Allevare la sicurezza. TBC, brucellosi e leucosi negli allevamenti della Regione. La prevenzione, i risultati, i prossimi obiettivi.
Ottimi risultati, ma non abba ssiamo la guardia. ( ) La tubercolosi e la brucellosi sono malattie che possiamo definire senza confini, perché, come sapete, si possono diffondere da un Paese all altro e da una specie animale all altra, coinvolgendo anche l uomo. A tutt oggi, per fare un esempio, la brucellosi è riconosciuta dalla FAO, dall Organizzazione Mondiale della Sanità e dall OIE (l Ufficio Internazionale delle Epizoozie) come la più diffusa malattia mondiale propagabile dagli animali all uomo. Queste due malattie, altamente contagiose, costituiscono un grave problema in quanto rappresentano: un rischio sanitario per la popolazione umana perché si trasmettono sia per contatto diretto con gli animali infetti, sia consumandone il latte e i suoi derivati; un danno economico per le aziende produttrici perché causano una minor produzione di latte, un aumento di animali da eliminare e il conseguente isolamento commerciale. Per questo complesso di ragioni, in tutti gli allevamenti bovini del territorio italiano esiste da diversi anni l obbligo di eseguire le operazioni di profilassi e di risanamento dalla tubercolosi (Decreto Ministeriale datato 30 giugno 1977). Con successivi decreti si sono rese obbligatorie le operazioni di profilassi e risanamento dalla brucellosi bovina, dalla leucosi bovina enzootica e dalla brucellosi ovicaprina. L intervento sanitario correttamente pianificato, il sostegno della produzione agricola, insieme alla fattiva collaborazione del mondo zootecnico, hanno permesso, nell arco di due decenni, di acquisire, a livello regionale, la qualifica di territorio ufficialmente indenne da tubercolosi e brucellosi bovina e ovicaprina. Non fermiamoci qui. Con l impegno e la collaborazione di tutti si vuole mirare a ottenere il riconoscimento a livello comunitario, che permetterà alla Regione Lombardia di trattare commercialmente in tutta Europa con regioni zootecnicamente più avanzate, e garantirà agli allevatori la libera circolazione degli animali e dei prodotti. Questa pubblicazione vuol mettere in risalto i positivi risultati dell attività di controllo sanitario raggiunti dagli allevatori assieme ai Servizi Veterinari delle ASL Lombarde, e fungere così da stimolo per proseguire sulla strada intrapresa.
Il patrimonio bovino della Regione Lombardia è costituito da circa 1.800.000 capi allevati in 30.928 aziende agricole, prevalentemente indirizzate alla produzione di latte. Figura 1. Variazione allevamenti bovini negli anni 1992-2001. Figura 3. Variazione allevamenti ovicaprini negli anni 1999-2001. Come appare evidente dalla Figura 1, nell ultimo decennio si è assistito a una progressiva riduzione del numero delle aziende bovine presenti sul territorio regionale. Per quanto riguarda il settore ovicaprino, sul territorio regionale sono presenti 9.044 allevamenti per un totale di 168.000 capi. Figura 2. Variazione patrimonio ovicaprini negli anni 1999-2001. Sul totale di allevamenti bovini e ovicaprini presenti, circa 17.000 vengono sottoposti annualmente ai controlli sanitari previsti dai piani nazionali e regionali per l eradicazione di alcune malattie infettive del bestiame, trasmissibili dall animale all uomo, ai fini della tutela della sanità pubblica e della salute degli animali. Figura 4. Allevamenti bovini controllati per TBC.
Figura 5. Allevamenti bovini controllati per brucellosi e leucosi. Figura 7. Capi bovini controllati per TBC. Figura 6. Allevamenti ovicaprini controllati per brucellosi. Figura 8. Capi bovini controllati per brucellosi e leucosi. Gli animali presenti nelle aziende da riproduzione lombarde ogni anno vengono sottoposti a controlli ufficiali per la tubercolosi, brucellosi bovina, brucellosi ovicaprina e leucosi.
Figura 9. Capi ovicaprini controllati per brucellosi. Figura 11. Numero focolai e relativi capi bovini infetti da brucellosi. Grazie all attuazione di attenti controlli e appropriati interventi di eradicazione delle malattie, nel corso degli anni si è assistito a un netto miglioramento della situazione sanitaria, come dimostrano queste figure. Figura 10. Numero focolai e relativi capi bovini infetti da TBC. Figura 12. Numero focolai e relativi capi bovini infetti da leucosi.
Figura 13. Numero focolai e relativi capi ovicaprini infetti da brucellosi. Gli allevamenti della Lombardia vengono sottoposti anche a ulteriori controlli, oltre a quelli già previsti dai piani nazionali. Questo approfondimento di indagine è regolamentato da specifiche norme regionali. Tutte le aziende bovine che producono latte vengono, infatti, controllate trimestralmente nei confronti della brucellosi tramite prelievi del latte di massa. Le tabelle seguenti testimoniano i risultati ottenuti attraverso questa forma di prevenzione. Campioni di latte di massa aziendale prelevati trimestralmente anno 2000 Nel corso degli anni si è passati da misure di contenimento delle malattie a una strategia che punta alla loro completa eradicazione, che ha portato a una decisa riduzione della frequenza delle infezioni. L obiettivo odierno è il mantenimento del soddisfacente stato sanitario raggiunto. Nella nostra Regione l impegno profuso ha permesso di mantenere e consolidare i risultati ottenuti. Bisogna proseguire. I programmi di eradicazione si basano su una aggiornata anagrafe degli allevamenti e sui dati epidemiologici che li riguardano. Ecco perché è così essenziale mantenere efficiente un sistema per la raccolta dei dati e l elaborazione delle informazioni. Questi dati, a disposizione degli organi di governo sanitario, permettono di monitorare precocemente una eventuale recrudescenza delle malattie o anche semplicemente registrare una tendenza negativa e quindi programmare i necessari interventi di prevenzione e profilassi: a tutto vantaggio della salute pubblica e nell interesse degli operatori del settore. Campioni di latte di massa aziendale prelevati trimestralmente anno 2001
Direzione Generale Sanità Unità Organizzativa Veterinaria e-mail: veterinario@dgsan.lombardia.it www.sanita.regione.lombardia.it Televideo: RAI 3 pp. 530-535