia di Torino 2.4 Criteri e parametri per il riconoscimento degli insediamenti commerciali 2.4.1 Criteri e parametri per il riconoscimento degli addensamenti 2.4.2 Criteri e parametri per il riconoscimento delle localizzazioni 2.5 Compatibilità tipologico funzionali dello sviluppo commerciale 2.6 Standard e fabbisogno parcheggi CAPITOLO 3 IL TERRITORIO DI BEINASCO 3.1 Beinasco e la Provincia di Torino 3.2 La divisione territoriale comunale 3.2.1 Beinasco centro 3.2.2 Borgaretto 3.2.3 Borgo Melano 3.2.4 Fornaci 3.3 Accessibilità e flussi veicolari 3.4 La dotazione di aree di sosta CAPITOLO 4 CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE 4.1 Situazione demografica al 31.12.2007 4.2 Popolazione residente del comune di Beinasco e dei Comuni del settore sud Ovest della provincia di Torino 4.3 Struttura della popolazione per classi d età 4.3.1 Popolazione per classi d età Beinasco 4.3.2 Popolazione per classi d età comuni del settore sud ovest 4.4 Popolazione residente aggregata per zona comunale 2

CAPITOLO 5 COMMERCIO E TERRITORIO: LA SCALA SOVRALOCALE 5.1 La realtà regionale 5.1.1 La rete di vendita tradizionale regionale 5.1.2 Medie, grandi strutture di vendita e centri commerciali della regione Piemonte 5.2 Situazione provinciale del torinese 5.2.1 La rete di vendita tradizionale provinciale 5.2.2 Medie, grandi superfici e centri commerciali della provincia CAPITOLO 6 CARATTERI STRUTTURALI DEL SISTEMA DISTRIBUTIVO 6.1 La rete di vendita tradizionale 6.1.1 Superfici di vendita per settori 6.1.2 Medie superfici di vendita 6.2 Le attività commerciali per zone territoriali 6.2.1 Beinasco Centro 6.2.2 Borgaretto 6.2.3 Borgo Melano 6.2.4 Fornaci 6.3 Centri commerciali, medie superfici ed entertainment 6.3.1 Il centro commerciale Le fornaci 6.3.2 Il centro Mega Shopping 6.3.3 Medie superfici e Cinema Multisala 6.4 I mercati PARTE II Verifica delle zone di insediamento CAPITOLO 7 RICONOSCIMENTO DEGLI INSEDIAMENTI COMMERCIALI 7.1 Richiamo della normativa 7.2 Verifica degli addensamenti e delle localizzazioni 7.3 Riconoscimento degli insediamenti 7.3.1 Riconoscimento degli addensamenti 7.3.2 Riconoscimento delle localizzazioni 7.4 Metodologia e procedure per il riconoscimento delle localizzazioni urbano periferiche non addensate L2 7.4.1 Contenuti ed elaborati suggeriti per la valutazione ex ante 7.4.2 Altri adempimenti del Comune 7.5 Sostanziali modifiche rispetto al piano precedente 7.6 Compatibilità tipologico funzionali per lo sviluppo commerciale degli insediamenti riconosciuti a Beinasco 7.6.1 Sviluppo degli addensamenti 7.6.2 Sviluppo delle localizzazioni 7.7 Verifica fabbisogno parcheggi 3

PARTE III Criteri e procedure CAPITOLO 8 REGOLAMENTAZIONE RELATIVA ALLO SVILUPPO DELLA RETE DISTRIBUTIVA 8.1 Nuove aperture, trasferimenti, variazione della superficie e di settore merceologico degli esercizi commerciali. 8.1.1 Le nuove aperture 8.1.2 Trasferimento di sede 8.1.3 Variazione della superficie di vendita 8.1.4 Accorpamento, scomposizione o ridefinizione di superfici di vendita 8.1.5 Modifica o aggiunta di settore merceologico 8.2 Onere aggiuntivo per il rilascio delle autorizzazioni per le medie e grandi strutture di vendita 8.3 Comunicazioni di apertura, trasferimento, variazione, aggiunta o chiusura 8.4 Standard e fabbisogno di parcheggi e di aree per la sosta 8.4.1 Fabbisogno parcheggi 8.4.2 Aree di sosta 8.5 Verifiche dell impatto sulla viabilità 8.6 salvaguardia dei beni culturali e ambientali 8.7 Interventi per la valorizzazione e il potenziamento degli insediamenti commerciali 8.8 Autorizzazioni 8.8.1 Priorità nel rilascio delle autorizzazioni commerciali 8.8.2 Con testualità delle autorizzazioni commerciali e delle concessioni edilizie 8.9 procedure per il rilascio delle autorizzazioni commerciali per le medie e grandi strutture di vendita 8.9.1 Procedure per le medie strutture di vendita 8.9.2 Procedure per le grandi strutture di vendita 8.10 Tempistiche e validità delle autorizzazioni 8.11 Revoca delle autorizzazioni 8.12 Disposizioni finali ANNESSI Elenco delle attività commerciali di Beinasco Tavole delle attività commerciali di Beinasco per zone territoriali Tavole dei parcheggi e delle vie commerciali di Beinasco Stralcio del piano del commercio per zone territoriali Tavola dei competitors provinciali Tavole della popolazione CD riepilogativo del piano del commercio 4

PARTE I analisi della situazione attuale 5

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE AL LAVORO 1.1 Città e commercio La riforma Bersani ha fornito negli ultimi anni gli indirizzi politici e gli strumenti normativi innovativi da tempo necessari per lo sviluppo e la modernizzazione del settore commerciale italiano. L integrazione fra piani del commercio e piani di sviluppo territoriale permette oggi di integrare diversi aspetti della fruizione urbana, introducendo la visione della città come cerniera fra locale e globale, al centro di una molteplicità di ruoli. La normativa, investendo direttamente gli enti locali - Comuni e Regioni sollecita adempimenti nuovi e peculiari rispetto al passato. I Comuni, in primo luogo, svolgono il ruolo di catalizzatori della programmazione urbanistica commerciale, applicando nuove forme di riqualificazione e di marketing urbano. Ai comuni è affidata l attuazione degli indirizzi regionali per il tramite del necessario adeguamento degli strumenti urbanistici generali ed attuativi e dei regolamenti di polizia generale. Un nuovo equilibrio fra città e commercio si attua: il commercio viene studiato, applicato, gestito al fine di generare nuove sinergie territoriali, nuovi interessi per la città. 1.2 Evoluzione del quadro normativo La Regione Piemonte ha proceduto ad attuare gli indirizzi contenuti nel d.lgs. n. 114/1998 con la l.r. 12 novembre 1999 n. 28 e con due delibere programmatiche del Consiglio, una delle quali - la delib. Cons. reg. 29 ottobre 1999, n. 563-13414 - titola Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l inserimento del commercio al dettaglio, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114. Successivamente, la DCR 347 42514 del 23 dicembre 2003 introduce significative modifiche, prevalentemente orientate alla riqualificazione dei Centri Storici ed Urbani, riequilibrando alcuni parametri precedentemente introdotti dalla 563-13414 e destinando parte delle entrate (ottenute grazie agli oneri aggiuntivi applicati alle Medie e Grandi Superfici di vendita) a interventi di rivitalizzazione urbana. 6

