Struttura interna dei costituenti e proprietà formali della struttura ad albero Alle etichette che indicano, nel diagramma ad albero, i vari costituenti, si dà il nome di nodi. I nodi non terminali possono essere ramificanti o meno; i nodi terminali non ramificano. All interno del diagramma ad albero i rapporti tra nodi in senso verticale sono definiti dalla relazione di dominanza (solo nodi ramificanti cioè non terminali dominano altri nodi): un nodo X domina un altro nodo Y se e solo se X si trova più in alto di Y nella struttura ad albero e se è collegato ad esso solo tramite rami discendenti, cioè se è possibile tracciare una linea da X a Y muovendo solo verso il basso. DP1 D 1 D 1 un NP1 AP1 N 1 A 1 A 1 N 1 PP interessante libro P DP1 domina tutti gli altri nodi D 1 domina tutti gli altri nodi ad eccezione di DP1 D 1 non domina nessun nodo NP1 domina tutti i nodi ad eccezione di DP1-D 1-D 1 AP1 domina A 1-A 1 A 1 domina A 1 P DP2 su D 2 D 2 NP2 la AP2 N 2 A 2 A 2 N 2 sua vita
N 1 domina tutti i nodi ad eccezione di DP1-D 1-D 1, NP1, AP1-A 1-A 1... D 1, A 1, N 1, P, D 2, A 2, N 2 non dominano nessun nodo; sono infatti nodi terminali (non ramificanti). Un nodo X domina immediatamente un nodo Y se X domina Y e se nessun nodo interviene tra X e Y: DP1 domina immediatamente D 1 D 1 domina immediatamente D 1 e NP1 NP1 domina immediatamente AP1 e N 1 AP1 domina immediatamente A 1 A 1 domina immediatamente A 1 N 1 domina immediatamente N 1 e PP PP domina immediatamente P P domina immediatamente P e DP2... D 1, A 1, N 1, P, D 2, A 2, N 2 non dominano (immediatamente) nessun nodo. Due (o più) nodi Y e Z dominati immediatamente da un stesso nodo X sono i suoi costituenti immediati (che sono quindi i costituenti che rappresentano il primo livello di analisi di un altro costituente); Y e Z vengono definiti nodi fratelli; inoltre, sono definiti nodi figli del nodo padre X che li domina immediatamente. Le relazioni tra nodi in senso orizzontale sono definite in termini di precedenza (coincide con la nozione di c-comando asimmetrico): Un nodo X precede un nodo Y se e solo se X si trova alla sinistra di Y nell albero e X e Y non si dominano reciprocamente. Un nodo precede quindi tutti i nodi che non domina, da cui non è dominato e che sono situati alla sua destra nel grafo ad albero. DP1 domina tutti gli altri nodi e quindi non ne precede nessuno D 1 domina tutti gli altri nodi ed è dominato da DP1, quindi non ne precede nessuno D 1 non domina nessun nodo ma è dominato da DP1-D 1, quindi precede tutti gli altri nodi NP1 domina tutti i nodi ad eccezione di DP1-D 1 che lo dominano e D 1 si trova alla sua sinistra; quindi NP1 non precede nessun nodo AP1 precede tutti i nodi ad eccezione di A 1-A 1 (che domina), di DP1-D 1-NP1 (da cui è dominato), e di D 1 che si trova alla sua sinistra. A 1 precede tutti i nodi ad eccezione di A 1 (che domina), di DP1-D 1-NP1-AP1 (da cui è dominato), e di D 1 che si trova alla sua sinistra. A 1 precede tutti i nodi ad eccezione di DP1-D 1-NP1-A 1 (da cui è dominato) e di D 1 che si trova alla sua sinistra.
