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Anno II - Numero 287 - Venerdì 6 dicembre 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 No Euro Deputati a lezione di sovranità monetaria Sarra a pag. 2 Povera Patria Pensioni e consumi: l Italia sempre più giù Servizi a pag. 5 Roma Bagarre in Municipio per le unioni civili Castellino a pag. 7 UNA PROPOSTA DI MODIFICA ALLO STATUTO DEL LAZIO CHE SARA' PRESENTATA DA LA DESTRA di Francesco Storace Mica è normale quello che si dice a palazzo dopo la sentenza della Consulta sul Porcellum. Andiamo a votare. No, hanno blindato il governo. Facciamo subito la legge elettorale. No, facciamo prima le riforme di sistema. Il Parlamento è delegittimato. Pure il presidente della Repubblica. No, valgono le regole di quando sono stati eletti. E via discorrendo. Ognuno dice la sua, se ne trovi due che dicono la stessa cosa hanno la maggioranza relativa e il premio verbale per parlare più degli altri. In buona sostanza, tutti impazziti. Anche perché non prendono voti di preferenza da una vita. Dovrebbero invece mettere ordine nei loro ragionamenti e pensare al da farsi. Prima domanda: in attesa che siano pubblicate decisione e motivazione della Consulta, chiamate il presidente della Toscana e informatelo che la vergognosa legge elettorale che vige da quelle parti - tutti eletti in liste bloccate - va tolta di mezzo. Analogamente, per i cosiddetti listini nelle regioni che ancora li hanno (Lazio compreso). Ma va preso di petto il problema principale, che nessuno ha finora affrontato, ed è la lontananza dei cittadini dalle urne. L'astensionismo dilaga e sta diventando una scelta politica. Ma i partiti se ne fregano e procedono lo stesso. Tanto la Consulta non può nulla. Noi non ci stiamo. Ho esaminato, con il prezioso aiuto di Sergio Marchi, alcuni recenti dati elettorali. Alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia ha votato il 50 per VOCE AI FANTASMI Clausola di rappresentatività per ridurre i seggi in base all'astensionismo elettorale cento degli elettori, la Serracchiani ha vinto col 40 per cento dei votanti, pari a poco meno del 20 per cento degli aventi diritto. Con i poteri di un governatore di una regione a statuto speciale e col voto di un elettore ogni cinque, governerà cinque anni sulla vita di un milione di aventi diritto al voto. In Sicilia votarono il 47 per cento degli elettori, Crocetta si affermò col 30, pari al 14 per cento del corpo elettorale. Per cinque anni deciderà su cinque milioni di elettori siciliani. Situazione sostanzialmente simile in Basilicata, mentre il caso limite è Roma: Marino folleggerà cinque anni col voto del 28 per cento degli elettori capitolini. Non va bene. Nel Lazio intendo presentare una proposta di riforma statutaria che preveda, con una partecipazione elettorale sotto un limite fisiologico tra il 70 e l'80 per cento la riduzione dei seggi attribuiti al consiglio regionale in misura corrispondente all'esito dell'affluenza alle urne e, se vota solo la metà degli aventi diritto, l'annullamento dell'elezione diretta del presidente della Regione. In sostanza: se vota il 50 per cento, attribuisci venticinque seggi e non cinquanta. E il presidente, che avrà meno poteri, sarà eletto in consiglio perché l'autorevolezza del mandato popolare al Governatore non l'avrà ricevuta. Non è un incentivo all'astensionismo, ma una punizione per i partiti che non sono più capaci di portare alle urne gli elettori, una clausola di rappresentatività che andrebbe messa nella Costituzione della Repubblica anche per un Parlamento che andrebbe popolato di fantasmi più che di deputati e senatori. LA PROTESTA DEL MADE IN ITALY ASSEDIA IL PARLAMENTO Dal Porcellum ai maiali Colosimo a pag. 3 DOPO LA STRAGE DI PRATO INCHIESTE IN TUTTA ITALIA SULLA LEGALITÀ NEI CAPANNONI Quando il pericolo è giallo per gli stessi immigrati cinesi di Robert Vignola Ora è allarme. Rosso? No, giallo. Ma ci voleva, come troppo spesso accade in Italia, una tragedia affinché si scoperchiasse il vaso di pandora. Per carità: il fatto che i laboratori cinesi siano in queste ore sotto la lente d ingrandimento di forze dell ordine e procure di mezzo Stivale deve essere salutato con favore. Non foss altro perché quei controlli sono nell interesse delle persone che vi operano, completamente ignare non solo delle leggi sulla sicurezza sul lavoro, ma persino della lingua in cui sono scritte. E poi perché, se la scure di studi di settore, cunei fiscali, corsi di formazione sulla 626 e compagnia cantante si deve abbattere sugli italiani, è bene che si abbatta anche sugli immigrati. Perdinci, quest integrazione la vogliamo realizzare, sì o no? A proposito di integrazione, ha un bel dire il ministro Cecile Kyenge che tra i 2,3 milioni di lavoratori stranieri presenti in Italia sono prevalenti le mansioni più dure e rischiose e dunque la percentuale di rischio di infortuni è più alta. Sbaglia, e di grosso. Innanzitutto perché l agghiacciante strage di Prato ha avuto luogo in un capannone tessile, non in una miniera di carbone o in una fabbrica di fuochi artificiali; e quindi l incidente sul lavoro che si è portato via sette persone non è una tragica fatalità, ma il risultato di una criminale ignoranza delle più elementari norme civiche, adeguatamente condita da una considerazione assai scarsa del valore della vita umana. Poi perché quella cifra, 2,3 milioni, buttata lì dalla Kyenge sarà buona per le statistiche ma certamente non coincide con la realtà, che vale almeno il doppio. La prova è proprio nelle indagini sulla corruzione al Comune di Prato per concedere falsi certificati agli immigrati cinesi, o nella scoperta (ieri pomeriggio) a Bellante (provincia di Teramo) di cinesi che lavoravano al nero, o dell analogo caso in un capannone a Fabro (Terni), dove (tanto per dire) si evadevano pure milioni di euro al fisco. Perché insomma: c è un popolo (quello di italiani e stranieri onesti) che viene schiacciato sotto il tallone delle tasse, e c è un altro popolo (quello di italiani e, spessissime volte, stranieri disonesti) che con la sua competitività sul mercato del lavoro (fatta di sommerso, di evasione, di conclamata illegalità e spregio di almeno due secoli di conquiste civili e sindacali) ne minacciano la produttività da un lato e il reddito dall altro lato. Dica la Kyenge, dicano soprattutto i suoi colleghi ministri, per una buona volta, quale popolo deve integrarsi all altro. Altri servizi a pagina 9

enerdì 6 dicembre 2013 2 Attualità IL PROFESSORE UNIVERSITARIO SCUOTE I PARLAMENTARI DELLA COMMISSIONE FINANZE ALLA CAMERA Rinaldi avverte l Italia: Moriremo di eurocrazia Cresce il fronte contro le folli pretese di Angela Merkel e dei burocrati europei di Giuseppe Sarra Alezione di neuro. Ad aprire le orecchie ai nostri deputati sull euromania, ci ha pensato Antonio Maria Rinaldi, docente di Finanza Aziendale all Università Gabriele d Annunzio di Chieti-Pescara e autore di un interessante pamphlet Europa Kaputt (S)venduti all euro. Intervenendo alla Commissione Finanze della Camera, in concomitanza con le elezioni Europee della prossima primavera, Rinaldi ha ribadito come il futuro parlamento europeo dovrà affrontare questioni irrisolte che rischiano di mettere a serio repentaglio l economia dell eurozona, a vantaggio della Germania di Angela Merkel. Il professore non ha dubbi: la Presidenza italiana dovrà perseguire la sospensione dell applicazione del Trattato di Stabilità, il cosiddetto Fiscal Compact, che altrimenti dal primo gennaio 2015 obbligherà tutti i 25 Paesi firmatari e ratificatori del Trattato, al pareggio di bilancio e alla riduzione sistematica del 5% annuo della sopracitata eccedenza del 60%. Il che vuol dire uno sforzo non compatibile con gli attuali dati macroeconomici e congiunturali, in quanto il pareggio di bilancio fa notare Rinaldi ai parlamentari - sarebbe ulteriore causa di depressione deflattiva dovendo reperire annualmente ulteriori 46 miliardi circa, pari al 3% del PIL. Non solo. Da aggiungere, ai dati attuali, altri 50/52 miliardi di euro per la prevista riduzione annuale del ventesimo dell eccedenza del debito, rincara il professore. Una vera catastrofe. Si tratterebbe, infatti, di risorse pari a più di quattro volte il gettito dell Imu, facendo così precipitare l Italia in una situazione di difficile gestione finanziaria con risvolti, anche di ordine pubblico, senza precedenti. La moratoria sul Fiscal Compact è da considerare una priorità assoluta e inderogabile, osserva ancora Rinaldi. Altrimenti? Faremo la fine della Grecia. Nella sua lunga relazione alla Finanze, Rinaldi ricorda ai deputati che la massa monetaria dell area euro in circolazione dall inizio della crisi del 2008 è rimasta immutata rispetto all attuale, mentre gli altri sistemi finanziari mondiali di riferimento l hanno aumentata in modo esponenziale, sfatando i pericoli additati di aumento dell inflazione. Quindi, le soluzioni. Dobbiamo seriamente valutare l opportunità di predisporre urgentemente un serio e credibile Piano B sottolinea - per un uscita ordinata e concordata del nostro Paese dalla moneta euro. Oltre ad un ritorno della sovranità monetaria, predisponendo un piano strategico per la sicurezza e salvaguardia nazionale, Rinaldi fa presente che anche il Trattato sul Funzionamento di Lisbona contempla la convivenza fra Paesi senza deroga con Paesi in deroga all interno dell Unione Europea e pertanto è giuridicamente possibile il mutamento del proprio status. Una soluzione percorribile? Ma soprattutto: i nostri parlamentari saranno stati in grado di comprendere la lezione? GLI IMPERATIVI DEL COLLE DOPO CHE LA CORTE COSTITUZIONALE HA ARROSTITO IL PORCELLUM Re Giorgio detta legge elettorale Da quell incantevole pezzo d Italia che ha il significativo nome di Palazzo Reale, non a caso nella natia Napoli, Re Giorgio ha ieri rotto il silenzio sulla sentenza della Corte Costituzionale, dettando nei fatti al Parlamento l agenda dei prossimi mesi. Certamente senza disconoscere agli attuali inquilini di Camera e Senato la legittimità che pure la Consulta, con la decapitazione del Porcellum, secondo molti analisti ha sostanzialmente negato Scuole di pensiero per cui il Parlamento non è legittimato? La Corte Costituzionale espressamente si riferisce al Parlamento attuale dicendo che esso può ben approvare in qualsiasi momento una nuova legge elettorale. E non mette in dubbio la continuità nella legittimità del Parlamento. Detto questo, Napolitano non ha potuto successivamente che affondare il dito nella piaga. La decisione della Corte Costituzionale non può avere stupito chiunque ricordi le numerose occasioni in cui io sono intervenuto per sollecitare fortemente il Parlamento a modificare la legge elettorale del 2005 almeno nei punti di più dubbia costituzionalità. Dubbi che, ha ricordato Napolitano tanto per non tacciare la Consulta di nullafacenza (alla luce degli otto anni trascorsi tra l entrata in vigore del Porcellum e la