Le ultime modifiche alla normativa regionale in ambito urbanistico commerciale sono introdotte dalla DCR 59-10831 del 24 marzo 2006 che pone l attenzione sugli indirizzi generali per l insediamento delle attività commerciali, in particolar modo specificando con maggior rigore il riconoscimento degli addensamenti e delle localizzazioni commerciali e gli adempimenti previsti per Comuni e Province. 1.3 Presentazione del lavoro Lo studio che segue, suddiviso in due parti, è finalizzato all aggiornamento del piano del commercio comunale secondo quanto dettato dalle ultime modifiche alla normativa regionale in materia urbanistica commerciale. Il lavoro svolto si occupa in prima analisi della normativa di riferimento e dalla sua applicazione a livello locale e sovralocale (capitolo 2), partendo dalla prima riforma Bersani fino agli ultimi adeguamenti dettati dalla DCR 59-10831 del 24 marzo 2006. Alcune tabelle riassuntive alla fine di ogni capitolo permetteranno di visualizzare l evoluzione della normativa e le differenze salienti rispetto al pregresso. I capitoli 3-4 sono dedicati alla situazione comunale, aggiornata ad oggi: divisione territoriale, dati demografici, accessibilità e dotazioni infrastrutturali, zone di sosta. Il capitolo 5 è dedicato ad una rapida analisi del commercio a livello sovralocale, con una panoramica della situazione regionale ed uno zoom sulla dotazione di centri commerciali e grandi strutture di vendita della provincia di Torino. Il capitolo 6 affronta lo studio della dotazione commerciale del Comune di Beinasco: la rete di vendita tradizionale (alimentare ed extra alimentare), le medie e le grandi superfici di vendita, i mercati, i centri commerciali. A questa parte è allegata un importante cartografia che dovrebbe permettere una più facile individuazione del sistema commerciale comunale. La seconda parte del lavoro è destinata al riconoscimento degli insediamenti commerciali secondo l analisi svolta nella prima parte dello studio e secondo la normativa vigente (capitolo 7). Questa parte tiene conto dell attuale adeguamento dello strumento urbanistico comunale e dei relativi rimandi normativi e indica quali sono le possibilità di sviluppo dei singoli insediamenti riconosciuti. Infine in annesso vi è tutta la cartografia sviluppata per una migliore comprensione dello studio, assieme ai dati sulle attività commerciali per esteso e gli stralci in A3 del piano del commercio per una facile lettura del documento finale. 7

CAPITOLO 2 SINTESI NORMATIVA DI RIFERIMENTO DEL PIANO URBA- NO DEL COMMERCIO 2.1 La normativa nazionale e il recepimento al livello regionale Con l introduzione del Decreto Legislativo del 31 marzo 1998 n.114, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.95 del 24 aprile dello stesso anno, viene riformata l intera disciplina del commercio. La programmazione della rete distributiva era affidata fino al 1998 alla legge 426/1971, che prevedeva una pianificazione separata fra aspetti urbanistici e commerciali ed una divisione in settori merceologici della rete di vendita. A partire dall introduzione del decreto Bersani si hanno una serie di cambiamenti importanti, quali : Potenziamento del ruolo delle Regioni nella programmazione commerciale Messa in atto di una correlazione fra i procedimenti di rilascio della concessione edilizia e l autorizzazione alla apertura di una struttura di vendita, nel rispetto dei limiti e delle previsioni dettate dai Piani Regolatori Abolizione delle tabelle merceologiche e del Rec ed introduzione del concetto di superficie di vendita alimentare, non alimentare e mista Ridefinizione del regime di autorizzazione individuazione delle aree da destinare agli insediamenti commerciali 2.1.1 Obiettivi Per quanto riguarda i primi punti il Dlgs114/98 include nel suo testo l obbligo per le Regioni di adeguare gli strumenti urbanistici generali e attuativi alle nuove norme (art.6, comma 5), perseguendo i seguenti obiettivi: a) favorire la modernizzazione del sistema distributivo b) favorire il mantenimento di una presenza diffusa e qualificata del servizio di prossimità nei centri urbani, nei piccoli comuni, nelle frazioni e nelle altre aree scarsamente servite c) orientare l insediamento degli esercizi commerciali in zone ed aree idonee alla formazione di sinergie tra le differenti tipologie di strutture distributive e gli altri servizi d) favorire la formazione di un sistema di offerta, articolato sul territorio e composto da una vasta gamma di tipologie di strutture distributive, tra le quali non si producano posizioni dominanti e) coordinare la programmazione in materia commerciale e urbanistica dei diversi livelli di governo, nonché i procedimenti relativi al rilascio delle autorizzazioni Gli obiettivi devono essere realizzati attraverso il completamento e la riqualificazione della rete degli insediamenti commerciali attuali di differente livello. 8

Per gli altri punti il 114/98 detta le definizioni di riferimento per l identificazione delle superfici di vendita e degli insediamenti commerciali, nonché delle procedure per le autorizzazioni necessarie in base alla tipologia di esercizio. 2.1.2 L applicazione alla regione Piemonte Come precedentemente sottolineato il decreto legislativo 114/98 delega alle Regioni il compito di sviluppare gli indirizzi generali per l insediamento delle attività commerciali al dettaglio in sede fissa e i criteri di programmazione urbanistica. A loro volta, i vari livelli di governo regionale e locale devono attenersi a tali criteri al fine di attuare un adeguata normativa urbanistica commerciale, capace di regolamentare il rilascio delle autorizzazioni, adeguare i piani regolatori, individuare gli insediamenti commerciali, coordinare la programmazione della rete distributiva. La regione Piemonte ha attuato il recepimento del decreto legislativo 114/98 attraverso la legge regionale Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte del 29/10/1999, n 563-13414. Dopo alcuni anni di sperimentazione vengono introdotte le Modifiche ed integrazioni dell allegato A) alla DCR 563-13414 del 29 ottobre 1999 attraverso la 347-42514 del 23 dicembre 2003, che apporta alcuni cambiamenti alle definizioni principali, chiarendone meglio alcuni aspetti e affinando il sistema dei parametri. Le ultime modifiche alla normativa regionale in abito urbanistico commerciale sono affidate alla DCR 59-10831 del 24 marzo 2006 che interviene in particolar modo sugli indirizzi generali per l insediamento delle attività commerciali al dettaglio in sede fissa. Le maggiori modifiche riguardano infatti l art 14 del testo coordinato, in merito al riconoscimento degli addensamenti commerciali di tipo A5 e delle localizzazioni commerciali. In oltre tali indicazioni precisano più dettagliatamente gli adempimenti previsti per i Comuni e le Province e le procedure richieste per il riconoscimento degli insediamenti commerciali. Tabella 2.1.2 A : Riepilogo normative di urbanistica commerciale dal 1998 in poi Decreto Nome data Dlgs114/1998 Decreto Bersani 31.03.1998 DCR 563-13414 Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l insediamento del commercio in sede fissa DCR 347-42514 Modifiche ed integrazioni dell allegato A) alla DCR 563-13414 del 29.10. 99 DCR 59-10831 Modifiche agli Indirizzi generali e criteri di programmazione 29.10.1999 23.12.2003 24.03.2006 9

