II. COME SI COMPORTA IL CRISTIANO NEL LAVORO?

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II. COME SI COMPORTA IL CRISTIANO NEL LAVORO? Lavorando, il cristiano, oltre che ottenere e completare i già citati aspetti positivi,validi per ogni persona: 1 realizza la propria identità di essere umano creato ad immagine di Dio. Il lavoro appartiene alla condizione originaria dell uomo, costituito da Dio custode del creato, e precede il peccato originale : non è perciò né punizione né maledizione. 2 collabora con il disegno provvidenziale di Dio creatore e redentore: Dio chiama l uomo a coltivare e custodire (GEN 2, 15) i beni da lui creati. L uomo non è il padrone, ma l amministratore, il fiduciario, chiamato a riflettere il proprio lavorare,l impronta di Colui del quale egli è l immagine. 3 imita Gesù Cristo, l artigiano di Nazareth, che dedicò al lavoro manuale la maggior parte degli anni della sua vita sulla terra 4 coopera con Lui nella sua opera redentrice : seguendo gli insegnamenti di Cristo e della chiesa sul lavoro, e lavorando

con impegno e sofferenza, il cristiano si mostra come disce polo di Cristo portando la Croce ogni giorno 5 riconosce che il lavoro, nella sua fatica e sofferenza, è segno e frutto del peccato originale : da allora il suolo si fa avaro, ingrato, sordamente ostile ( GEN 4,12), comporta sudore della fronte dell uomo ( GEN 3,17.29 ) 6 s impegna con gli altri a eliminare o almeno a far diminuire gli aspetti negativi del lavoro 7 partecipa all arte della saggezza divina, e rende più bello il creato, il cosmo già ordinato da Dio padre 8 aiuta i deboli e i bisognosi 9 santifica se stesso e gli altri 10 riconosce che il lavoro è essenziale, ma che Dio, e non Il lavoro, la fonte della vita ed il fine dell uomo 11 rende gloria a Dio 12 ritrova un occasione di contemplazione e di preghiera : ORA ET LABORA ( Prega e lavora ) 13 serve la comunità familiare e sociale secondo i disegni di Dio 14 costruisce il regno di Dio. VIII. CHE COSA ESIGE LA SOLIDARIETA NEL LAVORO?

La solidarietà esige : 1 l impegno di ciascuno a collaborare con gli altri nel realizzare e migliorare le condizioni di lavoro e della società 2 l equa ripartizione dei beni e dei frutti del lavoro 3 l impegno per un ordine sociale più giusto,nel quale le tensioni e i conflitti siano risolti con il negoziato e il dialogo 4 la collaborazione fra tutti : fra ricchi e poveri, fra inprendi tori e dipendenti, fra nazioni e popoli, rigettando l odio e la lotta di classe degli uni contro gli altri 5 la possibilità di libere associazioni( ad es. sindacali, imprendi toriali ) evitando eccessive rivendicazioni corporativistiche 6 l impegno a favore dei più poveri 7 la valorizzazione degli aspetti positivi della globalizzazione, al fine di raggiungere un umanesimo del lavoro a livello planetario 8 la virtù della solidarietà,la quale attua la condivisione dei beni spirituali ancor più di quelli materiali.

IX. QUALI TIPI DI PRIMATI SONO DA RISPETTARE NEL CAMPO DEL LAVORO? Va rispettato il primato : 1 dell uomo sul lavoroe sulle cose 2 dello spirito sulla materia 3 dell etica sulla tecnica: non tutto ciò che è tecnicamente fattibile è anche assolutamente accettabile 4 del lavoro sul capitale, il quale rimane solo uno strumento del lavoro. Nello stesso tempo esiste tra lavoro e capitale una certa complementarietà: né il capitale può stare senza lavoro, né il lavoro senza capitale 5 della destinazione universale dei beni sulla pur legittima libertà sia di iniziativa economica, sia di proprietà privata. X. DOVE SI FONDA E CHE COSA COMPORTA LA DESTINAZIONE UNIVERSALE DEI BENI? La destinazione universale dei beni: 1 si fonda sul fatto che Dio, creando, ha dato la terra, con tutti i suoi beni a tutto il genere umano 2 comporta: a) l equa distribuzione dei beni all interno di ogni paese e