decisione di ieri), erano stati segnalati dalla Corte Costituzionale già nelle sentenze del gennaio 2008 e del gennaio 2012, esaminando le richieste di referendum abrogativi. Il problema era e resta quello della espressione di una volontà politica del Parlamento tesa a produrre finalmente una riforma della legge elettorale giudicata necessaria da tutti i partiti. Già, ma come? E qui Napolitano si spinge un passo un po più in là È divenuto imperativo dare espressione ad una volontà tesa a ribadire il già sancito superamento del sistema elettorale proporzionale, avvenuto nel 1993, ed insieme operare alcune modifiche istituzionali riguardo il numero dei parlamentari e il sistema del bicameralismo paritario. E la Camera, puntualmente, ha già calendarizzato la legge elettorale in Commissione Affari Istituzionali. Come per magia R. V. SIMBOLI, PENSIERI E PAROLE Il Ncd di Alfano? Un tuffo nel blu Una sfumatura. A questo si riduce la differenza tra chi è rimasto in Forza Italia, vestendo l azzurro, e chi invece è passato con il Nuovo Centro Destra, e quindi vestirà di blu. Già, perché ieri il vicepremier Angelino Alfano ha voluto tenere a battesimo il simbolo della sua creatura politica, attuale insostituibile stampella del governo Letta. Da oggi in poi la nostra squadra gioca con il blu, ha affermato il titolare degli Interni, presentando il logo del partito che vede un quadrato blu con all'interno 'NC' e accanto una D. Già: ma perché queste scelte? Il blu dà forza, è la forza del mare, è il colore del cielo, della serenità, di chi ha la forza e la voglia di combattere e lottare. E' il colore che serve all'italia. E poi, riguardo al simbolo. Il quadrato rappresenta il principio di uguaglianza come i quattro lati del quadrato, ha spiegato Alfano. D altronde, far quadrare il cerchio della sua alleanza governativa con Letta e della sua alleanza politica con Berlusconi dovrà essere la stella polare della pattuglia di Alfaniani, ben sapendo che ciò dovrà persino tradursi in un numero di voti tale da non ridurli al ruolo marginale che, per esempio, oggi come oggi spetta a Scelta Civica. Magari ci riuscirà nel blu, dipinto di blu. Tanto volare (con la fantasia) al Nuovo Centro Destra non costa nulla. R.V. ISTITUITO IN VATICANO UN ORGANO SPECIFICO PER LA TUTELA DEI MINORI Papa Francesco contro la pedofilia di Chantal Capasso Per la lotta contro la pedofilia Papa Francesco ha deciso di istituire una commissione per la per «la protezione dei bambini» e «la protezione pastorale delle vittime degli abusi», su proposta del consiglio degli otto cardinali, ha deciso di costituire una specifica commissione per la protezione dei minori con finalità di supporto al Pontefice nell'impegno della Santa Sede nella protezione dei bambini. Questo quanto confermato con l annuncio dato alla stampa dal Cardinale Sean O Malley, arcivescovo di Boston nonchè membro del consiglio di cardinali che collabora con Papa Francesco nel governo della Chiesa e nel progetto di riforma della Curia. Compito della commissione sarà di monitorare il fenomeno delle vittime degli abusi. Suggerire di concerto alle conferenze episcopali circa i provvedimenti da adottare, coinvolgendo laici, religiosi, sacerdoti che abbiano accertate competenze in materia di sicurezza dei minori, di rapporti con le vittime e salute mentale. Padre Lombardi, portavoce della sala stampa vaticana, ha sottolineato «c è da attendersi una riforma che andrà in profondità, non si limiterà a semplici ritocchi». Questo subito dopo il vertice del collegio dei cardinali che si è riunito per aiutare il Papa della Curia romana. Il portavoce ha poi spiegato, sulla questione Ior e alle commissioni competenti per le finanze vaticane, «non è previsto ci siano riunioni in questi giorni. È probabile che delle questioni in campo economico se ne parlerà nella terza tornata di riunioni, fissata per il 17 e 18 febbraio del prossimo anno, alla vigilia del Concistoro». Un documento tratteggerà le linee guida sulla composizione e le competenze della commissione che verranno comunicate al Papa. Fra i compiti e responsabilità della commissione neocostituita, da quanto riferisce il Cardinale O Malley, sarà quello di creare un programma di formazione per chi avrà contatti diretti con i minori, un sistema di prevenzione e protezione degli abusi sui bambini. Inoltre verranno istituiti protocolli sulla sicurezza dell ambiente, codici di deontologia professionale dei sacerdoti. Per chi vorrà accedere al ministero al clericale gli verrà rilasciata un attestazione di idoneità dopo il controllo della fedina penale, schede di valutazione psichiatrica, screening, con la collaborazione delle autorità civili per la contestazione dei reati. Ulteriori specifici compiti saranno: il recupero dei chierici colpevoli di abusi e loro supervisione, la pastorale di supporto delle vittime e dei familiari, studi di psicologia e sociologia, il rapporto con i fedeli e i mass media, incontri con le vittime, collaborazione con vescovi e superiori religiosi. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599-06 84082003 Fax 06 85357556 email: redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624-06 37517187 mail: daniele.belli@hotmail.it

Giovedì 6 dicembre 2013 3 Primo piano Dopo la protesta al Brennero migliaia di allevatori si sono ritrovati a Montecitorio per chiedere la difesa della filiera italiana Maiali davanti al Parlamento: Salvate le stalle La Coldiretti scende in piazza a Roma e pretende l adozione dei suini da parte delle istituzioni di Federico Colosimo La battaglia di Natale della Coldiretti non intende arrestarsi. Dopo l invasione del Brennero, ieri mattina migliaia di allevatori provenienti da tutte le Regioni si sono dati appuntamento in Piazza Montecitorio, a Roma, e hanno portato davanti al Parlamento decine di maiali. L obiettivo? Chiedere alle istituzioni di adottarli per salvare le stalle, visto che solo nell ultimo anno sono scomparsi dal territorio nazionale 615 porcellini sfrattati dalle importazioni estere per realizzare falsi salumi italiani di bassa qualità. Nel nostro Paese la denuncia del Presidente di Coldiretti, Roberto Monclavo due prosciutti su tre provengono da suini allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna, senza che questo fatto venga specificato ed evidenziato con apposita etichetta. Solo nel 2013 sono ben 8mila i posti di lavoro persi dai nostri lavoratori per la sleale concorrenza estera. Sotto accusa, poi, i costi della filiera. L organizzazione degli imprenditori agricoli denuncia infatti gli squilibri nella distribuzione: all allevatore i maiali cresciuti costano circa 1,4 euro al chilo, il consumatore invece deve spendere oltre 23 euro per un prosciutto dop. Sul palco allestito vicino a una piazza dove hanno razzolato comodamente i maiali, di fronte all ingresso principale della Camera, anche bidoni di concentrato di pomodoro cinese, sacchi di polvere di latte del Nord Europa, cagliate industriali straniere per produrre mozzarella senza latte in Italia e cosce di maiale dalla Germania arrivate sul territorio nazionale per diventare prosciutti. Per concludere, la protesta della Coldiretti al Brennero ha portato alla scoperta che il 27% dei camion fermati (170 in tutto) trasportava prodotti alimentari stranieri destinati a essere venduti come italiani: E sconvolgente ha sottolineato ancora Monclavo - trovare spaghetti orientali in un camion ceco diretto a Firenze, tipico esempio di triangolazione Cina- Paese dell Est europeo-italia, ma è ancora più impressionante constatare la quantità di latte proveniente da Germania e Polonia, destinato ad aziende private e a cooperative italiane per diventare liquido bianco a lunga conservazione e formaggi italiani. SI MOLTIPLICANO LE INIZIATIVE A TUTELA DEI PRODOTTI NAZIONALI RetròGusto, uno spazio dove coltivare il made in Italy Sostenere le produzioni ancorate al territorio e corrispondenti a coloro che ancora sanno dare un giusto valore al cibo come espressione di cultura, civiltà e conoscenza. È proprio con questo intento che nasce a Roma, l associazione culturale RetròGusto, la cui sede verrà inaugurata proprio oggi. Un appuntamento significativo in un periodo storico in cui il Made in Italy è continuamente bersagliato dalla concorrenza estera che si infiltra nel nostro Paese, ingannando anche i consumatori. Con la produzione a chilometri zero e alimenti tipici locali questo rischio si annulla, ed è proprio su quella merce che punta l associazione promuovendo la cultura agroalimentare, il consumo consapevole, l economia solidale, l artigianato e la cucina domestica. RetròGusto promuove e distribuisce prodotti alimentari spiegano i soci il tutto nel rispetto di finalità sociali, etiche e di sostenibilità ambientale. Indispensabile in questo scenario sviluppare la cultura dell economia solidale e del consumo consapevole, in particolare dei prodotti agroalimentari, promuovendo anche gruppi d acquisto solidale e collettivo. Un attività che quindi non si ferma al semplice ambito alimentare ma che racchiude in sé una valorizzazione delle stesse persone che molto spesso non si preoccupano minimamente di ciò che finisce sulle loro tavole. Il tutto con conseguenze disastrose: la crisi dell agricoltura e delle imprese italiane e, al contrario, il fiorire industrie cinesi così come di ristoranti etnici ne sono un esempio. Ed è anche per questo che altre alla vendita alcune realtà, proprio come RetròGusto, si pongono il problema dell informazione e della formazione. Puntiamo ad avviare e gestire luoghi di ritrovo comunitario e di aggregazione sociale, in particolare a livello locale spiegano ancora i soci al fine di ricreare momenti di socialità e condivisione in particolare per le donne, i giovani e le categorie sociali disagiate, tramite la condivisione delle attività legate ai prodotti dell agricoltura. Il tutto utilizzando anche organizzando convegni, seminari, corsi e manifestazioni. Nessun fine commerciale insomma, solamente la voglia di coinvolgere gli italiani in un progetto salutare che porterà benefici economici al Paese. L attività di natura commerciale, che consiste nella vendita dei prodotti, è intesa semplicemente per l autofinanziamento concludono i soci ricordando l inaugurazione che avrà luogo oggi, venerdì 6 dicembre, alle 18.30 in Via Albenga 11 a Roma, vicino alla Metro Ponte Lungo e Stazione ferroviaria Tuscolana.. È proprio qui che si potranno trovare birre artigianali, prodotti biologici come Miele, Olio, Nellina. Poi ancora paste di farro, solina e ruscia, oltre a riso di altissima qualità, vini e prosecco. Il tutto all insegna della qualità rigorosamente italiana. Provare per credere.. Barbara Fruch

