INTRODUZIONE ALL AROMATERAPIA



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emergere SCUOLA INTEGRATA DI NATUROPATIA E DISCIPLINE BIO-NATURALI MVE - CORSO DI MEDICINA VIBRAZIONALE ESPERIENZIALE INTRODUZIONE ALL AROMATERAPIA Pagina 1 di 60

INDICE Sommario INDICE... 2 Introduzione... 3 Che cosa sono gli oli essenziali?... 4 La storia dei metodi estrattivi... 7 Viaggio al centro del cervello... 9 Il cammino degli oli essenziali all'interno del corpo...13 Oli essenziali per uso interno...14 Le controindicazioni degli oli essenziali...14 MODALITA DI UTILIZZO DEGLI OLI ESSENZIALI...17 L assunzione per via orale...18 La respirazione profonda...18 La diffusione nell'aria...19 Il massaggio...20 Il bagno...25 Altre...25 GLOSSARIO...27 LE PROPRIETà TERAPEUTICHE DEGLI OLI ESSENZIALI...30 INDICE TERAPEUTICO AGGIUNTIVO...36 LE PROPRIETà TERAPEUTICHE DEGLI OLI ESSENZIALI A USO VETERINARIO...40 OLI ESSENZIALI DEL PRIMO CHAKRA...41 CANNELLA (LEGNO)...41 ELICRISO...45 PATCHOULY...48 SALVIA SCLAREA...51 TEA TREE...54 TIMO ROSSO...57 Pagina 2 di 60

INTRODUZIONE Con questo corso vorrei invitarvi ad intraprendere un viaggio nel regno dei profumi. Conoscerli è un po' come innamorarsi: come l'amore, infatti, essi toccano il cuore, aprono alla bellezza e schiudono le porte segrete dell'anima...improvvisamente tutto diventa magico. "I tempi non erano ancora maturi", risponde un aromaterapeuta alla mia domanda sul perché l'aromaterapia fosse praticamente sconosciuta fino a pochi anni fa, nonostante possa vantare una storia di ben cinquemila anni. Oggi però è venuto il momento della sua riscoperta, come dimostra il crescente interesse del pubblico. Tutti, infatti, siamo intossicati dagli effetti collaterali dei medicamenti chimici e ne conosciamo il potere negativo sul sistema di autodifesa dell'organismo. Per superare questa dipendenza dalle medicine è necessario assumere una maggiore responsabilità nei confronti del nostro corpo e impegnarci di più nella prevenzione delle malattie. Sempre più frequentemente viene ribadito che numerose malattie hanno origine nella psiche, per cui è necessario un metodo di cura distico cioè che consideri la persona nella sua interezza. Nella medicina moderna, al contrario, la ricerca si è orientata e sviluppata unicamente verso nuovi farmaci specifici e sintomatologici che curano solo un determinato aspetto della malattia. Da qui l'enorme successo riscosso dalla medicina naturale ed erboristica. Benché i nostri bisogni primari siano ampiamente soddisfatti, il numero delle persone infelici cresce sempre più. Forse, proprio i tesori spirituali di un tempo sembrano essere andati perduti, si comincia a capire che il vuoto spirituale non può essere colmato né dalla ricchezza materiale né dagli svaghi. Ecco perché siamo ora pronti per approcci terapeutici che tengano conto di questi valori dimenticati. L'aromaterapia è un metodo i cui effetti sono estremamente ampi, come forse pochi altri. Gli oli essenziali, se usati in modo corretto, non provocano effetti collaterali negativi, perché al contrario delle terapie chimiche, agiscono mobilitando le capacità di autoguarigione. L'aromaterapia segue i principi della medicina naturale, essa è volta a sviluppare la forza vitale del paziente e a regolare il suo equilibrio interiore. Il risultato consiste nel fatto che alla malattia viene a mancare il terreno di crescita, il nutrimento, e questo sia sul piano fisico che su quello psichico. Attraverso le essenze profumate possiamo entrare in contatto con la bellezza e l'unicità della creazione traendone un senso di benessere interiore e possiamo aprire le porte dell'anima, stimolando l'impulso alla ricerca del senso della vita. Gli oli essenziali hanno caratteristiche molto particolari, dalla quale derivano la loro azione e le varie possibilità di utilizzo. Dato l'effetto immediato che producono sul nostro cervello e sulle funzioni di comando, ai quali esso è preposto, ne deriva una regolazione degli eventi psicofìsici. In tal senso agiscono se usati soprattutto per mezzo della lampada per aromi, dall'aerosol o dalle inalazione. In psicoaromaterapia, con questi metodi si curano depressioni, disturbi del sonno, stress e paure. Gli oli essenziali penetrano nella pelle attraverso il tessuto connettivo e i vasi linfatici, raggiungendo il sangue e da li i differenti organi. L'eliminazione avviene attraverso reni e polmoni. Il loro contatto con la cute, inoltre, è utile per rinforzarne le differenti funzioni: in questo caso vanno utilizzati diluiti, tramite massaggi, bagni o compresse. La cute è il più grande dei nostri organi e l'azione su di essa si trasmette sia sull'intero corpo sia sulla psiche. Le essenze possono essere assunte anche per via orale: gli aromaterapeuti italiani e francesi, hanno fatto esperienze positive in questa direzione. Tuttavia, tale impiego è indicato solo sotto controllo medico, perché il loro uso sconsiderato potrebbe pregiudicare la Pagina 3 di 60

