Notizie diverse di ritrovamenti protostorici nel Veronese

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Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 37, 2013 Geologia Preistoria: 3-12 Notizie diverse di ritrovamenti protostorici nel Veronese LUCIANO SALZANI già Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto Abstract Various Notes on Protohistoric Findings in the Veronese Area. The article presents brief reports on some findings in the province of Verona: it describes two Bronze Age graves from the necropolis of Bovolone, some Bronze Age metal finds from the Garda Lake, some Copper Age stone finds from Chieve/Monte Comun di Negrar, some Iron Age graves from Bevilaqua, and two Iron Age axes from the Valli Grandi Veronesi. Key words: Findings, Province of Verona, Copper Age, Bronze Age, Iron Age. Riassunto Notizie diverse di ritrovamenti protostorici nel Veronese. L articolo presenta le brevi segnalazioni di alcuni ritrovamenti fatti nella Provincia di Verona. Vengono illustrati due tombe dell età del Bronzo dalla necropoli di Bovolone, alcuni reperti metallici dell età del Bronzo dal Lago di Garda, alcuni reperti litici dell età del Rame da Chieve/Monte Comun di Negrar, alcune tombe dell età del Ferro da Bevilacqua e due asce dell età del Ferro dalle Valli Grandi Veronesi. Parole chiave: Ritrovamenti, Provincia di Verona, età del Rame, età del Bronzo, età del Ferro. Vengono raccolte in questo articolo alcune brevi segnalazioni di ritrovamenti di diverse epoche e località della provincia di Verona 1. Bovolone. Due urne inedite dalla necropoli Nel riordino dei magazzini a Verona del Nucleo Operativo della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto sono state rintracciate le urne delle tombe, che nella recente pubblicazione della necropoli di Bovolone erano state indicate come temporaneamente non reperibili (salzani 2010: 99 e 111). Vengono ora presentate in questa breve nota per dare una completezza alla documentazione già pubblicata. 1. Negli anni 70 e 80 del secolo scorso sul Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Verona vi era una benemerita rubrica dal titolo Note Brevi. In essa trovavano sede le segnalazioni di reperti archeologici da tempo sepolti nei magazzini, che correvano il rischio di essere completamente dimenticati, e vi era anche la presentazione di recenti recuperi di gruppi di materiali, quantitativamente troppo esigui per permettere l estensione di ampi studi. Uno dei meriti di questa rubrica è stato quello di delineare nel corso degli anni un quadro di documentazioni archeologiche di varie epoche, che fanno della provincia di Verona quasi una zona campione per la Preistoria e Protostoria del Veneto. Nella scia di questa tradizione e col medesimo spirito vengono presentate in questo articolo le notizie di alcuni ritrovamenti. Tomba 109 Urna (fig. 1,1). Vaso biconico con orlo rientrante, non distinto, spalla arrotondata e fondo piano. Il collo è a profilo leggermente concavo e il ventre è a profilo convesso. Alla base del collo sono impostate due anse tubolari, ad anello orizzontale. Sulla spalla vi è la decorazione di due archetti plastici. Diam. orlo cm 17,5; diam. fondo cm 10; alt. cm 22,3. I.G. VR 84658. Coperchio (fig. 1,1). Scodella carenata con orlo esoverso, non distinto, collo concavo e vasca a profilo convesso. Manca il fondo. Sull orlo e sulla carena è impostata un ansa a nastro verticale intenzionalmente fratturata. Il bordo, nella parte prossimale all ansa, è decorato da una serie di tacche. Diam. orlo cm 21,5; alt. cm 10. I.G. VR 84659. Tomba 134 Urna (fig. 1,2). Orciolo con orlo esoverso, non distinto, spalla arrotondata e fondo piano. Il collo è a profilo concavo e il ventre è a profilo convesso. Sulla spalla è impostata un ansa a nastro verticale e sulla parte contrapposta si trovano cinque bugnette disposte orizzontalmente. Diam. orlo cm 20,5; diam. fondo cm 11; alt. cm 17,5. I.G. VR 84660. Coperchio (fig. 1,2). Scodella troncoconica con orlo appiattito, pareti a profilo convesso e fondo piano. Sotto l orlo è impostata una presa a linguetta. Diam. orlo cm 20; diam. fondo cm 8; alt. cm 6,3. I.G. VR 84661.