enerdì 6 dicembre 2013 4 Storia UN COMUNISTA E UN FASCISTA, NATI DALLA STESSA RADICE SOCIALISTA, CON LA STESSA VOCAZIONE: LE BATTAGLIE PER I LAVORATORI Bombacci e Mussolini, quando gli estremi si toccano/2 Il rapporto di affetto umano che lega i due personaggi è lo specchio del parallelismo ideale che li unisce di Emma Moriconi Nicola Bombacci segue Mussolini nella Repubblica Sociale: lo fa senza accettare alcun incarico, lo fa senza accettare nessuno stipendio. Insegue il suo sogno, quello di creare un Partito dei Lavoratori. Mette tutto se stesso in quest'opera, girando nelle fabbriche, a tu per tu con i lavoratori. La sua vocazione socialista è eccezionale: si tratta di una delle molte caratteristiche che Bombacci ha in comune con Mussolini. I due sono nati nello stesso territorio, nel forlivese, entrambi da famiglie molto modeste. Tutti e due hanno frequentato l'istituto magistrale e vissuto le stesse battaglie, quelle per i lavoratori. Entrambi delusi dal socialismo, non certo come idea ma sicuramente come conformazione di struttura partitica, Bombacci fonda il Partito Comunista Italiano, Mussolini il Partito Nazionale Fascista. Quando gli estremi si toccano. I due sono, comunque, molto amici, legatissimi, al punto che quando il quartogenito di Nicolino, Wladimiro (così chiamato in onore di Lenin) ha urgente bisogno di cure, Mussolini interviene economicamente a sostenere la povera famiglia di Bombacci. Solo grazie all'intervento del Duce, infatti, il piccolo Wladimiro può essere non solo ricoverato nella clinica ortopedica Rizzoli di Bologna, ma anche mandato sulle Dolomiti per beneficiare del clima, del quale ha estremo bisogno perché estremamente deperito. Un rapporto umano di incredibile affetto lega per tutta la vita i due personaggi che sembrano tanto distanti l'uno dall'altro. La storia di Bombacci - dice Beppe Niccolai - "ricorda quella di Filippo Corridoni, il rivoluzionario sindacalista morto a trent'anni alla trincea delle Frasche. Anche a lui, che passa gran parte della sua vita nelle carceri per la «redenzione del lavoro», quando è per l'intervento, gli gridano «traditore»; come faranno con Bombacci; ebbene in quella invettiva c'è odio e amore insieme... Perché dietro i comportamenti di Bombacci e Corridoni, dietro la loro scelta che li porterà alla morte, tutto può esserci, anche la passione sbagliata, mai però calcolo, opportunismo, doppio gioco". E, quando parla di "simpatia umana" - lo abbiamo visto nella prima puntata di questo piccolo speciale dedicato a Nicola Bombacci - intende dire "sapersi rappresentare concretamente dentro di sé, il dolore dell'altro, vicino o lontano, qualunque credo professi, qualunque ingiustizia patisca". Ma Niccolai, parlando di questo personaggio per il quale non basterebbero le pagine dell'intero quotidiano per rendere neppure la minima parte della sua essenza, dice altro. Un passaggio, attualissimo, fa riflettere e merita di essere qui riprodotto: "Si vive il tempo delle demonizzazioni. Si criminalizza la storia per farne strumento di lotta politica. È toccato a Mussolini, è toccato a Bombacci. Tocca ora a Togliatti. La demonizzazione investe perfino la Chiesa di Cristo. Chi è nel giusto? Comunque questo: gli uomini di allora possono essere stati scossi, nel tentativo del riscatto umano definitivo, da passioni, sogni disperati, ma hanno scritto -perdenti o vincenti che siano risultati- storia, sanguinosa quanto volete carica di dolore, ma storia che ha tentato di cambiare il mondo, e con quella storia gli uomini di oggi devono, volenti o no, fare i conti. Non saranno, certo, ricordati per il fascino della tangente. La tangente, per i politici di oggi è l'occasione più gratificante di una grigia vita politica. Non si riesce a costruire storia. La tangente, il furto, è il surrogato di una Storia che non si riesce più a scrivere... Per capire Bombacci e i suoi tempi, è necessario partire da questi tempi, quanto essi siano lontani da quelli. Siamo su un altro pianeta. Le mollezze del consumismo del darvinismo tipo "Dallas", "Dinasty" che spesso ci portano nel benessere, (non nella felicità, che è un'altra cosa!), alla noia e i nostri figli alla droga, rendono difficile capire quegli uomini che vissero il secolo del ferro e del fuoco, ma la loro vita non fu certo squallida. Siamo qui a parlarne. Fra anni, a parlarne, saranno molti di più". (...continua...) emoriconi@ilgiornaleditalia.org

Venerdì 6 dicembre 2013 5 Economia L Inps rivela come sette milioni di assistiti hanno un reddito sotto i mille euro al mese La miseria delle pensioni In cinque anni potere d acquisto crollato del 9,4%. Giù anche i dipendenti pubblici e aumentano i cassintegrati di Giorgio Musumeci Afotografare, ancora una volta, la situazione drammatica che il nostro Paese vive ormai da cinque anni, ci pensa l Istituto di previdenza sociale, che rivela dati sconcertanti in materia di pensioni. Coloro i quali hanno un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro al mese, sarebbero quasi la metà dei pensionati Inps (ben il 45,2%). Su quei cittadini che non arrivano ai 1.000 euro, poco meno di un terzo (2,26 milioni) non arriva nemmeno a 500 euro. Coloro che, invece, possono contare su più di 3mila euro al mese di pensione, sono poco più di 650.000 cittadini. Analizzando più a fondo i dati, emerge come il reddito dei pensionati pubblici nel 2012 era in media di 1.948 euro al mese, superiore di oltre 700 euro rispetto ai 1.223 euro medi di coloro che hanno lavorato nel settore privato. La differenza dipende anche dal numero di anni lavorati e si amplia tra le donne con 826 euro medi di pensione per le donne del fondo lavoratori dipendenti e i 1.613 di quelle del settore pubblico. Per artigiani e commercianti, invece, il reddito da pensione si ferma in media sotto i 1.000 euro. Con un reddito pensionistico così basso, in controtendenza rispetto ai continui aumenti di tasse, l inevitabile conseguenza è il crollo del potere d acquisto, che arriva a scendere del 9,4% tra il 2008 e il 2012. Nel complesso dunque, nei quattro anni considerati, il reddito disponibile delle famiglie ha perso in media l 1,8% (-2% tra il 2011 e il 2012). Altro tema riguarda la flessione negativa dei dipendenti pubblici nel 2012. Nell anno passato, infatti, gli statali sono diminuiti, a causa del blocco del turnover e dei numerosi pensionamenti, di circa 130mila unità (-4%) passando da 3,23 milioni a 3,1 milioni. Secondo quanto rivela l Inps, la riduzione dei dipendenti riguarda quasi tutte le categorie di lavoratori. I lavoratori dipendenti del settore privato si riducono di 48.888 unità; i lavoratori autonomi di 13.817 unità e i parasubordinati di 22.167 unità. Il blocco del turnover, inoltre, ha accentuato nel pubblico la tendenza che c è anche nel privato di diminuzione dei dipendenti con meno di 30 anni e il conseguente invecchiamento dei lavoratori. Altro tema dolente messo in luce riguarda gli ammortizzatori sociali. Rispetto gli anni passati, in Italia si registra un aumento per la Cig del 21,7%, un incremento per le indennità di disoccupazione pari al 18,2% e l indennità di mobilità salita del 17,3%. Nel complesso, l anno scorso l ammontare della spesa è stata di 22,7 miliardi di euro dei quali 12,6 di prestazioni e 10,1 di contributi figurativi. La spesa è ripartita in 6,1 miliardi per la cassa integrazione, 13,8 miliardi per l indennità di disoccupazione e 2,8 miliardi per l indennità di mobilità. L ampiezza dell utilizzo degli ammortizzatori nel 2012 emerge anche dai dati sui beneficiari: in totale, coloro che nel corso dell anno hanno percepito un ammortizzatore, sono oltre quattro milioni. ALLARMANTI LE STIME DELL ISTITUTO DI LUSSEMBURGO L Eurostat boccia la Merkel: Un continente ricco di povertà Un bilancio da lacrime e sangue. Dopo cinque anni di austerità, a bocciare le tesi di Angela Merkel ci pensa anche l Eurostat. Al secondo posto della graduatoria dei paesi a rischio povertà nel vecchio continente l Italia. Una minaccia che, secondo l indagine condotta dall istituto di ricerca di Lussemburgo, colpisce tre persone su dieci. Dati alla mano, infatti, nello stivale la percentuale della popolazione a esclusione sociale è salita fino al 29,9% nel 2012 (18,2 milioni i cittadini stimati), dal 25,3% del 2008 e il 28,2% del 2011. Peggio dell Italia nell eurozona solo la Grecia, con il 34,5% di ellenici che versano in condizioni di severa indigenza (3,8 milioni circa). Chiara l analisi dell Eurostat: questa percentuale della popolazione o è a rischio povertà dopo i trasferimenti sociali (il 19,4% degli italiani), o vive in condizioni di serie privazioni materiali (il 14,5%), oppure vive in un nucleo con una bassa intensità lavorativa (il 10,3%). Allargando l orizzonte al resto dei paesi dell Unione Europea, in Francia è a rischio povertà il 19,1% dei cittadini, in Germania il 19,6%, in Finlandia 17,2%, in Olanda il 15%. Una situazione, però, che va precipitando: nell Ue lo scorso anno il 24,8% della popolazione era a rischio, quasi 124,5 milioni di persone; una percentuale più alta dunque del 24,3% del 2011 e del 23,7% del 2008. Tra i paesi a rischio contagio anche la Bulgaria (49%), la Romania (42%) e la Lettonia (37%). Un allarme che non sembra disturbare minimamente il presidente della Bce, Mario Draghi, sempre più convito delle politiche messe in campo. I governi non devono fermare gli sforzi in corso per ridurre i deficit. Vanno migliorati i servizi pubblici e minimizzati gli effetti distorsivi della tassazione, preme l ex governatore di Bankitalia. Nessun commento da Palazzo Chigi. Forse Enrico Letta e i suoi ministri sono fin troppo impegnati nel traghettare la vita del governo. Secondo le ultime stime delle associazioni caritatevoli sono circa raddoppiati i pasti nei punti di accoglienza. Un fenomeno direttamente proporzionale allo stato degli inoccupati italiani. G.S L ANALISI Confcommercio: gli italiani continuano a spendere poco Mercato dei consumi deboli: molte tasse e poche prospettive La profonda crisi del nostro Paese trova conferme nella stima stilata dalla Confcommercio dove l indicatore (Icc) dedicata alla valutazione dei consumi ha subito un forte calo. A ottobre si è registrata una diminuzione del 2,1% su base annua e un aumento dello 0,1% rispetto a settembre. I modesti segnali di attenuazione della fase recessiva e di un possibile riavvio dell attività economica nella parte finale del 2013 non si sono ancora trasferiti alle famiglie confermano gli esperti. Insomma gli italiani consumano sempre meno, molteplici i fattori della crisi. Per Confcommercio, la debolezza del mercato del lavoro e la presenza di una pressione fiscale che continua a rimanere su livelli record non permettono un recupero del reddito disponibile. Inoltre le difficoltà a recuperare le risorse per il risanamento dei conti pubblici e le incertezze che ne derivano dal punto di vista fiscale prolungano la crisi del consumo fino all estate del 2014. Ma non si registra solo un trend negativo, la Confcommercio ha segnalato una presenza di un evoluzione dei prezzi al consumo, soprattutto per i beni ad alta frequenza di acquisto, meno dinamica rispetto al passato, è uno dei fattori che ha contribuito, a novembre, al miglioramento, dopo il regresso di ottobre, del sentiment delle famiglie. Nello stesso mese è proseguito il recupero della fiducia delle imprese, a cui ha contribuito anche il miglioramento del sentiment degli operatori delle aziende commerciali e dei servizi. Oltre al ridimensionamento dell inflazione ai minimi negli ultimi quattro anni. La Confindustria segnala per il mese di novembre un ulteriore calo nella produzione industriale definendola esigua e spiega che tale problema è legato alle esportazioni, insufficiente a garantire un significativo recupero di quanto perso rispetto al picco pre-crisi. La domanda sui generi alimentari e bevande, per quattro mesi consecutivi, mostra una stabilizzazione, ciò porterebbe a un minimo garantito per questa importante funzione di consumo sia stato raggiunto. Per il mese di dicembre Confcommercio registra un lieve aumento dell indice dei prezzi dove la percentuale dei consumi pari allo 0,7%, maggiore rispetto allo 0,6% del mese di novembre. Chantal Capasso