2.2 Definizioni e classificazioni Il 114/98 introduce una serie di definizioni e classificazioni importanti per il riconoscimento delle strutture commerciali, quali il concetto di superficie di vendita, la classificazione degli esercizi, l offerta commerciale. Qui di seguito viene riportata una sintesi di tali concetti, rintracciabili nella loro integralità nel DCR 563-13414/99, modificata dalla DCR 347-42514 e s.m.i. 2.2.1 Definizioni Superficie di vendita:è l area destinata alla vendita, compresa quella occupata dai banchi, casse, scaffalature e simili. Non costituisce superficie di vendita quella destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi. La superficie di vendita si determina per ciascun esercizio commerciale calcolando solo l'area coperta, interamente delimitata dai muri, che costituisce la superficie lorda di pavimento ai fini del rilascio della concessione o dell'autorizzazione edilizia. Ogni esercizio commerciale corrisponde al luogo fisicamente delimitato mediante pareti continue, separato, distinto e in nessun modo direttamente collegato ad altro adibito a superficie di vendita. La superficie espositiva: è la parte dell unità immobiliare, a destinazione commerciale, alla quale il pubblico può accedere in condizioni di sicurezza e solo per prendere visione dei prodotti non immediatamente asportabili e non costituisce superficie di vendita, La superficie espositiva dovrà essere separata con pareti continue da quella di vendita. Nella superficie espositiva non dovrà essere svolta attività di vendita. La superficie di vendita degli esercizi commerciali che trattano prevalentemente merci ingombranti, dei quali il venditore non è in grado di effettuare la consegna immediata (mobilifici, concessionarie auto, legnami, materiali per l'edilizia e simili) può essere limitata alla dimensione massima degli esercizi di vicinato; la parte rimanente, ancorché comunicante con essa, deve essere separata e distinta da pareti continue e si può destinare a magazzino, deposito o superficie espositiva; ai fini del presente comma è obbligatoria la sottoscrizione e la registrazione presso l Agenzia delle entrate di un atto di impegno d'obbligo tra comune e operatore che delimita la superficie di vendita e costituisce integrazione alla comunicazione di cui all'articolo 7 del d.lgs. n. 114/1998. Esercizio commerciale: è il luogo su area privata (fisicamente delimitato mediante pareti continue, separato, distinto e in nessun modo collegato ad altro) in cui si esercita l attività di commercio al dettaglio. Offerta commerciale: è il complesso dei prodotti e dei relativi servizi venduti da un singolo esercizio commerciale. È articolata come segue: a) offerta alimentare b) offerta non alimentare c) offerta mista Ognuna delle precedenti offerte richiede un autorizzazione differente, come definito dalla 114/98. 10

2.2.2 Classificazione degli esercizi commerciali Per quanto riguarda la classificazione degli esercizi commerciali per la vendita al dettaglio, l art 4, comma 1, lettere d), e), f) del 114/98 e s.m.i. precisa quanto segue: a) esercizi di vicinato. Sono gli esercizi la cui superficie di vendita: - non è superiore a mq. 150 nei comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti; - non è superiore a mq. 250 nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti; b) medie strutture di vendita. Sono gli esercizi commerciali la cui superficie di vendita è compresa: - tra mq. 151 e mq. 1.500 nei comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti; - tra mq. 251 e mq. 2.500 nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti; c) grandi strutture di vendita. Sono gli esercizi commerciali la cui superficie di vendita è: - superiore a mq. 1.500 nei comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti; - superiore a mq. 2.500 nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti. I comuni con più di 10.000 abitanti hanno facoltà di ridurre la superficie massima degli esercizi di vicinato e delle medie strutture di vendita limitatamente ai casi previsti all articolo 19, comma 1. Centri commerciali. Un centro commerciale, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, lettera g) del d.lgs. n. 114/1998 e s.m.i., è una struttura fisico-funzionale concepita e organizzata unitariamente, a specifica destinazione d'uso commerciale, costituita da almeno due esercizi commerciali al dettaglio fatta salva la deroga di cui all'articolo 7, comma 2. Il centro commerciale può essere dotato di spazi e servizi comuni funzionali al centro stesso, che possono essere organizzati in superfici coperte o a cielo libero. Due o più insediamenti commerciali ricavati in due o più edifici separati da spazi pubblici (vie o piazze) non costituiscono un unico centro commerciale poiché tale configurazione comporta la presenza di più destinazioni d uso urbanistiche. La superficie di vendita di un centro commerciale è data dalla somma delle superfici di vendita degli esercizi commerciali al dettaglio in esso presenti. I centri commerciali sono così classificati: a) centro commerciale classico b) centro commerciale sequenziale c) centro commerciale naturale d) centro commerciale pubblico I centri polifunzionali realizzati su area pubblica ai sensi dell articolo 19, commi 1 e 3 non sono considerati centro commerciale pubblico e rientrano tra gli esercizi di vicinato. Di seguito si propongono nel dettaglio le definizioni di centro commerciale come da art 6 della DCR 563-13414 del 29/10/1999 e s.m.i. (quale DCR 347-42514/2003) e 59-10831/2006 11

Secondo l art 6 del DCR 563.13414 e s.m.i. si definiscono le successive classi di centro commerciale: a) centro commerciale classico: è un insediamento commerciale costituito da un unico edificio, comprendente uno o più spazi pedonali, dai quali si accede ad una pluralità di esercizi commerciali al dettaglio integrati, eventualmente, da attività paracommerciali e di servizio. L edificio è soggetto a concessione edilizia unitaria a specifica destinazione. Le singole autorizzazioni commerciali discendono da un unico provvedimento generale rilasciato, eventualmente anche a un soggetto promotore, sulla base delle procedure stabilite dalla Giunta regionale, e nei tempi previsti dagli articoli 7 e 8 del decreto legislativo n. 114/1998 e dall articolo 29 della presente normativa; b) centro commerciale sequenziale: è un insediamento commerciale costituito da uno o più edifici collegati funzionalmente da percorsi pedonali, non facenti parte di vie o piazze pubbliche, dai quali si accede a singoli esercizi commerciali. I servizi accessori possono essere comuni all intero complesso degli edifici. Il centro commerciale sequenziale è soggetto a concessione edilizia unitaria che è rilasciata con le procedure previste per gli immobili destinati al commercio al dettaglio nonché dall articolo 28 della presente normativa. Le singole autorizzazioni commerciali, comunque, discendono da un unico provvedimento generale rilasciato, eventualmente, anche a un soggetto promotore. La realizzazione della struttura può essere scaglionata nel tempo; c) centro commerciale naturale: è una sequenza di esercizi commerciali e di altre attività di servizio che si affacciano, in prevalenza, su vie o piazze urbane, che abbiano sottoscritto con il comune un preciso programma unitario di attività promozionali. Le autorizzazioni commerciali sono separate, indipendenti e non discendono da un unico provvedimento generale. Le concessioni o autorizzazioni edilizie sono rilasciate separatamente ed autonomamente a ciascuna unità o complesso immobiliare; d) centro commerciale pubblico: è rappresentato solo da mercati su area pubblica e da unità immobiliari predisposte per l esercizio dell attività di commercio al dettaglio su aree pubbliche disciplinata dal titolo X del decreto legislativo n. 114/1998. 12

2.2.3 Classificazione delle tipologie di strutture distributive Le tipologie di strutture distributive medie e grandi sono determinate dalle caratteristiche quantitative e qualitative dell offerta commerciale. Al fine di favorire l equilibrato sviluppo delle diverse tipologie, nel rispetto del principio della libera concorrenza, e per migliorare la produttività del sistema, l informazione e la qualità dei servizi da rendere al consumatore, le medie e grandi strutture di vendita sono classificate come segue (per comuni superiori ai 10.000 abitanti): MEDIE STRUTTURE DI VENDITA offerta alimentare e/o mista: M-SAM1:superficie di vendita da mq. 251 a mq. 400 M-SAM2:superficie di vendita da mq. 401 a mq. 900 M-SAM3:superficie di vendita da mq. 901 a mq. 1. M-SAM4: superficie di vendita da mq. 1801 a mq. 2.500 offerta extralimentare: M-SE1: superficie di vendita da mq. 251 a mq. 400 M-SE2: superficie di vendita da mq. 401 a mq. 900 M-SE3:superficie di vendita da mq. 901 a mq. 1.800 M-SE4 : superficie di vendita da mq. 1.801 a mq. 2.500 GRANDI STRUTTURE DI VENDITA offerta commerciale mista G-SM1:superficie di vendita da mq. 2.501 a mq. 4.500 G-SM2: superficie di vendita da 4.501 mq a 7.500 mq. G-SM3: superficie di vendita da 7.501 mq a 12.000 mq. G-SM4: superficie di vendita oltre 12.000 mq. offerta commerciale extralimentare G-SE1:- superficie di vendita da mq. 2.501 a mq. 3.500 G-SE2: superficie di vendita da 3.501 mq a 4.500 mq. G-SE3: superficie di vendita da 4.501 mq a 6.000 mq. G-SE4: superficie di vendita oltre 6.000 mq. CENTRI COMMERCIALI medie strutture di vendita M-CC: superficie di vendita da mq. 251 a mq. 2500 grandi strutture di vendita (oltre i limiti massimi di cui sopra) G-CC1: superficie di vendita fino a 6.000 mq. G-CC2: superficie di vendita da 6.001 mq a 12.000 mq. G-CC3: superficie di vendita da 12.001 mq a 18.000 mq. G-CC4: superficie di vendita oltre i 18.000 mq. La modifica o l aggiunta di settore merceologico ad un esercizio commerciale e il passaggio da una classe dimensionale ad un altra sono soggetti alle norme stabilite per le nuove autorizzazioni, per il trasferimento e per le variazioni di superficie. 13