4 LUCIANO SALZANI Fig. 1 Necropoli di Bovolone: 1) Urna e coperchio della tomba 109; 2) urna e coperchio della tomba 134. (1/6 gr. nat.). Fig. 1 Necropolis of Bovolone: 1) urn and lid of grave 109; 2) urn and lid of grave 134. (1/6 full size). Le due tombe si trovano nella parte più settentrionale della necropoli, da cui provengono tombe che globalmente vanno attribuite all età del Bronzo Recente. Ciò è confermato anche dalla tipologia dei vasi di queste due tombe. La tipologia dell urna della Tomba 109 rientra in una lunga tradizione di vasi biconici caratteristici in particolare della necropoli di Bovolone e inquadrabili nelle fasi avanzate della media età del Bronzo e nell età del Bronzo Recente. L urna della Tomba 134 è un tipo di orciolo a profilo articolato databile all età del Bronzo Recente. Lago di Garda (Bor di Pacengo?) In una precedente nota è stata presentata parte dei manufatti di bronzo recuperati nel febbraio del 1995 in un operazione del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale lungo le sponde orientali del Lago di Garda (salzani 2011: 68-76). 2 Viene ora data notizia di un altro gruppo di reperti, che erano conservati presso un abitazione di Lazise e che furono recuperati in quell occasione. Allora non si era riusciti ad ottenere nessuna informazione circa le circostanze e la località di rinvenimento e per questo era stata data l indicazione generica di provenienza dal Lago di Garda (fozzati, salzani 1996: 9-13). Ad anni di distanza è stato fatto un tentativo per acquisire qualche notizia più precisa sulla provenienza. Si è venuti a sapere che a memoria del proprietario della casa quei materiali si trovavano lì da sempre e che da tradizione trasmessa in famiglia sarebbero stati recuperati a Pacengo, nel lago davanti al cimitero, dai nonni che avevano lavorato per la famiglia Balladoro nella villa padronale in quel paese. La conferma che i reperti siano stati rinvenuti in vecchia data risulta dal fatto che essi erano applicati su dei cartoni secondo una consuetudine comune durante la fine del 1800. Nel Museo Civico di Verona si conservavano applicati su vari cartoni i reperti delle collezioni De Stefani e Balladoro. Dunque, permane ancora una qualche incertezza sulla provenienza di questi materiali, ma l indicazione della palafitta di Bor di Pacengo è abbastanza probabile. 1. Pugnale a base semplice tipo Mincio (fig. 2,1). La base ha i margini ad arco semicircolare con i fori di 5 chiodi. La lama è allungata, a sezione lenticolare. La base è decorata da tre file orizzontali di triangoli pendenti verso la lama, che presenta dei fasci di solcature convergenti e paralleli ai tagli. L. cm 24,6. I.G. VR40543. Bronzo Antico II. 2. Pugnale a base semplice tipo Capurso, varietà A (fig. 2,2). La base è a contorno ogivale con tre chiodi. La lama è triangolare con costolatura centrale e sezione romboidale. L. cm 14. I.G. VR40554. Bronzo Medio 2/3. 3. Pugnale a base semplice tipo Povegliano (fig. 2,3). Ha la base larga di forma trapezoidale con i fori di due chiodi. La lama è di forma triangolare con costolatura mediana. L. cm 10. I.G. VR40551. Bronzo Medio 2. 4. Pugnale a base semplice semicircolare con i fori di due chiodi (fig. 2,4). La lama è frammentata. L. cm 4,7. I.G. VR40554. Bronzo Medio 2/3. 5. Pugnale a codolo tipo Pieve S. Giacomo (fig. 2,5). Ha la base semicircolare, espansa e distinta dalla lama, con un breve codolo a spina. La lama presenta una lieve costolatura mediana ed ha una sezione romboidale. L. cm 9,5. I.G. VR40553. Bronzo Recente. 6. Pugnale a codolo piatto con base trapezoidale, di- 2. Ringrazio ancora una volta il dott. L. Fozzati, che mi ha affidato la presentazione di questi reperti.