salute stessa. In presenza di malattie gravi va sempre consultato il naturalterapeuta. L'aromaterapia può essere usata in concomitanza con quasi tutte le altre terapie: quelle naturali in particolare, ne possono risultare efficacemente rinforzate, come pure ne può beneficiare la terapia farmaceutica. L'uso degli oli essenziali è di particolare aiuto nella terapia con i fiori di Bach, mentre è controindicato con la somministrazione di prodotti omeopatici, in quanto potrebbe ingigantire l'effetto. In questo caso, evitate l'assunzione per via orale di tutte le essenze e, soprattutto, della Canfora, della Menta e della Camomilla. La nostra arte medica, che è stata praticata per millenni, con l'avvento della chimica è caduta nell'oblio, per essere poi riscoperta negli ultimi decenni soprattutto in Francia, ma anche in Italia e Inghilterra. La denominazione "Aromaterapia" si deve al chimico francese Rene Maurice Gattefossé, particolarmente interessato all'azione cosmetica e medica degli oli essenziali sulla pelle, a cui dedicò un suo libro nel 1937. Un medico Francese, il dottor Jean Valnet, rimase impressionato dal volume di Gattefossé che provò a utilizzare le essenze per la disinfezione degli ambienti e la cura delle ferite durante la Seconda Guerra Mondiale. Da allora, Valnet iniziò ad insegnare ai colleghi l'uso degli oli essenziali in medicina. Oggi in Francia sono più di mille i terapeuti che li utilizzano. Grazie anche al contributo di due allievi di Valnet, Marguerite Maury e Micheline Arcier, dalla Francia l'aromaterapia raggiunse l'inghilterra, dove fu subito molto amata, persino a palazzo reale. Al giorno d'oggi, in Inghilterra, l'aromaterapia è materia di insegnamento in molte scuole ed è utilizzata anche in molte cliniche. CHE COSA SONO GLI OLI ESSENZIALI? A memoria d'uomo, la ricerca del metodo per imprigionare il profumo volatile e invisibile delle piante e per poterlo inspirare quando si voleva ha sempre rappresentato un grande desiderio. Questi ricordi e sensazioni sono legati a un profumo! Sembra una magia, eppure in tempi diversi e in molte parti del mondo, sacerdoti, guaritori, alchimisti e donne di saggezza sono riusciti a svelare il mistero, a rubare "l'anima alle piante" e a rinchiuderla in una boccetta. Olio eterico o essenziale, significa "celestiale" perché è veramente un dono del cielo. Nessuna essenza è uguale ad un'altra e ognuna ha la sua specifica personalità, poiché mantiene il potere curativo della pianta di provenienza, ma in forma più concentrata. Esperti radioestesisti e vari esperimenti hanno dimostrato che le essenze sono fortemente cariche di energia. Con il metodo delle "foto di Kirlian" è possibile fotografare la forza vitale e l'energia di qualsiasi oggetto: una foglia appena raccolta emette forti vibrazioni, che possono essere fotografate, ma con il passare del tempo perde totalmente la carica di energia; gli oli essenziali puri hanno anch'essi una forte vibrazione energetica, visibile nelle foto di Kirlian. Se osserviamo più da vicino le piante che ci regalano le preziose essenze, possiamo verificare che l'olio essenziale è contenuto in gocce molto piccole, situate all'interno o sulla superficie della pianta e in alcuni casi anche a occhio nudo, per esempio tenendo in contro luce una sottile buccia d'arancia o le foglie dell'iperico. A che scopo le piante producono gli oli essenziali? Tempo fa si sosteneva che essi sono soltanto prodotti di scarto del ricambio cellulare, mentre oggi questo concetto è stato abbandonato perché si è scoperto che essi hanno un ruolo importante nello sviluppo della pianta stessa. La maggioranza delle piante produce profumo nella parte floreale. Questo serve loro, per attirare gli insetti pronubi o anche per distoglierne altri che al contrario, le danneggerebbero. La conoscenza di tale fenomeno è oggi sfruttata nella lotta agli insetti dannosi, che vengono catturati da trappole profumate. Gli oli essenziali servono alle piante anche per difendersi dai batteri e dagli attacchi micotici; inoltre, il microclima circostante alla pianta, viene modificato dagli oli essenziali che svolgono un'azione di protezione dal calore o da freddo. Il profumo serve anche come mezzo di comunicazione fra pianta e pianta, come è lo stato tra organismi unicellular! agli albori della vita. Nel caso della piante da appartamento, poi, Pagina 4 di 60

si è osservato che esse reagiscono alla presenza di sostanze odorose nell'ambiente con un incremento della fioritura e dello sviluppo. Tali sostanze odorose possono essere concentrate in diverse parti della pianta: - nei fiorì, come per la Rosa, il Gelsomino e la Camomilla; - nei frutti, come per l'anice, il Coriandolo e il Cumino; - nelle foglie, come per la Salvia, la Melissa, il Timo, e la maggioranza delle Labiate; - nelle radici, come per il Calamo, L'angelica e il Vetiver; - nel legno, come per il Sandalo, il Cedro e il legno di Rosa; - nella corteccia, come per la Cannella; - nella resina, come per l'incenso, la Mirra e il Benzoino; - nella buccia esterna del frutto, come per tutti gli agrumi. Per ottenere poche gocce di olio essenziale, occorre una grande quantità di piante. Il contenitore deve essere sempre ben chiuso durante l'estrazione, perché le essenze "celestiali" vogliono tornarsene in cielo, sono cioè molto volatili. Gli oli essenziali non sono oli grassi come quelli per condire o come l'olio di jojoba o di mandorla. Al contrario di questi, che sono pesanti, essi sono molto evanescenti e si librano nell'aria come farfalle che danzano; inoltre non lasciano alcuna traccia oleosa sulla carta assorbente. Poiché gli oli essenziali sono fotosensibili, non bisogna conservarli in bottiglie trasparenti, pena lo scadimento della qualità. Il materiale migliore è il vetro marrone che non lascia passare raggi UV. La durata di un olio essenziale è di alcuni anni; le bottiglie devono essere piene per evitare l'ossidazione ; la temperatura non sotto lo 0 C e neanche al di sopra dei 35 C. Vi sono essenze che migliorano con gli anni, proprio come i buoni vini: // Gelsomino, il Patchouli, la Rosa, l'incenso e il Legno di Rosa. Alcuni oli essenziali, come la Lavanda, il Limone o la Menta, sono molto fluidi; altri come il Vetiver, la Mimosa, molto densi. In quest'ultimo caso, per estrarre l'essenza dalla bottiglia, bisogna infatti usare una scatoletta o un ferro di calza. I colori degli oli essenziali sono differenti: alcuni sono incolori o chiari, ad esempio la Lavanda o la Verbena; altri, come il Vetiver o il Patchouli, sono scuri o marroni; la Camomilla tedesca e l'achillea, sono blu scuro e il Bergamotto verde chiaro. Le essenze, non si mescolano bene con l'acqua, bensì con le basi oleose, l'alcol il sapone e alcuni emulsionanti naturali come il latte, la panna il miele e il tuorlo d'uovo. Pur esistendo molte centinaia di piante aromatiche e profumate, solo da circa 700 di esse vengono estratti oli essenziali, e in aromaterapia se ne usano al massimo 70. Per cominciare, comunque sono sufficienti da cinque a dieci tip idi essenze, da scegliere preferibilmente fra le seguenti: - Lavanda, Menta ed Eucalipto, - tra gli agrumi: Arancio, Bergamotto, Limone, Mandarino e Cedro; - tra i fiori più dolci: Gelsomino, Geranio, Nero/i, Rosa, Ylang-Ylang, - tra le spezie: Cumino, Finocchio e Ginepro; - tra le varietà di legno: Cedro, Legno di Rosa e Sandalo. Pagina 5 di 60