2.3 Inquadramento del Comune di Beinasco nella programmazione regionale e nell area di programmazione della Provincia di Torino Le aree commerciali ed i comuni polo, subpolo, intermedi e minori sono quelli definiti nella legge regionale 28/99 e nella deliberazione del Consiglio Regionale del 29/10/1999. La DCR 59/2006, così come la DCR 347-42514 del 23/12/2003 non hanno apportato modifiche alla struttura territoriale della programmazione commerciale regionale e provinciale, lasciando a Beinasco il ruolo di Comune subpolo della rete primaria nell ambito dell Area di Programmazione Commerciale di Torino, Nonostante la forte presenza di grandi strutture di vendita concentrate su strada Torino. I comuni subpolo della rete primaria sono quelli che, pur rientrando nelle aree di gravitazione naturale dei poli della rete primaria, sono in grado di erogare servizi commerciali competitivi con quelli del polo della rete primaria. Dal grafico qui riportato si può vedere come il comune di Beinasco si inserisca all interno del territorio della zona sud-ovest di Torino e come sono classificati i principali comuni che fanno parte di questa zona di territorio. A titolo informativo sono riportati anche i Comuni di Collegno e Venaria, dove vi sono alcuni grandi insediamenti commerciali di forte attrazione. Grafico 2.3 A : inquadramento di Beinasco nella cintura primaria dei Comuni sudovest di Torino Comune Beinasco tipologia subpolo Venaria Orbassano Grugliasco Rivalta polo subpolo intermedio Rivoli Collegno Grugliasco TORINO Nichelino Collegno Rivoli Candiolo Moncalieri Bruino Torino Volvera polo polo polo intermedio polo intermedio polo intermedio Rivalta Beinasco Bruino Moncalieri Orbassano Piossasco Nichelino Volvera Candiolo Piossasco intermedio 14

2.4 Criteri e parametri per il riconoscimento degli insediamenti commerciali In conformità con i criteri regionali (DCR 563-13414 e successive modifiche ed integrazioni) ed in funzione del livello di aggregazione spaziale degli esercizi commerciali e del rapporto con il sistema delle residenze, sono individuate nell ambito dei comuni le seguenti zone di insediamento commerciale: a) Addensamenti commerciali: costituiti da porzioni dei territorio urbano p extraurbano, percepite come omogenee e unitarie, che raggruppano un insieme di attività commerciali, paracommerciali ed assimilabili, ubicate l una in prossimità dell altra, all interno delle quali il consumatore trova un insieme organizzato e integrato di offerta commerciale e di servizi. b) Localizzazioni commerciali urbane ed urbano-periferiche: sono singole zone di insediamento commerciale, urbane o urbanoperiferiche, non costituenti addensamento commerciale, esistenti o potenziali, anche a completamento ed integrazione di addensamenti esistenti. Gli addensamenti e le localizzazioni commerciali, in base alla loro posizione rispetto al contesto urbano fisico e socioeconomico in cui sono inseriti, sono classificati come segue: Addensamenti A1 addensamenti storici rilevanti A3 addensamenti commerciali urbani forti A4 addensamenti commerciali urbani minori A5 addensamenti commerciali extraurbani Localizzazioni L1 localizzazioni commerciali urbane non addensate L2 localizzazioni commerciali urbano periferiche non addensate Tale definizione tiene conto di quanto citato dalla DCR 563-13414, dalla DCR 347-42514 del 23.12.2003 e dalla DCR N 59-10831 del 24.3.2006. In particolare la DCR 59-10831 del 24.3.2006: apporta delle modifiche al riconoscimento delle localizzazioni L2, dove introduce il principio della valutazione ex ante degli aspetti economici, strutturali, territoriali e sociali all interno del Comune*. Apporta modifiche al riconoscimento degli addensamenti commerciali extraurbani A5, definendo gli ambiti, le analisi necessarie per la redazione del progetto unitario di coordinamento Abroga le localizzazioni commerciali L3, riclassificandole automaticamente come L2 (*) nel rispetto dei principi, dei riferimenti metodologici ed operativi di cui agli articoli 2,3 e 4, dei contenuti degli articoli della Parte seconda. Criteri di programmazione urbanistica riferiti al settore commerciale della stessa normativa. 15

2.4.1 Criteri e parametri per il riconoscimento degli addensamenti Gli addensamenti commerciali sono riconoscibili, così come previsto dall articolo 13 della D.C.R. n 563-13414/99 e s.m.i., attraverso i seguenti criteri e parametri: a) A1 addensamenti storici rilevanti: sono gli ambiti commerciali di antica formazione, che si sono sviluppati spontaneamente intorno al fulcro (piazza principale, piazza di mercato, chiesa, municipio e simili) del territorio comunale, caratterizzati dalla presenza di attività commerciali e di servizi non rivolte prevalentemente al vicinato e da una buona densità residenziale. Essi sono riconoscibili nell area centrale dei centri abitati e possono non coincidere con la perimetrazione degli insediamenti urbani aventi carattere storico-artistico così come definiti dall articolo 24 della L.R. 56/1977, e successive modifiche ed integrazioni. Data la variabilità delle caratteristiche di ciascun centro urbano, i comuni delimitano l'addensamento in base alla conoscenza del proprio territorio, motivando le scelte operate. I comuni formati da più quartieri hanno un solo addensamento A.1; i comuni derivanti dall aggregazione amministrativa di più centri urbani possono avere tanti addensamenti A.1. quanti sono i centri che hanno subito il processo di aggregazione. b) A2 addensamenti storici secondari: si riconoscono in ambiti urbani che non hanno i requisiti per essere classificati A.1. Essi sono ambiti commerciali di antica formazione posti all'interno del tessuto residenziale che costituisce la prima corona insediativa dell'area centrale, caratterizzati da un elevata densità commerciale e di servizi. Essi sono riconoscibili nel centro metropolitano e nei comuni polo della rete primaria la cui popolazione sia, orientativamente, non inferiore a 70.000-80.000 abitanti. c) A3 addensamenti commerciali urbani forti: si riconoscono in ambiti urbani che non hanno i requisiti per essere classificati A.1. e A.2. Gli addensamenti commerciali urbani forti sono ambiti commerciali di non antica formazione, ubicati nel centro abitato del centro metropolitano, dei poli, dei subpoli e dei comuni intermedi e caratterizzati da un'apprezzabile presenza di esercizi commerciali e di servizio e da buona densità residenziale di contorno. L'offerta commerciale è tendenzialmente completa. Per ciascun tipo di comune, gli addensamenti commerciali urbani forti sono riconoscibili attraverso almeno alcuni dei seguenti parametri orientativi: 1) un mercato funzionante con un numero di banchi, compresi quelli destinati ai produttori, prossimo o superiore al valore del parametro N.3; 2) numero degli esercizi presenti (parametro Q.3) e relativa quantità di superficie di vendita cumulata (parametro F.3), ubicati, senza evidenti soluzioni di continuità, in un insieme 16