enerdì 6 dicembre 2013 6 Esteri DALL ANTITRUST EUROPEO È ARRIVATA LA STANGATA PER 6 ISTITUTI ACCUSATI DI AVER MANIPOLATO GLI INDICI Scandalo Libor, multe record per 1,7 miliardi Lo sceriffo Ue Almunia: Trovo scioccante la collusione tra banche che dovrebbero essere concorrenti In Germania si profila un altra inchiesta: al centro della vicenda, presunte alterazioni del corso valutario di Marcello Calvo Joaquin Almunia Uno scandalo che ha pochi eguali. Una multa senza precedenti. La Commissione europea ha deciso di comminare 1,712 miliardi di sanzioni a 6 gruppi bancari mondiali. Giudicandoli quindi colpevoli di aver fatto cartello e manipolato per 2 anni una coppia di tassi d interessi interbancari, l Euribor e il Libor. Il conto più salato dovrà pagarlo la Deutsche bank, colta sul fatto in entrambe le inchieste: 725 milioni. Vogliamo mandare un messaggio chiaro - ha detto Joaquin Almunia, sceriffo dell antitrust comunitario -, siamo determinati a trovare e punire chi viola le regole. Oltre al colosso tedesco, gli istituti coinvolti nel caso sono Royal Bank of Scotland, Société Générale, Hsbc, JPMorgan, Citigroup, Barclays e Ubs. Le ultime due non sono però state sanzionate perché hanno avvertito le autorità europee dell esistenza degli accordi segreti. Il primo, in essere dal 2005 al 2008, era focalizzato su derivati denominati in euro e pilotati dal tasso Euribor: per questo la Deutsche ha ottenuto una multa da 468 milioni e la francese Sg una da 445. Il secondo cartello, attivo fra il 2007 e il 2010, era sui derivati denominati in yen (Libor); per questo caso, i tedeschi hanno ricevuto un altra bastonata da 257 milioni. Euribor e Libor sono due dei tre principati tassi di riferimento (il terzo è denominato Tibor) per un mercato, quello dei derivati, che vale il 53% del pil europeo. Condizionano i prezzi di strumenti finanziari e influenzano migliaia di miliardi di trattative. Un intesa fra le banche per orientare il loro corso produce profitti immensi, con l effetto di generare anche pesanti perdite per consumatori e investitori, distorsioni nell economia reale, e crepe nel clima di fiducia. Almunia si è detto allibito e ha definito scioccante non solo la manipolazione degli indici, ma anche la collusione tra istituti di credito che dovrebbero essere concorrenti tra di loro. Deutsche Bank ha fatto sapere di aver accantonato un fondo specifico per pagare la multa puntualizzando però che s è trattato di pratiche illegali individuali. Hsbc e Jp Morgan hanno invece specificato di voler difendersi vigorosamente dalle accuse mosse nei loro confronti. Royal Bank of Scotland ha accettato la pena irrogatagli senza alcuna protesta e pagherà quindi 391 milioni di euro con riserve già accantonate. Intanto, secondo il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, le autorità di vigilanza finanziaria di diversi Paesi europei, asiatici e degli Usa, stanno indagando su istituti di credito sospettati di aver manipolato il corso valutario. Le banche stando alla ricostruzione dell articolo avrebbero portato a termine, in determinati orari concordati, grandi operazioni in valuta straniera con l obiettivo di influenzarne il corso. La presunta manipolazione delle valute si legge - ha danneggiato chiunque abbia cambiato moneta, dalle grandi multinazionali al cliente privato degli istituti di credito. L autorità di vigilanza britannica Fca, così come l omologa tedesca Bafin, stanno verificando le accuse dalla scorsa primavera. Le indagini non sono ancora concluse. Nell inchiesta, sarebbero coinvolte anche Barclays e Citigroup. Amnesty pubblica nuove immagini dei gulag Quei campi di prigionia: pressing su Pyongyang Il satellite inchioda il regime della Corea del Nord decine di migliaia di persone detenute da anni Continua a regnare la follia in Corea del Nord. A lanciare l allarme è Amnesty International, che ha pubblicato nuove immagini sui campi di prigionia costruiti sotto il regime di Pyongyang. Enormi strutture in continua espansione all interno delle quali si praticano, nei confronti dei detenuti politici, le più atroci pratiche di repressione. I più grandi campi di prigionia sono il Kwanliso 15 e 16. Il primo si estende su un area di 370 chilometri quadrati e si trova al centro del paese, a 120 chilometri dalla capitale Pyongyang. Nel 2011, si ritiene vi si trovassero 50.000 prigionieri. Il secondo, invece, sito nei pressi di Hwaesong, nella provincia di Hamgyong Nord, si estende per circa 560 chilometri quadrati, tre volte Washington, la capitale degli Usa. È uno dei siti meno indagati nel vasto sistema dei campi di prigionia politica. Nel 2011 si riteneva vi fossero detenute oltre 20.000 persone. Nel dossier pubblicato da Amnesty, dal titolo Corea del Nord: il continuo investimento nell infrastruttura della repressione, si rivela le testimonianze inedite di chi, in quei campi, c è stato. Sconcertanti i racconti di un ex funzionario del campo numero 16, che ha parlato di detenuti costretti a scavarsi la fossa e di donne stuprate e poi scomparse. L orrenda realtà del continuo investimento della Corea del Nord in questo vasto reticolo di repressione ha dichiarato Rajiv Narayan, ricercatore di Amnesty International sull Asia Orientaleora è chiara. Chiediamo alle autorità di rilasciare subito e senza alcuna condizione tutti i prigionieri di coscienza detenuti nei campi di prigionia politica e di chiudere questi ultimi immediatamente. Secondo lo studio condotto dall organizzazione, infatti, molte delle migliaia di persone che sono tutt ora detenute nei campi di prigionia, non hanno commesso alcun reato e sono unicamente familiari di presunti responsabili di gravi reati politici. La loro detenzione, basata sulla colpevolezza per associazione, rappresenta una forma di punizione collettiva. Giorgio Musumeci

Venerdì 6 dicembre 2013 7 Roma e Lazio BAGARRE AL MUNICIPIO XIV PER L ISTITUZIONE DI UN REGISTRO COMPLETAMENTE INUTILE Unioni civili: scatta l occupazione pro-famiglia Mentre la gente affoga nei problemi, il minisindaco Valerio Barletta pensa alla lobby gay Cittadini e comitati insorgono e il tentativo fallisce: la sala viene occupata dai manifestanti di Giuliano Castellino Sulla bocca di tutti, negli ultimi tempi, le mobilitazioni che hanno avuto luogo a Roma e che hanno incendiato le piazze di tutta Europa, in particolar modo in Francia, al fine di proteggere la famiglia tradizionale contro il riconoscimento delle coppie di fatto. Così, mentre le famiglie faticano ad arrivare a fine mese, il Comune di Roma Capitale taglia i fondi ai municipi ed il territorio è (a dir poco) devastato, il Municipio XIV decide di tenere aperta per ore una seduta consiliare per approvare la lista delle unioni civili. Ovviamente, il tema ha richiamato numerosi cittadini e comitati di entrambe le posizioni. Si è così svolta una lunga e partecipata discussione sull'introduzione del registro, proposta dal Presidente con l appoggio dei consiglieri di Sel, Pd, Lista civica Marino. La discussione ha avuto inizio alle 15, per poi protrarsi lungamente. Accertata la numerosa partecipazione, la seduta è poi stata interrotta per dare voce ai cittadini. Tra le voci più applaudite quella di Elena Barlozzari, rappresentante del Comitato per la famiglia. Questo, nato un mese fa in forma apolitica, si è unito a seguito delle recenti notizie che destano notevole preoccupazione come l adozione da parte di coppie omosessuali (vedi il caso dell affidamento a Bologna nell ottobre scorso) e del condiviso clima di ostilità nei confronti della famiglia tradizionalmente intesa che vuole tutelare ciò che è stato biologicamente predisposto dalla natura. Numerosi gli interventi contrari, tutti a sottolineare l apprensione nei confronti di una società che tende ormai a discriminare ciò che è naturale, favorendo quelle lobby reali responsabili delle varie discriminazioni. Essendoci già una tutela dal punto di vista legale (nel caso in cui due persone dello stesso sesso decidano di dividersi i beni) ed una prassi consolidata (rari i casi in cui negli ospedali non si faccia entrare un caro amico o amica), non è forse questa solo l anticamera per la successiva equiparazione all unione tra un marito ed una moglie? La vera perplessità sembra essere questa, in quanto qui nessuno pare omofobo o voler negare il diritto di due donne o due uomini di amarsi o far ciò che vogliono fra le lenzuola. Infine, l'aspetto sembra totalmente estraneo a quello strettamente territoriale dove le priorità dovrebbero essere date a problemi di diversa natura e di carattere più pragmatico. Va dunque sottolineata l'anomalia per cui un amministrazione si trova ad occuparsi di una cosa che non le compete. Inoltre, pur ammessa una quanto mai bizzarra competenza, sarebbe sembrato opportuno un dibattito più snello, se non altro per un carattere squisitamente economico. L argomento pare, in ogni caso, puramente propagandistico: l'istituzione del registro, infatti, non andrebbe a prevedere alcun effetto giuridico. Alle 19,30, infine, dopo un evidente ostracismo da parte della maggioranza che arriva addirittura a definire insensate le opinioni dei cittadini, è stata dichiarata occupata l'aula dai partecipanti. L INCHIESTA SUI FONDI D ORO DELLA REGIONE LAZIO TRAVOLGE ANCHE IL PD Montino e Foschi indagati E Chiara Colosimo ne esce pulita La Procura di Roma chiede l archiviazione per l ex consigliera del Pdl alla Pisana, che finalmente può gridare giustizia DOPO LA TRAGEDIA DELLA COLOMBO, CROLLA UN ALBERO ALLA CASA DEL JAZZ Prevenzione dal Servizio Giardini, ma si tace sulle revisioni mancate Il dipartimento competente costretto a correre ai ripari su tutto il territorio, ma dimentica di rispondere al Giornale d Italia Fondi d oro della Regione Lazio, la Procura di Rieti ha iscritto nel registro degli indagati quattro ex consiglieri alla Pisana del Pd. Avvisi di garanzia per l ex capogruppo democratico e attuale sindaco di Fiumicino Esterino Montino, il vecchio tesoriere Mario Perrilli, Enzo