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LA STORIA DEI METODI ESTRATTIVI Come si possono separare le piccole goccioline di essenza dal resto della pianta? Come si conservano? Sembra che questo mistero sia stato svelato già cinquemila anni fa circa, anche se talvolta capitò che esso andasse in parte perduto per essere di nuovo scoperto. Gli archeologi hanno rinvenuto un apparecchio per distillare di epoca mesopotamica, databile intorno al 3000 a.c. Anche gli egizi usavano sicuramente gli oli, oltre quattro mila anni fa, soprattutto quelle di Cedro, Cannella Giglio, Aneto, Trementina, Basilico e Coriandolo, per la mummificazione, in medicina e in cosmesi. Greci e Romani approfittarono delle conoscenze egiziane in materia, in seguito alla conquista del regno egizio, poi questi segreti sembrarono perduti e gli oli essenziali scomparvero dalla storia. Ricomparvero nel x secolo presso gli alchimisti e i medici arabi; si, dice infatti, che la distillazione sia stata scoperta dal famoso medico arabo Avicenna (980-1037). Gli arabi insegnarono poi quest'arte, nelle università che fondarono in Spagna. In Europa la conoscenza delle profumate e delle essenze arrivò grazie anche alle Crociate e si espanse per tutto il continente, ma le invasioni mongole e turche ne limitarono di nuovo la propagazione alle sole aree sotto influenza araba. Gli oli essenziali disparvero ancora una volta nel buio dei secoli. Nel 16 secolo vi fu un rinascimento nell'area germanica: H. Brunschwing descrive venticinque oli diversi nel suo Libro della vera arte di distillare. Paracelso il grande medico e alchimista, ne sostenne e diffuse l'uso medico. Nel 19 secolo le nuove scoperte della chimica in campo medico rigettarono le essenze nel dimenticatoio. Negli ultimi anni l'interesse per l'aromaterapia è tornato a crescere insieme alla domanda di essenze pure e naturali. L'offerta di oli di buona qualità è anch'essa in aumento, perché i contadini, soprattutto quelli che praticano la coltura biologica, tendono a distillare in proprio le erbe prodotte. L'estrazione per distillazione a vapore In che cosa consiste dunque questo segreto che nel corso dei secoli è stato ripetutamente dimenticato e riscoperto? Nient'altro che nel vapore acqueo, grazie al quale si possono estrarre dalla pianta le goccie di essenza. È sufficiente mettere in un contenitore, detto alambicco le piante sminuzzate a l'acqua bollente: il vapore acqueo che sale ne scioglie le parti aromatiche, che vengono convogliate in una serpentina raffreddata. Da qui il distillato viene raccolto in un recipiente, insieme all'acqua l'olio essenziale è in genere più leggero dell'acqua, per cui galleggia sulla sua superficie; solo in rari casi è più pesante e si deposita sul fondo. A tal punto viene raccolto. Il metodo della distillazione a vapore è ancora oggi il più diffuso per l'estrazione delle essenze. La distillazione, è un'arte che richiede anni di esperienza: la pressione, la temperatura e il tempo occorrenti devono essere definiti precisamente per ogni essenza. Se la temperatura o la pressione sono alte, la quantità di prodotto è maggiore, a scapito però della qualità. Un eccessiva pressione o temperatura, rovinerebbe parte dei componenti degli oli, e produrrebbe un persistente odore di bruciato nell'essenza, la cui consistenza diventa resinosa. Per ottenere un prodotto perfetto, la distillazione deve essere lenta, in modo che le parti più dense si sciolgano. Un olio essenziale puro è per l'olfatto ciò che per gli occhi è un bel quadro completo. Ha un primo piano e uno sfondo, luci, ombre e molti dettagli. Fate esperienza con le essenze: con il tempo riconoscerete se un profumo è "piatto". Un naso allenato, può distinguere le più fini differenze fra gli oli essenziali, per esempio sentire un odore metallico che proviene da tracce di ruggine nell'alambicco. Poiché alcuni oli essenziali (Ginepro, Cipresso) possono corrodere i metalli più deboli, sono maggiormente indicati allo scopo i contenitori in acciaio Pagina 7 di 60

inossidabile. Da numerose piante, si ottengono basse quantità di oli essenziali. Ad esempio 160 chilogrammi di Lavanda selvatica danno un chilogrammo di essenza; mille chilogrammi di fiori di Gelsomino o cinque tonnellate di Rose o le scorze di mille Limoni, ne danno solo un litro; questa è la ragione per la quale gli oli sono così costosi. D'altra parte essi sono un dono davvero prezioso e questo ha il suo prezzo. L'estrazione per pressione a freddo Gli agrumi contengono le loro essenze nella buccia, lo si può vedere anche ad occhio nudo. Se spremevamo la buccia di un arancio contro una candela accesa, l'olio essenziale che ne esce, brucia in piccole fiammelle. Un tempo l'essenza veniva estratta spremendo la buccia contro una spugna, mentre al giorno d'oggi, si utilizza una pressa meccanica, a freddo, sminuzzando e pressando le bucce con l'aggiunta di poca acqua: la mistura di olio e acqua viene poi separata con una centrifuga. È importante non raggiungere temperature troppo elevate perché andrebbero persi alcuni dei componenti essenziali; inoltre gli agrumi non devono essere trattati, altrimenti anche le sostanze tossiche passerebbero nell'olio essenziale. L'estrazione per enfleurage Già nei tempi antichi, si usava mettere le piante odorose nell'olio o nel grasso, in modo da ottenere creme e oli profumati, ma non si conosceva ancora il metodo per separarli. Da questo semplice procedimento, nel 19 secolo, si è sviluppato l enfleurage, che veniva usato soprattutto per estrarre le essenze più delicate, come quella di Gelsomino o di Tuberosa,che non è possibile distillare. I fiori appena colti venivano messi nel grasso di maiale, spalmato sui piatti di vetro. Dopo due giorni i fiori venivano rinnovati. Questo processo durava settimane, fino a che il grasso era saturo di essenza; quindici estraeva l'olio essenziale per mezzo dell'alcol. Con l'enfleurage si ottengono oli di ottima qualità ma, essendo un metodo dispendioso, oggi viene usaro a scopo dimostrativo. L'estrazione con solventi In tempi recenti per l'estrazione delle essenze si è iniziato a usare anche solventi chimici: può trattarsi di esano, di etere di petrolio, tetracloruro di metano. I solventi vengono poi separati in condizioni di sottovuoto, ma non possono essere eliminati completamente. Si ottiene così il concrète dal quale, separando ancora con l'alcool la parte cerosa della pianta si ottiene l'absolue. Dato che i solventi sono molto velenosi e possono provocare allergie, anche minime quantità non sono accettabili nelle essenze. Per uso terapeutico non dovrebbero essere commercializzati absolues con concentrazioni al di sopra di 5 ppm (parti per milione). L'estrazione dalle resine Per separare dall'essenza le parti inodori e pesanti, la resina viene trattata con toluolo o con alcol, come solventi. L'olio essenziale si scioglie e il solvente viene recuperato di nuovo ma, come si è visto, non del tutto. Anche in tal caso come solvente è consigliato l'alcol. In questo modo vengono estratte le essenze dalle resine dell'incenso, del Larice, del Benzoino e altre. L'estrazione con anidride carbonica È un metodo che si è sviluppato solo recentemente. L'anidride carbonica o il butano, Pagina 8 di 60

