NOTE TASSONOMICHE SU ALCUNI BUPRESTIDI ITALIANI (Coleoptera, Buprestidae)

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Transcript:

RIV. PIEM. ST. NAT., 8, 1987: 149-153 GIANFRANCO CURLETTI,', NOTE TASSONOMICHE SU ALCUNI BUPRESTIDI ITALIANI (Coleoptera, Buprestidae) SUMMARY - New considerations on Italian Buprestids. - Upon survey of Types, the Author suggests two new synonymies: Agrilus ater (Linnaeus) (= Agrillus ater ssp. eutenes Obenberger) NOV. SYN. Trachys minutus (Linaeus) (= Trachys miinutus ssp. reflexiformis Obenberger) NOV. SYN. The present work also: - connrms the synonymy of the ssp. mancinii Obenberger with Agrilus convexicollis Kiesenwetter, already proposed by Schaefer (1955); - exclude the presence of Agrilus calcicola Obenberger in Southern and Insular Italy; - challenges the presence in Italy of the following four entities: Sphenoptera circe Obenberger, Meliboeus cryptocerus Kiesenwetter, Agrilus aurichalceus ssp. caenus Obenberger, Trachys dichroa Obenberger; - discusses the taxonomic and geonomic position of Spenoptera pirazzolii Obenberger and Agrilus convexifrons Kiesenwetter. RIASSUNTO - In questo lavoro, previo esame dei Tipi, l'autore propone due nuove sinonimie: Agrilus ater (Linnaeus) (= Agrilus ater ssp. eutenes Obenberger) NOV. SYN. Trachys minutus (Linaeus) (= Trachys miinutus ssp. reflexiformis Obenberger) NOV. SYN. - viene confermata la sinonimia della ssp. mancinii Obenberger di Agrilus convexicollis Kiesenwetter già proposta da Schaefer (1955); - viene esclusa la presenza in Italia meridionale ed insulare di Agrilus calcicola Obenberger; - viene messa in dubbio la presenza in Italia di quattro entità: Sphenoptera circe Obenberger, Meliboeus cryptocerus Kiesenwetter, Agrilus aurichalceus ssp. caenus Obenberger, Trachys dichroa Obenberger; - viene discussa la posizione sistematica e geonernica di Sphenoptera pirazzolii Obenberger e di Agrilus convexifrons Kiesenwetter. Una serie di tipi gentilmente inviatami dal Dr. Bily del Museo Nazionale di Praga e dal Dr. Scherer dello Zoologische Staatssammlung di Miinchen, mi ha permesso un ulteriore passo avanti nella conoscenza di alcune specie descritte dell'area mediterranea e segnalate per la fauna italiana. " Museo Civico di Storia Naturale, c.p. 89-10022 Carmagnola (Italia). 149

Sphenoptera (s. str.) circe Obenberger, 1927 L'Olotipo ed unico esemplare conosciuto di questo taxon differisce da Sphenoptera antiqua I1liger, la specie italiana sistematicamente/più affine, per la forma più allungata e per la scultura delle elitre, meno grossolana, con incisioni longitudinali sottili ed allungate che ricordano quelle di Sphenoptera barbarica (Gmelin). È presente una forte pubescenza sui bordi degli sterni addominali, senza le placche glabre che caratterizzano Sphenoptera antiqua Ill., anche se una zona priva di peli, molto piccola, è presente sul bordo del secondo urosternite. Si tratta di un esemplare molto vecchio, probabilmente di sesso maschile (volutamente non ho rischiato l'estrazione dell'edeago, di scarso significato in questo gruppo), senza data di rinvenimento. La sola indicazione che porta è relativa alla località, peraltro vaga: Sicilia. A mio avviso non è da escludere che questo cartellino, scritto a matita, sia stato aggiunto in un secondo tempo. Da notare che altri due Tipi presi in esame in queste note recano un identico cartellino, sempre scritto a matita, e con la stessa calligrafia (di Obenberger?): si trata della ssp. caenus Obenb. di Agrilus aurichalceus Redt. e di Trachys dichroa Obenb. Sono dell'opinione che queste tre specie possano essere estranee alla fauna italiana e che la loro presenza, alla luce delle attuali conoscenze, possa essere confermata solo mediante il ritrovamento di nuovi esemplari. Sphenoptera (Chil.) pirazzolii Obenberger, 1949 Altra specie conosciuta nel solo Olotipo <3, rinvenuto a Firenze. Si differenzia dalle affini Sphenoptera laportei Saunders e parvula (Fabricius) per le antenne più sottili, per l'apice elitrale meno arrotondato, per la mancanza di ribordo elitrale ai 2/3 apicali e per la forma più globosa del protorace. In particolare si distingue da Sph. laportei per la carena laterale del protorace più curva ed allungata, e da Sph. parvula per la scultura in generale più forte e la forma più cilindrica. Se questi caratteri venissero confermati dall'esame di più copioso materiale, si potrebbe senz'altro confermare la validità della specie. Sarà molto interessante poter rintracciare nella collezione Oberthiir di Tipo di Sphenoptera parvula sensu Castelnau & Gory, 1839 e descritto di Toscana. I vari problemi sistematici legati a questa entità sono già stati affrontati in modo esauriente da Schaefer (1949), ma limitatamente alla fauna transalpina. Non è da escludere che possa trattarsi della specie descritta da Obenberger, nel qual caso si potrebbe disporre di ulteriore materiale di studio. Se anche così fosse tuttavia Sphenoptera parvula (F.) è presente in Italia, come già ho avuto occasione di affermare (1986). Meliboeus cryptocerus Kiesenwetter, 1858 Si tratta di una specie valida, che nulla ha a che vedere con Meliboeus gibbicollis (Illiger), come invece affermato da von Heiden, Reitter e Weise, che ne proposero la sinonimia (cfr. Thery, 1928). I due Paratipi <3 <3 da me visti provengono dalla Grecia. La segnalazione relativa alla Sicilia, dovuta ad Obenberger 150