omogeneo ed unitario, via o piazza, la cui lunghezza si somma ed è espressa in metri lineari (parametro P.3). Nel caso di insediamenti su un unico fronte di strada e/o piazza i parametri Q.3 ed F.3 sono dimezzati; 3) estensione possibile oltre l'ultimo punto di vendita dell'addensamento (parametro E.3); Per i comuni subpolo, quale quello di Beinasco, i parametri orientativi sono i seguenti : Tabella 2.4.1 A : parametri riconoscimento addensamenti A3 Parametro descrizione dato N3 Numero banchi in un mercato in area pedonale durante lo svolgimento del servizio n 60 P3 Lunghezza del fronte strada e/o piazza 500 m Q3* Numero di esercizi presenti sul fronte strada e/o piazza n 30 E3 Estensione possibile dell addensamento oltre l ultimo esercizio 200 m F3* Valore dei mq di sup. di vendita cumulata dagli esercizi presenti Mq 800 Tabella 2.4.1 B: innovazioni legislative per gli addensamenti A1-A2-A3 Innovazioni legislative per gli addensamenti A1 - A2- A3 Rispetto alla 563-13414 del 29.10.1999, la modifica più attuale a questa parte normativa è data dalla DCR 347-42514 del 23.10.2003, dove le modifiche sostanziali sono qui riassunte: Negli addensamenti A1 viene sottolineato il criterio di centralità dell offerta commerciale del centro, rivolta non più ai soli residenti, ma vista come attrattiva per l intero territorio comunale Sempre per gli A1 viene esteso il significato di centro anche al territorio non perimetrato secondo l art 24 della L.R. 56/77 Per gli addensamenti A3 viene introdotta la dicitura centro abitato al posto di tessuto residenziale periferico, per sottolinearne la natura più diffusa Per i parametri di riconoscimento degli A3 viene ufficializzato un criterio di elasticità del 20% (*) Nel caso di insediamenti su un unico fronte strada i parametri Q3 e F3 sono dimezzati. N.B. per i comuni subpolo per il parametro K relativo alla presenza di strade urbane di scorrimento ai sensi dll art. 18 del Dlgs 285/1992 NON è da verificarne la sussistenza. 17

d) A4 addensamenti commerciali minori: Si riconoscono in ambiti urbani che non hanno i requisiti per essere classificati A.1., A.2. e A.3. Gli addensamenti commerciali urbani minori o deboli sono gli ambiti semicentrali di non antica formazione ubicati nel centro abitato e nel tessuto residenziale del centro metropolitano, dei comuni polo e subpolo della rete primaria e dei comuni intermedi, lambiti o percorsi da assi viari di livello urbano-locale, caratterizzati da una presenza di offerta commerciale limitata alle funzioni meno rare. Sono riconosciuti negli ambiti dei centri abitati e del tessuto residenziale interclusi tra i vari tipi di addensamento. Per un comune subpolo, sono riconoscibili attraverso i seguenti parametri: Tabella 2.4.1 C: parametri riconoscimento addensamenti A4 Parametro descrizione dato P4 Lunghezza del fronte strada e/o piazza 200 m Q4* Numero di esercizi presenti sul fronte strada e/o piazza E4 Estensione possibile dell addensamento oltre l ultimo esercizio F4* Valore dei mq di sup. di vendita cumulata dagli esercizi presenti n 15 100 m Mq 400 e) A5 addensamenti commerciali extraurbani: si riconoscono in ambiti extraurbani che non hanno i requisiti per essere classificati A.1., A.2., A.3., A.4. Gli addensamenti commerciali extraurbani arteriali sono gli ambiti esterni al centro abitato e al tessuto residenziale, ubicati lungo assi di traffico di scorrimento e non su strade di distribuzione interna. Essi sono le sedi attuali di esercizi commerciali la cui superficie di vendita può essere funzionalmente collegata a spazi dedicati all esposizione delle merci, ad attività produttive o di trasformazione, ubicati l'uno in prossimità dell'altro, spesso caratterizzati da un offerta principalmente extralimentare. L addensamento A5 è riconosciuto previa approvazione da parte del Comune, subordinata ad obbligatorio parere della provincia. La concertazione con Provincia e Comuni limitrofi si svolge preferibilmente attraverso una conferenza di servizi che si esprimerà entro 60 giorni dalla data del suo avvio ( e che discuterà sulle esigenze infrastrutturali, viarie, del posizionamento e dimensionamento delle aree di sosta, della compatibilità ambientale, etc.)**, o mediante altre forme concertative idonee. (*) Nel caso di insediamenti su un unico fronte strada i parametri Q4 e F4 sono dimezzati. (**) secondo l art.12 comma 4, art.12 comma 4 bis, art. 13 comma 3 lettera e), art 26 comma 2bis delle indicazioni sui procedimenti di competenza comunale e provinciale per il riconoscimento di addensamenti commerciali A5 e localizzazioni L2, DCR n 59-10831 del 24.3.2006 18

Gli addensamenti commerciali di tipo A5 sono riconoscibili attraverso, almeno, i seguenti parametri orientativi: Tabella 2.4.1 D: parametri riconoscimento addensamenti A5 Parametro descrizione dato P5 Lunghezza del fronte strada 500 m Q5 F5 Numero di esercizi presenti sul fronte strada Valore dei mq di sup. di vendita cumulata dagli esercizi presenti n 5 Mq 1500 e/ o 3000 esp. L ordine di grandezza dei parametri s intende soddisfatto anche con valori ridotti di non più del 20 per cento rispetto a quelli indicati. E facoltà dei comuni derogare con relazione motivata ad uno solo di tali parametri riducendone il valore di non più del 40 per cento. Tabella 2.4.1 E: innovazioni legislative per gli addensamenti A4-A5 Innovazioni legislative per gli addensamenti A4-A5 Rispetto alla 563-13414 del 29.10.1999, la modifica più attuale a questa parte normativa è data dalla DCR 347-42514 del 23.10.2003 per gli A4 e dalla DCR 59-10831 del 24.3.2006 per gli A5. Nel dettaglio: Per i parametri di riconoscimento degli A4 e A5 viene ufficializzato un criterio di elasticità del 20% La delimitazione dell ambito non può comprendere nuove aree non urbanizzate, ma solo aree intercluse tra gli insediamenti esistenti Il comune è tenuto ad attivare una fase di concertazione con provincia e comuni limitrofi per le soluzioni viabilistiche ed il potenziamento della rete infrastrutturale (preferibilmente attraverso una conferenza di servizi) L addensamento è riconosciuto previa approvazione da parte del comune di apposito progetto unitario di coordinamento, approvazione subordinata al parere della provincia N.B. per la compatibilità tipologico funzionale dello sviluppo urbano si rimanda al capitolo 2.5 19

2.4.2 Parametri per il riconoscimento delle localizzazioni Le localizzazioni commerciali, ai sensi dell art. 14 della D.C.R. N 563-13414/99 e s.m.i., possono essere riconosciute secondo i seguenti criteri e parametri: a) L1 localizzazioni commerciali urbane non addensate: sono le aree totalmente intercluse nel tessuto residenziale, preferibilmente lambite o percorse da assi viari di livello urbano. Esse sono candidate ad ospitare attività rivolte al servizio dei residenti o al potenziamento dell offerta nel quadro del processo di riqualificazione urbana. Possono assumere una funzione integrativa e di completamento degli addensamenti commerciali prossimi. Tali aree non fanno parte degli addensamenti urbani (A1, A2, A3, A4) o delle localizzazioni L2. Sono individuabili attraverso i seguenti parametri orientativi: Tabella 2.4.2 A : parametri riconoscimento localizzazioni L1 Parametro descrizione dato Y1 X1 J1 M1 Ampiezza raggio della perimetrazione per calcolo residenti Numero residenti (ai fini del conteggio, possono essere considerati anche i potenziali residenti di prossimo insediamento negli edifici in costruzione, calcolati secondo la L.R. 56/77 e s.m.i) Distanza stradale massima della perimetrazione dal nucleo residenziale Dimensione massima della localizzazione 500 m n 2500 700 m 25.000 mq In oltre le localizzazioni commerciali urbane L1 possono essere riconosciute dal comune previa adeguata e motivata valutazione della viabilità esistente e dei suoi sviluppi. b) L2 localizzazioni urbano periferiche non addensate: sono gli ambiti territoriali ubicati in prossimità del tessuto residenziale urbano esistente o previsto dei comuni ed anche esterno. Sono preferibilmente lambiti o percorsi da assi viari di primo livello e sono candidati ad ospitare attività rivolte al servizio dei consumatori nel quadro del processo di riqualificazione urbana. Possono includere eventualmente anche attività commerciali /o di servizio preesistenti, compresi gli addensamenti A5. Il Comune, al fine di riconoscere suddette aree, effettua una valutazione ex ante (preliminare) degli aspetti economici, strutturali, territoriali e sociali dell intero Comune, individua le parti di territorio occupate dagli impianti dimessi da almeno cinque anni o le parti di territorio individuate con l obiettivo di promuovere interventi di riqualificazione, non alterando immobili di pregio. * (*)art.14 comma 1,2 e 4 metodologia e procedure per il riconoscimento delle L2, DCR 59-10831 20