sottoposti a pressione, si liquefanno e separano gli oli essenziali dalle piante. Le essenze così estratte si differenziano, però, da quelle ottenute per distillazione: hanno più note di testa e meno terpeni. Non si può dire se è possibile usarle in aromaterapia, perché questo procedimento deve essere ancora studiato a fondo. VIAGGIO AL CENTRO DEL CERVELLO Perché i profumi ci emozionano e ci toccano il cuore? Qual è la magia che permette loro di aprire le porte all'anima? Da svariate generazioni, i ricercatori cercano di scoprire il mistero che presiede all'evoluzione del senso dell'olfatto e negli ultimi anni, grazie alle moderne tecnologie, alcuni scienziati sono riusciti a chiarirne il misterioso processo. Molte domande, però, sono ancora senza risposta. Alla ricerca del meccanismo che presiede al nostro senso più trascurato, ci si ritrova a percorrere un avventuroso viaggio al centro del cervello. Il naso, infatti, è solo una piccola parte dell'apparato olfattivo. In cima alla cavità nasale nella zona degli occhi, vi sono le due mucose nasali sinistra e destra. Ciascuna di esse non è più grande di un centimetro quadrato, tuttavia sono composte da ben 10 milioni di cellule nervose, ricoperte da un sottile strato mucoso. Queste cellule nervose si rinnovano ogni 28 giorni. Ognuna di esse è composta da un ciuffetto composto dai sei agli otto vibratili che hanno, sulle loro superficie, una serie di recettori. Questi ultimi, sono chimicamente disposti in modo che le differenti molecole degli odori vi passino dentro esattamente come negli incastri di un puzzle infinitesimale. La mucosa nasale, è l'unico punto di tutto il nostro corpo in cui il sistema nervoso è in diretto contatto con il mondo esterno, poiché le sue cellule sono neuroni. Gli ottanta milioni di peletti vibratili, possono ricevere una quantità di informazioni sull'ambiente che li circonda, e questo a ogni singolo respiro. Anche ad una notevole lontananza si possono percepire tracce di un'essenza profumata; per esempio, possiamo odorare la vaniglina anche ad una concentrazione di 0,000000002 grammi per centimetro cubo d'aria! Per vedere e sentire occorrono luce e onde sonore, cioè stimoli energetici; per l'olfatto e sufficiente una sola molecola, per stimolare i recettori. Quest'ultimo è un rebus che gli scienziati non hanno ancora risolto. Le molecole profumate, provocano sui peletti della mucosa, reazioni chimiche che danno vita, a loro volta, agli stimoli elettrici delle cellule nervose. Le fini appendici delle cellule nervose comunicano da una parte col naso e dall'altra attraverso un sottile osso bucherellato detto "etmoide", con l'interno del cranio. Qui, gli stimoli olfattivi, trovano i bulbi olfattivi che li distribuiscono nelle varie parti del cervello. Gli stimoli olfattivi, raggiungono direttamente il sistema limbico senza passare preventivamente la censura della corteccia celebrale, come succede invece agli stimoli sensoriali. Essi raggiungono così la parte più profonda della nostra centrale di comando, dove "i profumi ci arrivano direttamente al cuore". Il sistema limbico, che percepisce gli impulsi elettrici provocati dagli odori, fa parte dell'area più antica del cervello, da cui si è sviluppato più tardi il cervello razionale. Il cervello umano, ha le sue radici, nel sistema limbico, come un albero nella terra, e da esso trae energia e ispirazione attraverso gli stimoli olfattivi; la vista e l'udito sono invece relativamente giovani, motivo per cui gli stimoli che ne derivano vengono analizzati razionalmente, prima che si abbiano razioni. Gli stimoli odorosi provocano nel sistema limbico, la produzione di sostanze neurochimiche come l'ancefalina la serotonina, l'adrenalina e le endorfine, con differenti risultati: l'encefaline calmano il dolore, possono provocare stati di felicità fino all'euforia e un senso di benessere; le endorfine sono sedative del dolore e nello stesso tempo stimolanti sessuali; la serotonina, calma e rilassa; l'adrenalina stimola e sveglia. Nel sistema limbico, vi è la centrale di comando che soprassiede alla sensualità, alla simpatia, alle predisposizioni Pagina 9 di 60

innate, ai ricordi, all'umore, alla creatività e alla regolazione del sistema neurovegetativo. Cervello limbico (paleomammifero) Questo, con le sue formazioni, riveste il cervello rettile. Il cervello limbico aggiunge al comportamento la dimensione affettivo-emotiva. In questo modo viene amplificata la gamma delle attività celebrali e quindi dei comportamenti che presiedono alla funzione di preservare il singolo individuo e la specie. A questo cervello giungono informazioni dell'ambiente esterno attraverso le afferenze sensitive: visive, acustiche, olfattive, gustative e cutanee e dell'ambiente interno, somatico e viscerale. Comprende: 1. bulbo Olfattivo 2. nuclei settali 3. talamo anteriore 4. nucleo dell'abenula 5. corpi mammillari 6. sostanza grigia periacqueduttale 7. nucleo interpeduncolare 8. amigdala 9. ippocampo 10. giro ippocampale 11. giro cingolato 12. fascicolo mediale prosencefalico 13. stria terminalis 14. stria medullaris 15. strato mammillo-telamico 16. banda diagonale di Braca 17. fasciola cinerea Pagina 10 di 60

