Lungo le antiche mura passeggiata lungo il tracciato delle mura di selenite: la prima cinta muraria di Bologna

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Giornate europee del patrimonio 2016 Lungo le antiche mura passeggiata lungo il tracciato delle mura di selenite: la prima cinta muraria di Bologna Bologna 24 settembre 2016 SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LA CITTA METROPOLITANA DI BOLOGNA E PER LE PROVINCE DI MODENA REGGIO EMILIA E FERRARA

La colonia di diritto latino di Bononia, fondata nel 189 a C., al momento della sua fondazione fu oggetto di un attenta pianificazione urbanistica che dovette prevedere sia la scelta della posizione sia la sua estensione. Fin dalle origini Bononia occupa un area all incirca quadrangolare, suddivisa in isolati rettangolari disposti nel senso della lunghezza, incentrati sul cardine massimo (via Galliera, Val D Aposa) e sul decumano massimo (via Rizzoli, Ugo Bassi), quest ultimo dal 187 a.c. coincidente con il percorso cittadino della strada consolare Aemilia. La fascia di isolati centrali disposti lungo il cardine massimo fu destinata a ricevere i più importanti edifici pubblici.

La città romana, con impianto quadrangolare costituito da un reticolo di strade che delimitano isolati di forma allungata, in età tardoantica si riduce lasciando parte della città esterna al circuito murario appena costruito. La città tardoantica mantiene all interno della cinta difensiva gli isolati centrali disposti lungo l asse del cardine massimo che ospitavano i principali edifici pubblici della colonia, tra cui il teatro a sud, la basilica e i templi affacciati sul foro. In età altomedievale la città si amplia nuovamente dotandosi di un altro sistema difensivo, la cosiddetta cerchia dei Torresotti. Il teatro romano di Bologna

Fig. 2. Le strutture del teatro nell isolato attuale di Via Carbonesi-Piazza dei Celestini. Fig. 1. Planimetria di Bononia romana. La prima fase costruttiva del teatro, databile entro l'80 a.c., corrisponde all'impianto di fondazione. L'emiciclo del teatro, di circa 75 m di diametro, era dotato di una struttura interamente autoportante, fondata su una fitta serie di murature radiali e concentriche costruite a vista entro un vasto cavo di fondazione, progressivamente reinterrato in corso d'opera. Di particolare interesse la tecnica edilizia impiegata che prevedeva l uso sistematico dell arenaria: grandi lastre squadrate pavimentavano il piano dell orchestra, piccole scaglie componevano l opus caementicium delle fondazioni mentre per gli alzati delle murature vennero impiegati sia blocchetti tronco-piramidali per il rivestimento esterno in opus incertum sia parallelepipedi come rinforzo angolare Le gradinate (gradationes) si sviluppavano lungo la parete semicircolare ed erano costituite da bassi sedili a gradino in laterizio, che si sviluppavano con una lieve pendenza. Tra i settori delle gradinate dovevano poi aprirsi gli sbocchi dei corridoi rettilinei che, risalendo a rampa piana, fungevano da ingressi secondari (almeno quattro) per gli spettatori. Fig. 3. Planimetria della fase di età repubblicana del teatro. Fig. 4. Ricostruzione del prospetto esterno del teatro nella fase di età repubblicana. Fig. 5. Vista del prospetto esterno in corso di scavo Fig. 6. Le fondazioni in corso di scavo.

Fig. 7. Planimetria della fase imperiale del teatro Intorno alla metà del I sec. d.c. l edificio fu radicalmente trasformato e visse la sua seconda fase costruttiva Gli interventi mirarono sia ad ampliare la capienza dell'emiciclo sia ad abbellirne la veste esteriore, così da adeguarlo a tipologie architettoniche più aggiornate ed evolute rispetto alla vecchia tradizione costruttiva di età repubblicana. Al vecchio anello in opus incertum fu addossata una serie di nuovi muri radiali, lunghi circa 9 m e dotati di imponenti fondazioni, che dovevano sostenere gli alzati di selenite in opera quadrata. Ciò consentì l ampliamento dell emiciclo che raggiunse i 93 m di diametro e gli 11 m circa in altezza. Fig. 8. Le fondazioni dei muri radiali di età imperiale addossate al prospetto esterno di età repubblicana. Anche l'orchestra dovette subire qualche modifica, con l'allargamento del diametro a 21 m e una nuova pavimentazione probabilmente in lastre di marmo. Alle opere strutturali si accompagnarono interventi sull apparato decorativo, la cui ricchezza ed elaborazione traspaiono dai pochi resti che si sono conservati, tra cui mosaici pavimentali e parietali, stucchi e affreschi con decorazioni vegetali che ornavano le grandi camere con copertura a volta situate nell ordine inferiore della cavea. Fig. 9. Muro radiale di età imperiale in blocchi di selenite,. Fig. 10. Statua loricata in marmo probabile raffigurazione dell imperatore Nerone.