La Struttura La italiana è formata da 139 articoli più 18 disposizioni transitorie e finali. I primi 12 articoli sono dedicati ai principi fondamentali della Repubblica, i restanti articoli sono divisi in due parti: La prima parte tratta i diritti e i doveri del cittadino in ambito sociale, economico e politico La seconda parte è dedicata invece all ordinamento della Repubblica, cioè gli organi istituzionali*. Gli articoli di ogni parte sono divisi in titoli, cioè gruppi di argomenti che comprendono diversi articoli. Per modificare la, aggiungendo ad esempio una legge, bisogna seguire un determinato procedimento descritto nell art. 138. La Corte costituzionale si occupa di verificare che la nuova legge rispetti i principi della. * = Parlamento, Magistratura, Governo, Corte Costituzionale, Regioni, Comuni...)
Le principali caratteristiche E definita: compromesso, perché è nata da un accordo tra Partito Democristiano, Partito Comunista e Partito Socialista. lunga, perché, oltre a indicare l ordinamento dello Stato e definire i principi fondamentali, organizza anche i diversi aspetti della società. votata, perché è stata approvata dall Assemblea Costituente, che a sua volta è stata eletta dai cittadini. rigida, perché può essere modificata soltanto seguendo un procedimento ben preciso.
Il diritto di voto Il diritto di voto (art. 48) sancisce il diritto di ogni cittadino di esprimere il proprio voto durante le consultazioni elettorali. I seguenti principi regolano questo diritto: Principio di universalità, che sancisce il diritto di voto a tutti i cittadini, uomini e donne Principio di personalità del voto, impone a ogni cittadino di votare personalmente alle consultazioni elettorali Principio di eguaglianza, garantisce l eguale peso del voto di ciascun cittadino Principio della libertà e della segretezza del voto, perché il voto deve essere veramente libero, non deve essere imposto o forzato ma deve essere il frutto di una propria opinione o convinzione.
Il diritto di associarsi in Partiti Politici La nostra costituzione riconosce il pluralismo democratico, cioè la presenza di più partiti. Questa caratteristica ha creato parecchio distacco rispetto al regime fascista, caratterizzato dal monopartitismo, ovvero la presenza di un unico partito. I partiti sono organizzazioni di più persone che condividono una stessa ideologia e che si stabiliscono obbiettivi politici. La vieta ai partiti di: Assumere la forma di associazioni segrete o di organizzazioni di carattere militare Utilizzare simboli simili a quelli altrui o che riproducono immagini religiose Riorganizzare sotto qualsiasi forma il partito fascista
La Libero purus sodales mauris, eu vehicula lectus velit nec velit 14 FEBBRAIO 2012 MARANESI AGNESE CLASSE 3B Cosa sono e che caratteristiche hanno i partiti? I Partiti I partiti hanno segnato la storia della nostra Repubblica. Gli effetti sono stati positivi perché hanno garantito stabilità politica al nostro paese, e n e g at i v i p e rch é h a n n o c o n t r i bu i t o a l l a degenerazione della partitocrazia.
La Partitocrazia Alcuni partiti per ottenere voti dagli elettori hanno distribuito posti di lavoro e favori, hanno concesso incarichi prestigiosi a persone di loro fiducia in cambio di appalti pubblici, hanno accettato finanziamenti dalle imprese... In questo modo hanno provocato un disinteresse degli italiani per le vicende politiche del paese. Per evitare tutto ciò viene introdotto il finanziamento pubblico, che però non riesce ad eliminare la corruzione dei partiti e i finanziamenti illeciti. Il sistema partitocratico crolla negli anni novanta, quando viene scoperto uno scandaloso intreccio di affari, noto come Tangentopoli. Nel 1992 partì da Milano un inchiesta chiamata Mani Pulite, che svelò personaggi politici coinvolti in questo meccanismo di corruzione; con il referendum del 1993 i cittadini hanno abrogato la legge sul finanziamento pubblico dei partiti.
La Partitocrazia Dopo questi questa inchiesta molti partiti si sciolsero. Attualmente i vecchi partiti si sono raggruppati in due poli : il centrodestra, che tende a difendere gli interessi degli imprenditori, e il centrosinistra, che appoggia i diritti di lavoratori e pensionati. In un governo democratico però la maggioranza, ovvero il partito che ha ottenuto il maggior numero di voti, non deve impedire alla minoranza (l opposizione) di diventare essa stessa la maggioranza, per consentire l alternanza delle forze politiche al potere.