Lobo e sistema limbico II lobo limbico, comprende il giro angolato, l'ippocampo e l'uncus. La corteccia cingolata è importante per i processi di apprendimento per l'importanza ad essa dovuta, del mantenimento di un adeguato processo emotivo. Accanto al lobo limbico in senso anatomico si considera il sistema limbico che comprende numerose formazioni anatomiche corticali e sottocorticali filogeneticamente antiche che sono disposte in modo da formare un anello o limbus attorno al tronco encefalico (amigdala, ipotalamo, parte del talamo, tubercoli olfattivi). Il lobo limbico svolge funzioni peculiari in rapporto all'olfatto, inoltre elabora e controlla il comportamento istintivo ed emotivo, ha il ruolo di dare un contenuto emozionale all'esperienza sensitiva e sensoriale. La stimolazione elettrica di queste zone negli animali provoca reazioni vegetative simili a quelle che si hanno nelle emozioni: aumento del battito cardiaco, della pressione, frequenza del respiro, ecc. La stimolazione elettrica di certi punti del sistema limbico dà sensazioni piacevoli o spiacevoli. Se un elettrodo, che risponde ai comandi di una leva, è posto nel "centro del piacere" l'animale aziona la leva continuamente fino ad esaurirsi, fino a preferire la stimolazione al cibo e quindi alla sopravvivenza. È possibile che la stimolazione di certe aree del sistema limbico coinvolga neuroni che normalmente entrano in azione in concomitanza a stati di gratificazione di determinati bisogni primari come la fame o il sesso. La stimolazione limbica può produrre bruschi cambi della frequenza cardiaca, della pressione del sangue, della tensione muscolare ecc. questo è un esempio chiaro di come le emozioni con l'attività celebrale ad esse correlata può produrre effetti rilevanti sul corpo. In fondo da qui deriva l'idea della psicosomatica. Sensualità, simpatia e avversione I profumi stimolano la sensualità nel senso più profondo del termine. I ferormoni, sostanze profumate con l'effetto simile a quello degli ormoni, influenzano la scelta del partner sia fra gli uomini sia fra gli animali. Tra questi ultimi, gli odori giocano un ruolo particolarmente importante, perché presiedono alla sopravvivenza della specie: un cane può "annusare" la sua compagna anche a tre chilometri di distanza; il maschio delle farfalle arriva a fare la stessa cosa persino da dieci chilometri di distanza. Allo stesso modo le fasi dell'estro, dell'accoppiamento e della difesa dei cuccioli sono influenzate dalla scia degli odori. Anche noi che pensiamo, sbagliando, di non essere coinvolti da questi istinti animaleschi, non entreremmo mai in contatto intimo con un partner il cui odore corporeo non ci piace. Ad esempio, nel sudore maschile sono state trovate sostanze simili al testosterone, che è l'ormone maschile. Anche il ciclo mestruale apporta variazioni nell'odore di tutto il corpo femminile. Ebbene, gli oli essenziali contengono spesso ferormoni, per questo stimolano la nostra sensualità. L'amore passa anche attraverso il naso. Allo stesso modo, la simpatia e l'avversione sono connesse alle sensazioni olfattive. L'odore è un offerta spontanea di comunicazione che ognuno recepisce respirando e alla quale reagisce. Di conseguenza ogni individuo ha il proprio odore specifico, che ne esprime esattamente lo stato d'animo, gli eventuali malesseri e naturalmente la disponibilità sessuale. Ogni malattia, ha il suo particolare odore: una madre, ad esempio, può riconoscere dall'odore del suo bambino una malattia prima che si sia manifestata. Quando amiamo il nostro odore corporeo trasmette anche agli altri la nostra soddisfazione. Tramite l'odore inviamo sottili informazioni su noi stessi a coloro che ci stanno vicino. Gli stati d'animo e le emozioni I profumi possono provocare stati d'animo negativi o anche positivi. Numerose malattie possono Pagina 11 di 60

insorgere sul terreno di una motivazione inconscia o di una motivazione psicologica.ad esempio, quando abbiamo difficoltà ad accettare una situazione nuova, il giusto profumo può aiutarci a reagire positivamente o ad accettare meglio una situazione sgradevole. Le essenze, rilassandoci e facendoci sentire bene, aprono la strada al nostro miglior modo di essere, pur rimanendo ciascuno di noi sempre padrone del proprio destino e delle proprie capacità di scegliere quale sentimento o pensiero seguire. Le essenze pure non provocano mai sensazioni spiacevoli di timore o di aggressione, anzi hanno effetto armonizzante, mentre i profumi sintetici, che non esistono in natura possono provocare stati d'animo di paura. Il famoso aromaterapeute inglese Robert Tisserand, da notizia del fatto che i profumi sintetici sono oggetto di ricerche per scopi bellici. Tisserand racconta di aver lui stesso annusato questi profumi e di aver provato un sensazione molto spiacevole; altre persone presenti all'esperimento dovettero addirittura lasciare il locale. La memoria e i ricordi Profumi e ricordi vengono immagazzinati nel sistema limbico. Fin dal primo giorno di vita entriamo in contatto con gli odori, che colleghiamo a precise sensazioni. In questo modo ognuno di noi stabilisce il proprio rapporto personale con ciascun odore. Se una persona, per esempio, ha sentito un certo profumo in un giorno particolarmente bello della fanciullezza, sicuramente collegherà quel ricordo a sensazioni positive. Ecco perché i profumi immagazzinati, insieme a sensazioni e ricordi possono risvegliarsi in noi anche dopo moltissimo tempo. Con i profumi conserviamo le nostre conoscenze: i profumi "pericolosi" come quello di bruciato o di cibo avariato, ci salvano spesso la vita. Altri come quello della mamma, possono farci tornare nella culla. Provate a chiudere gli occhi cercando di ricordare quali profumi hanno segnato la vostra infanzia. Quale profumo vi ricorda una situazione piacevole? Con questo sistema, i profumi possono essere utilizzati per aiutare a ricordare meglio le situazioni vissute nell'infanzia e, quindi, per intervenire con una psicoterapia mirata. Tuttavia noi siamo per sempre legati alle situazioni vissute nel passato, possiamo riprogrammare il computer della memoria o rinforzarlo con essenze che come il Rosmarino, il Basilico, la Menta o il Limone, stimolano il lavoro intellettuale e potenziano la memoria. Il sistema neurovegetativo Normalmente le azioni presiedute dal sistema neurovegetativo, si sottraggono al nostro influsso cosciente. La respirazione, la digestione il battito cardiaco, si autoregolano; i profumi, però, possono influenzare tali funzioni e gli organi a esse correlati; possono per esempio far rallentare o aumentare il ritmo del battito cardiaco e calmare la respirazione. Anche la digestione è particolarmente sensibile all'influsso dei profumi, infatti nelle cucine vengono usati spezie e aromi, che fanno venire appetito e stimolano i succhi digestivi. Nel concetto di "distonia neurovegetativa", sono comprese numerose malattie che hanno la loro causa in una disfunzione di tale sistema. Per tutte queste malattie, l'aromaterapia può essere di grande aiuto. Pagina 12 di 60