(1920), e ricordata da Porta (1929), è molto dubbia e a mio avviso deve essere convalidata da ulteriori rinvenimenti. Agrilus ater (Linnaeus, 1767) - ssp. eutenes Obenberger, 1924 n. syn. Le differenze morfologiche basate sull'osservazione di un solo esemplare e invocate dall'autore per creare questa sottospecie sono prive di importanza; si tratta semplicemente di un esemplare molto piccolo e, come spesso succede in questa Famiglia, con tegumenti cianescenti. D'altra parte la perfetta simpatria con la forma tipica conferma questa sinonimia. Agrilus convexicollis Redtembacher, 1849 - ssp. mancinii Obenberger, 1927 L'esame dei due Paratipi a e ~ della ssp. mancinii di Toscana, conservati uno nella collezione Obenberger di Praga e l'altro nel Museo Doria di Genova, mi trova d 'accordo con Schaefer, che già nel 1955 rilevava che le differenze dalla forma tipica sono insignificanti. Agrilus convexifrons Kiesenwetter, 1857 Il problema inerente la validità specifica di questo taxon, segnalato per l'italia nord-occidentale, è destinato a rimanere con ogni probabilità insoluto. Come già mi ha segnalato il Dr. Scherer, dello Zoo1. Staatssammlung di Monaco, dove è conservata la collezione Kiesenwetter, l'olotipo di questa specie proveniente dall'austria è scomparso da tempo è al suo posto sono depositati come «Tipi» undici esemplari a a e ~ ~ provenienti da Sarepta (URSS), che non corrispondono alla descrizione originale e che furono senz'altro aggiunti arbitrariamente da personale non specializzato del Museo. Solo un caso fortuito potrebbe far ritrovare l'esemplare originario, senza il quale è impossibile ogni discussione. Agrilus calcicola Obenberger, 1916 L'esame dell'olotipo ~,proveniente da Mostar, in Erzegovina, mi ha convinto che questa specie non ha nulla a che vedere con gli esemplari di Agrilus di colore scuro finora attribuiti a questa entità e presenti in Calabria e Sicilia. Agrilus calcicola differisce da questi esemplari per la scultura del vertice meno marcata e soprattutto per la forma del pronoto, meno largo e a lati più regolarmente arcuati. La carinula preomerale è corta, curva, nettamente divergente dal bordo del protorace in visione dorsale ed ha origine nel vertice dell'angolo posteriore dei pronoto. Negli esemplari calabro-siciliani invece, la carinula risulta più allungata (arriva quasi a metà del pronoto), più diritta e più marcata, meno divergente dai bordi del pronoto. La sua origine non coincide con l'angolo posteriore, ma è più interna. A mio avviso gli esemplari di Calabria e Sicilia sono da attribuire alla forma tipica di Agrilus aurichalceus Redt. Non ho riscontrato alcuna differenza morfologica apprezzabile e la colorazione melanica non può bastare da 151