Al comune è affidato il compito di verificare che l ambito prescelto rispetti la definizione ed i parametri dell art. 14, c.4 sub b) qui di seguito riportati: Tabella 2.4.2 B : parametri riconoscimento localizzazioni L2 Parametro descrizione dato Y2 X2 J2 Ampiezza raggio della perimetrazione per calcolo residenti Numero residenti (ai fini del conteggio, possono essere considerati anche i potenziali residenti di prossimo insediamento negli edifici in costruzione, calcolati secondo la L.R. 56/77 e s.m.i) Distanza stradale massima della perimetrazione dal nucleo residenziale 800 m n 2000 1000 m H2 Dimensione minima del lotto Dimensione massima 20.000 mq 75.000 mq D2 Distanza stradale minima da altra L2 3000 m W2 Distanza minima da A1 o da A2 1500 m Il parere della Provincia per il riconoscimento delle localizzazioni commerciali L2 è sempre obbligatorio; diventa vincolante per il Comune nel caso di localizzazioni L2 superiori a 40.000 mq. Il Comune è tenuto a sottoporre ciascuna localizzazione commerciale a progetto unitario di coordinamento (PUC). L approvazione del PUC è condizione pregiudiziale al compiersi degli interventi soggetti ad autorizzazione commerciale per medie e grandi strutture di vendita ed a permesso di costruire. Il comune, prima della definizione del PUC, avvia e coordina la fase di concertazione con Provincia e comuni limitrofi, prevalentemente attraverso una conferenza di servizi, che si esprimerà entro 60 giorni dalla data del suo avvio. Il PUC dovrà in genere contenere*: Indicazioni relative alle esigenze strutturali Indicazioni relative all organizzazione funzionale del intera area in ordine al sistema della viabilità e degli accessi Indicazioni in ordine al posizionamento e dimensionamento posti auto (art 25 della DCR 59/2006) Indicazione degli elementi di mitigazione/compensazione necessari per rendere compatibile l ambito considerato Indicazioni per i soggetti coinvolti in relazione alle modalità e tempistica per la realizzazione delle opere Relazione generale (*) per ulteriori precisazioni si rimanda a modifiche indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa in attuazione del D. lgs 21.03.1998 n 114, DCR N 59-10831 21

Tabella 2.4.2 C : innovazioni legislative per le localizzazioni L1 e L2 Innovazioni legislative per le localizzazioni L1 e L2 Rispetto alla 563-13414 del 29.10.1999, la modifica più attuale a questa parte normativa è data dalla DCR 347-42514 del 2-3.10.2003 per le L1 e dalla DCR 59-10831 del 24.3.2006 per le L2. Nel dettaglio: Il riconoscimento delle localizzazioni commerciali deve avvenire previa adeguata valutazione della viabilità esistente e dei suoi possibili sviluppi I parametri X.2., H.2. e W.2. si intendono soddisfatto anche con valori ridotti di non più del 20 per cento rispetto a quelli indicati. I comuni non hanno facoltà di limitare il valore di riduzione rispetto a quelli indicati. I comuni, nei criteri di cui all articolo 8, comma 3 del d.lgs. 114/1998, possono derogare: 1) ai parametri Y.2. e J.2. per non più del 40 per cento dandone giustificazione con relazione motivata; 2) al parametro D.2. nei casi in cui le localizzazioni siano sostenute da differenti rami di viabilità e non si configuri una sequenza di localizzazioni L.2. a forma di sviluppo lineare lungo arterie stradali e non si producano accumuli e significative interferenze congiunte sul sistema del traffico, dandone giustificazione con relazione motivata; 3) al parametro W.2. solo dopo aver dimostrato che non esistono altre soluzioni possibili o che, se esistono, sono peggiori, dandone giustificazione con relazione motivata; 4) ai parametri H.2., W.2. e D.2. nel caso di aree produttive dismesse da almeno dieci anni, previa concertazione con i rappresentanti delle organizzazioni più rappresentative a livello provinciale dei commercianti e dei consumatori, purché l intero ambito sia oggetto di apposito piano di recupero adottato secondo le norme delle leggi vigenti (omissis) Deve essere effettuata una valutazione ex ante degli aspetti economici, strutturali, territoriali e sociali dell intero comune Il riconoscimento delle L2 comporta la formazione di specifica norma di PRG che stabilisca l assoggettamento delle intere aree ricompresse nella perimetrazione Ogni localizzazione L2 deve essere sottoposta a progetto unitario di coordinamento PUC, come da DC 59-10831* (*) Per ogni ulteriore precisazione si rimanda alla DCR 59-10831 nella sua integralità. N.B. le localizzazioni L3 non sono più incluse poiché abolite dalla suddetta DCR. 22

2.5 Compatibilità tipologico funzionali dello sviluppo commerciale Le nuove aperture, i trasferimenti di sede, le variazioni della superficie di vendita e di settore merceologico sono consentite nelle zone di insediamento commerciale così come definite dalla DCR 347-42514 e dalla DCR 59-10831 del 24.3.2006, secondo la compatibilità funzionale riassunta nelle seguenti tabelle: Tabella 2.5 A :compatibilità sviluppo rete distributiva negli addensamenti secondo la normativa vigente Tipi di strutture distributive Superficie di vendita (mq) A1 A3 A4 A5 VICINATO Fino a 250 SI SI SI SI MSAM1 251-400 SI SI SI NO MSAM2 401-900 SI SI SI NO MSAM3 901-1.800 NO SI NO SI MSAM4 1.801-2.500 NO SI NO NO MSE1 251-400 SI SI SI SI MSE2 401-900 SI SI SI SI MSE3 901-1.800 NO SI NO SI MSE4 1.801-2.500 NO NO NO SI MCC 251-2.500 SI SI NO NO GSM1 2.501-4.500 NO NO NO NO GSM2 4.501-7.500 NO NO NO NO GSM3 7.501-12.000 NO NO NO NO GSM4 >12.000 NO NO NO NO GSE1 2.501-3.500 NO SI(2) NO SI GSE2 3.501-4.500 NO NO NO NO GSE3 4.501-6.000 NO NO NO NO GSE4 > 6.000 NO NO NO NO GCC1 Fino a 6.000 NO SI(2) NO SI(3) GCC2 6.001-12.000 NO NO NO NO GCC3 12.001-18.000 NO NO NO NO GCC4 >18.000 NO NO NO NO NOTE: (2) solo fino a mq 3000 (3) solo nel caso di centri commerciali sequenziali di cui all articolo 6, comma 2 lettera b) della DCR 59/2006 23