IL CAMMINO DEGLI OLI ESSENZIALI ALL'INTERNO DEL CORPO Via orale Pelle Aria (vapore) Gli oli essenziali sono lipofili Polmoni Naso Nadi Bocca Stomaco Linfa Bronchi Cervello Corpo sottile Intestino Tenue Sangue Alveoli bronchiali Sistema neurovegetativo Intestino Grasso Tessuto muscolare Sangue Ormoni Retto Sangue Arterie, vene Sfera emozionale Organi Organi Polmoni vescica Pelle, vescica reni, polmoni Pagina 13 di 60

OLI ESSENZIALI PER USO INTERNO Gli oli essenziali vanno usati per via interna solo su consiglio di un aromaterapeuta. Se usati sconsideratamente possono provocare infiammazioni delle mucose e disturbi agli organi interni. Nella maggior parte dei problemi è sufficiente l'uso esterno, ma per alcuni rimedi domestici si possono utilizzare per via orale senza pericolo: una o due goccie di olio di Menta puro contro il mal di testa e i malesseri dovuti al cattivo tempo; una o due gocce di essenza di Lavanda, tre volte al giorno, contro il raffreddore, l'influenza, per potenziare le difese immunitarie e aprire lo stomaco. Gli oli essenziali vengono quasi sempre prescritti diluiti in una delle sostanze commestibili elencate nel seguito. Miele Le dosi di una o due gocce di olio essenziale in uno o due cucchiaini di miele fluido, da assumere direttamente o da sciogliere in una tazza di tè caldo, da bere a piccoli sorsi. Pane o zolletta di zucchero Le dosi sono di una o due gocce di essenza da mettere sullo zucchero o sul pane da inghiottire lentamente. LE CONTROINDICAZIONI DEGLI OLI ESSENZIALI Achillea Cisto Maggiorana Salvia Aneto Chiodo di Garofano Mirra Salvia sclarea Anice Coriandolo Noce moscata Santolina Basilico Cumino Origano Sedano Calamo Davana Prezzemolo Timo Canfora Ginepro Regina dei prati Verbena Cedro Issopo Rosmarino Cipresso Lavanda spigo Sabina In gravidanza queste essenze non devono essere impiegate né per via orale, né per bagni o massaggi ad alta concentrazione. Sono anche sconsigliate inalazioni molto concentrate. Oli essenziali controindicati durante un trattamento omeopatico Camomilla Canfora Menta Pagina 14 di 60

Oli essenziali controindicati per i bambini Artemisia Assenzio Basilico Canfora Cannella corteccia Cedro Cipresso Arizona Cumino Eucalipto (globulus) Eucalipto (polybractia) Erba lattaia (Calamento) Finocchio amaro Lavanda spigo Menta pulegio Noce moscata Prezzemolo Ravensara Rosmarino Salvia (officinalis) Salvia dei boschi Oltre a queste non vanno somministrate ai bambini anche tutte le essenze elencate nella sezione " Oli essenziali con forti effetti collaterali tossici". Oli essenziali che possono provocare irritazione alla pelle e allergie Anice, Arnica, Basilico, Cannella, Cumino, Finocchio, Garofano, Lemongrass, Menta piperita, Menta spicata, Noce moscata, Origano, Rosmarino, Santoreggia, Tea Tree, Timo rosso, Oli estratti dagli agrumi, Verbena. In caso di tendenza allergica e pelle sensibile, si consiglia di fare una prova versando una goccia di essenza nella piega del gomito e aspettare 10-15 minuti. In caso di arrossamento o bollicine evitare l'uso in bagni, oli per massaggi e profumi. Oli essenziali che aumentano la sensibilità alla luce solare Achillea, Angelica, Carota, Finocchio, Petit-grain, Prezzemolo, Salvia, Oli estratti dagli agrumi soprattutto il Bergamotto. Oli essenziali controindicati in caso di tendenza epilettica Canfora, Cedro, Finocchio, Issopo, Noce moscata, Rosmarino, Salvia. Altri oli che vanno usati con precauzione Anice = Non sovradosare, può causare danni al sistema nervoso. Cisto, Elicriso = Nella lampada per aromi, in quantità eccessiva, possono provocare un'atmosfera pesante. Lavanda = Non assumere oralmente durante cure di iodio o di ferro. Salvia sclarea = Non assumere insieme ad alcol, né con medicamenti contenenti ferro. Noce moscata = Non assumere per lungo tempo, né sovradosare nei bagni aromatici. Sandalo = Non assumere oralmente in caso di infezione acuta. Come regola generale, gli absolues non vanno mai assunti per via orale. Pagina 15 di 60

Oli essenziali con forti effetti collaterali tossici Arnica Artemisia Barbaforte, Cren Boldo (foglie) Calamo indiano Chenopodio Chenopodio Americano Finocchio Jaborandi Sassofrasso Senape nera Tanaceto Tuia - Arnica montana - Artemisia vulgaris - Chochlearia armoracia - Poemus Boldus - Acorus calamus - Chenopodium ambrosioides - Chenopodium ambrosioides var. anthelminticum - Foeniculum vulgare - Pilocarpus jabarandi - Sassafras albidum - Brassica nigra - Tanacetum vulgare - Tuya occidentalis Oltre a questi, anche tutti gli estratti da piante del genere Artemisia, come Assenzio, Abrotano ecc. Oli essenziali controindicati in caso dl tumore alla mammella o di mastite Anice Anice stellato Cipresso Salvia sclarea Pagina 16 di 60