Foschi, attuale capo segreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino e Giuseppe Parroncini. Le ipotesi di reato? Peculato, falso e finanziamento illecito. Sarebbero superiori ai 2 milioni di euro le spese sostenute dal Partito Democratico durante la precedente legislatura. Essere iscritti nel registro degli indagati non significa certo essere colpevoli. E questo è bene specificarlo. La presunzione di innocenza è infatti un principio fondamentale del diritto penale secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva ovvero fino all esito del terzo grado di giudizio emesso dalla Corte Suprema di Cassazione. Ricevere un avviso di garanzia non significa neanche essere rinviati a giudizio. Ciò non toglie che adesso Esterino Montino e tutti gli ex consiglieri del Pd devono dimettersi dai loro attuali incarichi. Fu proprio l attuale sindaco di Fiumicino in persona, dopo l affaire Fiorito, a chiedere un passo indietro a Renata Polverini. Bene, adesso è arrivato anche il suo turno. Il fascicolo processuale gestito dal procuratore Giuseppe Saieva, potrebbe essere trasferito per competenza territoriale nella capitale. Dove il pm Alberto Pioletti ha chiuso le indagini sui rimborsi facili alla Pisana chiedendo il rinvio a giudizio per quattro ex consiglieri del Pdl e l archiviazione per Chiara Colosimo. Si tratta di Lidia Nobili, Carlo De Romanis e Romolo del Balzo, tutti accusati di truffa. Per Stefano Galletto, la pubblica accusa ipotizza invece il reato di peculato. Ammonterebbero a circa 290 mila euro i fondi pubblici utilizzati illecitamente. Se Nobili, De Romanis, Del Balzo e Galletto tremano, l ex consigliera del Pdl alla Pisana, Chiara Colosimo, può finalmente gridare giustizia. E stata messa alla gogna, accusata da Franco Fiorito di non essere stata trasparente. Il Batman di Anagni l ha tirata in mezzo, inventandosi tutto e il contrario di tutto. Per la felicità de il Fatto Quotidiano, che non ha perso tempo a riportare sulle prime pagine del giornale rosso in tutti i sensi l avviso di garanzia per peculato recapitatole dai magistrati capitolini. Travaglio e compagni, in un articolo del 22 settembre 2012, l accusavano (praticamente) di avere solo la faccia pulita. E invece Chiara Colosimo ha dimostrato di essere totalmente estranea ai fatti a lei contestati. Sapeva di avere la coscienza a posto e soprattutto, oltre alla faccia, anche le mani e l anima pulite. Dopo 15 mesi di calvario giudiziario il suo incubo è finalmente volto al termine. E i giustizialisti, nonché manettari per eccellenza, adesso sono serviti. Teresa Pace è meglio che curare. Un detto non Prevenire conforme all azione della giunta Marino e dei dipartimenti capitolini. Dopo la morte del centauro Gianni Danieli, ucciso da un pino pericolante, prosegue la messa insicurezza del verde pubblico da parte dei tecnici del Servizio Giardini di Roma Capitale. Gli operatori del dipartimento Tutela ambientale e del verde stanno procedendo, con specifici macchinari quali gru e cestello elevatore con braccio di grandi dimensioni, alla rimozione spiegano in una nota dall Assessorato all Ambiente - del pino caduto nei giorni scorsi sull edificio principale della Casa del jazz. La particolarità dell intervento, in un area sottoposta a vincoli, dove sono presenti reperti archeologici tra cui un sarcofago, ha richiesto si legge nel comunicato - ripetuti sopralluoghi e valutazioni, di concerto con la Sovrintendenza capitolina competente. A darne notizia anche il dipartimento del Verde. La verifica della stabilità delle alberature presenti nel parco della Casa del jazz fanno notare - viene effettuata ogni anno prima dell inizio della stagione estiva e, dove necessario, si interviene con le operazioni di potatura ordinaria. Prosegue intanto il silenzio sulle revisioni mancate sui mezzi del Servizio Giardini, come denunciato nei giorni scorsi da Il Giornale d Italia. Non ci è dato sapere, infatti, come mai molti macchinari dell Ufficio siano fermi pur le condizioni meteo non siano delle migliori. Fa ancora rabbia la morte di Daniele Gianni. Come peraltro sottolineato dal fratello Alessandro e dai legali della famiglia, anche attraverso le ricerche effettuate su Google Maps, risulta che già dall ottobre dello scorso anno il tirante che avrebbe dovuto tenere il pino killer, fosse spezzato e arrolato a un cartellone pubblicitario. Eppure nessuno è intervenuto. G.S

enerdì 6 dicembre 2013 8 Dall Italia IL PROCESSO STATO-MAFIA Riina minaccia Di Matteo: Corleone non dimentica Totò Riina torna a minacciare, dal carcere, il pm palermitano Nino Di Matteo. È quanto emerge da alcune intercettazioni che rivelano la volontà di eliminare il magistrato. Questo Di Matteo non ce lo possiamo dimenticare. Corleone non dimentica, confidava durante l ora d aria Riina a un boss della Sacra Corona Unita. Era il 14 novembre, all indomani della pubblicazione delle prime minacce che il Capo dei capi ha riservato a Di Matteo, uno dei rappresentanti dell accusa nel processo sulla presunta trattativa tra lo Stato e la mafia. Riina si confida con il boss pugliese, con il quale condivide l ora d aria presso il carcere milanese di Opera. L ex leader dei Corleonesi non si mostra preoccupato del possibile trasferimento del magistrato in una località segreta: Tanto sempre al processo deve venire. Le minacce di Riina a Di Matteo, sia quelle del 14 novembre, sia quelle pubblicate il giorno precedente, dovrebbero essere depositate agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia in corso davanti alla corte d assise di Palermo e che ieri ha visto in dibattimento la testimonianza del collaboratore di giustizia Leonardo Messina. In base ad indiscrezioni giornalistiche è poi emerso che Riina ha inveito anche contro il procuratore capo di Palermo Francesco Messineo e, vedendo in tv un intervista rilasciata dal capo del pool antimafia di Palermo Messineo durante una pausa del processo per la trattativa tra Stato e mafia, ha iniziato a inveire contro il magistrato con parolacce e ingiurie. Sempre dalle intercettazioni registrate dagli inquirenti lo scorso 14 novembre sono emerse poi invettive ulteriori del boss corleonese anche contro il pentito di mafia Giovanni Brusca, che verrà ascoltato alla prossima udienza del processo sulla trattativa. Le continue intimidazioni ai membri del pool sulla trattativa, che oltre a Di Matteo vede interessati il procuratore aggiunto Vittorio Teresi ed i sostituti Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, contribuisce a caricare ulteriormente di tensione il clima attorno a questo processo. MILANO LE INDAGINI DELLA POLIZIA Il controllo dell eroina dietro gli omicidi di Quarto Oggiaro Arrestato Antonino Benfante, accusato di aver ucciso Emanuele Tatone e Paolo Simone e poi un altro dei fratelli Tatone C è il controllo dello spaccio di bustine di eroina ai ragazzi del quartiere all origine degli omicidi di Emanuele Tatone, Paolo Simone e Pasquale Tatone, avvenuti a Quarto Oggiaro. È quanto sospettano gli inquirenti che ieri hanno arrestato Antonino Benfante, ritenuto l esecutore materiale dei tre delitti avvenuti in serie alla periferia di Milano, in ottobre. L arrestato secondo le prime informazioni, è un pregiudicato 50enne che all epoca degli omicidi contestati era stato da poco scarcerato. I delitti, si inquadrerebbero dunque, in un regolamento di conti. Benfante, infatti, è stato detenuto tra il 2000 e il 2012 e in totale ha collezionato 24 anni di carcere, quasi metà della sua vita per reati che vanno dal tentato omicidio al traffico di stupefacenti. Il pregiudicato, molto noto a Quarto Oggiaro, dove aveva vissuto, era uscito di galera il 23 ottobre, pochi giorni prima di commettere il primo duplice omicidio, il 27 ottobre, che ebbe per vittime Emanuele Tatone e Paolo Simone, a cui è seguito poi quello del fratello di una delle due vittime, Pasquale Tatone. L uomo si trovava in prova ai servizi sociali e nei giorni precedenti e seguenti l omicidio ha continuato a recarsi presso la cooperativa dove lavorava come se niente fosse. Tale affidamento gli era stato da poco nuovamente concesso dopo una revoca avvenuta a metà settembre causata da una denuncia per estorsione proprio nei confronti del datore di lavoro a cui era stato affidato. Durante il primo periodo riscontri investigativi hanno confermato che si era avvicinato alla famiglia Tatone, non si sa se già con l intento di ordire gli omicidi o se dapprima cercando complicità e poi rompendo per contrasti legati all egemonia sul piccolo spaccio di stupefacenti. La squadra mobile è certa comunque che è stato proprio lui ad attirare Emanuele Tatone in trappola, dopo averlo convocato con un pretesto. Incontro a cui Tatone si è presentato con un amico, morto con lui e ucciso dalla stessa pistola, come confermato dalla perizia balistica. Tre giorni dopo Benfante ha ucciso con un fucile anche Pasquale Tatone, che secondo gli investigatori ha sottovalutato la situazione, ritenendo forse che il fratello fosse stato ucciso da qualcuno che ce l aveva solo con lui. Carlotta Bravo Eurosky Tower. L investimento più solido è puntare in alto. TERNI IN MANETTE TRE STRANIERI Fermati dopo il furto, ladri picchiano carabinieri Arrestati tre ladri a Terni. I carabinieri umbri non mollano la presa contro la criminalità. Un altra banda di malviventi composta da due bulgari senza fissa dimora e una bielorussa pregiudicata, sono stati assicurati alla giustizia dopo essere stati sorpresi a uscire da una villa isolata a Macchia di Bussone. I delinquenti avevano appena effettuato un colpo per un valore complessivo di 3 mila euro in gioielli d oro e apparecchiature elettroniche, ma prima che riuscissero a mettere a segno il colpo sono intervenuti gli inquirenti. Alla vista dei militari, i due criminali bulgari hanno reagito violentemente, provando a colpire ripetutamente i carabinieri con il piede di porco con cui avevano forzato l abitazione. Ma al termine della colluttazione, sono stati arrestati. In manette anche la complice bielorussa, bloccata a poca distanza dall appartamento, dove stava attendendo i suoi complici su un autovettura precedentemente notata da una pattuglia. Nell aggressione dei malviventi quattro carabinieri hanno riportato varie lesioni giudicate guaribili tra i 7 e i 15 giorni, mentre i due assalitori sono attualmente piantonati presso l ospedale di Terni per traumi non gravi riportati durante la colluttazione. La donna ha invece ottenuto i domiciliari presso la propria abitazione. Bernald Shehaj Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La vicinanza di grandi aziende (italiane e multinazionali) e la posizione assolutamente strategica rispetto agli aeroporti e al centro città garantiscono una elevata richiesta di unità abitative di piccolo/medio taglio in affitto per manager e dirigenti. Al 19 piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it ORNAVASSO LO SCONTRO Incidente ferroviario, treno travolge pullman Incidente ferroviario lungo la linea Domodossola Novara. È successo alle 17 di ieri, quando un treno merci ha travolto un bus a Ornavasso, in via Fratelli Di Dio, che era rimasto bloccato in mezzo ai binari all'altezza del passaggio a livello. La dinamica è al vaglio della Polizia. Secondo una prima ricostruzione il mezzo che aveva a bordo solo l'autista è rimasto incastrato tra le sbarre. Il conducente a quel punto è sceso e ha cercato si segnalare il pericolo al convoglio ma questo non ha potuto arrestarsi improvvisamente e ha travolto il bus trascinandolo per alcune decine di metri. Il mezzo è finito nel cortile di una casa a lato della massicciata. A rimanere ferito nel modo più grave con lesioni alle gambe è stato un residente che stava passando nei pressi e che è rimasto colpito dai detriti provocati dall'urto. E' stato trasportato in codice giallo in ospedale dal 118. Altri due feriti lievi. Sul posto a mettere in sicurezza l'area i Vigili del fuoco. Il pullman stava andando a recuperare una scolaresca in visita alla Grotta di Babbo Natale. C.B.