N 1-PP-P -DP2-D 2-NP2-N 2-N 2 non precedono nessun nodo perché i nodi che non dominano e da cui non sono dominati si trovano alla loro sinistra. Un nodo X precede immediatamente un nodo Y se X precede Y e nessun nodo interviene tra essi (coincide con la nozione di fratellanza) Un altra possibilità di rappresentare l indicatore sintagmatico della frase è quello delle parentesi etichettate in cui si racchiudono tra parentesi quadre i vari costituenti i cui simboli si sottoscrivono alle parentesi; ciascuna parentesi conterrà al suo interno tutti i nodi dominati dal nodo che determina l etichetta della parentesi stessa: Dal punto di vista concettuale i diagrammi ad albero e le parentesi etichettate sono strettamente equivalenti, in quanto entrambe le modalità di notazione rappresentano l indicatore sintagmatico di una frase. La struttura interna del Applichiamo lo schema X-barra al sintagma verbale, collocando il verbo lessicale nella testa V e l argomento del verbo nella posizione di complemento (e lasciando vuota per il momento la posizione di specificatore): Alberto intende invitare i suoi colleghi V DP invitare D i AP N suoi N colleghi La segretaria ha telefonato al direttore
V PP telefonato P P DP a D il N N direttore Esiste un test di costituenza per il sintagma verbale che consiste nella sua sostituzione tramite la forma suppletiva farlo: Gianni ha già telefonato a Maria, ma Alberto non intende farlo Molti studenti frequenteranno il corso, ma alcuni non lo faranno Proviamo ad applicare questo test di pronominalizzazione ad un sintagma verbale che contenga anche dei circostanziali: Il direttore ha [rimproverato quell operaio in ufficio dopo la pausa] e anche il responsabile del personale lo ha fatto Il direttore ha [rimproverato quell operaio in ufficio] dopo la pausa e anche il responsabile del personale lo ha fatto prima dell inizio del turno Il direttore ha [rimproverato quell operaio] in ufficio dopo la pausa e anche il responsabile del personale lo ha fatto in corridoio prima dell inizio del turno * Il direttore ha [rimproverato] quell operaio in ufficio dopo la pausa e anche il direttore del personale (lo) ha fatto la segretaria in corridoio prima dell inizio del turno La segretaria aveva [spedito le lettere ai direttori dopo il nostro arrivo] e anche la sua collega lo ha fatto La segretaria aveva [spedito le lettere ai direttori] dopo il nostro arrivo e anche la sua collega lo ha fatto prima del nostro arrivo
*La segretaria aveva [spedito le lettere] ai direttori dopo il nostro arrivo e anche la sua collega lo ha fatto ai consiglieri prima del nostro arrivo *La segretaria aveva [spedito] le lettere ai direttori dopo il nostro arrivo e anche la sua collega lo ha fatto gli inviti ai consiglieri prima del nostro arrivo Questo test di costituenza applicato al sintagma verbale indica che il legame tra verbo lessicale ed argomenti è più stretto di quello tra verbo e circostanziali in quanto a qualche livello il verbo sembra formare con i suoi argomenti un costituente da cui rimangono esclusi i circostanziali. Una struttura piatta in cui il nodo intermedio si ramifica avendo come suoi costituenti immediati la testa verbale, gli argomenti ed i circostanziali non individua come costituente la sequenza che include verbo ed argomenti. Per rendere conto di questo fatto dovremo ricorrere ad una struttura articolata in diversi nodi ricorsivi a cui vengono aggiunti a destra i vari circostanziali; il nodo più basso sarà quello che domina il verbo lessicale ed il suo argomento: PP P PP P DP P dopo D V DP P DP (ha) rimproverato in D la N l N N N N pausa operaio N ufficio Dobbiamo quindi ammettere la possibilità che il livello intermedio X di ogni categoria X possa essere ricorsivo. Il rapporto privilegiato che unisce il verbo al proprio argomento selezionato è colto dalla nozione di reggenza. La reggenza da parte di una testa (reggenza-t) viene definita in termini di fratellanza; un nodo X regge un nodo Y se: - X è un elemento reggente (gli elementi reggenti sono teste); - X e Y sono nodi fratelli.