MODALITA DI UTILIZZO DEGLI OLI ESSENZIALI Come già detto, la peculiare caratteristica che accomuna tutti gli oli essenziali naturali è il fatto di essere sostanze eteree. Questa qualità, che per molti potrebbe sembrare un dettaglio o tutt'al più una definizione chimico-scientifica, in realtà segnala un elemento di assoluta importanza. Ogni stimolo proveniente dall'esterno e indirizzato al corpo umano può definirsi tale solo in presenza di un suo "linguaggio" appropriato e di una sua "capacità di farsi ascoltare" dal corpo stesso. In sostanza quando noi assumiamo un prodotto fitoterapico, quando gustiamo un alimento, quando veniamo investiti da uno stimolo elettrico o elettromagnetico, come ad esempio una seduta di magnetoterapia o semplicemente un fascio di luce solare o artificialmente colorata, è necessario che il linguaggio utilizzato da questi stimoli, la loro frequenza, intensità e densità, abbia degli elementi in comune con il nostro corpo. Supponiamo che il nostro corpo corrisponda ad una platea costituita da numerose persone di origini etniche e linguistiche differenti. Supponiamo anche che l'oratore sul palco conosca solo una di queste lingue. Esso parlando riuscirà ad interessare solamente colui il quale riconoscerà il proprio idioma nei confronti dell'oratore stesso. Solo quest'individuo e tutt'al più la sua cerchia riusciranno ad uscire dalla conferenza arricchiti di nuove informazioni. Tutti gli altri avranno captato pochi elementi di tutta la relazione, o nulla. Supponendo che nessuno in platea riconosca la voce dell'oratore, egli non solo vedrebbe un deciso fallimento dell'iniziativa ma farebbe perdere tempo prezioso a tutti, che avrebbero potuto recarsi ad una conferenza più utile. Per uscire dalla metafora, il nostro oratore, il prodotto o l'azione capace di stimolare il corpo, ha due soluzioni: essere naturale e quindi compatibile con la maggior parte degli intervenuti, il corpo stesso, o essere sintetico e quindi sapere che il suo risultato non dipenderà dalle argomentazioni impiegate ma da quanto riuscirà a gridare per spaventare la platea e quindi ottenere comunque un effetto. Di qui la spiegazione della differenza tra un prodotto naturale, capace con piccoli stimoli di ottenere grandi e duraturi effetti e uno chimico che per essere utile deve per definizione utilizzare mezzi sovradimensionati e quindi devastanti per tutto ciò che in precedenza era in un sostanziale equilibrio. Tornando al concetto di etereo, ma sfruttando ulteriormente la metafora appena descritta, potremmo dire che essere etereo significa conoscere una sola lingua ma saper parlare molto bene, tanto da essere compreso da chiunque la parli anche se non direttamente interessato all'argomento. Infatti, un prodotto etereo penetra nel nostro organismo utilizzando veramente tutte le porte che gli sono concesse e, se osserviamo bene, ad un prodotto etereo il corpo non nega nulla. Per comprendere meglio questo concetto potete provare due tipi diversi di cosmetici. Prima spalmate sul dorso della mano un cosmetico, una crema, a base vegetale e naturale, ed osservatene la velocità di penetrazione e poi eseguite la stessa operazione con una crema sintetica, seppur di buona qualità, a base di paraffina, derivato del petrolio. Sarà innegabile e grossolanamente percettibile l'assoluta incapacità della seconda di comunicare, passare attraverso la pelle, rispetto alla prima. Che poi, a causa della permanenza per lungo tempo del film grasso sulla pelle, offerta dal secondo test, si abbia l'impressione di maggior nutrimento, questo è esclusivamente una nostra opinione falsata dal sistema perverso con cui ragioniamo drogati dal sistema in cui siamo immersi. È come pensare, o convincersi, di comprendere la lingua dell'oratore malgrado non sia la nostra, quasi per, inconsciamente, evitare di fare la fatica di rielaborare ciò che dice. Pagina 17 di 60

Ora, a prescindere dal concetto di elettromagnetismo che sotto intende tutte le modalità di interazione tra stimoli e corpo, è l'aria che trasporta le parole dell'oratore verso il pubblico, cerchiamo di capire quante "orecchie" possiede il nostro corpo. La stupefacente volatilità degli oli essenziali, la loro etericità appunto, permette come detto di penetrare velocemente e profondamente nel corpo stesso. I cancelli offerti a questo scopo sono molteplici, ma volendoli riassumere sono principalmente tre: La pelle Le mucose nasali, e in subordine i bronchi ed il sistema respiratorio L'apparato digerente L ASSUNZIONE PER VIA ORALE Sebbene questa modalità di assunzione sia praticamente la più efficace, si consiglia di accostarvisi con una buona dose di precauzioni. Innanzitutto è fondamentale che ci si doti di un flacone di olio essenziale la cui natura e qualità siano categoricamente certificate da dei documenti di accompagnamento, come scheda tecnica specifica ed autorizzazione all'assunzione. In secondo luogo è bene tenere sempre presente che un buon 10% degli oli essenziali più comuni possiedono alcuni effetti tossici, o almeno possono generare spiacevoli intolleranze. Alcuni di questi caustici ed aggressivi necessitano di consistenti diluizioni prima dell'assunzione. In terzo luogo l'etericità degli oli, quella caratteristica che ne esalta le qualità fitoterapiche, li rende decisamente performanti al punto da consigliare di assumerli per bocca con una buone dose di gradualità. Infatti, a differenza di un prodotto chimico o fisico, l'olio essenziale puro informa tutto il corpo con risultati pratici spesso miti ma a carico di tutto il sistema. Per problematiche chimiche gli oli essenziali non possono essere disciolti in acqua. Nel caso li si voglia diluire in questo supporto si consiglia di mescolare il bicchiere abbondantemente ed assumere prima che l'olio, più leggero dell'acqua e non mescolabile, formi un film sulla superficie rendendo in resto del bicchiere a concentrazione inferiore o nulla. La modalità più comunemente usata è quella di diluirne alcune gocce - mai più di 10 - su di uno zuccherino o in alternativa su un cucchiaino di miele o zucchero. Lo stesso tè o latte al mattino possono costituire dei supporti non ottimali ma ragionevoli. LA RESPIRAZIONE PROFONDA Questa tecnica è forse la modalità di impiego maggiormente diffusa ed efficace per rilassarsi alla sera, conciliare il sonno, liberare le vie aeree, stimolare la nostra attività, soprattutto se compromessa da una forma qualsiasi di disequilibrio psico-fisico o semplicemente fisico. La metodologia si basa sulla straordinaria capacità che possiede un olio essenziale di sposarsi con le nostre mucose nasali e di chiederne la collaborazione al fine di giungere attraverso di esse al flusso sanguigno. Tale eventualità, che si verifica nell'arco di pochi secondi, costituisce un'assunzione diretta di minor efficacia di quella orale, ma decisamente priva di indesiderati effetti collaterali. Per ottenere questi effetti si consiglia di depositare non più di 3 gocce dell'olio essenziale scelto, nel palmo della mano. Sfregare in seguito i due palmi velocemente al fine di riscaldare delicatamente la miscela, estraendone le migliori qualità. Avvicinare le mani al viso, formando una coppa che avvolga naso e bocca, e respirare profondamente 4-5 volte. Sdraiarsi e rilassarsi al fine di lasciare agire i principi che regolano l'olio essenziale oggetto della prova. Pagina 18 di 60