NOTIZIE DIVERSE DI RITROVAMENTI PROTOSTORICI NEL VERONESE 5 Fig. 2 Lago di Garda (Bor di Pacengo?): reperti in bronzo (1/2 gr. nat.). Fig. 2 Garda Lake (Bor di Pacengo?): bronze finds (1/2 full size).

6 LUCIANO SALZANI Fig. 3 Lago di Garda (Bor di Pacengo?): reperti in bronzo (1/2 gr. nat.). Fig. 3 Garda Lake (Bor di Pacengo?): bronze finds (1/2 full size).

NOTIZIE DIVERSE DI RITROVAMENTI PROTOSTORICI NEL VERONESE 7 stinta, e con due chiodi. (fig. 2,6). La lama presenta una costolatura mediana e sezione romboidale. L. cm 12,8. I.G. VR40560. Bronzo Medio 3. 7. Pugnale a lingua da presa tipo Cascina (fig. 2,7). Ha una lingua da presa con margini rilevati, spalle ad andamento concavo, il foro di un chiodo alla base della lama, che è allungata e a sezione romboidale. L. cm 17. I.G. VR40570. Bronzo Recente. 8. Pugnale a lama triangolare allungata, con costolatura mediana e sezione romboidale (fig. 2,8). Manca la base. L. cm 16,7. I.G. VR40505. 9. Arpione con punta ad uncino e base ripiegata e frammentata (fig. 2,9). L asta presenta una doppia piegatura ed ha sezione quadrangolare. L. cm 23,6. I.G. VR40555. 10. Arpione con punta ad uncino e base ripiegata a rotolo (fig. 2,10). L asta presenta una doppia piegatura ed ha sezione rettangolare. L. cm 23,6. I.G. VR40549. 11. Arpione con punta ad uncino e base ripiegata e frammentata (fig. 2,11). L asta presenta una doppia piegatura ed ha sezione quadrangolare. L. cm 22,2. I.G. VR40550. 12. Spillone a rotolo (fig. 3,12). L. cm 14. I.G. VR40567. 13. Spillone a rotolo (fig. 3,13). Il gambo è piegato. L. cm 7. 14. Spillone con capocchia a remo (fig. 3, 14). L. cm 11,8. I.G. VR40564. Bronzo Antico. 15. Spillone con capocchia a remo (fig. 3, 15). La parte inferiore del gambo è ritorta. L. cm 11,1. I.G. VR40548. Bronzo Antico. 16. Spillone con capocchia perforata obliquamente, varietà C (fig. 3,16). L. cm 13,3. I.G. VR40556. Bronzo Medio 2. 17. Spillone con capocchia perforata obliquamente, varietà C (fig. 3,17). Il gambo presenta due fasci trasversali di incisioni. L. cm 21,3. I.G. VR40569. Bronzo Medio 2. 18. Spillone con capocchia perforata obliquamente, varietà C (fig. 3,18). L. cm 10. I.G. VR40566. Bronzo Medio 2. 19. Spillone a tre anelli, varietà A (fig. 3,19). L. cm 15,5. I.G. VR40558. Bronzo Medio 2/3. 20. Spillone a spirale tipo Bacino Marina, varietà C (fig. 3,20). La capocchia con cappi a 8 è frammentata. L. cm 13,7. I.G. VR40568. Bronzo Recente. 21. Spillone con capocchia biconica e collo con perforazione ad asola, tipo Boccatura del Mincio (fig. 3,21). L. 9,6. Bronzo Recente. 22. Spillone tipo Sover, con capocchia globulare schiacciata e collo decorato da un fascio di incisioni trasversali e da un fascio di incisioni a spina di pesce (fig. 3,22). L. cm 15,8. I.G. VR40557. Bronzo Finale. 23. Spillone tipo Torri d Arcugnano, con capocchia biconica e sul collo due fasci di incisioni oblique contrapposte (fig. 3,23). L. cm 13,4. I.G. VR40565. Bronzo Finale. 24. Spillone con capocchia biconica decorata da un incisione trasversale, collo sagomato con una zona centrale cilindrica e una costolatura orizzontale (fig. 3,24). L. cm 8,2. I.G. VR40563. Inizi età del Ferro. 25. Fibula ad arco di violino con staffa di filo ripiegato. L arco è di filo a sezione quadrangolare e l ardiglione presenta una serie di tacche (fig. 3,25). L. cm 7,5. Bronzo Recente. 26. Fibula ad arco di violino, È conservata solo parte dell arco a tortiglione (fig. 3,26). L. cm 7,2. Bronzo Recente. 27. Bottone biconico cavo (fig. 3,27). L. cm 2. I.G. VR40547. Bronzo Recente. 