sola a giustificare una divisione, anche solamente a livello subspecifico. A rafforzare tale ipotesi è la presenza, da me riscontrata, di forme melaniche sulla catena alpina nord-occidentale ed orientale. Agrilus calcicola Obenb. risulta segnalato anche dell'alto Adige da Hellrigl (1974). Interessante sarà a questo punto lo studio degli esemplari di quest'ultima località, al fine di accertarne l'esatta posizione sistematica. Agrilus aurichalceus ssp. caenus Obenberger, 1924 Potrebbe a mio avviso anche essere un'entità con validità specifica, ma la sua presenza in Sicilia va dimostrata (vedere Sphenoptera circe Obenb.). Trachys minutus (Linnaeus, 1758) - ssp. reflexiformis Obenberger, 1916, n. syn. La ssp. reflexiformis descritta di Spagna (Cancas, Ast., Paganetti leg.) e segnalata dallo stesso Autore anche in Italia (1937), è da mettere in sinonimia con la forma tipica. Cobos (1986), la pone stranamente in sinonimia con Trachys reflexa Gené, benché l'olotipo porti un suo cartellino di determinazione del 1969 in cui lo conferma appartenere alla forma tipica di Trachys minutus (L.). Ritengo doverosa questa precisazione, per evitare, alla luce della sinonimia proposta dallo stimato collega, attribuzioni non giustificate riguardo la presenza di Trachys reflexa Gené in Italia continentale. Trachys dichroa Obenberger, 1916 Questa specie, di cui Trachys tricuspidata Thery di Algeria sarebbe sinonimo (cfr. Thery, 1928), è sistematicamente affine a Trachys troglodytes Gyll. Differisce da quest'ultimo per la colorazione - ha le elitre rosso violetto con capo e pronoto verde brillante -; per l'epistoma non rilevato rispetto al vertice; per la scultura delle elitre più grossolana, formante vaghe strie trasversali; infine per l'apice elitrale, appuntito e leggermente divaricato. L'Olotipo ~ ha come sola indicazione di località la scritta «Italia». A diffe renza però di Sphenoptera circe e della ssp. caenus di Agrilus aurichalceus già menzionati, a favore dell'effettiva presenza in Italia di questo taxon vi sono delle segnalazioni relative alla Sicilia di Trachys tricuspidata Thery da parte di Ragusa (1922). Purtroppo gli esemplari raccolti da Ragusa non sono rintracciabili e risulta quindi impossibile verificarne le determinazioni. Non si può d'altro canto escludere l'ipotesi che possa trattarsi di esemplari di Trachys troglodytes Gyll., non raro in Sicilia, anche questo caratterizzato dall'ultimo sternite addominale avente due nette incisioni che contribuiscono a formare tre denti (tricuspide). A riprova di questa ipotesi c'è il fatto che Trachys troglodytes non risulterebbe segnalato di Sicilia da Ragusa. 152

RINGRAZIAMENTI Ringrazio il Dr. Bily del Museo nazionale di Praga, il Dr. Scherer dello Zool. Staatssammlung di Monaco, il Dr. Poggi del Museo Doria di Genova che mi hanno permesso l'esame dei Tipi qui trattati. Il Dr. Casale del Museo regionale di Torino per la revisione critica del manoscritto. BIBLIOGRAFIA COBOS A., 1986 - Fauna Iberica de Coleopteros Buprestidos. Imp. Aguirre, Madrid, 426 pp. CURLETTI G., 1986 - Coleotteri Buprestidi del Piemonte e Valle Aosta. Supplem., Riv. Piem. St. Nat., Carmagnola, VII: 113-118. HELLRIGL K., 1974 - Die Prachkafer Sudtirols., Koleopt. Runds., Wien, 51: 56-79. OBENBERGER J., 1920 - Remarques et rectifications systematiques concernant la famille des Buprestides, Bull. Soc. entom. Fr., Paris, 1920: 189-191. OBENBERGER J., 1926-37 - Coleopterorum Catalogus W. Junk. Buprestidae, Ed. Schenkling, Berlin, VI VoI.: 1715 pp. PORTA A., 1929 - Fauna Coleopterorum Italica, Fam. LVIII, Piacenza, III: 380-410. RAGUSA E., 1922 - Coleotteri nuovi o poco conosciuti della Sicilia, senza indie., 1-10. SCHAEFER L., 1949 - Les Buprestides de France. Fam. LVI, Miscell. Entomol. Suppl., Paris, 511 pp. SCHAEFER L., 1955 - Les Buprestides de France. Supplement, Miscell. Entomol., Paris, 48: 1-41. THÉRY A., 1928 - Etudes sur les Buprestides de l'afrique du nord, Mém. Soc. Sci. Nat. Maroc., Rabat, 586 pp. 153