tra i paesi b) la corresponsabilità di tutti verso il creato e verso le generazioni passate, presenti e future c) il fatto che l autorità statale si ponga al servizio di ciascuno e di tutti. XI. QUALI CARATTERISTICHE HA IL DIRITTO DELLA PERSONA ALLA PROPRIETA PRIVATA? 1 esiste un diritto alla proprietà privata, acquisita o ricevuta In modo giusto. Esso si esplica nel possesso dei beni mate riali, dei mezzi di produzione,dei beni di consumo, del libe ro accesso alle conoscenze e alle applicazioni della scienza e della tecnica. 2 Tale diritto ha queste caratteristiche : a) è valido per tutti b) deve essere garantito e regolamentato con adeguate leggi civili, onde evitare anche eventuali abusi (da es. il latifondismo) c) è a servizio della crescita integrale della persona. 3 Il diritto alla proprietà va attuato in m odo giusto, praticando le virtù della :

a) temperanza, per moderare all attaccamento ai beni di questo mondo; b) giustizia,per rispettare i diritti del prossimo e dargli ciò che gli è dovuto c) solidarietà, per con dividere generosamente con chi a meno di noi. 4 Tale diritto non è assoluto: deve misurarsi con la sollecitu dine per i bisogni degli altri, la qualità della vita del prossimo e con il rispetto dell integrità della creazione 5 E subordinato al diritto all uso comune e alla destinazione universale dei beni. L uomo, usando dei beni creati, deve considerare le cose esteriori e legittimamente possiede,non solo come proprie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui,ma anche agli altri (CONCILIO VATICANO II, Gaudium et spes,n.69). XII. QUALI SONO GLI ASPETTI POSITIVI DEL DIRITTO ALLA PROPRIETA PRIVATA?

La proprietà privata ha una sua liceità naturale,in quanto può favorire i seguenti aspetti positivi: 1 luogo necessario per l autonomia personale e familiare 2 espressione e prolungamento della libertà umana 3 contributo alla personale sicurezza esistenziale 4 mezzo di soddisfacimento dei bisogni della vita, per sé e per i propri familiari 5 legittimo frutto del proprio risparmio 6 occasione per il personale contributo alla società e alla economia 7 incentivo per una maggiore laboriosità 8 mezzo per creare nuovi posti di lavoro. XIII. QUALI SONO I CRITERI PER STABILIRE IL GIUSTO SALARIO? Il lavoro va remunerato in modo tale da garantire i mezzi sufficienti per permettere al singolo e alla sua famiglia una vita dignitosa su un piano materiale, sociale,culturale e spi rituale, corrispondentemente al tipo di attività e grado di rendimento economico di ciascuno, nonché alle condizioni dell impresa e del bene comune ( CONCILIO VATICANO II Gaudium et spes, n.67 )

XIV. QUANDO E LEGITTIMO IL RICORSO ALLO SCIOPERO? Ecco alcune condizioni per la legittimità del ricorso allo sciopero: 1 mezzo estremo, straordinario, o quanto meno necessario In vista di un vantaggio proporzionato 2 sua attuazione dopo che si sono rivelate inefficaci tutte le altre modalità di superamento dei conflitti 3 suo svolgimento con metodi pacifici, evitando ogni violenza 4 rispetto della libertà altrui: rifiuto del picchettaggio e del boicottaggio della produzione 5 rispetto dei diritti fondamentali della comunità ( soprattutto dei più deboli e indifesi) 6 assicurazione dei servizi fondamentali della società 7 perseguimento di obiettivi connessi con le condizioni di lavoro e rispettosi del bene comune.