28. Lunula di lamina di forma semilunata con due fori nella parte mediana e con le estremità frammentate. Al centro e ai lati è decorata da fasci trasversali di incisioni a spina di pesce (fig. 3,28). L. cm 9,7. I.G. VR40552. Bronzo Antico 1. 29. Amo a punta uncinata (fig. 3,29). L. cm 6,1. I.G. VR40562. 30. Amo a punta uncinata (fig. 3,30). L. cm 7,2. I.G. VR40561. 31. Scalpello a sezione quadrangolare (fig. 3,31). L. cm 11,5. I.G. VR40559. 32. Punta a sezione quadrangolare con un lato arrotondato (fig. 3,32). L. cm 10,1. I.G. VR40546. I materiali presentati si inquadrano nell ampio arco cronologico tra l antica età del Bronzo e l età del Bronzo finale e confermano ancora una volta l importanza dei siti palafitticoli della sponda orientale del Lago di Garda. È senz altro auspicabile la ripresa del progetto di indagine globale con metodologie moderne delle palafitte del Garda, ideato da Luigi Fozzati, anche per salvare quanto è rimasto dalle ricerche ottocentesche e dal saccheggio operato da ricercatori non autorizzati. Chieve/Monte Comun (Negrar) Nella primavera del 2011 sono stati consegnati alla Soprintendenza alcuni reperti litici provenienti da ricerche non autorizzate nel sito di Monte Comun. La zona archeologica era nota per una breve segnalazione di un recupero di reperti avvenuto nel 1982 sulla sommità di un piccolo colle posto presso il margine orientale della vallecola in cui è situata la frazione di Chieve (salzani 1982-83: 19-20). Si è colta l occasione per effettuare nuovi sopralluo-

8 LUCIANO SALZANI Fig. 4 Chieve/Monte Comun: reperti litici (1/2 gr. nat.). Fig. 4 Chieve/Monte Comun: stone finds (1/2 full size).

NOTIZIE DIVERSE DI RITROVAMENTI PROTOSTORICI NEL VERONESE 9 ghi nel settembre del 2011, nei quali si è potuto constatare che l area, fittamente boscata, era stata interessata da scavi abusivi. In questo punto il versante orientale della vallecola è costituito da una parete verticale a strapiombo, nella quale si apre un lungo riparo sottoroccia denominato Coal Alto. All interno del riparo non è stata individuata stratigrafia archeologica. Invece, sul colle soprastante, all interno delle fosse aperte dagli abusivi, lo strato archeologico risulta abbastanza superficiale. Inoltre, si è potuto identificare quasi con certezza che l area corrisponde con il sito di Chieve a nord est del paese di Negrar, scoperto nel gennaio del 1876 e subito segnalato da Pietropaolo Martinati nel discorso di prolusione all Esposizione Preistorica Veronese del febbraio dello stesso anno, probabilmente contemporaneo all officina di Rivole (martinati 1876: 198). La localizzazione corrisponde in qualche modo con il punto segnato (n. 37) nella Carta Archeologica presentata all Esposizione Preistorica Veronese, anche se può trarre in inganno la descrizione nell allegata tabella illustrativa ( Negrar. Deposito appena esplorato di selci lavorate e cocci. Indizî di selci lavorate a nord-ovest della Chiesa di Negrar ) (facchi 2005: 313). È probabile che la seconda parte della descrizione si riferisca ad un area diversa, come chiarisce anche il termine indizi che non si addice ad un sito esplorato. I materiali della collezione Martinati provenienti da Chieve furono presentati all Esposizione Preistorica Veronese (nn. 42-49) e la loro breve descrizione nel catalogo permette solo una generica attribuzione all età del Rame (goiran 1876: 28). I reperti recentemente consegnati sono chiaramente frutto di una precisa selezione tra tutto il materiale che deve essere stato portato alla luce. Vi sono una grande lama di pugnale in selce con base a peduncolo e fratturata alla punta (fig. 4,1 ), due tranchets campignani (fig. 