Dieci frammenti per una suonata ad Auschwitz Oratorio profano in 10 quadri e 4 intermezzi a cura di: Teatrattivo Albano Arte Amadeus La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell abbattimento dei cancelli di Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. (Legge n. 211 del 20 luglio 2000)
Lo spettacolo Progetto e messa in scena di Ettore Colombo con Adriana Vismara Denise Pagani Désirée Castelli Accompagnamento musicale di Chiara Gullotta (flauto) Chiara Macarti (voce e tastiere) Francesca Marchesi (voce e tastiere) Michela Zambelli (voce e chitarra) Musiche a cura del M.o Giovanni Andreani Con la collaborazione di Enzo Mologni Gianfranco Piersanti Giuseppe Nespoli La struttura dello spettacolo PROLOGO MADAME BUTTERFLY 1 FRAMMENTO L ORCHESTRA 2 FRAMMENTO ALMA 1 INTERMEZZO PARIGI, OH CARA! 3 FRAMMENTO LA MARCIA 4 FRAMMENTO LO SPAZZOLINO 2 INTERMEZZO LA BARZELLETTA 5 FRAMMENTO MEZZA EBREA 6 FRAMMENTO LA MATITA 3 INTERMEZZO JOSEF, JOSEF 7 FRAMMENTO IL LAVAGGIO DEL PAVIMENTO 8 FRAMMENTO L'AMORE 4 INTERMEZZO MUSICA È DISCIPLINA 9 FRAMMENTO PRIMAVERA 10 FRAMMENTO LIBERTÀ EPILOGO LA MARSEILLAISE
Presentazione Lo spettacolo, ispirato dalle memorie dell ebrea francese Fania Fénelon, affronta il tema dell Olocausto da un punto di vista particolare: quello delle donne facenti parte dell orchestra di Auschwitz Birkenau, l unico campo che ha un orchestra femminile, l unico in tutto il Reich e nei territori occupati. Donne che, sia pure legate all assoluta precarietà della loro esistenza, si illudono di separarsi dall orrore quotidiano entro uno spazio privilegiato, attaccandosi disperatamente alla musica pur di sopravvivere. Il loro compito è quello di allietare e intrattenere le SS in servizio nel campo, oppure i gerarchi in visita, oppure i deportati che escono per il lavoro forzato. L'impianto di questo oratorio profano è connotato da austerità e severità, spogliate di ogni eccesso compiaciuto e di ogni descrizione, perché Auschwitz è un buco nero insondabile della coscienza europea, che non si può esprimere o peggio spettacolarizzare. Si è voluto allora evitare quella che Susan Sontag, intellettuale ebrea americana, chiama la pornografia dell'orrore, per cui i testi non parlano se non per accenni di deportati, di morti, di camere a gas, di crematori. Sono lì, incombenti e innominabili, richiamati alla memoria dello spettatore dai brutali cartelli sullo sfondo, espressioni sobrie e terribili nella loro laconicità della storia europea del Novecento. Il testo, articolato in dieci frammenti e quattro brevi intermezzi, non vuole narrare l orrore, né comporre una storia esemplare, quanto mettere lo spettatore nella condizione di toccare con mano la "banalità del male": molti frammenti sono comici o grotteschi o di una sconcertante banalità quotidiana, in modo da risultare del tutto straniati rispetto alla severità della scena, semplice e scarna, e alla memoria collettiva. L accompagnamento musicale, effettuato da giovani musiciste, amplia la drammaticità senza tuttavia descriverla, creando un atmosfera di partecipata commozione. [ETTORE COLOMBO]
L'orchestra L'Orchestra femminile di Auschwitz venne creata nel giugno 1943 da un'insegnante di musica polacca, Zofia Czajkowska, su ordine delle SS. Le componenti di questa formazione erano tutte delle deportate, la cui appartenenza all'orchestra le protesse dallo sterminio nelle camere a gas o dai lavori forzati. La Czajkowska fu sostituita in seguito come direttrice d'orchestra da Alma Rosé, nipote di Gustav Mahler. L'orchestra doveva esibirsi quotidianamente vicino al cancello del campo, all'uscita e al ritorno dei deportati dal lavoro forzato. Doveva inoltre suonare in qualsiasi momento le SS desiderassero trascorrere un momento di svago, oppure in occasione delle visite di alti gerarchi nazisti. Nel gennaio 1945, allo smantellamento di Auschwitz, l'orchestra fu sciolta e le donne furono tutte trasferite nel campo di Bergen Belsen, dal quale furono liberate dalle truppe alleate nell'aprile 1945. Alma Rosé Alma Rosé (1906 1944), ebrea austriaca, era nipote del compositore Gustav Mahler. Eccellente violinista, dopo la deportazione nel campo di Auschwitz nel luglio 1943 fu scelta come direttrice dell'orchestra femminile ivi costituita. Ella dirigeva, componeva e talvolta eseguiva degli assolo di violino durante i suoi concerti. La sua direzione era rigida e inflessibile, tanto da provocare nelle altre donne molto malcontento, represso a stento dalla paura di finire nelle camere a gas. Allo stesso tempo, nonostante fosse ebrea, era protetta e apprezzata dai responsabili del campo di sterminio, a partire da Maria Mandel. Alma Rosé morì nel 1944, probabilmente di tifo.
Maria Mandel Maria Mandel in una fotografia segnaletica scattata dopo il suo arresto Maria Mandel (1912 1948), austriaca di nascita, fu SS Lagerführerin in diversi campi tra cui Lichtenburg, Ravensbrück, Auschwitz Birkenau e Mühldor. È ritenuta una figura chiave nell'esecuzione della "Soluzione finale al problema ebraico", in quanto direttamente responsabile della morte di almeno mezzo milione di donne e bambini. Fu la creatrice e "protettrice" dell'orchestra femminile di Birkenau, della quale si vantò in quanto unico esempio di ensemble musicale formato da sole donne in tutta la Germania e nei territori occupati. Arrestata nell'agosto del 1945 nel suo paese natale, venne estradata in Polonia, processata e condannata a morte a Cracovia nel gennaio 1948. Ad Auschwitz vennero formate anche orchestre maschili, con compiti simili a quella composta da sole donne. Per i deportati fare musica significava ritrovare la dignità violata e, in molti casi, sopravvivere.
Con...tatto d arte Il progetto Il progetto "Con...tatto d'arte", promosso dall'amministrazione Comunale di Zanica e da associazioni e gruppi culturali, nasce con l'intento di favorire la libera espressione artistica. Il progetto è rivolto a singoli artisti o gruppi che vogliono mostrare il proprio lavoro o le proprie opere senza dover sostenere costi altrimenti onerosi. L'obiettivo principale è quello d'incentivare il "fare cultura", costruendo momenti e luoghi d'incontro e confronto, spazi espressivi aperti alla creatività ed alle arti, punto di partenza e di riferimento per chiunque voglia raccontare e raccontarsi attraverso teatro, musica, danza, pittura, scultura, arti visive, poesia, performance, fotografia, ecc. GIORNATA DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2011 C o m u n e di ZA NI C A C o n... ta tto d' a r te Per contatti: Biblioteca Comunale di Zanica Via Serio, 1 tel. 035 671761 www.contattodarte.org