enerdì 6 dicembre 2013 9 Dall Italia TERNI DOPO LA TRAGEDIA DI PRATO, ANCORA REALTÀ PRODUTTIVE ILLECITE DA PARTE DELLA POPOLAZIONE ORIENTALE Scoperta azienda laogai: cinesi segregati e sfruttati Connazionali schiavizzati e una evasione fiscale di oltre due milioni di euro: due imprenditori sono stati denunciati, sequestrati i capannoni-dormitori Più di due milioni di euro di evasione fiscale e ottanta cinesi rinchiusi in un capannone industriale in condizioni disumane: ovviamente a nero, costretti a dormire a terra, a mangiare alimenti avariati e praticamente segregati all interno di quel luogo di lavoro. È il bilancio dell ultima operazione della Guardia di Finanza di Orvieto la cui denominazione fa la parodia del nome artistico di un giovane cantante, ma rende bene il senso: Fabro Fibra. Il blitz infatti è avvenuto proprio nella zona industriale di Fabro (Terni), dove le Fiamme Gialle hanno scoperto come, sfruttando una consistente mano d opera clandestina, i cinesi producevano filati, capi di abbigliamento, semilavorati tessili, che rivendevano a società sartoriali vicine alle grosse case di produzione del settore. Sono stati denunciati due imprenditori cinesi e sequestrati i loro capannoni tessili. Denunciata una terza persona asiatica che reclutava manodopera in nero per le due imprese. Meccanismo di evasione fiscale Secondo le fiamme gialle, complessivamente i due imprenditori hanno evaso 2.055.842 euro oltre ad un importo di Iva dovuta pari a 415.583 euro. Il meccanismo di evasione è sempre lo stesso, studiato e collaudato da altri connazionali che vivono, ormai da anni, nelle comunità cinesi ben più consistenti di altre città d Italia e del mondo: sfruttando una consistente mano d opera clandestina, assoldata per intero da soggetti della loro stessa etnia, producevano filati, capi di abbigliamento, semilavorati tessili, che rivendevano a società sartoriali. A fronte dei ricavi, che dovevano fatturare in vendita, registravano false fatturazioni in acquisto, per importi analoghi, emesse da altre ditte cinesi del centro e del nord Italia, la maggior parte delle quali, cessate o inesistenti. In questo modo abbattevano del tutto i consistenti utili derivanti dalle vendite della merce evitando di pagare imposte. Cinesi come schiavi Una evasione certamente consistente, ma quello che più ha colpito i militari, nel corso delle operazioni avviate nel febbraio di quest anno, sono state le condizioni di vita dei lavoratori dipendenti: un ottantina circa di cinesi vivevano rinchiusi all interno di un capannone industriale, dormendo su materassi sporchi e malsani, poggiati anche sui pavimenti, consumando i pasti in un refettorio comune ed in condizioni igieniche disastrose, disseminato di alimenti avariati o in pessimo stato di conservazione, con a fianco, decine di macchine da cucire. Praticamente segregati all interno di quel luogo di lavoro, non uscivano mai. Dormivano, mangiavano e lavoravano in quello stesso stabile giorno e notte, ma evidentemente non potevano fare diversamente, assoggettati come erano a condizioni ed orari di lavoro massacranti, ovviamente completamente in nero. Si tratta di cifre consistenti: i finanzieri hanno riscontrato 77 posizioni lavorative irregolari e 2 completamente in nero, impiegate negli anni dal 2009 al 2013, contestando una cifra complessiva di circa 225 mila euro di omessi versamenti di contributi Inps. I capannoni sono stati ora sottoposti a sequestro, anche a seguito dell intervento, avvenuto, ad inizio verifica, del personale dell Asl e dei Vigili del Fuoco che riscontravano una situazione talmente degradanti in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro da esporre i dipendenti al pericolo per la salute, la sicurezza e l'incolumità personale. Denunciati due cinesi Al termine dell operazione, i titolari delle due aziende sono stati invece denunciati all autorità giudiziaria per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante l utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento di ritenute previdenziali ed assistenziali, mentre, un terzo soggetto di etnia cinese, il cui scopo era quello di reclutare manodopera in nero per le due ditte in verifica, approfittando dello stato di bisogno e di necessità dei lavoratori, è stato denunciato per il reato di sfruttamento del lavoro punito con la reclusione da 5 a 8 anni e la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato. Insomma, apre che gli imprenditori cinesi continuino a far lavorare i loro connazionali in aziende laogai, quella particolare forma di lavoro forzato della Repubblica Popolare Cinese. D altronde non è di certo un caso il fatto che la merce cinese costi così poco. Proprio per il prezzo così abbordabile viene spesso acquistata anche dagli italiani che, inconsapevolmente, alimentano questo sistema marcio. Miriana Markovic A PLATO UNO SCANDALO TIRA L ALTRO Undici in manette per documenti falsi In cambio di denaro iscrivevano all anagrafe cinesi. Coinvolto anche un pubblico ufficiale SAN DONA (VENEZIA) STORIE DI CRISI Non ha un lavoro, vive in auto da mesi Dopo la separazione la donna passa la notte in una lancia prestata da un amica L AQUILA IL GESTO DI UN IMPRENDITORE Gli devono dei soldi: occupa la Provincia L uomo ha minacciato di ammazzarsi se l Ente non provvederà a saldare il debito In cambio di denaro, favorivano il rilascio di falsi certificati di residenza ad immigrati di origine cinese. Per queste ragioni, ieri mattina sono state arrestate dalla Guardia di Finanza 11 persone tra cinesi e italiani, appartenenti ad una associazione a delinquere radicata a Prato. In manette è finito anche un dipendente del Comune di Prato addetto alle certificazioni di residenza. Secondo quanto emerso dalle indagini, con la complicità del pubblico ufficiale, l associazione riusciva ad ottenere le iscrizioni all anagrafe di cittadini cinesi che non erano in possesso dei requisiti e che erano entrati in Italia illegalmente. Stando alle prime ricostruzioni, i cittadini cinesi che hanno ottenuto illecitamente i documenti di residenza sarebbero oltre 300 e avrebbero pagato una tangente che variava tra i 600 e i 1.500 euro a persona. I soldi, secondo gli inquirenti, sarebbero finiti ad alcuni loro connazionali che, dopo aver requisito i passaporti agli immigrati, giravano parte del compenso ai loro soci italiani. In otto mesi l organizzazione avrebbe guadagnato tra i 180mila e i 450mila euro. Giorgio Musumeci Disoccupata da tempo è costretta a vivere in auto. È l ennesima storia in tempo di crisi quella che arriva da San Donà (Venezia), dove Cristina Tonon, 45enne, ormai da due mesi è costretta a dormire in una Lancia Y grigia, mentre durante la giornata cerca rifugio in ospedale, oppure da qualche amica per stare al caldo e ricevere una parola di conforto. Il dramma per la donna è iniziato lo scorso anno, come spiega Il Gazzettino raccontando la vicenda, quando la dopo 23 anni di matrimonio si è separata dal marito, 49enne delle Fiamme Gialle. Da allora ho perso 40 chili spiega Cristina. Per lei il giudice prevede un assegno di mantenimento di 350 euro ( che il mio ex marito - dice - ha versato solo nel mese di marzo ), e a lui va anche la casa familiare e l'affidamento temporaneo della figlia minore. Dallo scorso 7 ottobre la donna vive nell'auto che un'amica le ha prestato. Non avrei mai pensato di ridurmi in queste condizioni continua disperata la donna che spiega come un mese fa ha chiesto aiuto al comune. Il sindaco Cereser quando mi ha visto in lacrime mi ha abbracciata e si è interessato - racconta - ma i Servizi sociali non mi passano il minimo vitale poiché risulto ancora residente con mio marito, come se godessi del suo stipendio. Non mi hanno chiuso la porta in faccia, ma non hanno risolto il problema, nemmeno un posto dove stare in via provvisoria. L'unico aiuto concreto che ho ricevuto è dal centro Ozanam della San Vincenzo e dal mio medico per un supporto psicologico. La 45enne spiega che in passato ha lavorato come barista, cameriera, baby sitter, donna delle pulizie ma, pur avendo cercato, non ha trovato un impiego stabile. Altro aspetto doloroso sono le visite alla figlia. Ho diritto di vederla mercoledì e sabato, soffro molto anche per questo. Vorrei avere un tetto e un po di privacy. Già perché il diritto ad una casa, così come ad un lavoro dovrebbe essere garantito. Peccato che con la crisi non sia più così. Molti italiani hanno perso tutto, anche la dignità. Barbara Fruch Quando bisogna far mangiare la propria famiglia, quando ci si mette a letto con la preoccupazione di non poter dare ai propri dipendenti lo stipendio che gli spetta, quando ci si rende conto di lavorare solo per lo Stato senza ricevere nulla in cambio, alla fine si rischia di perdere la ragione e di rendersi protagonista di una tragedia. È ciò che sta accadendo in Abruzzo, nel palazzo della Provincia dell Aquila, dove un imprenditore di Vasto (Chieti), Massimo Tomeo, ha occupato il palazzo del governo minacciando di ammazzarsi. L uomo è il titolare di un impresa edile che ormai da tempo ha concluso i lavori per la messa in sicurezza dell Istituto per geometri Morandi di Sulmona (Vasto). Eppure, ad oggi, di quei 120mila euro che gli spettano, non ha ricevuto nemmeno un centesimo. Così, due giorni addietro si è introdotto nel palazzo della Provincia e, raggiungendo il corridoio antistante la stanza del presidente, ha minacciato di andare via dentro una bara qualora non gli venga fatto un bonifico di almeno la metà della cifra dovuta. Tomeo ha trascorso la notte insieme agli agenti della Polizia di Stato, preoccupati dalle intenzioni estreme dell uomo. Adesso bisognerà attendere una risposta dall Ente, nella speranza che possa trovare un accordo con l imprenditore. Il timore è che qualora le cose non andassero per il verso giusto, come dichiarato dallo stesso Tomeo, la Provincia si renderà colpevole di un omicidio. G.M.