Tabella 2.5.B: confronto legislativo ADDENSAMENTI A1 A3 A4 INDICAZIONI E MODIFICAZIONI NORMATIVE Viene confermato il quadro di compatibilità della precedente DCR 563-13414 del 29.10.1999 e s.m.i. Le modificazioni riguardano la tipologia G-CC1 che viene confermata ma con superficie di vendita massima limitata a 3000 mq Viene confermato il quadro di compatibilità precedente A5 La tipologia M-SAM3 è ora ammessa, le tipologie M- SE1, M-SE2,M-SE3, M-SE4 sono ammesse senza condizioni, mentre la tipologia G-CC1 viene ora ammessa solo nel caso di centri commerciali sequenziali di cui all art. 6, comma 2, lettera b) della DCR 59-10831 del 24.3.2006 Tabella 2.5 C:compatibilità sviluppo rete distributiva nelle localizzazioni secondo la normativa vigente Tipi di strutture distributive Superficie di vendita (mq) L1 L2 VICINATO Fino a 250 SI SI(1) MSAM1 251-400 SI NO MSAM2 401-900 SI NO MSAM3 901-1.800 SI SI MSAM4 1.801-2.500 SI SI MSE1 251-400 SI SI MSE2 401-900 SI SI MSE3 901-1.800 SI SI MSE4 1.801-2.500 NO SI MCC 251-2.500 SI SI GSM1 2.501-4.500 NO NO GSM2 4.501-7.500 NO NO GSM3 7.501-12.000 NO NO GSM4 >12.000 NO NO GSE1 2.501-3.500 SI SI GSE2 3.501-4.500 NO NO GSE3 4.501-6.000 NO NO GSE4 > 6.000 NO NO GCC1 Fino a 6.000 SI (2) SI GCC2 6.001-12.000 NO NO GCC3 12.001-18.000 NO NO GCC4 >18.000 NO NO (1) Solo nei centri commerciali compatibili ai sensi della presente tabella (2) Solo fino a mq. 3.000 24

Tabella 2.5.D: confronto legislativo per le localizzazioni LOCALIZZAZIONI INDICAZIONI E MODIFICAZIONI NORMATIVE L1 La tipologia G-SE1 viene resa compatibile dalla 347-42514 del 23 dicembre 2003 La tipologia G-CC1, prima non ammessa, viene ora consentita ma con una limitazione a 3000 mq invece che 6000 mq. L2 Per la 347-42514: gli esercizi di vicinato sono insediabili solo nei centri commerciali di tipo L2 (347-42514)-questo per evitare problemi di migrazione di autorizzazioni dentro e fuori dai centri la tipologia G-SM1 non è più compatibile la tipologia G-CC2 non è più compatibile Per la DCR 59-10831: È richiesta la valutazione ex ante della viabilità e dei suoi sviluppi La localizzazione L2 ridefinita dovrà essere oggetto di un progetto unitario di coordinamento approvato dal Comune e dalla Provincia CONCLUSIONI La normativa che disciplina in dettaglio la materia urbanistica commerciale è quella stabilita dagli indirizzi e criteri di cui alla deliberazione C.R. del 29 ottobre 1999 n.563-13414 e successive modificazioni approvate con la DCR n. 347-42514 del 23 dicembre 2003 e con la D.C.R. 24 marzo 2006, n. 59-10831. Tale disciplina individua le definizioni, le classificazioni e le compatibilità tipologico funzionali che costituiscono vincolo inderogabile sia in sede di valutazione, sia in sede di nuova apertura, di variazione della superficie di vendita che comporti passaggio ad altra tipologia di struttura di vendita, di trasferimento degli esercizi commerciali, di modificazione o aggiunta di settore merceologico e di rilascio di concessione o autorizzazione edilizia. Tale disciplina norma pertanto sia la parte di studio della situazione attuale del territorio, sia la parte di programmazione della rete distributiva: quest ultima precisa in maniera molto chiara le possibilità di sviluppo della rete commerciale all interno ed all esterno degli insediamenti, qui di seguito riassunta: l insediamento di esercizi di vicinato è consentito sia all interno degli addensamenti e localizzazioni che all esterno degli stessi, fatta esclusione delle L2 dove è consentito lo sviluppo solo all interno dei centri commerciali, compatibilmente con la destinazione d uso l insediamento di Medie e Grandi strutture di vendita è consentito esclusivamente all interno degli insediamenti individuati dalla normativa. 25

2.6 Standard e fabbisogno parcheggi Fatto salvo il rispetto dello standard urbanistico di cui all'articolo 21, secondo comma della l.r. 56/1977 s.m.i. e di quanto prescritto al primo comma, numero 3) dell'articolo 21 della l.r. 56/1977 s.m.i. per gli esercizi superiori a 400 mq di vendita, lo standard pubblico relativo al fabbisogno totale di posti a parcheggio è determinato moltiplicando il coefficiente di trasformazione in superficie di un posto parcheggio per il numero di posti parcheggio, calcolati secondo i parametri della tabella. Il coefficiente di trasformazione in superficie (mq) di ciascun posto a parcheggio è pari a: a) mq 26 comprensivi della viabilità interna e di accesso qualora situati al piano di campagna; b) mq 28 comprensivi della viabilità interna e di accesso qualora situati nella struttura degli edifici o in apposite strutture pluripiano. Gli esercizi commerciali con superficie di vendita inferiore a mq. 400 devono soddisfare unicamente lo standard urbanistico di cui all'art. 21, comma 1, punto 3), L.R. 56/77 s.m.i.. Tabella 2.6 A: parametri per il calcolo del fabbisogno di posti auto Tipi di strutture distributive Sup. di vendita (mq) S Metodo di calcolo del numero di posti a parcheggio N M-SAM 2 401-900 N = 35+0,05(S-400) M-SAM 3 901-1.800 N = 60+0,10(S-900) M-SAM 4 oltre 1.800 N = 140+0,15(S-1.800) G-SM 1 FINO A 4.500 N = 245+0,20(S-2500) G-SM 2-3-4 OLTRE 4.500 N = 645+0,25(S-4500) M-SE 2-3-4 401-2.500 N = 0,045xS G-SE 1-2-3-4 DA 2501 A OL- TRE 6.000 N = 40+0,08(S-900) M-CC 251-2.500 NCC = N+N' G-CC1-2 FINO A 12.000 NCC = N+N' G-CC3-4 FINO E OLTRE 18.000 NCC = (N+N')x1,5 N è calcolato sommando il fabbisogno di ciascuna delle Medie e Grandi strutture di vendita presenti nel centro commerciale. N1 è uguale a 0,12 x S1, dove S1 é il totale della superficie di vendita degli altri negozi presenti nel Centro Commerciale. Per le nuove aperture, gli ampliamenti e i trasferimenti di esercizi commerciali, dovrà verificarsi la dotazione del fabbisogno come sopraindicato. Negli addensamenti il reperimento dello standard e del fabbisogno a parcheggi è consentito entro una distanza di 200 m dall'esercizio commerciale; i parcheggi possono essere a raso e/o 26

interrati o reperiti attraverso apposite convenzioni con l'amministrazione comunale per la realizzazione di parcheggi su aree pubbliche. Per i centri commerciali al cui interno sono previsti pubblici e- sercizi o impianti destinati allo svago e al tempo libero, nel caso di superficie utile complessiva non superiore al 20% della superficie di vendita del centro, il fabbisogno di posti parcheggio e la relativa superficie non subiscono incrementi; per superfici eccedenti il suddetto 20%, è obbligatorio un incremento del fabbisogno nella misura di un posto parcheggio ogni 20 mq. Per gli esercizi di vicinato e per le medie strutture, compresi i centri commerciali di cui all articolo 6 della D.C.R. 563-13414/1999 come integrata e modificata dalla D.C.R. 347-42514/2003 e dalla D.C.R. 59-10831/2006, la cui dimensione sia conforme alle tabelle dell articolo 14, non è richiesto il soddisfacimento di fabbisogno di posti parcheggio previsto dal comma 3; è comunque fatto salvo quanto prescritto dall articolo 21, primo comma, numero 3) della L.R. 56/1977, come sostituito dalla DCR 563-13414 e s.m.i. Tutte le attività commerciali ubicate nelle L1 e L2 devono dimostrare la disponibilità oltre di parcheggi secondala tabella precedente, anche di spazi destinati alla movimentazione e scarico merci. Per le prescrizioni dettagliate si rimanda al compendio normativo in allegato, dove sono definite per insediamenti commerciali (addensamenti e localizzazioni) le dotazioni di parcheggi necessari secondo la DCR 563-13414 e s.m.i.. 27