4,4-5 ), due elementi di falcetto (fig. 4,2-3 ), quattro cuspidi di freccia a peduncolo e spalle, una delle quali è di forma a triangolo allungato (fig. 4,7-10) e una piccola accetta in pietra verde levigata (fig. 4,6). Tutto questo complesso di strumenti litici può essere attribuito ad una fase non iniziale dell età del Rame. Tombe paleovenete da Bevilacqua Nel 1992 i lavori di sbancamento per la costruzione di un quartiere nei pressi della stazione ferroviaria hanno distrutto un gruppo di sepolture ad incinerazione dell età del Ferro. Purtroppo, nessuna segnalazione del rinvenimento è giunta alla Soprintendenza; solo alcuni anni più tardi è stata pubblicata la descrizione del rinvenimento (moro 1999: 31-36) e contestualmente i materiali sono stati consegnati alla Fondazione Fioroni di Legnago, che ha provveduto con tempestività a trasmetterli alla Soprintendenza. Le notizie che ora vengono presentate sono riprese dalla prima pubblicazione del recupero. Le tombe, almeno una decina, erano poste sulla sommità di un dosso sabbioso, lungo un allineamento da nord est a sud ovest ed erano alla distanza di un paio di metri una dall altra. Vi erano anche pozzetti contenenti terra di rogo e ai loro margini erano deposti i vasi delle sepolture. Presso una tomba sono state notate delle ossa di grosse dimensioni, non combuste, riferibili forse ad un cavallo. Numerosi vasi sono andati rotti e dispersi durante i lavori e il loro recupero è stato molto parziale. Sono state notate in particolare due tombe, distanti tra loro circa un metro e situate nei pressi di un pozzetto con terra di rogo. La Tomba 1 era del tipo a dolio, con due vasi inseriti uno nell altro e deposti all interno del dolio stesso. La Tomba 2 era deposta in una fossa terragna ed era costituita dall urna cineraria e da due vasi di corredo. Nel pozzetto a fianco, tra la terra di rogo, sono stati recuperati una cuspide di freccia in selce e un fermaglio di cintura. Nell area delle altre tombe sono stati recuperati anche i frammenti di una piastra di cintura e un bracciale. Non tutti i materiali descritti sono stati consegnati. I materiali della Tomba 2 sono stati consegnati ancora inglobati nel terreno ed è stato possibile eseguire il microscavo in laboratorio. Tomba 2 L urna risultava molto frammentata e conteneva al suo interno: nella parte superiore i frammenti del coperchio e terra d infiltrazione; nella parte centrale le ossa combuste; nella parte inferiore l arco di una fibula, l ardiglione e uno spillone, disposti ordinatamente uno accanto all altro. Urna (fig. 5,1). Vaso situliforme cordonato con piede distinto. L orlo è esoverso, leggermente ripiegato verso il basso; il collo è troncoconico; la spalla è carenata e il corpo troncoconico è a profilo leggermente convesso, sul quale una serie di cordoni orizzontali delimita delle zone rosse e nere. Diam. orlo cm 19; diam. piede cm 11; alt. cm 27,5. Coperchio (fig. 5,2). Scodella a labbro rientrante e profilo sinuoso e fondo piano. Diam. orlo cm 17,5; diam fondo cm 6,5; alt. cm 6,5. Fibula in bronzo (fig. 5,3), intenzionalmente spezzata in due parti. È del tipo ad arco serpeggiante a gomito, con un occhiello e lunga staffa. L. cm 12. Spillone (fig. 5,4) a rotolo leggermente ripiegato all indietro. È privo della punta. L. cm 10,6. Vaso troncoconico (fig. 5,5) privo dell orlo. Diam. fondo cm 7; alt. cm 9,8. All interno conserva una tazza

10 LUCIANO SALZANI Fig. 5 Bevilacqua: reperti da tombe (nn. 1,2,5,6,7 = 1/3 gr. nat.; gli altri = 1/2 gr. nat.) Fig. 5 Bevilacqua: finds from graves (Nr. 1,2,5,6,7 = 1/3 full size; the others = ½ full size).