Venerdì 6 dicembre 2013 10 Cinema POLTRONISSIMA RUBRICA DI INFORMAZIONE CINEMATOGRAFICA Molière in bicicletta Torna la commedia francese, colto appassionato ed elegante omaggio al teatro di Molière di Luciana Caprara Dopo il successo ottenuto con Le donne del 6º piano, Philippe Le Guay torna al cinema con un film appassionato ed originale ispirato ad uno dei testi fondanti del teatro francese: Il Misantropo di Molière. Un adattamento sui generis il cui scopo è portare in scena la trasposizione di un opera nata in maniera del tutto casuale: una chiacchierata tra il regista Philippe LeGuay e l'attore Fabrice Luchini. Ed il film stesso nasce da una pedalata in bicicletta, si, perché proprio Philippe Le Guay, racconta di un giorno all'ile de Ré, con l attore Fabrice Luchini: mentre raggiungevo casa sua in bicicletta mi sono perso - racconta Le Guay - Fabrice è venuto a cercarmi anche lui in bicicletta e ci siamo ritrovati insieme a pedalare lungo gli stagni. Io allora gli dico: sei un vero misantropo, confinato nel tuo rifugio!, e lui inizia a declamare l'inizio dell'opera di Molière. Ed e proprio in quel momento che è nato il film e il titolo: Molière in bicicletta, che vede protagonista Serge, un attore ormai lontano dalla sua carriera vivere come un eremita in una vecchia casa ereditata da uno zio. Un giorno si vede piombare in casa Gauthier, un suo vecchio amico e collega di set oggi di grande successo in tv. Nonostante la grande popolarità, Gauthier vorrebbe debuttare a teatro e cerca in Serge un sodale per portare in scena Il Misantropo di Molière. Ma Serge è scettico. I giorni di prove, le pedalate per l'ile de Ré, l'incontro con una donna italiana potrebbero restituire a Serge la gioia di vivere. Le sequenze su due ruote sono tra i momenti più intensi di questa appassionata commedia. Le pedalate di Serge e Gauthier sono occasione di confidenze, ricordi e riflessioni, nonché tra i momenti più divertenti del film. E la pedalata a tre con Maya Sansa è un momento idilliaco e felice che sembra essere quasi un omaggio alla pedalata a tre di Jules e Jim di Truffaut. D'altronde c'è tanto cinema su due ruote, come se la bicicletta fosse mezzo e strumento itinerante che scandisce attimi infiniti e ricordi, a cominciare da Leçon de biciclette dei fratelli Lumière, o pensare al capolavoro di Vittorio De Sica Ladri di biciclette, che ha ispirato omaggi anche in Cina con Le biciclette di Pechino. Di pochi anni dopo invece la commedia sentimentale con Delia Scala e Silvana Pampanini Bellezze in bicicletta, film che rappresentano l'altra anima del cinema italiano del dopoguerra come interessanti pagina di storia e di costume. Molière in bicicletta con Fabrice Luchini, Lambert Wilson e Maya Sansa uscirà nelle nostre sale dal 12 dicembre, distribuito da Teodora Film. FOCUS Peppa Pig sbarca al cinema Il fenomeno televisivo dell anno a gennaio nelle sale Un altro fenomeno televisivo che approda sul grande schermo: si parla di Peppa Pig, la maialina più famosa del momento in Italia. Amata da tutti i bambini, e non solo, Peppa e tutta la sua famiglia di musi rosa sarà al cinema per un evento unico. Le date da segnare sono per la precisione, i giorni 11, 12, 18 e 19: la pellicola, distribuita da Warner Bros Entertainment Italia, sarà composta da 10 episodi che avrà il titolo di Peppa, vacanze al sole e altre storie. Il tutto per una durata di 50 minuti, per rispettare così brevità della serie televisiva. Ogni singolo episodio dura infatti solo 5 minuti: tramite un disegno efficace e concreto, vengono riproposte scene di vita quotidiana in cui i bambini si rispecchiano. Peppa, come tutti i più piccoli, ama giocare nel fango, mentre Mamma Pig è alla disperata ricerca del dinosauro del suo fratellino George e Papà Pig divora la sua amata fetta di torta al cioccolato. Creato nel 2004 da Phil Davies, Mark Beker e da Neville Astley, oggi il cartone animato è distribuito in 180 paesi. Scoperta in Italia nel 2010, quando ha cominciato a trasmettere i primi episodi su Rai Yoyo e Disney Junior. Grazie ad ascolti record che regalano picchi fino a 600 mila spettatori a puntata, la serie è diventata un vero e proprio fenomeno generando un giro d affari di circa 100 milioni di euro tra libri, giocattoli, gadget ed eventi. Da qualche giorno poi, Rai Ragazzi ha deciso di programmare su Rai Yo Yo anche la versione in inglese, mentre su Internet è stato realizzato un sito dove poter rivedere le puntate perse andate in onda, ma anche giocare online con i vari personaggi della serie. Peppa Pig mania: in Inghilterra è stato realizzato un parco divertimenti a tema, chiamato appunto Peppa Pig World, e situato all interno di Paultons Park, nello Hampshire. A gennaio dunque in programma un nuovo successo al botteghino: gli incassi si preannunciano da record e forse riusciranno a battere il film del momento Sole a Catinelle di Checco Zalone. I fan sono avvertiti. Francesca Ceccarelli Cercateci e ci troverete ovunque. All indirizzo www.ilgiornaleditalia.org, con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all indirizzo www.facebook.com/ilgiornaleditalia.portale. Siamo anche abili cinguettatori, su Twitter, @Giornaleditalia. Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d Italia. Se volete scriverci, potete farlo all indirizzo e-mail: redazione@ilgiornaleditalia.org

Venerdì 7 dicembre 2013 11 Società Aborto? Tutto il mondo è paese. Purtroppo Esistono ovunque leggi che tutelano la donna e gli obiettori di coscienza. Ma chi protegge il nascituro? di Cristina Di Giorgi La protezione della salute e la non discriminazione per gli operatori sanitari che rifiutano di praticare aborti sono un diritto sancito espressamente nella Carta sociale europea: un diritto di medici, farmacisti e infermieri, che in molti ritengono pari a quello dei nascituri di venire al mondo. Discutere di interruzione volontaria della gravidanza apre spesso confronti anche molto accesi tra coloro che si battono per il diritto alla vita e quelli che invece ritengono prioritaria la libertà delle donne di autodeterminarsi e di scegliere se portare o meno a termine la gravidanza. Entrambe queste posizioni possono essere considerate e valutate da più punti di vista. Mettendo da parte quello relativo alla religione, che in quanto tale riguarda la sfera intima e personale di ogni individuo, restano da considerare piani di valutazione etici, morali, scientifici e giuridici. Quanto all etica e alla morale, valgono le convinzioni di ciascuno, in particolare per quanto riguarda il valore stesso della vita umana e, nell argomento in esame, il momento in cui essa ha origine. Se c è stato infatti chi, recentemente, ha definito grumi di materia i feti, c è anche chi sostiene che l ovulo fecondato è già una persona. Giuridicamente parlando, le leggi in materia di interruzione volontaria della gravidanza sono più o meno rigide o liberali. Quest ultimo è senz altro il caso della Svezia, Paese in cui l aborto, su richiesta (e relativa concessione del permesso da parte delle autorità sanitarie) è possibile sempre. Ad opporsi a questo trend, che tra l altro si è tradotto in un vertiginoso aumento delle interruzioni di gravidanza, soprattutto da parte di adolescenti, ci sono diverse associazioni pro-vita. I cui esponenti, discriminati sia in campo universitario sia professionale, hanno formalmente denunciato il governo svedese per violazione di diverse norme di diritto internazionale. Portando così in tribunale una battaglia già presente e diffusa in tutta la società. Non va meglio nella laicissima Francia, dove una farmacista è stata licenziata per aver deciso di seguire la sua coscienza, che le imponeva di rifiutarsi di vendere a un cliente una confezione di pillole abortive. E questo nonostante la donna abbia semplicemente demandato a un suo collega il compito di rispondere alla richiesta, senza quindi esprimere giudizi o rifiuti. E negli Stati Uniti, universalmente noti per essersi fatti portabandiera dei diritti - collettivi e individuali - ovunque nel mondo se ne ravvisi la violazione, si è arrivati al punto di denunciare la Conferenza episcopale americana. Il tutto perché una donna ritiene di non aver ricevuto cure adeguate in un ospedale cattolico, reo di non averle fornito i consigli e le prestazioni mediche che, data la difficoltà della sua gravidanza, l avrebbero portata molto probabilmente ad abortire. Secondo l American Civil Liberties Union, associazione promotrice della particolarissima azione legale, sono infatti le direttive dei vescovi a mettere in pericolo la vita delle donne. Per tutelare le quali è quindi necessario agire e imporre democraticamente anche negli ospedali cattolici l obbligo di praticare aborti. E in Italia? Da noi la legge che regola l interruzione volontaria della gravidanza è la notissima n.194, che meriterebbe un analisi più che approfondita e dettagliata quanto alla completezza della sua applicazione (si tende infatti, per comodità forse ideologica, a non considerare affatto la parte di essa che riguarda la prevenzione di gravidanze indesiderate e il ruolo di consultori e strutture simili nell'informare e consigliare sulle diverse possibilità che una donna incinta si trova davanti). Resta il fatto che, in questo come in molti altri ambiti anche delicati, nel nostro Paese diventa difficilissimo -se non addirittura quasi impossibile - dichiararsi contrari al pensiero unico oggi dominante, all ideologia della libertà