CAPITOLO 3 IL TERRITORIO DI BEINASCO 3.1 Beinasco e la Provincia di Torino Il territorio di Beinasco s inserisce nella prima cintura dei comuni limitrofi alla città di Torino, nella parte più a sud, lungo il corso del torrente Sangone. Tra i comuni di questa zona è sicuramente il meno esteso ma vi si riscontra un alta densità abitativa. Il comune confina a nord-est con Torino, a ovest con Orbassano e a sud con Nichelino. Foto 3.1 A : Comune di Beinasco, vista aerea 28

3.2 La divisione territoriale comunale Il territorio di Beinasco si divide in 4 macro-aree che non sono veri e propri quartieri, ma piuttosto zone d interesse. A nord-ovest troviamo Beinasco centro, a nord-est Fornaci, a sudovest Borgo Melano e a sud-est Borgaretto. Tutte le frazioni si snodano lungo le varie direttrici per Torino, Orbassano, Rivalta e Nichelino. 3.2.1 Beinasco centro E il cuore della città, è qui infatti che si trova il centro storico. Tutta la zona commerciale si dirama lungo l asse di Corso Cavour fino ad arrivare a Piazza Alfieri e via Fornasio e dopo Borgaretto è l area con la maggiore concentrazione di nuclei abitativi. Foto 3.2.1 A: Vista Beinasco centro 3.2.2 Borgaretto E in questa frazione che si colloca la principale concentrazione residenziale della città. Delimitata in ogni sua parte dalla Tangenziale sud, ha al suo interno una serie di arterie lungo le quali si snoda il maggior numero di attività commerciali della zona. Lungo Viale Papa Giovanni XXXIII e in Piazza Kennedy sono presenti infatti svariate attività alimentari e non alimentari, così come in Via Galilei e in Piazza Vittorio Veneto. Foto 3.2.2 A e B: Borgaretto 29

3.2.3 Borgo Melano Il territorio è caratterizzato prevalentemente da impianti produttivi, con un nucleo abitativo abbastanza esiguo. L area è confinante a nord con il Torrente Sangone ed è tagliata al suo interno da Strada Orbassano, arteria a larga percorrenza, che per questo motivo ospita per lo più attività di ambito automobilistico: distributori di carburanti e antinfortunistica. Foto 3.2.3 A e B: Borgo Melano 3.2.4 Fornaci Sviluppatasi lungo l asse di Strada Torino, Fornaci si trova nell area nord di Beinasco. La spaccatura urbana creata dalla presenza della Tangenziale l ha resa una frazione di grande vivacità commerciale ma con una scarsa presenza di zone residenziali, che si collocano in particolare nell area nord-est. Foto 3.2.4 A e B : Fornaci 30

3.3 Accessibilità e flussi veicolari Il territorio di Beinasco è attraversato da una serie di grandi direttrici che lo collegano ai comuni limitrofi e da infrastrutture viarie a servizio dei comuni e della Provincia e della Regione. La Tangenziale sud per Torino, taglia il Comune di Beinasco da nord a sud: questa frattura urbana fa sì che un numero elevato di veicoli transiti su quest asse, congestionando il traffico con picchi massimi nelle ore di punta. Foto 3.3 A : Tangenziale sud Torino Dai dati statistici risulta che molti residenti dei comuni di Orbassano, Bruino, Piossasco e Volvera, si recano per lavoro a Torino creando nel territorio di Beinasco un sistema di flussi veicolari che aggrava la situazione della viabilità. Foto 3.3 B : strada Orbassano 31

Le strade maggiormente interessate da questi spostamenti sono Strada Torino e Strada Orbassano che attraversano la città da nord-est a sud-ovest. La situazione del traffico nel Comune di Beinasco è resa ancora più complessa dalla morfologia del sito: il Sangone taglia da ovest a est il Comune creando una frattura naturale attraversabile solamente in prossimità del ponte in prossimità di Via Torino/Orbassano che causa forti rallentamenti nella viabilità. Foto 3.3 C: Strada Torino nei pressi del centro commerciale Il tratto di Strada Torino attiguo al centro commerciale Le Fornaci è caratterizzato da un passaggio di grande afflusso di veicoli leggeri, soprattutto nei giorni festivi, e pesanti durante l arco della settimana. Questa strada oltre ad essere la principale arteria di collegamento per l ampia zona d attrazione commerciale, è anche la strada che si percorre obbligatoriamente per uscire da Beinasco in direzione di Torino: è pertanto l arteria maggiormente affollata e congestionata durante le ore di punta. Le vie commerciali della città risentono meno del traffico intercomunale rimanendo più che altro soggette ad una fruizione locale. E previsto un progetto per il nuovo casello di Beinasco sulla Pinerolo Torino, che porterà nuovi congestionamenti nella zona di Borgaretto. In variante al P.R.G. è in fase di studio un nuovo assetto della viabilità che dovrebbe migliorare la situazione nei pressi della zona commerciale e lungo il Sangone. * (*) Per maggiori dettagli si rimanda alla relazione illustrativa della variante a P.R.G. 32

3.4 La dotazione di aree di sosta Il territorio di Beinasco dispone di aree di parcheggio pubblico e residenziale che non sempre riescono a soddisfare il fabbisogno dell utenza. Esamineremo qui di seguito caso per caso secondo quelle che sono le diverse ripartizioni territoriali per meglio approfondirne l argomento. Beinasco centro: parte nord-ovest del comune. Lungo Via Cavour e nelle attigue piazza Alfieri e via Fornasio, è localizzata la più alta concentrazione dei commerci della zona, ma nonostante l attuale presenza di aree di sosta, si continua a presentare una carenza di posti auto e un conseguente fabbisogno insoddisfatto. La superficie totale delle zone di sosta di Beinasco centro è di circa 18.000 mq e i posti auto circa 710. Borgaretto: parte sud-est del comune. Le attività commerciali della zona si snodano lungo Viale Papa Giovanni XXXIII, Piazza Kennedy e Via Galilei. E grazie alla presenza di 15 aree di sosta, collocate in modo particolare vicino tali arterie, che nel territorio si riesce a coprire sufficientemente il numero di posti auto necessari. Foto 4.4 A e B : Vista Piazza Kennedy / Viale Papa Giovanni Borgo Melano: fascia sud-ovest del comune. Tutte le attività commerciali si collocano nella zona residenziale e su Via Orbassano. Dato quindi il loro numero esiguo il fabbisogno di parcheggi è soddisfatto grazie alla presenza di circa 400 posti auto. 33

Fornaci: parte nord-est del comune. E qui che si registra il maggior numero di insediamenti produttivi della città, grazie alla presenza di centri commerciali, grandi superfici di vendita e cinema multisala. Data la presenza di tali strutture si riscontra una forte carenza di posti auto soprattutto nelle zone ad esse attigue, in particolar modo su Strada Torino. I posti auto del centro commerciale inoltre sono sufficienti nei giorni feriali e soddisfano il fabbisogno in quelli festivi utilizzando in parte il parcheggio multipiano esterno. Ad oggi il totale dei posti auto disponibili (esclusi quelli del centro commerciale) è di 470 per una superficie totale di 16.100 mq. Foto 3.4 C e D: Vista Via S. Giacomo 34