NOTIZIE DIVERSE DI RITROVAMENTI PROTOSTORICI NEL VERONESE 11 monoansata a corpo ovoide e fondo piano (fig. 5,6). Diam. orlo cm 6; diam. fondo cm3; alt. cm 4,7. Olletta (fig. 5,7) tronco ovoide con orlo esoverso e fondo piano. Diam. orlo cm 8,5; diam. fondo cm 4,5; alt. cm 11,5. Pozzetto Cuspide di freccia (fig. 5,9) in selce, a base concava e alette. L. cm 3. Fermaglio di cintura (fig. 5,8) traforato a giorno, costituito da quattro anelli, saldati tra loro a formare un quadrato, e da un listello laterale con due fori per i ribattini. Misure: cm 4 x 4,3. Materiali sparsi Bracciale (fig. 5,10) di verga a sezione ovale e a capi aperti e rastremati. È decorato da fasci di incisioni trasversali, alternati a motivi a X. Diam. cm 5,2. Frammenti di lamina di piastra rettangolare di cintura (fig. 5,11). Sono decorati da fasci di incisioni e da motivi realizzati da file di punti. La tipologia dell urna e degli elementi di corredo permette di datare la tomba intorno al 600 a. C. (fase di passaggio dal II al III Periodo). Il fermaglio di cintura ha un preciso riscontro nel corredo della tomba 2a della necropoli di Ca del Ferro a Oppeano (zorzi 1951-52, Tav. VII, 5), ma il tipo sembra poco diffuso in area veneta e maggiormente documentato in area medio adriatica. La cuspide di freccia in selce ha una tipologia che può essere attribuita all antica età del Bronzo ed è stata deposta nella tomba come amuleto, secondo una tradizione ben diffusa nell età del Ferro (zampieri 2006: 129-139). di setto di divisione, con largo incavo arcuato nel tallone, con breve spalla obliqua e lama subtrapezoidale a margini leggermente concavi divaricati verso il taglio arcuato. Lungh. cm 18,4; largh. cm 9,3. I.G. VR 84662. L ascia viene datata al VII secolo a. C. (carancini 1984: 118). La seconda ascia (fig. 6,2) è stata scoperta nel 1940-41 da Gino Cagnoni nello scavo per la costruzione di un rifugio antiaereo vicino agli edifici rurali di Corte Valle Vecchia (Castagnaro). L ascia a lungo fu dimenticata in soffitta, fino a quando nel 2011 fu ritrovata dagli eredi nello sgombero della casa e fu subito consegnata alla Soprintendenza. Ascia ad alette superiori prive di setto di divisione, con tallone rettilineo, con alette convergenti verso il basso e occhiello laterale, con spalla marcata, larga, con lama trapezoidale a margini quasi diritti e tagliente arcuato. Lungh. cm 18,5; largh. cm 10,3. I.G. VR 84663. L ascia viene datata tra la metà del VII secolo e il terzo quarto del VI secolo a. C. (carancini 1984: 140). Le due asce rientrano tra i rinvenimenti isolati, privi Due asce dell età del Ferro dalle Valli Grandi Veronesi Il territorio delle Valli Grandi Veronesi durante la media e recente età del Bronzo presenta una fitta rete di villaggi e necropoli che documentano la fase di massimo sviluppo insediativo dell area; invece, nelle fasi successive questo stesso territorio risulta quasi spopolato. Per questi motivi può rivestire un certo interesse la segnalazione anche di questi singoli rinvenimenti dell età del Ferro, avvenuti diversi decenni fa ma ancora quasi sconosciuti. La prima ascia (fig. 6,1) è stata portata alla luce da arature profonde in località Stanghelle (Villa Bartolomea) ed è già stata segnalata da Maria Fioroni (fioroni 1965: 48), poi ripresa da Lanfranco Castelletti (castelletti 1970: 250) e infine pubblicata da Gian Luigi Carancini con indicazione errata di provenienza (carancini 1984: 117, n. 3563). Ascia ad alette superiori prive Fig. 6 Valli Grandi Veronesi: n. 1 (Stanghelle); n. 2 (Valle Vecchia) (1/4 gr. nat.). Fig. 6 Valli Grandi Veronesi: nr. 1 (Stanghelle); nr. 2 (Valle Vecchia) (1/4 full size).