ad ogni costo, purché non si tratti di quella di chi la pensa diversamente. Gli obiettori di coscienza anti abortisti dovrebbero quindi essere costretti a mettere da parte la loro convinzione, pena la diminuzione delle possibilità di lavoro: c è infatti chi propone ai governatori e assessori regionali alla Sanità di bandire concorsi esclusivamente riservati a ginecologi non obiettori. Per carità, più che giusto tutelare la salute delle donne e, grazie anche ai notevoli progressi della scienza, anche quella del bambino fin dal suo concepimento. Ma che succederebbe, per esempio, se al nascituro fosse diagnosticata una malattia e consigliato di conseguenza un aborto quando in realtà sia la mamma che il figlio stanno benissimo? Una domanda a cui molte madri mancate non risponderebbero, scegliendo l interruzione della gravidanza in caso di rischio anche minimo per sé e per il feto. Una domanda che però, per fortuna, alcune mamme neanche si pongono. Rifiutando di abortire e scoprendo, al momento della nascita, che il loro piccolo sta benissimo. Convinzioni personali a parte, ognuno ha - o dovrebbe avere - il diritto di professare la propria fede e le proprie idee. E, soprattutto, di vivere la sua vita. Un diritto che, in quanto persone, dovrebbe essere riconosciuto anche ai nascituri. E alla loro voglia di venire al mondo, anche se è brutto come quello di oggi. IN PAKISTAN, UN PAESE NASCERE ESSERE FEMMINA È UNA DISGRAZIA I.A. Rehman: «Tutti si scandalizzano, ma nessuno agisce» Agghiaccianti le cifre rese note sugli episodi di violenza che hanno come vittime le donne, anche in età giovanissima In Pakistan nel 2013 sono state uccise 56 donne colpevoli di aver partorito figlie femmine. Il segretario generale della Commissione per i diritti umani I.A. Rehman stigmatizza la discriminazione fra uomo e donna e denuncia: «Tutti si scandalizzano, ma nessuno agisce». Nella giornata internazionale per eliminare la violenza sulle donne, il segretario Rehman, durante il simposio intitolato La gioventù come forza per un cambiamento positivo ha ribadito che «un Paese dove le donne vengono uccise per aver messo al mondo delle bambine non può essere considerato una società etica». In tutta l Asia, purtroppo, si sta espandendo a macchia d olio il fenomeno degli aborti selettivi. In India, nel 2011, si è registrata la più alta disparità numerica fra bambini e bambine dagli zero ai sei anni, con 914 femmine ogni mille maschi. Dal gennaio 2012 al settembre 2013, nel paese di Malala sono stati registrati 90 attacchi a donne con l acido, 72 casi di bruciature provocate con altri mezzi, 491 casi di violenza domestica, 344 casi di stupri di gruppo e 835 casi di violenza, ha aggiunto. Le ragazze vengono stuprate in Pakistan e tutto quello che facciamo è gridare, invece di fare qualcosa ha denunciato l'attivista, chiedendo di dare parità d accesso all istruzione e di introdurre una riforma del sistema educativo che equipari ricchi e poveri. Il problema è che quando si parla delle «bambine violentate in Pakistan, tutto quello che si fa è urlare allo scandalo, ma poi nessuno agisce praticamente» afferma il segretario generale. In uno studio per analizzare le cause del fenomeno è emerso che nel 2011 dal Centro per la salute e lo sviluppo internazionale sulle cause dell aborto selettivo in Cina, India e Corea del Sud si parla di crescenti squilibri che fanno aumentare la violenza. È stato rilevato che la maggioranza dei crimini è «perpetrata da uomini giovani non sposati e della fascia povera». Per Rehman sono individui che non riescono ad «avere accesso all ordine sociale esistente» e che «adottano comportamenti antisociali, rivolgendosi alla criminalità organizzata». Rehman ha dato la colpa alla diseducazione e al sistema scolastico esclusivo delle fasce povere. Gli effetti devastanti della discriminazione femminile sono stati registrati dal Centro di Ginevra per il controllo democratico delle forze armate, che aveva pubblicato, nel 2005, un documento in cui si legge: Il numero delle donne mancanti, uccise per ragioni legate al sesso, è dello stesso ordine di grandezza dei 191 milioni di esseri umani che hanno perso la vita, direttamente o indirettamente, a causa di tutti i conflitti e delle guerre del XX secolo. Chantal Capasso

Venerdì 7 dicembre 2013 12 Sanità La psicosi anti-dottore è l altra faccia della medaglia della malasanità: se n è parlato ad un convegno Medicina difensiva: quando il paziente denuncia L Enpam: i contenziosi nati in sale e studi sanitari costano circa 13 milioni l anno E il 95 per cento di essi si conclude con un sentenza di assoluzione per il professionista di Valter Brogino Il tavolo dei relatori al convegno Rc professionale ; a destra, il presidente dell Enpam Alberto Oliveti pronti a discutere con il mondo istituzionale e politico per un progetto Siamo che garantisca sia i pazienti che i medici. Con queste parole il presidente dell Enpam Alberto Oliveti ha lanciato un forte appello alle istituzioni e soprattutto al mondo politico per sollecitare l attenzione sul problema dell assicurazione professionale medica. Una questione molto sentita, che ha animato i lavori del tavolo tecnico nell'ambito del 1 Congresso nazionale dal titolo: Rc Professionale: Confronto e soluzioni, svoltosi ieri a Roma nell Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, durante il quale si sono confrontati i principali rappresentanti del mondo istituzionale, degli OMCeO e del mondo previdenziale oltreché assicurativo, insieme agli oltre 600 medici presenti. L obbligo di assicurarsi per tutti i medici, che entrerà in vigore ad agosto 2014, riguarda solo i professionisti sanitari, e non le compagnie di assicurazione - ha spiegato Roberto Lala, presidente OMCeO Roma, il più grande ordine professionale in Europa -. Se non avranno sottoscritto una polizza, i camici bianchi saranno in teoria fuori dal mercato del lavoro, per cui questo diventa un problema globale, non solo di medicina difensiva, ma proprio di salute pubblica. È quindi indispensabile un tavolo di confronto in modo che si risolva una questione che ogni giorno si fa più grave e che incide sui cittadini e sulle cure. A conferma della necessità di un intervento urgente i dati che emergono da un inchiesta dedicata al tema della medicina difensiva, realizzato sulla base di oltre 20.000 medici intervistati, presentata durante il congresso. I numeri evidenziano nel medico la percezione del pericolo rappresentato dalle denunce da parte dei pazienti (99,1% del campione) o come sia diffusa tra gli addetti ai lavori (oltre 77% del campione) la consapevolezza del peso di azioni di medicina difensiva sull aumento dei costi assicurativi; o ancora come un altissima percentuale degli intervistati (88,6 % del campione) ritenga che oggi per il singolo medico assicurarsi sia un problema critico (nella scheda allegata i risultati dell intero sondaggio). La medicina difensiva è un aberrazione della nostra professione - aggiunge Luigi Presenti, presidente Associazione chirurghi ospedalieri italiani - Siamo poco tutelati, anzi, i chirurgi sono tra i professionisti più esposti alle denunce, per cui si rende necessaria una riforma strutturale del sistema per renderlo più assicurabile, attraverso formazione, certificazione e analisi delle reali capacità e specializzazioni di cura. Anche perché costa 13 miliardi di euro l anno sul Sistema sanitario nazionale la medicina difensiva, nonostante più del 95% delle denunce si risolva con l assoluzione del professionista sanitario. Grande collettore di questa prima iniziativa di confronto sul tema della responsabilità professionale è stata SanitAssicura, nata oggi con l unico scopo di fornire la migliore consulenza assicurativa globale, ma con la grande differenza di essere sempre dalla parte del medico. Spiega Simona Gori, direttore generale SanitAssicura: L esigenza di offrire consulenza assicurativa nasce dalla volontà di supportare i camici bianchi nella scelta della polizza migliore all interno di un quadro normativo ancora non ben delineato. Non vendiamo polizze, ma garantiamo ai medici la possibilità di trovare l'offerta più adeguata possibile tra quelle presenti sul mercato. Tutti i contratti di polizza vengono attentamente esaminati da un team di avvocati specializzati in tutela assicurativa, per avere la certezza di poter scegliere in piena serenità. Numerose le partnership che abbiamo intrapreso, a supporto dell esercizio della professione medica che coinvolgono le migliori compagnie assicurative a livello internazionale. Anche Consulcesi, la più grande associazione italiana di tutela dei diritti dei medici con oltre 40mila associati, tra i partner dell iniziativa, ha condiviso le tematiche e le linee guida del congresso con la presenza del suo presidente onorario Massimo Tortorella. Al tavolo, moderato da Stefano De Lillo, era presente anche Rafi El Mozloum, vicepresidente di Federspecializzandi, che in vista dell obbligo di copertura assicurativa del prossimo anno ha denunciato una situazione a macchia di leopardo per i medici in scuola di specialità. Tanti i temi trattati durante la giornata: dalle novità introdotte dal decreto Balduzzi, alla valutazione del danno, dalle caratteristiche di una buona copertura assicurativa alla nuova legge sull assicurazione obbligatoria. In più, durante la giornata, consulenza specializzata e gratuita sulle migliori condizioni assicurative disponibili sul mercato.