Attenzione a non toccare gli occhi con le mani, in caso che questo accada e si percepisca un consistente bruciore, si consiglia di lavare abbondantemente con acqua e attendere l'imminente miglioramento. Nel caso in cui questo non avvenga si consiglia di contattare il proprio medico di fiducia. LA DIFFUSIONE NELL'ARIA II modo più simpatico e comunemente utilizzato per assumere degli oli essenziali è quello di diffonderli nell'ambiente dove si passa la maggior parte del proprio tempo. Le molecole vaporizzate in molteplici modi si disperdono nell'aria e sono respirate. Passando attraverso i polmoni entrano facilmente nel flusso sanguigno esprimendo bene i loro effetti. Spesso la percezione olfattiva di un aroma, la sua gradevolezza o sgradevolezza o semplicemente la nostra predisposizione nei suoi confronti, in determinati momenti, non è altro che una anticipazione sensoriale di quello che genererà nel nostro corpo. Come l'introduzione di un libro affidata al senso meno conosciuto che possediamo. Per dedicarsi alla pratica della diffusione nell' aria di un aroma esistono numerosi strumenti in grado di aiutarci. Ogni strumento, in realtà, garantisce dei vantaggi e inevitabili svantaggi, proviamo ad indagarli insieme. Il deumidificatore del calorifero Questa piccola vaschetta che collochiamo spesso sul calorifero, piena d'acqua comune, per regolare l'umidità dell'aria può essere un ragionevole strumento per veicolare l'aroma dei nostri oli essenziali. Basterà aggiungere poche gocce nell'acqua tiepida per avere un lento e graduale effetto di rilascio dell'aroma nell'aria circostante. I vantaggi sono presto detti. Innanzitutto si impiega in prodotto già acquistato e utilizzato per altri scopi con massimo risparmio. In secondo luogo si può godere di un rilascio molto lento ed adatto a sostanze molto volatili, con nota di testa. Lo svantaggio è quello di non poter controllare l'emissione in alcun modo in termini di quantità e durata. L'anello sulla lampadina "SMART ROUND" Questo strumento consiste in un anello di porcellana scavato che può ospitare alcune gocce di olio e poca acqua. La sua collocazione sul vertice di una lampadina costituisce il momento della sua ideale "accensione". La lampadina riscalda velocemente l'anello il quale vaporizza l'olio in esso contenuto. Questo prodotto è ideale per viaggi, situazioni precarie ed emergenze, ma purtroppo non è consigliato per un uso frequente. La vaporizzazione avviene in modo molto veloce a discapito della durata e spesso, il calore raggiunto, disgrega le molecole dell'olio in modo innaturale riducendone l'efficacia. Diffusore tradizionale II diffusore tradizionale consiste in un pezzo unico, a volte due, di terracotta smaltata. La forma è realizzata in modo da alloggiare una semplice candela nella pancia e di offrire una nicchia sufficiente, sul vertice, per collocare l'olio stesso. All'accensione della candela si inizia a riscaldare la nicchia sottostante e quindi l'olio in essa depositato. Questo metodo possiede indiscusse qualità tanto da essere in assoluto il più impiegato. È importante che si acquistino dei diffusori con un ampio contenitore per l'olio in quanto la modalità di riscaldamento richiede che l'olio essenziale venga diluito in una copiosa quantità d'acqua. Diffidate da diffusori eccessivamente articolati per motivi estetici o artistici, spesso sacrificano l'efficienza e funzionalità a vantaggio della loro appariscenza. Anche i prodotti artigianali orientali, a causa di un'inesistente progettazione, non garantiscono sufficiente efficienza da essere presi in considerazione da un serio cultore. Il Pagina 19 di 60

rapporto tra l'altezza, la distanza del contenitore dalla fiamma, il materiale impiegato e soprattutto il "tiraggio" del diffusore sono elementi che vanno studiati approfonditamente. Un incremento di temperatura dell'olio anche solo di pochi gradi può causarne l'assoluta inefficacia! II diffusore ad effetto venturi Questo tipo di diffusore possiede qualità innegabili. Innanzitutto non riscalda l'olio, ma ne facilita esclusivamente l'evaporazione mantenendone integre le proprietà. In secondo luogo alcuni modelli possono essere utili per coprire grandi superfici. Il limite sta nella dipendenza dalla rete elettrica e dal costo e delicatezza del diffusore stesso. Macchinari ad ultrasuoni Questa tipologia di diffusori di ultima generazione si basa sul concetto che alcune onde sonore, in questo caso non udibili, accelerino il distacco delle molecole dalla loro madre, l'olio stesso. Il meccanismo è curioso ed efficace. L'efficacia è buona, il metodo è un po' innaturale ma accettabile. Diffusori a ventola o flusso canalizzato e scheda "PLUG AND SMELL' Questi macchinari di nuova generazione sono destinati a ricoprire in futuro un ruolo di primaria importanza. Infatti, questi nuovissimi studi offriranno al mercato pratici strumenti per praticare l aromotecnica senza grandi disagi. Si tratta di macchinari di medie dimensioni, supponiamo un grande libro, capaci di eccitare le molecole di olio essenziale contenute in speciali tessere. Sarà possibile comprare una tessera, appositamente imbevuta per garantire un certo numero di ore di rilascio ed inserirla comodamente a casa nel macchinario di proprietà. La freschezza dell'essenze garantita da confezioni ermetiche, la praticità d'uso, l'ottima diffondibilità, il rispetto delle componenti aromatiche dell'olio, non danneggiate da eccessivi sbalzi di calore ma soprattutto l'economicità d'impiego faranno di questi progetti il futuro dell'aromotecnica. IL MASSAGGIO L'introduzione di un olio essenziale nel nostro corpo, mediante il massaggio, è senza dubbio una delle più piacevoli ed efficaci modalità d'impiego. Questa tecnica, amata specialmente da aromotecnici professionisti ma di crescente interesse e pratica anche nelle case, grazie alla tecnica dell'automassaggio, offre risultati decisamente soddisfacenti coniugando varie sensazioni di benessere. Lo stimolo della parte superficiale della pelle, l'epidermide, un senso di piacere generalizzato e una rapida perdita di tutti i sistemi di attenzione e difesa, coincidente con uno stato di relax profondo, amplificano enormemente la ricettività del corpo alla terapia. Purtroppo la maggior parte degli oli essenziali si presta poco ad un'applicazione diretta sulla pelle. Numerose essenze possono causare irritazioni locali a causa della loro causticità. Per risolvere questo problema e sfruttare la straordinaria capacità di un olio essenziale di penetrare profondamente prima nell'epidermide, poi nel derma raggiungendo infine la circolazione sanguigna, si utilizzano degli oli da massaggio, detti vettori, in cui diluire piccole quantità di essenza. Alcune miscele si prestano a un uso locale, spesso di tipo cosmetico o curativo, mentre altre vengono semplicemente introdotte attraverso la cute per raggiungere i luoghi del corpo dove si rendono più necessarie. Per comodità d'ora in avanti chiameremo l'impiego locale massaggio diretto, e l'impiego generale massaggio indiretto. L'impiego indiretto, decisamente più diffuso e Pagina 20 di 60