12 LUCIANO SALZANI di contesto, e per questo anche di difficile interpretazione. Si può osservare che le località di rinvenimento sono lontane da insediamenti protostorici noti e che durante l età del Ferro le Valli Grandi Veronesi erano divenute zona paludosa e umida. Ciò non fa escludere l ipotesi interpretativa che si tratti di offerte votive alle acque. Bibliografia CARANCINI G.L. 1984, Le asce nell Italia continentale II, PBF, IX, 12. CASTELLETTI L. 1970, Materiale preistorico del Museo Fioroni a Legnago, Sibrium, 10, pp. 249-261. FACCHI A. 2005, La prima carta archeologica del Veronese, in Archeologia e idrografia del Veronese a cent anni dalla deviazione del fiume Guà (1904-2004). Il Museo Archeologico di Cologna Veneta e le prime ricerche archeologiche nella pianura veronese, Atti della Giornata di Studi La Necropoli del Fiume Nuovo, Cologna Veneta 15 maggio 2004 ( a cura di G. Leonardi e S. Rossi), Saltuarie del Piovego, 6, pp. 303-314. FIORONI M. 1965, Armi bianche del Museo Fioroni, Verona. FOZZATI L., SALZANI L. 1996, Reperti in bronzo dal Lago di Garda, Scheda 1, Restituzioni 96, Banco Ambrosiano Veneto, pp. 9-13. GOIRAN A. 1876, Catalogo degli oggetti presentati all Esposizione Preistorica Veronese inaugurata il 20 Febbrajo 1876, Verona. MARTINATI P.P. 1876, Storia della Paletnologia veronese, Atti e Memorie Accademia di Agricoltura, Scienze, Lettere ed Arti Verona, LIII, pp. 169-206. MORO G. 1999, Itinerario storico nella provincia veneta. Bevilacqua e Marega, Comune di Bevilacqua. SALZANI L. 1982-1983, Aggiornate con le recenti ricerche le conoscenze sull antica frequentazione dell uomo in Valpolicella, Annuario Storico della Valpolicella, pp. 5-20. SALZANI L. 2010, La necropoli dell età del Bronzo di Bovolone, Memorie Museo Civico Storia Naturale di Verona, 2. Serie, Sezione Scienze dell Uomo, 10. SALZANI L. 2011, Lazise. Bronzi dalle palafitte di Pacengo, Quaderni di Archeologia del Veneto, XXVII, pp. 68-76. ZAMPIERI A, 2006, Manufatti litici nei corredi funebri dell età del Ferro nell Italia nord orientale, Padusa, XLVII, pp. 129-139. ZORZI F. 1951-52, Necropoli della Civiltà Atestina a Ca del Ferro di Oppeano, Atti e Mem. Acc. Agr. SS. LL di Verona, serie VI, vol. II, pp. 15-56. Indirizzo dell autore LUCIANO SALZANI, via D. Milani 6, 37029 - S. Pietro in Cariano - email: san.pedro@libero.it