La testa X di un sintagma XP regge quindi il proprio complemento ZP; l elemento che regge viene definito reggente, mentre il complemento si definisce retto. Tutti i costituenti retti da un nodo costituiscono il dominio di reggenza di quel nodo. Sia il verbo lessicale che il nome, che costituiscono la testa del sintagma verbale e nominale, reggono quindi i propri complementi; la configurazione di reggenza rende possibile l assegnazione di un ruolo tematico all argomento interno da parte del verbo o del nome (si dice anche che un verbo che regge e assegna un ruolo tematico ad un argomento interno regge tematicamente tale argomento). Per quanto riguarda l assegnazione di ruolo tematico all argomento esterno, cioè al sintagma nominale che funge da soggetto grammaticale, dovremo ipotizzare che esso richieda una configurazione strutturale diversa, dato che esso occupa appunto una posizione esterna al sintagma verbale. Nel caso in cui il sintagma verbale non contenga nessun argomento interno ma soltanto un circostanziale, questo sarà aggiunto alla destra del nodo più alto, mentre il nodo più basso non ramificherà: La segretaria aveva telefonato dopo la riunione PP P V P DP telefonato dopo D la N N riunione
La restituzione dei preziosi gioielli stupì l opinione pubblica DP D La N N PP restituzione P P DP de D i AP N A N A gioielli preziosi I contadini hanno sempre praticato la raccolta delle olive con le mani raccogliere con le mani vs *praticare con le mani DP D la N N PP N PP P raccolta P P DP P DP con D di D le N le N N N mani olive
Finora abbiamo ipotizzato che tutti i sintagmi siano endocentrici. Tuttavia, l ordine lineare dei costituenti rispetto alla testa della proiezione non è fissato universalmente, dato che in alcune lingue il complemento precede la testa verbale: AdvP AdvP spesso oft V NP NP V letto questo libro dieses Buch gelesen Si è proposto di parametrizzare l ordine relativo della testa rispetto agli altri costituenti, derivando la struttura sintagmatica delle singole lingue dall interazione fra lo schema generale ed un principio parametrico di UG che fissa l ordine relativo di testa e complemento: XP XP ^ ^ Specificatore X Specificatore X ^ ^ X Complemento Complemento X Si noti che se è vero che l ordine testa-complemento è soggetto a variazione parametrica la relazione tra i due elementi non è definibile in termini di precedenza, ma ci serve una nozione gerarchica, come quella di fratellanza. Recentemente è stata avanzata una proposta alternativa, in base alla quale l ordine basico fissato da UG sarebbe l ordine verbo-complemento e l ordine inverso complemento-testa sarebbe il risultato del movimento del complemento ZP alla sinistra della testa X : ^ AdvP oft ^ NP dieses Buch ^ V t gelesen Le restrizioni di ordine attestate variano interlinguisticamente e perciò devono essere acquisite dal bambino attraverso l esposizione ai dati della propria lingua madre.
Casi di ambiguità Vi sono casi di ambiguità in cui le due diverse interpretazioni di una stessa sequenza di parole corrispondono a due diverse strutture sintagmatiche. Alberto ha parlato con un amico di Gianni (a): Alberto ha avuto una conversazione in cui si è parlato di Gianni Alberto ha parlato [di Gianni] con un amico [Di Gianni], Alberto ha parlato con un amico [Con un amico], Alberto ha parlato di Gianni *Con un amico di Gianni, Alberto ha parlato Alberto ha parlato [con un amico] [di Gianni] PP P PP P DP P di D V P DP (ha) parlato con D N N un N Gianni N amico (b): Gianni è amico della persona con cui Alberto ha parlato *Alberto ha parlato [di Gianni] con un amico *[Di Gianni], Alberto ha parlato con un amico *[Con un amico], Alberto ha parlato di Gianni [Con un amico di Gianni], Alberto ha parlato Alberto ha parlato [con un amico di Gianni]
V PP (ha) parlato P P DP con D un N N PP amico P P DP di D N N Gianni La maestra ha riconosciuto l alunna con gli occhiali (a) Grazie agli occhiali, la maestra è riuscita a riconoscere l alunna [L alunna], la maestra l ha riconosciuta con gli occhiali [Con gli occhiali], la maestra ha riconosciuto l alunna *[L alunna con gli occhiali], la maestra l ha riconosciuta La maestra ha riconosciuto [l alunna][con gli occhiali] PP P DP P DP D con D V (ha) riconosciuto l N gli N N N alunna occhiali
(b) L alunna che porta gli occhiali è stata riconosciuta dalla maestra *[L alunna], la maestra l ha riconosciuta con gli occhiali *[Con gli occhiali], la maestra ha riconosciuto l alunna [L alunna con gli occhiali], la maestra l ha riconosciuta La maestra ha riconosciuto [l alunna con gli occhiali] V (ha) riconosciuto DP D l N N PP alunna P P DP con D gli N N Occhiali